Papa Francesco in visita all’Università Pontificia Salesiana

Dal sito dell’Università Pontificia Salesiana.

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Martedì 11 giugno, alle ore 16, la visita di Papa Francesco presso la nostra Università. L’occasione è stata data da un incontro privato che il Pontefice ha tenuto con i preti di fascia “media” (dagli 11 ai 39 anni di ordinazione sacerdotale) di Roma e grande è stato l’eco nel quartiere con i tanti cittadini giunti davanti all’UPS per salutarlo.

Arrivato in prossimità dell’Aula Paolo VI, il Papa è stato accolto dal Cardinale Ángel Fernández Artime, Gran Cancelliere dell’UPS e Rettor Maggiore della Congregazione Salesiana, dal Rettor Magnifico prof. don Andrea Bozzolo e da tutte le autorità accademiche e religiose dell’UPS che lo hanno salutato con affetto. Subito dopo il Papa si è avvicinato ai tanti docentistudenti collaboratori presenti salutandoli uno ad uno e facendo festa con loro tra canti ed entusiasmo incontenibile. Non è mancato un fraterno saluto ai Salesiani anziani, alla novantaseienne mamma del Rettore e alle suore che li accudiscono nell’infermeria interna.

Alle 16:15 Papa Francesco è entrato in Aula per l’incontro, a porte chiuse, con il clero invitato al termine del quale ha firmato, alla presenza del Rettore, il “Libro d’onore” dell’Università su cui ha scritto: “Molto contento di quest’incontro con i sacerdoti. Pregate per me. Fraternamente, Francesco”.

Italia – I salesiani da 60 anni a Potenza

Dall’agenzia ANS.

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(ANS – Potenza) – Nella città di Potenza, tra i tanti servizi, i quartieri popolari e il cemento, i salesiani hanno fatto fiorire, 60 anni fa, una magnifica casa con il cuore aperto ai giovani e alle famiglie. In questo spazio, è possibile, oggi, crescere sia dal punto di vista cristiano che umano. Ma quanto è rilevante la presenza salesiana per questa città?

“Dal punto di vista ecclesiale, siamo un punto di riferimento fondamentale soprattutto per la Pastorale Giovanile della città e della Diocesi. Siamo l’unico oratorio in città che offre quotidianamente un servizio educativo coinvolgendo animatori, adulti, famiglie e salesiani,” spiega il Direttore e Parroco, don Emidio Laterza. Anche la società civile riconosce la presenza salesiana come un centro pastorale, educativo, culturale e ludico di eccellenza. La parrocchia, l’oratorio, il centro giovanile, il convitto universitario, il cineteatro e i cortili attrezzati formano un polo educativo e pastorale di alta qualità. Il riscontro più efficace di questa opera è la numerosa presenza di famiglie, adulti, ma soprattutto di tanti ragazzi e giovani.

Potenza è il capoluogo di regione della Basilicata nonché il più alto d’Italia, posto geograficamente nel cuore del Meridione.  Era il 1964 quando i Salesiani tornano a Potenza per dar vita ad una parrocchia e all’oratorio, dopo aver retto in passato per un biennio, agli inizi del ’900, il Seminario diocesano.

Da questo momento la storia della presenza salesiana nel capoluogo lucano è una storia di sviluppo e crescita costante. Nel 1966 viene inaugurato l’oratorio e posta la prima pietra della nuova Chiesa, consacrata nel 1973. Tra fine anni ’70 e anni ’80 la casa cresce con la costruzione del complesso dell’oratorio, della cappella di San Domenico Savio, del Cineteatro, dell’ambulatorio e di altri ambienti funzionali. Gli anni ’90 vedono la crescita del gregge della parrocchia con l’ingresso di molte contrade nel nucleo originario del Rione Risorgimento. Sono inoltre anni di un’intensa attività educativa: viene formato il gruppo dei ministranti e vengono seminate esperienze fondamentali per il contatto con la realtà cittadina, come quelle “Savio Estate” e “Festinsieme”.

È proprio in quegli anni che iniziano a fiorire molte vocazioni alla vita consacrata e non, offrendo un contributo importante all’Ispettoria Meridionale, in una scia che si prolunga fino ai giorni nostri. Attualmente l’opera salesiana di Potenza è composta dalla Parrocchia, dall’Oratorio Centro Giovanile e dal convitto universitario.

L’Oratorio Centro Giovanile salesiano di Potenza ha ospitato negli anni migliaia di ragazzi e ragazze, aiutandoli a crescere nella fede e nella vita: circa 800 sono gli iscritti ogni anno. Da giugno a luglio va invece in scena la Savio Estate, che porta nel cortile dell’oratorio 400 bambini e preadolescenti oltre ai 100 animatori, mentre la catechesi riguarda più di 500 ragazzi e ragazze. Si tratta di giovani di tutte le estrazioni sociali, provenienti in maniera abbastanza eterogenea da tutte le zone della città. Nell’orbita della Parrocchia e dell’Oratorio viaggiano le tante associazioni formatesi nel corso degli anni, tra cui i Salesiani Cooperatori, la Caritas parrocchiale, le Famiglie Don Bosco, l’Associazione di Maria Ausiliatrice, i Testimoni del Risorto 2000, gli Exallievi, il laboratorio Mamma Margherita, o – tra le più dinamiche – le Polisportive Giovanili Salesiane (PGS) e i Cinecircoli Giovanili Socioculturali (CGS).

Un’altra esperienza interessante, ormai diventata tradizionale, è quella del “Vangelo in Famiglia”. Durante l’Avvento e la Quaresima, una sera a settimana, un sacerdote, un animatore e una coppia di laici vengono ospitati da alcune famiglie della parrocchia. In queste occasioni si presenta il Vangelo della domenica, si condividono momenti di preghiera e si conclude con attimi di convivialità.

L’attenzione presso la casa salesiana è a tutto l’arco della vita umana ma con un occhio particolare alla vita dei giovani. Per questo motivo è nato da poco, in uno dei locali dell’Opera Salesiana, un nuovo punto d’aggregazione per i giovani: il centro 40° 15’. Esso riprende proprio le coordinate geografiche della città di Potenza e si propone come luogo di incontro e di crescita aperto a tutti.

A Potenza, infine, continuano a fruttificare ancora oggi le testimonianze di alcune persone che hanno dato tanto per l’opera salesiana, ma che hanno lasciato prematuramente questa vita. È il caso di figure come quelle di Domenico Lorusso, Maurizio Ciriello, Linda Catalano, diventati animatori dal Cielo di gruppi che hanno trovato, dopo il dolore, la voglia di continuare a fare il bene. A Domenico Lorusso è stata intitolata la PGS “Don Bosco” mentre è ormai giunta alla decima edizione un’altra iniziativa importante che inaugura l’estate salesiana a Potenza: la “StradonBosco con Domenico”. Poi, grazie al contributo dell’associazione “Con gli Occhi di Maurizio” sono stati donati all’oratorio dei campetti polifunzionali nuovi di zecca, e per far vivere il suo ricordo gli sono stati dedicati gli “Happy Days”, giornate in cui vengono presentate alla città le attività oratoriane svolte durante l’anno. “Semi di girasole” è invece l’associazione che vedrà la vita nei prossimi mesi, uno strumento importante per la crescita della comunità, che verrà dedicato a Linda Catalano, educatrice e animatrice scomparsa da pochi mesi.

“Le vite di questi giovani entrano a far parte dei pilastri della casa di Potenza, per rendere il sogno di don Bosco ancor più tangibile, emozionante, da continuare” conclude don Laterza.

 

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ICC, nomina nuovo ispettore

Dal sito della Circoscrizione Italia Centrale.

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Carissimi confratelli,
carissimi membri della Famiglia Salesiana,
carissimi giovani,
carissimi laici delle Comunità Educative Pastorali,

con gioia vi scrivo per comunicarvi il nome del nuovo Ispettore. Il Rettor Maggiore, a norma di C162 e con il consenso del suo Consiglio, previa ampia consultazione, ha nominato Superiore della Circoscrizione Salesiana “Sacro Cuore” – Italia Centrale per il sessennio 2024-30

don Roberto Colameo

Don Roberto è nato a Roma l’8 settembre 1964, ha conosciuto il mondo salesiano fin dall’aspirantato a Genzano, È Salesiano di Don Bosco dal 1 ottobre 1984 e sacerdote dal 31 ottobre 1992. Ha vissuto nella comunità di Roma San Pietro e successivamente Roma S. Cuore. Nel 1999 ha conseguito la Licenza in Teologia Dogmatica presso l’UPS e nel 2000 in Liturgia presso il Pontificio Istituto Liturgico S. Anselmo.

È stato Delegato di Pastorale Giovanile e poi Vicario Ispettoriale della ex Ispettoria Romana; direttore e parroco della comunità di Latina; economo ispettoriale della ex Ispettoria Romana; direttore e parroco della comunità di Roma Santa Maria della Speranza; direttore della comunità di Firenze; economo ispettoriale della ICC; dal 2019 è direttore e parroco della comunità di Roma Don Bosco.

Carissimo don Roberto,

ti ringraziamo per aver accettato con generosità! Ci stringiamo intorno a te e ti assicuriamo la nostra preghiera per questo servizio di animazione e governo che la Congregazione ti ha affidato per il bene dei confratelli, dei giovani e di quanti collaborano della missione salesiana nella nostra Ispettoria ICC. Le nostre Costituzioni (C92) ci donano la certezza che la Madonna ci accompagna e ci è maestra. A Lei e all’intercessione di San Giovanni Bosco e dei Santi della Famiglia Salesiana ti affidiamo.

Roma, 16 giugno 2024

don Stefano Aspettati, Superiore ICC

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Ispettoria Meridionale, 400 giovani alla festa MGS

Dal sito di Don Bosco al Sud.

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Napoli ci ha fatto vivere due giorni – sabato 1 e domenica 2 giugno – davvero “Tutti nel tuo sogno”!   È tornata così in grande stile la Festa Giovani del Movimento Giovanile Salesiano, che ha riunito circa 400 ragazzi della Campania, Basilicata, Puglia, Calabria, Albania e Kosovo.

Nel logo dell’evento, il numero 9 ci ha ricordato che, ancora oggi, siamo tutti dentro il sogno che Giovannino Bosco fece all’età di 9 anni e che quest’anno compie il suo bicentenario; dall’aeroplano invece impariamo che i sogni, per prendere il volo, devono puntare verso l’alto.
È proprio questo il motivo per cui in questi due giorni abbiamo incontrato, ascoltato, dialogato con personalità che sempre hanno scelto di puntare in alto, dedicando o rilanciando la propria vita al servizio della legalità, della società e del bene comune.

Nel pomeriggio di sabato il Chiostro della Basilica di Santa Chiara è stato letteralmente invaso da quattrocento magliette blu ottanio, che con trepidazione attendevano l’arrivo dei due ospiti protagonisti del momento “Giovani in dialogo”: il dott. Nicola Gratteri, Procuratore della Repubblica di Napoli, e Mons. Domenico Battaglia, Arcivescovo di Napoli. L’incontro è stato aperto dal discorso di Antonio Gargano, Coordinatore del Movimento Giovanile Salesiano dell’Italia Meridionale e dalla coreografia della Compagnia dei “Furbanti”, dell’Oratorio salesiano di Cerignola.

A seguire, i due ospiti si sono presentati raccontando le loro storie e le loro idee, ripercorrendo i propri sogni e la propria vocazione. Il dott. Gratteri ha rivelato di aver maturato l’idea di impegnarsi nel campo della legalità già quando da bambino, davanti scuola, vedeva i figli dei mafiosi fare i bulli, e grazie ai principi di “onestà, responsabilità, coerenza” di una famiglia che – pur di un contesto ad alta densità mafiosa – gli ha sin da subito insegnato il rispetto delle regole. Don Mimmo ha ricordato, invece, storie di povertà nei suoi primi anni di ministero a Napoli, quelle che hanno riempito di senso ulteriore la sua vocazione perché “solo chi è davvero povero sa sognare anche per gli altri. Non bisogna avere paura di abitare la strada, la fede si rende credibile quando esce dalle sagrestie. È dalla strada che si entra nelle case”.

Il dott. Gratteri e Mons. Battaglia hanno inoltre offerto la loro visione e le loro prospettive sul fenomeno del progressivo allontanamento dei più giovani dalle istituzioni e sulle cause di una eventuale emergenza educativa. Il Procuratore ha sostenuto che “c’è una crisi di sistema che riguarda tutto l’Occidente: i genitori vogliono fare gli amici dei propri figli e i ragazzi crescono sempre più senza regole, figli di Internet. La sfida più grande non è quella di educare i giovani, ma di educare gli educatori dei giovani”. L’Arcivescovo, invece, non ha voluto parlare di “emergenza educativa” ma di sfida “in un tempo di anoressia esistenziale, senza punti di riferimento”, raccontando come l’esperienza con giovani tossicodipendenti abbia rivelato a lui stesso il limite delle nuove generazioni: “il non credere in sé stessi. Tutti iniziano a credere in sé stessi quando vedono che qualcuno crede in loro”.

A conclusione del dibattito, grazie ad alcune domande puntuali dei giovani partecipanti al confronto, i nostri testimoni si sono congedati con due messaggi di speranza concreta, quella che si costruisce con l’impegno e la volontà di mettere i propri sogni al servizio degli altri. Gratteri ha sottolineato l’importanza del “mettersi in ascolto e dedicare tempo alle persone: così noi siamo riusciti a salvare un ragazzo arrestato, che non sapeva né leggere né scrivere, e che voleva imparare a firmare veloce come me. Ora sa leggere, scrivere, ha trovato lavoro e ha costruito una famiglia”. Don Mimmo ha concluso sostenendo, invece, che “nella Chiesa c’è sempre posto per tutti. Io invito sempre, nelle riunioni delle nostre comunità, a lasciare una sedia vuota davanti a tutte, perché guardandola ci ricordiamo che c’è sempre posto per chi ancora deve arrivare, senza pregiudizi. In questa direzione è nato il Patto Educativo per la città di Napoli, passeggiando per le strade e mettendo insieme le municipalità, il Terzo Settore, la scuola”.

Così, con la testa e il cuore colmi di pensieri e riflessioni, tutti i giovani presenti si sono recati per le vie principali del Vomero per costruire i “pozzi di luce”: delle postazioni di legalità in cui hanno conosciuto e trasmesso ai passanti del quartiere le storie di 15 testimoni di impegno sociale e lotta alla criminalità organizzata, dopo aver svolto un momento di riflessione e condivisione in gruppo. Un momento davvero particolare che ha permesso il confronto tra i ragazzi della festa e allo stesso tempo ad altri ragazzi curiosi del Vomero di affacciarsi a questi esempi di Cittadinanza attiva.

Poco dopo una pioggia battente ha cominciato a cadere, ma questo non ha fermato il divertimento della serata nel cortile dell’Istituto salesiano, cominciato con balli e canti con l’accompagnamento musicale di un giovane di Andria, e che ha raggiunto il culmine con il concerto-testimonianza dei Reale, band di musica cristiana nata “dalla droga, dalla strada, dalla notte, dalla ricerca forsennata di senso e di felicità”. Insieme a loro si è vissuto poi l’intenso momento di Adorazione Eucaristica, guidati dal Vangelo delle Beatitudini, bagnati (o benedetti dal cielo) ma felici di poter passare del tempo prezioso con il Signore. La giornata si è poi conclusa con la buonanotte dell’Ispettrice FMA Suor Ivana Milesi.

Il mattino successivo, sul prato di Villa Floridiana, tutti i giovani si sono messi in ascolto di don Tonino Palmese – presidente della Fondazione Polis, già responsabile di Libera in Campania e garante per i diritti dei detenuti – e, in particolare, di Lucia Montanino, assistente sociale e vedova di Gaetano Montanino, guardia giurata uccisa nel 2009. La storia di Lucia è una storia di dolore convertito in perdono, per tenere viva la memoria del marito, per combattere il crimine e l’ingiustizia, per salvare giovani vite. Proprio come è riuscita a fare lei, occupandosi del giovane che assassinò Gaetano “come se fosse addirittura più di un figlio(…) Si può arrivare a riconciliarsi con un enorme dolore, ma una volta fatta questa scelta bisogna avere il coraggio di accompagnare. Dovete avere sempre coraggio e se non ce l’avete fate come me: io non sono coraggiosa, faccio finta di avere coraggio. Fate finta di avere coraggio e ce l’avrete davvero!”. Una testimonianza di misericordia vera che ha colpito nel profondo e coinvolto tutti i ragazzi presenti che sono stati davvero grati a Lucia per l’emozione e la testimonianza donata.

La festa si è conclusa con la Celebrazione Eucaristica, presieduta dall’Ispettore Gianpaolo Roma, nella chiesa di San Francesco d’Assisi, che ha invitato tutti a “Seguire le persone che ci consegnano acqua viva, acqua fresca, che dà forza e vigore al nostro cammino.” Proprio come le persone ascoltate durante la festa che “ci hanno fatto assaggiare questa acqua fresca e abbiamo visto quanto sia dissetante ed appagante. Un’acqua fresca per salire al piano superiore, al piano dell’Altissimo”. Senza accontentarci di vivere al piano terra, assumendosi la responsabilità e la libertà di compiere quelle scelte che ci fanno volare in alto. “Abitiamo in alto tutte quelle volte che osiamo sperare un po’ di più, quando spingiamo il nostro cuore più lontano dai nostri confini e quando decidiamo di affidarci a quel Dio che ci dona molto più di quello che ci chiede.”
Al termine della Celebrazione è stato consegnato il mandato e la croce missionaria a tutti i partenti per le esperienze estive in contesto povero, a seguito del cammino dei weekend Rise Up intrapreso quest’anno.

Grazie, don Bosco, perché ci fai sentire ancora “Tutti nel tuo sogno” e continui a donarci opportunità, come questa, per dare una direzione al nostro presente puntando in alto, al “piano superiore” – citando l’omelia dell’Ispettore SdB – verso il futuro: l’aeroplano dei nostri sogni e delle nostre vite.

Antonio Ruoti

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Assemblea nazionale di Salesiani per il Sociale: “Un sogno da realizzare”

Valorizzare i sogni dei ragazzi in un contesto italiano ed europeo che cambia e guardando all’economia sociale, alla politica e al carisma salesiano. L’assemblea di Salesiani per il Sociale, “Un Sogno da realizzare”, che si svolgerà a Roma il 7 e l’8 giugno 2024, quest’anno mette al centro i giovani e i loro sogni, facendoli dialogare con il prof. Leonardo Becchetti, ordinario di Economia politica all’Università degli Studi di Roma Tor Vergata, la sindaca di Andria, Giovanna Bruno e don Rafael Bejarano, responsabile mondiale Opere e servizi sociali, migranti e volontariato salesiano.

In un contesto sociale ed economico che vede la disoccupazione giovanile al 20% e il tasso di NEET che resta tra i più alti d’Europa (1 milione e 400mila giovani) [1], l’assemblea nazionale di Salesiani per il Sociale offre la possibilità di ragionare con i giovani sui temi legati al loro futuro.

“I dati su lavoro giovanile, neet e povertà minorile sono preoccupanti – dice don Francesco Preite, presidente nazionale di Salesiani per il Sociale -. Caritas e Save the Children ci dicono che in Italia 1 milione e 300 mila minori sono in povertà assoluta e il 67,4% degli adolescenti ha paura di non uscire mai dalla condizione di povertà [2]. I numeri spaventano e ci indicano una strada: lavorare con la nostra rete associativa sui territori per mettere in campo progetti, attività e quanto necessario per permettere a bambini e giovani di uscire dalla condizione di povertà”.

L’assemblea nazionale è l’occasione, per Salesiani per il Sociale, anche di presentare il Bilancio sociale. “Sul bilancio sociale – prosegue don Francesco Preite – si può vedere come nel 2023, per l’inserimento sociale e lavorativo dei giovani abbiamo investito oltre 40mila euro per sostenere alcune iniziative di formazione a avvio al lavoro a Bari, Palermo, Vallecrosia e Torino”. Per i minori, grazie alla raccolta fondi e all’area progettazione, “abbiamo messo in campo quasi 600mila euro per interventi di contrasto alla povertà educativa, all’abbandono scolastico e per offrire ai bambini e ai ragazzi spazi adeguati dove trascorrere il tempo libero, trovare un sostegno allo studio e sportelli di aiuto psicologico, anche per le famiglie”.

Nei due giorni di assemblea ci sarà lo spazio per ricordare don Domenico Ricca, fondatore di Salesiani per il Sociale scomparso a marzo e don Michele De Paolis, tra i fondatori dell’associazione nel decennale della sua morte.

A portare i saluti istituzionali ci sarà don Juan Carlos Pérez Godoy, Consigliere Generale per la Regione Mediterranea, don Stefano Aspettati, Ispettore delegato Conferenza Ispettori Salesiani d’Italia e don Elio Cesari, Direttore Centro Nazionale Opere Salesiane. A portare il suo saluto, anche don Marco Pagniello, direttore di Caritas Italiana.

Don Francesco Preite relazionerà sull’anno appena chiuso mentre il prof. Antonio Fici, associato di Diritto privato Università degli Studi di Roma Tor Vergata e Direttore scientifico di Terzjus presenterà il nuovo Statuto della “Rete Associativa Salesiani per il sociale APS”.

[1] Dati Istat su occupazione e lavoro

[2] “ImPossibile 2024 – Costruire il futuro di bambine, bambini e adolescenti. Ora” – II biennale sull’infanzia di Save the Children

Cnos Fap Foligno, corsi per alunni con disabilità

Dal Corriere dell’Umbria.

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La sinergia di tre scuole per un nuovo percorso nel segno dell’inclusione. E ‘ quella che mercoledì scorso è stata messa nero su bianco con la firma della prima convenzione tra il Cnos Fap “Casa del Ragazzo” di Foligno, l ‘ Istituto tecnico tecnologico Leonardo Da vinci e il Liceo classico Federico Frezzi Beata Angela per l’inclusione di alunni con disabilità. Il progetto, rivolto ai ragazzi con disabilità certificata ex legge 104/92 art. 3 co. 3, si traduce in una nuova preziosa occasione per gli studenti dei due istituti superiori che, nel corso dell’intero triennio, all’interno del Percorso per le competenze trasversali e per l’orientamento (Pcto), accompagnanti dagli insegnanti del sostegno, potranno accedere a un corso del Cnos Fap. Sulla base dei propri interessi personali, potranno scegliere tra tutti i corsi attivati presso il Centro di formazione professionale di via Isolabella, e questo permettendo a ciascun ragazzo di potersi orientare liberamente sulla base dei propri interessi e delle competenze personali. A conclusione del percorso, oltre all’Attestato di credito formativo delle scuole, il Cnos Fap compilerà un Portfolio delle competenze raggiunge.

Il progetto è già ai blocchi di partenza e partirà, in via sperimentale, il prossimo anno scolastico, 2024/2025 con due studenti che frequenteranno il corso Operatore della ristorazione. Le dirigenti scolastiche dell’Itti Da Vinci, Simona Lazzari e del Liceo Frezzi – Beata Angela, Rosella Neri hanno espresso grande soddisfazione per il lavoro di “rete” sottolineandone l’importanza per la progettazione del percorso lavorativo degli studenti. “È un passo coraggioso per promuovere il loro progetto di vita e la piena inclusione nella società – sottolinea la preside Lazzari – un progetto “apripista” di strade nuove per un’offerta integrata tra scuola, formazione professionale e mondo del lavoro”.

Un’importante sinergia quella che vede in campo le tre scuole folignati, sancita dalla firma della convenzione mercoledì scorso presso il Centro di via Isolabella. Erano presenti le dirigenti scolastiche Lazzari e Neri, i referenti del Pcto e dell’inclusio ne delle due scuole, la Presidente dell’Osservatorio Regionale sulla disabilità, Paola Fioroni, il direttore generale Cnos Fap Regione Umbria, Federico Massinelli, il delegato regionale Cnos Fap Regione Umbria, Don Claudio Tuveri, e la coordinatrice Cnos Fap Regione Umbria sede di Foligno, Nicoletta Marongiu. Sono intervenuti anche i presidenti di 4 associazioni, Maria Letizia Fiorelli (Dream More aps), Ferdinando Valloni (Aipd Perugia), Emanuela Baroni (Dopo di noi, Insieme a noi), Pietro Marinelli (Asm17) e Pietro Paoletti, responsabile Aipd Zona sociale 8.

Salesiani: Mestre, aperto oggi agli studenti l’Hortus conclusus delle scuole Don Bosco

Dall’agenzia SIR.

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È stato aperto ufficialmente oggi, al libero afflusso degli studenti, il nuovo assetto del giardino posto al centro delle scuole della Casa di Salesiani Don Bosco Mestre, denominato “Hortus conclusus” e inaugurato il 30 maggio scorso nel contesto del “Thanks day”, momento di gratitudine verso aziende ed enti che hanno intrattenuto rapporti istituzionali nel corso dell’anno scolastico e accademico ai quali è stata consegnata una pianta d’ulivo.
L’“Hortus conclusus”  – locuzione latina che indica i chiostri e giardini chiusi di epoca medievale, realizzati soprattutto all’interno dei monasteri – intende essere un luogo dedicato all’incontro, allo studio e al tempo libero degli studenti, uno spazio all’aperto allestito per coltivare non tanto specie vegetali, quanto piuttosto relazioni umane e legami educativi.
“‘Hortus conclusus’ rappresenta un nuovo capitolo per la nostra Casa – ha dichiarato don Silvio Zanchetta, direttore Salesiani Don Bosco Mestre – un luogo dove natura e spiritualità si incontrano per offrire un ambiente di riflessione e crescita”; esempio tangibile di come educazione, cura dell’ambiente e sostenibilità “possano andare di pari passo, promuovendo un futuro sostenibile e comunità più unite”.
Il nuovo assetto del giardino è stato sviluppato seguendo un approccio sostenibile, reinventando e rimodellando spazi già esistenti. Gli arredi ergonomici e funzionali, l’illuminazione notturna e l’abbattimento delle barriere architettoniche ne fanno un ambiente aperto all’accoglienza e all’inclusione.

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BresciOggi – Cnos Fap, Clerici va oltre il business con la formazione no-limits

Dal quotidiano BresciOggi.

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Il gruppo Clerici lancia «Clerici Lab», il più grande progetto di formazione in campo termoidraulico a livello nazionale. La realtà con sede a Brescia, punto di riferimento del mercato italiano nella distribuzione di prodotti idrotermosanitari e arredo bagno (ha chiuso il 2023 con un fatturato consolidato di 785 milioni di euro e un utile di 77 mln di euro; i punti vendita sono 120, i dipendenti 1.800) ha presentato un percorso che coinvolgerà anche la fondazione Cnos-Fap di Regione Lombardia e vuole portare al di fuori dell’azienda le competenze acquisite nel corso del tempo. «Attraverso Clerici Lab, mettiamo a disposizione il nostro know-how derivante da quasi 80 anni di esperienza – sottolinea il presidente, Paolo Clerici -. Vogliamo portare all’esterno le nostre competenze: facciamo già molta formazione al nostro interno, ora vogliamo estenderla, intercettando i ragazzi al termine del percorso scolastico verso indirizzi che rispondano alle esigenze delle aziende dell’intera filiera». Il pensiero va anche alla direttiva sulle Case green dell’Unione Europea, «un progetto enorme che oggi in Italia non avrebbe la manodopera necessaria per essere realizzato», aggiunge Clerici. Il primo step del Lab partirà da Brescia, grazie alla creazione di un Ifts nella sede dell’istituto Salesiani Don Bosco in città: un percorso professionale post diploma, rivolto ai diplomati fino a 25 anni di età residenti in Lombardia (per il primo anno sono previsti una ventina di posti), dedicato alla logistica e termoidraulica e pensato per formare figure di alto livello che si occupino a 360° della gestione tecnica commerciale del comparto termoidraulico. «Per due giorni gli studenti saranno in aula, negli altri tre saranno attivi nelle nostre sedi, dove potranno apprendere sul campo competenze trasversali – spiega Federica Bugatti, responsabile del progetto per Clerici -. Le attività si svolgeranno anche nella nuova sede di Clerici Lab in via Fura, dove sarà realizzato un laboratorio».

Per il direttore del Don Bosco, Floriano Crotti, «il valore aggiunto di questo progetto risiede nel fatto che i ragazzi verranno assunti con un contratto di apprendistato di primo livello: saranno lavoratori a tutti gli effetti». Il supporto Il percorso IFTS è totalmente finanziato da Regione Lombardia. «Questa settimana ho portato in Giunta una delibera per innalzare la dotazione finanziaria di 1,3 milioni di euro, perché ogni anno registriamo sempre più iscritti: dai 1.100 dell’anno scolastico 2018/19 siamo passati agli oltre 2.100 di quello in corso – ha precisato Simona Tironi, assessore con delega per Istruzione, Formazione e Lavoro del Pirellone -. Clerici Lab guarda al futuro dei ragazzi, per fornire una leva di competitività alle nostre aziende». L’iniziativa non si ferma a Brescia: la collaborazione con il Cnos-Fpa di Sesto San Giovanni (Mi) prevede per l’anno scolastico 2024/25 un percorso di inserimento di apprendisti e tirocinanti nelle sedi di Clerici, riservato ai ragazzi che frequentano il CFP con indirizzo termoidraulico; a Perugia ci sarà un programma di formazione duale per gli iscritti al corso di  termoidraulica, a Genova un progetto formativo specifico per l’istituto di Sampierdarena.

Borgo Ragazzi Don Bosco Roma – Minori stranieri soli, rete per rilanciare affido

Da RomaSette, di Roberta Pumpo.

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Un numero crescente di minori stranieri non accompagnati raggiunge ogni anno l’Italia lasciandosi alle spalle condizioni di vita precarie. Roma Capitale solo nel 2023 ne ha presi in carico 1.082. In questo contesto l’affido familiare si configura come una risposta concreta e preziosa per offrire ai minori un clima stabile e la possibilità di costruire e sperimentare relazioni profonde per riappropriarsi del loro futuro. Per mettere a sistema l’affido dei minori stranieri soli si è svolto martedì 28 maggio il seminario “In famiglia non si è mai stranieri”. Promosso dal Borgo Ragazzi don Bosco con Unicef, Roma Capitale, Coordinamento nazionale comunità di accoglienza (Cnca) e Salesiani per il Sociale, è stato occasione di confronto tra esperti del settore e famiglie affidatarie. Da parte dei primi è stato più volte sollevato il problema della carenza delle risorse e sottolineata la necessità di formazione, accompagnamento e supporto per le famiglie affidatarie, di maggiore assunzione di responsabilità da parte di tutti gli attori coinvolti, della creazione di una rete di supporto e di una banca dati delle famiglie affidatarie.

Chi da tempo è disponibile a percorsi di affido e solidarietà familiare, come i coniugi Maria Teresa Galluccio e Mario Saccoccio, ha chiesto la «riduzione dei tempi dei provvedimenti affinché l’affido possa essere un intervento preventivo e non  tardo-riparativo e lo snellimento dei servizi con la creazione di uno sportello unico». Il seminario si è aperto con i saluti di don Daniele Merlini, direttore del Borgo Ragazzi don Bosco, il quale ricorda «i tanti volti di giovani passati dalla nostra casa e che poi accolti in famiglia hanno visto soddisfatto il loro desiderio di affetto, di futuro, con prospettive altrimenti  inimmaginabili. Gli esiti positivi di questi anni ci spingono a proporre questo modello di lavoro integrato nell’affidamento dei minori stranieri non accompagnati, un modello positivo e funzionale da potenziare e allargare con un deciso e consistente appoggio delle istituzioni».

Citando i dati del Rapporto di approfondimento semestrale del Ministero del Lavoro e delle politiche sociali sui minori stranieri non accompagnati, Ivan Mei, responsabile per i programmi di protezione dell’infanzia in Italia – Ufficio Unicef per l’Europa e l’Asia centrale, ha spiegato che l’80% degli oltre 23mila minori presenti in Italia al 31 dicembre 2023 sono ospitati in strutture di accoglienza. Di questi il 76% provengono dall’Ucraina, e nel 65% dei casi sono accolti da familiari. A tal proposito Lidia Salerno, presidente del Tribunale per i minorenni di Roma, ha ricordato «il boom di proposte arrivate per accogliere i piccoli ucraini. Sarebbe bello avere lo stesso numero di disponibilità per i bambini che provengono dall’Africa e che non hanno gli occhi azzurri e i capelli biondi. Invece rispetto alle necessità il numero di tutori volontari è esiguo». Da Antonio Mazzarotto, dirigente dell’Area famiglia, minori e persone fragili della Regione Lazio, l’impegno a «favorire il potenziamento della rete per non far sentire sole le famiglie affidatarie» mentre Stefania Milone, dirigente dell’Ufficio protezione persone minore età di Roma Capitale, ha annunciato che dal prossimo settembre «le competenze sull’Ufficio dei minori stranieri non accompagnati passeranno al Centro affido e adozioni». Carola Iacuitto, coordinatrice del progetto salesiano AltriLegami, ha illustrato i risultati ottenuti in tre anni di attività. «Sono stati offerti percorsi di formazione a 68 famiglie – ha detto – e trovato una famiglia a 24 minori con modalità che vanno dall’affido full time a quello solidale con affiancamento familiare. Un percorso che però non intende mai sostituire la famiglia di origine con la quale i ragazzi restano in contatto». Il progetto Terreferme di Unicef e Cnca dal 2017 ad oggi ha permesso di avviare oltre 120 esperienze di affido familiare. Per facilitare gli interventi di affido nei mesi scorsi è stato firmato un protocollo d’intesa tra Roma Capitale, Borgo Ragazzi Don Bosco e Cnca, presentato durante il seminario. L’accordo si prefigge, tra l’altro, di creare un tavolo mensile con attori pubblici e privati per coordinare l’affidamento familiare e altre forme di supporto per minori stranieri non accompagnati a Roma, rafforzare la rete territoriale per promuovere l’affidamento familiare e altre forme di supporto per minori stranieri non accompagnati.

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Piano Mattei, incontro tra i Salesiani e Comunità di Sant’Egidio per una linea operativa comune

Lunedì 27 maggio, nella sede della Comunità di Sant’Egidio a Roma, si è svolto un incontro tra i rappresentanti della Comunità e alcuni componenti del Tavolo tecnico istituito dalla Congregazione per il Piano Mattei.

Per il Piano Mattei la Congregazione Salesiana si è dotata di due tavoli, con diverse finalità. Una cabina politica interna e un tavolo tecnico. Il tavolo tecnico è composto da: don Luca Barone – Delegato RM Piano Mattei; don Elio Cesari  – CNOS; don Maximus Okoro –  Don Bosco Tech Africa; dott. ssa Chiara Lombardi – VIS; dott. Riccardo Giannotta – VIS; dott. Marco Faggioli  – MISSIONI DB; dott. ssa Roberta Pinotti – CONSULENTE POLITICO; dott. Piero Fabris – Settore PG- Direttore DB Tech Europe.

Alla Cabina di Regia (https://www.governo.it/it/articolo/riunione-della-cabina-di-regia-il-piano-mattei/25241), istituita dal Governo Italiano, le uniche realtà ecclesiali presenti sono la Congregazione Salesiana e la Comunità di Sant’Egidio. Per meglio concertare l’azione, si è svolto prima un incontro tra don Luca Barone, don Elio Cesari e il presidente della CEI, mons. Matteo Zuppi, per raccogliere le istanze dei Vescovi Italiani, anche tramite il contatto con don Gabriele Pipinato, responsabile dell’ufficio del Servizio per gli interventi caritativi per lo sviluppo dei popoli.

L’incontro con la Comunità di Sant’Egidio è stato utile per avere un confronto sulle situazioni di guerra nel mondo e per avere una linea comune operativa all’interno della Cabina di Regia. All’incontro ha partecipato parte del tavolo tecnico della Congregazione (Don Luca Barone, don Elio Cesari, la dott.ssa Pinotti e la dott.ssa Lombardi) e Mario Giro, ex viceministro degli Esteri ed esperto in Cooperazione internazionale.