Giubileo degli Adolescenti: le indicazioni per la partecipazione
Dal sito della CEI.
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Dal 25 al 27 aprile 2025 vivremo…
Sul territorio nazionale, i Salesiani sono presenti in tutte le Regioni e sono organizzati con strutture e organismi autonomi e interdipendenti tra loro.
Sul territorio nazionale ci sono circa 200 Case salesiane (così le ha volute chiamare Don Bosco), raggruppate in 6 Ispettorie o Province religiose: 3 al Nord, 1 al Centro, e 2 al Sud. Per facilitare lo scambio e il confronto a livello nazionale le Ispettorie hanno dato vita alla CISI – Conferenza delle Ispettorie Salesiane d’Italia, che si raduna 4 volte l’anno e che promuove il coordinamento nazionale attraverso appositi Settori, Uffici e Collegamenti (al cui interno si trovano gli enti promossi dal CNOS).
Alcune Case salesiane, pur trovandosi in Italia, fanno capo alla Sede Centrale dei Salesiani di Don Bosco: quelle che fanno riferimento all’Università Pontificia Salesiana di Roma, quella delle Catacombe di San Callisto e quella presente nello Stato Città del Vaticano.
Partendo dalla tematica centrale del Giubileo del 2025 “Pellegrini di speranza”, la virtù scelta per accompagnare il primo anno è la speranza.
I contenuti della prima proposta pastorale sono l’invito a prepararsi e a vivere nel migliore dei modi il Giubileo della speranza del 2025, mantenendone lo stesso testo biblico di riferimento di Lc 4, 16-20; l’introduzione allo spirito missionario che caratterizza fin dalle sue origini l’esperienza apostolica di don Bosco.
Da qui nasce il titolo della proposta: Attesi dal Suo Amore. La speranza è l’attesa di un bene certo, la consapevolezza di essere amati, di essere attesi da Qualcuno che ci ama. É un nuovo modo di vivere il presente, di guardare al futuro: nel pellegrinaggio giubilare siamo attesi dal suo amore, siamo chiamati a raggiungere e attraversare la Porta Santa che ci ripropone l’esperienza di essere attesi, accolti e abbracciati dal Dio della grazia e della misericordia.
Come Don Bosco, che si fa casa e abbraccio per i primi giovani che incontra nel carcere e nella periferia degradata di Torino, offre a loro l’esperienza dell’oratorio, che per tutti coloro che lo frequentano è famiglia e parrocchia.