Proroga dei termini di presentazione delle domande di Servizio civile universale

Il Dipartimento per le Politiche Giovanili e il Servizio Civile Universale segnala che il bando per il Servizio civile universale è stato prorogato: le domande potranno essere presentate entro le ore 14 del 10 febbraio 2022. Di seguito la comunicazione pubblicata sul sito.

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Pubblicazione del decreto di individuazione di ulteriori programmi di Servizio civile universale finanziati per l’anno 2021

Con Decreto del Capo del Dipartimento per le politiche giovanili e il Servizio civile universale n. 46  del 25 gennaio 2022, ad integrazione di quanto previsto dal decreto dipartimentale n. 738 del 3 dicembre 2021, sono finanziati a valere per l’anno 2021 ulteriori 102 programmi, di cui 92 in Italia e 10 all’estero, per un totale di ulteriori 8.481 posizioni, di cui 8.307 in Italia e 174 all’estero.

Viene dunque pubblicata l’integrazione al bando di selezione per operatori volontari dello scorso 14 dicembre, per lo scorrimento delle graduatorie e la proroga dei termini di presentazione delle domande di Servizio civile universale al 10 febbraio 2022, ore 14:00.

Queste le parole della Ministra Fabiana Dadone:

“Esprimo la mia soddisfazione per il risultato che si raggiungerà con il prossimo ciclo di reclutamento: numeri notevoli, con oltre 64.000 opportunità, superiamo una soglia mai vista negli anni passati. Oggi, con il nuovo bando supplementare, abbiamo concesso anche una proroga dei termini, andando incontro alla richiesta degli enti.”

Servizio Civile all’estero con i Salesiani: 63 posti disponibili in Brasile, Africa ed Europa

Con i Salesiani si può svolgere un anno di servizio civile anche all’estero: Salesiani per il Sociale e VIS mettono a disposizione 63 posti in Brasile, Angola, Namibia, Ghana, Senegal e in Europa in Albania e Spagna. I posti sono così suddivisi:

  • 6 progetti Salesiani per il Sociale per 53 posti
  • 3 progetti VIS per 10 posti
  • I progetti, tutti di 12 mesi, si situano nel campo dell’educazione, formazione e cooperazione allo sviluppo, accanto a minori e giovani in situazione di svantaggio socio-culturale ed economico, a rischio devianza e di emarginazione sociale
  • Per i volontari in servizio è previsto un compenso economico mensile compreso tra i 700 e gli 850 euro, sono inoltre coperte le spese di vitto e alloggio.
Sito e Info

Servizio Civile con i Salesiani 2021: a disposizione 1.172 posti per Italia ed Estero

Sono 1.172 i posti concessi sui progetti in Italia e all’estero finanziati a Salesiani per il Sociale aps per gli aspiranti volontari del Servizio Civile Universale ordinario. Il bando scadrà il 26 gennaio 2022.

Per il servizio civile in Italia, ci sono 1.081 posti per il  bando scu ordinario a cui si aggiungono i 28 posti del DEL – DIGITAL EDUCATION LABQuest’ultimo programma è la novità del bando di quest’anno, ovvero il Servizio civile digitale che coinvolge Salesiani per il Sociale con il Consorzio Zenit in Toscana, le Ispettorie salesiane dell’Italia Meridionale e della Sicilia ed Emmaus Foggia.

Per il servizio civile all’estero, con Salesiani per il Sociale e il VIS ci sono a disposizione 63 posti in Brasile, Angola, Namibia, Ghana, Senegal e in Europa in Albania e Spagna. I posti sono così suddivisi:

  • 6 progetti Salesiani per il Sociale per 53 posti
  • 3 progetti VIS per 10 posti

La progettazione è stata presentata a maggio e ha visto impegnato il personale della sede nazionale in co-programmazione con il Vides e con la Lega nazionale delle cooperative e mutue, mentre la co-progettazione ha coinvolto anche la Caritas e la Acli.

“Coinvolgere oltre 1000 giovani nell’esperienza del Servizio Civile Universale dei Salesiani per il Sociale rappresenta una opportunità  di civiltà fondamentale per i giovani che vi partecipano e per l’intero Paese perché in grado di promuovere in maniera operativa la cultura del volontariato, della solidarietà, dell’inclusione sociale, dell’aiuto verso i più fragili: valori fondanti della nostra società assediata dal virus dell’egoismo e del primato del profitto”, dice don Francesco Preite, presidente di Salesiani per il Sociale.

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CON(N)ESSI – L’esperienza del progetto da parte dell’Oratorio di Valdocco e della Scuola Meucci di Torino

Presso l’Oratorio Salesiano di Valdocco e la Scuola Media Meucci di Torino è in fase conclusiva il progetto “CON(N)ESSI” di Salesiani per il Sociale: un progetto sperimentale di contrasto e prevenzione del bullismo e del cyberbullismo attraverso un uso responsabile, consapevole e creativo dei social network, in una logica di alleanza tra generazioni e territori. Di seguito un resoconto del progetto e il video realizzato dai ragazzi di Valdocco che hanno partecipato all’iniziativa.

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La particolarità del progetto CON(N)ESSI risiede nell’essere “tutti connessi“, ovvero di fare rete. Il progetto, infatti, si snoda in 3 percorsi di applicazione che convergono tutti nell’unico obiettivo di prevenzione al bullismo e cyberbullismo. Come?

  • educando gli studenti;
  • educando i genitori degli studenti che partecipano al progetto;
  • educando gli educatori stessi e i docenti;

L’elemento chiave risiede in questa triplice azione che si basa sulla convinzione che se non si interviene in tutti e 3 i rami, non è possibile ottenere buoni risultati. Questo è ciò che è stato applicato sia nella Scuola Media Statale Antonio Meucci Centrale di Torino che all’Oratorio Salesiano Valdocco, cercando di dialogare con gli studenti e le loro famiglie, formando gli educatori dell’oratorio sul tema della prevenzione al bullismo e sull’uso consapevole dei social.

Il progetto ha avuto un buon riscontro anche grazie alla creazione di un “decalogo di buone prassi” ideato da parte dei genitori con i loro figli ragionando su quell’insieme di buoni comportamenti che si possono attuare sui social per arrivare ad un corretto utilizzo di essi.

I prodotti finali del progetto hanno riguardato:
– la campagna social con protagonisti i ragazzi e il decalogo dei buoni comportamenti da seguire da parte dei minori sul web.
– la parte teorica con gli studenti e i genitori, attraverso l’approfondimento di alcune tematiche (come ad esempio l’empatia, la comunicazione assertiva…) volte ad entrare nel mondo del disagio che possono provare i ragazzi vittime di bullismo.

Nel complesso, è stata riscontrata una buona soddisfazione da parte di tutti coloro che hanno partecipato al progetto.

Infine, il progetto ha mostrato come i ragazzi che hanno subito forme di bullismo sul web siano di più di quelli che ci si poteva aspettare all’inizio del progetto. In questo modo il progetto CON(N)ESSI ha rappresentato un valido ausilio, trovando un terreno fertile su cui lavorare.

Introduzione al Dossier: “L’azione educativa della Chiesa all’interno della società civile”

(NPG 2021-08-8)

Il n. 204 dell’Instrumentum laboris (riportato nell’editoriale) mostra la sua pressante attualità.
Il dossier che segue intende assumere tali e altre indicazioni espresse nel documento preparatorio al Sinodo dei Giovani, e tentare una lettura della situazione attuale, alla luce dei mutamenti culturali e – a ruota non troppo veloce – legislativi che inquadrano, rimodellano un campo di facile incontro-scontro, appunto l’educazione dei giovani, in modo da renderne qualificata l’azione senza (da parte ecclesiale) perdere l’anima e lo spirito.
Esso è suddiviso fondamentalmente in tre grandi parti:
– una parte fondativa, che intende rispondere alle domande: perché ci occupiamo come Chiesa dell’ambito “sociale”? Con chi e come ci relazioniamo nella missione educativa?
– una parte più tecnica-esplicativa: che cosa si intende con “Terzo Settore”? Si vuole qui offrire una introduzione al tema capace di cogliere contesto, opportunità e limiti.
– una parte “esemplificativa”, appunto in azione concreta: due esperienze che declinano principi e teorie nel concreto associazionistico ed educativo.
L’ideazione e la gestione del dossier è stata affidata all’Associazione “Salesiani per il sociale”.

I curatori del dossier:
Salesiani per il Sociale: una rete associativa per “salvare” i ragazzi

I numeri
103.687 minori e giovani che vivono condizioni di fragilità e povertà sostenuti ed accompagnati in percorsi educativi, 178 interventi realizzati su tutto il territorio nazionale, più di 1.800.000,00 euro investiti in azioni di prevenzione e contrasto dei fenomeni di disagio giovanile, 1300 operatori volontari del servizio civile (dati Bilancio Sociale 2020): sono questi i numeri che testimoniano l’impegno di Salesiani per il Sociale in favore dei ragazzi e dei giovani del nostro paese.

L’identità
“Salesiani per il Sociale aps” è un’associazione di promozione sociale e rete associativa fondata nel 1993 dai Salesiani d’Italia per coordinare la missione salesiana a favore dei ragazzi in condizione di emarginazione e disagio sulle orme di don Bosco. È composta da 116 organizzazioni operanti sull’intero territorio nazionale. È guidata dal Presidente e un Consiglio Direttivo eletto dall’Assemblea nazionale, e coordinata da uno staff nazionale di 14 persone presso il Centro Nazionale “Salesiani don Bosco Italia”.

Le attività
L’associazione:
• progetta e attua interventi a favore dei minori e dei giovani che vivono condizione di fragilità e vulnerabilità, anche in collaborazione con reti nazionali ed internazionali;
• coordina, sostiene e promuove interventi, servizi e progetti per la prevenzione ed il contrasto delle forme di povertà educativa, esclusione sociale ed emarginazione di minori e giovani;
• promuove e diffonde la cultura dell’affido e della solidarietà familiare;
• promuove il volontariato e l’impegno solidale attraverso l’organizzazione ed il coordinamento del Servizio Civile Universale in Italia e all’Estero;
• svolge azioni di advocacy a favore di categorie svantaggiate.

I riferimenti
• www.salesianiperilsociale.it
• email: info@salesianiperilsociale.it
• telefono: 064940522

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DIRE – Dagli Stati Uniti fondi al progetto Vis che offre lavoro e studio a giovani migranti

Dall’agenzia di stampa DIRE.

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ROMA – “Nei primi mesi della pandemia di Covid-19 l’Italia è stata messa sotto un’incredibile pressione, d’altronde nessuno era pronto. Per questo, forti di una lunga amicizia, gli Stati Uniti hanno stanziato 50 milioni di euro. Si tratta del primo fondo di queste dimensioni dai tempi del Piano Marshall, nel dopoguerra, e siamo felici che una parte sia stata impiegata anche dai salesiani, con cui già lavoriamo in tanti paesi del mondo”. Lo dichiara all’agenzia Dire Daniel Ross, consigliere per gli Affari economici dell’Ambasciata americana in Italia a pochi giorni dalla conclusione di ‘Salesian Solidarity with Italy: the Emergency Response to Covid-19’.

Il progetto, finanziato con parte dei fondi stanziati dall’agenzia americana per la cooperazione allo sviluppo (Usaid) – ha permesso di intervenire in 16 Regioni italiane da parte di Vis – Volontariato internazionale per lo sviluppo, Salesiani per il Sociale, Cnos Fap e al partner statunitense Salesian Missions.
In particolare, attraverso Don Bosco2000, il presidio Vis in Sicilia e parte della rete di Salesiani per il Sociale sono intervenuti per sostenere 10 giovani migranti di circa vent’anni provenienti da Gambia, Egitto, Senegal, Niger e Algeria.

In una fase in cui la pandemia ha complicato la vita quotidiana di tante persone, causando la perdita del lavoro o l’interruzione degli studi, per i migranti di recente arrivo spesso è stata anche più dura. In Sicilia, grazie ai volontari del Vis, i dieci giovani coinvolti nel progetto hanno potuto invece iniziare un percorso di orientamento alla formazione e al lavoro, grazie al quale due di loro hanno trovato un’occupazione, altri tre hanno continuato a studiare, mentre uno ha optato per i Rimpatri Volontari Assistiti in quanto intenzionato a tornare nel suo Paese.

Gli Stati Uniti- prosegue il rappresentante diplomatico- sono soliti assistere l’Italia in caso di disastri naturali, come alluvioni o terremoti, ma un fondo di tale dimensioni non si registrava dagli anni Cinquanta. Bene che una parte dei fondi sia stata gestita da organizzazioni come i salesiani e il Vis, che hanno le infrastrutture sul terreno”.
Quanto a stanziamenti analoghi, “assolutamente no”, replica Daniel Ross, “e per fortuna aggiungerei: nel 2020 c’è stata un’emergenza. Ma l’Italia è e resta un paese avanzato, le sue autorità sono riuscite a controllare la pandemia, quindi continueremo a cooperare con l’Italia nei vari paesi del mondo per fornire aiuti di base, attraverso le organizzazioni internazionale e le ong”.

Nico Lotta, presidente del Vis, sempre alla Dire ha aggiunto: “Grazie al progetto finanziato da Usaid e insieme ai nostri partner salesiani, abbiamo potuto orientare i nostri sforzi sull’Italia. In questi mesi la diffusione del virus per fortuna si è ridotta, ma non le conseguenze educative, sociali ed economiche della pandemia sulle fasce di popolazione più vulnerabili. Dal punto di vista della cooperazione- dice ancora Lotta- credo sia molto significativo il fatto che l’Italia sia diventata un Paese beneficiario di aiuti internazionali: ci fa riflettere sull’importanza di una solidarietà capace di andare al di là di categorie o etichette. Come ci ricorda papa Francesco, ‘nessuno si salva da solo, ci si può salvare unicamente insieme’”.

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Italia – Covid-19: i salesiani hanno raggiunto oltre 24mila famiglie bisognose in Italia grazie al finanziamento del governo USA

Dal sito dell’agenzia ANS il resoconto della chiusura del Progetto “Salesian Solidarity with Italy: the Emergency Response to COVID-19” del Vis con Salesiani per il Sociale APS e Cnos Fap.

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(ANS – Roma) – Sta per concludersi il progetto “Salesian Solidarity with Italy: the Emergency Response to COVID-19” finanziato dall’agenzia governativa americana per lo sviluppo internazionale “USAID”, che per 15 mesi ha supportato azioni di sostegno a fasce vulnerabili di popolazione colpite dalle conseguenze della pandemia in Italia. La rete salesiana che ha implementato il progetto, composta da “VIS – Volontariato Internazionale per lo Sviluppo”, “Salesiani per il Sociale Aps”, “CNOS-FAP” e “Salesian Missions USA” – la Procura Missionaria salesiana con sede a New Rochelle, negli Stati Uniti – ha operato in 16 Regioni italiane raggiungendo 24.480 persone tra insegnanti, bambine, bambini, giovani, famiglie bisognose e migranti.

Un bilancio finale dei 15 mesi di progetto è stato delineato nel corso dell’evento che si è tenuto venerdì 17 settembre sulla terrazza dell’“Hotel Etico”, realtà alberghiera nel centro di Roma che nella sua mission ha anche la formazione e l’inserimento professionale di persone con diversi tipi di disabilità.

Un’occasione di incontro e scambio a cui hanno partecipato anche don Gildásio Mendes dos Santos, Consigliere per la Comunicazione Sociale della Congregazione Salesiana; e don George Menamparampil, Coordinatore della rete “Don Bosco Solidarity – Covid-19” di coordinamento globale dei salesiani a fronte dell’emergenza pandemica. Il progetto, infatti, si inserisce nella più ampia azione che i salesiani stanno portando avanti in tutto il mondo per rispondere attraverso un’azione sinergica globale all’emergenza Covid-19.

Ad aprire la serata è stato Daniel Ross, Consigliere per gli Affari Economici dell’Ambasciata USA a Roma, che ha spiegato che il Governo americano ha impegnato 50 milioni di dollari a sostegno della sicurezza sanitaria, della società civile e del settore privato italiani. Un supporto che punta ad aiutare la popolazione in Italia e a contribuire a ridurre anche il rischio di diffusione del contagio.

Presenti alla serata i rappresentanti degli enti partner, tra cui don Francesco Preite, presidente di “Salesiani per il Sociale Aps”; don Fabrizio Bonalume, Direttore Generale di “CNOS FAP”; e Nico Lotta, Presidente del “VIS”, ente capofila del progetto. Da New York, infine, è intervenuta anche Patricia Salgado-Hernandez, dell’ufficio programmi internazionali di “Salesian Missions USA”.

Ognuno ha delineato un bilancio degli interventi realizzati, che hanno raggiunto 776 docenti e giovani che hanno partecipato ai corsi di formazione, 450 studenti che hanno ricevuto pc e tablet, 249 classi che hanno aderito alle attività di supporto educativo, 30 centri di accoglienza per minori che hanno ricevuto dispositivi igienici e di protezione individuale e 1.317 persone hanno usufruito dei buoni spesa. Inoltre, sono stati attivati in Sicilia sportelli per sostegno psicologico e sono stati accolti giovani migranti dall’Africa Subsahariana.

“Il Covid-19 ha sconvolto le nostre vite e la nostra quotidianità – ha affermato il Presidente del VIS, Nico Lotta –. Grazie a progetti come quello finanziato da ‘USAID’ abbiamo potuto riprogettare i nostri interventi ponendo un focus particolare sull’Italia, uno dei Paesi più colpiti. Questo progetto dimostra che la cooperazione internazionale andrà sempre più in un’ottica di solidarietà globale e che tutti i Paesi, anche quelli considerati più ricchi, potrebbero un giorno avere bisogno dell’aiuto degli altri perché, come Papa Francesco ci ricorda, ‘ci si salva solo insieme’”.

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Minori stranieri non accompagnati, Salesiani per il Sociale lancia la piattaforma digitale per la formazione e aggiornamento degli operatori

Viene lanciato ufficialmente il Digital notebook, L’accompagnamento dei minori non accompagnati in Europa: le esperienze dei Professionisti del sociale che rappresenta un valido strumento per tutti gli operatori che lavorano sul campo a supporto dei minori stranieri non accompagnati.

Già il 16 ottobre 2020 era stata lanciata la piattaforma inglese e francese, all’interno del webinar internazionale, Caring for unaccompanied minors in Europe e ad oggi è disponibile anche in italiano, greco e tedesco.

La piattaforma è frutto del lavoro svolto all’interno del progetto Building knowledge from local practices: a solution for better care and support of unaccompanied minors in Europe, che ha coinvolto 7 partner europei: Apprentis d’Auteuil in Francia, in qualità di capofila, Salesiani per il Sociale APS in Italia, Christliches Jugenddorfwerk Deutschlands in Germania, The Smile of a Child in Grecia e partner del campo di ricerca, Università di Ghent in Belgio, Università del Bedfordshire in Inghilterra e Osservatorio sulla migrazione dei minori – Università di Poitiers in Francia.

Questo strumento offrirà agli operatori l’occasione di una formazione continua e la possibilità di confrontarsi con una community di esperti nel settore e con altri operatori che operano nei diversi paesi.

Durante il corso online ci si focalizzerà sulle tre fasi del processo di accompagnamento nelle strutture d’accoglienza: in primo luogo, l’accoglienza all’arrivo, in secondo luogo, come prendersi cura di loro durante il loro soggiorno e in terzo luogo, come fornire loro  il giusto supporto quando dovranno lasciare la struttura che li ha accolti.

Il corso può essere seguito con la massima flessibilità, scegliendo il modulo che si preferisce e in base alle proprie esigenze. Si può seguire dall’inizio alla fine o scegliere il modulo che si preferisce approfondire. Gli esempi presentati sono tratti da esperienze reali vissute sul campo dai professionisti che lavorano con i giovani: video con role play, audio, testimonianza. Ci sarà la possibilità, durante il percorso di formazione, di auto-valutare le attività e le conoscenze apprese. Alla fine è possibile ricevere un certificato che attesterà il completamento del corso.

Una nostra operatrice, Elma Placido, che ha partecipato nella costruzione dello strumento pedagogico, sottolinea quanto la preparazione di Digital notebook abbia per lei rappresentato una bellissima esperienza di confronto tra vari educatori provenienti dallo stesso settore, ma da paesi totalmente diversi, questo confronto è stato di forte crescita professionale e personale. Lo strumento è utile anche per formare chi si avvicina per la prima volta al settore dell’immigrazione o per chi necessita di un aggiornamento e approfondire la riflessione.

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Dal Redentore di Bari a Salesiani per il Sociale: don Francesco Preite racconta la sua esperienza di “chiesa in uscita”

Nella consueta trasmissione “Un caffè con…” in onda ogni giorno sul canale satellitare Rete 7 e condotta da don Moreno Filipetto, è stato intervistato don Francesco Preite, nuovo presidente di Salesiani per il Sociale APS e direttore dell’istituto salesiani di Bari Redentore, opera che lascerà a settembre dopo dieci anni.

Un’opera, racconta don Francesco nell’intervista, “fondata da don Rua nel 1905” e si trova nel quartiere Libertà a Bari, “Città bella, turistica, ricca di arte e cultura, di storia, famosa per la devozione a san Nicola. Il quartiere in cui sorge l’opera salesiana è una periferia sociale, non geografica, perché si trova a pochi chilometri da centro. Ha tre primati: è il quartiere più giovanile della città, con tantissime giovani coppie, che per la nostra missione educativa è un aspetto importante; è il  più multietnico della città, con un’alta percentuale di pakistani, bengalesi, che ci ha fatto cambiare l’approccio educativo, facendolo diventare più aperto, ed è un’esperienza bellissima anche per il terzo primato, che è quello di avere il più alto numero di minori sottoposti a procedimenti penali della Puglia. Questo sta a dire che il disagio e la difficoltà che molto spesso si incontrano nell’educare e nel vivere il territorio”.

Dieci anni di presenza a Bari permettono a don Francesco di tracciare una linea e guardare il percorso fatto: “I primati del quartiere e i rapporti della DIA raccontano la presenza di due clan attivi nel quartiere, e questo rovina un po’ il quartiere che di base è generoso, accogliente. La disoccupazione giovanile molto forte è il terreno fertile per la criminalità e il lavoro educativo iniziato dieci anni fa, con i laici e i giovani animatori, si è basato su azioni di educazione e prevenzione. Oggi questo percorso ha portato a un oratorio aperto, che lavora in rete con le associazioni e le istituzioni. In questi territori un po’ inquinati serve scegliere da che parte stare, e abbiamo preferito coinvolgere le associazioni, le persone disponibili e le istituzioni per aiutarci nella progettualità educativa dell’oratorio. Nel 2015 abbiamo aperto una comunità educativa per minori, chiamata “16 agosto”, perché nata nel giorno del bicentanario della nascita di Don Bosco. Successivamente abbiamo aperto un centro socio educativo diurno con una cooperativa sociale per minori a rischio, e oggi è attiva nella nostra opera con l’associazione “Piccoli passi Grandi sogni”. Abbiamo rinnovato la formazione professionale, rivolgendoci ai ragazzi che sono in abbandono scolastico: accogliamo chi esce dal circuito scolastico e offriamo loro l’opportunità di diventare elettricista, meccanico. Stiamo attivando il laboratorio di panetteria e pizzeria, per dare un’altra opportunità ai giovani. Abbiamo capito che questi ragazzi hanno l’intelligenza delle mani e dobbiamo avviarli al lavoro che non è solo retribuzione economica, ma anche dignità personale”.

Ancora, “abbiamo attivato una biblioteca di quartiere, in collaborazione con le scuole del territorio. Il social pub, che dopo tre anni si è evoluto in un bistro multietnico grazie a un’associazione che si occupa di integrazione. Siamo passati da un fortino inespugnabile a un ospedale da campo, incarnando una chiesa in uscita“.

La porta della chiesa del Redentore si apre sulla piazza del quartiere: “La piazza è una opportunità, permette l’incontro di tante culture, passeggiando balza agli occhi la multiculturalità. Si tratta di un osservatorio privilegiato per studiare i percorsi educativi, di accoglienza e di innovazione sociale. La piazza è un problema quando non c’è cura, sarebbe più facile mettere un cancello: invece abbiamo coinvolto le istituzioni per prendersi cura dei luoghi pubblici perché si possa crescere insieme”.

E per ultimo, uno sguardo al futuro del Redentore. Cosa vede don Francesco in questo domani? “L’educativa di strada sarà importante nei prossimi anni, perché il lavoro oltre il nostro istituto permette di preparare i ragazzi all’inserimento nei percorsi di formazione professionale, nei progetti dell’oratorio. La pandemia ha accentuato situazioni di disagio che già esistevano, e quindi dovremo lavorare su questo aspetto. I ragazzi hanno bisogno di ascolto, noi facciamo tantissime attività ma i ragazzi si sentono insignificanti rispetto a una società che punta sul profitto, i giovani più fragili rischiano di più. Ti chiedono di essere accompagnamenti, sia spiritualmente, sia nel loro percorso di formazione professionale, di imprenditoria giovanile. Tutto parte dall’ascolto: c’è un grande desiderio di gioia e di vivere. i ragazzi vanno accompagnati“.

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