Brasile – Iniziato l’Incontro Continentale delle Opere e dei Servizi Sociali Salesiani d’America

Dall’agenzia ANS.

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(ANS – Aparecida) – È iniziato lunedì 9 settembre ad Aparecida do Norte, nello Stato di Aparecida, in Brasile, l’Incontro Continentale delle Opere e dei Servizi Sociali Salesiani d’America. L’evento è organizzato dalla Rete America Sociale Salesiana (RASS) e dalla Rete Salesiana del Brasile (RSB), con l’obiettivo centrale di promuovere il lavoro in rete delle opere e dei servizi sociali salesiani per i giovani e le comunità in situazioni di vulnerabilità ed esclusione in America, affrontando le realtà giovanili e la sostenibilità carismatica dei processi necessari ai loro bisogni. In secondo luogo, l’evento permette anche di celebrare i 25 anni di azione della RASS.

I partecipanti all’incontro sono arrivati a San Paolo nella giornata di domenica 8 settembre, pieni di aspettative per l’indomani. Poi, lunedì 9, la mattinata è iniziata con un momento di preghiera che ha messo sul tavolo il tema del “Lavoro in Rete”, ed è proseguito con i discorsi di benvenuto di don Rafael Bejarano, del Settore per la Pastorale Giovanile salesiana, e dai saluti di apertura di varie personalità, quali il Consigliere per la Regione Interamerica, don Hugo Orozco; il Consigliere per la Regione America Cono Sud, don Héctor Gabriel Romero; del Consigliere Generale per la Pastorale Giovanile, don Miguel Ángel García Morcuende; della Figlia di Maria Ausiliatrice Delegata presso l’Ufficio dei Diritti Umani di Ginevra, suor Sarah Garcia; e dei Rappresentanti dell’Azione Sociale Salesiana in Brasile, suor Adriana Gomes e don Felipe Bauziére.

Successivamente le due reti RASS e RSB sono state poi presentate dai rispettivi Direttori, don Alex Figueroa (RASS), suor Silvia Aparecida da Silva (RSB) e don Sérgio Augusto Baldin Júnior (RSB); e sono stati poi riletti e ricordati gli accordi di Torino scaturiti dal Congresso Internazionale delle Opere e dei Servizi Sociali Salesiani tenutosi nell’ottobre 2022 a Torino-Roma.

Dopo la pausa, don García Morcuende ha guidato la prima conferenza della giornata, portando riflessioni sul tema “Realtà giovanile – Cosa dice la Congregazione?”. Dopo la conferenza il Consigliere Generale ha condiviso i suoi desideri per le azioni delle Opere Sociali Salesiane nel continente: “In primo luogo, che le Ispettorie siano in grado di comunicare l’importanza di lavorare con i giovani più poveri […]. In secondo luogo, un maggiore senso di appartenenza alla rete, della consapevolezza che siamo tutti sulla stessa barca, che abbiamo progetti simili, difficoltà simili e un contesto globale a cui tutti dobbiamo prestare ascolto perché è molto impegnativo. In terzo luogo, è importante generare qui linee di azione concrete, operative, reali, affinché le reti siano forti. È bene fare analisi, ma dobbiamo poi metterle in pratica”.

La seconda conferenza è stata una continuazione della prima, e ha portato al centro del dibattito i contributi del professor Maurício Perondi dell’Università Federale di Rio Grande do Sul, sul tema “Realtà giovanili dell’America – Cosa dice l’accademia?”. È stato così gettato uno sguardo più accademico sulle realtà giovanili rispetto alla visione più salesiana affrontata da don García Morcuende, che ha permesso di ampliare le percezioni dei partecipanti sulle sfide attuali di bambini, adolescenti e giovani in situazioni di vulnerabilità sociale nel continente americano.

La Messa di chiusura della giornata è stata celebrata da don Juan Linares, con l’Ispettoria salesiana dell’Ecuador (ECU) incaricata della liturgia. La serata del primo giorno ha comportato anche un momento di celebrazione del 25° anniversario della Rete Salesiana America Sociale (RASS), ricco di scambi culturali e di gioia salesiana.

L’incontro continentale delle Opere e dei Servizi Sociali Salesiani d’America si svolge dal 9 al 13 settembre presso il Centro per Eventi “Padre Vitor Coelho” di Aparecida do Norte.

Janaína Lima,
Analista de Comunicación de la Red Salesiana Brasil

Convegno Mondiale di Comunicazione Sociale “Shaping Tomorrow”: don Gildasio Mendes ai Delegati: “La vostra presenza è profetica”

Dall’agenzia ANS.

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(ANS – Roma) – Soddisfazione, gratitudine, entusiasmo, programmazione e futuro: è stato all’insegna di questi elementi che il Consigliere Generale per la Comunicazione Sociale, don Gildasio Mendes, ha sintetizzato e concluso i lavori del Convegno Mondiale di Comunicazione Sociale “Shaping Tomorrow”, andato in scena nell’ultima settimana (1-7 agosto 2024) presso l’Università Pontificia Salesiana (UPS) di Roma. Un appuntamento che ha segnato uno spartiacque nell’impegno salesiano per la comunicazione al servizio dell’educazione e dell’evangelizzazione dei giovani.

Ha ripetuto più volte e in più lingue “Cari amici”, il Consigliere Generale per la CS, nel dare il via al suo discorso conclusivo dell’evento: non solo un incipit tradizionale, ma una conferma del messaggio che stava per consegnare, quello, cioè, che riconosce il massimo valore comunicativo e la centralità alle persone. “I nostri Delegati per la Comunicazione sono il miglior tesoro in nostro possesso. Voi siete la parte più importante, e lo siete stati sin dall’inizio!” ha infatti aggiunto subito dopo.

“Lavoriamo insieme da molto tempo – ha proseguito – e come ricorderete, durante la pandemia di Covid-19, abbiamo dato inizia alla scuola di Comunicazione Sociale. Alcuni erano increduli, pensavano che le persone non avrebbero aderito, ma siamo andati avanti lo stesso. Ebbene, all’inizio di quel percorso io vi dissi che avremmo celebrato la fine di questa scuola di comunicazione a Roma, all’UPS, in estate. Ed eccoci qua, ora: siete venuti in oltre 100”.

“La vostra presenza – ha continuato – è profetica. Avete lasciato i vostri Paesi, fatto le valigie, lavorato per avere i visti, i fondi dalle comunità… Questo per me è il messaggio migliore della comunicazione!”.

Successivamente, ha voluto ripercorrere il cammino compiuto dal Settore per la Comunicazione Sociale negli ultimi anni, inserendo così i lavori di “Shaping Tomorrow” nel più ampio panorama di lavoro adottato. Pertanto, ha indicato i quattro assi fondamentali del lavoro portato avanti da lui stesso insieme ai suoi primi collaboratori (don Ricardo Campoli, don Harris Pakkam e don Maciej Makuła):

–        rafforzare, aver cura, dare priorità alle relazioni umane;

–        perseguire la formazione alla comunicazione dei salesiani e dei loro collaboratori, attraverso incontri online e in presenza;

–        favorire la strutturazione della CS nel mondo salesiano, attraverso lo sviluppo di un coordinamento per ogni Regione, gli incontri e i progetti nelle reti di comunicazione;

–        accompagnare la trasformazione digitale.

“Siamo molto orgogliosi di tutto questo” ha aggiunto, poi, con riferimento a quanto condiviso durante le giornate di Shaping Tomorrow. “Cercate di concretizzare a tutto quello che abbiamo ascoltato qui: due, tre progetti, non di più, ma che diano continuità a questo convegno”. E in tal senso, ha lanciato una proposta: che ogni Delegato di CS possa promuovere una seconda Scuola di Comunicazione organizzata a livello regionale o ispettoriale, coordinarne i lavori nei prossimi anni, attraverso incontri mensili, online o in presenza, e favorire così la diffusione delle competenze veicolate e la convergenza dell’azione salesiana nella comunicazione sociale.

Ancora, dopo aver ringraziato tutti gli organizzatori dell’evento – a partire da don Makuła e il suo “Dream Team” e proseguendo con le varie autorità dell’UPS – ha esortato i presenti a richiedere ai loro Superiori di considerare i corsi offerti dalla Facoltà di Scienze della Comunicazione dell’UPS, riconoscendo il loro valore formativo e i benefici che possono offrire per la missione salesiana.

“I giovani e i poveri devono stare sempre al centro della nostra comunicazione – ha ricordato in seguito –. Se lo faremo, prenderemo il nostro giusto ruolo nella Congregazione e nella storia. E già lo facciamo: state facendo un lavoro eccezionale!”.

Da ultimo, ha colto l’occasione per presentare tre diversi testi: il nuovo documento elaborato dal Settore “La comunicazione sociale a servizio della Missione Salesiana nella Chiesa”, che verrà consegnato al Capitolo Generale 29°, definito un testo “semplice, pratico, aggiornato, frutto del vostro lavoro, dei vostri contributi”, che contiene le basi bibliche della comunicazione, quelle teologiche e cristologiche, quella antropologiche, gli aspetti etici, il dialogo tra la comunicazione, l’evangelizzazione e il mondo digitale, il sistema che ispira la comunicazione, la metodologia del Delegato, l’amministrazione della comunicazione e tanto altro ancora.

E poi altri due volumi ancora: “Parallels 15 and 20”: un libro in inglese che costituisce un dialogo tra Don Bosco e neuroscienziati, fisici quantistici ed esperti di Intelligenza Artificiale, la cui prima copia è stata consegnata ad una giovane partecipante incinta; e “Come se vedesse l’invisibile”, dedicato a Don Bosco e relativo ai suoi sogni sui giovani, che è stato offerto ad una suora argentina attiva presso la comunità del Sacro Cuore a Roma.

In conclusione, il Consigliere Generale ha ricordato l’importanza di partecipare e diffondere il progetto del Settore del “Don Bosco Global Youth Film Festival” (DBGYFF), la cui finale è prevista nei giorni 17-18 ottobre 2024, e ha invocato su tutti la protezione e benedizione di Maria Ausiliatrice.

Al convegno ha partecipato anche una delegazione delle ispettorie italiane e dell’ufficio nazionale.

Sulle ALI della speranza

Pubblichiamo il messaggio del Vicario del Rettor Maggiore, don Stefano Martoglio.

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IL MESSAGGIO DEL VICARIO DEL RETTOR MAGGIORE, don Stefano Martoglio

Con molta semplicità, tranquillamente e in totale continuità, rimanendo nel mio servizio di Vicario, nei prossimi mesi supplirò il Rettor Maggiore portando la Congregazione al Capitolo Generale, il 29°, nel febbraio 2025.

Cari lettori,

mi accingo a scrivere queste righe con trepidazione perché, essendo un lettore del Bollettino Salesiano fin da quando ero bambino nella mia famiglia, ora mi trovo in una pagina diversa a dover scrivere nel primo articolo, quello riservato al Rettor Maggiore.

Lo faccio volentieri, perché questo onore mi permette di rendere grazie a Dio per il nostro Don Ángel, ora Cardinale di Santa Romana Chiesa, che ha appena terminato 10 anni di prezioso servizio alla Congregazione e alla Famiglia Salesiana, dopo la sua elezione al Capitolo Generale 27° nel 2014.

A distanza di 10 anni da quel giorno, ora è pienamente al servizio del Santo Padre, per quanto Papa Francesco gli affiderà. Noi lo portiamo nel cuore e lo accompagniamo con la preghiera riconoscente, per il bene che ci ha fatto, perché il tempo non diminuisce, ma rafforza la riconoscenza. La sua storia personale è un evento storico per lui, ma anche per tutti noi.

Il suo andare via, nel senso canonico per un servizio ancora più grande alla Chiesa, è un rimanere sempre con noi e dentro di noi.

In totale continuità

E adesso come Congregazione, e per estensione come Famiglia Salesiana, come andiamo avanti? Con molta semplicità, tranquillamente e in totale continuità. Il Vicario del Rettor Maggiore secondo le Costituzioni Salesiane ha anche il compito di sostituire, o supplire al Rettor Maggiore in caso di necessità. Così sarà, fino al prossimo Capitolo Generale.

Le Costituzioni Salesiane lo dicono in modo più organico e articolato, ma il concetto fondamentale è questo. Rimanendo nel mio servizio di Vicario nei prossimi mesi supplirò il Rettor Maggiore portando la Congregazione a Capitolo Generale, il 29°, nel febbraio 2025.

Questo sì è un compito impegnativo, per cui vi chiedo subito preghiere e invocazione allo Spirito Santo per esser fedeli al Signore Gesù Cristo, con il cuore di Don Bosco.

Mi chiamo Stefano

Prima di passare alle cose importanti, due parole per presentarmi: io mi chiamo Stefano, son nato a Torino, da una famiglia tipica della nostra terra; figlio di un papà exallievo salesiano, che ha voluto mandarmi alla stessa scuola dove era passato lui ai suoi tempi, e di una mamma maestra, anche lei exallieva di una scuola cattolica. Da loro ho ricevuto la vita e la vita di fede, semplice e concreta. Così siamo cresciuti io e mia sorella, siamo solo due.

I miei genitori sono già in cielo, nelle mani di Dio, e si faranno dei grandi sorrisoni a vedere le cose che capitano al loro figlio…commenteranno sicuramente: dun Bosch tenje nà man sla testa! (Don Bosco tienigli una mano sulla testa!)

Salesianamente parlando, son stato sempre parte dell’Ispettoria salesiana del Piemonte-Valle d’Aosta, fin a quando al CG27 mi è stato chiesto di coordinare la Regione Mediterranea (tutte le realtà Salesiane intorno al Mar Mediterraneo, sui tre continenti che vi si affacciano, ma includendo anche il Portogallo ed alcune aree dell’est Europa).

Un’esperienza salesiana bellissima, che mi ha trasformato, rendendomi internazionale nel modo di vedere e sentire le cose. Il CG28 ha fatto il secondo passo, chiedendomi di diventare Vicario del Rettor Maggiore, e qui siamo! 10 anni a fianco di Don Ángel imparando in questi anni a sentire il cuore del mondo, per una Congregazione che è veramente diffusa su tutta la terra.

Il futuro prossimo

Il servizio di questi mesi prossimi, fino al febbraio 2025 è quindi di accompagnare la Congregazione al prossimo Capitolo Generale, che si celebrerà a Torino-Valdocco dal prossimo 16 febbraio 2025.

Cari amici, il Capitolo Generale è il momento più alto ed importante della vita della Congregazione, in cui si raduno i rappresentanti di tutte le Ispettorie della Congregazione (stiamo parlando di più di 250 confratelli) essenzialmente per tre cose: conoscersi, pregare e riflettere per “pensare il presente ed il futuro della congregazione” ed eleggere il prossimo Rettor Maggiore e tutto il suo Consiglio.

Un momento quindi molto importante che il nostro Don Ángel ha indirizzato nella riflessione sul tema “Appassionati di Gesù Cristo e dedicati ai giovani”.

Questo tema che il Rettor Maggiore ha scelto per la Congregazione si articolerà in tre aspetti diversi e complementari: la centralità di Cristo nella nostra vita personale, la consacrazione religiosa; la dimensione della nostra vocazione comunitaria, nella fraternità e nella corresponsabilità laicale a cui è affidata la missione; gli aspetti istituzionali della nostra congregazione, la verifica dell’animazione e del governo nell’accompagnare la Congregazione. Tre aspetti per un unico tema generativo.

La nostra Congregazione ha molto bisogno di vivere questo Capitolo Generale, che viene dopo tante vicende che tutti ci hanno toccato. Pensate che lo scorso Capitolo Generale è stato celebrato a ridosso della Pandemia, e proprio dal Covid è stato anticipatamente chiuso.

Costruire la Speranza

Celebrare un Capitolo Generale è celebrare la Speranza, costruire la Speranza tramite le decisioni istituzionali e personali che consentono di proseguire il “sogno” di Don Bosco, di dargli presente e futuro.

Ogni persona è chiamata ad esser un sogno, nel cuore di Dio, un sogno realizzato.

Nella tradizione salesiana, c’è quella bella frase che Don Bosco disse a Don Rua, richiamato a Valdocco per prendere concretamente il posto di Don Bosco: “Hai fatto Don Bosco a Mirabello. Adesso lo farai qui, all’Oratorio”.

Questo è ciò che veramente conta: “Essere Don Bosco oggi” ed è il dono più grande che possiamo fare a questo mondo.

Il Rettor Maggiore raccontato da chi lo conosce bene: alcune testimonianze

Dall’agenzia ANS.

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(ANS – Madrid) – In vista della fine del mandato del Rettor Maggiore – prevista per il prossimo 16 agosto 2024, secondo quanto indicato dal Santo Padre Francesco – diverse personalità della Famiglia Salesiana stanno condividendo le loro testimonianze personali sul Cardinal Ángel Fernández Artime. Ecco di seguito come si sono espressi tre salesiani spagnoli che ben conoscono il X Successore di Don Bosco, e cioè il Consigliere per la Regione Mediterranea, don Juan Carlos Pérez Godoy, il Superiore dell’Ispettoria Spagna-San Giacomo Maggiore (SSM), don Fernando García, e il Superiore dell’Ispettoria Spagna-Maria Ausiliatrice (SMX), don Fernando Miranda.

Così parla il primo dei tre, don Pérez Godoy, Consigliere Regionale:

“Se devo fare una valutazione di questi anni di Rettorato di don Ángel e del mio rapporto con lui, devo iniziare ringraziando il Signore per il dono che la sua persona, come Rettor Maggiore, ha significato per la Congregazione. Nei miei anni da Ispettore a Madrid mi sono sempre sentito molto accompagnato. È stato un Rettor Maggiore, almeno nella mia esperienza, molto vicino agli Ispettori. E lo è stato sia dal punto di vista del rapporto personale, sia per la capacità di creare di spazi, come l’incontro a metà del sessennio, che permettano questa vicinanza e l’accompagnamento degli Ispettori. In seguito, ho avuto la grazia di collaborare con lui come membro del Consiglio Generale.

Mi sono sempre sentito libero di esprimere la mia opinione sui diversi temi, perché lui crea un clima che incoraggia tale atteggiamento. Apprezzo la sua grande determinazione nell’affrontare alcune questioni delicate che la Congregazione doveva risolvere e che grazie a lui – a mio avviso – sono state risolte. Ammiro il suo cuore salesiano che ha sempre al centro i giovani, la sua capacità di lavoro, di relazione, la sua disponibilità e la semplicità, il suo amore per la Chiesa e, in particolare, per il Papa; il suo amore per i confratelli e la sua visione del presente e del futuro della Congregazione in relazione a temi come i giovani più bisognosi, la corresponsabilità con i laici e la nostra identità salesiana, in particolare quella di noi salesiani consacrati. Senza dubbio è stato un grande dono per la Congregazione e per tutta la Famiglia Salesiana”.

Gli fa eco, da parte sua, don García, Ispettore SSM:

“Conservo un ricordo molto vivo dei giorni in cui si svolgeva il Capitolo Generale 27°: in modo per me inaspettato, il nome di Ángel venne fuori nelle conversazioni sul possibile Rettor Maggiore. Ho vissuto la sua nomina con emozione e con quell’atmosfera familiare che tanto ci caratterizza quando parliamo del successore di Don Bosco.

Senza dubbio, il mio ricordo più intenso con lui si colloca in quel giorno in cui ricevetti la sua chiamata in cui mi chiese di assumere il servizio di Ispettore. In quel momento, e in tanti altri, ho trovato in lui confidenza e vicinanza, ascolto e familiarità. Il mio sentimento è di gratitudine per questi anni, e di fiducia per il nuovo servizio che ora svolgerà per la Chiesa”.

Conclude, infine, don Miranda, Ispettore SMX:

Penso che Ángel, nel suo periodo di servizio alla Congregazione come Rettor Maggiore, abbia affrontato situazioni particolarmente impegnative e difficili. E di fronte ad esse è stato coraggioso e fedele al carisma.  Non sono state decisioni prese alla leggera e senza discernimento. Inoltre, ha portato semplicità nei rapporti, vicinanza ai giovani e ai salesiani. Personalmente, come Ispettore, mi sono sentito ascoltato e accompagnato da lui, soprattutto in alcuni momenti specifici del servizio ispettoriale.

Apprezzo molto e credo che faccia bene anche al nostro carisma il valore e l’affetto che ha dato alla Famiglia Salesiana, aiutando noi SDB a riscoprire il legame carismatico che ci caratterizza. Sono anche grato per il suo sguardo e il senso di fede di fronte alle diverse situazioni che dobbiamo affrontare e che ci sfidano come istituzione. Almeno, questo è ciò che ho scoperto nei suoi interventi, soprattutto nelle Strenne. E chiedo al Signore e a Maria Ausiliatrice di aver cura di lui e di continuare ad accompagnarlo nel suo nuovo servizio”.

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RMG – Pubblicato un nuovo numero di “Ricerche Storiche Salesiane”

Dall’agenzia ANS.

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(ANS – Roma) – È stato pubblicato il numero 82, relativo al semestre gennaio-giugno 2024, di “Ricerche Storiche Salesiane” (RSS), la rivista semestrale di storia religiosa e civile, pubblicata dall’Istituto Storico Salesiano (ISS). Come sempre, tanti sono i contributi rilevanti e di spessore, per appassionati e non.

La rivista accoglie, nel settore STUDI di questo numero, quattro saggi:

Il primo contributo è di Ana Martín García che tratta: “Dalla narrazione, all’immagine, all’immaginario salesiano: l’iconografia del Sogno dei Nove Anni di Don Bosco nelle arti visive”. In occasione del Bicentenario del Sogno dei Nove Anni di Don Bosco, questo articolo approfondisce la storia e l’iconografia di questo avvenimento (1824). La scena è stata ufficialmente costituita tra la beatificazione (1929) e la canonizzazione (1934), periodo in cui stata rappresentata per la prima volta nelle arti. Pertanto, l’obiettivo principale di questa ricerca è l’analisi dell’inizio e dell’evoluzione della rappresentazione iconografica del sogno nelle arti visive. L’interesse di questo studio risiede nel fatto che queste immagini formulano una parte importante dell’essenza dell’immaginario salesiano: le opere sono incorporate nel campo della cultura visuale come elementi efficaci per la narrazione e la configurazione dell’identità visiva della vita del santo.

Segue la ricerca della storica Grazia Loparco: “I collegi delle Figlie di Maria Ausiliatrice in Italia tra continuità e cambiamenti”. Lo studio, presentato in due parti, riguarda i collegi delle Figlie di Maria Ausiliatrice (FMA) in Italia. Come istituzione educativa tipica per l’educazione delle ragazze nel XIX e metà del XX secolo, i numerosi collegi contribuirono alla diffusione dell’istruzione femminile. Essi andavano incontro alle esigenze delle famiglie e alle difficoltà poste dalla mobilità per raggiungere le scuole. Per la Chiesa costituirono ambienti educativi preziosi e diffusi sul territorio, per non disperdere la fede in tempi di profondi cambi culturali. L’analisi delle fonti ricostruisce la vita e l’offerta formativa tipica dello spirito salesiano per preparare madri e maestre cristiane in grado di esercitare un influsso in famiglia e nella società avviata alla secolarizzazione. Nella valutazione di quest’opera, tra le molte altre promosse dalle FMA, resta il fatto che nella loro comprensione i collegi esprimevano in modo più compiuto l’educazione integrale secondo il Sistema Preventivo, preparando le educande alle responsabilità della vita adulta.

Il terzo articolo, di Paolo Pieraccini, presenta: “Don Antonio Belloni e gli orfani di Palestina (1863-1890). Un’opera di beneficenza troppo a lungo ignorata, propedeutica all’approdo dei Figli Di Don Bosco in Terra Santa (15 Giugno 1891)”. Don Antonio Belloni iniziò la sua attività educativa e assistenziale nell’area di Betlemme nel 1863.  Egli dovette presto far fronte a complicazioni di ogni genere, prima fra tutte quella di reperire adeguate risorse per garantire strutture e servizi educativi adeguati a un numero sempre più cospicuo di giovani assistiti. Fin dal 1869 iniziò ad accarezzare il progetto di cedere il suo orfanotrofio a qualche solida congregazione religiosa cattolica, che avrebbe potuto farsene carico molto meglio di un semplice prete privo di protezioni politico-religiose, di adeguate risorse finanziarie e di coadiutori capaci e numerosi. Solo verso la fine dell’ottavo decennio dell’Ottocento maturarono le condizioni che permisero a Belloni di realizzare il progetto di affidare le sue istituzioni ai salesiani: innanzitutto la morte di Don Bosco (gennaio 1888) – che si era sempre mostrato titubante a rispondere ai reiterati inviti di Belloni stesso – e quella del patriarca latino di Gerusalemme Vincenzo Bracco (giugno 1889), che non gradiva l’arrivo dell’ennesima ingombrante congregazione religiosa in diocesi.

Questo settore si chiude con l’articolo di don Thomas Anchukandam, SDB: “José Luis Carreño Etxeandia Sdb – Un modello missionario salesiano in un contesto pluralista e globalizzato”. José Luis Carreño Etxeandìa SDB raggiunse l’India nel giugno del 1933 e, grazie alle sue doti di natura e di grazia, si dimostrò uno dei missionari più intrepidi e creativi che abbiano mai raggiunto un Paese noto per il suo contesto multiculturale e plurireligioso. Grazie al duro lavoro e all’impegno, si dimostrò l’architetto di quello che sarebbe diventato il Campus del Sacro Cuore a Tirupattur, la culla dei salesiani nell’India meridionale. Ma soprattutto, grazie alla sua apertura di cuore e di mente, don Carreño riuscì a stringere amicizia e a conquistare l’affetto e la collaborazione della popolazione, di cui solo una minima parte professava la fede cristiana. Inoltre, sebbene il termine “missionario” sia spesso associato a coloro che predicano il proprio credo religioso per convertire gli altri alla propria fede, già nel periodo precedente al Concilio Vaticano II, don Carreño, attraverso i suoi sforzi di dialogo pratico, dimostrò di essere un missionario di stampo post-conciliare. Il presente studio è un tentativo di presentare questo grande Figlio di Don Bosco a un pubblico più ampio, anche se la Congregazione Salesiana continua a muoversi in nuovi territori di missione e quindi è chiamata ad affrontare nuove e sempre diverse sfide culturali e sociali. In verità, don Carreño, attraverso la sua vita e le sue attività, ha mostrato come si possa portare la Buona Novella ai poveri, accogliere e sollevare gli orfani, moltiplicare il riso per le masse, predicare una visione più gioiosa della vita agli oppressi e ai rassegnati e incarnare la compassione e l’amore di un Salvatore crocifisso e sacramentato a un mondo tormentato.

Nel settore FONTI è presentato un testo originale: lo studioso salesiano don Aldo Giraudo ha elaborato criticamente: “I manoscritti francesi delle conferenze di Don Bosco ai cooperatori di Marsiglia (1880-1881)”. La fondazione dell’opera salesiana di Marsiglia (luglio 1878) si colloca in un contesto politico particolarmente delicato per la Chiesa francese. L’“Oratoire Saint-Léon”, sollecitato dall’intraprendente abbé Guiol curato di Saint-Joseph, e strenuamente sostenuto dal generoso contributo del laicato cattolico cittadino, che aveva costituito la “Societé Beaujour per la tutela delle opere sociali cattoliche”, era destinato al ricovero e all’istruzione dei ragazzi di ceto operaio e dei fanciulli immigrati italiani abbandonati a sé stessi. I due discorsi di Don Bosco ai cooperatori marsigliesi (20 febbraio 1880 e 17 febbraio 1881) mostrano la sintonia del santo con le istanze e gli ideali che animavano le varie componenti del cattolicesimo locale, in reazione alla svolta laicistica del governo repubblicano; nello stesso tempo ne documentano lo zelo pastorale, la lucida percezione delle problematiche, insieme all’ampiezza di vedute, alla capacità di adattamento e all’abilità pratica e progettuale. Attorno a lui si sviluppa un movimento di ammirazione, attrazione e adesione, che ne amplifica il prestigio, favorito dalla fama taumaturgica: egli lo orienta in prospettiva caritativa, educativa e pastorale, secondo il suo inconfondibile carisma.

Nel settore PROFILI sono contenuti due saggi. Il primo è della ricercatrice Piera Cavaglià, che presenta: “Madre Caterina Daghero al governo dell’Istituto FMA per 43 anni”. Invece il secondo è della studiosa Margarita Acedo: “In memoriam di sor María Felipa Nuñez Muñoz (1930-2023). Maestra, Licenciada en Filosofia y Letras y en Historia Contemporanea y Doctora en Historia Contemporanea”.

Nel settore NOTA c’è un articolo di don Stanisław Zimniak, SDB: “Annotazioni e riflessioni su alcuni elementi metodologici per lo studio della memoria storica salesiana”.

Nel settore RECENSIONI sono state recensite pubblicazioni sugli argomenti relativi alle personalità ed all’attività salesiane: Petr Zelinka, “Salesiáni Dona Boska v Československu (1924-1939) [Salesiani di don Bosco in Cecoslovacchia (1924-1939)]. Olomouc, Vydavatelství FF UP 2021; Paola Cuccioli – Grazia Loparco (a cura di), “Le Figlie di Maria Ausiliatrice in Italia (1872-2022). Case e opere. (Centro Studi Figlie di Maria Ausiliatrice – Associazione Cultori di Storia Salesiana, Percorsi 7/1-2). 2 voll. Teramo, Edizioni Palumbi 2023; Penny Rose Chinir – Euginia Laloo – Lily Perumpettikunnel (ed.), “History of the FMA in Northern India 1923-1983. 3 voll. Shillong, Vendrame Institute Publications, Sacred Heart Theological College 2023.

Nel settore SEGNALAZIONI si presentano i seguenti volumi: salesiani di Jaén, “50 años 1970-2020. Salesianos Jaén. ¡Aquí con pocos medios, se evangeliza! Historia de los Salesianos en Jaén. Cincuenta años narrados desde el corazón de quiénes lo han vivido. Jaén, Casa Salesiana San Juan Bosco de Jaén 2021; Eliane Anschau Petri, “Maria Domenica Mazzarello, donna forte e resiliente. (Percorsi 6). Teramo, Edizioni Palumbi 2023; Philomena D’Souza (ed. by), “FMA India. History of Her Growth. South India 1922-1982. Vol. I. 1922-1945. Daughters of Mary Help of Christians – FMA (Salesian Sisters of Don Bosco)” Chennai. The New Leader Publications 2023.

A cura di don Stanisław Zimniak, caporedattore delle RSS

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RMG – La preghiera del CG29 disponibile ora anche nella versione musicata

Dall’agenzia ANS.

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(ANS – Roma) – Per favorire la preparazione spirituale di tutti i Salesiani in vista del 29° Capitolo Generale (CG29) della Congregazione – in programma a Torino-Valdocco dal 16 febbraio al 12 aprile 2025, sul tema “APPASSIONATI PER GESÙ CRISTO, DEDICATI AI GIOVANI” – è stata realizzata una versione musicata della preghiera ufficiale del Capitolo che, prendendo spunto dal primo verso della preghiera, s’intitola “Padre Buono”. La musica per la preghiera è stata composta dallo stesso Regolatore del Capitolo Generale 29°, don Alphonse Owoudou, in una maniera del tutto particolare e innovativa: utilizzando l’Intelligenza Artificiale (IA).

“Ho una certa pratica, sin dai tempi dello studio all’Università Pontificia Salesiana, con alcuni strumenti di registrazione ed editing, che uso anche per realizzare delle brevi meditazioni – ha raccontato ad ANS don Owuodou –. In questo caso, ho fornito all’IA delle indicazioni sulla musica e sul testo, ma poi sono dovuto intervenire personalmente in più aspetti”.

La canzone, realizzata attualmente nella sola versione italiana, riprende infatti quasi integralmente il testo della preghiera, ma prevede al contempo l’introduzione di un ritornello e alcune altre modifiche necessarie per renderla più orecchiabile musicalmente.

“Il primo risultato non mi soddisfaceva – ha proseguito don Owoudou –. Era un brano piuttosto lungo, con diverse ripetizioni e chitarre rock che stonavano con l’impostazione meditativa che avevo dato per la melodia. Così ho provveduto a fare dei tagli ‘chirurgici’, separando il testo in più strofe, eliminando i ritornelli eccessivi e lasciando ciò che mi convinceva. Alla fine, ho raggiunto i 3 minuti di canzone che, una volta che ho fatto sentire anche ad altre persone, ho visto che piace”.

Il risultato è uno strumento prezioso per tutti i Figli di Don Bosco che si preparano a vivere l’importante tappa del CG29.

“Ora che sono stati completati i 93 Capitoli Ispettoriali ricevo tanti riscontri dai confratelli che stanno adottando la preghiera preparatoria. Alcuni pregano meglio con le immagini, altri con le parole, altri ancora con la musica… Ecco il perché di quest’opzione”

conclude il Regolatore del CG29.

Don Owoudou ha anche voluto ringraziare don Francesco Marcoccio, Direttore della comunità della Sede Centrale Salesiana, per aver preparato la preghiera per il CG29; e in merito al canto “Padre Buono” ha assicurato che nei prossimi giorni un artista nigeriano, Francis E., ultimerà la realizzazione della sola base musicale, utilizzabile per produrre delle altre versioni in lingua della medesima canzone, o semplicemente come accompagnamento.

Il brano “Padre Buono” – preghiera per il CG29, è stato infine accompagnato da un video realizzato dall’Agenzia iNfo Salesiana (ANS), che aggiunge alla musica anche la potenza evocativa delle immagini.

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Libano – Insediamento del nuovo Superiore dell’Ispettoria salesiana del Medio Oriente

Dall’agenzia ANS.

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El Houssoun, Libano – luglio 2024 – La sera di sabato 6 luglio, nella casa salesiana di El Houssoun, in Libano, è stata celebrata la cerimonia di insediamento del nuovo Superiore dell’Ispettoria salesiana “Gesù Adolescente” del Medio Oriente (MOR), don Simon Zakerian. La cerimonia è stata presieduta da Juan Carlos Pérez Godoy, Consigliere per la Regione Mediterranea, in rappresentanza del Rettor Maggiore. Per l’occasione, si è mobilitata la Famiglia Salesiana del Libano, con una nutrita rappresentanza proveniente dalle case salesiane della Siria: Salesiani, Figlie di Maria Ausiliatrice, Salesiani Cooperatori, collaboratori, animatori, giovani e amici di Don Bosco. Tutto queto in comunione spirituale con le altre comunità dell’Ispettoria MOR (Egitto, Terra Santa), che per vari motivi (viaggi, confini, difficoltà della zona) non hanno potuto partecipare. Tutti hanno circondato d’affetto don Alejandro José León, già Ispettore MOR, e don Simon Zakerian. Don Godoy ha ringraziato don León per il suo servizio di animazione e governo dell’Ispettoria MOR in momenti di speciali difficoltà, e ha augurato al nuovo Ispettore don Zakerian di essere centro di unità fraterna per continuare la testimonianza cristiana e salesiana nel Medio Oriente ferito. I momenti salienti del rito, durante la celebrazione eucaristica, sono stati: la lettura del decreto di nomina, l’omelia, la professione di fede e la firma del documento di accettazione, le parole di ringraziamento di don León e quelle di fiducia e incoraggiamento di don Zakerian, per un futuro di speranza. Il rito si è concluso con la benedizione di Maria Ausiliatrice ed è stato seguito da un momento conviviale e di festa salesiana all’aperto, in un clima di spontaneità e allegria.

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Vaticano – Sarà santo Giuseppe Allamano, exallievo dell’oratorio di Valdocco

Dall’agenzia ANS.

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(ANS – Città del Vaticano) – In occasione del Concistoro ordinario per la canonizzazione di numerosi beati, che si è tenuto il 1° luglio 2024 in Vaticano, è stata annunciata anche la canonizzazione, domenica 20 ottobre 2024, in occasione della Giornata Missionaria Mondiale, del Beato Giuseppe Allamano, fondatore dei Missionari e delle Missionarie della Consolata.

Biografia. Giuseppe Allamano nacque nel 1851 a Castelnuovo d’Asti, lo stesso paese di San Giovanni Bosco, che lui stesso ebbe come direttore spirituale da bambino e adolescente all’Oratorio Salesiano di Valdocco.

Ordinato sacerdote nel 1873, accettò in seguito, per obbedienza, l’incarico di Rettore del Santuario della Consolata, che nessuno voleva per l’antica costruzione ormai in rovina e la difficile situazione del convitto per la preparazione dei giovani sacerdoti. Si adoperò quindi con ogni mezzo perché la Consolata tornasse ad essere un centro spirituale per la città di Torino. Si interessò anche ai problemi degli operai e divenne un pioniere della stampa cattolica.

Attratto fin da ragazzo dall’ideale missionario, concepì con estrema chiarezza la missione ad gentes quale massima realizzazione della vocazione sacerdotale e per questo diede vita, nel 1901, all’Istituto Missionari della Consolata. Avvertita poi l’urgenza di donne consacrate a tempo pieno alla causa dell’evangelizzazione, fondò, nove anni più tardi, l’Istituto Missionarie della Consolata. Morì il 16 febbraio 1926. Fu beatificato da San Giovanni Paolo II il 7 ottobre 1990.

Il miracolo attribuito all’intercessione del Beato Giuseppe Allamano è avvenuto nella foresta amazzonica brasiliana, nello Stato di Roraima, dove Sorino, uomo dell’etnia Yanomami, fu attaccato da un giaguaro che lo ferì gravemente alla testa, aprendogli la scatola cranica; era il 7 febbraio 1996, primo giorno della novena del Beato Giuseppe Allamano. Trasportato all’ospedale di Boa Vista, accudito dalle Missionarie della Consolata, che non cessavano di chiedere la sua guarigione per intercessione del Padre Fondatore, Sorino ha miracolosamente recuperato la salute in pochi mesi, e vive tutt’ora nella sua comunità indigena.

Giuseppe Allamano e Don Bosco. Durante il processo per la canonizzazione di Don Bosco, don Allamano affermò di aver incontrato e parlato con Don Bosco già a Castelnuovo, quando era ragazzo. Il vero incontro, però, avvenne a Valdocco, nel 1862, quando l’Allamano entrò all’Oratorio, assieme al fratello Natale, accompagnato dallo zio don Giovanni Allamano. Non conosciamo nulla del primo incontro tra Don Bosco e l’Allamano, ma si sa con sicurezza che tra i due, da allora, iniziò ad instaurarsi una buona intesa: “Il Venerabile Don Bosco era da tutti amato per la sua bontà, e da tutti riceveva segni di riverenza e di affetto. Il suo sistema era di attirarsi i cuori, e non conobbi alcuno che si lamentasse di lui”.

Da Don Bosco, come è ovvio tenuto conto della sua squisita arte pedagogica, l’Allamano è pure stato aiutato e incoraggiato nel cammino di formazione: “Che io abbia avuto ed abbia speciale affetto e devozione per il Venerabile, per il bene che mi ha fatto nella mia prima educazione, e per essere stato in quel tempo mio confessore regolare, è verità”. Il giovane Allamano fu anche rimproverato da Don Bosco quando il 19 agosto 1866 lasciò Valdocco senza salutarlo: “Me l’hai fatta grossa…Sei andato via senza salutarmi!”. L’Allamano conservò sempre un ricordo positivo di Don Bosco educatore e fondatore, assieme all’ammirazione di quanto operavano i salesiani. Ecco una sua spontanea confidenza fatta verso la fine della propria vita: “Mi sono domandato molte volte quale sia il motivo per cui il Signore abbia benedetto e benedica i Salesiani in modo così straordinario; e penso che uno dei motivi, se non il principale, è che essi hanno rispettato Don Bosco. L’hanno rispettato da vivo e l’hanno rispettato da morto. Io ne sono testimonio, e ricordo come ai miei tempi nell’Oratorio si eseguivano le volontà e i desideri di Don Bosco. Per questo il Signore li ha benedetti e li benedice”.

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Il Settore per la Pastorale Giovanile pubblica la nuova edizione del settore “Centro di Formazione Professionale”

Dall’agenzia ANS.

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(ANS – Roma) – Il Settore per la Pastorale Giovanile salesiana ha appena pubblicato un’edizione aggiornata e notevolmente ampliata del settore Centro di Formazione Professionale del “Quadro di Riferimento per la Pastorale Giovanile” (2014), che ripercorre il percorso di riflessione e di prassi degli ultimi anni nella Congregazione salesiana intorno all’attualità, all’identità e al lavoro educativo-pastorale di queste presenze salesiane. Lo sforzo del Settore, attraverso i diversi coordinatori continentali del “Don Bosco Tech” e le loro equipe, è consistito nel raccogliere quanto è stato condiviso in tanti incontri di riflessione e condivisone durante questi ultimi due anni.

Il gruppo di lavoro incaricato di redigere il documento e stato composto da: don Claudio Cartes, della “Red de Centros de Formacion Profesional” en America; don T. J. George e don Maximus Okoro, del “Don Bosco Tech Africa”; don George Mathew, per il “Don Bosco Tech India”; don Dindo Vitug, per “Don Bosco Tech Asean”; Miguel Esquíroz, Ivan Toscano e Piero Fabris, per “Don Bosco Tech Europe”; don Patrick Anthonyraj e don Joebeth Vivo, del Settore per la Pastorale Giovanile. La stesura finale è stata curata da don Miguel Angel García Morcuende, Consigliere Generale per la Pastorale Giovanile.

Il volume costituisce un supporto pratico per l’approfondimento personale della Formazione Professionale Salesiana. Il testo è destinato principalmente a coloro che operano in questo campo, quale efficace strumento di riflessione e formazione, pur essendo rivolto anche ai salesiani in formazione e coloro che a, vario titolo, si interessano a questo settore educativo-pastorale.

Grazie ad una solida tradizione nel mondo della Formazione Tecnica e Professionale e al continuo dialogo con l’imprenditoria di tutti i contesti, il Centro di Formazione Professionale salesiano nel mondo può vantare una significativa capacità di avviare i giovani verso il mondo del lavoro. Le visite tecniche, i periodi prolungati di stage, i tirocini in azienda, i frequenti interventi dei docenti e del personale specializzato e una proposta educativa-pastorale integrale sono solo alcuni dei fattori che alimentano questa stretta simbiosi tra scuola-formazione-mondo del lavoro.

Il lavoro per i salesiani non è da intendersi come mera occupazione, ma come vocazione e professionalità. Occorre guardare al “lavoro buono”, quello che procura un beneficio reale ai giovani e alla comunità. Nella formazione professionale l’educatore salesiano ha una vocazione: rendere i giovani idonei ad occupare con dignità il posto nella società e aiutarli a prendere coscienza del loro ruolo in vista della trasformazione della vita sociale, secondo l’umanesimo cristiano.

Esiste a disposizione una versione PDF per la stampa, disponibile a fondo pagina in cinque lingue: italiano, inglese, spagnolo, francese e portoghese.

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Missioni Don Bosco: la condizione delle famiglie ucraine a “I viaggi del cuore” domenica 7 luglio

Si riporta di seguito il Comunicato Stampa di Missioni Don Bosco.

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Ufficio Stampa Missioni Don Bosco,
27 Giugno 2024

Testimonianza di padre Antúnez di Missioni Don Bosco

La condizione delle famiglie ucraine a “I viaggi del cuore” domenica 7 luglio

Due visite di solidarietà per raccogliere le speranze profonde degli orfani, delle vedove, dei mutilati di guerra, degli sfollati

Uno sguardo partecipe sulla situazione delle famiglie ucraine è il contenuto dell’intervento di padre Daniél Antúnez, presidente di Missioni Don Bosco, nel programma “I viaggi nel cuore” in onda domenica 7 luglio alle ore 8,50 su Canale 5.

Dopo aver visitato Lviv (Leopoli) nella settimana successiva all’inizio della seconda invasione russa del 2022, è tornato la scorsa primavera con una piccola delegazione dei salesiani italiani nella stessa città, e si è spinto fino alla capitale Kiyv sotto i bombardamenti. In entrambi i viaggi, l’obiettivo è stato quello di mostrare la vicinanza morale e fattiva alla popolazione colpita dalla guerra, mediante il sostegno ai confratelli residenti in quel Paese. Per il loro tramite, e in base alle loro rilevazioni dei bisogni, sono stati inviati aiuti umanitari, mirati soprattutto ai minori.

Il ponte fra le due visite è stata l’accoglienza in Italia di un ampio gruppo di donne e di bambini, famiglie prive di casa e con gli uomini al fronte, nella Casa Madre dei salesiani a Valdocco (Torino), nel periodo più pericoloso. Fra gli ospiti anche Victoria, che a maggio del ’22 ha partorito il suo secondo figlio a Torino. È stata una delle permanenze più lunghe, insieme con i suoi genitori (il padre troppo anziano per essere chiamato alla leva militare) e con il primogenito Miror, fino al rientro nel suo Paese nei primi mesi del 2023. Al bambino è stato dato il nome Damir, che significa “dono di pace“.

Ad aprile di quest’anno p. Antúnez ha raggiunto la casa di Victoria a Kiev:

“Questo incontro mi ha aperto il cuore. Una bellissima usanza ucraina è quella di accogliere gli ospiti con del pane, per farli sentire parte della famiglia. E io mi sono sentito così: ci siamo seduti a tavola – in questo gli Ucraini sono molto simili agli Italiani e agli Argentini come me – ed è stato come essere a casa. Malgrado la guerra, malgrado l’ansia per il futuro, abbiamo respirato un’atmosfera di grande serenità e di condivisione”.

Oggi Damir ha due anni, è un bellissimo bambino, vivace e allegro, pieno di vita; suo fratello Miron frequenta la prima elementare. Il padre è tornato al fronte, dopo un breve permesso per conoscere il secondogenito.

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