Salesiani Olbia, a settembre erezione canonica della comunità salesiana

dal sito dell’Ispettoria dell’Italia Centrale.

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Sarà eretta canonicamente a settembre 2025, la comunità salesiana di Olbia, dedicata a San Domenico Savio, giovane santo, frutto maturo del Sistema Preventivo di don Bosco. La sua breve ma intensa vita è un esempio luminoso di dedizione a Dio, impegno nella vita cristiana e passione per il bene dei giovani. Un passo importante per la crescita della comunità, una testimonianza concreta dei valori che San Domenico Savio ha incarnato durante la sua vita.

San Domenico Savio è la testimonianza di una vita spesa per gli altri, soprattutto per i suoi coetanei. L’impegno del darsi e del volontariato. Nella città di Olbia, soprattutto tra i giovani il volontariato non è molto conosciuto purtroppo”, ci racconta don Alessandro Fadda sulle sfide che la città deve affrontare quotidianamente.

La Casa Salesiana di Olbia: un nuovo capitolo della missione educativa

L’erezione canonica della Casa Salesiana di Olbia rappresenta un momento significativo nella storia della presenza salesiana in Sardegna. Questa nuova casa non è solo un luogo fisico dove si svolgono attività educative, ma è soprattutto un luogo di crescita spirituale e umana per i giovani. “Olbia è una città in continua espansione, con tante problematiche che spaziano dalla criminalità alla dispersione scolastica. È una città che ha bisogno di interventi da parte sia delle istituzioni civili che ecclesiastiche…” Riguardo queste problematiche i salesiani di Olbia, continuando l’opera iniziata da don Bosco, si impegnano a portare avanti la missione di educare i giovani alla fede, al rispetto reciproco e al servizio alla comunità. Attraverso la collaborazione con scuole, oratori, attività pastorali e progetti di animazione, la casa salesiana diventa un punto di riferimento per molti giovani e famiglie, offrendo un cammino di formazione che risponde alle esigenze del nostro tempo. Tuttavia, ribadisce don Sandro, “il progetto più importante che possiamo attuare è quello di esserci, non di fare, ma soprattutto di essere. I giovani qui hanno molte opportunità, siamo nella città della Costa Smeralda, un luogo dove però spesso domina l’apparenza, senza che ci sia una vera e propria profondità morale”.

Il riconoscimento di una comunità è un avvenimento che è sempre molto apprezzato, poiché rappresenta la certezza che si rimanga saldi”, aggiunge don Alessandro, commentando l’impatto che la notizia ha avuto nella Diocesi e nel territorio.

Gennaio, al Centro Nazionale assemblea e coordinamento di Pastorale Giovanile e Presidenza della CISI

Dal 9 al 13 gennaio al Centro Nazionale di Roma si sono ritrovati gli Ispettori, i Delegati di Pastorale Giovanile, i referenti degli uffici nazionali e i membri del Consiglio della Comunità Educativa Pastorale (CEP) del Centro Nazionale per alcuni appuntamenti di coordinamento dell’Italia Salesiana.

Con la presenza del Consigliere per la Regione Mediterranea e Presidente CISI, don Juan Carlos Pérez Godoy, il 9 e 10 gennaio c’è stato il coordinamento di Pastorale Giovanile, durante il quale è stato affrontato il tema del Giubileo dei Giovani, quello del progetto del Centro Nazionale e, il 10 gennaio, una giornata di studio laboratoriale con don Fabio Attard: “La dimensione della fede nel rapporto con la cultura giovanile e contemporanea”. I delegati di Pastorale Giovanile hanno potuto riflettere dopo essersi preparati con alcune letture previe. La lettura che tutti ne hanno dato è che davanti ai nostri occhi ci sono sfide della società che vanno viste, riconosciute e affrontate con un occhio vigile ma propositivo, togliendo alcuni freni che ci legano troppo al passato per tentare strade nuove con coraggio.

L’11 gennaio c’è stata l’Assemblea di Pastorale Giovanile. Nella mattinata il Rettor Magnifico dell’UPS, don Andrea Bozzolo, ha guidato la formazione sul tema: “Una lettura salesiana del Sinodo e cosa dice il Sinodo alla Congregazione”. Prima di tutto, don Bozzolo ha chiarito alcuni passaggi sul Sinodo, sulle modalità di svolgimento e sui processi che hanno coinvolto clero, religiosi e laici. Dopodiché ha spiegato il riverbero che il documento finale, “Per una Chiesa sinodale: comunione, partecipazione, missione”, avrà nella vita della Chiesa, in particolare nelle nostre CEP. La Congregazione, ormai alle porte del Capitolo Generale XXIX potrà godere di alcuni “guadagni sinodali” e farli propri.

Successivamente è stato dato spazio alle comunicazioni degli uffici nazionali, soprattutto per l’organizzazione dell’accoglienza dei giovani di tutto il mondo per il loro Giubileo.

Domenica 12 e lunedì 13, invece, c’è stato l’incontro della Presidenza della Conferenza delle Ispettorie Salesiana d’Italia (CISI) con gli Ispettori e gli incaricati di Economia e Formazione. Tra gli argomenti affrontati, un confronto con don Roberto Del Riccio SJ sul ridisegno dell’Italia salesiana, a partire dall’esperienza della provincia Gesuita di Italia, Malta, Romania e Albania.

Sono evidenti i segni di un cammino che come Italia Salesiana cresce di giorno in giorno, con l’impegno di rispondere sempre meglio alla domanda fondamentale di questo processo: “Cosa ci serve e come dobbiamo essere per essere più incisiva nella nostra azione apostolica in Italia?”

Colle Val D’Elsa, un progetto per i bambini: sarà aperta una struttura speciale

Dal sito del Quotidiano Nazionale.

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I salesiani di Colle da sempre sono riusciti a trasformare, grazie al loro carisma, l’educazione in un’avventura ricca di energia e visione per il futuro. Ne è una testimonianza la loro presenza da molti anni in quel di Colle e la svolta educativa che hanno dato alla città. Giovedì 23 gennaio, alle 17,30, presso il teatro Sant’Agostino, torna il consueto convegno ‘Se dico minori.tra sogni e realtà’. Non è un caso che per questa IV edizione l’ospite atteso sia Don Luigi Ciotti, presidente di Libera. Non finisce qui, perché è già stato preannunciato che durante il convegno sarà presentato un progetto rivoluzionario per Colle: l’apertura di una struttura semiresidenziale. Il 23 saranno presenti il card. Augusto Paolo Lojudice, arcivescovo di Siena – Colle – Montalcino, don Roberto Colameo, superiore dell’ispettoria centrale dei salesiani e il Dott. Sandro Iannini, delegato per l’emarginazione e il disagio dell’ispettoria
centrale. L’evento è promosso dai salesiani Don Bosco di Colle e dall’Arcidiocesi in collaborazione con Ftsa (Fondazione Territori Sociali Alta Valdelsa) con il patrocinio del Comune di Colle, dell’Agesci zona Siena-Toscana e dell’Agesci Val D’Elsa 1. Il convegno sarà un’occasione preziosa per riflettere sulle tematiche legate alla tutela, all’accoglienza e al  futuro dei minori, attraverso un dialogo aperto con Don Luigi Ciotti, una figura di riferimento
nell’impegno per la giustizia sociale e i diritti dei più vulnerabili. Gli stessi organizzatori, appunto, hanno annunciato che durante l’evento verrà anche presentato il progetto per l’apertura di una struttura semiresidenziale, pensata per supportare il territorio nel rispondere alle crescenti richieste di aiuto da parte di servizi e istituzioni, offrendo sostegno a bambini e adolescenti che vivono situazioni di disagio e sofferenza. La struttura sarà un luogo sicuro e
stimolante, mirato a favorire il loro benessere e lo sviluppo delle loro potenzialità, in collaborazione con le famiglie e la rete sociale locale. Ancora una volta traspare la ‘marcia in più’ dei salesiani che da sempre sono un presidio forte, aperto, inclusivo, avulso dai pregiudizi nel cuore della nostra città. Un progetto che è sulle spalle e nella testa di molti laici e religiosi che vogliono dare ancora una volta un’opportunità in più per le giovani generazioni. D’altro canto è lo stesso segno di Don Bosco nel suo umanesimo educativo per far diventare i giovani  di oggi degli onesti cittadini di domani. Quello del convegno sarà, quindi, un momento di confronto su temi fondamentali per il nostro futuro, un’opportunità per costruire nuove sinergie e percorsi di responsabilità condivisa a favore delle nuove generazioni.

Sito QN

Bando Servizio Civile Universale con i Salesiani 2024: a disposizione 1.024 posti per Italia ed Estero

Sono 1.024 i posti concessi sui progetti in Italia e all’estero finanziati a Salesiani per il sociale per le aspiranti volontarie e volontari del Servizio Civile Universale ordinario.  Per il Servizio Civile Universale in Italia, ci sono 954 posti. Per il Servizio Civile Universale all’Estero, sono previsti 70 posti con sedi in Spagna, Albania, Malta, Brasile, Angola, Ghana ed Etiopia  La scadenza del bando è fissata per il 18 febbraio 2025 alle ore 14.00.  

Vai al sito di SXS

“Oggi con Don Bosco, pellegrini di speranza”: tre martedì sera nella Basilica di Maria Ausiliatrice

(ANS – Torino) – “Oggi con Don Bosco, pellegrini di speranza” è il tema delle tre serate di approfondimento organizzate nella Basilica di Maria Ausiliatrice di Torino in vista della festa del Santo dei Giovani e in cammino, con tutta la Chiesa, in quest’anno giubilare. L’evento si struttura attraverso tre incontri, in altrettanti martedì di gennaio, con Don Bosco e la sua attualità, a partire da oggi, 14 gennaio 2025.

Il tema si articola all’interno della Strenna di questo anno 2025 per tutta la Famiglia Salesiana: “Ancorati alla Speranza, pellegrini con i giovani”, a sua volta in sintonia con il grande evento della Chiesa universale del Giubileo ordinario 2025.

“Desideriamo essere ‘pellegrini di speranza con i giovani’ avendo come modello Don Bosco – ha spiegato il Rettore della Basilica-Santuario, don Michele Viviano –. Proprio per questo desideriamo conoscerlo sempre di più, riflettendo su tre aspetti fondamentali della sua vita attualizzati nell’oggi: la sua dimensione religiosa, pedagogica e sociale”.

A guidare la prima sera, martedì 14 gennaio, ore 20:30 (UTC+1), sul tema “Don Bosco e la sua dimensione religiosa nell’oggi” è il prof. Sac. Luigi Maria Epicoco, apprezzato scrittore e conferenziere. A presentarlo è don Luca Ramello, sacerdote della diocesi di Torino e Susa e presidente nazionale dell’Associazione “NOI ORATORI e CIRCOLI”.

Martedì 21 gennaio ore 20.30 la prof.ssa Rosanna Giacometto, Salesiana Cooperatrice e docente presso l’Università Pontificia Salesiana di Roma, aiuterà a riflettere sulla dimensione pedagogica di Don Bosco declinata nei nostri giorni. La coordinatrice dei Salesiani Cooperatori del Piemonte e Valle D’Aosta, sig.ra Marina Busso, introdurrà la relatrice.

Per concludere, la terza sera, martedì 28 gennaio, sempre con inizio alle ore 20.30, il Magnifico Rettore dell’Università Statale di Benevento ed exallievo salesiano, prof. Giuseppe Acocella, affronterà il tema della dimensione sociale di Don Bosco in riferimento al contesto dei nostri giorni. Ad introdurlo sarà Marco Gallo, Presidente della Federazione degli Exallievi del Piemonte e Valle d’Aosta.

Ogni serata sarà aperta e conclusa da un canto a Don Bosco, eseguito rispettivamente per ogni sera dai giovani confratelli dello Studentato di Torino-Crocetta, dalle postulanti delle Figlie di Maria Ausiliatrice e dalla Corale della Basilica di Maria Ausiliatrice.

“In questo 2025 dove ricorre il 150° della prima Spedizione Missionaria Salesiana, ancorati a Cristo, nostra speranza, e guardando Don Bosco, possiamo essere pellegrini con i giovani per una missione che ancora ha tanto futuro” conclude don Viviano.

Italia – “Oggi con Don Bosco, pellegrini di speranza”: tre martedì sera nella Basilica di Maria Ausiliatrice

Il programma dettagliato delle Giornate di Spiritualità della Famiglia Salesiana 2025

(ANS – Roma) – Sono circa 350 le persone che, provenienti da tutto il mondo e appartenenti a decine dei 32 gruppi della Famiglia Salesiana, si apprestano a vivere in quel di Valdocco l’esperienza delle XLIII Giornate di Spiritualità della Famiglia Salesiana (GSFS2025). Quest’edizione, da vivere nel clima del Giubileo e nel ricordo e nello slancio del 150° anniversario della Prima Spedizione Missionaria Salesiana, servirà a coltivare la vita, la missione e la comunione condivise tra i vari gruppi, alla luce del messaggio della Strenna per il 2025: “Ancorati alla speranza, pellegrini con i giovani”.

Ecco di seguito il programma dettagliato delle GSFS:

Giovedì 16 gennaio: “Pellegrini in Valdocco”

– 9:00: Accoglienza;
– 15:00: Sessione inaugurale GSFS 2025 (visibile su YouTube);
Presentazione delle giornate e preghiera;
Video e commento della Strenna con don Stefano Martoglio, Vicario del Rettor Maggiore;
– 18:30: Celebrazione dell’Eucaristia in Basilica di Maria Ausiliatrice, presieduta da don Martoglio (visibile su YouTube);
– 21:00: Momento di preghiera nella Basilica di Maria Ausiliatrice, dal titolo “Maria gioiosa e pellegrina” e a seguire Buonanotte (sessione visibile su YouTube);

Venerdì 17 gennaio: “Ancorati alla Speranza”

– 08:30: Preghiera comunitaria e proiezione del video “Pellegrini in cammino” (sessione visibile su YouTube);
– 09:00: Approfondimento della Strenna: “Ancorati nella speranza che non delude”, relazione di Cristiana Freni, dell’Università Pontificia Salesiana (sessione visibile su YouTube);
– 11:30: Incontro per gruppi linguistici;
– 13:00: Pausa pranzo;
– 14:15: Visite libere ad alcuni luoghi salesiani;
– 15:30: Pellegrinaggio verso il Duomo di Torino, con partenza dalla Basilica di Maria Ausiliatrice;
– 17:10: Accoglienza al Duomo;
– 17:30: Celebrazione dell’Eucaristia nel Duomo, presieduta da Mons. Alessandro Giraudo, Vescovo Ausiliare di Torino e Susa;
– 18:30: Presentazione del beato Pier Giorgio Frassati;
– 19:30: Rientro a Valdocco e cena;
– 21:00: Momento di preghiera con musica, meditazione e silenzio in Basilica di Maria Ausiliatrice: “In-canto per Gesù”, e a seguire “Buonanotte”;

Sabato 18 gennaio: “Pellegrini con i giovani”

– 08:30: Preghiera personale
– 09:00: Celebrazione dell’Eucaristia in Basilica di Maria Ausiliatrice, presieduta dal Card. Cristóbal López, SDB, Arcivescovo di Rabat (visibile su YouTube);
– 10:00: Foto ufficiale delle GSFS 2025;
– 10:25: In ascolto dei giovani: tavola rotonda con i giovani partecipanti al Sinodo Salesiano dei Giovani (visibile su YouTube);
– 11:45: Dialogo con i giovani della tavola rotonda;
– 13:00: Pausa pranzo;
– 14:15: Visite libere ad alcuni luoghi salesiani;
– 15:30: “Spedizioni missionarie di ieri-apostoli di missione oggi”: incontro con il Card. Cristóbal López, SDB, Arcivescovo di Rabat (sessione visibile su YouTube);
– 16:30: Laboratori sulla missione in alcuni Paesi sognati da Don Bosco e testimonianze dalla Patagonia, l’Uruguay, il Giappone (Miyazaki), l’Ecuador (sulla futura Santa Maria Troncatti), il Brasile, il Nord-Est dell’Africa, e sul Progetto Africa e sulla Comunità della Missione di Don Bosco;
– 19:30: Cena;
– 21:00: Serata fraterna

Domenica 19 gennaio: “Il pellegrinaggio prosegue: camminiamo insieme con i giovani”

– 09:00: Preghiera personale;
– 09:30: Celebrazione dell’Eucaristia domenicale in Basilica di Maria Ausiliatrice, presieduta da don Martoglio (visibile su YouTube);
– 11:00: Incontro per gruppi di appartenenza;
– 12:00: Sessione conclusiva (visibile su YouTube).

Le Giornate di Spiritualità della Famiglia Salesiana 2025 promettono di essere un evento di grazia e comunione, nel quale si esprimerà il senso profondo di appartenenza a una grande famiglia spirituale.

Per ulteriori informazioni, è possibile visitare il sito ufficiale della Famiglia Salesiana all’indirizzo www.famigliasalesiana.org.

Stage animatori per l’Ispettoria Meridionale: “Chi di speranza vive, innamorato muore”

Dal sito dell’Ispettoria Italia Meridionale.

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Dal 3 al 5 gennaio, Santeramo in Colle e Grumento si sono trasformati in un vortice di emozioni, creatività e sogni. Un centinaio di giovani animatori, tra cui una trentina provenienti da Calabria, Campania, Basilicata e Santeramo riuniti a Grumento, e una sessantina dalla Puglia riuniti a Santeramo, si sono incontrati per lo Stage Animatori: tre giorni di esperienze intense che hanno lasciato il segno nel cuore di tutti.

Il filo conduttore? La comunicazione sociale, ma non quella fredda dei social network: qui si è parlato di messaggi che arrivano dritti al cuore, di sguardi che creano legami e di parole che possono cambiare il mondo. Don Bosco ci ha insegnato che la comunicazione vera nasce dall’ascolto e dall’amore per gli altri, e i ragazzi hanno vissuto tutto questo in prima persona.

Le mattine sono state dedicate alla formazione su Don Bosco e Madre Maria Mazzarello, riconosciuti come grandi comunicatori e tra i primi ad adottare strategie comunicative innovative. Tra queste, l’uso inconsapevole dello storytelling, che ispirava e avvicinava i giovani, è stato un tema fondamentale dello stage. Questo approccio ha gettato le basi per i laboratori pratici realizzati nei pomeriggi, dove i ragazzi hanno potuto mettere in pratica quanto appreso. Ci sono stati momenti di riflessione e divertimento, certo, ma anche tanta voglia di mettersi in gioco.

I laboratori sono stati il cuore pulsante degli Stage: dalla scrittura creativa, dove i ragazzi hanno lavorato insieme per creare la canzone che uscirà il 31 gennaio – un inno ai sogni e alla speranza – alla realizzazione di video reel creativi e coinvolgenti che raccontano storie. Non sono mancati il laboratorio di scrittura, dedicato alla creazione di articoli sia per testi scritti che per articoli digitali, e il laboratorio di podcast, incentrato su tematiche spirituali intrecciate con musica, cultura e attenzione verso il territorio. La sfida è stata quella di raccontare e testimoniare con coraggio la bellezza della fede attraverso un mezzo innovativo e accessibile come il podcast. E infine, il laboratorio teatrale, dove le emozioni hanno preso vita, regalando momenti di grande intensità e condivisione.

La frase “Chi di speranza vive, innamorato muore” ha accompagnato tanti momenti di riflessione. Perché la speranza non è solo un’attesa passiva, ma una scelta coraggiosa di chi crede nel futuro. E quei ragazzi hanno dimostrato che la speranza è ancora viva, nelle loro parole, nei loro sguardi, nei loro sogni.

La cosa più bella? Vederli lì, presenti con tutto loro stessi, occhi luminosi e cuore aperto. In un mondo che spesso chiede di essere spettatori passivi, loro hanno deciso di essere protagonisti. Hanno scelto di investire tempo ed energie per costruire qualcosa che duri nel tempo. Hanno creduto che comunicare non sia solo parlare, ma donare parte di sé agli altri.

Questo stage non è stato un’occasione per ritrovarsi tra amici o per riempire qualche giorno di vacanza. È stato molto di più: un tempo prezioso di crescita e scoperta. Un’esperienza che ha acceso nuove scintille. Quelle scintille che possono diventare fuoco, che possono contagiare e scaldare altri cuori. Perché i sogni di don Bosco non sono finiti: continuano ogni volta che un giovane sceglie di credere, di sperare e di amare.

Ufficio Oratori – Parrocchie, incontro di pianificazione e saluto a don Giovanni D’Andrea

L’8 gennaio 2025, presso la Sede Nazionale di Roma, si è svolto l’incontro dell’Ufficio Oratori – Parrocchie, un’occasione importante per riflettere sul lavoro svolto e pianificare il futuro.

La giornata è stata dedicata a due temi principali.  Il primo è stato il lavoro sul testo di Sintesi del Seminario sulla Parrocchia del 2023: si tratta di un documento che sarà presentato nell’Assemblea PG della CISI di sabato 11 gennaio da parte di don Alberto Goia. Il secondo tema ha riguardato gli Itinerari di Educazione alla Fede. Durante il confronto, è emersa l’importanza di puntare su un approccio che aiuti le comunità locali a progettare percorsi di fede su misura, piuttosto che proporre un unico modello nazionale. Questo lavoro rappresenta un passo avanti per sostenere una pastorale più concreta ed efficace. Per approfondire la riflessione, è previsto un incontro con il prof. Vojtas il prossimo maggio.

L’incontro si è concluso con i ringraziamenti a don Giovanni D’Andrea, che come Ispettore delegato ha guidato con dedizione l’Ufficio in questi anni e che sarà sostituito da don Domenico Saraniti.

Nomina del Prefetto e del Pro-Prefetto del Dicastero per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica

(ANS – Vaticano) – Il Santo Padre ha nominato Prefetto del Dicastero per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica la Reverendissima Suora Simona Brambilla, M.C., finora Segretario della stessa Istituzione curiale. Il Santo Padre ha nominato Pro-Prefetto del Dicastero per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica Sua Eminenza Reverendissima il Signore Cardinale Ángel Fernández Artime, S.D.B., già Rettore Maggiore della Società Salesiana di S. Giovanni Bosco.

La Congregazione Salesiana esprime le sue più sincere congratulazioni a Sua Eminenza il Cardinal Ángel Fernández Artime per la sua recente nomina a Pro-Prefetto del Dicastero per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica (DIVCSVA), resa nota dalla Sala Stampa Vaticana ieri, 6 gennaio 2025, Solennità dell’Epifania. Con un’esperienza consolidata di dieci anni come Rettor Maggiore dei Salesiani di Don Bosco, il Cardinale Fernández Artime ha dimostrato una leadership esemplare e una dedizione instancabile al servizio della Chiesa e della comunità salesiana. Ora, appena nominato in questo nuovo incarico dal Santo Padre, ha condiviso con ANS alcune sue considerazioni.

Eminenza, qual è stata la sua reazione alla notizia della nomina da parte del Santo Padre?

Ieri, Solennità dell’Epifania, dopo la celebrazione con il Santo Padre nella Basilica di San Pietro, alle 12 ho avuto la notizia che nel Dicastero per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica (DIVCSVA) il Papa ha nominato suor Simona Brambilla come Prefetto, e che ha creato questo nuovo servizio di Pro-Prefetto in quel Dicastero, che evidentemente ritiene particolarmente importante, chiedendomi questo servizio.

Devo dire che, naturalmente, negli ultimi mesi avevo conosciuto l’intenzione del Santo Padre e gli avevo dato la mia piena disponibilità, con un senso di fede e di obbedienza al Papa, come Salesiano di Don Bosco; e aggiungo anche che con una grande disposizione di cuore, per dare il mio contributo dopo questi anni di servizio nella Congregazione Salesiana, che sono stati di una grande ricchezza spirituale e umana per me.

Sono contento di questo servizio che mi chiedono, e sono pienamente disponibile, così come ho tutta la mia disponibilità nel mio servizio ecclesiale come membro del collegio cardinalizio, nell’accompagnare e assistere il Santo Padre, e anche nel mio servizio pastorale come vescovo, nelle varie necessità della Chiesa.

Cosa crede che l’attenda ora in questo nuovo servizio affidatogli dal Santo Padre? Cosa ne pensa, dopo tanti alla guida di una Congregazione maschile, di collaborare sotto la guida di una religiosa?

Ho avuto modo di conoscere e di parlare già diverse volte con il Prefetto Emerito del DIVCSVA, il Card. João Braz de Aviz, e con l’allora Segretaria, oggi Prefetto del Dicastero, suor Simona Brambilla, registrando sempre un clima ottimo di dialogo, di intendimento e di comunanza di visioni. Sono molto contento di questa realtà e sono convinto che il Santo Padre abbia indovinato la giusta composizione del Dicastero, che è senza dubbio la più ricca e opportuna per questo momento oggi.

Quali sono i sogni e le sfide che intravede nel suo nuovo incarico?

Su sogni, speranze, piani, prospettive… ancora non conosco in profondità il Dicastero, mentre conosco molto bene la Congregazione Salesiana e la vita consacrata, vissuta come consacrato e religioso. Ho soltanto una convinzione, che ho espresso già altre volte e che ribadisco. Credo che il Dicastero, attraverso la ricchezza delle 32 persone con cui collaborerò, compia un grande servizio, e per quello che ho visto e vissuto dal lato dei consacrati, dovremo fare tutto il possibile per illuminare la bellezza della vita consacrata e dei movimenti apostolici nella Chiesa.

Con il nostro umile servizio, a partire dalla Prefetto e con il mio contributo e quello di altre persone eccezionali, il Dicastero potrà anche incoraggiare, dare luce e discernimento alle Congregazioni e agli Istituti, e avvicinarsi ad essi e al mondo, nelle maniere più opportune. Accompagneremo con entusiasmo le gioie e le sfide della Vita Consacrata e dei Movimenti Apolostolici.

Come ho imparato come Rettor Maggiore, e come dicevo sempre agli Ispettori nei miei incontri con loro: “La vita è sempre più grande e più ricca delle sfide che ci si presentano nella quotidianità” e il Dicastero sarà molto di più che un ufficio per risolvere dei problemi. E dicevo questo nella consapevolezza che è Dio che accompagna la Congregazione Salesiana e lo dico oggi sapendo che è Dio che accompagna la Chiesa, presieduta dallo Spirito Santo, nella persona del Vicario di Cristo, il Santo Padre, oggi Papa Francesco, e che è il medesimo Spirito che deve guidare tutti i servizi e i Dicasteri, attraverso le mediazioni delle persone che ci sono chiamate ad operare.

 

Vaticano – Riconosciuto il martirio del Servo di Dio don Elia Comini, SDB

(ANS – Roma) – Mercoledì 18 dicembre 2024, il Santo Padre Francesco ha ricevuto in udienza S.E. Rev., Cardinale Marcello Semeraro, Prefetto del Dicastero delle Cause dei Santi. Durante l’Udienza, il Sommo Pontefice ha autorizzato il medesimo Dicastero a promulgare il Decreto riguardante:

– il martirio del Servo di Dio Elia Comini, Sacerdote professo della Società di San Francesco di Sales; nato il 7 maggio 1910 a Calvenzano di Vergato (Italia, Bologna) e ucciso, in odio alla Fede, a Pioppe di Salvaro (Italia, Bologna) il 1° ottobre 1944.

Tale riconoscimento apre la via alla Beatificazione di questo salesiano prete di Don Bosco, martire nell’eccidio di Monte Sole avvenuto esattamente 80 anni fa, nella strage più efferata compiuta dalle SS naziste in Europa, nel corso della guerra del 1939-45, nei territori di Marzabotto, Grizzana Morandi e Monzuno, comunemente nota come “strage di Marzabotto”.

Don Stefano Martoglio, Vicario del Rettor Maggiore, ha manifestato la gioia di tutta la Congregazione e dell’intera Famiglia Salesiana, commentando: “Questa notizia, nell’imminenza del S. Natale e dell’Anno Santo, è motivo di grande speranza. In un mondo immerso nella tragedia di guerre e lotte fratricide, immemore dei drammi del passato, la testimonianza di don Elia Comini rifulge come quella d’un operatore di pace e di riconciliazione. Inoltre, la notizia giunge nel giorno in cui ricordiamo la nascita della Congregazione (18 dicembre 1859): il riconoscimento del martirio di don Elia Comini è una eccezionale conferma del carisma di Don Bosco che trova nella carità pastorale il suo centro di irradiazione apostolica e educativa”.

Il Servo di Dio don Elia Comini nasce in località “Madonna del Bosco” di Calvenzano di Vergato, (BO) il 7 maggio 1910, secondogenito di Claudio ed Emma Limoni. Giovanissimo, Mons. Fidenzio Mellini, già alunno di Don Bosco a Torino, lo orienta ai Salesiani di Finale Emilia. Novizio il 1° ottobre 1925, Elia emette la prima Professione il 3 ottobre 1926 ed è professo perpetuo l’8 maggio 1931. Ordinato sacerdote a Brescia il 16 marzo 1935, il Servo di Dio vive nelle case salesiane a Chiari (in provincia di Brescia, fino al 1941) e a Treviglio (in provincia di Bergamo, dal 1941 al 1944), distinguendosi come bravo docente di materie umanistiche e sicuro riferimento per tanti giovani che gli aprono il cuore, vedono in lui un modello e gli si radunano attorno: “Sembravano una covata di pulcini attorno alla chioccia”. D’estate, d’accordo con i superiori, don Comini rientra per alcuni periodi sull’Appennino bolognese – a Salvaro – per aiutare la mamma, ormai anziana e sola. Qui aiuta nella pastorale lo stesso Mons. Fidenzio Mellini.

Tale è il viaggio che impegna don Elia Comini anche nella difficilissima estate del 1944. Egli arriva a Salvaro il 24 giugno. Vi resterà per poco più di tre mesi, sino alla morte. Soccorre la popolazione nella concretezza delle sue molteplici esigenze dettate dal tempo di guerra, anima la liturgia e promuove la frequenza dei sacramenti; affianca le consacrate e vive un intensissimo apostolato nell’esercizio di tutte le opere di misericordia corporale e spirituale. Media, inoltre, tra gli opposti fronti: popolazione; partigiani; tedeschi della Wehrmacht che stazionano in canonica per un mese (1° agosto – 1° settembre 1944). Il Servo di Dio istituisce con il giovane Dehoniano padre Martino Capelli una fraternità sacerdotale che li associa nel ministero.

Il 29 settembre 1944 mattina, don Elia Comini accorre con padre Martino Capelli verso la “Creda”, un abitato dove le SS di un battaglione della Sedicesima Divisione Corazzata avevano appena perpetrato un eccidio: stola, oli santi e teca con alcune particole eucaristiche lo identificano chiaramente come sacerdote, nell’esercizio del suo ministero di conforto degli agonizzanti. Catturato, spogliato delle insegne sacerdotali, usato come “bestia” da soma nel trasporto delle munizioni, don Elia vive quel giorno una intensa passione, certo obbligato ad assistere alle “più raccapriccianti violenze”. Tradotto a sera nella “casa dei birocciai” a Pioppe di Salvaro, vi vive due intensi giorni, persuaso sin dall’inizio di essere destinato a morire (“a far la carità se ne paga la pena”) e nondimeno vicino ai prigionieri, pronto sempre a confortare, soccorrere, infine assolvere. Falliscono le differenti mediazioni con cui si tenta di salvarlo, mentre egli intercede per tutti e sollecita i pochi accorsi ad appellarsi all’Arcivescovo di Bologna.

Alla sera del 1° ottobre 1944 viene ucciso nel gruppo degli “inabili” (innocenti rispetto a qualsivoglia compromissione) – nonostante egli fosse giovane e abile al lavoro – presso la Botte della canapiera di Pioppe di Salvaro, al termine di una surreale liturgia in cui le SS avevano fatto sfilare i prigionieri su una passerella prima di falciarli con le mitragliatrici: egli, intonando le Litanie e gridando infine “Pietà!”, l’aveva trasformata in un avanzare orante verso il Cielo. Poco prima della morte, un tedesco si è affermato ne abbia colpito violentemente le mani e il suo breviario cadde tra i corpi dei già uccisi, nell’invaso. Nell’impossibilità di recuperare le salme, verranno successivamente aperte le griglie e l’impetuosa corrente del fiume Reno trasporterà via per sempre quei poveri resti, già consumati e divenuti “terra”. Negli istanti dell’esecuzione, il corpo di don Elia Comini aveva protetto Pio Borgia, uno dei soli tre scampati all’eccidio della “Botte” e testimone decisivo dei fatti.

A don Elia Comini è associata da subito una fama di martirio, grazie alla quale anche la sua vita santa precedente viene riletta in una luce di consapevolezza nuova.

“Per la Chiesa di Bologna, per la Congregazione salesiana, in particolare per l’Ispettoria salesiana Lombardo-Emiliana e per tutta la Famiglia Salesiana, tale riconoscimento è motivo di grande gioia e di rendimento di grazie a Dio e alla Vergine Maria Ausiliatrice. Un grazie speciale al Relatore delle Causa, Mons. Maurizio Tagliaferri, e alla Dott.ssa Lodovica Maria Zanet, Collaboratrice della Postulazione, per il suo lavoro altamente qualificato”, dichiara don Pierluigi Cameroni, Postulatore Generale. “La sorgente profonda dello stile pastorale del Servo di Dio Elia Comini risiede nella scelta di esporre la vita per i fratelli, come ha fatto Gesù che ha consegnato se stesso alla morte per tutti i peccatori. Durante la vita e fino alla fine si è sforzato di essere un buon pastore e di spendersi senza riserve, generosamente, in un esodo da sé senza ritorno. Questa è la vera essenza della sua carità pastorale, che lo presenta come modello di pastore che veglia sul gregge, in difesa dei deboli e degli innocenti”.