Sinodo Amazzonia, un primo sguardo di don Rossano Sala

Pubblichiamo da ANS un primo sguardo sul Sinodo per l’Amazzonia, appena concluso in Vaticano, da parte di don Rossano Sala.

(ANS – Roma) – A pochi giorni dalla chiusura del Sinodo dei Vescovi sulla regione Pan-Amazzonica, don Rossano Sala, SDB, che ha partecipato al Sinodo, presenta una sua prima analisi di quest’importante appuntamento ecclesiale.

Il grido dei poveri e della terra

Domenica 27 ottobre all’Angelus Papa Francesco salutava i fedeli parlando del Sinodo appena concluso. Ci ha detto che «il grido dei poveri, insieme a quello della terra, ci è giunto dall’Amazzonia. Dopo queste tre settimane non possiamo far finta di non averlo sentito. Le voci dei poveri, insieme a quelle di tanti altri dentro e fuori l’Assemblea sinodale – Pastori, giovani, scienziati – ci spingono a non rimanere indifferenti».

Che cosa posso dire, ad un primo sguardo, rispetto a questa esperienza spirituale che ho vissuto dal 6 al 27 ottobre? Ci sarebbero evidentemente tante cose: nella mia anima è rimasta impressa la forza di alcuni interventi di singoli padri sinodali che portavano a noi il grido dei poveri e della terra; insieme sono molto grato della ricchezza dei lavori fatti nel circolo minore a cui appartenevo; è stata edificante la parola di papa Francesco in alcuni momenti, perché ci ha spinto ad occuparsi di ciò che è essenziale e a mettere sullo sfondo le cose inutili. Anche le diverse visioni e prospettive, che in vari momento sono emerse durante i lavori, fanno parte della normale dinamica di un Sinodo, dove “parlare con franchezza” e “ascoltare con rispetto” sono le due regole di base per poter camminare insieme da fratelli e sorelle nella fede.

Un accostamento tra i due ultimi Sinodi

È per me naturale, innanzitutto, osservare i due Sinodi che ho vissuto: nell’ottobre del 2018 il Sinodo sui giovani e quest’anno il Sinodo sull’Amazzonia. Il primo era “ordinario”, nel senso che le 114 Conferenze Episcopali del mondo erano equamente rappresentate; il secondo era “speciale”, nel senso che vi erano presenti in maniera completa solo le 7 Conferenze Episcopali che hanno l’Amazzonia nel loro territorio. Nel primo ero Segretario Speciale, quindi ero impegnato fin dall’inizio del processo e poi ero protagonista nella scrittura del Documento finale insieme agli esperti, nel secondo ero un “semplice” Padre sinodale tra gli altri, anche se poi è giunta la nomina pontificia di far parte del “gruppo di redazione” (che, al di là del nome, in realtà ha solo un compito di controllo e di approvazione del Documento finale, e nessun compito di scrittura diretta del testo). Nel primo c’erano i giovani uditori, e la loro voce è stata forte, vivace e propositiva; nel secondo c’erano uditori indigeni, donne e animatori di comunità che hanno portato la concretezza della loro esperienza di fede.

Mi sono pian piano accorto con sempre maggiore forza che i problemi di tutti sono i problemi di ciascuno e che ogni piccola parte della chiesa è un frammento che rimanda al tutto. Per questo il Sinodo “speciale” ha sempre qualcosa di “ordinario”, che riguarda tutti; e ogni Sinodo “ordinario” ha sempre la necessità di essere “speciale”, cioè deve arrivare a concretizzarsi in ogni chiesa particolare.

I due polmoni di questo Sinodo

Pian piano mi sono reso conto che il Sinodo, per essere ben compreso, ha bisogno di essere visto come l’apparato respiratorio della Chiesa in cammino nella storia. E come nel corpo abbiamo due polmoni per respirare, anche nel Sinodo sull’Amazzonia abbiamo avuto due polmoni.

Il primo polmone si chiama Evangelii gaudium, documento che segna la svolta missionaria che papa Francesco sta imprimendo a tutta la vita della Chiesa. Questo non è un tema solo ricorrente, ma propriamente è l’orientamento fondamentale di questo pontificato. Si tratta di comprendere che la missione è la vita della Chiesa e che la Chiesa stessa esiste per evangelizzare. Papa Francesco sta facendo questo in tutte direzioni: nella riforma del Sinodo (cfr. Episcopalis communio), nella riforma della Curia romana che sta portando a termine in questi mesi, nei suoi discorsi a tutti e nelle sue visite in ogni continente. Ci sta ripetendo che la Chiesa non esiste per se stessa, per l’autoconservazione e per l’autoconsumo dei doni che riceve continuamente da Dio. È proprio uscendo da se stessa che la Chiesa è veramente se stessa!

Il secondo polmone si chiama Laudato sì’, e sappiamo che questo documento cerca di rendere tutti consapevoli della situazione davvero critica della nostra madre terra in questi primi decenni del Terzo millennio. Un testo che finora è stato valorizzato più fuori che dentro la Chiesa: in genere la società civile sembra più consapevole della Chiesa di quanto sia importante custodire il dono che Dio ci ha fatto nella creazione! Il magistero di Francesco – come lo è stato quello di Benedetto XVI durante la crisi finanziaria del 2007 che ha prodotto l’enciclica Caritas in veritate – è attento alla storia, e quindi fa sue le ansie e le gioie, i dolori e le speranze di tutti i popoli del mondo. E oggi la questione ambientale ci deve risvegliare alle nostre responsabilità ecclesiali e civili!

Avere chiaro questo doppia ispirazione del Sinodo ci aiuta a leggere ciò che abbiamo vissuto nel migliore dei modi, senza perderci in chiacchiere che ci allontanano da ciò che davvero conta nel cammino che siamo chiamati a compiere insieme.

Verso una “conversione integrale”

Per questo, dal mio punto di vista, sono tornato a casa con la convinzione che prima di riprendere in mano il Documento finale di questo Sinodo sull’Amazzonia, devo andare a rileggere con attenzione Evangelii gaudium e Laudato sì’, perché solo in questo modo posso avere dei criteri adeguati per comprendere quello che è successo in questo mese di ottobre 2019 nell’Aula sinodale. Solo in questo modo potremmo davvero avere un quadro di riferimento che ci aiuti a comprendere l’importanza di questo tentativo di rendere praticabile una “conversione integrale”, che tocca cioè tutti gli aspetti della nostra umanità, nessuno escluso.

D’altra parte il Documento finale del Sinodo, con tutte le ricchezze e i limiti di un testo scritto in pochi giorni e in poche notti – e parlo per esperienza, perché effettivamente il compito di scrittura in così poco tempo di un documento articolato e interconnesso è una sfida enorme e la sua riuscita è sempre da considerarsi una sorta di miracolo! – ha uno schema molto chiaro. Parte proprio dal concetto di “conversione integrale” – che è il concetto generativo centrale del testo – e poi nei quattro capitoli successivi cerca di sviluppare questo concetto in quattro direzioni diverse ma convergenti: a livello pastorale (II capitolo), poi culturale (III capitolo), poi ancora ecologica (IV capitolo) e infine sinodale (V capitolo).

Generare processi più che occupare spazi

Il Sinodo, lo sappiamo, è consultivo e non decisionale. È un “camminare insieme” e non un “decidere insieme” (decidere insieme è il compito di un Concilio e non di un Sinodo). Il Sinodo fa proposte, offre suggerimenti, approfondisce i temi, cerca ispirazioni. Poi il papa, in piena libertà, decide quali assumere e indica come procedere, concludendo il discernimento e rilanciandolo dal punto di vista operativo.

Sapere questo è importante per superare le polemiche sterili che riempiono le testate dei giornali di questi ultimi giorni e degli stessi giorni del Sinodo: l’Assemblea sinodale ha la piena libertà di offrire il proprio punto di vista e il Santo Padre ha l’altrettanta piena libertà di prendere le opportune decisioni con prudenza, sapienza e coraggio.

Al di là delle proposte e dei suggerimenti contenuti nel Documento finale, è importante dal mio punto di vista riconoscere che questo Sinodo non si è davvero concluso, ma ha inaugurato dei processi che dovranno necessariamente continuare. Molte indicazioni che sono offerte a papa Francesco riguardano proprio la necessità prendere decisioni che generino dei processi virtuosi di evangelizzazione e di salvaguardia della nostra casa comune. Processi che avranno bisogno di anni, se non di decenni, per giungere a pienezza. Questo importante esito sinodale ci aiuta ad imparare ancora una volta a camminare insieme con uno stile davvero aperto, ispirato e propositivo.

La terra promessa è sempre davanti a noi, e solo camminando insieme potremo raggiungerla. Questo pensiero farà bene anche a noi della Famiglia Salesiana, che siamo chiamati ad assumere la sinodalità e il discernimento come stile concreto del nostro vivere e lavorare insieme negli anni a venire.

Roma, l’istituto Pio XI diventa “House of life”

Pubblichiamo da ANS

In occasione del 75° della Liberazione di Roma dall’occupazione nazifascista, e nel 90° della fondazione dell’Istituto Salesiano “Pio XI”, venerdì 18 ottobre la Fondazione Internazionale “Raoul Wallenberg” (IRWF) ha consegnato ai responsabili del centro educativo salesiano la targa che identifica l’Istituto Pio XI come “House of Life” (Casa di Vita), essendo stato luogo di rifugio e di salvezza di diversi cittadini ebrei ingiustamente perseguitati durante la seconda guerra mondiale. Nell’occasione è stata presentata anche la docu-fiction “LO SCUDO DELL’ALTRO – La Memoria del Dovere”, realizzata in collaborazione con l’Istituto Storico Salesiano (ISS), la “Senape Production”, la “Madriland Art” e il “Centro Cooperazione Culturale”.

Roma, autunno del 1943. La città è sotto l’assedio nazista. Non si guarda più l’altro come un fratello, ma come a un nemico. In un clima di paura e di sconforto si apprende del rastrellamento al ghetto ebraico da parte della milizia nazi-fascista, ma è solo la punta dell’iceberg e la speranza della fine della guerra, è appesa a un filo sottilissimo.

Ma alcuni baluardi di giustizia e umanità, nascosti agli onori della cronaca del tempo, fanno ancora riflettere su quanto può davvero fare l’uomo: scegliere di agire. Don Armando Alessandrini e don Francesco Antonioli, sono rispettivamente l’Economo e il Direttore dell’Istituto Salesiano “Pio XI” di Roma, una scuola e un convitto religioso del quartiere Appio-Latino. È da questi due uomini, prima che sacerdoti, a nascere l’idea di rendere l’istituto un “rifugio sicuro”, una casa che accoglie e che dà speranza a circa 70 ragazzi ebrei, sfuggiti alla Judenaktion – la persecuzione anti-ebraica. Nascosti e confusi tra tutti gli studenti della scuola, questi ragazzi, a volte bambini, hanno imparato canti, preghiere e usanze cristiane e in cambio hanno trovato fratellanza, accoglienza, vita.

L’Istituto Salesiano restò fermo in quell’inferno, le porte del suo colonnato aperte come delle braccia che accolgono: “Non abbiamo fatto che il nostro dovere” dissero a guerra finita, quando furono ringraziati e infine, anni dopo, riconosciuti come “Giusti fra le Nazioni”. Erano riusciti a vincere la sfida più grande dell’epoca: essere “l’uno lo scudo dell’altro”.

Ad oltre 75 anni di distanza Roma, anzi il mondo intero, non ha dimenticato quanto questo faro di speranza abbia illuminato la più profonda oscurità di un momento cruciale della storia dell’uomo, sentendo ancora il dovere di fare memoria di quel coraggio, di quel bene che immutato arriva fino a noi, ai giovani di oggi, accolti, come ieri, dal medesimo abbraccio.

Per questo, venerdì 18 ottobre, si è realizzato l’omaggio della consegna della targa di “House of Life” all’Istituto Pio XI. A fare gli onori di casa sono stati l’Ispettore per l’Italia Centrale (ICC), don Stefano Aspettati; il Direttore dell’Istituto, don Gino Berto, ed il Preside dell’Istituto prof. Marco Franchin.

Hanno poi preso la parola Uriel Perugia, Segretario generale dell’Unione delle Comunità Ebraiche d’Italia (UCEI); mons. Gianpiero Palmieri, vescovo ausiliare di Roma per il settore Est, Silvia Costantini, Vicepresidente della IRWF, ed Elena Colitto Castelli, Responsabile per l’Italia del progetto “Houses of Life”.

La cerimonia è poi proseguita con la presentazione della docu-fiction già citata, interpretata dagli allievi che oggi frequentano il “Pio XI”, i quali sono stati chiamati a mettersi, letteralmente, nei panni dei ragazzi di allora, per rivestirsi delle loro emozioni, della paura, della fame e del freddo e infine della gioia per la liberazione tanto attesa e infine avvenuta.

Il cortometraggio – realizzato nell’ambito del Piano Nazionale “Cinema per la Scuola”, finanziato dal Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca (MIUR) e dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali (MIBAC) – è stato poi completato dalle interviste ai protagonisti di allora ed ha ottenuto la sua forma definitiva grazie al sapiente lavoro di ricostruzione storica di don Francesco Motto, dell’ISS, alla progettazione e al coordinamento del “Centro di Cooperazione Culturale”, e agli interventi dei responsabili di oggi: il Direttore e il Preside del “Pio XI”, don Berto e il prof. Franchin.

Nell’occasione, un grazie ulteriore è andato al drammaturgo Roberto Russo, che durante il passato anno scolastico ha guidato un laboratorio di scrittura con gli studenti degli ultimi anni del liceo; alla “Madriland Art”, l’associazione di allievi ed exallievi che da 12 anni porta avanti con grande generosità un laboratorio teatrale; e a Gloria Giordani (Regista) e Simone Andriollo (Direttore della Fotografia), entrambi della “Senape Production”.

Si segnala, infine, che alla realizzazione dell’evento, lo scorso 18 ottobre, hanno partecipato anche il Maestro Stefano Mhanna che ha emozionato tutti suonando, in un assolo di violino, brani simbolo delle vicende della seconda guerra mondiale; gli attori Adriano D’Amico (che interpreta don Antonioli), Claudio Panzironi (che interpreta don Alessandrini), e Riccardo Polizzy Carbonelli (che interpreta un gerarca fascista); e il giornalista Rai Marco Lollobrigida, che a partire dal vicende legate al tifo calcistico ha fatto riflettere i giovani su quanto alcuni temi, seppure legati ad una determinata epoca storica siano ancora di grande attualità e preoccupazione, come il rispetto della dignità umana, principio cardine della società civile e cristiana.

La manifestazione si è conclusa con la scoperta e la benedizione della targa-ricordo affissa nell’atrio dell’Istituto.

Assemblea MGS Italia, lo stile sinodale per pensare la prossima proposta pastorale

Nelle giornate dal 25 al 27 ottobre 2019, si sono riuniti a Santeramo In Colle i giovani del Movimento Giovanile Salesiano di tutta l’Italia, con i delegati, le delegate, le Associazioni dei Salesiani Cooperatori, CGS, TGS, il Ciofs/FP, il Ciofs/scuola, la PGS, il Vides e l’ufficio di Comunicazione Sociale dei Salesiani in Italia. Sessanta persone si sono confrontate con lo stile sinodale per pensare insieme le linee guida Pastorali per la prossima triennalità. Riconoscere –  lasciarsi toccare dalla situazione concreta dei giovani che vivono la loro esistenza in questo tempo -, interpretare – cosa Dio sta chiedendo alla Chiesa, alle nostre comunità educativo-pastorali e a ciascuno di noi personalmente -,  e scegliere – si tratta di prendere delle decisioni concrete, attraverso scelte reali che coinvolgono e ci mettono in azione.

Lo spazio per la preghiera personale, per il silenzio, i lavori divisi per gruppo e la condivisione in assemblea, hanno fatto sì che venisse consegnata alla Segreteria MGS una lista di parole chiave che saranno il canovaccio dal quale partire per produrre la proposta pastorale dei prossimi tre anni.

CGS-TGS, weekend di formazione per giovani animatori e dirigenti: FormarsiXFormare

Si terrà a Roma dall’1 al 3 novembre 2019, la nuova edizione del Week-end di formazione per giovani animatori e dirigenti organizzato dalle Associazioni CGS – Cinecircoli Giovanili Socioculturali e TGS – Turismo Giovanile e Sociale.

Vista la positiva esperienza vissuta lo scorso anno, viene riproposta la formula di collaborazione tra le nostre due Associazioni, che mettono in pratica il carisma salesiano e offrono orizzonti di impegno ai giovani attraverso le proprie proposte culturali e i propri settori di attività.

Il week-end, rivolto a giovani animatori e dirigenti locali dai 18 anni in su, prevede una parte dedicata ai temi comuni tra le due Associazioni (proposta educativa – pastorale e progettazione) e una parte specifica nei settori di attività di ciascuna, attraverso lezioni teoriche e laboratori pratici tenuti da formatori esperti. È un’occasione unica di confronto e di conoscenza con altri giovani che desiderano dedicare del tempo alla propria crescita personale e culturale, per mettersi a servizio della propria realtà associativa locale, con l’obiettivo di FormarsiXFormare #lìdovesei, in sintonia con la proposta pastorale salesiana per l’anno 2019/20.

Il week-end si svolgerà presso la Casa per ferie “Madre Nazarena”, Circonvallazione Appia n. 160, 00179 Roma (metro A, fermata Ponte Lungo).

Italia Centrale, parte la Scuola di Mondialità sul tema del consumo e dell’economia

Iniziano anche per l’anno 2019-2020, secondo un calendario differenziato per ogni zona, le Scuole di Mondialità: un’iniziativa di animazione missionaria pensata per la formazione dei giovani, ordinariamente maggiorenni, sensibili a temi di carattere missionario.

Il percorso prevede l’approfondimento del tema del consumismo e dell’economia.

Dopo aver affrontato lo scorso anno il tema dei conflitti, si è deciso di dedicare la riflessione di questo anno al consumismo. Non si tratta solo di una problematica che riguarda l’uomo che usa e consuma beni materiali presenti nel nostro ecosistema comune, ma di un argomento che intercetta diverse e molteplici dimensioni dell’umano: l’uomo in relazione con l’ambiente, i diritti umani, la fruizione dei prodotti virtuali, il mondo del lavoro e delle relazioni, il consumismo nell’ottica del Vangelo.

​La partecipazione alla Scuola di Mondialità è richiesta a tutti quei giovani che desiderano fare un’esperienza missionaria e di servizio durante la prossima estate 2020.

La Scuola è aperta anche a tutti i giovani che vogliono formarsi sul tema.

calendari delle varie zone sono in fase di elaborazione e saranno presto scaricabili.

È già disponibile quello della zona Lazio-Umbria che inizierà con il primo incontro di formazione il 16 novembre alle ore 16:00 presso l’istituto Maria Ausiliatrice delle salesiane di Don Bosco in via Marghera, 59 a Roma.

Cnos Fap, in Belgio la visita alle Istituzioni Europee del comitato direttivo

Riportiamo la notizia, pubblicata su infoans.org, riguardo la visita del comitato direttivo del CNOS-FAP, che è avvenuto venerdì 4 ottobre, alle istituzioni Europee a Bruxelles per iniziare ad impostare una strategia di internazionalizzazione e nuove prospettive sul futuro della formazione professionale nell’Unione Europea.

(ANS – Bruxelles) – Venerdì 4 ottobre il comitato direttivo del “CNOS-FAP”, l’ente che coordina la Formazione Professionale (FP) dei salesiani in Italia, ha visitato alcune istituzioni europee a Bruxelles, guidato dal “Don Bosco International”. Questa visita ha fornito al CNOS-FAP ulteriori idee per la propria strategia di internazionalizzazione e nuove prospettive sul futuro della formazione professionale nell’Unione Europea.

La visita è iniziata con un incontro presso la Direzione Generale su Occupazione, Affari Sociali e Inclusione della Commissione Europea, dove il comitato del CNOS-FAP è stato ricevuto da Joao Santos, Vicedirettore dell’unità Formazione Professionale, Tirocini e Formazione degli Adulti. Santos ha illustrato la prospettiva della Commissione europea sulla FP e le iniziative per promuovere i centri di eccellenza del settore in tutta l’UE.

La seconda riunione della giornata si è svolta presso la Rappresentanza Permanente dell’Italia presso l’UE, presieduta da Germana Viglietta, Addetta agli Affari Sociali. In quest’occasione sono state condivise le prospettive europee, nazionali e regionali, evidenziando la struttura multidimensionale della formazione professionale nell’UE.

Nel pomeriggio il gruppo ha visitato la sede della COMECE, la Commissione delle Conferenze Episcopali dell’Unione Europea, dove Alessandro Di Maio, Responsabile della Comunicazione, ha spiegato lo scopo dei lavori della COMECE a Bruxelles. Il gruppo ha poi avuto il tempo di celebrare la Messa nella Cappella della COMECE, nella giornata del Patrono d’Italia, san Francesco d’Assisi.

La visita si è conclusa con un triplice incontro con i rappresentanti delle imprese e della società civile. Quest’ultimo appuntamento è iniziato con Tommi Raivio, Responsabile dei Progetti delle rete “CSR Europe”, il quale ha offerto molte riflessioni sul futuro del lavoro dal punto di vista di questa federazione di grandi imprese che lavorano sulla responsabilità sociale all’interno dell’UE. Poi, Giulia Meschino ha animato un dibattito sulle nuove sfide della FP in Europa, in qualità di manager esecutivo e di sviluppo di “EVTA”, una rete europea di fornitori di formazione professionale. Infine, Andrea Lapegna, Responsabile della comunicazione della “Lifelong Learning Platform” (Piattaforma di Apprendimento Permanente), ha discusso le opportunità future del programma “Erasmus+” per i giovani nell’UE.

“CNOS-FAP” è presente in 16 delle 20 regioni italiane, con 55 Centri di Formazione Professionale che educano circa 26.000 giovani; e non è solo nella rete europea degli enti salesiani che offrono FP. Incontri di questo tipo, svoltisi recentemente a Bruxelles con il sostegno di “Don Bosco International”, sono quindi di grande aiuto per rafforzare questa rete, aprire nuove prospettive per i suoi membri e nuove opportunità per i giovani in Europa.

“Testa, cuore, mani”: l’UPS ha inaugurato il suo 80° anno accademico

Il 17 ottobre, l’Università Pontificia Salesiana ha inaugurato l’anno accademico, l’80° dalla sua fondazione, con la partecipazione del Rettor Maggiore don Ángel Fernández Artime, Gran Cancelliere dell’UPS. La prolusione è stata invece affidata a Barbara Jatta, direttore dei Musei Vaticani.

“Testa, Cuore, Mani vengono considerati in modo olistico. La nostra è una antropologia e pedagogia di promozione integrale dove non sempre si comincia dalla testa per arrivare al cuore e da lì alle mani, perché si tratta di un tutto intrecciato”. Sono queste le parole pronunciate da don Ángel Fernández Artime, Rettor Maggiore dei Salesiani e Gran Cancelliere dell’UPS nell’Omelia della messa di apertura del nuovo Anno Accademico 2019/20 dell’Università Pontificia Salesiana, l’80° dalla sua fondazione. “Testa, cuore, mani. Integrare i saperi fornendo ai giovani gli spazi per una migliore cultura” è il filo conduttore non solo della cerimonia di inaugurazione, tenutasi il 17 ottobre presso l’Aula Paolo VI dell’Università, ma anche dell’intero Anno Accademico.

Il Rettore Magnifico dell’Universitàprof. don Mauro Mantovani, ha aperto l’Atto Accademico sottolineando l’impegno nel “superare riduzionismi e autoreferenzialità per attivare le dimensioni fondamentali che appartengono alla persona e metterle “in gioco”, in una dinamica di dialogo aperto e arricchimento reciproco”. E ha proseguito: “Facciamo così della nostra Università un laboratorio di nuovi stili di studio, ricerca, didattica, lavoro e relazione», evidenziando che «la vera sfida è perseguire un “sapere umano e umanizzante”. In merito al “Patto Educativo Globale”, lanciato da Papa Francesco lo scorso settembre, il Rettore ha riferito che l’intera comunità accademica ha accolto questo appello che “va dritto” al centro della nostra identità e missione universitaria e rende ancora più affascinante l’impegno quotidiano» al servizio dei giovani e della formazione.

All’intervento del prof. Mantovani ha fatto seguito la Prolusione, dal titolo “Studiare a Roma”, affidata alla dottoressa Barbara JattaDirettore dei Musei Vaticani. La dott.ssa Jatta ha sottolineato l’importanza di studiare a Roma, “un valore aggiunto” per quanti si impegnano nella ricerca e nella vita accademica: “Roma è una città con potenzialità indiscutibili in cui la stratificazione di arte, di storia e di fede si sovrappongono”. L’educazione al bello, la centralità della conservazione, la promozione del patrimonio artistico e culturale: sono queste le tematiche su cui si è soffermata la dott.ssa Jatta, ripercorrendo la sua esperienza professionale, nutrita dall’amore per l’arte. “Per il raggiungimento dei propri obiettivi – ha concluso – ciascuno di noi dovrebbe coltivare la passione, la curiosità e la determinazione”.

Riforma del Terzo Settore, Salesiani per il Sociale APS organizza un corso di formazione

Dal 23 al 25 ottobre, all’istituto Sacro Cuore di Roma, si svolgerà il seminario di formazione “La riforma del terzo settore il codice del terzo settore ed i profili civilistici, fiscali ed organizzativi”, organizzato da Salesiani per il Sociale APS.

L’obiettivo, vista la recente riforma del settore del non profit in Italia è acquisire una maggiore ed adeguata conoscenza con focus specifico sul D. Lgs. 117/2017 e successive modifiche per poter essere in grado di orientare le scelte organizzative più adeguate per le proprie organizzazioni. Possedere gli strumenti adatti per un maggiore e proficuo posizionamento nell’ambito del lavoro sociale per dare risposte ai bisogni dei territori rinnovando l’agire salesiano.

Contenuti:

  • aspetti civilistici codice terzo settore (associazioni riconosciute e non, fondazioni, impresa sociale,…) 
  • aspetti fiscali codice terzo settore (attività commerciali e non commerciali, regimi fiscali agevolati)
  • aspetti organizzativi codice terzo settore: RUNTS, decreti attuativi
  • bilancio sociale: cosa è e come va redatto

Programma:
23 Ottobre 2019
10.30 – 12.00 A che punto è la Riforma del terzo Settore e l’interlocuzione con il Governo e Regioni – Maurizio Mummolo

12.00 – 13.00 La Riforma nel suo complesso e decreti attuativi – Monica Poletto

13.00 – 14.30 Pausa pranzo

14.30 – 16.30 Aspetti civilistici del Codice Terzo Settore: gli ETS, le APS, le ODV –  Monica Poletto

17.00 – 19.00 Aspetti civilistici del Codice Terzo Settore: l’impresa sociale – Monica Poletto

24 Ottobre 2019
09.00 – 11.00 Aspetti fiscali del Codice Terzo Settore: regime fiscale per gli ETS – Monica Poletto

11.30 – 13.30 Aspetti fiscali del Codice Terzo Settore: specificità per ODV e APS e la fiscalità dell’impresa sociale – Monica Poletto

13.30 – 15.00 Pausa pranzo

15.00 – 17.00 Le erogazioni liberali e il cinque per mille alla luce della riforma – Corrado Colombo

17.30 – 19.30 Obblighi contabili per gli ETS  – Corrado Colombo

25 Ottobre 2019
09.00 – 11.00 Obblighi contabili degli ETS – Corrado Colombo

11.30 – 13.30 Il bilancio e il bilancio sociale degli ETS – Corrado Colombo

13.30 – 15.00 Pausa pranzo

15.00 – 16.00 Ricadute organizzative interne a livello nazionale, regionale e locale – Don Roberto Dal Molin e Andrea Sebastiani

I docenti

Maurizio Mummolo
Direttore Generale Forum Nazionale Terzo Settore

Monica Poletto
Laureata in Economia e Commercio presso l’Università di Torino, è Dottore Commercialista. È socio dello studio Triberti Colombo e Associati, presso il quale si occupa di consulenza tributaria per società ed enti non profit. Dal 2010 è Vice Presidente dell’associazione Compagnia delle Opere, che riunisce imprese, enti di Terzo Settore e professionisti, in Italia e all’estero (https://www.cdo.org/). Dal 2009 a marzo 2019 è stata Presidente dell’associazione CDO Opere Sociali, associazione di secondo livello che riunisce associazioni, fondazioni, cooperative sociali (http://www.cdooperesociali.org/). Per la stessa associazione, oggi ha la delega alla rete internazionale.  Dal 2010 è membro del tavolo legislativo del Forum Nazionale del Terzo Settore e dal 2015 è membro del suo Coordinamento; ne coordina altresì il Tavolo Tecnico Legislativo. Dal 2018 è membro del Consiglio Nazionale del Terzo Settore, organi di consultazione sulle politiche relative al Terzo Settore italiano. È autrice di alcuni libri e altre pubblicazioni in materia di enti non profit. Ha svolto docenze in diritto degli enti non profit presso master universitari in Italia e in materia di gestione di enti non profit all’estero.

Corrado Colombo
Laureato con lode all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano in Economia e commercio nel luglio 1984. È iscritto all’ Albo dei Dottori Commercialisti sotto la giurisdizione del Tribunale di Milano dal 1985; è iscritto al Registro dei Revisori contabili. Socio fondatore dal 1991 dello Studio Triberti Colombo e Associati, si occupa in particolare di consulenza fiscale e societaria, di valutazioni di azienda e operazioni straordinarie, e di assistenza ad Enti non commerciali. Partecipa a Collegi Arbitrali. Ricopre la carica di Sindaco e revisore in società di capitali e fondazioni, nonché di membro di Organismi di Vigilanza ex D.Lgs. 231/2001, è relatore a Convegni e docente a Master Universitari in materia tributaria e del non profit. E’ stato presidente della Commissione Non Profit dell’Ordine dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili di Milano.

Scuola, comunicato stampa sul decreto legge “Salva precari”

Riportiamo il comunicato stampa sul decreto legge “salva precari” a firma di:
GIANCARLO FRARE – Presidente AGeSC
MARCO MASI – Presidente CdO Opere Educative
PIETRO MELLANO – Presidente CNOS Scuola
MARILISA MIOTTI – Presidente CIOFS scuola
GIOVANNI SANFILIPPO – Delegato per le Relazioni Istituzionali FAES
VIRGINIA KALADICH – Presidente FIDAE
LUIGI MORGANO – Segretario Nazionale FISM

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Il decreto-legge salva precari, approvato il 10 ottobre, autorizza il Miur a bandire un concorso straordinario abilitante per l’assunzione di 24.000 docenti nella scuola secondaria statale di I e II
grado per l’anno scolastico 2020/2021. Nonostante le ben note necessità delle scuole paritarie, che la legge 62/2000 obbliga ad avvalersi di docenti abilitati (pena la chiusura), riconosciute anche nel testo dell’intesa firmata lo scorso 11 giugno dal precedente Governo, lo Stato, cui spetta il diritto-dovere di abilitare i docenti, ha deciso di non includere nel concorso i docenti non abilitati che insegnano nelle paritarie. Ribadiamo: non se ne comprendono le ragioni!

Tale scelta, che contrasta palesemente con i principi e le finalità della succitata Legge di Parità scolastica, parrebbe manifestare una deliberata volontà di danneggiare il comparto delle scuole non statali, rendendo ancora più difficoltosa la possibilità per le famiglie di esercitare la libertà di educazione già prevista dalla nostra Costituzione. Va a ledere, inoltre, i diritti dei lavoratori delle scuole paritarie, che risultano pesantemente discriminati rispetto ai colleghi delle scuole statali. Non capiamo per quale ragione, i tanti giovani insegnanti che con grande entusiasmo e passione si
stanno dedicando alla formazione delle nuove generazioni nelle scuole paritarie, debbano essere considerati (in barba alla definizione “paritaria”) lavoratori di serie B! Eppure essi rappresentano una straordinaria risorsa per l’intera scuola italiana e per il Paese.

Le scriventi associazioni chiedono pertanto al Ministro Fioramonti che sia urgentemente convocato un tavolo di confronto sul tema, che permetta di chiarire le ragioni di tale gravissima esclusione e di cercare soluzioni condivise, per il bene dei lavoratori, degli alunni, delle loro famiglie e dell’intero sistema di istruzione nazionale.

Roma, 15 ottobre 2019

 

“Voci fraterne”: la rivista degli Exallievi di Don Bosco compie 100 anni

Essere “buona stampa” per continuare a promuovere la libertà e il rispetto dei valori irrinunciabili di vita, famiglia e educazione. Con questo scopo gli Exallievi di Don Bosco danno il via alle celebrazioni per il centenario di “Voci Fraterne”. Rivista, apparsa per la prima volta nel giugno del 1920, che si è fatta strumento per diffondere non solo notizie relative alle attività nei centri locali diffusi in tutta Italia, ma soprattutto per fornire alla società tutta quegli spunti di formazione permanente tanto amati da Don Bosco e tanto raccomandati ai suoi figli che hanno operato, negli anni, come “buoni cristiani e onesti cittadini”.

Il patrimonio di “Voci Fraterne” – con all’attivo circa mille numeri e oltre 20mila pagine – sarà al centro di un evento dedicato venerdì 8 novembre, dalle ore 10 in poi, nella sala della Regina di Palazzo Montecitorio, a Roma.

Apre l’appuntamento la prolusione sulla comunicazione nel pensiero di Papa Francesco di Andrea Tornielli, che parteciperà anche alla successiva tavola rotonda sullo stato di fatto e sul futuro della stampa cattolica insieme a Vania De Luca, Vincenzo Morgante e Carlo Verna. Le conclusioni saranno affidate a don Bruno Ferrero. Ospite della giornata di approfondimento sarà Marcello Cirillo, già nei panni di Don Bosco nel musical a lui dedicato. L’attore leggerà brani di Don Bosco.
Introdurrà i lavori Giovanni Costanza, presidente della Federazione Italiana Exallievi ed Exallieve di Don Bosco; l’evento, infine, sarà condotto da Valerio Martorana, direttore della rivista.

Andrea Tornielli attualmente ricopre l’incarico di direttore editoriale del Dicastero per la comunicazione presso la Santa Sede; Carlo Verna è il presidente nazionale dell’ordine dei giornalisti;  Vania De Luca è la presidente nazionale dell’Unione Cattolica Stampa Italiana; Vincenzo Morgante è direttore di Tv2000 e di Radio InBlu; don Bruno Ferrero, sdb, è il direttore del Bollettino Salesiano.