Oratorio San Cataldo, i ragazzi del laboratorio teatro portano in scena l’opera “Trentatrianni aviva”

L’Associazione CGS Don Bosco dell’Oratorio Salesiano S.Luigi di San Cataldo, dopo lo straordinario successo riscosso a Natale dai ragazzi del Lab’Or@torio Teatrale, ha deciso di mettersi di nuovo all’opera, questa volta con un lavoro incredibile quanto emozionante.
Grazie alla sinergia creata tra le varie componenti artistiche dell’Associazione, il Lab’Or@torio Teatrale torna in scena con l’opera rivisitata e corretta “TRENTATRIANNI AVIVA”, concernente la passione di Cristo nella pietade sancataldese, e che vede come palcoscenico la cappella dell’Oratorio Salesiano.
Una rappresentazione per la regia di Angelo Iacona, che vede impegnati gli attori senior e junior del Lab’Or@torio Teatrale, il Coro Resonantie Camera Chorus diretto dal Maestro Daniele Riggi, che si esibirà sulle note dei brani originali composti dal Maestro Gaetano Bellomo. La regia si avvale, inoltre, della preziosa collaborazione della Sartoria “Dietro le Quinte” di Riggi Grazia per i costumi di scena, nonché quella dei tecnici e degli organizzatori Don Orazio Moschetti, Vincenzo Amico e Vitale Vancheri.
Per l’occasione, il Laboratorio teatrale ha scelto un’opera, frutto di un’accurata rielaborazione dei testi degli Autori Bernardino Giuliana, un Anonimo di Gioiosa Ionica e Francesco Medico che, riportandoci indietro nel tempo, ci farà rivivere gli ultimi momenti di Cristo, quelli che lo portarono a morire sulla croce, sotto il dolore straziante della madre, Maria.
Di grande impatto ed intensità emotiva vertente su un tema storico, culturale e religioso molto caro alla tradizione popolare Sancataldese e non solo, l’opera mira ad infondere un messaggio, oggi più che mai, di profonda riflessione per i cristiani e non solo, quello di farsi eterni ed ardenti custodi di ciò che risiede in ognuno di noi, dell’ Amore di Dio per tutti i suoi figli, rammentando sempre che Egli è Salvezza.

Isabella Fragale

Animazione Missionaria Sicilia, riprende la pubblicazione della rivista SISAMI

Un piccolo, semplice, frammento di Speranza vuole essere questo numero di SISAMI che riprende la pubblicazione dopo circa 4 anni di assenza nella ricorrenza dei protomartiri salesiani S. Luigi Versiglia e S. Callisto Caravario.

Lo scrive don Giovanni D’Andrea, Ispettore della Sicilia, sul primo numero di SISAMI, la rivista dell’Animazione Missionaria sicula che riprende le pubblicazioni dopo lo stop.

Scarica SISAMI

 

Salesiani Messina, l’esperienza dell’oratorio San Matteo Giostra a TV2000

L’Oratorio di Salesiani San Matteo Giostra è stato protagonista di un servizio andato in onda negli scorsi giorni su Tv2000 “Messina: in missione per “costruire” futuro”.

Catania, i Salesiani firmano il protocollo per contrastare la dispersione scolastica con Tribunale dei minori, Prefettura e altri enti

Venerdì 11 febbraio l’ispettore della Sicilia, don Giovanni D’Andrea, ha sottoscritto il protocollo d’intesa dell’Osservatorio metropolitano contro la devianza giovanile e dispersione scolastica voluto principalmente dal Tribunale per i Minori di Catania, dalla Prefettura e dal Comune oltre che dall’USSM. Oltre all’ispettoria dei salesiani, sono presenti anche altri enti  laici, oltre alle Diocesi di Catania ed Acireale. Il protocollo è stato quindi sottoscritto dal  Prefetto Maria Carmela Librizzi, del Presidente del Tribunale dei Minori Roberto Di Bella, dell’Assessore Comunale alla Pubblica Istruzione Barbara Mirabella, di quello ai Servizi Sociali Giuseppe Lombardo, del Procuratore della Repubblica del Tribunale dei minori Carla Santocono, del dirigente dell’ufficio scolastico Regionale Emilio Grasso e Dorotea Grasso in rappresentanza del direttore dell’INPS.

“Catania ha numeri altissimi sulla devianza giovanile – dice il Presidente del Tribunale dei Minori Roberto Di Bella – e la divisione della città in “ghetti” è sotto gli occhi di tutti. Da qui abbiano pensato a un osservatorio per monitorare e riuscire a creare strategie di intervento per contrastare il fenomeno devianza minorile e quello della dispersione scolastica”.

Trapani, inaugurato l’istituto Euroform nell’Istituto Salesiano

Dal Giornale di Sicilia.

***

Una nuova scuola: una scuola dei mestieri. È stato inaugurato ieri l’istituto Euroform a Trapani, all’interno dell’istituto dei Salesiani in via Fardella a Trapani, che rivolge particolare attenzione all’ istruzione e alla formazione professionale dei ragazzi di età compresa tra i 13 e i 17 anni che vogliono intraprendere un percorso di studi professionale, volto all’acquisizione delle competenze utili per inserirsi nel mondo del lavoro.
Presenti all’inaugurazione i professori, il presidente della Scuola Euroform Salvatore Licata, il sindaco Giacomo Tranchida e tutti i ragazzi che frequentano la sede di Trapani. Euroform è un ente non-profit nato nel 1996 con l ‘ obiettivo di promuovere le opportunità di sviluppo locale offerte dall’Unione Europea. La scuola è gratuita per gli studenti che la scelgono. «Il nostro obiettivo è far imparare dei mestieri ai ragazzi – afferma Licata – seguendo le indicazioni del MIUR. Ci occupiamo anche di inclusione sociale con gli alunni che conseguono la qualifica professionale dopo tre anni di studi e il diploma dopo quattro». «Una struttura che prende per mano dei ragazzi – afferma il primo cittadino Giacomo Tranchida – dentro le dimensioni della scuola dell’obbligo, recuperando chi magari aveva abbandonato altre scuole seguendo una passione motoristica, estetica o culinaria. C’è anche una visone sociale: togliere dalla strada i ragazzi dandogli l’opportunità di ambire ad un lavoro. Presto organizzeremo un incontro con gli istituti scolastici e le parrocchie per far conoscere questa alternativa». Al fine di poter rendere l’attività didattica più tecnologicamente avanzata, inoltre, la scuola dei mestieri Euroform mette a disposizione per ogni proprio alunno, un iPad Apple di ultima generazione, consegnato in comodato d ‘ uso gratuito come supporto didattico. La scuola, nell’ottica di rendere ancora più all’avanguardia la sua offerta formativa, utilizza solo attrezzature innovative per i propri laboratori, in cui gli alunni sperimentano varie attività pratiche fin dal primo anno.

“21 dicembre”: la nuova canzone dei DB Sons con gli animatori della Sicilia

“21 dicembre” è il titolo della nuova canzona scritta e realizzata dal gruppo DB Sons e dagli Animatori Salesiani della Sicilia.

***

Ad un attento ascolto, “21 Dicembre” si presenta come un’evoluzione del protagonista, che partendo da un approccio quasi indifferente alla realtà che lo circonda, giunge all’”epifania” della bellezza della vita donata.

In un primo momento, il timore di affrontare le sue emozioni gli impedisce di vivere in pienezza, fino a che non si rende conto che il desiderio di essere libero è più forte di qualsiasi attitudine negativa che lo spingeva a porre limiti alle sue capacità. È per questo – e grazie alla costante presenza di un Qualcuno che in maniera discreta ci accompagna lungo il nostro cammino di vita – che il protagonista del testo di questa canzone riesce ad accettarsi così com’è, senza tentare di conformarsi alle aspettative di una società superficiale. Anzi, con la ferma volontà di diffondere amore e speranza attraverso gesti e parole per il bene della collettività, perché ciascuno di noi, per chi ci sta accanto, è come il 21 dicembre per i Maya: la fine del mondo!

ISI: gli auguri di don Giovanni D’Andrea

Si riporta il video messaggio di auguri da parte di don Giovanni D’Andrea, Ispettore dei Salesiani della Sicilia e Tunisia.

Il messaggio di Auguri Natalizi di Suor Chiara Cazzuola, Madre Generale delle Figlie di Maria Ausiliatrice

Condividiamo la notizia proveniente da infoans.org con il messaggio di auguri da parte di Suor Chiara Cazzuola, Madre Generale delle Figlie di Maria Ausiliatrice.

Carissime sorelle,

voglio raggiungervi non solo virtualmente, ma soprattutto con il cuore e la preghiera. Sì, andiamo a Mornese, come tappa sul cammino per Betlemme, già vicina. Viviamo questo momento importante nel percorso del 150° della fondazione dell’Istituto appropriandoci un po’ di quell’amore fervoroso di Madre Mazzarello, delle nostre prime sorelle e delle prime ragazze. Appropriamoci un po’ di quell’energia giovane e coraggiosa: a Mornese tutto era giovane e appena sbocciato, che trasformava in vitalità le emozioni, le relazioni, la preghiera, l’attività.

Madre Mazzarello scriveva così a suor Adele David, direttrice della casa di Bordighera, il 27 dicembre 1879:

“Ho ricevuto la vostra lettera, vi ringrazio degli auguri e delle preghiere fattemi e che io ho gradite di tutto cuore. Gesù ve le ricambi in tante ferite d’amore, ed io in ricambio ho pregato questo tenero Gesù Bambino per voi. Siete contente? Vi ho passate tutte per nome, ho detto: suor David, suor Carlotta, suor Giuseppina e suor Marietta, ho detto che vi dia la sua umiltà, il distacco da voi stesse, l’amore al patire e quella obbedienza pronta, cieca, sottomessa che aveva Lui al suo Eterno Padre, a San Giuseppe, a Maria e che praticò fino alla morte di croce. Gli ho detto che vi dia carità e quel distacco totale da quel che non è Dio, la pazienza e una perfetta rassegnazione ai voleri di Dio” (L 33).

Gli auguri di Madre Mazzarello nella sosta a Mornese, sul cammino verso Betlemme, ci incoraggino ad assumere nella vita e nella missione i tratti sempre più somiglianti a Gesù e ci rendano più consapevoli dell’evento che stiamo per celebrare.

Nel Vangelo di Luca troviamo la chiave per entrare nel mistero del Natale (cf Lc 2,12):

“Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia”.

Con questa Parola evangelica ci soffermiamo insieme davanti alla grotta.

Il Segno è un bambino! Nessuno è più debole, fragile di un neonato, bisognoso di aiuto, eppure è tutto vitalità, energia, è avvenire e potenzialità. È assolutamente “nuovo”, incontaminato. Un bambino suscita sempre meraviglia, ci sorprende.

Questo Figlio ci rivela anche la scelta di Dio di incarnarsi in un ambiente estremamente povero, in una situazione di assoluta precarietà e provvisorietà, in un contesto socialmente trascurabile, quasi ad esprimere nella assoluta semplicità della nascita la nuova creazione che in lui si realizza.

I Pastori di Betlemme accorrono per primi alla grotta. Il Salvatore si identifica con loro e li vuole alla sua culla di paglia. Hanno riconosciuto senza indugio il Segno: il Bambino, l’Atteso, il Messia, il Salvatore. Sono uomini abituati a prendersi cura del gregge, a stare con le pecore, a difenderle dai lupi e a dare la vita per loro. Sono l’icona di quello che sarà questo Bambino: il Pastore Buono, il modello della nostra spiritualità salesiana nell’azione pastorale.

Per tornare da Betlemme, da Mornese, piene della grazia e della gioia del mistero dell’Incarnazione che desideriamo tradurre in fraternità serena, oblativa, solidale e in missione condivisa e feconda, bisogna chiedere a Gesù quello che ci indica Madre Mazzarello, che insegnano i Pastori e ci suggerisce Papa Francesco.

Quando è venuto a visitarci al CG XXIV ci ha detto che Risvegliare la freschezza originaria della fecondità vocazionale dell’Istituto è una prospettiva-chiave per rispondere alle esigenze del mondo di oggi, che ha bisogno di scoprire nella vita consacrata l’annuncio di ciò che il Padre, attraverso il Figlio nello Spirito, compie con il suo amore, la sua bontà, la sua bellezza. È una sfida che ci invita a rinnovare il nostro “sì” a Dio in questo tempo, come donne e come comunità che si lasciano interpellare dal Signore e dalla realtà per diventare profezia del Vangelo e testimonianza di Cristo, del suo stile di vita.

Tra poco le nostre case risuoneranno di canti, auguri e preghiere.

Non temete – dice l’angelo- perché Oggi è nato per voi un Bambino, il Salvatore. Oggi ripete con insistenza la Liturgia del Natale. Oggi è il nostro oggi perché Dio è con noi.

Con questi sentimenti vi auguro un sereno santo Natale, nella gioia della contemplazione di questo mistero così grande e nel rendimento di grazie al Padre per la sua misericordia infinita verso un mondo che anela alla speranza e alla pace.

PGS Sicilia, a Ragusa la PGSFest che ha inaugurato la stagione sportiva

Sabato 4 dicembre è stato una giornata importante per le Polisportive Giovanili Salesiane (P.G.S.) di Ragusa, si è tornati in campo con la PGSFest. La PGSFest, evento che segna l’inaugurazione della stagione sportiva, ha visto in campo i più piccoli.

L’edizione 2021 è stata celebrata presso l’Oratorio Centro Giovanile di Ragusa, che grazie alla disponibilità dei padri salesiani, è tornato ad essere teatro di un pomeriggio all’insegna dello sport: sano e salesiano.

Al fine di evitare assembramenti e affollamenti, si è scelto di far scendere in campo solo la categoria MINI del calcio a 5, e garantire tornei individuali di tennis tavolo e calcio balilla, così da rendere più facile e sereno il rispetto delle norme anticovid.

Alla manifestazione hanno preso parte circa 60 atleti delle società: OR.SA RG, OR.SA Modica e Real Modica, inoltre per i giovani oratoriani e i ragazzi della catechesi sono stati organizzati tornei di tennis tavolo e calcio balilla.

A conclusione dei tornei Alessandro Giannì, presidente provinciale, ha rivolto un breve saluto ai presenti, e poi don Enrico Frusteri, nuovo incaricato dell’Oratorio Salesiano di Ragusa, ha rivolto il pensiero di buonanotte salesiana, sottolineando la bellezza del tornare a giocare e dello stare insieme in allegria.

Le mattonelle dell’oratorio sono tornate a scricchiolare felicemente sotto il peso felice di palloni, ragazzi e genitori, che sono stati una presenza bella e significativa.

“Il nostro comitato – afferma Alessandro Giannì – riparte! per questo devo ringraziare coloro che portano avanti la missione delle PGS qui in provincia, le associazioni che hanno creduto nella PGSFest, come momento di gioco e di relazione. Un grazie alla BAPR che ha supportato questa importante iniziativa. Un grazie ai Salesiani di Ragusa per il supporto logistico e l’accoglienza. Il covid ci ha fermato per un po’, ora è tempo di ripartire, ritrovare passione e voglia di fare: perché lo sport è vita, e una pandemia non può farci arrendere”.

Il comitato territoriale ha in programma tanti iniziative nel breve e nel lungo periodo. I prossimi appuntamenti importanti saranno il corso di BLSD, i tornei di Calcio a 5 per tutte le categorie (attività di base – giovanile – libera), il torneo di Padel (settore giovanile e libera). Da gennaio 2021 avranno inizio attività dedicate al tennis tavolo e al basket.

Una “palestra di accoglienza” nel cuore di Palermo: la nuova sfida di Don Domenico

Dal sito di informazione dell’ispettoria Sicula.

***

Santa Chiara è una delle 22 missioni dei Salesiani in Sicilia e si trova nel quartiere Albergheria di Palermo.
Apre i battenti ben 102 anni fa e fin da subito ha avuto una vocazione particolare all’accoglienza dei poveri, dei senzacasa, sfrattati.

Nel 1986 arriva Don Baldassare Meli e con lui nuove sfide e lotte come quella contro la pedofilia in quartiere. Fu lui ad esempio a denunciare un giro che coinvolgeva ben 52 bambini, da cui scaturirono numerose condanne e arresti.
Ma con lui a Ballarò arrivano anche i primi flussi migratori e da quel momento Santa Chiara ha aperto le porte, diventando la “casa di tutti”, simbolo di accoglienza a 360 gradi.

L’attuale direttore del centro è Don Domenico Luvarà, che dopo un anno di affiancamento a Don Enzo Volpe (suo predecessore), ha preso il testimone nel mese di agosto 2021.
«Avevo fatto a Santa Chiara due anni di tirocinio, dal 2003 al 2005, una parte della formazione dei dieci anni previsti dal nostro ordine – racconta Don Domenico – quando sono arrivato l’anno scorso ho trovato una situazione molto diversa rispetto ai primi anni Duemila, periodo in cui arrivai a Ballarò».

«Quando facevo il tirocinio a Santa Chiara – continua – dormivano qui più di ottanta immigrati, ricordo che c’era sempre un’emergenza, spesso litigavano tra loro, la situazione era più tesa, più affaticata, la casa sempre in disordine.

Al mio arrivo l’anno scorso invece ho trovato più quiete e serenità, sarà anche per la pandemia mondiale che viviamo, ma già da tempo Santa Chiara non deve sostituirsi più alle istituzioni per accogliere chi arriva dal mare. Ai tempi di Don Meli, invece, i migranti dormivano a piazza Santa Chiara e lui non poteva sopportarlo».

Don Domenico ha sempre definito Santa Chiara una frontiera dove si lavora in prima linea.

«In quegli anni in cui Santa Chiara funzionava come centro d’accoglienza – continua – c’era tanta confusione, ma Don Meli aveva intercettato un bisogno e un vulnus istituzionale che solo anni dopo si sarebbe regolamentato. Adesso non c’è più quella emergenza, ma Santa Chiara rimane sempre aperta a tutte le comunità che coabitano a Ballarò».

Proprio in questi giorni la comunità nigeriana aspetta un ambasciatore e si riunisce ogni giorno dentro gli spazi di Santa Chiara, «ma la settimana scorsa ci sono stati i ghanesi – aggiunge Don Domenico – e i tamil qui sono di casa. Ogni giorno è una bella palestra di accoglienza per noi, ci aiuta e ci forma.

La vita a Santa Chiara è scandita dalla vita della comunità che ci circonda».

Il nuovo parroco si è formato e ha sempre lavorato nella pastorale giovanile e proprio su quella vuole puntare perché per lui la sfida più grande in questo momento è quella educativa. Gli iscritti in oratorio e alle attività pomeridiane sono 180 tra bambini e adolescenti del quartiere.

«Spesso i genitori – aggiunge Don Domenico – si infastidiscono se li chiamiamo per qualcosa, e invece mi piacerebbe coinvolgerli di più nel percorso dei loro figli.

I pilastri che ci ha lasciato Don Bosco sono quelli educativi ed è quello su cui voglio lavorare, e per farlo al meglio voglio le famiglie al mio fianco, spero di averli sempre di più, abbiamo già attivato tanti percorsi per le mamme, a poco a poco spero di arrivare ad una vera e propria collaborazione con le famiglie e anche con le scuole».

«Noi siamo una congregazione educativa – aggiunge il parroco -. Don Bosco diceva “L’educazione è cosa di cuore, se metti amore i passi in avanti li vedrai”, e io spero di riuscire a far nascere queste nuove sinergie».

Quando gli chiediamo come vede Santa Chiara tra dieci anni, Don Domenico ci dice: «Noi Salesiani viviamo una crisi vocazionale, il personale è la prima risorsa per portare avanti le missioni che in Sicilia sono ben dodici.

Tra dieci anni magari alcune missioni non ci saranno più, ma sono certo che Santa Chiara continuerà ancora per tantissimo tempo la sua azione carismatica sul territorio, puntando sempre sull’accoglienza e l’educazione, due pilastri fondamentali che l’hanno resa un punto di riferimento per tutta la città».

Vai al sito