Cnos-Fap, offerta formativa per oltre 26mila studenti. Don Peretti: “Formiamo alla responsabilità e alla cittadinanza attiva”

L’attività di formazione professionale in Italia si svolge attraverso 1.581 corsi, 26.606 allievi e 822.322 ore di formazione: questi i numeri contenuti nel “Catalogo delle attività formative 2018/2019″, arrivato alla 20ma edizione.

Il Catalogo racconta le iniziative e i percorsi proposti dal Cnos-Fap: in particolare, la Formazione professionale Iniziale (FPI) che trova nei percorsi formativi di istruzione e Formazione Professionale (IeFP) di durata triennale e quadriennale la sua espressione migliore. La IeFP riguarda il 70% delle attività di formazione professionale svolta nei CFP della Federazione. I destinatari di questi percorsi sono giovani che al termine della scuola secondaria di primo grado, scelgono di adempiere al diritto-dovere d’istruzione e formazione in un percorso di durata triennale, ma anche studenti che lasciano istituti secondari di secondo grado e che scelgono la IeFP perché la trovano più idonea alle loro attese di professionalità e inserimento nel mondo del lavoro. Molti sono anche gli immigrati di prima e seconda generazione.

“La nostra formazione professionale è una formazione alla responsabilità e alla cittadinanza attiva, per formare buoni cristiani e onesti cittadini – dice don Enrico Peretti, direttore generale del CNOS-Fap -. Nei nostri centri i numeri sono crescenti, dimostrazione del fatto che la nostra proposta formativa risponde alle richieste, agli interessi e alla disponibilità dei giovani”.

La formazione professionale si conferma quindi “una risposta efficace contro la  dispersione scolastica e per l’inserimento lavorativo. Il 40 per cento dei nostri ragazzi proviene da una situazione di disagio, per cui continuiamo quell’accoglienza che aveva pensato Don Bosco”. Crescono i numeri, ma cresce anche la qualità: “Sono sempre di più i ragazzi che scelgono il Cfp in prima battuta. Con noi si ha la possibilità di approfondire l’educazione, le competenze e di arrivare alla maturità per raggiungere l’autonomia e l’autoimprenditorialità”. I ragazzi diventano quindi “responsabili del loro lavoro: formiamo ottimi e qualificati artigiani e operai che hanno anche delle capacità imprenditoriali“.

Uno dei punti di forza del Cfp sono sicuramente gli accordi con le imprese. “Le aziende con le quali stringiamo accordi – spiega don Enrico Peretti – riconoscono come punti di forza le caratteristiche proprie della formazione professionali. Le aziende in Italia stanno iniziando a capire il loro ruolo formativo: se vogliono un certo tipo di dipendenti, devono collaborare alla loro formazione”. 

 

“Il menù di Mamma Margherita” e la passione per la cucina, rinascita per le donne vittime di violenza

In occasione della Giornata Internazionale della Donna, Salesiani per il Sociale insieme alla “Casa delle Donne” di Messina presenta “Il menu di Mamma Margherita”, un ricettario realizzato da quattro donne vittime di violenza, rinate grazie alla passione per la cucina. Un menù ricco di piatti e ingredienti tipici della tradizione siciliana, dall’antipasto al dessert, alternati dalle storie di chi li ha cucinati.

Il ricettario si ispira a Margherita Occhiena, mamma di Don Bosco e cuoca dei tanti ragazzi che con generosità accoglieva in casa. «È un tributo a lei e a tutte le mamme che si prendono cura dei propri figli anche cucinando un “buon pasto”» afferma Don Giovanni D’Andrea, presidente di Salesiani per il Sociale. «È anche un modo per essere solidali con le ragazze accolte presso la “Casa delle Donne” di Messina che Salesiani per il Sociale sostiene nelle sue attività rivolte a vittime di violenza o con gravi difficoltà familiari. Sono state proprio alcune delle ospiti della struttura a scrivere questo ricettario, esprimendo con un intero menu, la loro voglia di vivere e di rialzarsi». Cucinare un buon piatto non vuol dire solo nutrirsi ma anche compiere un gesto di accoglienza, di attenzione verso l’altro, di generosità. A ribadirlo, nella prefazione, è Don Andrea Ciucci autore di numerosi volumi su cibo e spiritualità: «Chi ama genera vita, la custodisce, l’alimenta, fino al dono di sé. Perché quando una donna e un uomo scoprono di attendere un bambino, istantaneamente maturano un pensiero tanto folle quanto decisivo per la loro esistenza: sanno di essere pronti a morire per lui. In quel sugo carico di grassi o in quella torta che straborda di crema ritroviamo questa esagerata buona notizia: qualcuno mi nutre, ha a cuore la mia vita, è pronto a sostenerla fino a perdere la sua».

 

 

La “Casa delle Donne” di Messina
Paola, Sabrina, Sara, Miriam sono le ragazze che hanno cucinato “Il menù di Mamma Margherita”. Ci hanno anche raccontato un po’ delle loro storie, accomunate da violenza, abbandono e solitudine. È, purtroppo, la condizione di molte donne che ancora oggi nel nostro Paese subiscono maltrattamenti fuori e dentro la famiglia, vengono sfruttate o lasciate sole con i propri figli.
A Messina, dal 2004, il CIRS Onlus (Comitato Italiano Reinserimento Sociale), socio di Salesiani per il Sociale, ha avviato un progetto dedicato interamente a loro: grazie ad un contributo regionale è così nata la “Casa delle Donne” di Messina. Un luogo sicuro e protetto dove queste giovani possono essere assistite (supporto psicologico, legale, medico) e soprattutto dove far crescere in serenità i propri figli (la maggior parte sono ragazze madri). Un importante punto di riferimento per una provincia, tra le più povere in Italia con alti livelli di disoccupazione e una grave carenza di servizi dedicati alle persone con fragilità.

Non solo accoglienza ma anche formazione e inserimento lavorativo. Grazie alla donazione di una cucina industriale, in questi anni le donne ospiti hanno avviato un servizio di Catering per feste di
compleanno, eventi pubblici o semplici cene, un’ulteriore possibilità per rendersi autonome anche nella propria gestione economica. Nel 2017 la regione Sicilia, oltre a tagliare fondi per associazioni e centri anti-violenza chiede di vendere lo stabile gestito dal CIRS per poter fare cassa, mettendo a rischio l’accoglienza di queste donne. Mirella, responsabile della struttura, Elga e le altre volontarie decidono allora di mobilitarsi e lanciano la campagna #1CASAPERILCIRS con l’obiettivo di acquistare lo stabile conservando la destinazione d’uso. La solidarietà di singoli cittadini e famiglie non è mancata anche se il percorso è ancora lungo e faticoso. Non sempre si riesce a far fronte alle spese di gestione della struttura e, nel frattempo, le richieste da parte dei servizi sociali continuano ad arrivare.

Salesiani per il Sociale, a Genova e Torino aperte due nuove case per giovani soli

Grazie alle reti associative presenti in tutta Italia, Salesiani per il Sociale lo scorso anno ha accolto e sostenuto oltre 36.000 giovani in difficoltà. Un impegno che si rinnova grazie anche  all’inaugurazione di due nuove strutture residenziali pensate per quei ragazzi provenienti da difficili situazioni familiari o che da migranti si ritrovano in Italia soli senza punti di rifermento. Il 9 gennaio 2019 la “Cooperativa E.T.” ha inaugurato “Casa di Giò”, un Gruppo Appartamento che ospiterà ragazzi tra i 16 e i 21 anni. Una casa che apre le sue porte per far fronte alle crescenti richieste dei servizi sociali di Torino. Attraverso una convivenza di tipo familiare, viene offerta a questi ragazzi l’opportunità di formarsi, trovare un lavoro, diventare autonomi.

A Genova, invece, è nata “Casa Don Bosco” una comunità di seconda accoglienza per minori stranieri non accompagnati. Grazie alla collaborazione tra l’opera salesiana di Sampierdarena e l’associazione “Il nodo sulle ali del mondo”  sono stati accolti i primi otto minori a cui verranno garantiti corsi di italiano, accompagnamento scolastico e ricerca di un lavoro. Una rete che si amplia per farsi sempre più vicina a quei giovani soli e abbandonati.

«L’impegno quale risposta alle condizioni della vita sociale del nostro Paese è quello educativo attuale – afferma Don Giovanni D’Andrea, presidente di Salesiani per il Sociale – dare di più ai giovani poveri che dalla vita hanno avuto meno e molto spesso non per causa loro. Guardiamo a quelle condizioni che non consentono ai giovani uno sviluppo integrale: non si tratta solo di povertà economica ma a questa si associano anche quelle sociale, culturale e affettiva, morale e spirituale».

A Valdocco l’incontro dei delegati di Pastorale giovanile e Animazione missionaria dell’Europa Nord e Mediterranea

Dal 4 al 9 febbraio, nella casa Madre di Torino-Valdocco, si è svolto l’incontro dei Delegati di Pastorale Giovanile (PG) e Animazione Missionaria (AM) delle Ispettorie delle regioni Europa Centro e Nord e Mediterranea. Si tratta dell’ultimo raduno per i Delegati di PG e AM di queste due regioni prima del prossimo Capitolo Generale, che si aprirà, sempre a Valdocco, tra poco più di un anno.

Don Rossano Sala, segretario speciale del Sinodo dei vescovi su “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale” ha guidato la prima riflessione – Mettere ordine e cercare connessioni – sui nuclei tematici dell’Instrumentum Laboris e del Documento finale del Sinodo. Partendo da quindici nuclei tematici generativi del Sinodo, don Sala ha invitato tutti a una riflessione e rielaborazione dei punti che fosse personale.

Nella seconda giornata, invece, l’ispettore dell’Irlanda, don Eunan McDonnell ha presentato una relazione sull’accompagnamento spirituale e sul discernimento, partendo da quello che definisce  il “fondamento essenziale di qualunque chiamata vocazionale: Lasciatevi amare da Dio, di santa Elisabetta della Trinità.

La terza giornata si è aperta con la presentazione della II edizione del “Manuale del Volontariato Missionario Salesiano”, animata congiuntamente dai Dicasteri per la Pastorale Giovanile e per le Missioni. Il documento, che rinnova la prima edizione del 2008 alla luce della III edizione del “Quadro di Riferimento per la Pastorale Giovanile”, è stato recentemente approvato dal Consiglio Generale della Congregazione ed è il frutto di un cammino condiviso ascoltando il vissuto di tutte le Ispettorie nel corso di tre anni di preparazione.

 

 

Salesiani per il Sociale, i ragazzi della comunità Harambée a Tv2000

In occasione della festa di Don Bosco, alcuni ragazzi e un’educatrice della comunità Harambée sono stati ospiti della trasmissione televisiva “L’ora solare” in onda su Tv2000. Un’occasione per presentare i progetti educativi svolti nella struttura di Casale Monferrato (AL) e sostenuti da Salesiani per il Sociale – Federazione SCS/CNOS.

La comunità Harambée nasce a Casale Monferrato nel 1996 con l’obiettivo di accogliere giovani in stato di bisogno. Al suo interno oggi è presente una casa famiglia per ragazzi allontanati dai propri genitori, un centro per minori stranieri non accompagnati e un gruppo appartamento per ragazzi maggiorenni. In quest’ultima struttura vengono ospitati giovani che compiuti i 18 anni, sperimentano percorsi di autonomia, i così detti “care leavers”.

«Una volta diventati grandi, questi ragazzi, per legge, devono uscire dalla comunità e questo crea un grande disagio per loro» spiega Milena Tacconelli, educatrice di Harambée. «Così abbiamo proposto ai servizi sociali un proseguimento dell’accompagnamento attraverso le esperienze di autonomia che chiamiamo “Over 18”. Abbiamo pensato che vivere in condivisione potesse creare condizioni di mutuo-aiuto tra loro stessi. Il punto di forza è la ricerca attiva del lavoro che permetterà loro di diventare autonomi».

Salesiani per il Sociale in questi anni è stata vicina a questi ragazzi sostenendoli nel loro percorso formativo e nel diventare adulti. «Appena uscito dal gruppo appartamento – racconta uno dei ragazzi accolti – la comunità ha continuato a starmi vicino, gli educatori mi hanno aiutato a inviare i curriculum e sono riuscito a svolgere una settimana di prova in un’azienda. Con grande sorpresa mi hanno detto di restare e dopo qualche mese ho ottenuto un contratto a tempo indeterminato».

Apprendere un mestiere, accedere ad un tirocinio per trovare un’occupazione, imparare a vivere da soli provvedendo ai propri bisogni o anche saper costruire delle relazioni durature nel tempo: sono questi alcuni degli obiettivi che da anni porta avanti l’equipe di lavoro della struttura. «La comunità e i progetti che fanno loro mi hanno cambiato» racconta un’altra ragazza. In questa casa ci troviamo bene e grazie all’aiuto di Milena ho ottenuto una borsa di lavoro di sei mesi in una fabbrica di caramella, terminati i quali ho conquistato anch’io un contratto stabile».

«L’insegnamento di Don Bosco – conclude Milena – è che i ragazzi non vanno solo accolti ma che è necessario anche accompagnarli!».

 

 

 

M’Interesso di te, il progetto a sostegno dei minori stranieri non accompagnati

Il progetto, promosso da Salesiani per il Sociale – Federazione SCS/CNOS, ha sostenuto il lavoro di rete da educatori di strada, psicologi e volontari che hanno garantito a ciascun ragazzo intercettato, sostegno e protezione.

Visionario, tenace e accogliente: lo scrittore Fabio Geda rilegge Don Bosco

Un santo sociale, come il Cottolengo e Murialdo, impegnato a rendere la città di Torino accogliente, andando a cercare nelle strade dei nuovi quartieri in espansione i giovani, soprattutto quelli abbandonati, poveri. Fabio Geda, ex allievo salesiano dell’Agnelli di Torino, ex educatore dell’oratorio San Luigi di San Salvario ha scritto un libro su Don Bosco tracciandone un ritratto preciso: Il demonio ha paura della gente allegra. Di Don Bosco, di me e dell’educare, edito da Solferino. Geda, 46 anni di Torino, è diventato noto  con Nel mare ci sono i coccodrilli, che nel 2010 ha raccontato la storia vera del giovane afgano Enaiatollah Akbari e del suo viaggio fino in Italia.

Racconta Geda al Corriere della Sera: “Le sue visioni hanno davvero raggiunto tutti gli angoli della Terra, invece per noi rimane quello della Società Salesiana. Ma non è stato soltanto questo: si è inventato dal niente il contratto di apprendistato, le società di mutuo soccorso, scuole e dormitori serali”. Al centro della sua azione, sempre i ragazzi: “La sua azione era politica, ma non la politica dei partiti e della burocrazia. Non stava con nessuno e contro nessuno, gli interessavano i ragazzi, il loro futuro”. L’astuzia nel cercare (e trovare) sempre i soldi per i suoi progetti, la concretezza delle sue azioni: per scrivere il libro, Fabio Geda ha studiato per oltre un anno la storia di quel periodo, gli scritti di Don Bosco, i documenti che lo riguardano. Ha anche girato l’Italia, arrivando in Sicilia alla Colonia Don Bosco: “Se Don Bosco vivesse in questi tempi starebbe di sicuro qui, tra i porti del Mediterraneo, insieme a tutti i cooperatori”. E al quotidiano Avvenire che gli chiede come si troverebbe Don Bosco con i ragazzi di oggi risponde: “Benissimo, perché nel tempo non sono i ragazzi a essere cambiati, ma il modo in cui la società si rivolge a loro, da una parte criticandoli con malevolenza e dall’altra caricandoli di una responsabilità che non sono in grado di sostenere. Pare quasi che non ci sia alternativa tra lo sgridarli per qualsiasi cosa e il salutarli come salvatori di un mondo che noi, gli adulti, abbiamo contribuito a rovinare”.

L’accoglienza, lo spirito salesiano non è morto: «Io lo trovo ovunque – conclude Geda nell’intervista al Corriere -. Anche Torino è rimasta accogliente, ma è timida, preferisce il silenzio, fare del bene e subito dopo girarsi dall’altra parte. Vedo una grande energia positiva, certo, esiste anche quella negativa, ognuno però decide da che parte guardare”.

Oratorio, su TV2000 il documentario in occasione della festa di Don Bosco

Un ponte fra la strada e la chiesa, l’oratorio è un luogo di aggregazione e formazione che accompagna i giovani nel proprio percorso di crescita. Tv2000, in occasione della festa di San Giovanni Bosco fondatore delle congregazioni dei Salesiani e delle Figlie di Maria Ausiliatrice, giovedì 31 gennaio alle 21.05 trasmette il docufilm ‘Qui è ora’. Un racconto corale, ambientato in cinque strutture parrocchiali della Lombardia, che delinea un tessuto sociale diverso dalle narrazioni che prevalgono sui media. Tra i protagonisti Don Mattia Bernasconi – Oratorio San Luigi Gonzaga (Milano); un gruppo adolescenti del Sicomoro – Oratorio San Siro (Lomazzo); Akon (un volontario del Senegal) – Oratorio San Faustino (Brescia); Suor Elisea – Oratorio San Giovanni (Brescia); Don Giuliano Borlini – Oratorio San Giovanni Bosco (Clusone). 

“Siamo membra gli uni degli altri”: il messaggio del Papa per la 53ma Giornata delle Comunicazioni sociali

Cari fratelli e sorelle,

da quando internet è stato disponibile, la Chiesa ha sempre cercato di promuoverne l’uso a servizio dell’incontro tra le persone e della solidarietà tra tutti. Con questo Messaggio vorrei invitarvi ancora una volta a riflettere sul fondamento e l’importanza del nostro essere-in-relazione e a riscoprire, nella vastità delle sfide dell’attuale contesto comunicativo, il desiderio dell’uomo che non vuole rimanere nella propria solitudine.

Inizia così il messaggio di Papa Francesco per la 53ma Giornata Mondiale delle Comunicazioni sociali.

 

Salesiani Cooperatori: Carlo Pellegrino è il nuovo consigliere mondiale per la Regione Italia – Medio Oriente – Malta

Sabato 24 novembre all’Istituto Salesiano Pio Xl a Roma si è svolta la cerimonia del passaggio di consegna tra il Consigliere uscente Antonio Boccia e Carlo Pellegrino, primo non eletto nell’ultimo Congresso elettivo Regionale. Antonio Boccia ha infatti lasciato il suo incarico durato tre anni per ricoprire l’incarico di Coordinatore Mondiale conferitogli dal Rettor Maggiore durante l’ultimo Congresso Mondiale Associativo.

L’atto ufficiale di accettazione e di conferimento è stato preceduto da un momento di preghiera con i ringraziamenti ad Antonio Boccia per il lavoro svolto e l’impegno profuso durante questi ultimi tre anni nella animazione a livello regionale. La cerimonia è proseguita con l’accettazione da parte di Carlo Pellegrino che, ufficialmente, il 24 novembre ha iniziato il suo mandato guidando i lavori della Consulta Regionale. Il mandato di Carlo Pellegrino avrà la durata di tre anni e concluderanno il sessennio iniziato da Antonio Boccia.

Tutti i Salesiani Cooperatori della Regione Italia – Medioriente – Malta augurano a Carlo Pellegrino un buon lavoro e un buon servizio affinché la sua missione, nel segno di Don Bosco, sia prodiga di tanti spunti di unione, fratellanza e spiritualità.