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Il saluto del Presidente Sassoli all’incontro “Next Generation Edu”

In occasione dell’incontro online organizzato da Don Bosco InternationalNext Generation Edu. L’EDUCAZIONE PER IL FUTURO DELL’EUROPA” svoltosi venerdì scorso, 29 gennaio 2021,  ha preso parte ai saluti iniziali David Sassoli, Presidente del Parlamento Europeo.

Stiamo vivendo un tempo di grandi sfide. La pandemia ha sconvolto le nostre vite. In questo momento è necessario fissare bene gli obiettivi, lavorare insieme con grande senso di responsabilità. Lo abbiamo detto più volte: l’Europa che uscirà da questa emergenza non potrà più essere la stessa ma dovrà dar prova di coraggio, guardare al futuro, alle prossime generazioni con rinnovato ottimismo e molta fiducia. Per questa ragione credo fortemente che l’educazione e la formazione siano due elementi essenziali per favori la comprensione reciproca, per accrescere nuove competenze, la capacità di interpretare la rapidità delle trasformazioni delle nostre società. Ma come ci insegna San Giovanni Bosco “educare” è anche “cosa di cuore”.

(David Sassoli, Presidente del Parlamento Europeo)

Di seguito il video:

I ragazzi delle medie

Una rinnovata attenzione e dedizione verso i preadolescenti

di don Rossano Sala

Uno snodo pastorale strategico

Nella conclusione del Dossier dello scorso mese di gennaio, don Michele Falabretti individuava alcuni “snodi pastorali” da affrontare per essere fedeli a questo tempo così come esso si presenta. Ne metteva cinque alla nostra attenzione: la necessità di raccogliere la sfida dettata dalla pandemia; il compito di suscitare narrazioni, ascoltare i vissuti e provocare le coscienze; la chiamata ad alzare le competenze negli spazi esistenti; avere una rinnovata attenzione verso le diverse età della vita; infine migliorare la nostra capacità di riconoscere luoghi ed esperienze da integrare in una visione più ampia[1].
A riguardo della quarta sfida, quella riguardante le età della vita, così scriveva:

Sempre irrisolto rimane il tema dell’accompagnamento negli anni della preadolescenza e dell’adolescenza, affidato all’oratorio (dove c’è) e a qualche esperienza associativa, ma mai radicato seriamente nell’ordinario della vita della comunità. […] La cosiddetta “mistagogia” rimane nell’immaginario comune la spiegazione dei misteri: una sorta di approfondimento teologico lontano dalle domande poste da un’identità personale che va formandosi, da una libertà che scalpita, da una vita che scorre altrove, lontana dalla Chiesa e dai suoi riti; dimensioni segnate da un corpo che si forma, da amicizie che quotidianamente appaiono come questioni di vita o di morte[2].

A noi di NPG è sembrato importante ripartire, in questo secondo numero del 2021, da una concentrazione maggiore verso le “età della vita”, riconoscendo che non sempre in questi ultimi anni siamo stati davvero capaci di inserire l’età giovanile nel ciclo dell’esistenza: sia verso ciò che segue – la vita adulta – sia nei confronti di ciò che la precede – in particolare l’adolescenza e la preadolescenza. Effettivamente, se guardiamo solo alla programmazione degli ultimi dieci anni, poco ci siamo occupati degli adolescenti e quasi per nulla dei preadolescenti. Anche perché ci siamo concentrati di più sull’allungamento della giovinezza, cioè sui cosiddetti “giovani adulti”, arrivando a prendere sul serio l’età universitaria e anche oltre…
Eppure siamo chiamati a pensare alla giovinezza in relazione di continuità e di discontinuità con ciò che precede e con ciò che segue questa promettente ed entusiasmante età dell’esistenza umana. La stessa teoria pedagogica lo afferma con chiarezza:

In quanto l’uomo attua la sua natura in una vicenda storica, l’educazione è cura degli itinerari di maturazione. Fuorviante è in tal senso la piega “progressistica” della pedagogia moderna, che riduce i figli a “bambini” e i bambini a “minori”. Promettente è invece lo sviluppo di una riflessione sulle età della vita: il nascere e il crescere dell’uomo non sono accidentali, ma sostanziali. […] L’“identità” dell’uomo si sviluppa in un itinerario di “identificazione”, ed afferma che l’educazione si caratterizza essenzialmente per l’attenzione ai significati specifici della crescita e delle età della vita, colti nella loro linearità e nelle loro cesure, nel “trascorrere” del tempo e nel “succedersi” delle stagioni, nelle “possibilità” che vengono dischiuse alla libertà e nell’“irreversibilità” delle sue decisioni[3].

Ecco perché diventa per noi strategico e decisivo attuare una concentrazione sulle diverse fasi di maturazione della libertà, incontrando i ragazzi, gli adolescenti e i giovani esattamente lì dove si trova la loro libertà. Mai altrove.

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Il tempo del quarto sigillo

di don Rossano Sala

L’avvento del cavallo verdastro

L’anno scorso, di questi tempi, eravamo in pieno decollo. Avevamo appena terminato l’entusiasmante processo sinodale con e per i giovani, avevamo appena messo in circolo le Linee progettuali della pastorale giovanile italiana preparate con cura dal Servizio Nazionale di Pastorale Giovanile della Conferenza Episcopale Italiana, si stava riaccendendo l’entusiasmo per il rinnovamento della pastorale giovanile, stavamo facendo i primi passi in vista della Giornata Mondiale della Gioventù a Lisbona, prevista per l’estate del 2022. E poi tanto altro ancora…
Avevamo anche impostato il decennio 2020-2030 con un Dossier programmatico di apertura sulla “sinodalità missionaria”, quello pubblicato nel gennaio 2020, esattamente un anno fa. Stavamo quindi ragionando sulle prospettive del Sinodo sia a breve che a medio termine. Il tutto ci portava a sognare la Chiesa in cammino con i giovani verso le periferie del mondo. Direi che, dai tetti in giù, le cose stavano andando bene per la pastorale giovanile. Certo, il cammino non sarebbe stato facile, infatti il Dossier di apertura aveva come sottotitolo parole assai impegnative: “Cammini di conversione spirituali, formativi e pastorali”.
E poi è arrivato l’evento della pandemia. Perché di “evento” nel significato teologale del termine si tratta. Nel senso di qualcosa che nessuno di noi ha pensato, né programmato, né pianificato. Un’esperienza del tutto imprevista nel nostro contesto globalizzato. Possiamo dire che proprio partendo da qui abbiamo fatto diverse esperienze in un certo senso “nuove”: da una parte molta solitudine e sofferenza, e siamo venuti a contatto ravvicinato con la realtà della morte; dall’altra altrettanta solidarietà e condivisione, perché ci siamo sentiti partecipi di un destino comune. Non sappiamo se ciò che sta accadendo nel suo insieme ci migliorerà o ci peggiorerà, certamente non potrà lasciarci indifferenti. Ogni nuova dinamica di vita sfida la nostra libertà e ci chiede di schierarci e di riposizionarci.
Nemmeno lo avremmo immaginato, questo evento davvero “apocalittico”, cioè – nel suo senso genuino – rivelativo. Chi l’avrebbe mai detto che questo sarebbe stato per noi il tempo dell’apertura del “quarto sigillo” da parte dell’agnello immolato fin dalla fondazione del mondo:

Quando l’Agnello aprì il quarto sigillo, udii la voce del quarto essere vivente che diceva: “Vieni”. E vidi: ecco, un cavallo verdastro. Colui che lo cavalcava si chiamava Morte e gli inferi lo seguivano. Fu dato loro potere sopra un quarto della terra, per sterminare con la spada, con la fame, con la peste e con le fiere della terra (Ap 6,7-8).

 

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Oltre la vetta

di Raffaele Mantegazza

Poi, a un certo punto, si arriva. La meta si staglia sempre più vicina all’orizzonte, resta da superare l’ultimo canalone, l’ultima cresta, quegli ultimi metri che fanno venire il dubbio sull’opportunità dell’impresa, e poi è finita. Un percorso educativo deve raggiungere le mete che si prefigge; magari in tempi differenziati, apprezzando le deviazioni, però chi educa deve sforzarsi di realizzare ciò che ha programmato. Troppo spesso la progettazione educativa è attuata in modo poco serio e perciò non ottiene i risultati; troppo spesso le finalità dell’intervento educativo sono indicate in modo fumoso. “Favorire la socializzazione, aumentare l’empatia, integrare, potenziare l’autostima” sono frasi che non significano nulla, come se per definire la finalità di una gita sul Cervino si scrivesse “arrivare in cima a un cono di pietra”. Le finalità devono essere definite in modo specifico, gli scopi educativi devono essere pensati sulla base della persona che si vuole guidare; e non sono mai definiti una volta per tutte, perché vanno ripensati riletti e riadattati a seconda del percorso. Ma una volta che si arriva ad una definizione sufficientemente condivisa, lo scopo dell’educatore è e deve essere portare l’educando a raggiungere questi fini. Quando non accade, c’è sempre l’alibi per le mete non raggiunte: è colpa della scuola, è colpa della famiglia, è colpa di internet, è colpa della società. L’arte di educare consiste nel proporre mete raggiungibili, con tempi diversi, anche con strade differenti, arrivare che è l’unico modo per saper ripartire. E nell’assumersi la responsabilità delle vette non raggiunte; non è colpa della montagna se l’alpinista è stato bloccato a metà strada da una bufera; è lui che non ha ascoltato la montagna per programmare la sua scalata.

 

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Incontro delegati di PG d’Europa: la rilettura pastorale dell’emergenza Covid-19

Il Dicastero di PG della Congregazione ha incontrato oggi, 5 novembre, i 36 delegati di PG d’Europa. Tutti presenti i 6 italiani. E’ una forma di accompagnamento e di formazione molto apprezzata in un momento di emergenza sanitaria che rende difficile la prosecuzione delle attività pastorali e provoca l’interruzione di tanti percorsi educativi.
Il programma ha visto oggi una rilettura pastorale dell’emergenza Covid. Don Miguel Ángel Garcia e don Tarcizio Morais del Dicastero non hanno solo elencato elementi problematici ma hanno evidenziato la necessità di essere “pro-attivi”, reagendo con creatività e cogliendo alcune imprevedibili opportunità di questo tempo come un mettere maggiormente a fuoco le fragilità giovanili, un recupero della reciprocità nella costruzione delle comunità educative, il primato delle relazioni, l’imparare a cambiare senza illudersi di lasciare le cose come stanno, la fiducia nelle potenzialità dei giovani, la dinamicità a cui la complessità chiama, l’interdipendenza che la vulnerabilità fa scoprire.
La raccolta di esperienze nel confronto a gruppi di questa mattina lascerà domani spazio alla Programmazione post-capitolare per il prossimo sessennio.
Come Salesiani vogliamo così che allo smarrimento subentri un cuore rinnovato che sa trovare nuove forme per testimoniare e portare la vicinanza di Dio ai giovani.
Animazione Pastorale Covid-19

Vi state interrogando su quali priorità darvi?

Michele Falabretti

Non poche volte capita che siamo sotto pressione da parte della comunità per l’urgenza di realizzare qualche aspetto del progetto durante il processo di progettazione. Questo rischia di impedire di valutare le priorità nel percorso di progettazione che stiamo compiendo e la pressione del contingente non permette di vivere una riflessione come gruppo di lavoro, attorno ai vari elementi che potrebbero arrivare dalla condivisione attenta e approfondita con il contributo di tutti i membri. Si rischia di perdere anche di vista gli orizzonti più ampi della Pastorale giovanile e della Chiesa stessa. Viene proposta di seguito una simulazione su qualche questione per sperimentare come sia possibile raggiungere una soluzione finale il più possibile condivisa sulle priorità da realizzare per la buona riuscita del progetto.

UNA TECNICA ATTIVA: DECIDERE INSIEME

In un gruppo di progettazione è importante condividere anche le dinamiche di elaborazione e decisionali. Non basta conoscere e analizzare il problema, bisogna anche agire in sinergia affinché il processo di progettazione sia il più coerente ed efficace possibile, mettendo a frutto le capacità di ognuno.
In modo esemplificativo provate ad analizzare una questione molto concreta che permette, però, di intuire i diversi livelli di analisi di un problema e delle scelte che chiede di compiere. C’è uno spazio inutilizzato che con una minima sistemazione potrebbe diventare fruibile. La questione è a chi affidarlo valutando anche la questione economica, nonché la manutenzione ordinaria e il mobilio/ingombri necessari. Ci sono pro e contro. Essendo una simulazione le colone vanno riempite con considerazioni verosimili. Ciò che conta è il confronto di gruppo e la dinamica che porterà a una soluzione finale: a chi affidare lo spazio?

 

 

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Il nuovo libro Elledici di don Rossano Sala – “Pastorale giovanile 2. Intorno al fuoco vivo del Sinodo”

L’Editrice Salesiana Elledici segnala la pubblicazione del libro “PASTORALE GIOVANILE 2. Intorno al fuoco vivo del Sinodo”, uno strumento indispensabile per tutti gli educatori e gli operatori di pastorale giovanile che desiderano essere all’altezza del Vangelo e dei tempi che stiamo vivendo, con invito alla lettura di Papa Francesco.

Di seguito alcune informazioni inerenti al libro e l’estratto del video di Don Rossano Sala ospite al programma di TV 2000 “Il Diario di Papa Francesco” del 22 Settembre 2020 con il libro “Intorno al fuoco vivo del sinodo” (Editrice Elledici).

PASTORALE GIOVANILE 2
Intorno al fuoco vivo del Sinodo

Educare ancora alla vita buona del Vangelo

Con invito alla lettura di Papa Francesco

Caro Lettore,

abbiamo il piacere di informarti della pubblicazione del nuovo libro edito da Elledici “Pastorale giovanile 2. Intorno al fuoco vivo del Sinodo“, uno strumento indispensabile per tutti gli educatori e gli operatori di pastorale giovanile che desiderano essere all’altezza del Vangelo e dei tempi che stiamo vivendo.

Don Rossano Sala ospite al programma di TV 2000 “Il Diario di Papa Francesco” del 22 Settembre 2020
con il libro “Intorno al fuoco vivo del sinodo” (Editrice Elledici)

Il fuoco generato dal processo sinodale

Un importante testo che idealmente ci colloca intorno al fuoco generato dal processo sinodale della Chiesa universale, che si è svolto dal 2016 al 2019 , dal tema “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale”

Ben 32 i contributi distinti in cinque significative “costellazioni”: 1) Antropologia, teologia e pastorale; 2) Accompagnamento, annuncio e animazione vocazionale; 3) Giovani, Chiesa e Sinodo; 4) Educazione, scuola e università; 5) Don Bosco, famiglia e oratorio.

Al termine del decennio dedicato dalla CEI a Educare alla vita buona del Vangelo (2010-2020) il testo si propone di tenere sveglio l’impegno educativo e pastorale della Chiesa a favore di tutti i giovani.

Dentro al libro

Un importante “Invito alla lettura” di Papa Francesco e il “Rilancio del cammino” di Giacomo Costa, sj.
Il primo testo che presenta e analizza tutto il processo sinodale e le sue conseguenze per la Chiesa e per i giovani.
Chiude un decennio (2010-2020), offrendone un bilancio, e ne apre un altro (2020-2030) offrendo importanti chiavi di lettura per entrarci nel migliore dei modi.

Autore

Rossano Sala è salesiano di don Bosco. Ha partecipato a due Capitoli Generali della Congregazione Salesiana (2008 e 2020) e agli ultimi due Sinodi: quello ordinario sui giovani del 2018 in qualità di Segretario Speciale e quello straordinario sull’Amazzonia nel 2019 come Padre Sinodale. Attualmente è Docente Straordinario di Pastorale Giovanile presso la Facoltà di Teologia della Università Pontificia Salesiana di Roma. Dal 2016 è Direttore della Rivista «Note di Pastorale Giovanile» e dal 2019 consultore della Segreteria Generale del Sinodo dei Vescovi.

Visita il sito ufficiale Elledici

La profezia dei giovani. Così la Chiesa riscopre la sua vocazione

Da NPG settembre/ottobre 2020

di Michele Gianola

Nel tempo dell’epidemia di COVID-19 tutti siamo stati costretti a confrontarci più o meno duramente con la realtà, tutti «ci siamo resi conto di trovarci tutti sulla stessa barca, tutti fragili e disorientati, ma allo stesso tempo importanti e necessari, tutti chiamati a remare insieme, tutti bisognosi di confortarci a vicenda» (FRANCESCO, Momento straordinario di preghiera in tempo di epidemia, 27 marzo 2020) e tutti abbiamo vissuto lo spaesamento, la paura, il dolore e la speranza.
Laddove è stata sperimentata, questa immersione nella comune umanità ha offerto la possibilità di quella rinnovata postura ecclesiologica e pastorale sancita dal Concilio Ecumenico Vaticano II per il quale «la comunità dei cristiani si sente realmente e intimamente solidale con il genere umano e la sua storia» (Gaudium et spes, 1); nella lingua originale del testo, il sapore di questa solidarietà suona con il termine ‘coniugata’, il gusto sponsale del divenire una carne sola.

L’opera di Dio al modo di Dio

Intuisco la fecondità di questa prospettiva nella sua dirompente esigenza di conversione. Essa costringe, infatti, i credenti a non sentirsi ‘fuori’ o ‘di fronte’ al mondo, alla storia, alla società, ma a riconoscersi – umilmente – ‘dentro’. In fondo, è il medesimo sguardo a cui lo stesso papa Francesco ha invitato l’assemblea radunata al Circo Massimo nell’estate di un paio d’anni fa quando ha raccontato questo semplice aneddoto: «Una volta, un sacerdote mi ha fatto una domanda: “Mi dica, qual è il contrario di ‘io’?”. E io, ingenuo, sono scivolato nel tranello e ho detto: “Il contrario di ‘io’ è ‘tu’” – “No, Padre: questo è il seme della guerra. Il contrario di ‘io’ è ‘noi’”. Se io dico: il contrario sei tu, faccio la guerra; se io dico che il contrario dell’egoismo è ‘noi’, faccio la pace, faccio la comunità, porto avanti i sogni dell’amicizia, della pace. Pensate: i veri sogni sono i sogni del ‘noi’. I sogni grandi includono, coinvolgono, sono estroversi, condividono, generano nuova vita. E i sogni grandi, per restare tali, hanno bisogno di una sorgente inesauribile di speranza, di un Infinito che soffia dentro e li dilata» (FRANCESCO, Veglia di preghiera con i giovani italiani, 11 agosto 2018).

 

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“Intorno al fuoco vivo del Sinodo”, il libro di don Rossano Sala su L’Osservatore Romano

Sull’edizione del 5 settembre de L’Osservatore Romano è uscita la presentazione dell’ultimo libro di don Rossano Sala, “Pastorale giovanile 2. Intorno al fuoco vivo del Sinodo. Educare alla vita buona del Vangelo» (Torino, Elledici, 2020, pagine 608, euro 28). Il quotidiano della Santa Sede ne riporta l’invito alla lettura di Papa Francesco, e stralci dell’introduzione – a firma di don Rossano Sala – e della parte conclusiva scritta da Padre Giacomo Costa, SJ.

“Intorno al fuoco vivo del Sinodo. Educare ancora alla vita buona del Vangelo”: il nuovo libro di don Rossano Sala

“Pastorale giovanile 2. INTORNO AL FUOCO VIVO DEL SINODO. Educare ancora alla vita buona del Vangelo”: è questo il titolo del nuovo libro di don Rossano Sala, con l’invito alla lettura di Papa Francesco. Al centro del testo, il cammino del Sinodo sui giovani in forma approfondita e scientifica: da oggi è disponibile in tutte le librerie.

Il libro è composto di 32 contributi distinti in cinque significative “costellazioni”:
1) Antropologia, teologia e pastorale;
2) Accompagnamento, annuncio e animazione vocazionale;
3) Giovani, Chiesa e Sinodo;
4) Educazione, scuola e università;
5) Don Bosco, famiglia e oratorio.
Al termine del decennio dedicato dalla CEI a “Educare alla vita buona del Vangelo” (2010-2020) il testo si propone di tenere desto l’impegno educativo e pastorale della Chiesa a favore di tutti i giovani, nessuno escluso.

Qui sotto ne pubblichiamo un estratto composto da:

Invito alla lettura
L’INTELLIGENZA E IL DISCERNIMENTO, IL SINODO E L’EDUCAZIONE
di Papa Francesco

Introduzione
CINQUE COSTELLAZIONI CHE ORIENTANO IL CAMMINO
di Rossano Sala

Rilancio del cammino
VERSO UNA “ECOLOGIA INTEGRALE”
di Giacomo Costa

Indice