Avvenire – Cagliari: Salesiani, un’unica comunità a servizio dei giovani

Da Avvenire.

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di Maria Luisa Secchi

Dallo scorso settembre i salesiani della Città metropolitana di Cagliari hanno assunto una nuova fisionomia.  Un’unica comunità religiosa a servizio dei giovani del territorio, con il compito di animare le tre case salesiane, le quali curano tre attenzioni differenti e complementari a servizio dei giovani. Il neodirettore della comunità salesiana “Nostra Signora di Bonaria”, don Angelo Santorsola, spiega che il loro impegno «si articola su vari fronti – dettaglia. Ciò che ci contraddistingue è che il nostro servizio è portato avanti come una missione e non come mestiere». Il sogno di don Bosco, a favore dei ragazzi e dei giovani, continua con rinnovato entusiasmo, realizzando la bellezza di un carisma educativo presente in 136 Paesi del mondo. Anche lì dove i cristiani sono ancora perseguitati e non è tutelato il diritto della libertà religiosa, i salesiani sono chiamati dai governi a fondare nuove scuole e centri di formazione professionale. «Il nostro sistema educativo – prosegue Santorsola – che si basa sul sistema preventivo ideato dal nostro fondatore, mette al centro la persona e promuove un sistema scuola che vuole puntare non solo alla conoscenza delle discipline, ma alla formazione integrale dei nostri giovani, promuovendo anche proposte extrascolastiche e laboratoriali, dove il ragazzo viene investito in tutto il suo essere». La comunità salesiana opera a Cagliari da esattamente 110 anni, quando nell’ottobre 1913 si inaugurò il primo anno scolastico nell’allora via degli Orti, oggi via sant’Ignazio da Laconi. Don Santorsola a poco più di un mese dal suo insediamento a Cagliari racconta di essersi «inserito molto bene – afferma – perché ho trovato una città molto accogliente. Inoltre, il progetto che si mette in atto da quest’anno mi appassiona particolarmente, perché è in perfetta sintonia con quelle che sono le indicazioni della Chiesa, lo stile sinodale tanto caro a papa Francesco, il lavorare insieme al servizio dei ragazzi, come richiederebbe don Bosco oggi – sottolinea – per essere al passo con i tempi. Una storia che continua a coinvolgere numerosi adulti e giovani, donne e uomini innamorati di don Bosco, affascinati dal suo sistema educativo, nella scuola, come nell’oratorio e nella formazione professionale. «Vogliamo far capire alla città – prosegue – che i salesiani ci sono, vogliono interagire sempre di più con il territorio, in collaborazione con la diocesi e gli enti pubblici. Il nostro obiettivo è rafforzare una rete di alleanze educative  rendendo più visibile e appetibile il carisma salesiano – conclude – che ha ancora tanto da dire».

Inaugurata a Valdocco la mostra itinerante su don Alberto Maria De Agostini, SDB

Dall’agenzia ANS.

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(ANS – Torino) – Martedì 24 ottobre 2023, alla presenza di un folto pubblico, il Cardinale Ángel Fernández Artime, Rettor Maggiore dei Salesiani, nel Museo Casa Don Bosco di Torino-Valdocco, ha tagliato il nastro della mostra itinerante “Immagini di un mondo scomparso. Don Alberto De Agostini. L’uomo, la natura, l’arte, la scienza”, curata dal prof. don Francesco Motto, SDB, dell’Istituto Storico Salesiano di Roma, dal prof. Nicola Bottiglieri, dell’Università degli Studi di Cassino, e dalla dott.ssa Ana Martín García, Coordinatrice Generale del Museo Casa Don Bosco.

L’evento è stato preceduto dalla presentazione del volume Don Alberto Maria De Agostini, l’ultimo esploratore della “fine del mondo” (Roma, LAS, 2023), a cura di Francesco Motto, che ha moderato i lavori, introdotti da don Mike Pace, Coordinatore delle Visite del Museo Casa Don Bosco, e dal saluto del dr. Francesco Botto Poala, Vicesindaco di Pollone (Biella), paese nativo di don De Agostini.

Ad illustrare la figura di don De Agostini (1883-1960) – salesiano, missionario, esploratore, geografo, geografo, fotografo, cineasta – hanno provveduto il prof. don Silvano Oni, docente dell’Università Pontificia Salesiana (UPS), sede di Torino; la dott.ssa Daniela Berta, Direttrice del Museo Nazionale della Montagna “Duca degli Abruzzi” del Club Alpino Italiano (CAI) di Torino; e il sig. Giuliano Maresi, alpinista e istruttore della Scuola di Roccia dei “Ragni di Lecco”.

Il Segretario Coordinatore dell’Istituto Storico Salesiano, prof. don Stanisław Zimniak, ha chiuso i lavori ringraziando i relatori e gli organizzatori dell’evento, che avrà un’interessante appendice sabato 28 ottobre con la proiezione del film, “Terre Magellaniche” (1933) dello stesso don De Agostini, presentato dalla succitata d.ssa Ana Martín García.

La mostra su don De Agostini rimarrà aperta fino al 24 dicembre a Torino-Valdocco, per essere poi nuovamente allestita a Lecco nel mese di febbraio-marzo 2024.

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Il “Nobel dei missionari” a don Antonio Polo, SDB; e il premio “Carlo Marchini” a suor Giuseppina Carnovali, FMA

(ANS – Brescia) – La 33a edizione “Premio Cuore Amico” – il cosiddetto “Premio Nobel” dei missionari – è stato consegnato come da tradizione a Brescia, alla vigilia della Giornata Missionaria Mondiale – sabato 21 ottobre 2023. Grande è stato il riconoscimento offerto quest’anno alla Famiglia Salesiana, con il “Premio Cuore Amico” assegnato a don Antonio Polo, SDB, missionario in Ecuador; e con un’ulteriore attestazione, la quinta edizione del “Premio Carlo Marchini”, assegnata nella stessa occasione a suor Giuseppina Carnovali, missionaria delle Figlie di Maria Ausiliatrice in Brasile.

Il Premio Cuore Amico è stato istituito nel 1991 dal sacerdote bresciano don Mario Pasini, fondatore della “Associazione Cuore Amico Fraternità Onlus”, per richiamare l’attenzione sull’attività missionaria, silenziosa ma grandiosa opera della Chiesa per la promozione dei poveri del mondo.

Ogni anno vengono scelte figure esemplari che, nel nome del Vangelo, abbiano saputo tutelare e promuovere la dignità della persona, il rispetto dei diritti umani di libertà e di giustizia, il superamento del razzismo. Dunque: missionari che si sono donati interamente alla costruzione della “civiltà dell’amore” – per usare l’espressione coniata da Papa Paolo VI.

Il premio ha una dotazione complessiva di 150mila euro: ogni premiato riceve 50mila euro per rendere possibili progetti significativi nelle zone in cui opera.

Nell’auditorium “Mons. Capretti” di via Piamarta 6, a Brescia, in una cerimonia condotta da Claudio Baroni, giornalista ed editorialista, sono stati premiati:

–       Nella sezione “laici”: Maurizio Barcaro dal 1994 dedito all’aiuto, in termini di alimentazione e formazione, di bambini e giovani in Haiti, Paese da anni in profonda crisi politica e sociale.

–       Nella sezione “religiose”: suor Adele Brambilla, missionaria comboniana, dal 1984 in Giordania dove, nell’Italian Hospital di Karak, assiste tutti i pazienti senza distinzione di etnia o di religione, lavorando per la pace e la riconciliazione tra musulmani e cristiani;

–       Nella sezione “religiosi”: don Antonio Polo, sacerdote salesiano impegnato dal 1970 in Ecuador dove ha avviato una trasformazione spirituale, sociale ed economica nella zona rurale di Salinas, sulle Ande.

Con il fondo in denaro ricevuto:

–        Maurizio Barcaro curerà l’avvio di un centro nutrizionale per i tanti bambini malnutriti di Port-au-Prince. Un altro passo in avanti nell’impegno che oggi, in collaborazione col Pime e i Camilliani, lo vede sostenere oltre tremila bambini e ragazzi in due scuole.

–        Suor Brambilla intende per acquistare medicinali, attrezzature per la dialisi e materiale sanitario che aiutino l’“Italian Hospital” di Karak, nella zona più povera della Giordania, a restare al passo con gli standard chiesti dal governo giordano.

–        Don Polo, infine, userà il premio per attuare programmi di educazione nutrizionale con la coltivazione di orti per contrastare la malnutrizione cronica ancora presente nella zona di Salinas. Nei suoi 53 anni di missione fra queste comunità andine, oltre ad animare le comunità cristiane con l’Eucaristia e la Parola di Dio, il salesiano ha combattuto analfabetismo e mortalità infantile e ha aiutato a nascere cooperative di risparmio e prestito, caseifici comunitari, gruppi forestali, esperienze di artigianato femminile.

Come detto, invece, Suor Carnovali, Figlia di Maria Ausiliatrice originaria di Rescalda, in Provincia di Milano che dal 1979 condivide la sua vita missionaria con le popolazioni indigene del Rio Negro, nell’Amazzonia brasiliana, è stata insignita del premio “Carlo Marchini”, premio giunto alla quinta edizione e assegnato dall’Associazione “Carlo Marchini onlus” da oltre trent’anni impegnata al sostegno dell’infanzia disagiata in Brasile. Il premio, accompagnato da una dotazione di 10mila euro, è stato attribuito significativamente nel 100° anniversario di presenza delle FMA nello Stato di Amazonas.

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L’Eco di Bergamo – La formazione professionale serve «In rete per far crescere l’offerta»

Dall’Eco di Bergamo.

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Hanno scelto di trovarsi, tutti insieme per la prima volta, in occasione dell’apertura dell’anno formativo 2023-2024. Per i dieci enti della rete «Cfp Insieme per il territorio» quello di ieri pomeriggio all’auditorium del Seminario è stato un doppio inizio, per celebrare simbolicamente il via delle lezioni del nuovo anno, e per dare sostanza al neonato raggruppamento di scuole professionali che già oggi rappresenta circa 7mila studenti bergamaschi, circa il 75% di coloro che, dopo il primo ciclo di scuola secondaria, scelgono di proseguire gli studi nella formazione professionale. Far conoscere e valorizzare gli sforzi che questi istituti stanno facendo da tempo sul territorio, ognuno per conto proprio, e accendere un riflettore sulla bontà della proposta formativa che il comparto è in grado di offrire; tutto questo provando a lavorare insieme, anche per proporsi al tavolo del dialogo con le istituzioni territoriali (politiche e aziendali) con una voce sola.

È questo il senso di «Cfp Insieme per il territorio», un’esperienza che ha preso forma negli ultimi mesi, dopo un periodo d’incubazione durato tre anni. In platea decine di docenti e di formatori, cui l’iniziativa è stata dedicata, in rappresentanza dei dieci enti protagonisti della rete: Associazione Professionale Patronato San Vincenzo, Abf, Scuola d’Arte Fantoni, Ente di Formazione Sacra Famiglia, Engim, Fondazione Isb, Scuola Edile, Cnos-Fap (Salesiani Don Bosco di Treviglio), Consorzio Enfapi ed Enaip. «È un’occasione per riconoscere lo sforzo che ciascuno di noi sta facendo con il proprio istituto e per sviluppare lo spirito di appartenenza ad una squadra più grande – ha detto don Marco Perrucchini, direttore generale dell’Afp Patronato San Vincenzo –. Vogliamo riflettere insieme su tanti temi; abbiamo scelto alcuni focus che riguardano l’orientamento sugli Ifts (il percorso di eccellenza dopo i 4 anni di formazione professionale, ndr), la sicurezza e proviamo anche a ragionare di più per filiera, dalla manifattura all’artigianato, per intercettare sia le richieste che arrivano dalla Regione, dallo Stato e dall’Europa, sia le necessità delle aziende. Le iniziative che stiamo pensando di realizzare già nei prossimi mesi sono diverse e ci piacerebbe anche organizzare, entro la fine dell’anno, una sorta di “olimpiadi della formazione professionale”».

Nel frattempo sono stati creati gruppi di lavoro per discutere, tra l’altro, dell’offerta formativa dei disoccupati all’interno del progetto Gol di Regione Lombardia – finalizzata al reinserimento lavorativo – e dei percorsi dedicati ai lavoratori del comparto sociosanitario. Perché formazione professionale non è sinonimo soltanto di scuola superiore alternativa al liceo: «Occorre che si acquisisca, da parte di tutti, la consapevolezza del ruolo che stiamo svolgendo e dell’effettivo peso che abbiamo nell’ambito dell’economia locale», hanno ribadito i rappresentanti degli enti. In Lombardia il comparto è sostenuto da finanziamenti pubblici per oltre 300 milioni di euro; di questi la metà arriva dalla Regione, che quest’anno ha aggiunto altri 25 milioni di euro per potenziare l’offerta formativa. Lo ha ribadito l’assessore regionale alla Formazione e al Lavoro, Simona Tironi: «La formazione professionale è già di per sé un valore aggiunto – ha detto – e oggi ce ne rendiamo sempre più conto per la richiesta di competenze che arriva dal mondo del lavoro. Gli istituti professionali danno risposte in questo senso ed è arrivato il momento di superare il paradigma secondo cui rappresentano un percorso professionale di serie B. Parliamo di un sistema che ci invidiano anche all’estero, un settore strategico capace di costruire un futuro ai nostri ragazzi, puntando principalmente sulle loro passioni e sulle loro capacità». Proporsi insieme per rendere il settore più attrattivo e creare nuove opportunità d’incontro tra domanda e offerta di lavoro.

L’obiettivo finale di «Cfp Insieme per il territorio» è principalmente questo: «Ci siamo resi conto che anziché continuare a farci concorrenza, creare una rete per sviluppare sinergie e identificare spazi di lavoro comune, potrebbe rappresentare un’opportunità in più per tutto il territorio – ha detto Maurizio Betelli, direttore generale di Abf –. Chiediamo solo che le istituzioni sappiano considerare le opportunità che il sistema della formazione professionale è in grado di sviluppare». Un dato su tutti, che da tempo si mantiene costante: il 93% dei ragazzi che escono da un istituto professionale trova lavoro nel giro di pochi mesi e spesso si tratta di un’occupazione a tempo indeterminato. «Questa è già un’ottima risposta – ha aggiunto Betelli –, considerando soprattutto che ci troviamo a gestire i ragazzi più difficili e con minori risorse. Le opportunità possono diventare sempre più qualificanti, ma ciò avviene se siamo capaci di proporre un’offerta a sua volta più qualificante». Lo sforzo degli istituti della rete sarà dunque quello anche di sostenere l’aggiornamento professionale del personale e di identificare meglio i bisogni del mercato del lavoro. Presente in sala anche il consigliere regionale Davide Casati (Pd): «È un momento di orgoglio per la formazione professionale che svolge un ruolo educativo e formativo importante – ha detto –. La sfida che oggi gli enti hanno davanti è la riduzione dello scarto tra domanda e offerta di lavoro: è un tema di cui si parla da tempo, ma adesso ci sono le risorse dell’Europa che possono aiutare a investire tanto sulla formazione. La speranza è che questa rete possa aiutare ulteriormente il dialogo con le istituzioni».

 

Italia – Inaugurazione della mostra: “Immagini di un mondo scomparso. Don Alberto De Agostini. L’uomo, la natura, l’arte, la scienza”

Dall’agenzia ANS.

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(ANS – Torino) – Dal 24 ottobre al 24 dicembre 2023 il Museo Casa Don Bosco di Torino-Valdocco ospiterà la mostra itinerante “Immagini di un mondo scomparso. Don Alberto De Agostini. L’uomo, la natura, l’arte, la scienza”, curata dal prof. don Francesco Motto, SDB, dell’Istituto Storico Salesiano di Roma, e dal prof. Nicola Bottiglieri, dell’Università degli Studi di Cassino. L’evento inaugurale della mostra si terrà il 24 ottobre 2023 presso lo stesso museo e vedrà la partecipazione anche del Rettor Maggiore dei Salesiani di Don Bosco, Don Ángel Fernández Artime.

L’atto comprenderà due momenti: dapprima la presentazione del volume Don Alberto Maria De Agostini, l’ultimo esploratore della “fine del mondo” (Roma: LAS, 2023) a cura di Francesco Motto; e a seguire l’inaugurazione vera e propria della mostra temporanea, con il taglio del nastro inaugurale che verrà realizzato dal X Successore di Don Bosco, Card. Á.F. Artime

Il programma, coordinato dal promotore del convegno, prof. Bottiglieri, inizierà dunque alle ore 15:30 con la presentazione del volume a cura di don Motto e intitolato Don Alberto Maria De Agostini, l’ultimo esploratore della “fine del mondo” (Roma, LAS, 2023). I lavori saranno introdotti da don Mike Pace, Coordinatore delle Visite del Museo Casa Don Bosco, e dopo il saluto del Sindaco di Pollone (Biella), prenderanno la parola il prof. Silvano Oni, docente dell’Università Pontificia Salesiana (UPS), sede di Torino; la dott.ssa Daniela Berta, Direttrice del Museo Nazionale della Montagna “Duca degli Abruzzi” del Club Alpino Italiano (CAI) di Torino; e il sig. Giuliano Maresi, alpinista e istruttore della Scuola di roccia dei “Ragni di Lecco”. Saranno presenti anche il curatore del convegno e del volume, il prof. don Francesco Motto, SDB, e la dott.ssa Ana Martín García, Coordinatrice Generale del Museo Casa Don Bosco.

La mostra in procinto di essere svelata presso il Museo Casa Don Bosco presenta la figura di don Alberto Maria De Agostini (Pollone 2 novembre 1883-Torino 25 dicembre 1960) salesiano, sacerdote, missionario, esploratore, alpinista, geografo cartografo e fotografo già al centro di un convegno internazionale di studio tenuto presso l’Università Pontificia Salesiana di Roma (dal 25 al 27 aprile 2022) curato dall’Istituto Storico Salesiano in collaborazione con un comitato scientifico internazionale.

La mostra temporanea ospitata all’interno del Museo Casa Don Bosco è itinerante. La prima sede ufficiale è stata presso l’Università Pontificia Salesiana di Roma (25 aprile 2022) nell’ambito del convegno internazionale di studio dedicato a don de Agostini, e l’itinerario è iniziato da Padova, dove è stata esposta durante il convegno del CUIA (dal 17 al 18 novembre 2022) presso la Università di Padova. Dopo il Museo sarà poi allestita sia presso la sede della Società Geografica Italiana di Roma (gennaio-febbraio 2024), sia a Lecco dai “Ragni di Lecco” (marzo-aprile 2024).

L’arco temporale della mostra, dal 24 ottobre al 24 dicembre 2023, coincide con la ricorrenza del primo invio missionario salesiano, con destinazione l’Argentina e la Patagonia (11 novembre 1875); concorda con il percorso missionario dell’Animazione Missionaria Salesiana dell’edizione 2023- 2024 (che inizia il 29 ottobre 2023); apre la serie di iniziative internazionali di preparazione del 150° delle missioni salesiane (2025); e chiuderà un giorno prima del 63° anniversario della morte di don De Agostini.

Come attività legata alla mostra ci sarà la proiezione con ingresso gratuito, il sabato 28 ottobre alle ore 17:00, del film Terre Magellaniche (100’ – 1933) di don Alberto Maria De Agostini, nella sala Don Bosco di Valdocco.

Per ulteriori informazioni, visitare il sito, www.museocasadonbosco.it

Italia – Inaugurazione della mostra: “Immagini di un mondo scomparso. Don Alberto De Agostini. L’uomo, la natura, l’arte, la scienza”

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“Signore, il tuo amore è per sempre”: professioni perpetue in Sicilia e a Conegliano

“Signore, il tuo amore è per sempre” questo il claim scelto dai giovani salesiani che lo scorso 14 ottobre hanno emesso la loro Professione Perpetua trai Salesiani di Don Bosco, nella casa salesiana di San Matteo nel quartiere Giostra di Messina.

Durante la Celebrazione Eucaristica, presieduta da don Giovanni D’Andrea, Ispettore dei Salesiani di Sicilia, hanno detto il loro si per sempre cinque salesiani tre siciliani e due provenienti dall’Angola.

Si tratta di Danilo Finocchiaro (ISI), Oliver Makoroka (AGL), Privat Nizeyimana (AGL), Giuseppe Priolo (ISI) e Alessio Tavilla (ISI).

“Il per sempre – ha sottolineato l’Ispettore nell’omelia – è una parola che potrebbe far tremare i polsi, perché viviamo in una società che è a tempo, precaria e sospesa. Questa espressione “per sempre” fa tremare se noi non ci affidiamo a Gesù Cristo, perché come ci ricorda San Paolo è in Lui che possiamo fare tutto. La professione religiosa verrà proclamata con le parole e con la bocca, ma quello che proclamiamo va poi verificato, concretizzato e vissuto con con la vita”.

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Conegliano, Italia – ottobre 2023 – Domenica 15 ottobre, a Conegliano, due giovani consacrati hanno detto il loro “Sì, per sempre”: Marco Canciani, Salesiano di Don Bosco, residente nell’opera salesiana di San Donà di Piave e studente di Teologia presso il “Laurentianum” di Venezia; e suor Giada Gazziola, attualmente residente nella Comunità delle Figlie di Maria Ausiliatrice di Conegliano. I due giovani hanno emesso la loro Professione Perpetua all’interno di una Celebrazione Eucaristica presieduta da don Igino Biffi, Superiore dell’Ispettoria salesiana dell’Italia Nord Est (INE), e alla presenza dell’Ispettrice FMA, suor Antonella Franchini.

Italia – Professione perpetua di due giovani consacrati: Marco Canciani, SDB, e Giada Gazziola, FMA

Sesto, l’istituto Salesiani Don Bosco è la prima scuola con certificazione ‘Give’

Da Sesto Notizie.

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L’istituto Salesiani ‘Don Bosco’ di Sesto San Giovanni è la prima scuola d’Italia certificata Grohe Installer Vocational Training and Education (Give), il programma con cui il brand leader nel settore idrosanitario promuove a livello internazionale la formazione della nuova generazione di idraulici. Creando un ambiente in cui gli studenti possono beneficiare della vasta esperienza dell’azienda, Give supporta gli istituti tecnici nella creazione di un approccio uniforme con attrezzature e materiale didattico all’avanguardia per promuovere una formazione altamente qualificante.

Dopo essere stato tappa delle prime due edizioni del Give Truck Tour, la versione itinerante del progetto che dal 2022 arriva negli istituti professionali d’Italia a bordo di un truck equipaggiato per un totale a oggi di oltre 800 studenti coinvolti, la scuola professionale di Sesto San Giovanni ha deciso di ampliare la propria offerta didattica, integrando Give nel programma scolastico.

Grazie alla rinnovata collaborazione con Grohe, gli aspiranti idraulici del Don Bosco possono ora contare su un’aula tecnica completamente attrezzata per il training pratico oltre a corsi teorici suddivisi in due sessioni e tenuti dai tecnici formatori Grohe, che accompagneranno gli studenti fino alla fine dell’anno. Al termine del calendario scolastico è previsto un esame, che stabilirà nuovi standard di settore.

Massimiliano Boracchi, referente settore elettrico-energia dell’istituto Salesiano Don Bosco di Sesto San Giovanni, ha commentato: «La proficua collaborazione con Grohe in questi anni ci ha portato a essere la prima scuola in Italia certificata Give: un tragurado importante che ci permette di aumentare ulteriormente la qualità dei nostri percorsi per la formazione dei ragazzi, che saranno gli installatori professionisti del futuro».

Stefano Tarabbia, responsabile servizio tecnico e formazione Italia Grohe, ha dichiarato: «Siamo entusiasti di questo nuovo percorso formativo, fiduciosi di poter offrire agli studenti un’esperienza educativa arricchita e all’avanguardia, in grado di prepararli a diventare idraulici esperti e a guidarli ulteriormente nella loro carriera. Con il progetto GIVE vogliamo essere parte attiva nel settore, offrendo stimoli per promuovere la professione. L’istituto di Sesto San Giovanni è la prima tappa in Italia di questo grande progetto e stiamo già lavorando affinché ne segua presto una seconda».

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Il Cardinale Ángel Fernández Artime concittadino onorario di San Zatti a Boretto

Pubblichiamo il comunicato dell’Ispettoria Lombardo Emiliano sulla cittadinanza onoraria concessa al Card. Ángel Fernández Artime, Rettor maggiore dei Salesiani da parte della città di Boretto, i luoghi natali di Artemide Zatti.

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Il 9 ottobre 2022 Papa Francesco ha affermato in piazza San Pietro in Vaticano nel giorno della canonizzazione: “Il fratello salesiano Artemide Zatti, con la sua bicicletta, è stato un esempio vivente di gratitudine: guarito dalla tubercolosi, dedicò tutta la vita a gratificare gli altri, a curare gli infermi con amore e tenerezza”. Del programma della due giorni di festa organizzata a Boretto dall’unità pastorale la stampa locale ha ampiamente parlato nel paginone de La Libertà. Il cardinale Ángel Fernández Artime, Rettor maggiore dei Salesiani è giunto nella splendida basilica di San Marco Sabato accompagnato da numerosi confratelli a partire dall’Ispettore don Roberto Dal Molin, presenti i sindaci di Boretto, Matteo Benassi, e di Brescello, Carlo Fiumicino. Tante energie, in stragrande maggioranza laiche, certo con la gioiosa regia del parroco don Giancarlo Minotta, sono state spese per diffondere la figura di questo santo reggiano canonizzato un po’ a sorpresa e che con tempo e pazienza sarà conosciuto sempre meglio, sperando che raggiunga nella terra in cui ha trascorso infanzia e adolescenza almeno un decimo della popolarità che lo circonda in Argentina. Basta elencare le iniziative in campo: un libro realizzato con il contributo dei bambini delle scuole primarie di Boretto e Brescello, “Artemide giocava a campana”, il sito web artemidezatti.it, la mostra permanente allestita nella basilica di San Marco, il colloquio con il cardinale Artime e l’Eucarestia festiva presieduta dallo stesso, fresco della porpora ricevuta lo scorso 30 settembre in Concistoro, e ancora la camminata “Color Zatti”, catechesi itinerante nei luoghi dove Artemide è nato nel 1880, è diventato cristiano e ha vissuto l’esperienza della miseria
che lo vide precoce bracciante e successivamente indusse la famiglia a emigrare a Bahía Blanca, nella provincia di Buenos Aires. Scriviamo di getto, mischiando cronaca e vita di Zatti, perché davvero – come ha detto don Giancarlo aprendo gli incontri del sabato pomeriggio – i santi non sono personaggi da museo delle cere, ma camminano al nostro fianco e sono operanti in quest’oggi che ha bisogno di tante guarigioni; così sapere che nella schiera dei santi c’è anche un nostro infermiere, specializzato nell’assistenza materiale e spirituale ai poverissimi, che senza risparmiarsi girava in bici tra l’ospedale missionario di Viedma e i tuguri delle periferie attorno al rio Negro per portare il conforto di Cristo, con i farmaci in tasca e il rosario sulle labbra, beh è una risorsa potente. Il più è rendersene conto. Per presentare i diciassette pannelli della mostra su sant’Artemide il curatore don Erino Leoni (vicario dell’ispettore dei Salesiani di Lombardie ed Emilia) ha usato proprio tutte le parti della bici per una spiegazione appassionata, tra teologia e vita spirituale, che ha catturato l’attenzione della comunità radunata in basilica: dalla catena di trasmissione al manubrio, dal freno alla dinamo, fino alle ruote.

All’incontro di presentazione è intervenuto anche il postulatore generale della Congregazione salesiana, don Pierluigi Cameroni, biografo di Zatti, che della santità di Artemide ha messo in luce due aspetti su tutti: la sua attenzione integrale alla persona e il suo essere un grande uomo di comunione. Con il coordinamento di Daniela Artoni, la mostra è stata immediatamente collaudata, con successo, subito dopo la conclusione del primo incontro del sabato pomeriggio. Ogni pannello è in effetti una pro-vocazione: i quadri non seguono una struttura documentaria, bensì le tre azioni del motto più famoso che san Zatti ci ha consegnato sulla sua pelle: “Credetti, promisi, guarii”. Finite le viste guidate, in chiesa ha avuto luogo un secondo momento di ascolto, edificante e informale, con il cardinale Artime, che interromperà il suo servizio di Rettor maggiore – ricoperto già dal 2014 e nel 2020 rinnovato per un altro sessennio – per la chiamata a un altro ministero per la Chiesa universale, ma soprattutto si è messo in dialogo con la comunità pastorale, sfoderando le qualità di un educatore di lungo corso, anche se è “solo” della classe 1960. Rispondendo alle
domande di alcuni laici – Giulia, Susanna, Patrizia, Anna, Alessandro, Marco – il cardinale ha affrontato un ventaglio di argomenti che toccano da vicino la nostra esistenza: l’insegnamento scolastico, l’oratorio che cambia, la malattia oncologica, il volontariato, il rapporto con i figli, con i colleghi di lavoro, con le nuove tecnologie. Del colloquio distilliamo solo, con licenza giornalistica, alcuni consigli davvero saggi: continuiamo a praticare il faccia a faccia, la presenza sorridente, la cultura della tenerezza e dell’amorevolezza.

Dall’intervento del Sindaco di Boretto Matteo Benassi:
Oggi è festa per la nostra comunità, oltre che cristiana, anche per quella civile che ho l’onere e l’onore di rappresentare. È festa perché celebriamo un borettese che si è fatto onore nel mondo, lasciando la sua terra d’origine per motivi economici, come fanno in tanti anche oggi, e finendo con l’imprimere un segno dall’altra parte dell’oceano, senza mai dimenticare la sua terra natale, come emerge dalle espressioni colme d’affetto con la quale la descrive nelle sue lettere. È festa perché Sant’Artemide Zatti era un uomo di gioia, pronto alla battuta spiritosa e col sorriso sempre sulle labbra. È festa perché ci ritroviamo insieme per camminare, mangiare, bere e stare bene insieme, come faceva Zatti. E’ una festa nella festa poi per la comunità cattolica locale, riunita nella S. Messa sino a pochi minuti fa e che ringrazio per aver invitato me e tutti i consiglieri di maggioranza e minoranza. Ricordo con emozione i momenti passati a Roma lo scorso anno in sala Nervi e sul sagrato di San Pietro, con Papa Francesco, Don Artime e la Chiesa Universale. Ma ricordo con entusiasmo anche le celebrazioni qui a Boretto la settimana successiva.

Una preghiera e una festa con tante persone venute da vicino e da lontano. Già allora parlammo di questa cittadinanza onoraria. E oggi finalmente celebriamo questa festa, con un ringraziamento particolare, consentitemelo, ai curatori del meraviglioso libro “Artemide giocava a campana”, in particolare l’autrice Maria Rosa Zambini che vorrei abbracciare idealmente qui con voi e tutti i bambini e le bambine che hanno contribuito alla realizzazione con le loro opere d’arte. Ringraziare tutti è impossibile, associazioni, comitati, singoli cittadini, parrocchia. Dimenticherei certamente
qualcuno. Ma vedo i vostri volti e ripenso ai tanti con cui ci siamo incontrati in quest’ultimo bellissimo anno. E rivedo oggi come allora tanti amici: Don Erino, Don Pierluigi, le scuole salesiane, gli amici di San Salvatore, le associazioni, le istituzioni civili, militari e religiose e naturalmente tanti cittadini dei nostri paesi accorsi, appunto, per fare festa. Il conferimento della cittadinanza onoraria al Cardinale don Angel Fernandez Artime vuole essere un riconoscimento al rettore maggiore dei Salesiani in continuità coi suoi predecessori, sempre vicini alla nostra comunità, a partire dal compianto don Juan Vecchi, anche lui di origini borettesi. Ma vuole essere altrettanto un segno di partecipazione e amicizia verso tutto il mondo Salesiano: la cittadinanza al Rettore a significare che ogni Salesiano che viene a Boretto sarà considerato un cittadino, un amico e un fratello della nostra comunità. A questo punto ci si potrebbe chiedere: perchè ha senso che un’amministrazione comunale celebri un santo? Perchè non separare nettamente gli ambiti, lasciando alla Chiesa il compito di festeggiare i suoi santi? Perchè abbiamo bisogno, anche come cittadini giovani o adulti, di incontrare persone che ci  mostrino che è possibile vivere in modo significativo, che è possibile lavorare unendo competenza e passione, che è possibile accogliere l’altro e rispettarlo, che è possibile emigrare e inserirsi nel nuovo contesto, che è possibile affrontare la malattia, che è possibile cullare dei sogni, vederli svanire e ripartire, che curare è più importante che guarire, che il sorriso è una medicina e che le ferite dell’anima fanno più male di quelle del corpo. E Zatti era questo. Per tutte queste motivazioni non potevamo come amministrazione non porre in evidenza una persona così! Abbiamo bisogno tutti di conoscere persone che, non con le parole ma con la loro vita, mostrino esempi positivi! Come sarebbe bello se tutti ci trattassimo con la delicatezza che aveva Zatti, se tutti a Boretto fossimo prodighi nell’aiutarci come faceva Zatti quando sapeva di qualcuno ammalato. Come sarebbe più bello e più leggero! Per questo, riconoscendo che Zatti traeva linfa per vivere questo nella sua fede senza la quale non si può comprendere la sua persona ma lasciando alla Chiesa il compito di approfondire questo aspetto così da rispettare i compiti di ciascuno, non possiamo non riconoscere e non valorizzare una persona così positiva, auspicando di aiutarci sempre più ad essere, ciascuno con il proprio accento, originali come lui per costruire realmente una società migliore per noi e per i nostri figli e nipoti. Carissimo Cardinale Artime è quindi per un grande onore per me, in rappresentanza della mia Comunità, conferirLe la CITTADINANZA ONORARIA DEL COMUNE DI BORETTO, a suggellare, come dicevo, il patto d’amicizia con il mondo Salesiano che plasmò il carattere di Zatti e insieme alla sua
fede e, mi permetta, ad un po’ di “emilianità e borettesità”, lo ha reso il grande Santo che oggi ci fa fare festa.

Dal messaggio di benvenuto del Parroco don Giancarlo Minotta:

Come Betlemme, piccolo villaggio sconosciuto, è diventato inconsapevolmente, per mera volontà di Dio, meta di pellegrinaggio, così, molto più in piccolo ma con la stessa dinamica, Boretto sta pian piano diventando meta di pellegrinaggio. Per esempio Venerdì avremo 130 bambini che verranno a farci visita. Questo fatto ci aiuta a comprendere meglio chi sia Dio: non è un anziano signore con la barba – sulle nuvole – disinteressato al mondo, ma è il protagonista indiscusso e geniale della storia. L’ingeniosità di Picasso e di Gaudì, l’imprevedibilità di Maradona, l’estro di Michelangelo, piuttosto che l’arte cinematografica di don Camillo e Peppone, quella pittorica di Ligabue e Ghizzardi, sono esempi spagnoli, argentini e italiani assimilabili a Brescello, Gualtieri e Boretto. Esempi della genialità delle creature, che ci fa intuire la genialità del loro Creatore: Dio è infatti il più grande artista di sempre e per sempre: un fantasista al servizio della squadra, IL numero 10 per eccellenza, che sempre stupisce con le sue sorprese! E Artemide Zatti rientra tra queste sorprese di Dio. Un santo nostro, perchè nato e cresciuto qui. Un santo vostro, perchè nella realtà salesiana ha riconosciuto lo stato di vita al quale Dio lo chiamava. Un santo che non è in modo esclusivo di nessuno, ma appartiene a tutti perchè ha scelto di appartenere solo a Dio tramite la Chiesa. Un santo, dunque: non un uomo perfetto, non un uomo impeccabile, ma un uomo consapevole di essere salvato e amato. Per questo un uomo grato e ironico, la cui vita parla al cuore di ogni persona imperfetta, ma desiderosa di felicità. Un cristiano che ha vissuto con una umanità e competenza professionale tale da risultare autorevole e affascinante anche per la società civile, come la presenza delle autorità civili e militari della nostra terra e di S. Salvatore Monferrato testimonia. A tutte voi autorità un grande benvenuto nella nostra bellissima basilica per questa divina liturgia e un sincero grazie per la vostra presenza! Ed è la gratitudine ciò che ci caratterizza quest’oggi, perchè in realtà in questo anno ci sono stati tanti miracoli. Ne cito uno su tutti. In un mondo alle prese con una terza guerra mondiale combattuta a pezzi, che porta la crescita di individualismi e muri nei paesi, in un momento storico dove il divisore è chiaramente all’opera, S. Artemide ha unito! Realtà che normalmente non lavorano insieme si sono messe in rete! Si tratta di un numero di persone così elevato che non sono riuscito a identificarlo e alle quali va un profondo grazie! E grazie a tutti e a ciascuno per aver risposto alla chiamata alla gioia che Dio ci rivolge. In un mondo che sempre si lamenta, è stato bellissimo incontrare persone contente di spendersi gratuitamente ciascuno secondo le proprie capacità e i propri tempi, ma tutti con il sorriso e una parola buona e bella per tutti. Bambini, adolescenti, adulti e anziani veramente rivoluzionari nel mondo di oggi. Per questo grazie a tutti e ciascuno per aver risposto chiamata alla comunione che Dio ci ha rivolto tramite S. Artemide, ma che anche oggi la cosa più bella al mondo è camminare insieme e camminare insieme con Gesù, appartenere a Cristo tramite la Chiesa! Per questo miracolo di bellezza che è accaduto e sta accadendo tra noi, che è una carezza sulle ferite della vita nostra e di coloro che incontriamo nei luoghi quotidiani, Le chiediamo, eminenza, di guidarci in questa eucaristia, perché sia veramente un rendimento di grazie a Dio, ai fratelli e alle sorelle!

Inaugurazione di una nuova struttura sportiva ai Salesiani della Salette a Catania

Pubblichiamo il comunicato stampa dei Salesiani di Sicilia.

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I Salesiani di Don Bosco sono presenti a Catania in via Santa Maria della Salette, nel quartiere san Cristoforo, da oltre 75 anni. Qui nel tempo hanno avviato percorsi formativi, educativi, spirituali e culturali al servizio dei giovani e delle famiglie del quartiere. Per celebrare il 75mo della presenza dei salesiani nel quartiere si è pensato di fare un regalo al territorio.

Sarà, infatti, inaugurato il 10 ottobre alle 17.30 una nuova struttura sportiva al servizio dei giovani che ogni giorno frequentano le mattonelle del cortile della Salette. L’idea di un nuovo campo da gioco nasce dell’esigenza di garantire più attività in contemporanea. Infatti l’Oratorio Salesiano godeva di un solo cortile, in cui svolgere tutte le attività sportive e ricreative. Qui spiega don Andrea Palma, incaricato dell’Oratorio, “venivano accolte sia le attività sportive tramite le varie squadre di calcio delle varie categorie, sia il gioco libero dei ragazzi e delle ragazze che ogni giorno frequentano l’oratorio. Questo creava non pochi problemi gestionali e organizzativi, oltre a limitare di molto l’offerta sportiva ed educativa per il territorio”.

Da questa esigenza nasce l’idea di sfruttare al massimo le aree dell’Istituto Salesiano, in particolare quelle poco usate, con l’obiettivo di fornire non solo una seconda struttura sportiva ma anche per garantire attività formative e sportive per l’intero quartiere.

“L’obiettivo – sottolinea don Marcello Mazzeo, direttore dell’Opera – è quello di fornire all’Oratorio Salesiano un secondo campetto per poter così aumentare le attività sportive ed educative offerte ai ragazzi e ai giovani, tramite l’associazione PGS Santa Maria della Salette che agisce da decenni nella promozione dello sport e dell’educazione dei minori e dei giovani”.

I lavori sono iniziati nel mese di marzo 2023 e si sono conclusi a settembre di quest’anno, con il superamento di non pochi cavilli burocratici e documentali. La realizzazione del nuovo campetto è stato possibile grazie al finanziamento di AVSI e a un cofinanziamento dei Salesiani di Don Bosco della Sicilia.

L’AVSI è un’organizzazione no-profit con sede a Milano, la quale realizza progetti di cooperazione allo sviluppo e aiuto umanitario in oltre 40 paesi nel mondo. In Italia l’associazione realizza progetti in cui ogni persona sia protagonista dello sviluppo integrale suo e della sua comunità, anche in contesti di emergenza. Negli ultimi anni AVSI ha avviato diverse  collaborazioni con i Salesiani di Sicilia. Realizzando molteplici progetti ed azioni educative nel territorio siciliano. Grazie al dialogo costante tra i due enti è nata questa esigenza di mettere a disposizione del quartiere di san Cristoforo e dell’Oratorio Salesiano una nuova struttura sportiva.

La manifestazione di inaugurazione del “Campetto Don Bosco” avrà inizio alle 17.30 con un momento di accoglienza e di ballo curato dal gruppo danza della PGS dell’Oratorio. Per l’occasione saranno presenti diverse autorità civili e religiose. Durante la cerimonia sarà consegnata ai rappresentanti di AVSI una targa commemorativa e altri doni simbolici. Don Giovanni D’Andrea, Ispettore dei Salesiani di Sicilia svelerà la targa di dedicazione del nuovo campo. Dopo seguirà la benedizione e il momento di preghiera presieduto da don Marcello Mazzeo, direttore della casa salesiana e infine don Andrea Palma taglierà il nastro e tirerà il primo pallone in porta. Previsto anche il saluto del dott. Enrico Trantino, sindaco di Catania e la presenza di alcuni elementi della giunta: Bruno Bucchieri, assessore alle politiche sociali e Sergio Parisi, assessore allo sport. All’avvio della nuova struttura prenderanno parte anche Massimo Motta, presidente regionale PGS Sicilia e Nino Cacia, presidente provinciale PGS Catania. Un momento di festa e di gioia per la Comunità Educativa Pastorale dell’Oratorio Salesiano della Salette e di tutto il quartiere di San Cristoforo.

La presenza di un doppio campetto renderà possibile uno spazio completamente dedicato per gli allenamenti e le gare dei vari sport  (calcio a 5, pallavolo, basket) per diverse categorie sportive (mini, propaganda, under 15, under 17, libera). In questo modo lo storico cortile della Salette sarà a disposizione per il gioco libero dei ragazzi e delle ragazze che frequentano le varie attività dell’oratorio (doposcuola, laboratori, gruppi formativi, catechesi…) o per chi viene trascorrere qualche ora insieme in fraternità e divertimento.