Ispettoria Sicula, gli obiettivi pastorali di settore

Pubblichiamo la lettera dell’ispettore della Sicilia, don Giovanni D’Andrea, sugli obiettivi pastorale di settore.

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A tutti i Confratelli dell’Ispettoria,

ai laici collaboratori e corresponsabili delle nostre Opere,

ai membri della Famiglia Salesiana coinvolti nelle nostre Opere Loro sedi

Cari tutti,
nell’Assemblea ispettoriale del 28 agosto 2020, che segnava l’avvio dell’anno pastorale 2020-2021, abbiamo voluto mettere in atto, insieme a D. Alberto Anzalone Delegato di PG, una modalità di confronto, ascolto, co-progettazione, partendo dalla vostra esperienza e conoscenza del territorio dove le nostre Opere svolgono la missione perpetuando il carisma e lo stile educativo e pastorale di Don Bosco.

Nei lavori di gruppo, suddivisi per ambienti (CFP, Opere Sociali, Oratorio in zona pastorale, Oratorio affidato ai laici, Oratorio-Parrocchia, Scuola) si è lavorato individuando obiettivi e passi da compiere. Tutta la riflessione da voi elaborata è stata consegnata all’equipe di PG che ha provveduto a fare una sintesi per ogni ambiente.

Questa mia lettera “accompagna” e “presenta” gli obiettivi e i passi da compiere che sono stati formulati con il vostro aiuto. Essi diventano strumento di programmazione ed attività pastorale “elaborata dal basso”, ossia da voi che “avete le mani in pasta”, e con il vostro lavoro apostolico date concretezza alla missione di Don Bosco. Ve li consegno quale strumento di lavoro con una scansione biennale, che adotteremo anche per la verifica di fine anno pastorale.

Ringrazio ancora per il lavoro fatto e per la missione che portate avanti “Nel campo di lavoro dove siamo chiamati” ad essere Don Bosco vivo per i giovani del nostro tempo.

Don Bosco ci benedica, Maria ci accompagni.

 

D. Giovanni D’Andrea

Ispettore dei Salesiani di Sicilia e Tunisia

Salvo D’Acquisto, una vita forgiata nella fede anche grazie ai Salesiani

Pubblichiamo un articolo uscito sul quotidiano Avvenire sul centenario dalla nascita di Salvo D’Acquisto, il quale grazie alla famiglia, fin da piccolo ha frequentato gli ambienti salesiani, sia FMA che SDB. L’articolo è di Mario Roncalli.

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«Beato un popolo che non ha bisogno di eroi»: le avrà dette pure il grande Bertold Brecht queste parole, ma pare difficile non fare memoria di quelli che sono arrivati a sacrificare la vita. Sarà anche retorica e tuttavia non si tratta solo di icone consacrate dal popolo, dalla  storia, dalla letteratura, dal cinema… né oggi di statue silenti. Perché il ricordo degli eroi lega il passato al presente, trasforma il loro culto in motivo di speranza per il futuro. E sono poche  le società dove non hanno un ruolo, magari insieme a quello dei santi. Già, santi ed eroi. Che talora possono sovrapporsi e coincidere. Potrebbe essere il caso del vice brigadiere dei Carabinieri Salvo d’Acquisto, del quale domani ricorre il centenario della nascita, occasione di mostre, incontri, celebrazioni laiche e religiose, cerimonie militari, qua e là per il nostro Paese.  Specialmente all’ombra dei monumenti o delle steli di Salvo e di Torre Perla di Palidoro, litorale romano, luogo del suo sacrificio a lungo abbandonato al degrado, dove però, poche settimane fa, grazie a una riqualificazione dello spazio è stato inaugurato un allestimento museale che illustra vicende della storia dei Carabinieri durante la seconda guerra mondiale, nonché tappe della biografia di Salvo.

«Non solo un luogo di commemorazione ma luogo di riflessione rivolto al domani», così il comandante generale dell’Arma dei Carabinieri, Giovanni Nistri, descrivendo quest’ambiente. Qui il ventitreenne D’Acquisto diede la sua vita in cambio di quella di ventidue civili brutalmente rastrellati. Le linee del suo ritratto di eroe sono sintetizzate nel suo foglio matricolare dove si legge che «il 23 settembre 1943 venne fucilato dai tedeschi in località Torre di Palidoro», ma si tace il nome dell’ufficiale nazista che diede l’ordine (per alcuni autori il tenente Hansel Feiten, sicuramente responsabile di altre uccisioni per rappresaglia nello stesso mese e nella stessa zona, uno dei nomi di carnefici nascosti nell'”armadio della vergogna” rinvenuto casualmente nel 1994 alla Procura generale militare). Mentre le righe che motivano la medaglia d’Oro al Valor Militare attributatagli precisano «sul luogo stesso del supplizio, dove, per barbara rappresaglia, erano stati condotti dalle orde naziste 22 ostaggi civili del territorio della sua stazione, non esitava a dichiararsi unico responsabile d’un presunto attentato contro le forze armate tedesche». Per questo motivo era stato crivellato di colpi: «morto da eroe, impassibile di fronte alla morte», si legge in rapporto riservato successivo che attinge a testimonianze locali raccolte la sera dell’esecuzione. Sin qui dunque l’eroe. Per giunta l’eroe morto disarmato invece che con le armi in pugno. E il santo? La questione della santità? Il 23 settembre 1983, quarantesimo anniversario della morte, l’allora ordinario militare Gaetano Bonicelli, oggi vescovo novantacinquenne, disse: «Salvo D’Acquisto ha fatto il suo dovere in grado eroico, ben oltre quello che il regolamento gli chiedeva. Ma perché l’ha fatto? Forse, in quel momento tragico, gli sono risuonate nel cuore le parole di Cristo: “non c’è amore più grande che dare la vita per chi si ama”. Ma anche se la memoria del testo evangelico non l’ha aiutato, la forte educazione cristiana ricevuta in famiglia e nella scuola gli ha fatto cogliere l’essenziale del Vangelo …». Parole con le quali il presule avviava la causa di canonizzazione di quel giovane autore di un gesto da martire, che come afferma oggi anche il fratello Alessandro (vedi in questa pagina) ebbe certo presente l’onore dell’Arma, la fedeltà alla patria, ma pure si abbandonò a Dio che quel “giorno di amore supremo” attinse in un campo dove aveva seminato.

Una semina iniziata in famiglia, nelle scuole e negli ambienti religiosi, delle Figlie di Maria Ausiliatrice, poi dei Gesuiti e dei Salesiani frequentati sin dall’infanzia e dall’adolescenza. Dove affiora la prima educazione non sfuggita nella documentazione per la causa di beatificazione svoltasi presso l’Ordinariato militare d’Italia, con un supplemento d’inchiesta nella diocesi di Napoli, dal 1983 al 1991, mentre nel 1999 si è resa necessaria una nuova inchiesta per indagare la possibilità del martirio (come per Massimiliano Kolbe). Da tempo se ne attendono notizie. La causa va avanti, ma avvolta da un riserbo che il postulatore don Giuseppe Praticò vuole mantenere. Come in casi analoghi, sembra più di una la strada percorribile per accompagnare Salvo D’Acquisto verso gli altari. Di lui, le cui spoglie riposano nella Basilica di S. Chiara a Napoli dal 1986, resta in ogni caso la sintesi fatta da Giovanni Paolo II: «Ha saputo testimoniare la fedeltà a Cristo e ai fratelli. Ecco perché può definirsi un santo che ha contribuito per costruire la civiltà dell’amore e della verità».

<p style=”text-align: justify;”><img class=”size-full wp-image-12601 aligncenter” src=”https://donboscoitalia.it/wp-content/uploads/2020/10/Schermata-2020-10-14-alle-11.27.15.png” alt=”” width=”849″ height=”567″ /></p>

 

Riunione Regione Mediterranea e Conferenza Iberica, il resoconto

Dal 28 al 29 settembre si è svolta la riunione della Regione Mediterranea e della Conferenza Iberica, realizzata fisicamente in Sicilia e via Zoom, alla quale ha partecipato anche il Rettor Maggiore, Don Ángel Fernández Artime. Dal pomeriggio del 29 e fino al 30, si è svolta la presidenza CISI presieduta dal consigliere per la Regione Mediterranea, don Juan Carlos Godoy.

“Il pomeriggio di martedì 29 e mercoledì 30 si è tenuta la Presidenza CISI presieduta dal consigliere per la Regione Mediterranea e Presidente CISI, don Juan Carlos Godoy, dagli Ispettori delle 6 ispettorie italiane, dal nuovo Coordinatore del Settore Formazione don Erino Leoni, dal nuovo Coordinatore del Settore Economia don Mauro Balma, dal Segretario Generale CISI don Roberto Dal Molin. Tutti presenti eccetto l’Ispettore ICC don Stefano Aspettati e don Mauro Balma collegati da remoto – è questo il resoconto del segretario generale della CISI, don Roberto Dal Molin -. Diversi gli argomenti trattati tra i quali: la programmazione del Settore Formazione in Italia, questioni dal Settore Economia, la Riforma del Terzo Settore e le implicazioni per la Formazione Professionale e la rete associativa salesiana, Comunicazione Sociale: identikit dell’ufficio CS e immagine coordinata dei Salesiani in Italia, la pastorale parrocchiale e il rapporto con gli ordinari diocesani.”

Di seguito, l’articolo di resoconto della riunione  della Regione Mediterranea e della Conferenza Iberica pubblicato da ANS.

Lunedì 28 settembre il Rettor Maggiore, Don Ángel Fernández Artime, ha partecipato attraverso la piattaforma “Zoom” all’incontro della Regione Mediterranea e della Conferenza Iberica, realizzato fisicamente in Sicilia, dal 28 al 29 settembre. All’incontro hanno partecipato in videoconferenza anche altri rappresentanti salesiani della Spagna, del Portogallo e del Medio Oriente.

Il dialogo con il Rettor Maggiore è servito fondamentalmente per condividere le linee guida della Congregazione per il sessennio 2020-2026, necessarie per orientare il lavoro di tutte le Ispettorie. Nell’occasione il X Successore di Don Bosco ha anche presentato il documento finale del Capitolo Generale 28, in corso di pubblicazione.

Successivamente don Fabio Attard, che dopo due sessenni come Consigliere Generale per la Pastorale Giovanile è stato nominato nello scorso maggio Responsabile per la Formazione Permanente dei salesiani e dei laici in Europa, ha presentato un documento inerente le sue nuove mansioni.

Da parte sua don Tarcízio Morais, Responsabile mondiale delle Scuole e dei Centri di Formazione Professionale della Congregazione, si è occupato invece del progetto di strutturazione della Formazione Professionale nel contesto europeo.

Nella seconda giornata di lavori si è svolto il raduno della Conferenza iberica, questa volta attraverso la piattaforma “Google Meet”. L’appuntamento è servito a realizzare un confronto su alcuni temi relativi alla formazione salesiana.

Il corso di formazione permanente a El Campello è stato programmato dal 13 aprile al 13 maggio 2021, e sono stati presentati il progetto di formazione iberica e il regolamento di una commissione di formazione iberica. Altri dibattiti hanno riguardato altri temi, come la presenza salesiana nei mezzi di comunicazione sociale, con particolare riferimento all’intenzione di diffondere la visione salesiana sui temi legati alla gioventù, all’educazione e alla famiglia.

Alcune proposte di collaborazione a livello di pastorale giovanile hanno occupato la parte finale di questo incontro, che ha cadenza semestrale. 

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Don Silvio Galli, aperta la causa di beatificazione e canonizzazione

A Chiari si è aperta la causa di beatificazione e canonizzazione del servo di Dio don Silvio Galli. L’articolo è uscito su Il Giornale di Brescia, a firma di Barbara Bertocchi.

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C’è la mamma stanca di vedere il figlio rientrare a casa ubriaco. Il papà piegato dalla malattia. Il nonno che vorrebbe avere la forza di affrontare la dipendenza dal gioco. Sono le anime che tuttora cercano conforto nell’amore infinito di don Silvio Galli, il prete degli ultimi, il salesiano con la tonaca rattoppata che sapeva leggere nei cuori delle persone e dare loro risposte. Ieri nel duomo di Chiari con il vescovo monsignor Pierantonio Tremolada, davanti al maxi schermo collocato a San Bernardino o da casa, seguendo la diretta di Teletutto, hanno pregato per il sacerdote che visse di umiltà e altruismo affinché un giorno non troppo lontano il sogno di vederlo diventare santo si avveri.

Atto solenne. La causa di beatificazione e canonizzazione del servo di Dio è stata ufficialmente aperta con la seguitissima cerimonia iniziata con i giuramenti del postulatore don Pierluigi Cameroni, del vescovo e dei tre membri del tribunale (monsignor Pierantonio Lanzoni, delegato episcopale, don Carlo Lazzaroni, promotore di giustizia, e don Claudio Boldini, notaio) che seguirà l’inchiesta diocesana.

Un «atto solenne – ha evidenziato mons. Tremolada – che dà l’idea di come la Chiesa prenda sul serio la santità di vita: ora, attraverso l’ascolto delle testimonianze di tantissime persone, si definirà come don Galli può essere presentato al mondo». Alla cerimonia – animata dai canti delle Fiamme di San Michele – erano presenti il rettor maggiore dei salesiani don Ángel Fernández Artime, in rappresentanza della grande famiglia fondata da don Bosco alla quale anche don Galli apparteneva, il fratello e due sorelle del sacerdote vissuto a Chiari per oltre 50 anni e i sindaci della cittadina e di Roccafranca.

I ricordi. Il vescovo ha sottolineato l’importanza delle testimonianze che verranno raccolte e dei due miracoli necessari (uno avvenuto dopo la morte e uno dopo la beatificazione): «Sono il segno che il Signore attesta la verità». Ha riferito un aneddoto: «Quando sono diventato vescovo di Brescia alcune persone sono venute da me con una foto di don Galli e mi hanno detto: “Vale la pena verificare che sia santo”. Io allora non conoscevo Chiari e non conoscevo questo sacerdote. Ma poi ho scoperto che in tanti conservavano già quell’immagine, che aveva colpito subito anche me per l’espressione del volto di don Silvio». Perché quello immortalato con la casula «è stato un padre per molte persone, ha accolto chi andava da lui dimostrando sapienza e capacità di ascolto. Era un uomo che viveva la carità verso i poveri: l’Auxilium ne è la testimonianza. Di lui colpivano l’umiltà, la mitezza e l’amorevolezza: era un buono che raccomandava di essere buoni. Vinceva il male con il bene. Aveva un modo tutto suo di vivere l’eucarestia e nutriva un amore profondo verso la Madonna». «A Maria affidiamo questa causa richiesta dal popolo santo di Dio – ha concluso il rettore don Artime -. Don Galli era vicino ai deboli, ai malati e ai carcerati. Usciva a cercare chi si era perduto».

Don Giorgio Colajacomo, il cordoglio del card. Bassetti

“Apprendo con molto dolore la notizia della morte di don Giorgio Colajacomo. E’ uno dei tanti figli della nostra Chiesa, che, nell’adempimento del ministero sacerdotale, è stato portato via da questo virus. Il Signore accolga il caro don Giorgio nella sua pace e gli doni la ricompensa dei servi buoni e fedeli”: è questo il commento del Card. Gualtiero Bassetti alla notizia della morte di don Giorgio Colajacomo, direttore per sei anni della casa salesiana di Perugia. Don Giorgio è tornato alla Casa del Padre ieri, dopo aver contratto il Covid-19. Si trovava ad Alassio, dove aveva appena iniziato il suo nuovo incarico da direttore.

Prosegue l’articolo della Conferenza Episcopale Umbra:

Con voce commossa il cardinale arcivescovo di Perugia-Città della Pieve Gualtiero Bassetti, che oggi si trova a Roma, ha commentato il decesso di don Colajacomo, direttore dell’Istituto salesiano “Don Bosco” di Perugia dal 2014 fino allo scorso agosto, avvenuto stamani, a causa del Covid-19, nell’ospedale San Paolo di Savona. Il cardinale, anche a nome dell’intera Chiesa diocesana perugino-pievese, ha espresso a tutta la comunità salesiana le sue profonde condoglianze e la sua vicinanza spirituale. «Nei sei anni che don Giorgio Colajacomo ha trascorso alla guida della famiglia salesiana di Perugia, incarnando fino in fondo lo spirito di Don Bosco – sottolineano in Curia -, non si è risparmiato nel promuovere diverse iniziative per il rilancio del Centro di formazione professionale, dell’Oratorio e delle attività educative e sportive rivolte alle giovani generazioni. Ha saputo tessere proficui rapporti con le Istituzioni civili umbre, esprimendo soddisfazione per il varo della recente legge regionale sulla formazione professionale». Don Giorgio Colajacomo era nato a Genova il 31 luglio del 1940 ed ordinato sacerdote il 5 marzo 1966. Da appena un mese don Giorgio era alla guida dell’Istituto salesiano di Alassio. Le esequie saranno celebrate nella chiesa Madonna degli Angeli di Alassio, sabato 10 ottobre, alle ore 15. A Perugia la comunità Salesiana e tutti i suoi amici si raccoglieranno in preghiera per la recita del Santo Rosario, venerdì 9 ottobre, alle ore 19, presso la sede dell’Istituto “Don Bosco. Il neo direttore, don Giovanni Molinari, ha espresso il profondo dolore della comunità salesiana per la morte del suo predecessore, ringraziando «il Signore per il dono di don Giorgio alla Congregazione salesiana, alla famiglia salesiana di Perugia e ai tantissimi amici che con tanta dedizione e passione ha amato e servito».

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UPS, il 15 ottobre l’inaugurazione dell’anno accademico

Giovedì 15 ottobre 2020 l’Università Pontificia Salesiana inaugura il nuovo anno accademico che segna la conclusione delle celebrazioni dell’80° dalla Fondazione, avvenuta il 3 maggio del 1940. 

La giornata si apre con la celebrazione eucaristica presieduta dal Rev.mo don Ángel Fernández Artime, Gran  Cancelliere dell’UPS e Rettor Maggiore dei Salesiani, e prosegue nell’Aula Paolo VI dell’Università con l’Atto  Accademico e la Prolusione della prof.ssa Marica Branchesi, Astrofisica del Gran Sasso Science Institute.  L’Atto Accademico verrà trasmesso in diretta streaming sul sito dell’Università. 

Tra gli invitati che hanno confermato la partecipazione: 

Virginia Raggi, Sindaca di Roma

Elena Bonetti, Ministra per le Pari  Opportunità e la Famiglia 

card. Giuseppe Versaldi, Prefetto della  Congregazione per l’Educazione Cattolica 

Pietro Sebastiani, Ambasciatore d’Italia  presso la Santa Sede 

Rossana Ciuffetti, Direttore Scuola dello  Sport del CONI 

Andreas Corcorán, Vice Segretario  Generale della International Association of  Universities (IAU) 

Paolo Ruffini, Prefetto della Segreteria per  la Comunicazione della Santa Sede 

Giovanni Caudo, Presidente Municipio III  di Roma 

Isabel De Oliveira Capeloa Gíl, Presidente  della Federazione Internazionale della  Università Cattoliche (IFCU) 

Michael Murphy, Presidente della  European University Association (EUA) 

In rispetto delle disposizioni in materia di sicurezza, la partecipazione all’Inaugurazione è solo su invito

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Museo Casa Don Bosco: le giornate d’inaugurazione

Dal 2 al 4 ottobre scorso, presso il cuore salesiano di Valdocco, si è tenuta l’inaugurazione del Museo Casa Don Bosco.

Qui è nata l’opera salesiana. Qui è nato il carisma salesiano.
Qui don Bosco e sua mamma Margherita
hanno accolto i primi ragazzi di strada, i primi orfani.
Qui siamo nati noi, salesiani di Don Bosco.
Sono sicuro che questa casa ti racconterà il grande dono
che è Don Bosco per i giovani
e per la Famiglia Salesiana di tutto il mondo.

(Don Ángel Fernández Artime – Rettor Maggiore e X Successore di Don Bosco)

Tre giorni di appuntamenti che si sono sviluppati dapprima con la conferenza stampa di venerdì 2 ottobre per gli operatori della comunicazione e gli addetti ai lavori; sabato 3 ottobre con la presentazione del Museo e il taglio del nastro per le autorità civili e religiose della città; domenica 4 ottobre, infine, con l’apertura ufficiale al pubblico del Museo.

Tra gli ospiti d’onore che hanno preso parte all’inaugurazione, oltre al Rettor Maggiore don Ángel Fernández Artime, 15 ambasciatori e ambasciatrici presso la Santa Sede, dove lavorano i Salesiani nel mondo, Vittorio Sgarbi (critico d’arte, saggista, politico, personaggio televisivo e opinionista italiano), Anna Laura Orrico (Sottosegretario al Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo) e Chiara Appendino (Sindaco di Torino).

Tra gli interventi che hanno caratterizzato l’evento, Sergio Sabbadini, Responsabile progetto architettonico Museo Casa don Bosco, Massimo Chiappetta, Responsabile progetto museografico Museo Casa don Bosco, Don Cristian Besso, Responsabile progetto museologico Museo Casa don Bosco e Stefania De Vita, Direttrice del Museo.

Il Museo Casa Don Bosco racconta la vita di un uomo che è intervenuto socialmente e urbanisticamente nel tessuto cittadino di Torino, e ne ha cambiato il volto e la storia. Attraverso i laboratori, il lavoro e il primo contratto di apprendistato, ha trasformato lo sfruttamento minorile in un impiego con diritti e regolamenti.

(Stefania De Vita – Direttrice Museo Casa Don Bosco)

Valdocco, il nuovo Museo Casa don Bosco

INAUGURAZIONE – NEI LUOGHI DELLE ORIGINI DEL SANTO, UN RINNOVATO ALLESTIMENTO MUSEALE

Non poteva non diventare un Museo la casa di don Bosco. Lo era già nella sua dimensione di santità e bontà che ancora oggi e per il futuro anima la famiglia salesiana presente in tutto il mondo. Ma ora, dopo alcuni anni di progettazione e restauro nel cuore della prima missione salesiana…

Aperto il Museo Casa Don Bosco: “Una perla preziosa che testimonierà la grandezza di Don Bosco”

(Torino, 6 ottobre 2020) – Il Capitolo Generale 27° chiese al Superiore Generale della Congregazione Salesiana, il Rettor Maggiore, e al suo Consiglio, di prendere in mano i Luoghi Salesiani e farne qualcosa di speciale per il mondo salesiano. Quella consegna ha dato origine ad una realtà nuova: il Museo Casa Don Bosco, inaugurato solennemente a Torino-Valdocco, con tre giorni di eventi, nello scorso fine-settimana…

> Corriere della Sera Torino  > La Stampa  > Torino oggi  >Acistampa

Pagina Museo Casa Don Bosco
Sito Museo Casa Don Bosco

“Mossi dalla speranza” – In uscita il poster della Strenna 2021

«Mossi dalla speranza: “Ecco, io faccio nuove tutte le cose” (Ap 21,5)» è il titolo che il Rettor Maggiore, Don Ángel Fernández Artime, ha prescelto per il messaggio della sua Strenna per il 2021. Ecco, il poster per la Strenna inviato alle case salesiane di tutto il mondo.

 

“Quando ho conosciuto la frase che accompagnerà la Strenna per il 2021 ho pensato alla necessità di offrire attraverso l’immagine, ciò che per me è forte in quella preghiera… LA SPERANZA. E per noi, come comunità di credenti, la nostra speranza è riposta in Gesù. Spesso sentiamo in questi tempi in cui viviamo che le persone sono senza speranza. Basta una pandemia per far ‘tremare’ l’umanità e renderla molto più vulnerabile. E in quell’umanità ferita ci sono anche i nostri giovani… i privilegiati del nostro carisma.

Ecco perché, e quasi ‘pregando’, troviamo l’immagine di Gesù è al centro, che ci sostiene, ci invita a sollevarci, e non solo con la mano tesa, ma anche con lo sguardo comprensivo che dà dignità. E attorno c’è un ambiente che tende a convertirsi, da uno scenario grigio, scuro, denso, ad un altro pieno di colore, con la luminosità necessaria per vedere nei volti di chi ci riceve, la testimonianza di Cristo.

La nostra grande sfida, come Famiglia Salesiana, sia semplicemente quella di essere segno di Speranza, di mettere luce e colore, di guardare con sguardo comprensivo, di continuare a guarire e accompagnare ciò che questa pandemia ha ferito, di continuare ad essere attenti ai bisogni degli altri, come ci hanno insegnato Madre Mazzarello e Don Bosco”.

(Disegnatore Gustavo Daguerre)

Visita il sito ufficiale

Dirigenti di enti di Terzo Settore: all’UPS il nuovo corso di alta formazione con Salesiani per il Sociale APS e Forum del Terzo Settore

La Facoltà di Scienze dell’Educazione dell’Università Pontificia Salesiana, attraverso l’Istituto di Metodologia Pedagogica, in collaborazione con l’associazione Salesiani per il Sociale APS ed il Forum Nazionale del Terzo Settore, organizzano un corso di alta formazione per Dirigenti di Enti di Terzo Settore.

Il riassetto del comparto del Terzo Settore, guidato dalle linee della legge di riforma (L. 106/2006) e dai successivi dispositivi applicativi, come il Codice del terzo settore (D. Lgs 117/17) impone un aggiornamento nella gestione e nel coordinamento di questi Enti che sono appunto coinvolti in una grande stagione di cambiamenti.

Il percorso universitario intende quindi formare i dirigenti del Terzo Settore affinché siano in grado di rispondere ai bisogni sociali, culturali e individuali, di valorizzare la mission della propria organizzazione e di assumere decisioni per il bene delle comunità nelle quali operano. I destinatari sono figure dirigenziali interessate ad approfondire competenze di pianificazione strategica e sviluppo di particolari aree del proprio ente di appartenenza. Persone orientate alla dirigenza e che intendono acquisire elementi formativi per una gestione competente di Enti del Terzo Settore, o che vogliono qualificare un ruolo attuale o imminente.

“In un momento storico in cui il Terzo Settore è chiamato a dare risposte nuove nel sociale, ad avere la capacità di leggere bisogni, necessità che cambiano di continuo, come Salesiani in Italia abbiamo voluto promuovere un percorso formativo di alto livello per dirigenti degli enti del Terzo Settore. Crediamo che la formazione sia il punto cardine per riuscire a vincere la sfida nel sociale”, spiega don Roberto Dal Molin, presidente di Salesiani per il Sociale APS.

“Il Terzo settore è l’unico che ha registrato, dal 2008 ad oggi – prima della crisi del Coronovirus – una costante crescita in termini numerici ed economici, tanto da essere interessato da una riforma che ha l’obiettivo di ridisegnarne il perimetro e riconfigurarne il quadro normativo. Crediamo che in questo momento sia di grande importanza investire sulla formazione dei soggetti interessati da questa riforma, perché siano in grado di gestire con competenza le proprie organizzazioni e di rispondere ai nuovi bisogni emergenti nelle comunità”, così Claudia Fiaschi, Portavoce del Forum Nazionale del Terzo Settore.

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METODOLOGIA
Lezioni frontali, laboratori di formazione, tirocini e lezioni di approfondimento, in presenza e a distanza, dando priorità, nei fine settimana predisposti da calendario, alla formazione in presenza.

CONTENUTI
A partire da una serie di temi generatori presentati da autorevoli esperti, i contenuti saranno sviluppati nell’ambito delle seguenti aree:
• sviluppo e trasformazioni del terzo settore;
• organizzazione e gestione;
• comunicazione e strategie di fundraising;
• diritto;
• amministrazione e fiscalità;
imprenditorialità – generatività nel contesto delle dinamiche di sviluppo umano, sociale e locale.

COMITATO SCIENTIFICO
Dott. Carlo Borgomeo, Dott.ssa Claudia Fiaschi, Prof. Leonardo Becchetti, Prof. Emanuele Rossi, Prof. Mauro Mantovani.

DURATA DEL CORSO
Novembre 2020 – Novembre 2021.

QUOTA DI ISCRIZIONE
Comprensiva di materiali, sussidi, registrazione e certificazioni, accesso alla piattaforma online, card servizi universitari e accesso alla biblioteca: 3.000,00.

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Un “armadio” per esporre 9 brand eco-sostenibili: la moda etica arriva allo IUSVE

Pubblichiamo il comunicato stampa di IUSVE sul progetto “Armadio etico”, per approfondire l’origine dei capi e promuovere i brand impegnati nella sostenibilità.

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Il settore moda, con particolare attenzione al “fast fashion”, ha imposto dei tempi e dei modi di vivere e fruire la moda pericolosi per le persone e il Pianeta. Quello della moda risulta infatti il secondo settore al mondo per inquinamento ambientale, in termini di sostenibilità, qualità di materiali ed etica del lavoro. Tuttavia sempre più associazioni stanno lottando contro la manodopera a basso costo imposta da questo sistema. Per questo, in relazione all’avvio del nuovo anno accademico che sarà animato da uno spirito «Green» in tutti i campi, lo IUSVE ha inaugurato un progetto speciale: l’Armadio etico. Il progetto prevede la realizzazione di uno spazio dedicato all’interno di IUSVE con un percorso strutturato a pannelli espositivi nei quali verrà raccontata la storia del capo presentato, la provenienza della stoffa, gli approcci sostenibili il tutto affiancato alla presenza di un armadio vero e proprio, nel quale verranno esposti abiti e stoffe provenienti da alcuni brand del territorio impegnati in questa direzione per far conoscere e toccare con mano agli studenti e al personale, la qualità dei materiali. L’idea di allestire un armadio Etico nasce dai docenti Francesca Bonotto, curatrice e grafico della mostra e Marco Sanavio, in relazione ai brand e alle persone conosciute durante l’esperienza della rubrica “ModaPuntoCom”, che parla di moda e comunicazione di moda etica e sostenibile. Già da qualche anno, infatti, grazie allo spazio messo a disposizione da Cube Radio attraverso la rubrica e i corsi, i due docenti stanno affrontando queste tematiche. 

L’inaugurazione del progetto, lunedì 21 alle 10.30 ha visto l’apertura della mostra che rimarrà in atrio allo IUSVE fino al 3 ottobre (dal lunedì al sabato dalle 8.30 alle 16.30), il 2 ottobre alle 8.30 si chiuderà con una sessione di eco psicologia all’aperto (un modello scientifico e culturale che propone una visione integrale dell’uomo in cui mente, corpo, spirito e legame con l’ambiente naturale sono interconnessi). «Si tratta – spiega Marco Sanavio, Direttore Cube Radio – di un’attività molto concreta e tattile, interessante anche per i risvolti psicologici e pedagogici che può stimolare, veicolata nel digitale da una vasta gamma di interazioni digitali curate dalla nostra responsabile di palinsesto, Jasmine Pagliarusco». 

«Questo è il primo di una serie di eventi, seminari e iniziative di sensibilizzazione che accompagneranno il prossimo triennio, dedicato al Progetto Ecologia integrale e nuovi stili di vita – spiega don Nicola Giacopini, direttore IUSVE – come Università abbiamo infatti accolto e fatto nostro l’accorato appello di Papa Francesco rivolto al mondo intero nella “Laudato Sì”. Una visione integrale non solo della natura ma del mondo, inteso come “casa comune” da custodire e rendere sempre più ospitale per tutti, in particolare i giovani e chi è ai margini. Un’enciclica, la “Laudato Sì” che definire ambientale è molto riduttivo: è eminentemente sociale. E l’Armadio etico ne è prova ed esempio». 

COLLABORAZIONI 

Tutti i materiali presenti all’esposizione/mostra sono stati recuperati e/o acquistati secondo una logica di consumo critico e consapevole. Le stoffe per l’allestimento dell’armadio sono state donate da Dietro Le Quinte una scuola di cucito per adulti e bambini. Il concept grafico e l’allestimento saranno curati dalla docente Francesca Bonotto il coordinamento generale verrà gestito dal professor Federico Gottardo. Cube Radio ha fatto la scelta della mobilità sostenibile per i suoi spostamenti durante tutta la durata della manifestazione e grazie alla collaborazione con l’azienda Estrima di Pordenone è riuscita ad allestire nel bagagliaio della piccola biposto «Birò» un vero e proprio studio mobile per le dirette quotidiane trasmesse dal giardino antistante lo IUSVE. Un gruppo di performers legato alla scuola padovana «Dance4Fun Academy» guidato da Augusta Basile e Genny Giambrone ha preparato un flashmob legato alla sostenibilità ambientale che si propone di interrompere la routine accademica per lanciare un messaggio volto alla sensibilizzazione e alla cura della casa comune. Durante tutta la durata della mostra Jasmine Pagliarusco, responsabile di palinsesto di Cube Radio, proporrà quiz sulla moda sostenibile mettendo in palio capi di abbigliamento che rispettano le indicazioni etiche dell’iniziativa. Anche il buffet dell’inaugurazione sarà attento a qualità e quantità di cibo e bevande, grazie alla collaborazione con «Osteria di fuori porta» e «Cooperativa agricola El Tamiso». A conclusione del progetto sarà programmata una mattinata dedicata al vivere lento, grazie al contributo di ex studenti impiegati in discipline olistiche tra questi Beatrice Scarpa e Tai Chi 

REALTÀ ESPOSTE 

Le realtà presenti saranno le seguenti: Solidalia, una cooperativa che si occupa dell’inserimento di persone deboli e svantaggiate in ambienti protetti e dello sviluppo di nuove attività imprenditoriali che possano garantire nuove opportunità lavorative. Oltre ad essere una dei protagonisti della mostra parteciperà all’inaugurazione donando dolcetti vegani realizzati in modo etico. Maeko Tessuti azienda che realizza tessuti naturali di alta qualità a filiera controllata e partecipa allo sviluppo di un’economia sostenibile amica della natura e nel rispetto dell’ambiente e dell’individuo. Eticlò brand italiano che lavora con tessuti naturali e di origine biologica, tinture ecologiche e una filiera responsabile made in Italy. Wrad brand con l’obiettivo di influenzare il cambiamento sociale e ambientale attraverso prodotti innovativi in sintonia con le esigenze del nostro pianeta e delle persone. Xiwikj è un marchio italiano che crea prodotti tessili in India con antiche lavorazioni artigianali. Rifò produce capi e accessori di alta qualità, realizzati con fibre tessili rigenerate e rigenerabili. Altromercato la principale realtà di Commercio Equo e Solidale in Italia. Supermercatino Treviso seconda mano di lusso all’insegna del nobile spirito del riciclo e del riuso. Piùeqo ha l’obiettivo di riuscire a produrre le migliori calze “naturali” con l’attenta selezione dei migliori filati, la ricerca di design e il controllo della qualità dell’intera filiera di produzione.