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Incontro europeo dei Coordinatori Ispettoriali delle Scuole: lo scopo della scuola è trasformare gli specchi in finestre

Dall’articolo di ANS – Europa

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Il 17 gennaio si sono riuniti i Coordinatori Ispettoriali delle scuole dei Salesiani di Don Bosco in Europa, convocati da don Miguel Angel García Morcuende, Consigliere Generale per la Pastorale Giovanile, e Antonio Rodríguez López, Coordinatore della “Commissione Scuola Salesiana Europa-Coordinamento SDB”.

L’incontro è iniziato con una motivazione al lavoro in rete, al fine di condividere valori e sforzi nel mondo dell’innovazione e avere una visione rigorosa di ciò che l’apprendimento reale comporta per ogni studente in classe nel quotidiano. La scuola salesiana, è stato osservato nella circostanza, non è solo impegnata a migliorare il rendimento scolastico e lo spessore educativo-pastorale: trasforma gli specchi in finestre, cioè aiuta i giovani a conoscere e a formarsi per aprirsi al futuro.

Durante l’incontro ai Delegati è stata consegnata la Carta d’Identità della Scuola Salesiana, in 6 lingue.

In secondo luogo, si è svolta un’ampia riflessione sui risultati globali e nazionali dell’“Educobarometro”: un questionario di ricerca condotto con i membri delle équipe Direttive delle Scuole e dei Centri di Formazione Professionale d’Europa.

Tra le conclusioni emerse e discusse dall’équipe, si segnala in primo luogo che sarebbe importante che le équipe di gestione potessero dedicare più tempo alla pianificazione e al sostegno degli studenti e delle loro famiglie, riducendo il tempo dedicato a compiti organizzativi e burocratici. Si dovrebbe pertanto prendere in considerazione la ridistribuzione delle funzioni.

Inoltre, dovrebbero essere progettati dei corsi di formazione per facilitare lo sviluppo delle capacità di leadership e di coordinamento dei gruppi, con attenzione ai progetti interdisciplinari, alle metodologie innovative e al benessere emotivo degli insegnanti. Per questi ultimi, si dovrebbero incoraggiare incontri, dibatti, comunicazioni e informazioni per creare un clima di sostegno e fiducia per il loro sviluppo personale e professionale.

Il messaggio trasmesso dai gruppi dirigenti sembra andare nella direzione di rafforzare l’identità salesiana. E potrebbe essere un buon approccio quello di collegare l’identità salesiana con alcune delle principali aree di interesse delle équipe direttive e docenti, come l’innovazione pedagogica, l’inclusione educativa o il benessere emotivo.

La proposta principale per migliorare la qualità delle scuole, in definitiva, è un insegnamento più attivo, cooperativo e basato su progetti.

L’impegno per un’educazione inclusiva si basa in larga misura sul sostegno delle équipe di gestione, così come sull’accompagnamento degli alunni e sulla cura del rapporto con le famiglie.

Da ultimo è stato ricordato che temi e conclusioni di questo raduno verranno ripresi in futuro con le Figlie di Maria Ausiliatrice (FMA).

Scuola Smart – Pubblicato il primo numero del 2023 del periodico della Scuola della ILE

Pubblichiamo il primo numero del 2023 di Scuola Smart, la pubblicazione sulla scuole dell’Ispettoria Lombardo Emiliana. L’editoriale  è di don Stefano Mascazzini.

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Carissimi,
gennaio è il mese di don Bosco, è il mese nel quale celebriamo, attraverso numerose iniziative dedicate ai ragazzi e ai loro genitori, il fondatore del Sistema Preventivo.
Vorrei concentrarmi sul nostro Stile di educare per sottolineare ancora una volta l’importanza di questo grande dono che ci ha fatto don Bosco per l’educazione dei ragazzi; in modo particolare vorrei porre l’attenzione sull’atteggiamento dell’educatore nei confronti dei suoi allievi.
Che Don Bosco «vivesse per i fanciulli» ‐ pupilla dei suoi occhi, come li definisce spesso ‐ non c’è bisogno di doverlo ricordare; vale però la pena di sottolineare che proprio in ragione di tale amore l’allontanarsi fisicamente da loro costituì sempre per lui un’autentica sofferenza.
L’educatore è una persona totalmente dedita al bene dei ragazzi che gli vengono affidati, presente in mezzo a loro, pronta ad affrontare sacrifici e fatiche nell’adempiere la sua missione. Tutto ciò richiede una vera disponibilità per i giovani e un vero desiderio di stare in mezzo a loro, di parlare con loro e di conoscerli veramente. È tipica e quanto mai illuminante l’espressione: ‘Qui con voi mi trovo bene: è proprio la mia vita stare con voi’ e inoltre ‘i giovani non siano solo amati, ma che essi conoscano di essere amati’. I giovani devono sentire nel loro cuore che i loro educatori li amano. E non solo a parole, non solo nel loro cuore, ma anche e soprattutto coi fatti, dimostrando il loro affetto e il loro interesse.
Il vero educatore partecipa alla vita dei giovani, si interessa ai loro problemi, cerca di rendersi conto di come i ragazzi vedono le cose (cercando di immedesimarsi nelle situazioni che il ragazzo sta vivendo, ad esempio), prende parte alle loro attività sportive e culturali, alle loro conversazioni.,…
In questa prospettiva si punta anzitutto a coltivare e curare le relazioni personali. Don Bosco ama usare il termine ‘familiarità’ per definire il rapporto corretto tra educatori e giovani.

La lunga esperienza lo aveva infatti convinto che senza familiarità non si può dimostrare l’amore, e senza tale  dimostrazione non può nascere quella confidenza, che è condizione indispensabile per la riuscita dell’azione educativa. Il quadro delle finalità da raggiungere, il programma, gli orientamenti metodologici che sono l’obiettivo a cui deve aspirare ogni educatore acquistano concretezza ed efficacia se vissuti in ambienti sereni, gioiosi, stimolanti, in cui il giovane si sente a suo agio.
Don Bosco era convinto che il momento ideale per vivere questo senso di familiarità fosse quello definito “del cortile”, ossia il momento ricreativo, quello dedicato allo sport, alla musica. È lì, nella spontaneità ed allegria dei rapporti, che l’educatore deve saper cogliere modi di intervento, tanto lievi nelle espressioni, quanto efficaci per la
continuità e il clima di amicizia in cui si realizzano.
L’incontro, per essere educativo, richiede un continuo ed approfondito interesse che porti a conoscere i singoli personalmente ed insieme le componenti di quella condizione culturale che è loro comune. Non da ultimo, l’educatore deve saper guardare ogni ragazzo con un occhio speciale, deve trovare il canale giusto con cui giungere al suo cuore per riuscire a parlargli e fargli percepire che lo ama.
Ciò che deve muovere l’educatore deve essere il desiderio di aiutare i giovani a formarsi come uomini e come donne onesti e rispettosi dei valori e della cultura, persone che conoscono e riconoscono l’importanza della famiglia, dell’amicizia, dei rapporti interpersonali, il tutto in un’ottica di rispetto delle regole che la società detta.
In poche parole, l’obiettivo dell’educatore è quello di aiutare i giovani nella loro formazione di “buoni cristiani e onesti cittadini”, pronti a operare a loro volta con amorevolezza nei confronti di chi gli sta accanto, prendendo coscienza del fatto che la loro vita e il momento che stanno vivendo (la giovinezza) non è solo un momento di
transito tra l’infanzia e l’età adulta, ma un tempo vivo e fecondo per la costruzione della personalità e per la formazione della persona che si aspira di diventare.
Buon 2023 e Buon mese di don Bosco!!!

 

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Legge di Bilancio, Agorà della Parità: Bene la stabilizzazione dei fondi per sostegno disabili e scuole dell’Infanzia ma nel 2023 prenda forma l’effettiva libertà di scelta

Di seguito il comunicato stampa di Agorà delle Parità sulla Legge di Bilancio.

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Le Associazioni di gestori e genitori di scuole paritarie cattoliche e d’ispirazione cristiana, AGeSC, Cdo  Opere Educative-FOE, CIOFS scuola, FAES, FIDAE, FISM, Fondazione GESUITI  EDUCAZIONE, Salesiani per la Scuola-CNOS Scuola Italia, facenti parte di Agorà della parità,  registrano con soddisfazione gli interventi a beneficio delle scuole paritarie già presenti nel DDL  presentato dal Governo. 

In particolare: 

la stabilizzazione dei 70 milioni di euro aggiuntivi, destinati all’inclusione di bambini e  ragazzi diversamente abili nelle scuole paritarie, consentirà alle scuole paritarie di poter  pianificare, nella consapevolezza di risorse certe, il reclutamento del personale, la retribuzione e la  formazione dei docenti al fine di favorire un’adeguata accoglienza degli alunni con disabilità. Tali  risorse, pur non coprendo tutte le necessità, nel recente triennio hanno rappresentato un primo passo  importante verso la parità di trattamento per tutti gli studenti diversamente abili a prescindere dalla  scuola che frequentano, 

la conferma del contributo aggiuntivo di 20 milioni destinati alla scuola dell’infanzia, stanziati nel 2022, e l’incremento di ulteriori 20 milioni stabilizzati per gli anni a venire,  sempre per le scuole dell’infanzia paritaria, contribuiranno a rafforzare l’indispensabile servizio  pubblico che consente ad oltre 400.000 bambini l’accesso al primo grado di istruzione ed educazione. 

Tali interventi, seppur apprezzabili, sono ancora lontani dal garantire alla famiglia il diritto alla libertà di  scelta educativa per i propri figli. 

Le associazioni scriventi auspicano, pertanto, che il 2023 sia l’anno in cui vengano previsti passi concreti  verso la piena attuazione della legge 62/2000 con provvedimenti normativi volti a favorire, nell’arco della  legislatura, una effettiva libertà di scelta educativa. 

AGeSC, Catia Zambon, Presidente nazionale  

Cdo Opere Educative-FOE, Massimiliano Tonarini, Presidente nazionale  

CIOFS scuola, Marilisa Miotti – Presidente nazionale  

FAES, Giovanni Sanfilippo – Delegato nazionale per le Relazioni Istituzionali 

FIDAE, Virginia Kaladich, Presidente nazionale  

FISM, Giampiero Redaelli, Presidente nazionale  

Fondazione GESUITI EDUCAZIONE, Vitangelo Denora – Delegato 

Salesiani per la Scuola-CNOS Scuola Italia, Stefano Mascazzini, Presidente nazionale 

Legge di Bilancio, Agorà della Parità scrive al Presidente del Consiglio e ai ministri dell’Istruzione e del Merito e dell’Economia

Le Associazioni di gestori e genitori di scuole paritarie cattoliche e d’ispirazione cristiana, AGeSC, Cdo Opere Educative-FOE, CIOFS scuola, FAES, FIDAE, FISM, Fondazione GESUITI EDUCAZIONE, Salesiani per la Scuola-CNOS Scuola Italia, facenti parte di Agorà della parità, hanno scritto al Presidente del Consiglio e ai Ministri dell’Istruzione e del Merito e dell’Economia,
auspicando una nuova attenzione al mondo delle scuole paritarie, a famiglie e studenti che le scelgono e a docenti e personale che vi lavora, prevedendo, nel corso della legislatura, provvedimenti normativi volti al compimento della legge 62/2000.

Nell’imminenza della prossima approvazione del DDL Bilancio hanno ritenuto indispensabile richiedere un’attenzione particolare per alcuni interventi:

  • stabilizzazione dei 70 milioni di euro aggiuntivi destinati all’inclusione di bambini e ragazzi diversamente abili nelle scuole paritarie, prorogati con la legge di bilancio 2022 fino al 2023, provvedimento indispensabile per consentire alle scuole paritarie di poter pianificare con maggior tranquillità e nella consapevolezza di risorse certe, il puntuale reclutamento del personale e la retribuzione e la formazione dei docenti al fine di favorire un’adeguata accoglienza degli alunni con disabilità. Tali risorse, pur non coprendo tutte le necessità, nel recente triennio hanno significato un primo passo importante verso la parità di trattamento per tutti gli studenti diversamente abili, indipendentemente dalla scuola che frequentano, statale o paritaria e la loro stabilizzazione significherebbe progredire decisamente in questa direzione;
  • conferma del contributo aggiuntivo di 20 milioni stanziato nel 2022 e un incremento di ulteriori 180 milioni di fondi da destinare alla scuola dell’infanzia paritaria per mettere in sicurezza l’indispensabile servizio pubblico che consente ad oltre 400.000 bambini l’accesso al primo grado di istruzione ed educazione. Nella medesima lettera hanno inoltre sottolineato l’urgenza di ripartire i 30 milioni di euro destinati dall’art. 13 del Decreto-Legge-23-settembre-2022-n.144 alle scuole paritarie per la gestione dell’emergenza energetica affinché l’erogazione tempestiva delle risorse sostenga le crescenti difficoltà segnalate dalle scuole in merito all’aumento dei costi di energia.

AGeSC, Catia Zambon, Presidente nazionale
CIOFS scuola, Marilisa Miotti – Presidente nazionale
FAES, Giovanni Sanfilippo – Delegato nazionale per le Relazioni Istituzionali
Cdo Opere Educative-FOE, Massimiliano Tonarini, Presidente nazionale
FIDAE, Virginia Kaladich, Presidente nazionale
FISM, Giampiero Redaelli, Presidente nazionale
Fondazione GESUITI EDUCAZIONE, Vitangelo Denora – Delegato
Salesiani per la Scuola-CNOS Scuola Italia, Stefano Mascazzini, Presidente nazionale

Scuola, Agorà della Parità: Abilitazione docenti anche per coloro che hanno iniziato percorso nel 2020

Pubblichiamo il comunicato stampa di Agorà per la parità.

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“Vorrei chiedere in questa sede un’attenzione per i docenti che da anni insegnano nelle scuole  paritarie e che non hanno potuto conseguire il titolo abilitante necessario per poter insegnare ed  essere stabilizzati nelle scuole paritarie” ha detto la Presidente FIDAE, Virginia Kaladich che è stata  invitata, in rappresentanza dell’Agorà della parità (AGeSC, Cdo Opere Educative – FOE, CIOFS  Scuola, CNOS Scuola, FAES, FIDAE, FISM, Fondazione GESUITI EDUCAZIONE) e anche con  l’ANINSEI, in un’audizione dei membri riuniti delle Commissioni Iae VIIadel Senato, per dare un  contributo sul Disegno di Legge (ddl) 2598.  

Il documento presentato evidenzia che sì è già espresso apprezzamento per l’impianto complessivo  della riforma contenuta nel decreto-legge 30 aprile 2022, n. 36, che, all’art.44, che introduce una netta  separazione fra titolo abilitante alla professione docente e reclutamento nei ruoli della scuola statale. Inoltre, si ricorda che oggi ci sono ben 15.000 docenti che lavorano nelle scuole paritarie e che si  erano iscritti ad una procedura abilitante rimasta incompiuta, una condizione che, per legge, non  permette alle scuole paritarie di inserirli stabilmente nel loro organico. 

Nella nota dell’Agorà della parità consegnata in Commissione si chiede quindi che venga  introdotta nel regime transitorio la possibilità dell’ottenimento della sola abilitazione  all’insegnamento, per tutti i docenti che abbiamo tre anni di servizio anche non consecutivi  nelle scuole del sistema nazionale di istruzione, nei cinque anni precedenti l’entrata in  vigore della norma in discussione, acquisendo almeno 30 Crediti formativi universitari o  accademici e superando la prova finale di cui all’art. 2 comma 2 del d.lgs. n. 59/2017, senza  che tale titolo abilitante dia diritto relativamente al reclutamento nel ruoli della scuola statale 

La nota si conclude con alcune proposte aggiuntive:  

Acquisire la parte dei crediti formativi universitari o accademici di tirocinio diretto presso le  scuole del sistema nazionale di istruzione; 

Valorizzare i 24 CFU nelle discipline antropo-psico-pedagogiche e in metodologie e  tecnologie didattiche previsti dal Decreto Legislativo D. Lgs. 59/2017 attuativo della Buona  Scuola della Legge 107/2015 e richiesti ai fini dell’accesso al concorso per le scuole  secondarie insieme al titolo di studio prescritto, nel decreto del Presidente del Consiglio dei  Ministri, da adottarsi di concerto con i Ministri dell’istruzione e dell’università e della ricerca,  entro il 31 luglio 2022, decreto che definirà i contenuti e la strutturazione dell’offerta  formativa corrispondente a 60 crediti formativi universitari o accademici necessari per la  formazione iniziale; 

Rivedere e semplificare le classi di così come i titoli di accesso alle medesime; Incentivare la formazione in servizio incentivata e la valutazione degli insegnanti in servizio,  prevista all’art. 16 ter del d.lgs. n. 59/2017 come modificato dall’art. 44 del DL n. 36/2022,  nelle scuole paritarie continuerà ad essere regolamentata dai CCNL di settore.

AGeSC, Catia Zambon, Presidente nazionale  

Cdo Opere Educative – FOE, Massimiliano Tonariani, Presidente nazionale  CNOS Scuola, don Stefano Mascazzini, Presidente nazionale  

CIOFS Scuola, Marilisa Miotti – Presidente nazionale  

FAES, Giovanni Sanfilippo – Delegato nazionale per le Relazioni  

FIDAE, Virginia Kaladich, Presidente nazionale  

FISM, Giampiero Redaelli, Presidente nazionale  

Fondazione GESUITI EDUCAZIONE, Vitangelo Denora – Delegato

Spagna – La 35ª edizione del “Premio Don Bosco” rilancia l’innovazione tecnologica a trazione giovanile

Dall’agenzia salesiana ANS.

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(ANS – Saragozza) – L’opera salesiana di Saragozza ha celebrato anche quest’anno il tradizionale appuntamento del Premio Nazionale Don Bosco che, nel pomeriggio di giovedì 10 marzo, ha annunciato i progetti vincitori della sua 35a edizione. All’evento ha partecipato anche il Ministro dell’Educazione, della Cultura e dello Sport del governo di Aragona, il signor Felipe Faci.

L’aula magna della scuola salesiana di Saragozza ha ospitato la cerimonia conclusiva del Premio Nazionale Don Bosco, culmine di due giorni intensi in cui si sono evidenziati ancora una volta il talento, lo sforzo e la capacità innovativa degli studenti e dei giovani.

Con i 51 progetti presentati quest’anno al concorso nazionale hanno partecipato, nel corso di tutte le edizioni, oltre 1.000 progetti.

Il Premio Nazionale Don Bosco è un appuntamento che stimola le capacità innovative dei giovani e aumenta la loro consapevolezza dell’importanza della ricerca e delle possibilità che essi hanno di migliorare la società.

Quest’anno, tra le 15 opere dell’ingegno giovanile che sono state premiate complessivamente nelle varie categorie, si segnalano un “Robot graffitaro” automatizzato con un sistema di stampa murale scalabile e versatile; un’applicazione che agisce come un fondo di investimento che opera sul mercato delle criptovalute e attraverso l’apprendimento automatico fa previsioni sui prezzi futuri del mercato; uno studio sul miglioramento dei livelli di CH2O, CO2 e di composti organici volatili ottenuti in ambienti diversi attraverso la presenza di piante; e un’altra ricerca sulla relazione tra il microbiota intestinale e le malattie infiammatorie intestinali, valutando l’efficacia di diversi trattamenti che modulano il sistema immunitario.

Mentre il Premio Impegno 2022, che viene concesso ad un’impresa o istituzione impegnata nella manifestazione, è andato a Endesa, ed è stato consegnato dal Direttore della Divisione di Coordinamento e Studi di Sicurezza e Difesa, il colonnello José Luis Calvo, che l’aveva ricevuto nell’edizione scorsa.

L’evento, trasmesso online, è stato seguito in diretta dai partecipanti dalle loro scuole ed è stato condotto dal giornalista Juanjo Hernández. Don Juan Bosco Sancho, Direttore della casa salesiana e del Premio Nazionale Don Bosco, ha poi dato il benvenuto ai partecipanti, augurandosi che “l’anno prossimo anno possiate tutti essere qui a Saragozza e festeggiare in presenza”, e rivolgendo un pensiero di pace in questi giorni tristi per tutti.

Dopo ha avuto luogo la cerimonia di nomina dei vincitori e, a conclusione, è stata proclamata aperta la 36ª edizione del Premio Nazionale Don Bosco. In quest’occasione è intervenuto anche il Ministro Faci, che ha colto l’occasione per sottolineare l’importanza dell’innovazione nella Formazione Professionale e del cambiamento atteso dal mondo dell’Educazione, da compiersi anche coinvolgendo il mondo delle imprese.

Il Premio Don Bosco è un riconoscimento all’imprenditorialità, al lavoro di squadra e all’innovazione. Dal suo avvio, nel 1984, questo concorso ha dato importanti contributi nel campo dell’educazione e nella relazione tra il mondo accademico e quello degli affari. Il Premio ha dato lustro al mondo della Formazione Professionale, mettendo in mostra il lato più bello di quest’opzione formativa, che dimostra di saper preparare i professionisti di domani alle richieste del mercato del lavoro. E, inoltre, è riuscito a coinvolgere istituzioni pubbliche, università e aziende, tutto a vantaggio dell’innovazione tecnologica promossa dai giovani. Il Premio Don Bosco è divenuto, infatti, anche una vetrina per iniziative imprenditoriali applicabili a futuri progetti d’impresa.

 

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Il Giorno – Spot sull’inclusione, la scuola salesiana di Sesto San Giovanni vince tutti i premi

Da “Il Giorno”, edizione online.

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“Io non sono maschilista, però”. “Io non sono contro la disabilità, però”. “Io non sono omofoba, però”. Gli studenti della 3F della media “Ercole Marelli” dell’istituto Salesiani smontano, uno dopo l’altro, tutti quei “però”, attraverso un messaggio di inclusione. “Quando perdiamo il diritto di essere diversi, perdiamo il privilegio di essere liberi”, spiegano Matteo Colli, Chiara De Santis, Emma Di Bartolomeo, Sonia Pugliese e Simone Vertemara che con lo spot “Inizia tu!” hanno vinto il concorso bandito nella settimana di Don Bosco. I ragazzi delle classi terze, partendo dal tema “diversità come opportunità” hanno realizzato diversi spot pubblicitari finalizzati a sensibilizzare e promuovere i diritti fondamentali di uguaglianza e di rispetto reciproco. Con l’aiuto degli insegnanti di lettere hanno progettato, registrato e montato brevi video, sviluppando competenze digitali. “Cosa ho fatto di male?” della classe 3A è arrivato secondo e sottolinea l’importanza di leggere la diversità come un’opportunità di crescita reciproca e di unione tra gli esseri umani, mentre “La libertà di essere diversi” della 3E ruota attorno all’importanza dell’inclusione delle culture nella quotidianità e si è classificato al terzo posto. In febbraio l’istituto di viale Matteotti ha ottenuto diversi riconoscimenti. Un attestato è stato consegnato alla formazione professionale delle superiori al settore automotive durante la kermesse “Spazio ai giovani”, organizzato dal Il Giornale del Meccanico. Giovanni Brugnoli, vicepresidente di Confindustria, e Davide Ballabio, funzionario di Assolombarda hanno visitato, guidati dagli studenti, i laboratori Industria 4.0, motoristico, biomedicale e disegno 3D.

 

 

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L’Ispettoria dell’Italia Centrale e Intesa San Paolo sottoscrivono un accordo per le famiglie con figli che frequentano le scuole salesiane

Comunicato stampa di Intesa San Paolo e Circoscrizione Salesiani Italia Centrale.

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Intesa Sanpaolo e la Circoscrizione dei Salesiani dell’Italia Centrale hanno sottoscritto un accordo rivolto alle famiglie con figli in età scolare che frequentano le scuole e i centri di formazione professionale in Abruzzo, Lazio, Liguria, Marche, Sardegna, Toscana e Umbria, all’interno della grande famiglia salesiana che ha mosso i suoi passi a partire dal 1841, da quando il Santo educatore don Giovanni Bosco incontrò il primo giovane. Il prestito impact “per Crescere”, iniziativa ESG del Gruppo bancario, può integrare il reddito delle famiglie con figli che frequentano la scuola primaria e secondaria, con una linea di credito di 2.000 o 3.000 euro l’anno per un periodo che va da 1 a 5 anni. Si rende così più sostenibile l’economia familiare in un periodo decisivo per la crescita e l’istruzione dei giovani.

Il prestito Intesa Sanpaolo risponde a esigenze essenziali come: acquisto di prodotti e servizi legati all’istruzione (rette scolastiche, libri, mobilità, corsi di lingua, Pc e connessione internet); copertura di bisogni educativi speciali (psicomotricità, logopedia, ecc.); altre attività funzionali alla crescita personale (sport, campus estivi, esperienze formative all’estero).

Siamo felici di avviare questa nuova collaborazione con una delle Congregazioni che ha dato di più nell’educazione e nella formazione professionale dei giovani. Dopo il successo di “per Merito”, il prestito d’onore per tutti gli studenti universitari, incontriamo oggi i valori educativi salesiani; è un motivo di grande orgoglio ma anche l’occasione per un investimento sulla prima parte del percorso scolastico, quando è massimo il potenziale di crescita e apprendimento” commenta Marco Morganti, Responsabile Direzione Impact Intesa Sanpaolo.

«Sono molte le famiglie che scelgono la scuola di don Bosco, come luogo di formazione e di crescita per i propri figli. Molte più quelle che vorrebbero essere parte di tale proposta educativa, ma che sono scoraggiate dal pagamento di una retta. Ecco perché come scuole paritarie salesiane siamo molto contenti di presentare alle famiglie dei nostri ragazzi questa opportunità: un sostegno concreto all’esercizio del diritto alla libertà di scelta educativa, che purtroppo in Italia rappresenta un costo, a differenza di tanti altri Paesi europei. Sono convinto che varie famiglie, comprese quelle a reddito medio basso, possano scorgere in questo prodotto finanziario un valido aiuto ad investire sulla formazione dei propri figli, garantendo loro un’istruzione di qualità e un percorso educativo di formazione integrale nel sogno e nel segno di don Bosco» dichiara don Marco Aspettati, Delegato CNOS Scuola Circoscrizione Salesiana Sacro Cuore Italia Centrale.

Una ricerca 2021 di Eumetra per Intesa Sanpaolo ha rilevato che oltre il 60% delle famiglie italiane pensano che spendere per la formazione dei figli sia il migliore investimento, in particolare per lo studio di una lingua straniera e per servizi di orientamento per il futuro. “per Crescere” si inserisce all’interno del percorso Impact di formazione della persona, avviato con “per Merito” rivolto agli studenti universitari, proseguito con “mamma@work” per le mamme con figli nella fascia 0-6 anni e con “XME Studio Station” specificamente dedicato all’acquisto di strumenti informatici e connessioni anche per la didattica a distanza. Con questo nuovo progetto Intesa Sanpaolo consolida la propria attività di inclusione finanziaria dedicata ai giovani e alle loro famiglie, nell’ambito delle proprie attività ESG, sempre secondo criteri Impact: tassi contenuti, lungo periodo di restituzione, nessuna garanzia richiesta. Le iniziative sono realizzate grazie al Fund for Impact, lo strumento di Intesa Sanpaolo, che oggi consente innovative campagne di inclusione creditizia verso persone e famiglie generando un impatto sociale concreto e misurabile

Open days al Centro Salesiano “Don Bosco” di Treviglio

Da Bergamo News, la notizia sugli open day al centro “Don Bosco” di Treviglio.

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Il Centro Salesiano “Don Bosco” di Treviglio è un Polo Educativo in cui la presenza di diversi settori scolastici, interconnessi nella modalità di Campus, offre alle famiglie l’opportunità di scegliere un servizio che copra l’intero cammino didattico-formativo dei propri figli, una risposta alle sempre nuove esigenze educative, al passo coi tempi dal 1892.

In particolare l’educazione salesiana non pensa ai giovani solo come destinatari di interventi didattici: essi sono invece i protagonisti attivi del loro percorso di formazione attraverso numerose attività, nella convinzione che la scuola non può chiudere i propri orizzonti entro il solo orario scolastico ed entro la fisicità di un istituto.

Tali attività impegnano i ragazzi a vari livelli e vengono proposte agli studenti in modo rispettoso della libertà e del cammino di maturazione di ciascuno. Per conoscere le nostre attività e la nostra offerta formativa, prendere visione dei curricoli e dei vari ambienti, vi aspettiamo ai prossimi Open Day, in agenda per sabato 27 novembre e sabato 4 dicembre. Si tratta di un’opportunità in più per conoscere la nostra Scuola: maggiori informazioni al link https://openday.salesianitreviglio.it/open-day/

Ulteriori informazioni sullo stile che caratterizza il modo di fare scuola nella Casa di Don Bosco di Treviglio e sulle scelte comuni ai vari settori scolastici, della Scuola Primaria, della Scuola Secondaria di Primo e Secondo Grado, dell’Istruzione e Formazione Professionale, nella brochure consultabile on line al link https://openday.salesianitreviglio.it/brochure/

Ed ora lasciamo la parola a Matteo, che presenta una delle tante attività proposte dalla Scuola quest’estate.

Le comodità della vita di tutti i giorni, delle quali sentiamo ogni giorno di più un disperato bisogno, e la nostra tendenza a tornare, non appena possibile, ad una situazione di agio e benessere ci inducono a provare un sentimento di rifiuto, o quantomeno di vago disappunto, ogni qual volta ci sentiamo privati della nostra “comfort zone”.

Perché mai, dunque, un adolescente dovrebbe abbandonare la propria vita quotidiana per passare una settimana in un rifugio della Val Formazza a 2.500 m?

Questa stessa domanda se la sono posta anche coloro che, come me, l’estate scorsa hanno preso parte a quest’iniziativa. Probabilmente, per molti di noi la risposta a questo quesito non è stata immediata, ma abbiamo dovuto aspettare di vivere quest’esperienza in prima persona per poterla cogliere. Infatti, benché ciascuno di noi abbia rimpianto, di tanto in tanto, l’uso dello smartphone o la confortevolezza della propria camera, sono certo che tutti, col passare dei giorni, si sono sentiti a casa, pur non essendovi fisicamente. Inoltre, azioni come accendere la stufa, unico mezzo di riscaldamento a nostra disposizione, preparare il pasto e, dopo averlo consumato, lavare i piatti e spalare la neve nei pressi del rifugio sono state fondamentali per farci entrare nel clima di condivisione e aiuto reciproco che ha reso speciale la settimana. In altre parole, ciò che più mi ha colpito è stata la facilità con cui ciascuno ha saputo mettere a tacere il proprio egoismo e dare la precedenza al bene collettivo.

Sono certo che ciascuno di noi, in quei giorni, ha riscoperto il valore dell’umiltà, nel vero senso etimologico del termine: essa è l’attaccamento alla terra (humus), a ciò che di più indispensabile permea la nostra esistenza e sul quale, solo in un secondo momento, l’uomo ha edificato costruzioni accessorie che a confronto appaiono deboli ed illusorie. In quei giorni abbiamo avuto la fortuna di sperimentare il culto (cultum, cioè coltivazione, ma anche venerazione) della terra (humus), l’atto di amore più antico e sincero nella storia dell’umanità. In altri termini, abbiamo messo da parte la nostra arroganza (ad rogare, cioè chiedere insistentemente [per sé]) per metterci a disposizione degli altri, acquisendo una consapevolezza nuova, quella del valore dell’umiltà appunto. Solo divenuti padroni dei valori di umiltà e generosità sapremo migliorare la vita altrui e al contempo arricchire la nostra.

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