Vicenza – In Africa e Ucraina le bici riparate dai pensionati

Da Il Giornale di Vicenza.

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Una catena di solidarietà che fa “girare” le biciclette. Potrebbe sembrare un gioco di parole, invece è un volano inclusivo e virtuoso che unisce il Bassanese all’Africa e all’Ucraina portando vecchie biciclette rimesse a nuovo da pensionati e inviate nelle zone disagiate o di guerra. Promotori Mariagiovanna Attanasi e Albertino Martignon, volontari salesiani ex allievi delle scuole don Bosco e delle Figlie di Maria Ausiliatrice.«Abbiamo iniziato la raccolta a maggio nel Marosticense – racconta Attanasi – ed è subito stato un record con 140 biciclette usate arrivate in dono. Dobbiamo ringraziare la forza empatica di don Ernesto Cabrele, della parrocchia di Mason di Colceresa, e di don Giuseppe Secondin, della parrocchia di Marostica, che hanno aderito con l’entusiasmo di chi si è speso in terra di missione e sa quanto possa essere d’aiuto un mezzo di trasporto».Dopo la raccolta, le bici sono state inviate a Martellago, nel Veneziano, sede di Maniverso, associazione capofila dell’iniziativa, dove ex alunni salesiani in pensione provvedono alla manutenzione e rimessa in strada delle due ruote da spedire in Africa.

Le utilizzeranno i bambini e i giovani che ogni giorno devono coprire lunghe distanze per andare a scuola. La raccolta nel Marosticense si è conclusa, ma ne è partita un’altra nel Bassanese, grazie anche alla disponibilità di Michela Campagnolo, che presso lo spaccio aziendale di via Merlo a Romano d’Ezzelino ha realizzato un hub di conferimento delle bici usate. «Avevo notato un volantino affisso sulla porta di una chiesa a Bassano. Ho verificato la serietà dell’iniziativa e abbiamo deciso di aderire fornendo uno spazio per ospitare le donazioni – racconta l’imprenditrice -. Quando saranno abbastanza, organizzeremo il trasporto nel Veneziano». «La seconda campagna – fa sapere Mariagiovanna Attanasi, legale rappresentante della Federazione Mornese Padova- sarà destinata all’Ucraina ed è partita grazie a una corposa donazione di pezzi di ricambio e accessori da parte di Livio Costacurta. Suo padre Valter, deceduto recentemente, per una vita si è dedicato alla riparazione di biciclette a Vallonara». Viste le zone alle quali vengono destinate le due ruote, continua Attanasi, «sono da preferire vecchie mountainbike, più adatte agli sterrati africani o alle strade ucraine bombardate». Per tutte le informazioni sulle modalità di raccolta di biciclette, telefonare al 3476637514.

Italia Centrale – Un telaio nelle Sue mani

Dal sito dei Salesiani dell’Italia Centrale.

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E’ iniziata il 14 luglio 2024 l’esperienza missionaria estiva in Italia, che vede alcuni giovani delle nostre CEP impegnati in attività di educazione di strada in collaborazione con l’Oratorio L’Aquilone delle Figlie di Maria Ausiliatrice a Taranto.

Inizia tutto, come sempre, con la Parola del Signore. Ad accogliere la nostra partenza è la parola del Vangelo secondo Marco: “e prese a mandarli due a due […] ed ordinò loro di non prendere per il viaggio nient’altro che un bastone” [Mc 6, 7-13]. In questo passo, con la lungimiranza dell’ascolto, si racchiudono i primi vagiti della nostra esperienza missionaria, al passo del sole e del caldo, che ci avrebbero seguito per molti altri giorni. Ad accompagnarci, a uso e costume delle circostanze della modernità, non abbiamo fisicamente un bastone di sostegno a cui affidarsi nel cammino, ma la croce di un mandato missionario, segno indelebile del vero e primigenio sostegno: Gesù.

Forti di questo, ogni mattina ci facciamo largo in punta di piedi a piazzale Nenni per giocare coi ragazzi e le ragazze di questo luogo e tentare di allietare, seppur per poco tempo, le loro mattinate con giochi e risate, nello sforzo educativo condiviso mirato a sgominare le voci che sentono quotidianamente e le storie di vite che già sembrano essere destinati a imitare: la strada, la criminalità, le dipendenze, un turbinio di vizi e sprechi. Periferico e desolato appare il mondo dei dimenticati, di chi non ha alternative, di chi vede e vive il buio come unica soluzione e possibilità.

 Il quartiere Paolo VI di Taranto, epicentro della nostra missione, vede e vive il buio da molto tempo e forse, ascoltando le storie di alcuni suoi protagonisti, da sempre. Nell’indigesto coacervo di silenzio, omissioni, dimenticanze, pregiudizi e oscenità sono in pochi a sfidare l’ingresso nel tessuto della strada e a scommettere sulla salvezza dei cuori. Chiamate a leggere nei cuori potenzialità di bene sono le Figlie di Maria Ausiliatrice che qui ogni giorno affrontano i vivai della criminalità. È grazie all’azione incessante e benevolente delle Figlie di Maria Ausiliatrice, sotto la guida di Suor Mariarita e Suor Maria dell’Oratorio “L’Aquilone” di viale del Lavoro che è possibile anche solo narrare della nostra esperienza. La nostra missione è difatti resa possibile nell’ottica del loro estenuante e continuo servizio sul territorio e nella comunità. Suore, volti femminili vincolati purtroppo nei limiti del corpo e della sua precarietà, che ci insegnano ogni giorno come la missione sia un esercizio di fede e di gioia, di carità e di amore, di speranza e di passione. Suor Mariarita e Suor Maria quotidianamente s’imbattono in prove a cui rispondere con saggezza e prontezza e in ostacoli da oltrepassare con la perseveranza della preghiera e dell’ascolto. Instancabili lavoratrici della carità, ne incarnano valori e opere, aiutate da magnifiche persone che si mettono al servizio del prossimo e dell’oratorio.

Giungere in un contesto così denso, monòtono e monotòno come Piazzale Nenni, luogo-filatore dell’intricato tessuto di strada del Paolo VI, getta il più saldo degli ideali nel circuito tortuoso della rivalutazione e del dubbio, quali frutti nobili di un percorso di accoglienza e unità, di crescita e sintesi. Qui dove tutto sembra destinato a scivolare via tra roghi, cenere, mobilia, sporcizia, sterpaglie, calcinacci, disillusioni, vergogna e volti che preferiscono il nascondersi, ci muoviamo nel tentativo di costruire percorsi di speranza nella marginalità, stando tra di loro, cercando di incontrarli in modo autentico, senza fingere fiducia e facendogli capire che esiste un’alternativa alla cultura, quella rovinosa, della strada.

Nel dare continuità all’attività svolta per le strade la mattina, accogliamo con gioia i bambini e le bambine al pomeriggio negli spazi dell’oratorio L’Aquilone, prendendo parte alle Olimpiadi della Pace, dove loro possono divertirsi ed imparare.

Non sappiamo quanto saremo ricordati, quanto concretamente cambieremo le cose o quanto effettivamente la nostra presenza e il nostro esempio aiuterà questa realtà. Tuttavia, possiamo affermare con certezza che quanto fatto, visto, realizzato e vissuto nel quartiere Paolo VI di Taranto ci cambierà per sempre. Dubbi e dilemmi ci si aprono innanzi, alla ricerca di modalità efficaci tramite le quali riportare la nostra esperienza nelle nostre case e comunità di provenienza.  Nella logica intermittente del ricordo forse con gli anni che passeranno non saremo in grado di ripercorrere con precisione tutto ciò che stiamo vivendo intensamente ora, eppure siamo certi che tutto quanto resterà saldo nel bacino del nostro cuore, dove, ricordando, [ri-cor-dare] sapremo di avere in noi quelle immagini impresse di sorrisi, abbracci, parole, giochi, gol al campetto, esultanze e insegnamenti. Misuriamo nei vari “peccato che domani non ci sarete”, “quindi sabato ve ne andate” o “qui mi sento come a casa” l’affetto che questi ragazzi, imparanti della vita, ogni giorno sono disposti a elargire.

Senza dimorare ancora a lungo in queste righe e parole, diciamo “grazie”, un grazie sentito e condiviso, che raccolga in sé i nostri desideri e le nostre speranze: essere telai, aghi e fili di un nuovo e fruttifero filato, quello che contribuirà, sotto le mani del sapiente Sarto, il Signore Gesù, a confezionare abiti a misura della dignità, a misura del rispetto, a misura dell’amore fraterno e umano, a misura del sostegno, a misura del cuore.

Grazie.

a cura di Corrado Piva
Gruppo Missionario Taranto

INE – Assemblea di inizio anno pastorale e insediamento del nuovo Ispettore dei Salesiani dell’Italia Nord-Est, don Silvio Zanchetta

Dall’agenzia ANS.

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Mestre, Italia – luglio 2024 – Il 20 luglio presso l’opera salesiana Don Bosco di Mestre, si è svolta l’assemblea ispettoriale di inizio anno pastorale 2024-25, un evento di grande rilevanza per l’Ispettoria salesiana dell’Italia Nord-Est (INE). La giornata è stata arricchita dalla presenza di don Juan Carlos Pérez Godoy, Consigliere per la Regione Mediterranea, che ha tenuto una conferenza sulla situazione attuale della Regione Mediterranea e sulla preparazione al prossimo Capitolo Generale 29. Le sue parole hanno offerto una prospettiva chiara e incoraggiante sulle sfide e le opportunità che attendono la Congregazione Salesiana. Durante l’assemblea sono stati celebrati gli anniversari di consacrazione e ordinazione di alcuni salesiani. La giornata ha raggiunto il suo culmine con la messa di insediamento del nuovo Ispettore INE, don Silvio Zanchetta, celebrata nella chiesa parrocchiale di Maria Ausiliatrice a Mestre. La cerimonia ha visto la partecipazione di numerosi giovani e laici, testimoniando la vivacità e l’unità dell’Ispettoria salesiana. Don Igino Biffi, già Ispettore INE, ha rivolto un caloroso saluto e parole di incoraggiamento al suo successore, trasmettendo un senso di continuità e speranza. Don Zanchetta è chiamato a guidare l’Ispettoria INE, che vede la presenza di 280 salesiani distribuiti in 32 opere, di cui 29 sparse tra Friuli Venezia Giulia, Veneto e Trentino Alto Adige, 2 opere in Romania e 1 in Moldavia. I salesiani, con la collaborazione di numerosi laici, svolgono un prezioso servizio per l’educazione dei giovani nelle Scuole, nei Centri di Formazione Professionale, negli Oratori, nelle Parrocchie e nelle Opere Sociali tra cui diverse Comunità per Minori.

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ICP: Nomina Delegato ispettoriale per la Comunicazione Sociale e Responsabile dell’Ufficio di Comunicazione Sociale

Si riporta la comunicazione dell’Ispettore dei salesiani di Piemonte, Valle d’Aosta e Lituania, don Leonardo Mancini, relativa alla Nomina del nuovo Delegato ispettoriale per la Comunicazione Sociale e Responsabile dell’Ufficio di Comunicazione Sociale.

Torino, 19 Luglio 2024

Carissimi/e,
con questa mia lettera do comunicazione di un altro avvicendamento in corso di realizzazione durante questa estate all’interno di un importante settore di animazione ispettoriale: tale avvicendamento riguarda il Delegato ispettoriale per la Comunicazione Sociale, nonché Responsabile dell’Ufficio di Comunicazione Sociale.

A partire dalla data odierna infatti il Dott. Giuseppe Puonzo, attualmente Responsabile per l’Area Comunicazione di CNOS-FAP Piemonte, diventerà il nuovo Delegato ed il nuovo Responsabile dell’Ufficio di Comunicazione Sociale ispettoriale, sostituendo don Moreno Filipetto.

Un grande ringraziamento va a don Moreno, che per 9 anni ha svolto – sia a livello ispettoriale che nazionale – con sempre rinnovato impegno, dinamismo e competenza professionale questo servizio tanto delicato e complesso. Un grazie e l’incoraggiamento va naturalmente anche al Dott. Puonzo, che si è reso disponibile a prendere il testimone ed a dare continuità al lavoro impegnativo e di qualità che l’Ufficio ha espresso e sta esprimendo in questi anni.

Affidiamo entrambi all’intercessione materna di Maria Ausiliatrice.

Con affetto in Don Bosco,

Don Leonardo Mancini
Ispettore

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Una seconda occasione per i giovani che hanno abbandonato gli studi, ecco i corsi dei Salesiani – Torino Oggi

Pubblichiamo l’articolo uscito su Torino Oggi.

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Il progetto “Spazio Labs” propone classi e progetti contro l’abbandono scolastico
per i ragazzi dai 16 ai 19 anni

salesiani provano a contrastare l’abbandono scolastico con “Spazio Labs”, una scuola per i ragazzi che faticano a frequentare un percorso classico. A Torino la dispersione scolastica ha raggiunto numeri preoccupanti, con gli studenti che lasciano gli studi che hanno raggiunto l’11,5% del totale, quando nel 2017 erano il 7,5%.

Spazio Labs partirà in autunno e mira a recuperare ragazzi che hanno abbandonato gli studi o che fanno fatica a seguire i percorsi tradizionali, ma che non sono ancora pronti per entrare nel mondo del lavoro. Il progetto è gestito dall’Agenzia Giovanile Salesiana per il Territorio (AGS) e propone classi e percorsi integrativi per ragazzi dai 16 ai 19 anni, in modo completamente gratuito grazie al finanziamento di Fondazione Tim.

Le proposte saranno 3, a partire dalla scuola parentale da 350 ore più 80/160 di tirocinio che fornirà la possibilità di avere certificato l’anno scolastico all’Istituto Edoardo Agnelli. L’obiettivo è formare due classi da circa 10/12 alunni, in modo da poter lavorare in modo più personalizzato coi ragazzi. Le altre due proposte sono un percorso integrativo per chi frequenta già un percorso scolastico, in modo da sostenere e accompagnare la normale frequenza, e corsi extrascolastici – come laboratori – per fornire formazione in specifici ambiti.

L’obiettivo – ha commentato Francesca Maurizio, project manager di AGS – è fornire una seconda occasione agli adolescenti che hanno abbandonato la scuola ma non sono pronti per il mondo del lavoro. Lavoriamo su tre parole chiave: supportare, potenziare le competenze e le soft skill, e contrastare la dispersione scolastica. L’equipe sarà formata da educatori, docenti, formatori, psicologi e professionisti aziendali“.

Abbiamo cercato di giocare sul limite tra quello che è un contesto scolastico e quello che potrebbe essere un peso per i ragazzi – ha spiegato Roberto, uno degli educatori di AGS – Per questo motivo è una scuola, perché si inserisce in un contesto istituzionale e c’è la componente didattica, ma contemporaneamente non lo è, visto che cercheremo di lavorare su quello che per i ragazzi non ha funzionato nel percorso classico“.

È possibile pre-iscriversi tramite un form sul sito spaziolabs.it. A settembre seguirà una fase di colloquio con l’equipe, per selezionare i ragazzi e avviare i progetti intorno alla metà di ottobre nelle due sedi degli oratori salesiani Valdocco e San Paolo.

Torino Oggi

Ispettoria Italia Meridionale, Convegno di Pastorale Giovanile a fine estate

Dal sito di Don Bosco al Sud.

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Dal 30 agosto all’1 settembre il Convegno di Pastorale Giovanile segnerà l’inizio del nuovo anno pastorale 2024-25, che si ispirerà alla Proposta MGS “Attesi dal suo amore. Gioiosi nella Speranza” e agli imminenti eventi sia ecclesiastici che salesiani quali il Giubileo e i 150 anni dalla prima missione salesiana SdB.
Come di consueto sarà un importante raduno, che avrà luogo quest’anno a San Giovanni Rotondo presso l’Hotel “Gran Paradiso”, attraverso il quale il delegato alla Pastorale Giovanile, don Giuseppe Russo, consegnerà ai confratelli, ai laici e ai giovani, che nelle nostre C.E.P. hanno ruoli significativi di coordinamento di settori pastorali, gli elementi programmatici e pastorali utili all’avvio delle attività a livello locale.

Speranza cristiana, dimensione vocazionale, spirito missionario e attenzione alle CEP saranno le coordinate chiave della missione salesiana al Sud nel nuovo anno. A offrire ai partecipanti del Convegno preziosi spunti di approfondimento in merito, saranno gli interventi telogico-catechetico e pedagogico-pastorale di due relatori:

  • don Andrea Lonardo, docente universitario e direttore del Servizio per la Cultura e l’Università della Diocesi di Roma, che esplorerà la speranza cristiana e come educare i giovani a questa virtù fondamentale;
  • don Enrico Ponte, maestro dei novizi a Colle don Bosco, che si concentrerà sulle sfide e le opportunità di accompagnare i giovani nella comprensione della propria vocazione.

Momenti centrali della “tre giorni” saranno i tavoli di confronto sinodale, che solleciteranno i convegnisti a scambiare punti di vista e riflettere sulla dimensione vocazionale negli ambiti delle Parrocchie, degli Oratori, dell’Emarginazione e disagio, delle Scuole e dei Centri di Formazione Professionale.
Non mancherà, inoltre, la presentazione della programmazione ispettoriale per il 2024-25 e il dialogo aperto dell’Assemblea con l’Ispettore.

Di seguito il programma del Convegno:

Venerdì 30 Agosto
ore 15:30 – Arrivi e sistemazione
ore 16:00 – Saluto dell’Ispettore  e introduzione ai lavori
ore 16:30 – “Che cosa possiamo sperare?”: un’introduzione teologico-catechetica al tema della Speranza cristiana, a cura di don Andrea Lonardo
ore 18:45 – Break
ore 19:15 – Restituzione delle esperienze estive 2024
ore 19:45 – Celebrazione dei Vespri e Buonanotte
ore 20:30 – Cena e a seguire serata libera

Sabato 31 Agosto
ore 08:00 – Celebrazione eucaristica e Lodi. A seguire colazione
ore 09:30 – “Generazione Z, speranza e vocazione”: prospettive sul campo per educare alla speranza e alla scelta, a cura di don Enrico Ponte sdb
ore 11:15 – Break
ore 11:30 – Cantieri di discernimento: Come vivere la dimensione vocazionale nelle nosrtre CEP?
ore 13:0 – Pranzo
ore 16:00 – Tavola rotonda “Comunita` che educano a sperare”: racconti di CEP che hanno educato i loro giovani alla speranza
ore 17:30 – Break
ore 18:00 – Consulte di Pastorale Giovanile: raduno dei convegnisti secondo gli ambienti pastorali in cui sono impegnati, per rivedere la programmazione del proprio ambiente e confrontarsi sul nuovo anno pastorale
ore 19:30 – Celebrazione dei Vespri e Buonanotte
ore 20:15 – Cena e a seguire serata libera
ore 20:45 – Per chi desidera Fiaccolata mariana (Chiesa S.M. delle Grazie)

Domenica 1 settembre
ore 08:45 – Celebrazione delle Lodi. A seguire colazione
ore 09:15 – Presentazione della Bolla di indizione del Giubileo “Spes non confundit”
ore 09:45 – Sintesi dei lavori delle Consulte e presentazione programmazione 2024-2025
ore 10:30 – Break
ore 11:00 – Ispettore in dialogo con l’Assemblea e i giovani
ore 12:30 – Santa Messa nella Chiesa San Pio da Pietrelcina, presieduta dall’Ispettore

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Italia – Il Progetto Fede e Cultura coinvolge un centinaio di docenti delle scuole salesiane del Triveneto

Dall’agenzia ANS.

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Venezia – Mestre, Italia – giugno 2024 – Il Progetto Fede e Cultura ha coinvolto quest’anno circa un centinaio di docenti delle scuole salesiane del Triveneto, suddivisi in tre appuntamenti distinti: il 20 giugno per i docenti della scuola primaria; il 26 giugno per i formatori delle scuole professionali e il 27 giugno per i docenti delle scuole secondarie. Don Emanuele Zof, Delegato per la Pastorale Giovanile dell’Ispettoria salesiana Italia-Nord-Est (INE), ha preso la parola per riprendere il progetto e illustrare il senso del lavoro svolto. Ha ricordato ai presenti che il progetto è stato avviato un anno fa e ha già visto un incontro a settembre, seguito da un lavoro costante a livello locale. È seguito poi un momento di formazione a cura di don Lorenzo Teston, Delegato Scuola, che ha approfondito il contesto culturale attuale, fortemente influenzato dal digitale e dall’Intelligenza Artificiale, e ha utilizzato esempi concreti della vita scolastica per ribadire l’importanza di educare alla verità e alla libertà. Successivamente ogni opera salesiana ha raccontato il proprio progetto locale realizzato durante l’anno, fornendo spunti di riflessione e condivisione. I partecipanti sono stati suddivisi in gruppi misti per una revisione dei progetti, permettendo uno scambio di idee e suggerimenti tra diverse realtà educative. In ultimo si è dato spazio alla revisione per case, favorendo un confronto interno tra colleghi della stessa istituzione per fare il punto della situazione e rilanciare il progetto il prossimo anno scolastico. Il Progetto Fede e Cultura si conferma un importante strumento di crescita professionale e spirituale per i docenti delle scuole salesiane del Triveneto.

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Ispettoria Meridionale – La nuova Delegazione Albania, Kosovo e Montenegro

Dal sito dell’Ispettoria Italia Meridionale.

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Si comunica ufficialmente che durante la seduta del Consiglio Generale del 2 luglio 2024, il Rettor Maggiore Card. Ángel Fernández Artime, in conformità all’articolo 159 delle Costituzioni Salesiane, ha istituito la Delegazione “Madre del Buon Consiglio” che comprende le presenze salesiane dell’Albania, Kosovo e Montenegro (AKM). Avrà sede a Tirana e dipenderà dall’Ispettoria dell’Italia Meridionale “Beato Michele Rua” (IME).
Con l’approvazione dello Statuto, la Congregazione Salesiana mira attraverso la nuova Delegazione a favorire lo sviluppo armonico delle realtà salesiane nei territori balcanici e a coordinarne e animarne l’impegno pastorale, in modo che si possa istituire al momento opportuno una Visitatoria.

Inoltre il Rettor Maggiore, a seguito delle consultazioni dei confratelli dei suddetti territori, ha nominato don Gino Martucci come Delegato nella Delegazione AKS per il primo triennio 2024-2027.

Esprimiamo il nostro grazie e la nostra vicinanza a don Luigi Martucci, che con spirito di obbedienza ha accolto questo delicato servizio a favore dei confratelli e delle realtà tutte della Delegazione. Don Gino, inoltre, si inserirà come ulteriore membro del Consiglio Ispettoriale.

Come Salesiani dell’Italia Meridionale – dichiara il Superiore dell’IME don Gianpaolo Roma – accompagniamo con gioia e preghiera questo importante processo che tocca la vita della nostra Ispettoria, accogliendo l’invito a sostenere la giovane realtà salesiana verso la maturità. Ci rallegriamo nel poter contribuire alla generazione di nuova vita e nell’essere strumento di grazia e  di rinnovamento per le comunità locali. La nostra fecondità spirituale si manifesterà nella crescita e nello sviluppo della Delegazione AKM, riflettendo il nostro impegno a essere portatori di speranza e amore.
Con fede e speranza, continuiamo a supportare questo nuovo capitolo della missione salesiana nei balcani.

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Avvenire – Torino, minori nella terra di confine. «All’oratorio si insegna legalità»

Da Avvenire, di Marco Birolini.

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«Ero qui da poco. Un giorno vedo un bambino di 9 anni che continua a calciare la palla contro il muro. Gli dico: puoi smetterla per favore? Vai a giocare in campo. Lui si gira e mi fa un gesto con la mano, aprendo e chiudendo le dita. Come a dire: parla, parla…» Don Stefano Mondin è il direttore della Casa salesiana intitolata al beato Michele Rua, piantata nel mezzo di Barriera di Milano, il quartiere più problematico di Torino. Sorride mentre ricorda la sfida lanciatagli tre anni fa da quel piccolo angelo con la faccia sporca: «Mandai a chiamare sua madre, per capire come comportarmi con lui. Lei mi disse: porti pazienza, ne ho già due in galera…» Un contesto difficile, spesso ostile. «Il 60% di chi finisce in carcere minorile arriva da queste strade – spiega don Stefano – e molti bambini qui pensano che poliziotti e carabinieri siano i cattivi. Allora noi organizziamo la Settimana della legalità per fargli capire che non è così. Agenti e militari sono venuti in oratorio e si sono presentati, hanno portato anche cani e attrezzature: alla fine la curiosità ha superato i pregiudizi. Poi c’è stata la partita di calcio fra avvocati e magistrati. Un modo per ridurre le distanze e per comprendere che dentro le istituzioni non ci sono nemici ma persone di cui ci si può fidare».

Don Mondin, entrato in seminario dopo la laurea in Giurisprudenza («Pensavo alla professione legale, ma poi il percorso di discernimento mi ha portato altrove»), mostra con orgoglio la “panchina della legalità”, dipinta con il tricolore e autografata dai giudici. A pochi metri c’è un totem con indicazioni verso gli angoli più tormentati del mondo: Messico, Ucraina, Haiti, Palestina.

A Barriera di Milano un residente su due è straniero e la proporzione balza all’occhio guardando i 400 iscritti dell’oratorio estivo, dove spiccano africani e sudamericani. «Ma abbiamo anche molti cinesi, che parlano l’italiano così bene da tradurre ai loro genitori. Capirsi non è facile, oltre alla lingua ci sono culture e tradizioni molto diverse. Ma noi facciamo un patto: qui avete strutture, volontari ed educatori a disposizione, però bisogna rispettare le regole. Non manca la carità, ma è fondamentale capire che non tutto è dovuto. E soprattutto che noi vogliamo dare strumenti per partire, o per ripartire».

Un approccio pragmatico tutto salesiano, che dà frutti anche su un terreno in apparenza duro come questo, ulteriormente inaridito dalla piaga dell’abuso digitale. «I ragazzini sono schiavi dei social e degli smartphone, ormai non si trovano nemmeno più per fare i compiti: preferiscono collegarsi in videochat. L’Università ci ha avvisato: attenzione, uno studente delle medie su sei dice di esser stato contattato online da pedofili. E i più piccoli si fanno condizionare dai videogame: ti dicono che sei cattivo come questo o quel personaggio». L’antidoto al virtuale è il contatto, la relazione. Il doposcuola, ma soprattutto lo sport. Calcio, pallavolo, ma anche passeggiate in Val d’Aosta, che rilassano persino i ragazzini più elettrici: «Appena arrivano in vetta chiedono di fare un video per mandarlo alla mamma, perché lei – dicono – non ha mai visto un panorama così bello».

In una periferia che sembra aver smarrito la sua identità (il filosofo Michel Foucault parlava di “eterotopia” per descrivere questi “non luoghi” urbani, così vicini ma così lontani dal centro cittadino) la Casa salesiana è un baluardo di umanità. Non un fortino chiuso, però, semmai un’oasi di generosità che tiene le porte spalancate. «Niente di tutto questo sarebbe possibile senza gli sforzi dei nostri volontari: giovani, adulti, anziani. Sono circa trecento e sono fondamentali». Tanta buona volontà, che però da sola non basta. «Oggi servono risposte adeguate, Chiesa in uscita significa essere all’altezza di quello che il mondo ti chiede. Per questo ci avvaliamo di educatori professionisti che guidano le attività e affiancano chi è nuovo. Bisogna far capire che l’oratorio non è più solo il posto dove si fanno i giochetti». Tutt’altro: la Casa ospita anche un complesso scolastico all’avanguardia, con laboratori ipertecnologici aperti anche alle scuole del territorio. «Un’offerta didattica d’eccellenza serve a tenere nel quartiere anche famiglie che potrebbero permettersi di trasferirsi altrove – osserva il sacerdote –. Non solo, tanti giovani che se ne erano andati dopo gli studi tornano qui ad abitare. C’è un forte senso di comunità, nonostante i tanti problemi. Li viviamo sulla nostra pelle: il primo anno ho subito 17 furti, poi almeno 5 in media in quelli successivi. Rubano di tutto: zaini incustoditi, telefonini negli spogliatoi, una volta mi hanno svuotato le celle frigorifere. Ma il giorno dopo un imprenditore ci ha portato 500 polli…».

L’impegno dei salesiani – che include anche corsi di avviamento al lavoro in collaborazione con le aziende – è sostenuto da una rete di donatori: la Fondazione Carlo Acutis ha regalato un laboratorio digitale, gli Amici di Matteo offrono consulti di neuropsichiatria infantile a chi non si può permettere visite private e che rischierebbe di aspettare 2 o 3 anni per una diagnosi di deficit dell’attenzione. Ma la lista dei benefattori è lunga. Linfa vitale per chi deve portare avanti la sua opera educativa e sociale in un pezzo di città ormai ad alto rischio, dove anche i muri sanno quanto sono detestate le forze dell’ordine: «Against police violence» recita un maxi graffito in via Candia. Sotto gli alberi di corso Palermo sonnecchia un Lince dell’esercito, ma il sindaco Stefano Lo Russo (Pd) ha chiesto che la presenza dei militari sia più leggera e dinamica: serve pattugliare le strade per garantire una sicurezza che appare sempre più precaria.

«A ogni incrocio, la sera, spuntano 4-5 spacciatori – dice don Mondin – ma gli anziani ormai hanno paura anche di giorno. Molti di loro mi confidano che hanno iniziato a votare controvoglia a destra, perché temono di subire rapine mentre escono a fare la spesa. La sensazione è che molti delinquono per fame, perché manca il lavoro». In effetti, in viale Giulio Cesare e dintorni gruppi di migranti bivaccano sulle panchine o tirano sera ai tavolini dei bar, sotto insegne che parlano più arabo che italiano. Davanti a loro però sfrecciano i bengalesi del pranzo etnico a domicilio, mentre il corriere nordafricano consegna l’ennesimo pacco. Sono le due facce di Barriera: chi è venuto da lontano e ha perso la bussola, chi è arrivato ed è subito ripartito.

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Ispettoria Italia Meridionale – Esperienze missionarie estive

Dal sito dell’ispettoria Italia Meridionale.

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Adrenalina, gioie, paure, aspettative, preoccupazioni, speranze, domande, ansie, divertimento, condivisioni, silenzio, ascolto, preghiera. Queste sono solo alcune delle emozioni e sensazioni vissute durante l’ultimo weekend a Napoli: il weekend partenti per i ragazzi e le ragazze che si preparano a vivere l’esperienza estiva che li attende.

Durante il weekend, il gruppo si è preparato, ha studiato e pregato insieme. Guardandosi negli occhi e condividendo paure e aspettative, si sono interrogati su loro stessi conoscendosi meglio. Alcuni partecipano per la prima volta a queste esperienze estive e avevano molte domande. Altri, alla loro seconda o terza esperienza, ne avevano ancora di più. E poi ci sono quelli che le domande le conservano per il viaggio, con poche aspettative, sapendo che tutto ciò che accadrà sarà interpretato alla luce del Vangelo, attraverso gli occhi delle persone che incontreranno, con il cuore pieno di storie e le mani sporche di polvere.

Le comunità ospitanti sono pronte: quella de Il Cairo “Zeitun”, quella di Scutari e quella del “Don Bosco” a Napoli, che accoglierà chi vivrà l’esperienza a Nisida. I giovani dell’MGS Ime sono pronti, con il cuore aperto, a condividere il loro tempo e i loro sorrisi con chi incontreranno.

Il primo gruppo partirà per l’Egitto, per incontrare famiglie, giovani e bambini immigrati dal Sudan. Avranno l’opportunità di conoscere e giocare con i ragazzi egiziani in un cortile che li farà sentire a casa. Visiteranno nuovi posti e conosceranno culture diverse dalle loro, mettendosi in gioco tra inglese e arabo per conoscere nuove persone. Pregheranno per i paesi vicini in guerra e per la crescita del paese.

Il secondo gruppo partirà subito dopo il rientro del primo, il 23 luglio, per Scutari -in Albania-, e nel villaggio vicino per fare animazione di strada e giochi con i bambini del posto. Conosceranno un nuovo paese e la sua cultura, visiteranno luoghi significativi della storia albanese e pregheranno con la comunità per sentirsi parte di questo angolo di ispettoria IME al di là del mare Adriatico.

L’ultimo gruppo partirà ad agosto per l’I.P.M. di Nisida. Durante tutto l’anno, i “Rise Up” hanno avuto un occhio particolare per i ragazzi reclusi nelle carceri del Sud Italia. Ed ora, per un paio di settimane, questo gruppo entrerà nell’I.P.M. per intrattenere, fare laboratori e dare speranza attraverso il gioco, ai ragazzi che vi risiedono. Avranno, così, la possibilità di condividere il loro tempo con i detenuti, proprio come faceva Don Bosco, proponendo le attività più svariate.

Non capita tutti i giorni di vedere un gruppo di 30 giovani che sceglie di partire durante l’estate per condividere due o tre settimane in luoghi che li metteranno costantemente alla prova, offrendo al contempo un’opportunità di ricerca interiore. Una ricerca di sguardi che rivelino il Dio dell’Amore, il Dio della Vita, il Dio della Gioia.

Sonia Parigi

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