Presentazione novena a Maria Ausiliatrice 2020

Pubblichiamo la presentazione della novena a Maria Ausiliatrice del Rettor Maggiore

(ANS – RMG) – Quest’anno la tradizionale novena di Maria Ausiliatrice, dal 15 al 23 maggio, si carica di un significato tutto speciale vista l’emergenza sanitaria provocata dalla diffusione del Coronavirus, che da alcuni mesi sta flagellando l’intera umanità.

Ci ispireremo all’antifona mariana che corre lungo tutta la Basilica di Maria Ausiliatrice a Torino, tra i capitelli dei pilastri e il cornicione, scritta a lettere capitali.

“SANCTA MARIA, succurre miseris, iuva pusillanimes, refove flebiles, ora pro populo, interveni pro clero, intercede pro devoto femineo sexu, sentiant omnes peccatores tuum iuvamen, quicumque tuum sanctum implorant auxilium” (“O Santa Maria, soccorri i miseri, rendi forti i pusillanimi, rianima i deboli, prega per il popolo, intervieni per il clero, intercedi per le donne, sperimentino il tuo soccorso tutti i peccatori e tutti coloro che implorano il tuo santo aiuto.“)

Ogni giorno dopo un breve commento ad ogni invocazione, seguirà la testimonianza di una figura di santità della nostra Famiglia Salesiana che ha vissuto in tempi di epidemia.

Verrà poi indicato un impegno da vivere durante il giorno e chiuderemo con l’Atto di Affidamento speciale a Maria Ausiliatrice, rinnovando con il cuore di Don Bosco la nostra fiducia in Maria Santissima, in quest’ora di grande prova e sofferenza, ma anche carica di solidarietà, fede e speranza.

La novena sarà disponibile dal 15 maggio sulla pagina Facebook di ANS

Buona festa di Madre Mazzarello!

Pubblichiamo il messaggio di Madre Yvonne Reungoat, Superiora Generale dell’Istituto FMA, alle Figlie di Maria Ausiliatrice, giovani e Famiglia Salesiana in occasione della festa di Madre Mazzarello.

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Roma (Italia). Il 12 maggio 2020, alla vigilia della Solennità di Santa Maria Domenica Mazzarello, Madre Yvonne Reungoat, Superiora Generale dell’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice (FMA), invia un messaggio alle FMA, giovani e Famiglia Salesiana.

«A voi tutte, carissime sorelle, a tutti i giovani, a tutte le giovani, al gran numero di ExAllieve/i, a tutte le persone che condividono la nostra missione, ai membri dei diversi gruppi della Famiglia salesiana, a tanti amici e familiari che sono parte della grande rete in cui l’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice è connesso, auguro una

Buona Festa di Madre Mazzarello!

Celebriamo questa festa con gioia sempre, ma specialmente quest’anno, in cui stiamo iniziando la preparazione della celebrazione dei 150 anni della fondazione dell’Istituto. La situazione inedita che stiamo vivendo a motivo del lockdown non ci impedisce di sentirci in profonda comunione nel rendere grazie al Signore per la santità di Maria Domenica! La sentiamo viva e attiva nelle nostre comunità, nella nostra vita, pronta a sostenerci, a incoraggiarci, a suggerirci di essere creative.

È la Festa di Madre Mazzarello del primo dei tre anni di preparazione alla Celebrazione del 150° anniversario della nascita del nostro Istituto.
Scrivevo nella circolare 989: “Come segno di comunione proponiamo, per quest’anno improntato al ringraziamento, di vivere con speciale solennità la festa di S. Maria D. Mazzarello con una accurata e coinvolgente preparazione e lasciando emergere la gratitudine per il dono della sua santità e per l’attualità della missione salesiana nel mondo”.
Le circostanze ci hanno spinto a cercare modalità nuove, sia nella preparazione che nella celebrazione di questa solennità, ma sono certa che ogni comunità potrebbe raccontare esperienze bellissime di incontro con la Fondatrice, di conversione profonda, di accoglienza gioiosa e rinnovata del carisma; come sono certa che domani saprete dare un’impronta di riconoscenza alla celebrazione.

Vi confesso che in questi mesi mi ha fatto molta impressione pensare che la maggior parte delle nostre case erano diventate silenziose, che abbiamo dovuto interrompere molte attività o ripensarle per poterle assicurare “a distanza”, che la stessa vita della comunità religiosa è segnata dalla necessità del distanziamento fisico, dalle preoccupazioni per la salute all’interno e all’esterno, nelle famiglie, tra i destinatari della nostra azione pastorale, tra i nostri collaboratori, da un cambiamento di ritmi e di impegni. Sono rimasti in casa le/i giovani che non hanno un’altra casa, che sentono questa come la loro unica casa!

Ma sono anche impressionata positivamente dalla grande creatività per raggiungere le/i giovani, le famiglie, le persone che hanno bisogno. Abbiamo aperte vie nuove in cui non pensavamo essere capaci di entrare. La solidarietà si è moltiplicata. La fede si è consolidata dando lo spazio alla preghiera, all’incontro con il Signore. La Risurrezione di Gesù è venuta illuminare il cammino e ridarci la gioia. Maria Domenica oggi chiede ad ognuna e ognuno di noi: “sei allegra?”

L’esperienza delle epidemie in Maria Domenica

Per la grande maggioranza di noi la realtà di un’epidemia è una condizione nuova, tanto più lo è dal momento che si manifesta nella forma della pandemia, ma Maria Domenica conosceva fin da piccola le conseguenze delle epidemie: i suoi genitori avevano accolto come figlia un’altra Maria Domenica, una cuginetta, a cui il colera nel 1835 aveva tolto i genitori; gli abitanti della sua frazione stavano costruendo la chiesetta dei santi Stefano e Lorenzo e di Maria Ausiliatrice in ringraziamento della protezione ricevuta in quella stessa occasione. Ma poi ha fatto l’esperienza di un’epidemia nella sua stessa persona: è stato il momento dell’oblazione totale nella carità e nell’obbedienza: “Don Pestarino, se lei vuole, io vado. Ma sono sicura di prendere il male”. Ma, al tempo stesso, senza che potesse neppure immaginarlo, è stata una scelta determinante per la sua vita e…per noi, per l’Istituto che sarebbe nato dopo vari anni.

Quello che poteva apparire un fallimento, che portava con sé il crollo di progetti e speranze, si rivelò, invece, nel tempo, la chiave per accedere ad un disegno di Dio provvidenziale e impensabile.

L’inizio di tutto…

Quella che poteva apparire la fine di tutto era, invece, l’inizio di tutto.
Dio non la voleva solo contadina, impegnata nella sua parrocchia, disponibile a fare la catechista anche alle mamme, ma apostola del mondo giovanile femminile, attraverso l’educazione cristiana. Non le fu tutto chiaro, subito, tutt’altro.
Dalla preghiera “Signore, se nella vostra bontà volete concedermi ancora alcuni anni di vita, fate che io li trascorra ignorata da tutti, e, fuorché da voi, da tutti dimenticata”, alla visione di Borgo Alto, alla decisione di imparare a fare la sarta per raccogliere ed educare cristianamente le fanciulle del paese, si delinea tutto un percorso di docilità allo Spirito, che non le fa vedere se non un passo dopo l’altro quello che Dio vuole da lei, che stimola la sua capacità di guardarsi attorno, di vedere i bisogni e di progettare risposte… ma sempre con lo sguardo del cuore a Dio solo.

A te le affido…, ancora oggi

Questo è per noi un grande suggerimento in questo tempo, in cui tutte le nostre case non risuonano, come d’abitudine, di voci giovanili, in cui stiamo inventando modi nuovi di raggiungere, animare, educare fanciulli e adolescenti, di coinvolgere le/i giovani in questa missione.
Cosa il Signore e Maria Ausiliatrice ci stanno chiedendo? Quale volto deve assumere la nostra missione adesso e quando torneremo ad incontrarci fisicamente? Cosa vogliono che cambi nella nostra vita e nel nostro affiancare la vita che cresce?
Sappiamo solo una cosa con certezza: che l’appello della Madonna, “A te le affido, continua a risuonare nel nostro cuore come singole e come comunità, come comunità religiosa e come comunità educante, come Istituto. Sta a noi, in sinodalità, cercare cosa significa, in questo 2020, e rispondervi.
Questo è un cammino che ben si inserisce in quest’ultima fase di preparazione al Capitolo Generale XXIV.
Essere “comunità generative di vita” è saper suscitare vita là dove sembra che ci sia solo morte, speranza dove la tentazione è quella di rifiutare anche la possibilità di sognare un futuro migliore, fiducia là dove la diffidenza rischia di prendere il sopravvento.
Risvegliare la freschezza vocazionale delle origini è aiutare a spalancare cuore e orecchie agli appelli che ci raggiungono da ogni parte e ci chiedono di saper “inventare gli strumenti” per rispondervi, di dare una svolta decisiva alle scelte per mettersi a servizio di chi ha bisogno.

Un evento di grazia

In questo tempo, mi sono detta, più volte, che anche la pandemia con tutto quello che di limitazione sta comportando, è un evento di grazia, che viene a scuoterci dalle nostre sicurezze e ad invitarci ad uno sguardo nuovo sulla realtà e sul carisma.
A Maria Domenica chiese il passaggio da quella che poteva apparirle come una vita spezzata ad una maternità grande come il mondo; una maternità che è iniziata in lei, ma continua in ciascuna di noi, attraverso i quasi 150 anni di vita dell’Istituto.
Una maternità che va assumendo il volto, la lingua, le attese, i sogni di ogni popolo e di ogni giovane.
Vi lascio un compito per questo 13 maggio 2020: interroghiamo Maria Domenica perché ci indichi, come singole FMA, come comunità, come comunità educanti, come giovani, come famiglie, la strada che ci si apre, il volto per l’oggi, i cambiamenti che siamo chiamate a compiere per essere “trasparenza dell’amore di Dio e riflesso della bontà materna di Maria” (C 14), nella concretezza della società in cui ci troveremo a vivere nei prossimi mesi, quando il contagio sarà cessato, ma occorrerà riparare i tanti guasti materiali e spirituali, morali e sociali che avrà prodotto e far crescere le aperture e prospettive di bene che si saranno sviluppate.

Vi auguro un festa trascorsa in intimità dialogante con Maria Domenica, la nostra Fondatrice, in docilità gioiosa a quello che Lei ci suggerirà, in comunione profonda tra noi, con i nostri giovani, anche se fisicamente lontani loro sono sempre vicini perché abitano il nostro cuore, con tutti quelli che frequentano abitualmente le nostre case e collaborano con noi nella missione.

Maria Domenica ci accompagni e ci faccia sentire la sua maternità forte e preveniente, ci renda capaci della sua stessa donazione a Dio e ai giovani, alle sorelle e a quanti incontriamo ogni giorno, chieda a Gesù di riempire il nostro cuore della Sua gioia!

Buona festa!

Roma, 12 maggio 2020

Suor Yvonne Reungoat
Superiora Generale dell’Istituto FMA

Il sito delle FMA

MGS Sicilia, incontro di preghiera e condivisione per la festa di San Domenico Savio

Pubblichiamo l’articolo che riporta l’incontro avvenuto tra l’MGS della zona Iblea e il delegato di PG don Domenico Luvarà sulla figura di don Domenico Savio.

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In occasione della memoria liturgica di San Domenico Savio che ricorre il 6 maggio, il MGS della zona Iblea, comprendente le case salesiane di Ragusa, Modica e Pozzallo, ha organizzato un breve incontro di preghiera e condivisione in videoconferenza (tramite Hangouts Meet). Ospite d’eccezione è stato don Domenico Luvarà, delegato della Pastorale Giovanile dell’Ispettoria Salesiana Sicula.

Don Domenico ha definito questo giovane santo come un “gigante dello spirito”, emblema di una santità docile e disponibile, elencando tre delle caratteristiche principali relative alla sua vita: è stato un portatore sano di gioia, ha vissuto un’esistenza in grazia di Dio ed ha incarnato un modello di ragazzo in gamba. In fondo Domenico Savio è stato un leader positivo, si è messo in discussione, ha agito nell’interesse di chi aveva accanto, fondando, ad esempio, la “Compagnia dell’Immacolata”.

Tanti gli spunti di riflessione durante l’incontro, tanti gli input multimediali e musicali e gli esempi da seguire per una vita di santità e pienezza, perché tutti siamo chiamati ad essere santi lì dove siamo, a rispondere a un progetto di santità che ci tocca da vicino, così come fu per Domenico.

Ritrovarsi anche solo virtualmente è stata un’opportunità e un dono per i tanti giovani che dopo diverso tempo hanno avuto modo di riscoprire e riassaporare la bellezza e la grandezza di un ragazzo giovanissimo, testimone di una fede allegra e autentica e di una santità intrisa di preghiera, purezza e semplicità.

Alfio Pappalardo
Salesiano di don Bosco

Giovani dell’istituto Gerini di Roma coinvolti nella lotta al Covid-19

Pubblichiamo l’articolo uscito su Dazebao News che racconta l’esperienza degli studenti dell’istituto “Gerini” di Roma coinvolti nella lotta al Covid-19.

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Nessuno poteva immaginare che un gruppo di giovani del Centro di Formazione Professionale salesiano dell’Istituto Gerini di Roma si trovasse coinvolto in modo diretto nella lotta al Covid 19.

La riapertura delle aziende italiane dal 4 maggio, al termine del lockdown, ha infatti permesso ai giovani del IV anno duale del settore elettronico di continuare l’attività di stage in aziende ove l’evoluzione tecnologica rappresenta il core business e, in questo particolare momento, l’attenzione è stata rivolta a trovare soluzioni per arginare l’emergenza sanitaria mondiale.

I giovani si attengono ovviamente ai protocolli di sicurezza prescritti dalle autorità sanitarie nazionali e a quelle adottate dalle aziende partner del Cfp (centro di formazione professionale ndr).

Alcuni titolari di azienda, per la particolare stima nei confronti dell’Istituto, per la sensibilità educativa e per preservare i giovani da eventuali contagi durante il viaggio sui mezzi pubblici hanno provveduto a prelevarli al mattino e a riportarli in famiglia a fine giornata con gli stessi dipendenti dell’azienda.

I positivi feedback dei giovani, delle loro famiglie e delle aziende ospitanti sono fonte di grande soddisfazione per i formatori e confermano anche il valore delle scelte basate sulle tecnologie digitali, principalmente su strumenti hardware e software con cui sono stati coinvolti gli allievi. In questo modo essi valorizzano esperienze e progettualità che conducono all’elaborazione di un prodotto finale, che non ha carattere puramente astratto, ma che è parte della vita quotidiana.

Tale didattica innovativa non è più esclusiva o di nicchia e per pochi, ma entra ormai in molteplici ambiti disciplinari, e in particolare nella robotica, le cui applicazioni spaziano dalla meccanica alla logistica, dalla domotica alla sicurezza, dal settore chirurgico e sanitario in genere fino a quello spaziale, etc.

È sempre più importante ed urgente che le nuove generazioni studino queste modalità e che seguano le nuove avanguardie tecnologiche. L’utilizzo delle tecnologie digitali serve certamente alla cultura ed è fonte di progresso perché risponde a tante esigenze della vita nei più svariati settori, ma non va disgiunto da tanti altri nuclei del sapere e da metodiche tradizionali dell’insegnamento.

Tra gli allievi del IV anno una decina sono tornati presso le aziende che operano nel settore elettronico e contribuiscono fattivamente all’assemblaggio e collaudo di apparecchiature per la prevenzione, la diagnostica e il monitoraggio per il contenimento e il contrasto al diffondersi del Coronavirus; altri sono impegnati per il montaggio di ventilatori polmonari indispensabili per tenere in vita le persone contagiate con condizioni respiratorie critiche ed altri ancora nel collaborare nel settore di speciali sensori posti sugli indumenti del personale sanitario in modo da segnalare tramite allarme o messaggio la durata della loro presenza accanto a persone in situazione di particolari gravità di rischio, sia all’interessato come ai diretti superiori.

Sia le aziende sopra citate che tante altre chiedono con insistenza ai giovani e ai loro formatori di incrementare fortemente le competenze tecniche sempre più innovative perché facilitano l’inserimento immediato nel mondo del lavoro, che è sempre più qualificato ed esigente. Il crescente sviluppo del digitale è diventato ormai abituale e fondamentale strumento di supporto per le aziende ed è una delle caratteristiche a cui tendono i Cfp salesiani, insieme ad una formazione integrale da un punto di vista umano e cristiano dei loro allievi.

L’esperienza accennata ricorda la figura di Don Bosco, grande educatore di giovani, e la risposta che seppe dare alla città di Torino quando nel 1854 fu colpita dal colera.

Don Bosco credeva profondamente nel protagonismo dei giovani e affidava loro responsabilità anche al di sopra delle loro forze; non badava a spese per la loro formazione e ricercava per essi le tecnologie più avanzate del tempo; li accompagnava personalmente nelle prime esperienze lavorative e curava il loro inserimento nel mondo del lavoro anche da un punto di vista contrattuale; voleva che fossero esemplari da un punto di vista umano, cristiano e professionale per poter dare un contributo per il bene della società civile. Nel 1854, quando il colera devastava la città di Torino, non esitò a mandare un gruppo dei suoi giovani più responsabili a soccorrere e alleviare le sofferenze di tanti malati ed abbandonati a sé stessi; chiese loro di rispettare le precauzioni sanitarie del tempo, di vivere in grazia di Dio e di avere una grande fede nella Madonna. Nessuno dei giovani si ammalò. Il loro coraggio e generosità suscitò la stima della gente e delle autorità del tempo che ringraziarono pubblicamente Don Bosco e i suoi ragazzi per la preziosa collaborazione offerta alla città. Oggi i “nuovi ragazzi di Don Bosco” collaborano fattivamente anche nell’offrire un prezioso contributo tecnico e scientifico per il bene dell’intera società.

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Don Joan Lluís Playà è il nuovo Delegato Mondiale per la Famiglia Salesiana

Pubblichiamo l’articolo dell’agenzia salesiana ANS sulla nomina di don Joan Lluís Playà a Nuovo Delegato Mondiale per la Famiglia Salesiana.

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(ANS – Roma) Venerdì 8 maggio, al termine della sessione del Consiglio Generale, durante la buona notte del Rettor Maggiore, Don Angel Fernandez Artime ha annunciato la nomina di don Joan Lluís Playà a Nuovo Delegato Mondiale per la Famiglia Salesiana.

Nato a Terrassa (Barcellona) nel 1947, ex alunno della Casa Salesiana di Terrassa, nel 1966 è entrato a far parte dei Salesiani ed è stato consacrato sacerdote 1977.

Ha studiato pedagogia, formazione per gli adulti, teologia pastorale e teologia spirituale e ha conseguito la Laurea in Teologia morale presso la Facoltà di Teologia di Barcellona.

1969-1972. E’ stato membro del Consiglio delle comunità di Sant Vicenç dels Horts e Girona, formatore degli Aspiranti e professore a Girona.

1975-1981. Incaricato dello studio dei ragazzi nella scuola e nella pastorale, insegnante e formatore degli aspiranti. Animatore di una comunità cristiana in un quartiere marginale di Terrassa (Barcellona).

1981-1982. Assistente dei novizi a Terrassa (Barcellona).

1982-1988 Ha fatto parte del Consiglio ispettoriale (Barcellona).

1988-1994. Direttore della comunità, insegnante e responsabile del lavoro ad Andorra.

1994-2000. Direttore della comunità, professore e responsabile dell’Opera di Barcellona-Sarrià e dal 1997 al 2000 consigliere Ispettoriale (Barcellona).

2000-2006. Consigliere Ispettoriale (Barcellona).

2000-2003 Vicario ispettoriale. Responsabile delle scuole

2003-2006 Delegato alla formazione

Tra il 2006  e il 2014 è stato ad Andorra e Barcellona-Rocafort. Consigliere ispettoriale, delegato della Pastorale giovanile. Inoltre tra il 2007-2010 ha ricoperto i servizi  di Direttore della comunità, insegnante e responsabile del lavoro e delegato ispettoriale della Comunicazione.

2011-2015.  Assistente regionale del VDB

2014-2015 Consiglio ispettoriale (SMX). Consigliere e Delegato della Famiglia Salesiana.

È stato chiamato dal Rettor Maggiore a Roma, sede centrale dal 2015 al 2020, come Assistente Centrale del VDB e del CDB. Segretario della Regione del Mediterraneo.
Insieme alla sua nuova Responsabilità continuerà ad essere l’Assistente centrale della VDB e della CDB. Il Rettor Maggiore ha ringraziato il servizio di Padre Eusebio Muñoz che dal 2014 ad oggi è stato il Delegato mondiale della Famiglia Salesiana nella Congregazione.

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Dal 18 maggio celebrazioni con la presenza dei fedeli

Pubblichiamo l’articolo di Vatican News in cui si riporta la notizia della firma del protocollo per riaprire le celebrazioni alla presenza dei fedeli.

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Gabriella Ceraso – Città del Vaticano

“Ciascuno ha fatto la propria parte con responsabilità”. Così il presidente della Conferenza episcopale italiana, il cardinale Gualtiero Bassetti, ha commentato la firma, questa mattina a Palazzo Chigi, del Protocollo che dà il via libera alla ripresa delle celebrazioni con la presenza del popolo a partire dal 18 maggio, ribadendo l’impegno della Chiesa a contribuire al superamento della crisi in atto. Il testo  – fa sapere la Conferenza episcopale italiana – giunge a conclusione di un percorso che ha visto la collaborazione tra i vescovi, il Presidente del Consiglio, il Ministro dell’Interno – nello specifico il Prefetto del Dipartimento per le Libertà civili e l’Immigrazione, Michele di Bari, e il Capo di Gabinetto, Alessandro Goracci – e il Comitato Tecnico-Scientifico.

Nel rispetto della normativa sanitaria disposta per il contenimento e la gestione dell’emergenza epidemiologica da SARS-CoV-2, il Protocollo indica alcune misure da ottemperare con cura, concernenti l’accesso ai luoghi di culto in occasione di celebrazioni liturgiche; l’igienizzazione dei luoghi e degli oggetti; le attenzioni da osservare nelle celebrazioni liturgiche e nei sacramenti; la comunicazione da predisporre per i fedeli, nonché alcuni suggerimenti generali. Queste misure- ha spiegato il premier Conte – esprimono i contenuti e le modalità più idonee per assicurare che la ripresa delle celebrazioni liturgiche con il popolo avvenga nella maniera più sicura.

Nello specifico si parla di accessi ai luoghi di culto ordinati e contingentati con l’aiuto dei volontari, e di presenze di fedeli  ammessi solo con l’uso di mascherine e rispettando le distanze di sicurezza per “almeno un metro laterale e frontale”. A coloro che presentano sintomi influenzali/respiratori, con febbre uguale o superiore ai 37,5 gradi o che sono state in contatto con persone affette da coronavirus, è vietato l’ingresso ai luoghi di culto. Ingressi e uscite dovranno essere quanto più possibile distinti e si dovranno prevedere luoghi appositi per l’accesso dei disabili. Gli ambienti saranno igienizzati al termine di ogni cerimonia così come tutti gli oggetti utilizzati. Vuote le acquasantiere e omesso lo scambio del gesto di pace. Per i riti della Comunione sono richiesti al celebrante l’igienizzazione delle mani e l’uso di guanti e mascherina, vietato venir in contatto con le mani dei fedeli.

Per ragioni di sicurezza sanitaria è ridotta al minimo la presenza di concelebranti e Ministri, è omesso il coro come la presenza di sussidi per il canto o altro, mentre è prevista la possibilità della presenza di un organista.

Le regole valgono per tutti i tipi di celebrazione oltre quella Eucaristica. Nello specifico il Protocollo fa riferimento anche al sacramento della Penitenza da svolgersi solo in luoghi ampi e areati e il rinvio della celebrazione del sacramento della Confermazione.

Ove il luogo non sia idoneo al rispetto di queste norme  – che devono essere affisse all’ingresso delle Chiese insieme al numero dei fedeli ammessi in base alla capienza massima del luogo – l’Ordinario può valutare la possibilità di celebrare all’aperto.

Nel predisporre il testo si è puntato – spia la Cei – a tenere unite le esigenze di tutela della salute pubblica con indicazioni accessibili e fruibili da ogni comunità ecclesiale. Il Protocollo – firmato dal dal Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e dal Ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese – entrerà in vigore da lunedì 18 maggio 2020. Dal governo il grazie alla Conferenza episcopale  per il sostegno morale e materiale che sta dando all’intera collettività nazionale in questo momento difficile per il Paese”. “Fin dall’inizio – ha affermato il Ministro Lamorgese – abbiamo lavorato per giungere a questo Protocollo : il lavoro fatto insieme ha dato un ottimo risultato. Analogo impegno abbiamo assunto anche con le altre Confessioni religiose”.

Scarica il decreto

Ho e dono. Non ho e chiedo. La raccolta dei Salesiani di Macerata per chi è in difficoltà

Pubblichiamo l’appello dei Salesiani di Macerata per raccogliere fondi e aiutare le famiglie e i giovani in difficoltà per l’emergenza sanitaria

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È cominciata oggi l’avventura della raccolta fondi per cercare di venire incontro alle tante situazioni di emergenza che coinvolgono i giovani e le loro famiglie!

La raccolta fondi è organizzata dal nostro oratorio, attraverso l’associazione M.G.S. Ser.Mi.G.O. Don Ennio Borgogna, per sostenere concretamente i giovani e le famiglie più in difficoltà in seguito all’emergenza Covid-19.

Si può contribuire attraverso un bonifico bancario, con la causale EMERGENZA FAMIGLIE COVID-19, con le seguenti coordinate:

IT08C0311113474000000010699

Possa essere per tutti la possibilità di fare esperienza di autentica comunione!

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“Ora”, la canzone dei giovani e per i giovani della Sicilia

Pubblichiamo un articolo e la canzone “Ora” registrata a novembre da giovani sdb, giovani FMA ed alcuni animatori delle case salesiane di Sicilia, di cui è stato fatto un video solo adesso, in modalità #iorestoacasa #distantimauniti. La canzone è stata scritta da Emanuele Geraci e Giuseppe Priolo, due giovani salesiani.

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La musica fa da sempre parte delle nostre vite, in qualsiasi forma si presenti: dalla ninna nanna che la mamma cantava tutte le sere quando eravamo piccoli, agli armoniosi rumori del traffico in cui ci si imbatte puntualmente ogni mattina. In questo periodo di quarantena, più che mai, è anche una fedele compagna nei nostri momenti di gioia, tristezza e nostalgia che questa situazione ci fa affrontare.
Le canzoni, infatti, hanno quel magico potere di entrarti dentro, che sia grazie ad una “semplice” melodia orecchiabile o, dopo un ascolto più attento, anche grazie all’effetto che il testo può scatenare in noi, mentre riecheggia nei meandri più oscuri della nostra mente, facendo riaffiorare istanti indimenticabili della nostra vita.

È proprio per questo che i giovani salesiani Emanuele Geraci e Giuseppe Priolo hanno dato vita alla canzone “ORA”, nel contesto del Campo GXG, nel mese di agosto 2019. Partendo dalla più recente esortazione apostolica scritta da Papa Francesco, intitolata Christus Vivit, i due salesiani hanno voluto trasformare questo documento in un messaggio concreto, per indirizzarlo ai giovani, primi destinatari della loro missione da salesiani.
“ORA”, con la sua grinta, incoraggia noi ascoltatori ad affidarci a Lui, nonostante i momenti di paura e sconforto che possiamo attraversare giorno dopo giorno. Ci esorta a sfidare noi stessi, per farci affiancare da Colui che ci sa guidare anche negli attimi più bui, utilizzando come strumenti l’Amore e il Servizio, essenziali a capire chi siamo veramente, nella nostra unicità.

Ma cosa vuol veramente dire “ORA”? Saremo sicuramente tutti d’accordo sull’affermare che apparentemente indichi quel momento, nel presente, in cui agire, cambiare… ma ascoltando questa stessa parola ripetersi costantemente all’interno del brano, un altro termine simile compare come un fulmine a ciel sereno: l’orare di origine latina! Ed ecco come l’intero testo prende una svolta radicale e sorprendente, proponendo ai destinatari un’ulteriore prospettiva da cui analizzarlo. Infatti, risulta adesso chiaro l’intrinseco collegamento tra le brevi e concise frasi della strofa e la preghiera, uno dei pilastri fondamentali nella vita di noi cristiani.

Dopo essere stata plasmata da una voce e qualche accordo alla chitarra, “ORA” viene fatta ascoltare in un primo momento alla serata finale del Campo Animatori 2019, per poi essere incisa in autunno. Alla sua registrazione hanno contribuito Suor Melania Di Bella, Suor Rosanna Zammataro, Clelia Messina, Marika Tusa, Giuseppe Lo Presti, Giuditta Garufi, Giorgio Arcoraci, Vincenzo Costa, Erika Perrone, Claudia Magazzù e Angelo Di Chiara, che hanno unito le forze mettendo a disposizione il proprio dono nel canto e nella musica, per la realizzazione di un progetto speciale come questo.

Per dar vita al video ufficiale della canzone si aspetterà un ritorno – seppur parziale – alla “normalità” ma, nel frattempo, possiamo ascoltare “ORA” su Spotify, e goderci, sul canale DB Sons di YouTube, il video di coloro che hanno collaborato a questo progetto, all’insegna degli hashtag #iorestoacasa e #distantimauniti !

Giuditta Garufi

La didattica a distanza salesiana di Milano unisce scuola e famiglia

Pubblichiamo l’articolo sulla didattica a distanza dell’istituto Sant’Ambrogio di Milano, pubblicato sul sito dell’ispettoria Lombarda.
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Mai come ora fare scuola equivale a fare insieme alle famiglie. I ragazzi hanno bisogno di questa collaborazione perché solo attraverso una reale condivisione non si sentono abbandonati, non si sentono soli. Certamente questo non significa stravolgere ruoli e competenze, ma allearsi affinché i principi educativi diventino colonne portanti nella vita di ogni ragazzo. Quest’alleanza scuola-famiglia è possibile solo se la scuola sa di poter contare sulla forza di una genitorialità fatta di ascolto, partecipazione, condivisione, sostegno. È questo il momento per ritornare a parlare, ascoltare, consigliare, progettare insieme ai ragazzi. (FONTE)

A partire da questa considerazione, Luca Bertante, docente di motoria presso l’Istituto S. Ambrogio di Milano, ha promosso delle attività che coinvolgessero non solo gli alunni, ma anche i loro congiunti, al fine di esercitare, intrattenere, motivare in questo tempo sfidante.

L’esito di tale iniziativa può essere visto nel filmato che segue e merita certamente il plauso e la diffusione.

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Don Leonardo Mancini è il nuovo Ispettore dei Salesiani in Piemonte

Riportiamo il comunicato stampa della Circoscrizione Speciale Italia Piemonte e Valle d’Aosta sulla nomina da parte del Rettor Maggiore, di don Leonardo Mancini come nuovo Ispettore dei Salesiani per il sessennio 2020-2026. In calce il saluto di don Enrico Stasi e del suo futuro successore don Leonardo.

Il saluto di don Roberto Dal Molin, segretario generale CISI, a don Leonardo:

Caro don Leornardo, 
ci stringiamo attorno a te con tanto affetto per questo tuo nuovo incarico come ispettore dei Salesiani del Piemonte e Valle d’Aosta. Abbiamo sempre apprezzato le tue doti di padre e di pastore che sa accogliere e sa chiedere per camminare davanti a tutti e con ciascuno nella comunione. Ti apprezziamo di tutto cuore pronti alla collaborazione. Maria Ausiliatrice è la patrona della Circoscrizione; Le chiediamo che ogni volta che passerai nel suo cortile a Torino per raggiungere il tuo ufficio abbia per te una carezza incoraggiante e una parola illuminante”
Un abbraccio!”
 
don Roberto

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Vi comunico con gioia che il Rettor Maggiore, con il consenso del Consiglio Generale, ha nominato DON LEONARDO MANCINI Ispettore della Circoscrizione Italia Piemonte e Valle D’Aosta per il sessennio 2020 – 2026.

Don Leonardo ha accettato in spirito di obbedienza questo incarico che assumerà al termine del mandato di Don Enrico Stasi, che ringrazio molto per il suo servizio pastorale, nel prossimo mese di agosto.

Ringrazio, a nome del Rettor Maggiore e del Consiglio Generale, i confratelli che hanno offerto la loro collaborazione, partecipando alla consultazione. E’ anch’essa sicura fonte di incoraggiamento fraterno per il nuovo Ispettore.

A tutti voi ed ai vostri giovani l’augurio di ogni benedizione del Signore per intercessione di Maria SS.ma Ausiliatrice e dei Santi Salesiani che dal cielo accompagnano il cammino della nostra Congregazione.

D. Juan Carlos Pérez Godoy SDB
Consigliere Regionale

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Don Enrico Stasi saluta il suo futuro successore:

Carissimi confratelli e laici del grande movimento salesiano del Piemonte, della Valle d’Aosta e della Lituania, con gioia ho accolto la nomina di don Leonardo Mancini a nuovo Ispettore della ICP.

Don Leonardo è confratello con grande esperienza e di grande equilibrio. Si è distinto nel precedente mandato di ispettore dell’Italia centrale per la capacità di confronto e lo spirito di discernimento in una Ispettoria con tante case, tanti confratelli, tantissimi laici e giovani e con una grande estensione territoriale.

Si ritrova in una nuova Ispettoria sempre con tante case, con tanti confratelli, tantissimi laici e giovani e con il “vantaggio” … di un territorio molto più ridotto.

In questi due anni di presenza nella ICP ha avuto già modo di cominciare a conoscere la nostra realtà e noi abbiamo apprezzato la maturità umana e religiosa con cui ha traghettato il noviziato da Pinerolo al Colle don Bosco oltre che la sapiente guida della comunità dei novizi.

Lo accogliamo assicurandogli la nostra massima collaborazione nello spirito della genuina obbedienza salesiana e con la nostra filiale preghiera.

Don Leonardo Mancini accoglie la nomina con queste parole:

Carissimi Confratelli di Piemonte, Valle d’Aosta e Lituania, carissimi laici in ruoli di responsabilità, carissimi componenti della Famiglia Salesiana, e soprattutto carissimi giovani,  un saluto affettuoso a tutti!

Con buona parte di voi – forse la maggior parte – non ci siamo probabilmente mai visti, anche perché io abito in Piemonte solo da un anno e mezzo, da quando cioè sono stato chiamato a svolgervi il servizio di maestro dei novizi. Ma le nostre storie a breve si incontreranno; così ha voluto il Signore, attraverso la scelta che il Rettor Maggiore ed il suo Consiglio hanno compiuto qualche giorno fa. Da parte mia ho accolto con grande trepidazione il nuovo compito, tanto significativo e sfidante, quanto delicato e inaspettato. So bene di conoscere molto poco di questa terra così bella e così unica per noi salesiani; la sua unicità la sto gustando particolarmente proprio in questi mesi trascorsi al Colle Don Bosco. Così come conosco molto poco le comunità religiose e le CEP, e come viene portata avanti la missione educativo-pastorale. Avrò certamente bisogno di aiuto, del vostro aiuto.

Ora che la trepidazione sta lasciando gradualmente il posto alla serenità che nasce dalla fede (spero!), da un po’ di incoscienza e dal desiderio di rispondere con tutto me stesso a quello che il Signore oggi mi chiede, mentre vi assicuro che – pur consapevole della mia debolezza – non mi risparmierò per questa nuova missione, chiedo insistentemente: adesso la vostra preghiera; più avanti la disponibilità all’incontro, al dialogo, alla corresponsabilità, al camminare insieme per il bene dei giovani e di quanti altri sono o saranno affidati alla nostra cura pastorale.

Siete tutti presenti nella mia preghiera (anche se i novizi – permettetemelo – per ora rimangono in testa alla classifica!) e lo sarete ancor di più man mano che passeranno le settimane di questa prossima estate.

Torno a salutarvi con tanto affetto in attesa di potervi incontrare e di poter condividere con voi la vita e la missione, nello stile e con il cuore di Don Bosco

Dio ci benedica e Maria possa essere sempre nostra Madre, Maestra e Guida

 

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