“Fate tutto per Amore e niente per forza”: la proposta per l’Estate a Trento

di Francesca Bonotto

Ancora una volta, a far parlare in positivo è l’Istituto Salesiano “Maria Ausiliatrice” di Trento, che non solo ha proposto iniziative volte ad avvicinare la comunità, ma s’impegna nuovamente con i ragazzi per un’estate all’insegna delle attività e delle esperienze condivise, nonostante le difficoltà del momento.
Sotto l’hashtag #APERTOPERFERIE, l’istituto salesiano, ha deciso di raccogliere tante iniziative che la pastorale giovanile della Chiesa italiana sta provando ad avviare per stare vicini ai giovani. Attraverso la divisione dei bambini in turni e aiuti (anche economici) alle famiglie si cerca di proporre un po’ di normalità ritrovata e perché no, in via di miglioramento.
Il titolo dell’iniziativa racconta già lo spirito e i valori proposti: “Fate tutto per Amore e niente per forza”. Nell’opuscolo, don Andrea Lovisone, racconta le motivazioni e le energie necessarie a costruire, giorno dopo giorno, un percorso estivo per i ragazzi, dove fede e formazione riescano ad accompagnarli in modo nuovo e del tutto ritrovato.
L’Istituto Salesiano “Maria Ausiliatrice” di Trento appare anche sulla testata “Vita Trentina”, di questa settimana, per l’articolo redatto dalla prof.ssa Daniela Conci riassumendo i ventisei temi di italiano della classe 2^C. Il racconto parla alla scuola con la voce dei ragazzi, interpretando le domande e le perplessità di una generazione che ha subito e ancora subisce i provvedimenti in atto. Con la speranza di una scuola ancora colma di bambini e ragazzi, con la libertà e la sicurezza di cui prima si godeva, la lettera termina con un grande saluto che vuol essere a tratti anche una promessa.
A questo proposito, riportiamo sotto l’articolo nella versione integrale.

Giugno 2020
CARA SCUOLA, TI SCRIVIAMO…

Cara Scuola,
Come stai? È successo tutto così in fretta… Finite le vacanze di Carnevale, i tuoi cancelli non si sono più aperti, e noi, studenti abituati a ritrovarci al loro interno, non abbiamo neppure avuto il tempo di salutarci come si deve.
Sembri così sola e triste, in mezzo a quella strada, col cortile deserto e silenzioso…ci sono solo i Salesiani a tenerti compagnia. Non ti abbiamo abbandonata, non abbiamo scelto noi di andarcene: è stata tutta colpa del Coronavirus, che ha messo il mondo in subbuglio. Inizialmente credevamo che saremmo stati lontani da te per poco tempo, ma ci sbagliavamo.
Tu senti la nostra mancanza? Noi ti pensiamo spesso… Ricordiamo come ci accoglievi, aprendo ogni giorno le tue porte, in quel tuo cortile sempre allegro e pieno di ragazzi felici. Neanche per te dev’essere facile vederti con i cancelli chiusi e senza quel solito clamore di voci piene di gioia e euforia che riempiva ogni giorno le strade vicine. Eppure ogni giorno, alzandoci, l’unico desiderio che abbiamo è quello di tornare dentro le tue mura, che prima ci sembravano quasi noiose. Sembra un secolo che sono state sospese le lezioni… Sai, scuola, ti stanno sostituendo con delle lezioni virtuali, il sogno di molti ragazzi fino a circa due mesi fa. Ma ora che abbiamo più tempo di riflettere, tutti stiamo rivalutando la tua bellezza. Le video lezioni non sono male, perché ci hanno aiutato a ritrovarci, ma manca lo spirito che si respirava in classe. La scuola online è complicata e meno funzionale: a casa c’è uno schermo con ventisei icone (ventisette, se contiamo anche il prof). Allora è questo che siamo…delle icone. Ma da te no, perché con te potevamo essere noi stessi e vederci in faccia e non stare dietro a un freddo monitor… Non c’è più quel modo di imparare cose nuove da veri alunni, non si sentono più la tua amata campanella, le risate che, di tanto in tanto, ci scappavano dalla bocca nell’ora di lezione e le voci degli amici, ora, sono così lontane, quasi svanite… Studiare, imparare e soprattutto confrontarsi con i compagni era molto stimolante ed ora ne abbiamo tanta nostalgia!
I giorni non sono più gli stessi senza te. Di te, ci manca tutto: manca l’alzarsi la mattina e lottare contro il tempo per non fare tardi; l’insopportabile adrenalina che a tutti veniva i cinque minuti prima di una verifica; il fissare l’orologio aspettando la ricreazione; le risate e le battute che condividevamo tra compagni; la grande sfida contro il restare attenti e concentrati durante la sesta ora. Manca entrare dal portone della portineria e vederti tutta dipinta di arancione. Mancano le emozioni forti, le chiacchierate durante l’intervallo, le gioie condivise di un’interrogazione andata bene o la tristezza di brutto voto per aver studiato poco. Mancano i ragazzi che giocavano a calcio in cortile, senza mascherine. Manca arrivare a scuola, ancora mezzi addormentati, e essere accolti da decine di volti familiari. Ci manca stare uniti come una squadra, dove tutti erano invitati a farne parte e nessuno restava solo. Ci manca il clima scolastico, la confusione quando si scendeva a mensa, il fatto di poter essere noi stessi anche se non si è propriamente nel privato. Di te, cara scuola, ci manca soprattutto il cortile: è un posto un po’ magico, con il porticato che sembra avvolgerci in un forte abbraccio per darci il benvenuto la mattina, ma anche per proteggerci dalla tristezza e dalla malinconia.
Scuola, ti ricordi quando giocavamo insieme? Ricordi i match alunni contro prof.? Quanto ci piacevano! Dove sono finite le partite di calcio, pallavolo o baseball dove si continuava a fare il tifo per la propria sezione, urlando fino a che non finiva la voce?
Manca anche la mensa, quando ci si sedeva insieme a tutti gli amici o quando si doveva mangiare almeno una verdura, scoprendo che non era poi così male.
Dove sei, cara scuola, con tutta la bella socialità, il lavoro di squadra? Dove sono lo scambio e l’arricchimento reciproco di noi ragazzi? Il nostro teatro? I nostri “Buongiorno”? Alla fine la scuola non è solo studio, interrogazioni, compiti e verifiche: è il punto d’incontro di tutti i giovani, dove si litiga, ma dove crescono nuove amicizie.
Questo tempo lontano da te ci permette di pensare a molte cose, come, per esempio, alle relazioni tra noi, all’importanza degli affetti, al tempo che abbiamo e, a volte, non sappiamo sfruttare in modo costruttivo, alle bellezze che ci circondano e che non vediamo. Abbiamo anche compreso che la scuola è come una seconda famiglia, formata da amici e professori che ti sostengono e ti arricchiscono. Soprattutto in questo periodo, i prof. si impegnano per aiutarci, cercando di capirci e spiegarci al meglio un argomento, perché sanno quanto per noi sia difficile questa situazione.
Prima che tutto questo accadesse, non ti apprezzavamo come meriti, scuola: sei un posto dove, oltre che imparare l’italiano, la matematica e le lingue, si imparano il rispetto e l’attenzione verso i propri compagni di classe, i professori, i sacerdoti e tutto lo staff. Soltanto una scadenza di un compito o l’aiutare un compagno in difficoltà sono un insegnamento per il nostro futuro.
Certo, avremmo voluto concludere l’anno diversamente: sono così belli ed emozionanti gli ultimi giorni di lezione, quando ci si abbraccia e si fanno progetti per le vacanze e l’anno nuovo! In questo periodo, pieno di incertezze, riesce difficile pensare al futuro, ma speriamo di poter riprendere presto a vivere nel mondo, assaporando tutto il bello che la vita può offrire.
Secondo te, riusciremo a rivederci a settembre? Probabilmente ci vorrà un po’ di tempo prima che finisca tutto questo, ma, appena ce lo permetteranno, torneremo tutti più forti e contenti di prima, sicuramente cambiati da come ci eravamo lasciati. E tu sarai lì ad aspettarci, come ogni mattina, e vedrai solo volti sorridenti, magari pure qualche lacrima, ma di gioia.

P.S.: goditi questo silenzio perché, non appena arriveremo, non ci sarà un momento di pace!

Gli studenti della classe 2^C dell’Istituto Salesiano Maria Ausiliatrice di Trento
(montaggio delle lettere a cura della prof.ssa Daniela Conci)

Minori di diritto, webinar sul post-Covid: Educare attraverso il digitale

Venerdì 19 giugno, alle ore 17.30 in diretta sulla pagina Facebook di Minori di diritto o sul canale Youtube dell’ICC, si terrà il webinar sull’educazione nel tempo del digitale post-covid: “EDUCARE ATTRAVERSO IL DIGITALE – GLI EFFETTI SUL PIANO RELAZIONALE” che conclude il progetto “PROSPETTIVE DI FUTURO” organizzato dall’Associazione Salesiani per il Sociale Italia Centrale – Aps, dall’Osservatorio Salesiano per i Diritti dei Minori e dalla Circoscrizione Salesiana Sacro Cuore Italia Centrale.

Oggi più che mai il digitale è al servizio dell’educazione, ma la comunità educante saprà utilizzare al meglio le potenzialità delle tecnologie moderne? E quale impatto si avrà nell’ambito delle qualità delle relazioni? Queste e molte altre le domande a cui si cercherà di dare una risposta durante l’incontro per comprendere quali sono state le modifiche al tradizionale sistema educativo e quale ruolo avrà il digitale nella fase post Covid 19 nell’ambito dell’educazione dei giovani.

Introduce l’evento Don Roberto Dal Molin – Presidente Nazionale Salesiani per il Sociale Aps

Intervengono:
Prof. Fabio Pasqualetti – Preside Facoltà di Scienze della Comunicazione – UPS
Prof Alessandro Ricci – Istituto di Psicologia – UPS
Dott.ssa Monica Bormetti – Psicologa-Smart Break
Prof. Avv. Andrea Farina – Coordinatore dell’Osservatorio Salesiano per i Diritti dei Minori

Segui da qui
Canale Youtube ICC

“Ecco il tuo campo, ecco dove dovrai lavorare”: presentazione del Quaderno giovani 2020/2021

Presentazione del Quaderno giovani, punto di riferimento della proposta pastorale per i Salesiani in Italia.
Di don Rossano Sala

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Il Quaderno giovani, in conformità ad una tradizione ormai ben consolidata e fruttuosa, è il punto di riferimento per la proposta pastorale dell’anno in corso in tutti gli ambienti salesiani d’Italia.

“Ecco il tuo campo, ecco dove devi lavorare” dice la donna vestita di luce al piccolo Giovanni Bosco nel sogno dei nove anni, di cui nel 2024 ricorrerà il bicentenario. Da qui prende avvio la proposta pastorale per l’anno 2020-21: essa ci invita ad essere “nel cuore del mondo” per esserne luce, sale e lievito.

Il presente quaderno è comporto di cinque capitoli: l’ispirazione nasce dal sogno dei nove anni, di cui si invita ad approfondire la dimensione spaziale dei luoghi; un secondo momento, biblico e teologico, cerca di andare in profondità rispetto all’ispirazione carismatica iniziale; il capitolo centrale è dedicato a comprendere l’identità cristiana secondo un approccio squisitamente vocazionale; il quarto capitolo mette a tema le modalità concrete per realizzare una “cittadinanza responsabile” oggi; infine vengono offerte al lettore alcuni “medaglioni di santità” da cui trarre ispirazione per un’azione efficace e profetica nel nostro tempo.

Il presente Quaderno giovani è un vivo e operativo, perché offre ad ogni lettore dei contenuti solidi in grado di interagire con il singolo e con il gruppo attraverso la richiesta di partecipazione personale al cammino indicato. Non siamo quindi davanti ad un “libro da leggere”, ma abbiamo tra le mani un “compagno di viaggio” che invita ogni giovane o adulto a crescere spiritualmente e ad ogni comunità educativa e pastorale a mettersi in discussione per potersi migliorare.

La configurazione, lo stile e la proposta del presente Quaderno giovani lo rendono prima di tutto adatto per i giovani, i quali sono chiamati a prendere sul serio la loro esistenza, conformandola a quella del Signore Gesù. Insieme con i giovani, uno strumento come questo è consigliato anche ad altre categorie di persone: prima di tutto agli animatori e agli educatori dei fanciulli, dei preadolescenti, degli adolescenti e dei giovani; ai membri che a diverso titolo appartengono alla famiglia salesiana (cooperatori, ex allievi e altri gruppi); agli insegnanti e formatori impegnati cristianamente nella loro missione. Questo quaderno può essere infine di giovamento ai salesiani di don Bosco, alle figlie di Maria Ausiliatrice e ai sacerdoti impegnati nell’ambito educativo per la loro formazione spirituale, pedagogica e pastorale.

Pubblichiamo l’indice e la presentazione e un’anticipazione del primo capitolo:

Cliccando sul pulsante, si può accedere alla sezione Materiale extra relativo ai sussidi per Fanciulli, Preadolescenti e Adolescenti:

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Salesiani Cooperatori, la lettera di don Casti: “Credo di aver dato tutto: l’amore, il servizio, la sofferenza”

Pubblichiamo dall’agenzia ANS la lettera di ringraziamento che don Giuseppe Casti, ex delegato mondiale dei Salesiani Cooperatori, ha scritto ai membri dell’associazione dopo otto anni di sevizio.

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Carissimi Salesiani Cooperatori,

dopo 8 anni di servizio all’Associazione desidero salutarvi con la stessa dignità e lo stesso amore con cui ho vissuto questi anni. Sono stati per me anni di grazia e di grande ricchezza umana e spirituale. Ho conosciuto persone forti nella fede in Cristo, coscienti della loro vocazione battesimale e salesiana, donne e uomini innamorati di Don Bosco e coinvolti pienamente nella missione salesiana. La loro testimonianza è stata per me un grande dono che lascia un segno profondo nella mia vita. Ho incontrato questi Salesiani Cooperatori nei cinque continenti e con momenti significativi che voglio ricordare.

Innanzitutto, ho partecipato al Congresso Mondiale del 2012 dove è stato approvato in modo definitivo il Progetto di Vita Apostolica. L’approvazione del libro di vita è stato un momento storico per tutta l’Associazione, e da lì è nato l’impegno per presentare il PVA in tutti i Congressi Regionali, assieme alla Carta dell’identità carismatica della Famiglia Salesiana. Insieme a questi documenti fondamentali abbiamo elaborato e presentato in tutti i continenti gli altri documenti che formano l’ossatura della nostra Associazione: il Commentario; Le linee Generali per la formazione; l’animazione e il governo; l’animazione della solidarietà economica (ASE).

Con Suor Leslye (Sandigo, NdR) abbiamo visitato molti Paesi africani. Da queste visite è nata l’idea di convocare un Congresso Regionale ad Addis Abeba. Per l’Africa è stato un momento storico perché da quel Congresso si è presa la decisione di creare due zone linguistiche per l’Africa anglofona e l’Africa francofona. Questa scelta di animazione, confermata nel Congresso di Nairobi, ha segnato un bel momento di crescita dell’Associazione in questo grande continente.

Sono felice di lasciare un’Associazione che cresce nel senso di appartenenza e della comunione. In questi valori nei quali credo fermamente ne abbiamo dato testimonianza insieme a Suor Leslye. Abbiamo condiviso insieme gioie, sofferenze e sogni. Ci siamo sentiti e abbiamo agito veramente come fratello e sorella. La stessa comunione abbiamo sempre vissuto nel Consiglio Mondiale. Ringrazio ciascuno di voi personalmente, ma in modo particolare Noemi (Bertola) per il suo servizio sapiente, materno, generoso. Grazie anche ad Antonio (Boccia) per il coraggio con cui ha preso in mano l’Associazione. Non posso non ringraziare Giuseppe (Cesaroni). Abbiamo trascorso insieme tanti momenti e ho sempre ammirato la sua generosità fatta di semplicità e cordialità. Un vero modello di Salesiano Cooperatore autentico.

Ma forse il periodo più fecondo di questo mio servizio è l’anno della chemioterapia. Scoprire all’improvviso di avere un linfoma è per tutti, anche per un sacerdote, una brutta sorpresa. È un ospite inaspettato e poco gradito. Cambia la vita. Si passa di colpo da una vita attiva, fatta di impegni e viaggi, a una vita passiva. Bisogna sottoporsi a un protocollo che non lascia molto spazio a quelle che erano le occupazioni abituali. Anche per un sacerdote non è facile gestire questo tempo che sembra “perso” e da rimuovere a tutti i costi. Nella fede ho deciso di trasformare l’isolamento sterile in una solitudine feconda. Così il silenzio è diventato un luogo di dialogo con Dio e con me stesso per ritornare all’essenziale, per ritrovare i codici dell’anima e il centro della vita sempre minacciato dalla dispersione e dalla frantumazione. In questo tempo ho offerto le mie sofferenze per la Famiglia Salesiana e per l’Associazione. Mi sono sentito vicino a Gesù che ha salvato l’umanità con la sua passione e morte.

A questo punto credo di aver dato tutto: l’amore, il servizio, la sofferenza. Questi sono anche i doni che lascio all’Associazione e al mio successore al quale auguro le stesse benedizioni che ho ricevuto.

Ringrazio tutti coloro che mi hanno accompagnato in questi anni e raccolgo tutti i vostri “grazie” nella celebrazione eucaristica, cuore della Chiesa e della Famiglia Salesiana, per rendere un unico “GRAZIE” a Dio Padre che ci sostiene con amore nel cammino che continua, anche se in direzioni diverse.

Maria Ausiliatrice accompagni l’Associazione dei Salesiani Cooperatori. In questo momento di pandemia dove il campo di missione per i giovani sembra ancora più difficile e arido, la Madonna dei tempi difficili, a tempo giusto, farà piovere e farà fiorire il terreno bagnato dal sudore delle nostre fatiche.

Fraternamente in Don Bosco

Don Giuseppe Casti

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L’educazione ai tempi del Covid

Pubblichiamo l’articolo uscito sul settimanale Credere in cui Don Virginio Ferrari, parroco alla basilica salesiana di Sant’Agostino a Milano , racconta come si sono organizzati per svolgere l’attività estiva.

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Don Virginio Ferrari è parroco alla basilica salesiana di Sant’Agostino a Milano. A occuparsi direttamente dell’oratorio è poi don Giovanni Conti, anch’egli salesiano. Ci saranno mascherine colorate, guanti, fiumi di gel igienizzante, distanze di sicurezza, aule sanificate e controlli, rigorosi e continui. Ma, soprattutto, ci saranno loro: 100 bambini, pronti a vivere un’estate diversa. Un’estate post Covid, dopo mesi di isolamento a casa. Un’estate di regole, certamente, e tuttavia di divertimento, condivisione e impegno. Insomma, un’estate all’oratorio. «Il cuore della nostra azione pastorale è l’oratorio», spiega don Virginio Ferrari, parroco della basilica salesiana di Sant’Agostino, a Milano, la parrocchia meneghina che, il 22 giugno, riaprirà ai bambini. «Dopo mesi di scuole chiuse e di permanenza forzata a casa, per molti questa sarà la prima esperienza di ritrovo», gli fa eco don Giovanni Conti, responsabile dell’oratorio.

«I protocolli da rispettare sono numerosi, ma non temiamo: anche le regole possono diventare occasione educativa e momento di crescita». Per i salesiani di don Bosco, l’oratorio è molto più di un impegno: «Rappresenta la nostra essenza», dice don Virginio. «Lo stesso don Bosco ha fondato la sua congregazione attorno a un oratorio, che radunava con lo spirito di una famiglia i ragazzi poveri e abbandonati nella Torino dell’Ottocento». A Sant’Agostino, ogni anno, in estate erano circa 500 i bambini coinvolti. «Quest’anno, ovviamente, non sarà possibile ripetere un’esperienza identica alle edizioni passate. Tuttavia, insieme a tutta la Chiesa, anche noi Salesiani ci siamo posti la domanda se, nonostante le difficoltà, potessimo comunque essere vicini alle famiglie». La risposta è stata affermativa. Non poteva essere diversamente in questa parrocchia nella cui basilica sono conservate le spoglie del venerabile Attilio Giordani, padre di famiglia che, proprio nell’oratorio, ha espresso quelle “virtù eroiche” che hanno dato avvio al processo per la sua canonizzazione. «In questo periodo particolare non possiamo riproporre uno schema tradizionale, vogliamo pensare a qualcosa di inedito, come ha suggerito a tutta la diocesi il nostro arcivescovo, monsignor Mario Delpini, coinvolgendo tutta la comunità», spiega ancora don Virginio.

Nasce così Summerlife2020, dal 22 giugno al 31 luglio: tre turni di due settimane ciascuno con 100 bambini delle elementari, dal lunedì al venerdì per l’intera giornata (8.30-16.30). «Abbiamo preso atto delle linee guida della Regione Lombardia e della Chiesa italiana», aggiunge don Giovanni, «consapevoli di doverci mettere in gioco per offrire un aiuto anche a tanti genitori che riprenderanno il lavoro ordinario». Proprio per questo si è scelto di dare la precedenza ai piccoli delle elementari, che difficilmente possono rimanere da soli a casa. Ma ci sono proposte anche per i più grandi: Extra Summer, nel pomeriggio, per i ragazzi delle scuole medie; Summer Ago, per gli adolescenti, la sera. Certo, le difficoltà non sono poche, ma non spaventano: «I protocolli vigenti ci costringono a limitare il numero dei bambini e ad avere un educatore maggiorenne per ogni sette ragazzi, coadiuvati da animatori minorenni», specifica don Virginio. «Inoltre, gli ambienti devono essere sanificati e questo ci impone uno sforzo, anche economico, non indifferente. Per questo è indispensabile un vero patto educativo con le famiglie». Come tutti gli anni, le giornate voleranno tra momenti di gioco, sport, musica, teatro, ma anche preghiera: ci saranno attività di svago, e poi “lezioni” sul rispetto delle regole, sotto 10 sguardo vigile e bonario di Maurizio, lo storico sacrestano della parrocchia. «Abbiamo pensato di valorizzare l’esperienza vissuta durante 11 lockdown», dichiara don Giovanni. «Lo slogan della Summerlife è infatti Together, insieme si può, per rileggere i mesi trascorsi nell’ottica della condivisione, del servizio, del prendersi cura». Un tempo e uno spazio di socializzazione, in un ambiente educativo che sappia offrire un’esperienza di vita cristiana: è così che don Bosco sognava l’oratorio, perché potesse essere nello stesso tempo «una casa che accoglie, una parrocchia che evangelizza, una scuola che avvia alla vita e un cortile per incontrare gli amici».

Come un po’ dappertutto in Italia, anche in questa parrocchia nel cuore produttivo di Milano, che conta 12 mila residenti ma tantissime persone di passaggio (essendo adiacente alla stazione centrale e al Palazzo della Regione), la ripresa delle Messe non ha coinciso con il ritorno in chiesa dei ragazzi: «Non ci sono attività per loro, non c’è catechismo, non ci sono momenti di svago e di sport, che riempivano i cortili nelle domeniche e nei pomeriggi primaverili… Dobbiamo metterci in gioco per offrire un’estate serena e costruttiva a tanti bambini, soprattutto a quelli che non hanno possibilità alternative», commenta sconsolato don Virginio. Ragazzi che, in oratorio, sperimentano molto più di una proposta per l’estate. Lo sa bene Fabio, che da piccolo era in prima fila a scorrazzare nei cortili salesiani e, crescendo, è diventato animatore. «Quando ero bambino», racconta, «l’oratorio era l’essenza della domenica, un luogo per giocare e soprattutto per crescere. Con gli anni, ho capito che anche io potevo diventare animatore e aiutare altri bambini. Stare con i ragazzi regala soddisfazioni. Riempie un’estate e può riempire una vita». Da tre anni Fabio ha iniziato un percorso vocazionale che lo porterà a essere sacerdote di don Bosco. Un piccolo seme nato in un oratorio estivo, quando non c’era il Covid ma esisteva la medesima passione per l’impegno.

Italia Centrale, volontari “in Egitto”: una mano tesa a distanza!

Pubblichiamo l’appello della Circoscrizione Italia Centrale per cercare insegnanti disponibili alla scuola di italiano online.

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La scuola salesiana del Cairo Rod El Farag si sta ri-organizzando per poter offrire ai suoi ragazzi il corso estivo di italiano… online! L’obiettivo è quello di garantire ai ragazzi che inizieranno i corsi nel prossimo anno scolastico un minimo di conoscenza della lingua italiana.

Non avendo potuto organizzare la consueta “spedizione” di insegnanti di italiano, proponiamo l’alternativa di rendersi disponibili a distanza, per l’insegnamento della lingua italiana! Opportunità sicuramente più “sacrificata”, ma di grande utilità e donazione.

La scuola si svolgerà nel mese di luglio, per sei giorni a settimana. Ogni classe farà due ore di lezione ogni mattina e sarà possibile rendersi disponibili per una classe o anche per due in una giornata. Ovviamente l’impegno include la preparazione delle lezioni e la correzione dei compiti.

Nel pomeriggio, sono previste attività ludico-didattiche… anche in questo caso si accettano volontari!

Adesioni entro domenica 21 giugno.

Se sei interessato/a scrivi a: lucapellicciotta77@gmail.com

L’Ordine dei Giornalisti premia il Salice, rivista scolastica del liceo Valsalice di Torino

Per la seconda volta negli ultimi tre anni “Il Salice“, la rivista scolastica del Liceo Valsalice di Torino è stato scelto tra i vincitori della XVII edizione del concorso “Il giornale e i giornalismi nelle scuole” bandito dal Consiglio Nazionale dell’Ordine dei giornalisti. Si riporta di seguito l’articolo pubblicato sul sito dell’opera.

L’Ordine dei Giornalisti premia il Salice

Siamo lieti di comunicare che il giornale scolastico realizzato dai ragazzi della vostra scuola è stato scelto tra i vincitori della XVII edizione del concorso “Il giornale e i giornalismi nelle scuole” bandito anche quest’anno dal Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti.

Sul sito www.odg.it sono disponibili gli elenchi delle scuole vincitrici, suddivise per grado scolastico.

La notizia è stata pubblicata anche sulla pagina Facebook del Consiglio nazionale @ODG.OrdinedeiGiornalisti

A breve provvederemo all’invio, per posta ordinaria, del diploma e della medaglia intitolati alla scuola, che purtroppo quest’anno per l’emergenza sanitaria non abbiamo potuto consegnarvi nella tradizionale cerimonia.

Nel congratularmi, a nome dell’Ordine nazionale dei giornalisti, per il risultato ottenuto dal vostro giornale scolastico, invio gli auguri per una serena estate.

Già nel 2018 siamo andati a Cesena a ritirare il premio in un clima di grande amicizia e collaborazione con le altre scuole e con l’Ordine che, non dimentichiamolo, rappresenta i giornalisti italiani. E all’Ordine dei Giornalisti va il nostro grazie per aver saputo valorizzare il grande lavoro svolto. Un riconoscimento di questo tipo valorizza dunque il nostro impegno che si inserisce all’interno di un percorso iniziato 35 anni fa e interamente costruito, parola dopo parola, dai ragazzi della redazione.

Quest’anno sono più di 60, hanno fatto gruppo e squadra prima e dopo il lockdown continuando a partecipare alle redazioni anche quando la scuola era chiusa. Hanno scritto, postato, condiviso pareri ed impressioni. Hanno incontrato professionisti, creato opinione, usato ogni mezzo di comunicazione (da Instagram al web) per parlare di sè e del mondo.

Questa medaglia va a riconoscere il lavoro di Martina e Rachele, la straordinaria curiosità e il vivace desiderio di comunicare con professionalità ed abnegazione di un gruppo che si chiama tecnicamente redazione ma che non è difficile definire come qualcosa di più grande.

Il Salice

Festa giovani MGS Italia Meridionale: “Puoi sperare ancora, esiste il paradiso!”

Pubblichiamo il resoconto della Festa Giovani organizzata dal MGS Italia Meridionale il 7 giugno.

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Si è svolta domenica 7 giugno la Festa Giovani del Movimento Giovanile Salesiano dell’Italia Meridionale, senza protezioni e mascherine a nascondere il sorriso di tanti ragazzi e ragazze che hanno vissuto così una particolare esperienza di insieme. No, non è stato violato alcun decreto e non si è verificato alcun assembramento ormai pericoloso in questi difficili tempi di pandemia. La festa, infatti, ha avuto “luogo” interamente online e ha visto partecipare giovani che, rispondendo alla chiamata “Ri-usciamo ad incontrarci?! #relazioniincorso”, hanno voluto sperimentare virtualmente il calore di uno spirito, quello Salesiano, che li accomuna. Dopo un percorso di incontri online iniziati durante la Quaresima e proseguiti con le catechesi settimanali “GiòCat” svoltesi nel mese di maggio, la Festa Giovani è stata pensata, dai ragazzi della segreteria territoriale e dai responsabili territoriali e ispettoriali di pastorale giovanile del sud Italia, come il culmine di uno speciale cammino di formazione, riflessione e preghiera.

Tema centrale della festa, a partire dall’inno scelto “Alla porta del cielo” della Christian rock band Reale, è stato il riscatto da un periodo, quello appena trascorso, in cui ci siamo tutti indistintamente ritrovati prigionieri di una situazione generale fuori dal nostro diretto controllo. Una situazione insomma che, mentre ci ha costretti a stare chiusi tra le mura di casa, ha anche imposto il rischio poi di renderci prigionieri chiusi in noi stessi. Così, grazie alla professionalità dello psicologo del rock Andrea Montesano, i ragazzi, seguendo il filo conduttore della musica, hanno avuto l’occasione di riflettere sul proprio modo di affrontare l’emergenza presente e sulle concrete pratiche da attuare per migliorare il proprio atteggiamento nei confronti di una realtà ribaltata. Nonostante il mondo intorno si sia fermato, la mente e le emozioni infatti non hanno smesso di fluire. Per questo, insieme ai cambiamenti del contorno che si subiscono, si rende necessario cambiare anche le proprie azioni. Nove sono i comportamenti consigliati dal nostro psicologo: scrivere, leggere, imparare, creare, coltivare le relazioni, plasmare nuove abitudini, riflettere, mettersi al servizio degli altri, e parlare con qualcuno -perchè no(?), con uno psicologo. Tutte azioni che risultano costruttive anche normalmente, ma che in una situazione come questa assumono un’altra prospettiva, quella di celebrare la vita!

Le condivisioni di canzoni e riflessioni da parte dei ragazzi su una bacheca virtuale, si sono piano piano poi traformate in preghiere e intenzioni nel finale momento di preghiera, che ha visto conclusione con la “buonanotte”, in forma di testimonianza, di Federica Bochicchio. Animatrice salesiana originaria di Potenza e infermiera, Federica ha raccontato della sua esperienza lavorativa nel corso della pandemia in Lombardia, una delle regioni italiane più colpite dal Covid-19, e del suo rapporto con Dio e con la fede, di fronte alla sofferenza particolarmente percepita in un ambiente maggiormente coinvolto nella battaglia contro il virus quale è quello ospedaliero. La sua è stata una testimonianza che ha dato la possibilità ai ragazzi di comprendere, attraverso gli occhi e le parole di una coetanea, la fatica più dura della crisi attuale, ma allo stesso tempo anche la fede salda nel Signore.

Al termine di una Festa Giovani sicuramente diversa e speciale, la promessa è stata così quella di ripartire forse più consapevoli rispetto a prima del valore di alcuni legami e di una missione che non si spegne neanche a distanza, ma che si è scoperto potersi intensificare anche di fronte a uno schermo, con la speranza di potersi presto riabbracciare e ri-uscire a incontrarsi dal vivo.

Claudia Gualtieri

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Grazie Candido! Arrivederci in Paradiso!

Pubblichiamo il post dell’associazione CGS aps con l’annuncio della scomparsa di Candido Coppetelli, presidente dal 2009 al 2017.

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Con profonda tristezza ma rassegnati alla volontà di Dio, annunciamo la nascita al cielo di Candido Coppetelli, nostro presidente nazionale dal 2009 al 2017, ma prima di tutto amico e persona speciale. Facciamo tesoro del suo esempio e preghiamo perché il Signore gli conceda la meritata ricompensa. Ci stringiamo con affetto alla moglie Angela, ai familiari, agli amici e a tutte le persone che piangono in questo momento. Grazie Candido, arrivederci in Paradiso!

I funerali saranno celebrati mercoledì 10 giugno 2020 alle ore 10:00 presso la Parrocchia di Santa Maria Liberatrice a Roma – Testaccio.

Un ricordo di Pier Cesare Rivoltella, già presidente CGS:

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“Scatenate la vita!”: in un libro l’invito a vivere pienamente l’esistenza

Pubblichiamo la recensione del libro: ““Scatena la vita! Se hai un perché troverai ogni come” edito da Rubbettino. Gli autori sono Alfredo Altomonte, psicoterapeuta, analista transazionale, logoterapeuta e Fra Emiliano Antenucci, sacerdote dell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini e Missionario della Misericordia, nominato dal Santo Padre.

La prefazione è di Enzo Romeo, Vaticanista e Caporedattore Rai-Tg2; l’introduzione è della dott.ssa Versari, Vice-Presidente A.L.AE.F. (Associazione di Logoterapia e Analisi Esistenziale Frankliana) mentre la post-fazione è di suor Alessandra Smerilli FMA, Consigliera dello Stato Vaticano.

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Il libro nasce da un incontro tra un frate cappuccino e uno psicologo che, manifestandosi il desiderio reciproco di essere d’aiuto soprattutto ai giovani nel bisogno di riuscire a dare un significato al loro vivere, trovano un valido aiuto nei punti di forza della teoria psicologica, elaborata dal grande psichiatra viennese V. Frankl per la cura del “mal di vivere”: la logoterapia, la terapia del senso. È un testo che, soprattutto oggi, in tempo di COVID-19, sembra offrire un antidoto contro il virus del vuoto esistenziale o vuoto di senso, aiuta a scatenare le coscienze, a far comprendere, come già è accaduto e sta accadendo a migliaia di operatori sanitari, e non, che la vita ha un senso, un forte significato, anche e soprattutto nella sofferenza, nel servizio, nella dedizione all’altro.
Nel loro incontro-racconto, Fra Emiliano, nominato da Papa Francesco missionario della Misericordia, e lo psicoterapeuta, prof. Alfredo Altomonte, con la libertà di chi coltiva l’interiorità e sa guardare in profondità, affrontano temi duri, riuscendo a denunciare situazioni anche molto negative con uno sguardo mitigato dalla dolcezza dell’insegnamento evangelico. V’è quasi un monito a ben operare da parte di chi ricopre posti di responsabilità proprio in questo tempo in cui le scelte di singoli, amministratori e di governi, devono essere fatte per il bene comune.
Oggi i giovani hanno bisogno di parole libere audaci e più che mai di esempi, di educatori che creino le condizioni per un’autentica rinascita, che sappiano far vibrare le corde più profonde del cuore e che, come si sottolinea nel testo, non si pongano più come semplici pacificatori ma come testimoni tangibili del vivere l’esistenza pienamente. È anche guardando tali esempi che può nascere o potenziarsi nei giovani quel quid capace di attuare il vero cambiamento interiore: rivoluzionare sé stessi.
Se i giovani hanno un perché per cui vivere, se viene vinta la frustrazione esistenziale attraverso la ricerca del significato delle loro azioni, troveranno il loro come attraverso il desiderio di far esplodere il loro potenziale positivo, tramite la volontà di dare senso al loro agire, saranno davvero amanti del loro quotidiano, inizieranno a cambiare lo sguardo, vorranno davvero scatenare la vita!