Assemblea nazionale Cnos Scuola 2024

Dal sito dell’Ispettoria Lombardo Emiliana.

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Venerdì 10 e sabato 11 maggio si è svolta a Valdocco l’Assemblea Nazionale CNOS Scuola dal titolo “L’impresa della scuola. Crescita della leadership nella comunità educativo pastorale”.

Dopo i saluti di don Stefano Mascazzini e di don Elio Cesari, siamo stati provocati da un intervento di Bernhard Scholz, per anni presidente della compagnia delle Opere e ora vicedirettore del Meeting di Rimini, che ha incentrato la sua riflessione sul significato di guida e sulle sue caratteristiche: “chi guida deve essere autentico, avere il coraggio di essere se stesso, deve avere passione per quello che rappresenta, deve possedere le virtù della prudenza, della temperanza, della fortezza e della giustizia, deve avere una propensione per qualcosa e il phisique du role”. Ha anche aggiunto che una guida deve possedere alcune capacità, che possono essere apprese: “la capacità di ascoltare e osservare, di attribuire responsabilità, cioè delegare, quella di favorire il coinvolgimento e la collaborazione ed infine la capacità di decidere”.

Nel pomeriggio si sono svolti gli workshop, in particolare ho partecipato a quella sulla gestione dei conflitti curato da Anna Desanso e a quello sulla comunicazione efficace. Nel primo in particolare, dopo aver applicato modalità di lavoro laboratoriali, abbiamo riflettuto sul fatto che: “il conflitto è inevitabile, perché è una delle possibili modalità relazionali. E’ importante gestirlo perché si trasformi in opportunità e permetta di vedere la diversità come un valore. Senza un ascolto adeguato dei bisogni dell’altro, la parola diventa urlo e l’atteggiamento diventa aggressivo”.

La giornata si è conclusa con la recita dei vespri e la buonanotte da parte dell’Ispettore don Roberto Dal Molin, che ha sottolineato la preziosità del trovarsi insieme a pregare nella chiesa di San Francesco di Sales, proprio il 10 maggio, esattamente 140 anni dopo la lettera da Roma, nella quale don Bosco sottolineava l’importanza che: “i giovani non solo siano amati, ma che essi stessi conoscano di essere amati”.

Credo che questa assemblea sia stata un’occasione preziosa di formazione didattica e personale, oltre che un prezioso momento di condivisione fraterna, come avvenuto nel lavoro di gruppo sulla sinergia tra Salesiani e laici, come ricordato nel CGXXIV: “Fin dall’inizio della sua vita apostolica don Bosco ha coinvolto nella missione molti laici nella prospettiva di una condivisione talmente stretta da pensare ad una Congregazione di religiosi con voti e vita comune (Salesiani) e di laici (Salesiani esterni) legati dall’unica missione a servizio dei giovani secondo le loro possibilità. Oggi il coinvolgimento dei laici nella missione educativo-pastorale di don Bosco è un dato di fatto, anche se il più delle volte si tratta di una presenza prevalentemente professionale od occasionale che dovrebbe maturare in una scelta cosciente. È urgente allargare e qualificare il coinvolgimento dei laici disponibili a entrare a fare parte di quel vasto movimento di persone che lavorano per la salvezza dei giovani, dentro e fuori le strutture salesiane, nella Chiesa e nelle istituzioni civili”.

Paola Pirani – vicepreside scuola secondaria di secondo grado Milano Sant’Ambrogio

Aci Stampa – A Napoli i salesiani celebrano i 90 anni di presenza alla Doganella anche con la pizzeria

Dall’agenzia ACI Stampa.

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Il primo aiuto è per i documenti “carta identità e residenza. Così poi possono affittare un appartamento, lavorare e avere il medico. La scuola d’italiano è un altro fondamentale strumento di integrazione. E poi noi siamo un po’ i loro secondi genitori, cerchiamo di dargli quell’educazione che si basa su incoraggiamenti, ma anche su rimproveri. Il segreto è scorgere le loro inclinazioni e assecondarle, inserendoli magari nella formazione professionale”.

 Perché arrivano in Italia?

“I motivi sono tra i più vari. Ci sono i ragazzi che scappano da una situazione di guerra (non solo Ucraina/Russia o Palestina/Israele) ma tante guerre civili o zone in mano a gruppi terroristici in cui lo Stato è assente, per esempio il Mali, Ciad, Burkina Faso, Nigeria, Sudan, Etiopia, la Repubblica Democratica del Congo, Pakistan, Siria, Iraq, Afghanistan, Somalia. Poi abbiamo il problema delle discriminazioni di minoranze. Faccio due esempi: molti pakistani sono etnia afgana ed il Pakistan non li riconosce; pertanto si hanno problemi nell’avere il passaporto:  appartieni ad una nazione che non ti riconosce.  Poi i  ragazzi Coopti: nei loro documenti vi è l’indicazione della religione, se non sei mussulmano, sei sempre l’ultimo e non hai possibilità di crescere. Ho notato che alcuni coopti, se provengono da una zona con una comunità forte numericamente sono scolarizzati; ma quando vengono da zone in cui sono i coopti sono vere e proprie minoranze non sanno leggere e scrivere, eppure dicono di essere andati a scuola!

Poi c’è il motivo economico: Tunisia, Bangladesh Egitto… Paesi colpiti da un’inflazione galoppante  e situazioni economiche al collasso. L’Egitto, anche se nessuno ne parla,  vive uno dei momenti più bui: la guerra tra Hamas ed Israele; l’instabilità del Mar Rosso e del Canale di Suez,  la crisi monetaria… e chi ne paga sono le piccole famiglie, in quanto i prezzi salgono continuamente e la popolazione è agli estremi della povertà. E’ interessante (e fa riflettere) che vi sono molti ragazzi che provengono dalla zona del Delta del Nilo, la zona per eccellenza più ricca dell’Egitto! La Tunisia, un Paese definito sicuro dal nostro governo, ma in realtà la povertà è visibile agli occhi di  chi ci abita e rischia di essere una bomba sociale… E tante famiglie lasciano i figli partire, pur coscienti dei tanti rischi”.

Quale è la loro meta?

“Principalmente l’Europa: un buon numero vogliono continuare il loro percorso migratorio verso la  Francia e la Germania; qualcuno anche il Regno Unito (nonostante la politica anti immigratoria del Governo ma ‘vogliono andare’). Una buona maggioranza si ferma in Italia. E’ interessante capire che la loro meta non è una città ben definita. Pertanto vi sono ragazzi che vagano per l’Italia alla ricerca di una comunità che gli possa dare sicurezza: interesse per i documenti per la regolarizzazione in Italia (non solo il permesso di soggiorno ma anche il codice fiscale, il passaporto, la residenza, la carta identità, iscrizione al Servizio Sanitario, in quanto non tutte le comunità assicurano tale documentazione ), la scuola di italiano (primo passaggio verso l’integrazione), ma anche calore e familiarità. I ragazzi interrompono il loro percorso migratorio quando trovano sicurezza! Non pochi ragazzi non conoscevano Napoli, neppur in geografia, il loro obiettivo era Parigi, Berlino, Roma… hanno trovato sicurezza e si sono fermati!”

Per quale motivo è stata creata la pizzeria ‘Anem e Pizz’?

“Napoli è la patria della pizza e la figura del pizzaiolo è sempre un attrazione per i  giovani della città. La pizzeria nasce da una ricerca di mercato ma anche nel far mettere ‘le mani in pasta’, avvicinandoli così all’arte antica e sempre moderna della pizzeria napoletana”.

Quale è l’obiettivo del Centro ‘Le Ali’?

“Il Centro ‘Le Ali’ ha come obiettivo il dare un’opportunità di riscatto ai giovani di età compresa dai 14 ai 18 anni, italiani e stranieri, di qualunque etnia e credo religioso, ponendo una particolare attenzione ai minori affidati dai servizi sociali, dal tribunale o da altre strutture  per poter ‘ricostruire il suo futuro’… adolescenti e  giovani, per qualsiasi motivo, nell’abbandono scolastico.  Una equipe di professionisti nell’educazione ed esperti del settore, cura i ragazzi facendoli ‘riscommettere’ sulla proprie qualità e sulla propria vita. Negli ultimi anni ci stiamo specializzando sul settore del food. Con l’arrivo del turismo di massa, a Napoli hanno aperto molti bar, ristoranti, trattorie  e pizzerie  ed è cresciuta notevolmente la  ricerca del personale qualificato in tale settore”.

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Novena mondiale a Maria Ausiliatrice, i video disponibili da domani

Dall’agenzia ANS.

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Da domani, 15 maggio, inizierà la Novena a Maria Ausiliatrice, che accompagnerà tantissimi consacrati e laici della Famiglia Salesiana nel percorso spirituale verso la Festa di Maria Ausiliatrice, ricorrenza tanto cara a Don Bosco. Dal 14 maggio saranno disponibili nei diversi canali linguistici di ANSChannel e sul canale TELEGRAM SDB.ORG i video della Novena Mondiale, che verranno caricati giorno per giorno fino alla vigilia della festa. Inoltre, sono già disponibili i libretti elaborati nelle cinque lingue: italianoinglesespagnolofrancese portoghese.

I video della novena saranno disponibili, ogni giorno, sulla nostra pagina Facebook.

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La Federazione CNOS-FAP diventa “Fondazione CNOS-FAP ETS – Impresa Sociale”

Pubblichiamo il comunicato stampa del CNOS-FAP nazionale sulla trasformazione dell’ente in Fondazione.

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Assistiti dallo Studio Montanelli, alla presenza del Notaio Tuccari, la Federazione CNOS-FAP, fino ad oggi Associazione non riconosciuta, si trasforma in Fondazione denominata “CNOS-FAP – Centro Nazionale Opere Salesiane Formazione Aggiornamento Professionale – Ente di Terzo Settore, Impresa Sociale”; in forma breve: “Fondazione CNOS-FAP ETS – Impresa Sociale”), con sede in Roma, via Appia Antica 78.

Con la Fondazione i Salesiani affermano la volontà di sostenere il “servizio della Formazione Professionale, l’educazione, l’istruzione e, più in generale, le attività culturali di interesse sociale con finalità educativa, perseguito anche promuovendo rapporti di collaborazione su base continuativa con soggetti imprenditoriali e non, in particolare non profit” (art. 3 dello Statuto).

A guidare la Fondazione saranno salesiani indicati dall’Ente promotore CNOS (Centro Nazionale Opere Salesiane) e operanti su tutto il territorio nazionale.

La Fondazione, oggi, opera, con i suoi 63 Centri di Formazione Professionale, in 16 Regioni italiane, formando più di 25 mila allievi, di quali 16 mila sono giovani che assolvono il diritto-dovere. Con gli oltre 1.500 corsi e le oltre 850 mila ore di formazione compre i settori dell’agricoltura, del manifatturiero e del terziario avanzato. Per facilitare l’inserimento lavorativo ha attivato in tempi recenti 40 sportelli c.d. SAL (Servizi al Lavoro).

La Fondazione, che ha ereditato i punti di forza della Federazione, registra che il 92% gli allievi, ad un anno dal conseguimento dalla qualifica o il diploma professionale, è in “successo formativo”.

Fedeli allo spirito del fondatore, i Salesiani oggi ripetono quanto avevano scritto – con una espressione programmatica – i Salesiani dopo la morte di don Bosco: operare in ogni periodo storico “coi tempi e con don Bosco”.

 

Avvenire – Caramelle e tisane: in Puglia una micro-filiera per valorizzare i ragazzi

Da Avvenire.

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Caramelle, tisane e infusi che sapranno di buono, perché frutto di un progetto di rigenerazione sociale prima ancora che agricola. La micro-filiera sarà avviata presto in Puglia, grazie al progetto “Radici fuori luogo” nato per valorizzare terre abbandonate ed offrire ai ragazzi opportunità di lavoro per decidere di rimanere a Sud. Il progetto, finanziato con 399mila euro, è vincitore del bando di “Terre colte 2022” promosso da Fondazione Con Il Sud ed unisce realtà del terzo settore e aziende profit.

Entopan, promotore dell’Harmonic Innovation Group, Amarelli, azienda famosa per la produzione ed esportazione di liquirizia nel mondo, e l’opificio erboristico pugliese Sandemetrio metteranno a disposizione gratuitamente le loro competenze, accanto all’associazione di promozione sociale d’ispirazione salesiana “Piccoli Passi Grandi Sogni”, capofila del progetto. In prima linea i Salesiani di Don Bosco di Corigliano d’Otranto, presenti sul territorio dal 1901 e che dal 1996 hanno messo in piedi la casa famiglia “Domenico Savio” per aiutare bambini e ragazzi in difficoltà dai 6 ai 18 anni. Saranno loro, insieme agli studenti dell’istituto agrario Lanoce di Maglie, a fruire di 240 ore di formazione. In tre anni si formeranno dieci ragazzi e si darà un lavoro almeno a quattro di questi attraverso tirocini formativi. Del progetto fanno parte anche l’impresa sociale Inrete, l’associazione di promozione sociale 34° Fuso e l’Istituto agrario “Lanoce” di Maglie. La realizzazione della micro-filiera è partita in queste settimane dalla bonifica dei sette ettari di terreno di proprietà dell’Opera Salesiana. Nel corso dell’anno è prevista la riqualificazione di una stalla del ‘900 che diventerà opificio per la produzione di caramelle e infusi. «Siamo partiti con una presentazione del progetto alla comunità. Ora siamo nella fase di espianto degli ulivi, colpiti da Xylella. Poi inizieremo la coltivazione delle piante officinali», spiega Angelo Congedo, coordinatore del progetto. A metà percorso è previsto l’avvio dell’impresa sociale, che avrà il compito di continuare a gestire la produzione, la trasformazione e la vendita dei prodotti. « Il Salento non è solo mare. La casa salesiana di Corigliano dai primi del ‘900 fino agli anni ’80 – racconta don Antonio Carbone, presidente dell’associazione Piccoli Passi Grandi Sogni – è stata una scuola agricola che ha formato generazioni di periti agrari e fornito gli strumenti per far nascere aziende agricole e imprese agroalimentari. Vogliamo riprendere questa tradizione e dare stabilità economica ai ragazzi che già sono in casa famiglia. Loro sono entusiasti. Da qualche anno hanno iniziato una piantagione di aloe, per produrre prodotti cosmetici. Con questo progetto stiamo incrementando e diversificando, nell’ottica di dare di più a chi dalla vita ha avuto di meno».

Gennaro Di Cello è vice presidente di Entopan. «In questo progetto l’aspetto interessante è proprio la compresenza di enti del terzo settore e aziende profit, che guardano al territorio per restituire qualcosa. L’idea è anche quella di attivare laboratori creativi in itinere, per fornire altre occasioni con altrettante cooperative sociali. C’è bisogno non solo di formare giovani ma di individuare imprenditori sociali di domani, trasferendo loro una nuova cassetta degli attrezzi. Servono passione, percorsi concreti, una comunità di pratica, in cui sperimentare quotidianamente nuove forme di produzione di valore». «Come ci hanno dimostrato le esperienze già realizzate e sostenute – conclude Stefano Consiglio, presidente di Fondazione Con il Sud – il recupero e la valorizzazione di terreni abbandonati o incolti, tantissimi nelle nostre regioni del Sud (l’Ismea ci dice che sono quasi 650, un dato che non rappresenta la totalità dei fondi agricoli abbandonati presenti nel Meridione, ma che contribuisce a dare la misura del fenomeno), possono davvero generare nuove opportunità per le comunità. Grazie ai progetti sostenuti con il primo bando di “Terre colte”, sono stati creati 50 nuovi posti di lavoro, con l’assunzione di giovani, persone con disabilità o con un passato difficile».

Novena mondiale a Maria Ausiliatrice: il “Segreto di Maria” alla santità della Famiglia Salesiana

Si rinnova anche quest’anno la tradizione della Novena mondiale a Maria Ausiliatrice (15-23 maggio), promossa dalla Sede Centrale Salesiana e di rilievo per tutti i membri della Famiglia Salesiana che intendono prepararsi adeguatamente a questa ricorrenza. I video di accompagnamento della Novena 2024 saranno resi disponibili in rete nei prossimi giorni, mentre già da oggi, sabato 4 maggio, in anteprima è disponibile il libretto in italiano al seguente link: SCARICA LIBRETTO.
La proposta spirituale per la novena di quest’anno, affidata dal Rettor Maggiore, è ispirata al tema della Strenna 2024, «IL SOGNO CHE FA SOGNARE. Un cuore che trasforma i “lupi” in “agnelli”». Ispirata agli scritti di Luigi Maria Grignion de Montfort e con il commento del Rettor Maggiore, scopriremo il “Segreto di Maria” alla santità per tutta la  Famiglia Salesiana.
Ogni video, della durata circa di 8-9 minuti, vedrà alternarsi diversi momenti: una riflessione del Rettor Maggiore sulla tematica del giorno; Storie di sogni da parte di giovani di diverse provenienze, età e vissuti che ci testimonieranno l’attualità del Sogno di Don Bosco oggi; la preghiera finale di invocazione a Maria con la preghiera di Don Bosco alla S.Vergine per invocare la sua grazia.
Maria come donna Modello, Madre, Guida, Testimone, Maestra…. Sono tanti gli aspetti della Vergine Ausiliatrice che verranno approfonditi durante il cammino dei nove giorni: a guidare i devoti di tutto il mondo saranno proprio gli scritti di Luigi Maria Grignion de Montfort, con lo scopo di rivelarci il segreto per realizzare il nostro desiderio di : prendere Maria con noi come guida sicura e modello di vita. San Luigi Maria Grignion di Montfort ci offre perle preziose e bellezze spirituali da gustare giorno per giorno.
I video saranno accessibili in italiano, inglese, spagnolo, francese e portoghese nei diversi canali linguistici di ANSChannel e su TELEGRAM SDB.ORG. Ogni video sarà reso visibile con un giorno d’anticipo – quindi i primi video saranno pubblici il 14 maggio.
I libretti, elaborati in italiano, inglese, spagnolo, francese e portoghese saranno scaricabili liberamente sul sito istituzionale della Congregazione: www.sdb.org e pubblicati con le medesime modalità utilizzate per i video.
RMG – “Il Segreto di Maria”: la Novena mondiale a Maria Ausiliatrice, edizione 2024

Chiusa l’inchiesta diocesana su Nino Baglieri, si aprirà ora la fase romana

Pubblichiamo il comunicato dei Salesiani di Sicilia.

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Con una solenne celebrazione all’interno della splendida Chiesa Madre di San Pietro si è conclusa l’inchiesta diocesana su Nino Baglieri.

Diversi i fedeli provenienti dalla diocesi di Noto e dalle varie opere salesiane di Sicilia. Una celebrazione emozionante e solenne presieduta da mons. Salvatore Rumeo con diversi sacerdoti diocesani e salesiani

A concelebrare con lui mons. Angelo Giurdanella, vescovo di Mazara e don Pascual Chavez, IX successore di don Bosco. All’inizio della celebrazione il vescovo di Noto ha portato i saluti di mons. Corrado Lorefice, arcivescovo di Palermo e di Mons. Rosario Gisana, vescovo di Piazza Armerina, impossibilitati a prendere parte al solenne atto per motivi istituzionali.

Presenti tutti i famigliari di Nino Baglieri, con loro i Volontari con Don Bosco, i Salesiani  di Sicilia, le Figlie di Maria Ausiliatrice, i Cooperatori Salesiani e le Volontarie con don Bosco.

All’inizio dell’omelia Mons. Salvatore Rumeo ha sottolineato “oggi 5 maggio 2024 la Chiesa di Noto, la Famiglia Salesiana e la città di Modica sono in festa per la chiusura della Fase Diocesana della Causa di Beatificazione e Canonizzazione del Servo di Dio di Nino Baglieri che proprio come oggi – era il 5 maggio 1951 – ricevette il Santo Battesimo divenendo cristiano”.

Il Vescovo Rumeo, nel corso della omelia ha ripercorso e riletto la vita di Nino, che in questi lunghi 12 è stata scandagliata in lungo e largo. In particolare si è soffermato sui tratti salienti della spiritualità del servo di Dio.

Nino come tutti era alla ricerca di senso, si è posto domande, e il vescovo Rumeo ha ricordato “A queste domande ognuno dà delle risposte che sono conformi alla propria fede che offre la luce per vedere le cose nel modo giusto, cioè come le vede Dio. Ed è per questo che abbiamo bisogno della preghiera, di entrare in un dialogo d’amore con il Signore. La preghiera è il respiro dell’anima” ha spiegato mons. Rumeo.

“Nino – ha detto ancora mons. Rumeo – non si è appartenuto, si è annullato nel crogiuolo della croce a tal punto da essere strumento di salvezza nelle mani di Dio. Ha vissuto la sua giornata terrena immerso nella preghiera e, nel silenzio della sua anima, ha portato, sul Tabor luminoso della sua vita, tutti coloro che incontrava. La preghiera per Nino era tutto: nonostante le sue sofferenze, come luce che risplende e arde, ha saputo contagiare gli altri del senso della vera preghiera”.

Nino nonostante la sua sofferenza è stato un missionario del Vangelo, un apostolo della quotidianità. Ha sposato la sua croce ed è stato scelto “da Dio per una missione d’amore, ha risposto con fedeltà e amore. Quanti giovani, adulti e famiglie incontrando Nino hanno riscoperto la fede e dato valore cristiano alle loro sofferenze. Il senso del vero apostolato si misura a partire dal dolore e dalla partecipazione alle sofferenze di Cristo” ha affermato mons. Rumeo.

Nino è stato  testimone dell’amore misericordioso, uno dei germogli di questi 180 anni di cammino che la Diocesi di Noto ha vissuto e si appresta a celebrare

Nel chiudere la sua omelia mons. Rumeo si è rivolto direttamente a Nino “Ti siamo grati per il tuo evangelico insegnamento, perché nella tua vita scorgiamo il passaggio della grazia di Dio che continua a parlarci di santità”.

Il momento cruciale è stata la firma solenne dei verbali finali a sancire la fine del lavoro svolto dal tribunale in questi 12 anni.

Durante l’ultima seduta del tribunale, la 86esima, presieduta da don Ignazio La China si è prestato giuramento davanti ai fedeli, sigillato e firmato 8 plichi di documentazione che saranno inviati nei prossimi giorni in Vaticano. I faldoni, infatti, sono stati affidati don Pier Luigi Cameroni che curerà adesso la fase romana.

All’inizio don Ignazio La China ha ripercorso le tappe salienti di questi 12 di inteso lavoro. Alla chiusura e alla firma dei verbali erano presenti anche i notai Pietro Di Rosa e Daniela Vindigni.

Oltre 6000 pagine di atti, contente scritti, lettere, messaggi e testimonianze di Nino e sulla sua vita.

Alla celebrazione hanno preso parte le autorità civili e militari di Modica. Il sindaco della Città, Maria Monisteri, diversi membri della sua giunta e consiglieri comunali.

Presente anche la deputazione regionale, gli onorevoli Ignazio Abbate e Nello Dipasquale.

Avvenire – La formazione professionale in udienza dal Papa: «Troppi giovani sfruttati»

Pubblichiamo un articolo da Avvenire, a firma di Paolo Ferrario.

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«Una valida formazione professionale è un antidoto alla dispersione scolastica e una risposta alla domanda di lavoro in diversi settori dell’economia. Il lavoro è fondamentale della nostra vita e della nostra vocazione. Eppure, oggi assistiamo a un degrado del senso del lavoro, che viene sempre più interpretato in relazione al guadagno piuttosto che come espressione della propria dignità e apporto al bene comune.

Un «incontro storico» – promosso in occasione del 25° di fondazione di Forma e del 50° di Confap – perché, per la prima volta, il Papa incontrerà esclusivamente i rappresentanti di questa importante espressione del sistema italiano di istruzione, composto da circa 160mila allievi tra i 14 e i 18 anni. Ragazzi che vogliono lasciare la propria «impronta nel mondo» attraverso il lavoro. « Noi non formiamo manodopera ma persone in opera», sottolinea don Massimiliano Sabbadini, presidente di Confap. «È motivo di grande gioia poterci presentare al Papa nella nostra specificità – aggiunge – che è aiutare i ragazzi a sviluppare tutte le loro caratteristiche e potenzialità. E siamo orgogliosi di accogliere nei nostri centri di formazione anche giovani che sono stati espulsi dalla scuola, dando loro una nuova dignità». Ragazzi con alle spalle «storie complicate che da noi ritrovano la propria strada», interviene Paola Vacchina, presidente di Forma e amministratore delegato di Enaip (Ente nazionale impresa sociale), fondato negli anni Cinquanta su iniziativa delle Acli. «Abbiamo il desiderio di sentirci abbracciati e incoraggiati da papa Francesco – aggiunge Vacchina – e sappiamo quanto il Santo Padre sia attento alla formazione dei giovani e alla costruzione di una società migliore in cui ciascuno, attraverso il proprio lavoro, possa contribuire al bene comune».

«Una valida formazione professionale è un antidoto alla dispersione scolastica e una risposta alla domanda di lavoro in diversi settori dell’economia. Il lavoro è fondamentale della nostra vita e della nostra vocazione. Eppure, oggi assistiamo a un degrado del senso del lavoro, che viene sempre più interpretato in relazione al guadagno piuttosto che come espressione della propria dignità e apporto al bene comune.

Pertanto, è importante che i percorsi di formazione siano al servizio della crescita globale della persona». Sono le parole con cui questa mattina, in Aula Nervi, Francesco s’è rivolto agli allievi e insegnanti nel corso di un’udienza «straordinaria ed esclusiva», promossa in occasione del 50° di fondazione di Confap e del 25° di Forma. «Questo incontro riveste un significato particolare poiché sottolinea il continuo impegno di Forma e Confap nel promuovere una formazione che non solo trasmetta competenze tecniche, ma anche valori di solidarietà, giustizia sociale e rispetto per la dignità umana. Inoltre, conferma l’importanza cruciale della formazione professionale nel contesto contemporaneo e l’impegno costante nel promuovere un’economia al servizio dell’umanità». Così, Forma e Confap sottolineano l’importanza dell’appuntamento di questa mattina in Aula Nervi, in Vaticano, dove è in programma un’udienza straordinaria ed esclusiva concessa da papa Francesco al mondo della formazione professionale.

Un «incontro storico» – promosso in occasione del 25° di fondazione di Forma e del 50° di Confap – perché, per la prima volta, il Papa incontrerà esclusivamente i rappresentanti di questa importante espressione del sistema italiano di istruzione, composto da circa 160mila allievi tra i 14 e i 18 anni. Ragazzi che vogliono lasciare la propria «impronta nel mondo» attraverso il lavoro. « Noi non formiamo manodopera ma persone in opera», sottolinea don Massimiliano Sabbadini, presidente di Confap. «È motivo di grande gioia poterci presentare al Papa nella nostra specificità – aggiunge – che è aiutare i ragazzi a sviluppare tutte le loro caratteristiche e potenzialità. E siamo orgogliosi di accogliere nei nostri centri di formazione anche giovani che sono stati espulsi dalla scuola, dando loro una nuova dignità». Ragazzi con alle spalle «storie complicate che da noi ritrovano la propria strada», interviene Paola Vacchina, presidente di Forma e amministratore delegato di Enaip (Ente nazionale impresa sociale), fondato negli anni Cinquanta su iniziativa delle Acli. «Abbiamo il desiderio di sentirci abbracciati e incoraggiati da papa Francesco – aggiunge Vacchina – e sappiamo quanto il Santo Padre sia attento alla formazione dei giovani e alla costruzione di una società migliore in cui ciascuno, attraverso il proprio lavoro, possa contribuire al bene comune».

Già 180 anni fa, nel 1842, don Giovanni Bosco seguiva i giovani apprendisti nelle botteghe di Torino e da quel seme è nata l’esperienza salesiana nel campo della formazione professionale. Porta la firma di don Bosco, infatti, il primo contratto di apprendistato della storia, siglato l’8 febbraio del 1852 tra lo stesso don Bosco, il datore di lavoro, il giovane apprendista e suo padre. Dal 1977, inoltre, la Federazione Cnos Fap è la struttura associativa che attualizza in Italia l’esperienza formativa di don Bosco e dei Salesiani. Una rete oggi composta da 63 centri, 16 sedi regionali, 1.593 operatori su tutto il territorio nazionale, 1.541 corsi, 23.332 allievi e 865.527 ore di formazione erogate. Inoltre, il tasso di occupazione dei diplomati Its (Istituti tecnici superiori) è del 94,2% per il sistema meccanica, dell’89,9% per la Mobilità sostenibile e dell’88,5% per l’Efficienza energetica. « Al Papa – dice don Giuliano Giacomazzi, direttore del Cnos-Fap nazionale – offriamo il nostro impegno per i ragazzi in maggiore difficoltà, il lavoro fatto con loro per collaborare alla costruzione del loro futuro, la collaborazione con le aziende per rispondere con la formazione professionale a un bisogno sempre più urgente nella nostra nazione, cercando di fare un match fra bisogni del mondo del lavoro, le esigenze dei ragazzi, le opportunità della formazione».

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Avvenire – La formazione professionale dal Papa: «Il lavoro dei giovani cambia il mondo»

Dal quotidiano Avvenire, di Paolo Ferrario.

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«Questo incontro riveste un significato particolare poiché sottolinea il continuo impegno di Forma e Confap nel promuovere una formazione che non solo trasmetta competenze tecniche, ma anche valori di solidarietà, giustizia sociale e rispetto per la dignità umana. Inoltre, conferma l’importanza cruciale della formazione professionale nel contesto contemporaneo e l’impegno costante nel promuovere un’economia al servizio dell’umanità». Così, Forma e Confap sottolineano l’importanza dell’appuntamento di questa mattina in Aula Nervi, in  Vaticano, dove è in programma un’udienza straordinaria ed esclusiva concessa da papa Francesco al mondo della formazione professionale. Un «incontro storico» – promosso in occasione del 25° di fondazione di Forma e del 50° di Confap – perché, per la prima volta, il Papa incontrerà esclusivamente i rappresentanti di questa importante espressione del sistema italiano di istruzione, composto da circa 160mila allievi tra i 14 e i 18 anni. Ragazzi che vogliono lasciare la propria «impronta nel mondo» attraverso il lavoro. «Noi non formiamo manodopera ma persone in opera», sottolinea don Massimiliano Sabbadini, presidente di Confap. «È motivo di grande gioia poterci presentare al Papa nella nostra specificità – aggiunge – che è aiutare i ragazzi a sviluppare tutte le loro caratteristiche e potenzialità. E siamo orgogliosi di accogliere nei nostri centri di formazione anche giovani che sono stati espulsi dalla scuola, dando loro una nuova dignità». Ragazzi con alle spalle «storie complicate che da noi ritrovano la propria strada», interviene Paola Vacchina, presidente di Forma e amministratore delegato di Enaip (Ente nazionale impresa sociale), fondato negli anni Cinquanta su iniziativa delle Acli. «Abbiamo il desiderio di sentirci abbracciati e incoraggiati da papa Francesco – aggiunge Vacchina – e sappiamo quanto il Santo Padre sia attento alla formazione dei giovani e alla costruzione di una società migliore in cui ciascuno, attraverso il proprio lavoro, possa contribuire al bene comune». Un assaggio delle competenze apprese nei centri di formazione professionale e della passione dei giovani allievi saranno i doni presentati al Papa durante l’udienza.

«Simboli dell’impegno dei ragazzi capaci di produrre cose buone», aggiunge la presidente di Forma. Tra le opere donate al Pontefice, una lampada in legno realizzata dagli allievi del Cfp di Tesero, in Trentino, con i rami e i tronchi schiantati dalla tempesta Vaia dell’autunno 2018, «simbolo della vita che rinasce e della luce che si accende nche dopo le difficoltà». Un allievo ucraino porterà in dono alcune colombe, messaggere di pace, realizzate unendo legno dolce e duro, «simbolo di speranza e riconciliazione, richiamo potente all’importanza di costruire ponti di comprensione e solidarietà, affinché possiamo tutti vivere in un mondo di pace e armonia». «Nella cultura dello scarto in cui oggi viviamo, come dice papa Francesco – si legge nella presentazione dell’udienza pubblicata sul sito di Forma – i doni portati dai ragazzi ci raccontano un’altra realtà: il valore sta nelle mani di chi sa produrre e nelle menti di chi sa concepire. Ognuno restituisce al mondo il proprio valore, con un’impronta che rimane indelebile attraverso artefatti, opere e strumenti che raccontano il meraviglioso universo che risiede in ognuno di noi. L’unicità dei doni è l’unicità dei ragazzi che li hanno creati, il valore più grande che i centri di formazione professionale hanno: i propri allievi».

Già 180 anni fa, nel 1842, don Giovanni Bosco seguiva i giovani apprendisti nelle botteghe di Torino e da quel seme è nata l’esperienza salesiana nel campo della formazione professionale. Porta la firma di don Bosco, infatti, il primo contratto di apprendistato della storia, siglato l’8 febbraio del 1852 tra lo stesso don Bosco, il datore di lavoro, il giovane apprendista e suo padre. Dal 1977, inoltre, la Federazione Cnos Fap è la struttura associativa che attualizza in Italia l’esperienza formativa di don Bosco e dei Salesiani. Una rete oggi composta da 63 centri, 16 sedi regionali, 1.593 operatori su tutto il territorio nazionale, 1.541 corsi, 23.332 allievi e 865.527 ore di formazione erogate. Inoltre, il tasso di occupazione dei diplomati Its (Istituti tecnici superiori) è del 94,2% per il sistema meccanica, dell’89,9% per la Mobilità sostenibile e dell’88,5% per l’Efficienza energetica. «Al Papa – dice don Giuliano Giacomazzi, direttore del CnosFap nazionale – offriamo il nostro impegno per i ragazzi in maggiore difficoltà, il lavoro fatto con loro per collaborare alla costruzione del loro futuro, la collaborazione con le aziende per rispondere con la formazione professionale a un bisogno sempre più urgente nella nostra nazione, cercando di fare un match fra bisogni del mondo del lavoro, le esigenze dei ragazzi, le opportunità della formazione».

Salesiani Italia Centrale, VII Forum MGS: “L’invasione della speranza”

Dal sito dei Salesiani dell’Italia Centrale.

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Mille giovani del Movimento Giovanile Salesiano invadono Cagliari con la loro gioia e il loro entusiasmo: dal 25 al 27 aprile si sta svolgendo in città il VII Forum MGS dell’Italia Centrale. Perché proprio a Cagliari? Da più di un secolo i Salesiani di don Bosco e le Figlie di Maria Ausiliatrice lavorano in Sardegna al servizio dei giovani attraverso un qualificato impegno educativo ispirato al «metodo preventivo». Oratori, Parrocchie, Centri di Formazione Professionale e Scuole sono gli avamposti educativi in cui consacrati, famiglie, laici professionisti, operatori pastorali e volontari si spendono con passione, convinti che l’educazione sia il migliore investimento sul futuro.

Alla luce di questa storia il Movimento Giovanile Salesiano dell’Italia Centrale (presente nelle regioni Liguria, Toscana, Marche, Abruzzo, Umbria, Lazio, Molise e Sardegna) ha fortemente desiderato che il Forum MGS, la più ampia convocazione giovanile salesiana dell’Italia Centrale, sbarcasse a Cagliari per la sua edizione del 2024. È un evento che armonizza nel suo programma spiritualità, festa, formazione personale e sociale, inserimento nella Chiesa locale, dialogo con il territorio ed attenzione alle tradizioni locali. Negli ultimi dieci anni, sei Forum hanno coinvolto più di 8000 giovani, tra i 15 e i 30 anni.

In un tempo in cui viviamo forte il dramma dei NEET, della dispersione scolastica, in una stagione di forte incertezza, desideriamo proporre ai nostri giovani la bellezza della speranza nel futuro, con un evento dal titolo “Chiamati alla Speranza!, che si terrà a Cagliari tra il 25 e il 27 aprile p.v. Hanno aderito oltre mille  giovani, ben più delle più rosee aspettative, provenienti da tutte le case salesiane dell’Italia Centrale, che ritorneranno poi nei loro ambienti per essere testimoni di strade nuove per rispondere alle sfide odierne.

  La prima giornata si è svolta nella splendida cornice verde del Parco di Monte Claro: accolti da musica e balli i giovani si sono ritrovati nell’area eventi per loro preparata, in ascolto delle testimonianze di alcuni ospiti sui momenti di buio: l’esperienza di Mariachiara Vaccarella, direttore del Centro di Formazione Professionale del Gerini a Roma, che da giovane insegnante si è trovata di fronte alla rabbia di Alessandro, adolescente abbandonato dalla mamma; la fatica e il blocco vissuto da giovane studente di Paolo Casale, oggi preside dell’Istituto Salesiano Don Bosco di Cagliari; il buio psicologico vissuto da Andrea, giovane ospite di una comunità socio-occupazionale, consegnato a suor Ester Muller, giovane suora proveniente da Modena.

In serata il prato di Monte Claro si è trasformato in una grande immensa tavolata, allestita da un centinaio di famiglie, che hanno accolto a gruppi i ragazzi, raccontandosi e raccontando, condividendo una bella serata che ha fatto sperimentare ai giovani un po’ dell’ospitalità della terra sarda.

Con il calar del sole, il grande prato ha preso la forma di una cattedrale naturale. La veglia di preghiera ha visto i mille giovani in preghiera di fronte al Signore, una toccante adorazione eucaristica, durante la quale hanno avuto la possibilità di confessarsi lungo i vialetti del Parco, messo a disposizione grazie al Patrocinio della Città Metropolitana di Cagliari.

Nella giornata di venerdì mille magliette rosse hanno invaso la città e i bus del CTM per ascoltare testimonianze di speranza presenti in città, nel servizio ai più poveri, ai carcerati, ai senzatetto, ai disabili, ai migranti, così come anche a luoghi di speranza, dall’Asilo della Marina, speranza per i piccioccus de crobi, al Terrapieno, bellissima passeggiata che prende il posto dell’antico fossato che separava Casteddu dai quartieri sottostanti, dalla terrazza del Bastione incastonata al centro del Golfo di Cagliari, che prese il posto degli antichi bastioni bellici, dalla Cripta dei Santi che custodisce le reliquie di centinaia di testimoni al Rifugio Antiaereo che ricorda il tragico buio dei Bombardamenti del 1943.

Dopo il pomeriggio di laboratori sulla speranza, i giovani hanno dato vita a una serata di spettacolo di altissimo livello, condotto dal noto presentatore Matteo Bruni, che ha visto sul palco allestito nel cortile dell’oratorio di viale Fra’ Ignazio alternarsi le testimonianze del giovanissimo scrittore Matteo Porru (vincitore di Campiello 2019 e autore di alcuni romanzi), del writer Manu Invisible (muralista autore di numerose opere artistiche sui viadotti della Sardegna e sulle pareti di scuole ed edifici pubblici in tutta la Regione e non solo) e dell’atleta Roberto Zanda (ultramaratoneta di sport estremi per i quali ha perso tutti e quattro gli arti). Gianluca Medas ha affascinato i ragazzi con il racconto della rinascita della città di Cagliari, rasa al suolo dai bombardamenti alleati nel ’43 e ricordando loro che nella lingua sarda non esiste un termine per identificare il futuro, ma il concetto è espresso dalla parola speranza.

Lo spettacolo ha visto poi la partecipazione del DJ, Stefano Sciola, l’esibizione del CGS Il Mosaico con alcuni brani de The Greatest Showman e i Black Soul. La serata si è conclusa con la buonanotte dell’ispettore, don Stefano Aspettati.

La tre giorni del Movimento Giovanile Salesiano si è conclusa la mattina di sabato 27 aprile sul sagrato della Basilica di Nostra Signora di Bonaria, con il pellegrinaggio dei giovani al simulacro della Patrona della Sardegna e la Messa celebrata di fronte al mare dall’arcivescovo, mons. Giuseppe Baturi, accompagnata dal sole e dal vento. Nei prossimi giorni pubblicheremo il testo della sua bellissima omelia.

La manifestazione è stata sponsorizzata e sostenuta dalla Regione Autonoma della Sardegna, da Eurospin e da La Casa del Grano, che hanno creduto fin da subito nell’iniziativa che ha coinvolto un così grande numero di giovani, «la porzione più preziosa della nostra società».

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