“Educazione e cultura del safeguarding nello sport. Verso la costituzione di modelli di tutela e prevenzione”: convegno della PGS con l’UPS

La sinergia tra le Polisportive giovanili salesiane e l’Università Pontificia Salesiana ha dato vita al convegno “Educazione e cultura del safeguarding nello sport. Verso la costituzione di modelli di tutela e prevenzione” che si svolgerà il prossimo 13 aprile, ore 9:00-12:45, presso l’Università Salesiana in Roma.

L’esigenza di affrontare questo tema, come affermato dal Presidente delle PGS Avv. Ciro Bisogno, nasce dall’esigenza di dare risalto a quel segmento della Riforma dello Sport che costituisce un passaggio fondamentale per costruire una vera cultura dello Sport. Temi quali la tutela dei minori ed il contrasto e la prevenzione delle molestie, della violenza di genere e di ogni altra condizione di discriminazione non possono lasciare indifferenti un Ente di Promozione Sportiva che ha a cuore le sorti dei giovani ed è impegnato a fornire il proprio quotidiano contributo nei contesti sociali del Paese. E’ necessario, oggi più che mai, un impegno collettivo nella costruzione di un associazionismo sportivo che sappia rispondere a tutte le esigenze del mondo giovanile e della società.

L’obiettivo primario del convegno, ha affermato il Prof. Andrea Farina, docente di Legislazione minorile della Facoltà di Scienze dell’Educazione, è anzitutto quello di dedicare un momento di confronto di carattere nazionale alla tematica legata alle politiche di Safeguarding in ambito sportivo.  Si vuole inoltre favorire una cultura di prevenzione nello sport e la comprensione di quali modelli di tutela di tipo organizzativo meglio si adattano alle realtà associative in tale ambito.

Interverranno relatori esperti come il prof. Emanuele Isidori, il Dott. Ugo Taucer, il Dott. Valerio de Gioia, la Dott.ssa Clotilde Scolamiero e l’Avv. Gianluca Mulé. Parteciperà, attraverso un video di saluto, l’Autorità Garante per l’infanzia e l’Adolescenza Dott.ssa Carla Garlatti.

Liberi di scegliere: anche Salesiani per il Sociale firma il protocollo per sottrarre i minori alle mafie

Da Avvenire.

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di Angela Picariello

«Il protocollo siglato oggi (ieri per chi legge, ndr) è un segno di fondamentale importanza che amplia la rete tra associazioni e istituzioni per coltivare fra i giovani, soprattutto quelli a rischio, una corretta cultura della legalità», così il cardinale Augusto Paolo Lojudice, presidente onorario dell’associazione Fonte d’Ismaele, una delle cinque realtà associative coinvolte nel progetto “Liberi di scegliere” finalizzato a sottrarre i familiari e soprattutto i minori alla contaminazione “criminale”. Il protocollo è stato firmato ieri mattina dal ministro della Giustizia Carlo Nordio, con il concorso di quattro ministeri (Interno, Istruzione, Università e Ricerca e Famiglia), della Conferenza episcopale italiana e di alcune associazioni, con la Fonte d’Ismaele, la onlus Salesiani per il sociale, il Centro Elis, l’associazione Cometa, e la Fondazione di comunità San Gennaro, che si aggiungono a Libera, che diede inizio al progetto, a Reggio Calabria, col giudice minorile Roberto di Bella, ora a Catania.

Nel protocollo sono coinvolti nuovi uffici giudiziari: a quello di Reggio Calabria si aggiungono Catania, Palermo e Napoli. In un incontro a palazzo Giustiniani il fondatore di Libera don Luigi Ciotti ha raccontato di un incontro tenuto segreto, fra le madri che hanno aderito al progetto e papa Francesco. «Vi incoraggio e vi benedico, non siete sole», disse il Papa in quella circostanza, ha rivelato ieri don Ciotti: «Bene il rinnovo del protocollo, ma ora servono i fatti». «Strappare i figli dei mafiosi dal contesto familiare impartendo loro educazione e legalità è fondamentale», ha detto il ministro della Giustizia Carlo Nordio. «Questo protocollo tocca un elemento fondamentale, la rottura del circuito familiare-mafioso», ha aggiunto Matteo Piantedosi (Interno). Ora però «occorre una cornice legislativa», ha auspicato la senatrice del Pd Enza Rando, coordinatrice del Comitato “Cultura della legalità e protezione dei minori”, che ha promosso l’incontro di ieri, al quale hanno partecipato, fra gli altri, il giudice Di Bella e il sottosegretario alla Giustizia Andrea Ostellari, della Lega, che ha personalmente assunto l’impegno, per il governo, di fare al più presto di questo progetto una legge dello Stato.

 

Il Rettor Maggiore tra i giovani del “Borgo Ragazzi Don Bosco” di Roma

Dall’agenzia ANS.

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(ANS – Roma) – Venerdì 22 marzo 2024, giorno in cui il “Borgo Ragazzi Don Bosco” ha concluso i festeggiamenti dei suoi 75 anni di esistenza, il Cardinale Ángel Fernández Artime, Rettor Maggiore dei Salesiani e X Successore di Don Bosco, ha incontrato i ragazzi e tutta la comunità dell’opera salesiana.

Già sin dal suo ingresso nell’opera il Card. Fernández Artime ha subito reso presente Don Bosco in mezzo ai giovani. Lui stesso ha raccontato ai ragazzi lì radunati che immaginava l’Oratorio di Valdocco dell’epoca di Don Bosco, proprio come il “Borgo” di questi giorni: un luogo dove in ogni angolo ci sono ragazzi occupati nel fare qualcosa: non più ciabattini, falegnami, muratori, come allora, ma parrucchieri, cuochi, giardinieri, elettricisti, meccanici … Sono cambiati i tempi e i luoghi, ma la passione in cui vengono coinvolti i ragazzi resta la stessa.

Dai ragazzi del Centro di Formazione Professionale a quelli dei gruppi sportivi, dai giardinieri ai parrucchieri, dai laboratori all’oratorio il Rettor Maggiore ha avuto una buona parola per ogni singola persona, soffermandosi con ciascuno, chiedendo informazioni e rendendosi disponibile a foto e selfie soprattutto coi ragazzi, nessuno escluso. Tanta la soddisfazione di ciascuno nell’incontrare il Don Bosco oggi, che si è fermato a suonare coi ragazzi, che ha calciato i rigori, che ha condiviso la merenda preparata dagli allievi del Centro di Formazione Professionale e che ha veramente dimostrato di amare ciò che amano i giovani.

Tanta la gioia e la commozione nel ricevere lo sguardo ed una parola di conforto da parte del Cardinale salesiano. Così come tanta è stata la soddisfazione dei ragazzi di conoscere colui che ripercorre oggi le orme del Santo dei giovani. Ma anche tante le risate e i momenti di condivisione e di famiglia che hanno coinvolto ogni persona della comunità.

Non è mancato un momento celebrativo per i 75 anni di vita e di missione del Borgo Ragazzi Don Bosco: insieme al Rettor Maggiore, tutta la comunità, nei locali della Sala Polivalente che porta il nome del primo Direttore dell’Opera, don Cadmo Biavati, ha ripercorso le tappe che hanno visto l’evoluzione dell’Opera Salesiana nei tempi e dei ragazzi accolti. A partire dagli “sciuscià” degli anni ’50 del Novecento bisognosi di ogni bene materiale e morale, la missione del Borgo ha sempre privilegiato i ragazzi che vivono situazioni di disagio e di precarietà, donando a loro la capacità di ritornare a guardare il futuro con speranza.

E in questa occasione non sono mancate le parole di incoraggiamento del Rettor Maggiore di proseguire con passione, sottolineando quanto sia importante la presenza manifesta in mezzo ai giovani. L’unico modo per accompagnare i giovani nella loro crescita integrale è essere presenti sempre, amare ciò che amano. L’educazione non si fa con le parole ma col mettersi al fianco, con l’esserci, è stato il suo messaggio.

E ha ricordato a tutti anche che pensare ai giovani come soggetti apatici è un falso mito: i giovani sono apatici solo se non hanno prospettive di futuro ed è questo, quindi, l’obiettivo più importante: indicare loro che può esserci una strada per tutti, un cammino per ciascuno dove un futuro migliore è possibile.

La Messa celebrata a conclusione della rievocazione della storia dell’opera ha assunto un significato spirituale profondo di ringraziamento per questi 75 anni di vita e di missione del Borgo Ragazzi Don Bosco, ringraziando in particolare per tutti quei ragazzi che la Provvidenza ha guidato nei cortili e nei locali di quest’opera.

La serata si è conclusa con la cena del Rettor Maggiore insieme ai ragazzi e agli operatori della casa-famiglia e alla comunità salesiana. Un momento familiare, in un ambiente sereno e domestico, in cui i giovani hanno condiviso con il X Successore di Don Bosco la loro storia e i loro sogni.

Il Ministro del Lavoro, on. Calderone incontra i Salesiani nell’Opera Borgo Don Bosco a Roma

Pubblichiamo il comunicato stampa del CNOS-FAP nazionale sulla visita del ministro Calderone al Borgo Ragazzi Don Bosco di Roma.

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Nella mattinata del 25 marzo 2024, il Ministro del Lavoro, on. Marina Elvira Calderone si è immersa nella realtà dell’attività educativa del mondo salesiano, svolta attraverso la Formazione Professionale e l’attività di contrasto al disagio giovanile, recandosi presso l’Opera del Borgo Ragazzi don Bosco a Roma, realtà in cui sono presenti sia il Centro di Formazione Professionale del CNOS-FAP, sia il Centro di Accoglienza Minori.

Una ricca mattinata di confronto e di dialogo, prima con i responsabili del Centro Minori e poi con la direzione nazionale della Federazione CNOS-FAP. Accolta da don Daniele Merlini, direttore dell’Opera, nel visitare i vari ambienti, il Ministro si è soffermata con diversi ragazzi e ragazze presenti nei laboratori per conoscere le loro esperienze e incoraggiarli nel percorso intrapreso, valorizzando il loro operato e definendo i percorsi di Istruzione e Formazione Professionale come la chiave di volta per il Sistema Paese Italia.

In un clima di cordialità si è poi tenuto un confronto con don Giuliano Giacomazzi, direttore generale del CNOS FAP e con Paola Vacchina, presidente di FORMA. Il Ministro ha espresso il suo forte apprezzamento per l’intero mondo della Formazione Professionale definendola la risposta alla confusione dei giovani, utile strumento di inserimento nel mondo del lavoro e nella vita.

 

Oltre 500 persone formate su temi emergenti della salute mentale e dei giovani

Dall’agenzia ANS.

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(ANS – Roma) – A marzo, il Settore per la Pastorale Giovanile ha promosso 5 webinar in 10 sessioni con il fine di informare, sensibilizzare e creare consapevolezza su alcuni temi di salute mentale nei giovani: disturbi alimentari, salute mentale di migranti e rifugiati, depressione giovanile, bullismo e suicidio e autolesionismo. Otto esperti altamente competenti hanno offerto osservazioni e indicazioni concrete su questi temi. Questi psicologi, psichiatri e altri professionisti della salute mentale hanno anche risposto alle domande degli educatori salesiani.

“È stata fornita una panoramica sulla salute mentale dei giovani e degli adolescenti, affrontando diverse sfaccettature rilevanti per la nostra azione educativo-pastorale: l’educazione delle competenze emotive; la cura delle relazioni e dei legami all’interno delle reti di supporto (famiglia, amici, coetanei, educatori); l’attenzione al processo educativo. Diventa inoltre importante lavorare su alcuni fattori di protezione del benessere mentale: abitudini salutari, connessioni sociali supportanti e la capacità di gestire le sfide che la vita presenta”, ha spiegato Antonella Sinagoga, coordinatrice dell’iniziativa.

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanitàa livello globale, un giovane su sette di età compresa tra i 10 e i 19 anni soffre di un disturbo mentale come ansia, depressione, disturbi comportamentali come il disturbo da deficit di attenzione e iperattività, disturbo antisociale o autolesionismo e ideazione suicidaria. I disturbi alimentari, come la bulimia o l’anoressia, sono associati a un tasso di mortalità più elevato rispetto a qualsiasi altro disturbo mentale. È sorprendente che il suicidio sia la principale causa di morte per i giovani tra i 15 e i 19 anni, con un rischio significativamente più elevato per i gruppi emarginati e discriminati.

In generale, le sessioni di formazione hanno insistito su alcuni atteggiamenti da parte degli educatori: ascoltare attivamente gli adolescenti e lasciare che esprimano ciò che sentono e ciò che li preoccupa; evitare giudizi e pregiudizi; fornire la massima sicurezza e rassicurazione; mostrare affetto e cura; mostrare disponibilità all’aiuto e all’accompagnamento; sostenere le famiglie e le persone che si occupano di loro affinché possano comprendere meglio i loro bisogni; fare in modo che le scuole sostengano la salute mentale e siano ambienti protettivi per il benessere emotivo; fare in modo che tutte le presenze salesiane abbiano piani di accompagnamento, prevenzione e cura per non cadere in una maggiore vulnerabilità.

Tutto questo forma un insieme intrecciato di fattori che possono aiutare a prevenire e accompagnare eventuali disturbi nei giovani. Si è davvero consapevoli di quanti adolescenti sono sottoposti a processi di isolamento sociale o quanti bambini e adolescenti sono vittime di bullismo a casa, per esempio?

Nelle presenze salesiane è importante seguire i ritmi e le sequenze quotidiane in tutti gli ambiti: nell’ambiente scolastico, assicurare il monitoraggio delle attività e del rendimento scolastico; nelle relazioni interpersonali, controllare gli squilibri e i disturbi nell’interazione con la famiglia, gli amici, i colleghi, gli educatori e l’isolamento; nelle abitudini del tempo libero, verificare l’abbandono delle routine che fino a poco tempo prima facevano parte della loro vita. E, cosa molto importante, dare attenzione ad alcuni sintomi legati all’umore (ad esempio tristezza, irritabilità, sensazione di vuoto) o all’ansia (sensazione di perdere il controllo, pensieri ossessivi, deficit di memoria, attenzione, indecisione e insicurezza). E, allo stesso modo, prendere nota di alcuni sintomi fisiologici organici, come tachicardia, formicolio agli arti, tensione muscolare o mancanza di respiro.

“Ci auguriamo che questa proposta formativa di ampio respiro contribuisca ad ampliare e diffondere le conoscenze su aspetti fondamentali per la salute e lo sviluppo integrale dei giovani. Per curare la salute mentale è essenziale integrare le scienze umane, incentrate sul significato e sui valori, con la saggezza della spiritualità cristiana, come antidoto all’ansia, alla depressione, all’insensatezza e al senso di solitudine che affliggono i nostri giovani”, ha dichiarato come sintesi personale don Miguel Angel García Morcuende, Consigliere Generale per la Pastorale Giovanile.

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La “Su e Zo per i Ponti di Venezia” 2024 nel calendario delle celebrazioni per Marco Polo

Giunta alla 44° edizione, la Su e Zo per i Ponti di Venezia è divenuta negli anni un  appuntamento fisso nel calendario degli eventi veneziani. Si tratta di una passeggiata di  solidarietà che rappresenta un invito a ritrovarci a vivere una giornata assieme, in gruppo, in  famiglia, con la scuola, con l’oratorio o la parrocchia di appartenenza, con l’associazione o il  gruppo sportivo di cui facciamo parte. Assieme, a godere di una giornata all’aria aperta alla  scoperta di Venezia nei suoi luoghi più caratteristici, inesplorati e meno esposti al  sovraffollamento turistico: una proposta all’insegna del turismo sostenibile, nel rispetto  dell’ambiente e del territorio.  

L’edizione 2024 della Su e Zo per i Ponti è tutta dedicata alla figura di Marco Polo, nell’anno che  celebra la ricorrenza degli 700 anni dalla sua morte. L’idea di scoprire l’arte, la storia e la cultura  millenaria della Città di Venezia è da sempre al centro dell’idea di “viaggio di scoperta” alla base  della proposta turistico-culturale della Su e Zo per i Ponti. Per questo motivo lo slogan della Su e  Zo 2024 è: “Un milione di scoperte!”. Ed è così che, strizzando l’occhio alla celebre opera di  Marco Polo “Il Milione”, seguendo il suo esempio vogliamo con la Su e Zo per i Ponti proporre a  tutti i partecipanti un viaggio nel cuore di Venezia, alla ricerca della vera essenza di questa città  unica al mondo. L’Itinerario Culturale della Su e Zo per i Ponti 2024, dal titolo “La Venezia di  Marco Polo: sulle tracce del più celebre viaggiatore della Serenissima”, è redatto dal Servizio  Comunicazione turistica della Città di Venezia e sarà filo conduttore anche delle visite guidate “Su  e Zo Detour” programmate nei mesi successivi alla passeggiata di solidarietà.  

La Su e Zo per i Ponti di Venezia ha ricevuto il riconoscimento del Comitato nazionale per le  celebrazioni del settimo centenario della morte di Marco Polo ed è ufficialmente inserita nel  programma ufficiale di tali celebrazioni.  

Alla Su e Zo per i Ponti sono due i percorsi possibili tra cui scegliere: il percorso completo di  11,6 km con 38 ponti, con partenza e arrivo in Piazza San Marco, e il percorso breve di 5,6 km  con 23 ponti, indicato in particolare per le scuole dell’infanzia e primarie, con partenza dal Porto  di Venezia e arrivo in Piazza S. Marco. Sarà presente un ristoro per ciascuno dei due percorsi: in  Parco Savorgnan per il percorso completo e al Porto di Venezia per il percorso breve.  

Il costo del cartellino di partecipazione in prevendita è di € 8,50 a persona (€ 9,50 il giorno della  manifestazione, salvo esaurimento dei cartellini disponibili) e come per ogni edizione ogni  eventuale utile sarà devoluto in beneficenza, quest’anno a favore delle opere salesiane in Terra  Santa. Sarà possibile sostenere le missioni salesiane anche acquistando la T-shirt solidale 

dell’evento: per ogni capo venduto si devolverà un euro in beneficenza.  

La medaglia da collezione (a tutti i partecipanti) e la targa in ceramica artigianale (ai gruppi  oltre i 50 iscritti) rappresentano un omaggio all’Arsenale di Venezia. I premi speciali per i gruppi  più numerosi sono come tradizione espressione dell’arte vetraria veneziana. 

La Santa Messa della Su e Zo, che tradizionalmente segna l’inizio della manifestazione, è  celebrata alle ore 8.30 in Basilica San Marco dall’Ispettore Salesiano don Igino Biffi.  

Le partenze, in contemporanea da Piazza San Marco per il percorso completo e dal Porto di  Venezia per il percorso breve, sono previste dalle ore 9.30 alle ore 10.30 e sono scandite in base  alla fascia oraria prescelta in fase di iscrizione: 9.30, 9.45, 10.00, 10.15, 10.30.  

Premio per le Scuole “Don Dino Berti”  

Novità 2024: il “Premio per le Scuole Don Dino Berti” aumenta il suo valore! Segno di grande  vicinanza e sostegno da parte della manifestazione a tutte le scuole del territorio locale. Grazie al  premio intitolato al fondatore della manifestazione, a tutte le scuole di ogni ordine e grado che  parteciperanno con oltre 100 iscritti (tra alunni, genitori, insegnanti e simpatizzanti) sarà  consegnato un buono spesa per l’acquisto di materiale didattico o sportivo del valore di € 

300,00 (da 100 a 150 iscritti) o € 500,00 (a partire da 151 iscritti).  

Iscriversi in anticipo conviene!  

A poco più di 3 settimane dall’evento, gli iscritti ad oggi sfiorano già i 2.000, una tendenza che  segna un +50% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Il numero massimo di  partecipanti è fissato in 7.500, in accordo con il Comune di Venezia.  

Chi prenota i biglietti in fase di preiscrizione beneficia della quota d’iscrizione ridotta: un invito a  coinvolgere per tempo i propri amici, familiari o compagni di scuola a formare assieme i gruppi  che prenderanno parte alla Su e Zo.  

  • Preiscrizioni individuali e di gruppo: € 8,50  

– sul sito web www.suezo.it e presso i punti vendita autorizzati  

  • Iscrizioni individuali il giorno dell’evento: € 9,50  

– presso le biglietterie Su e Zo in Piazza S. Marco e alla Stazione FS S. Lucia  Biglietto vaporetto ACTV imob A/R: € 4,50  

– tariffa agevolata – valido solo il giorno dell’evento  

  • Termine ultimo per le preiscrizioni:  

– Gruppi a partire da 50 iscritti: entro lunedì 1° aprile 2024 

– Iscrizioni individuali: entro domenica 7 aprile 2024 

Novità 2024: solo per le preiscrizioni on line 1 cartellino d’iscrizione omaggio ogni 10 acquistati,  fino ad un massimo di 3.  

La manifestazione è organizzata e promossa dall’associazione TGS Eurogroup insieme a:  A.Ge.S.C. (Associazione Genitori Scuole Cattoliche)  

  • C.T.G. (Centro Turistico Giovanile)  
  • Ex Allievi Don Bosco  
  • F.I.S.M. (Federazione Italiana Scuole Materne)  
  • NOI Associazione  
  • Associazione Salesiani Cooperatori  

con il Patrocinio della Marina Militare, della Regione del Veneto, della Città Metropolitana di  Venezia, del Comune di Venezia e della Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico  Settentrionale, in collaborazione con il Settore Programmazione e Gestione degli Eventi e Tutela  delle Tradizioni e il Servizio Comunicazione turistica del Comune di Venezia.  

Per maggiori informazioni è possibile visitare il sito-web dell’evento on line all’indirizzo  www.suezo.it, scrivere a info@suezoperiponti.it, visitare i canali social Facebook e Instagram o il  nuovo canale WhatsApp.

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Fiera Didacta, incontro con il ministro Valditara: Ci mettiamo in gioco per un forte progetto educativo

Ieri mattina, al termine dell’inaugurazione dell’edizione 2024 della Fiera DIDACTA Italia si è tenuto un confronto fra il Ministro del Ministero dell’Istruzione e del merito, Giuseppe Valditara e il Direttore Generale del CNOS FAP don Giuliano Giacomazzi. L’incontro, fortemente voluto dal presidente di Firenze Fiere spa,  dott. Lorenzo Becattini,  si è sviluppato intorno a diverse sfide della Scuola e della Formazione Professionale: la riforma e la sperimentazione “4+2” delle scuole tecniche e professionali, l’AI e la scuola, la proposta educativa di don Bosco a cui quest’anno è dedicata DIDACTA Italia.

“Sulla questione del rapporto fra lavoro e scuola – interviene don Giacomazzi – la questione di fondo è la visione del lavoro che noi abbiamo. Se esso rappresenta un ambito proprio della persona per esprimere i propri talenti e propensioni, le proprie competenze e progetti di vita, scuola e lavoro sono forti alleati dove il lavoro stesso può diventare strumento efficace per la scoperta di sé, per mettersi alla prova e fare esperienza della propria crescita”.

Il confronto si è poi spostato su quali siano i tempi giusti per le scelte dei giovani. Non si corre forse il rischio nella scuola di anticipare troppo le scelte? “In realtà – riprende don Giacomazzi – la questione sembra paradossale, chiediamo ai giovani di fare scelte importanti e impegnative per la loro vita senza aver proposto a loro un cammino educativo: a scegliere si impara, ci si sperimenta, ci si abilita. È necessario che un giovane possa provare che cosa vuol dire scegliere, che cosa questo metta in moto nella propria vita, che cosa funziona o cosa no nelle proprie scelte. Scegliere di rimandare le proprie scelte rischia di essere contraddittorio e di non attivare le potenzialità di un giovane.”

Un ultimo confronto si è tenuto sulla persona del docente che vive in questi ultimi anni una forte esposizione al burn-out. Sembra che questo, nelle scuole salesiane, non succeda: “Don Bosco effettivamente ha messo al centro della propria missione un principio educativo e preventivo. Costruire un’esperienza scolastica, di formazione professionale, di accoglienza di giovani in difficoltà mettendo al centro l’educazione preventiva aiuta non solo i ragazzi ma i docenti, i formatori, gli educatori. Arrivando prima alle questioni della crescita degli alunni, mettendo in gioco le risorse di un forte progetto educativo, il docente si trova con molti strumenti in più per affrontare le sfide delle nuove generazioni, e, pur nella stanchezza e nella fatica, l’esperienza didattica diventa un motivo di soddisfazione e di crescita personale. È l’entusiasmo e l’allegria salesiana, fondamentale oggi per una scuola che vuole accogliere tutti.”

Didacta 2024 quest’anno è stata dedicata a Don Bosco, e come Salesiani siamo presenti con uno stand allestito e animato da CNOS Scuola e CNOS FAP, prevedendo la partecipazione di tanti studenti delle nostre realtà, accompagnati dai loro docenti e formatori.

Certamente, questa attenzione ci onora, ma allo stesso tempo ci sprona ad un impegno sempre maggiore per la questione educativa propria del Sistema Preventivo, con tutte le sue caratteristiche proprie legate all’attenzione educativa e formativa che il CNOS (Centro Nazionale Opere Salesiane) SCUOLA e FAP (Formazione Aggiornamento Professionale) applicano quotidianamente nelle 150 scuole e 63 Centri di Formazione Professionale agli oltre 40.000 studenti/allievi.

 

Ordinazione Episcopale del Card. Fernández Artime e di Mons. Giordano Piccinotti

Dall’agenzia ANS.

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(ANS – Roma) – Riceveranno l’ordinazione episcopale insieme gli ultimi due Figli di Don Bosco nominati vescovi dal Santo Padre: il prossimo 20 aprile, infatti, nella Basilica Papale di Santa Maria Maggiore a Roma, il Cardinale Emil Paul Tscherrig, Nunzio Apostolico emerito in Italia e nella Repubblica di San Marino, consacrerà vescovi il Cardinale Ángel Fernández Artime, Rettor Maggiore dei Salesiani di Don Bosco, Vescovo Titolare eletto di Ursona, e Mons. Giordano Piccinotti, Arcivescovo Titolare eletto di Gradisca, Presidente dell’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica (APSA).

Come co-consacranti dei due salesiani ci saranno anche: il Cardinale Cristóbal López Romero, SDB, Arcivescovo di Rabat, in Marocco; e Mons. Lucas Van Looy, SDB, Vescovo emerito di Gent, in Belgio.

Spagnolo delle Asturie, originario del piccolo villaggio di pescatori di Luanco, Ángel Fernández Artime è stato Superiore dell’Ispettoria di Spagna-León, dal 2000 al 2006, e di quella dell’Argentina Sud, dal 2009 al 2014. Eletto in quello stesso anno Rettor Maggiore della Congregazione Salesiana, confermato poi nel 2020, ha ricevuto la nomina cardinalizia lo scorso 9 luglio 2023, ed è stato creato cardinale nel Concistoro Ordinario Pubblico del successivo 30 settembre.

Giordano Piccinotti, classe 1975, è nato a Manerbio, in Lombardia, Italia. Economo di diverse case salesiane, così come dell’Ispettoria Lombardo-Emiliana (ILE) nel sessennio 2011-2017, è stato Direttore o Procuratore di diverse fondazioni salesiane, oltre che Tesoriere dell’ONG salesiana “Volontariato Internazionale per lo Sviluppo” (VIS). Nel 2023 il Pontefice lo ha nominato dapprima Sotto-Segretario e poi Presidente dell’APSA, e infine anche Presidente del Consiglio d’Amministrazione e della Fondazione per la Sanità Cattolica.

L’ordinazione episcopale di due Figli di Don Bosco, e in particolar modo del Rettor Maggiore in carica della Congregazione Salesiana, è un evento che richiama l’attenzione e la viva partecipazione di tutta la Famiglia Salesiana.

Per quanti potranno essere fisicamente presenti alla cerimonia, la partecipazione alla celebrazione va confermata entro il 10 aprile attraverso la compilazione di uno dei seguenti moduli: SACERDOTI – RELIGIOSI E LAICI oppure scrivendo alla e-mail: ordinazione@apsa.va

Per chi non potrà assistervi dal vivo, la liturgia, che avrà inizio alle ore 15:30 (UTC+2), sarà trasmessa in diretta streaming su ANSChannel, il canale YouTube dell’Agenzia iNfo Salesiana.

RMG – Ordinazione Episcopale del Card. Fernández Artime e di Mons. Giordano Piccinotti

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 I Salesiani di Don Bosco in Europa rafforzano il benessere socio-emotivo nelle loro scuole

Dall’agenzia ANS.

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(ANS – Roma) – Il Settore per la Pastorale Giovanile della Congregazione Salesiana realizzerà nel mese di aprile 2024 un’indagine sul benessere socio-emotivo nelle comunità educative salesiane d’Europa.

A seguito dell’analisi dello studio “Educobarometro”, un questionario che ha permesso di conoscere in maniera diretta l’opinione del personale direttivo delle scuole dei Salesiani di Don Bosco (SDB) in Europa, la Commissione Scuole Salesiane d’Europa ha incaricato l’Università Salesiana “Don Bosco” di Madrid di organizzare un’indagine a cui parteciperanno tutte le scuole delle Ispettorie SDB di Spagna, Italia, Portogallo, Regno Unito, Irlanda, Germania, Francia, Belgio, Croazia, Turchia e dell’Ispettoria di Polonia-Varsavia. Parteciperanno, inoltre, anche le scuole delle Ispettorie delle Figlie di Maria Ausiliatrice (FMA) di Spagna, Ungheria e Polonia.

Si prevede, pertanto, un sondaggio con più di 100.000 risposte, che fornirà al Settore per la Pastorale Giovanile indizi utilissimi per migliorare ulteriormente il benessere emotivo degli allievi e degli educatori dei centri salesiani.

L’équipe incaricata della ricerca è composta dai seguenti professori:

– Gregorio Pérez Bonet (Capo Ricercatore);
– Antonio Rodríguez López;
– Rubén Iduriaga Carbonero;
– Lorena Silva Balaguera;

Antonio Rodríguez, coordinatore della Commissione Scuole dei Salesiani di Don Bosco in Europa e membro del Settore per la Pastorale Giovanile, ha spiegato che ci saranno tre moduli del questionario: quello per gli allievi di età compresa tra i 10 e i 16 anni, quello per gli allievi dai 17 anni in su, e quello per gli insegnanti.

Ogni scuola e ogni Ispettoria avrà accesso ai propri risultati, così da poter ricevere validi spunti per progettare strategie di sostegno socio-emotivo per l’intera comunità educativa, dagli studenti agli insegnanti e fino ai dirigenti, e in definitiva promuovere azioni che aiutino la propria comunità a vivere meglio e anche più felicemente.

Il tema del benessere socio-emotivo è fondamentale per l’accompagnamento fornito dal Sistema Preventivo di Don Bosco nelle scuole salesiane. Soprattutto perché gli educatori dei centri salesiani sono chiamati, per carisma, ad accompagnare i giovani affinché sappiano riconoscere le emozioni, rafforzare i legami, risvegliare l’ottimismo ed esprimere/regolare adeguatamente il proprio mondo emotivo.

“Le nostre scuole potranno sfoggiare un nuovo logo che ci identifica come centri che si prendono squisitamente cura del benessere socio-emotivo delle nostre comunità educative” ha commentato in materia il Consigliere Generale per la Pastorale Giovanile Salesiana, don Miguel Angel García Morcuende.

Nei prossimi mesi verranno condivise ulteriori notizie e informazioni su questa iniziativa, che si concentra sulla prevenzione e sulla felicità nelle scuole salesiane in Europa.

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Giovani e sessualità: dieci punti da cui ripartire

Da Avvenire.

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Rileggere le proposte educative nell’ambito dell’affettività e della sessualità non è un’opzione possibile ma un’urgenza improcrastinabile alla luce delle trasformazioni vorticose di questi decenni che hanno determinato nuovi sviluppi nella società e nella cultura, inciso profondamente nella consapevolezza di genere, aperto nuovi scenari antropologici, cambiato di conseguenza il nostro sguardo sul mondo delle relazioni.

Di questo si è parlato nel grande convegno “Giovani e sessualità. Sfide, criteri, percorsi educativi” organizzato dall’Università pontificia salesiana (13 marzo). Abbiamo già illustrato alcuni aspetti emersi dall’appuntamento (pagina Giovani di martedì 5 marzo e Noi in famiglia di domenica 10), ma l’interesse e l’originalità di quanto detto offre lo spunto per un altro approfondimento, rivolto direttamente agli operatori pastorali.

Da qui l’idea di proporre una sorta di vademecum, con dieci indicazioni tratte dalla grande mole di riflessioni, di suggestioni e di proposte offerte dagli esperti al convegno.

1) La sessualità umana è un grande mistero al quale occorre avvicinarsi con umiltà e con la consapevolezza che esiste sempre un ambito che non riusciremo a comprendere pienamente.

2) I cambiamenti della cultura affettiva nell’Occidente hanno determinato, tra gli altri effetti, una grande ambivalenza. Il giusto riconoscimento della libertà individuale nell’instaurare nuovi legami e il riconoscimento del ruolo della donna si contrappongono a realtà come il calo del desiderio, la precocità, spesso ad alto rischio, delle esperienze, l’invadenza delle nuove tecnologie che hanno determinato confusione e ambiguità.

3) La sessualità non è un ambito chiuso, senza contatti e senza contaminazioni, ma si intreccia profondamente alla società e alla cultura.

4) II rapporto uomo-donna va riaggiornato per mettere in luce il valore della differenza in una mutata situazione sociale. Doveroso mettere da parte gli stereotipi per far risaltare l’unicità e la specificità di ogni rapporto.

5) Impossibile oggi parlare di sessualità senza considerare tutta la questione del genere.

6) Il corpo ha un ruolo simbolico-relazionale che non è mai un dato acquisito in modo permanente, bensì un cammino che ogni essere umano è chiamato a percorrere.

7) L’educazione all’affettività non può non tenere conto di due fenomeni correlati: il crollo del numero dei matrimonio e l’ormai consolidata “normali-tà”, pur problematica, delle convivenze.

8) Nei processi di crescita la definizione dell’idendità di genere è sempre un processo dinamico.

9) Le nuove sfide della tecnologia. Oggi la tecnologia rende accessibili in un click contenuti ed esperienze che spesso i giovanissimi non sono in grado di capire e gestire.

10) Rinnovare i percorsi educativi come narrazione dell’esistente, in una prospettiva capace di valorizzare le esperienze di ciascuna persona.

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