“Stupore, bellezza, gioia”: gli studenti del Ranchibile di Palermo incontrano i detenuti dell’Ucciardone

“22 gennaio 2019, data indimenticabile. Uso questo termine perché non ci sarebbero altri modi per esprimere ciò che questo incontro ci ha dato: stupore, bellezza, gioia. E un momento ricco di ciò non può che essere ricordato, giorno dopo giorno”. Claudia Lo Cascio, studentessa del Don Bosco Ranchibile di Palermo, racconta così l’incontro con ex-tossicodipendenti e carcerati dell’Ucciardone di Palermo.

Un incontro virtuale, attraverso un video-collegamento che ha lasciato i ragazzi senza parole: “Non pensavamo minimamente che da un carcere, da una delle strutture più grigie quasi emarginate di una città potesse sorgere nei volti e nell’animo nostro, una tale serenità e gioia al suono di quelle parole ed emozioni trasmesse da quegli uomini speciali. Ognuno di loro aveva qualcosa da raccontare. Parlare della propria vita non è mai facile, sopratutto se questa è stata fonte di dolore e tristezza. Ma nel momento in cui la vergogna passa in secondo piano e si dà spazio alle proprie emozioni, allora questo diventa uno dei gesti più belli che si possano compiere per qualcuno. E proprio loro, quelli che per alcuni possono essere considerati gli scarti della società , quegli esseri che sono stati in grado solo di provocare del male, hanno preso dal loro cuore il loro dolore e ce l’hanno raccontato”, scrive ancora Claudia.

Don Bosco santo sociale: con “Santa impresa” per celebrare la festa della Famiglia Salesiana dell’ICC

“L’obiettivo era trovare un momento, nel mese salesiano, dove le realtà della Famiglia salesiana del Lazio potessero stare insieme”, spiega don Francesco Marcoccio, vicario della Circoscrizione Italia Centrale. È nata così l’idea, accolta poi nella Consulta della Famiglia salesiana, di pensare la festa della Famiglia salesiana insieme con quella di Don Bosco. Il 20 gennaio, quindi, nel teatro del Don Bosco-Cinecittà a Roma, oltre 500 persone – rappresentanti di tutti i gruppi della Famiglia salesiana presenti a Roma – si sono ritrovate con il Rettor Maggiore, don Ángel Fernández Artime per assistere allo spettacolo “Santa impresa”, portato in scena da Davide Scaccianoce e Beatrice Marzorati, che ha rappresentato l’intelligenza e lo spirito che seppero trasformare uomini straordinari in “santi sociali”, nel Piemonte dell ‘800. “Tutti sono rimasti contenti, è passata un’immagine di Don Bosco inedita, perché c’era l’aspetto storico, il collegamento con la Rivoluzione francese e l’aspetto sociale con il collegamento con gli altri santi sociali della sua epoca”.

La festa è iniziata con il saluto dell’Ispettore, don Stefano Aspettati: “Nessuno ha mai toccato la santità – ha detto don Stefano – ma tutti la vediamo incarnata nella vita dei Santi”.

“È stata una bella esperienza, con un’accoglienza e una ospitalità eccezionali: ci siamo sentiti a casa – racconta Beatrice Marzorati -. Abbiamo provato un’emozione grande nell’incontrare il Rettor Maggiore e nel recitare davanti a lui, nel vedere come una persona così importante sia cordiale e socievole”. Il pubblico è stato l’elemento in più: “C’era una risposta che ci ha dato energia”. Come si guarda ai “santi sociali” dopo averli studiati e portati in scena? “Si cambia prospettiva, non li consideri più santini, ma conoscerli sotto questo aspetto li rende più umani, meno perfetti, fonte di ispirazione e coraggio. La vera forza che li ha mossi è stata la passione di chi si mette a disposizione di chi ha bisogno”, dice ancora Beatrice. “Nella nebulosità di quel periodo, la fede, il coraggio e lo spessore umano è un esempio anche oggi, nel 2019, su come fondare un’impresa. Per chi crede ma anche per chi non crede: non si può non restare meravigliati da figure così grandi”. Beatrice cita san Leonardo Murialdo: “A bisogni nuovi, occorrono opere nuove. È questo il coraggio di sfidare i luoghi comuni, la necessità di agire e di trovare nuove formule. Questa è una testimonianza significativa per tutti”.

“Lo spettacolo ha ben spiegato come la santità è – lo dice anche Papa Francesco – essere attenti a chi ti è vicino, in una dimensione di tempo e relazione. La santità si incarna in un tempo e ha bisogno di gradualità, è fatta di relazioni”, spiega ancora don Francesco Marcoccio.

Anche il Rettor Maggiore è rimasto colpito dallo spettacolo: nella sua Buonanotte ha ringraziato i due attori e lo ha collegato alla sua strenna sulla santità. “La scia della santità Piemontese -ha detto don Ángel- ha trovato in Valdocco un terreno fertile, che ha fatto fiorire grandi figure di santità direttamente o indirettamente legate alla nostra Famiglia”. Il Rettor Maggiore ha poi raccontato che qualche giorno dopo Natale, gli sono arrivati i saluti dall’Uganda da parte di un confratello della sua equipe che ha visitato due presenze salesiane tra i giovani più poveri, una delle quali era a Palabek, luogo in cui sono presenti circa 42 mila rifugiati.

“Un anno fa nel giorno della festa di don Bosco – ha proseguito – abbiamo aperto una presenza con una piccola comunità. Senza case, senza chiesa, in mezzo al campo, con la gente del campo. Ho ricevuto da questo confratello due buste con delle offerte per me con l’impegno di devolverle per i giovani bisognosi. Ho provato una grande emozione: loro, i più poveri tra i poveri, che hanno sottratto una piccola quantità di denaro per gente bisognosa come loro. Ho voluto raccontarvi questo perché è proprio la storia che oggi, attraverso questa rappresentazione, avete raccontato a tutti noi. È questo un segno di don Bosco che ci vuole ricordare che il cuore umano è la realtà più preziosa e generosa che esiste al mondo”.

 

 

Stessi sogni, storie diverse: la formazione per aprirsi e conoscere chi viene da lontano

Giovedì 29 novembre  i giovani delle parrocchie Patrocinio San Giuseppe e Santa Monica di Torino hanno vissuto il loro settimanale incontro di formazione all’Oratorio Salesiano San Luigi. Quest’anno il tema che li accompagna è la migrazione.
Trenta giovani, insieme ai loro accompagnatori animatori e il viceparroco don Daniele, si sono messi così in cammino per conoscere di persona altri giovani che hanno vissuto una migrazione importante. Arrivati in oratorio hanno ascoltato dalla voce di don Mauro, incaricato dell’Oratorio, i tanti progetti a favore dei giovani più poveri del quartiere e poi si sono messi in gioco attraverso interviste doppie: un giovane della parrocchia e un giovane del centro di accoglienza hanno risposto ad alcune domande.

Qual è stato il risultato delle interviste?  continua a leggere qui

Il Rettor Maggiore a Messina per i 50 anni dell’istituto teologico “San Tommaso”

Il 29 novembre, con l’accoglienza all’aeroporto di Catania da parte di una delegazione di confratelli che lo ha accompagnato all’Istituto Teologico San Tommaso di Messina, è iniziata la visita a Messina del Rettor Maggiore, don Ángel Fernández Artime, in occasione del 50mo anniversario dell’istituto teologico “San Tommaso”. Il Rettor Maggiore ha presieduto la cerimonia di inaugurazione dell’Anno Accademico 2018-2019, con una prolusione sul tema: “Il Sinodo sui giovani: una Chiesa con realismo e speranza”.

La visita è proseguita con l’incontro con i confratelli e la Famiglia Salesiana.

Leggi qui il racconto della visita, qui invece le foto. 

 

Il docente del XXI secolo: la sfida della scuola Salesiana

Sabato 13 ottobre all’Istituto Salesiano Sant’Ambrogio di Milano, i docenti  delle scuole di ogni ordine e grado dell’Ispettoria Salesiana Lombardo-Emiliana, si sono ritrovati per una mattinata di formazione e, di dibattito sul tema “La professionalità del docente nel XXI secolo”. Hanno partecipato alla Tavola Rotonda, moderata dal prof. Alberto Introini, il salesiano don Pietro Mellano, Presidente Nazionale CNOS Scuola, il dottor Damiano Previtali, Dirigente MIUR SNV e il professor Franco Nembrini, Rettore Emerito “La Traccia”.

Ogni relatore, dal proprio osservatorio privilegiato, ha condiviso la sua idea di professionalità docente, ha cercato di evidenziare le caratteristiche per essere un docente efficace e competente nella difficile sfida di educare bambini, ragazzi e giovani ad affrontare nel migliore dei modi la realtà quotidiana; una scuola in continuo movimento richiede insegnanti preparati e in grado di comprendere che ormai l’apprendimento va al di là della cattedra e delle sole lezioni frontali.

È necessario raggiungere standard professionali che non comprendano solo aspetti disciplinari, didattici, metodologici e relazionali, ma che interessano l’aspetto della crescita del giovane nella vita di tutti i giorni, nella relazione con i compagni, con i genitori e con gli stessi docenti.

Naturalmente per svolgere il ruolo di docente è necessaria una passione educativa connotata dal carisma salesiano che pone al centro di ogni apprendimento la persona.

Dopo un’intensa mattinata di dibattito, è stata celebrata la Santa Messa, presieduta dall’Ispettore don Giuliano Giacomazzi, a cui è seguito il pranzo comunitario preparato e servito dai ragazzi del Centro CNOS FAP Turistico Alberghiero di Arese.

 

Progetto “M’interesso di te”: la storia di integrazione di Ousman S.

Ousman S. è un ragazzo di 19 anni che ha dovuto affrontare un lungo viaggio dalla Gambia, suo paese di origine, fino in Italia dove è arrivato nel 2017 a Pozzallo, Sicilia.<u></u><u></u>

Dalla Sicilia è arrivato fino a  Torino, dove ha vissuto in strada e svolto lavori come venditore ambulante abusivo.<u></u><u></u>

Tutto per lui è cambiato quando ha incontrato degli educatori salesiani che lo hanno accolto nell’oratorio di San Salvario offrendogli cibo e vestiti puliti: ha finito così di essere un “invisibile” ed è diventato un animatore integrandosi in questa nuova realtà, grazie al progetto  “M’interesso di te”, piano partito in forma sperimentale a Torino, Napoli, Catania, finanziato dalla “Federazione SCS/CNOS, Salesiani per il Sociale”, grazie al fondo di beneficenza di “Intesa Sanpaolo”.

“Per favorire l’integrazione è necessario prima di tutto non tenere separate le diverse attività”, ha sottolineato don Mauro Mergola, direttore dell’oratorio “San Luigi” di Torino, che segue circa 50 tra minori e neo maggiorenni stranieri soli.

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Il 15 e il 16 agosto da vivere sotto il segno del carisma salesiano a Colle Don Bosco

Ad agosto due giornate da vivere sotto il segno del carisma salesiano: il Rettor Maggiore Don A. F. Artime celebrerà il 15 agosto nella Chiesa Madonna del Castello a Castelnuovo Don Bosco una messa per la solennità dell’Assunzione della Beata Vergine Maria. A seguire la giornata sarà onorata con un rinfresco e la festa in paese.

Il 16 agosto ricorrono, invece, i tre eventi cardine della vita e della dottrina di Don Bosco: la nascita del Santo dei giovani, la prima pietra posata per l’edificazione del Santuarietto di Maria Ausiliatrice – di cui quest’anno ricorre il centenario della sua consacrazione – e la nascita della prima comunità salesiana al Colle. La giornata sarà omaggiata con l’incontro “Tre luci sui primi 100 anni del santuarietto” moderato da Don Moreno Filipetto, dove interverranno il dottor Giorgio Musso, l’architetto Carlo Faccio e Don Ezio Orsini per una disamina storica, architettonica e spirituale; a seguire la Solenne Concelebrazione Eucaristica in Basilica con il Rettor Maggiore.

La Don Bosco story sui muri di Valdocco

Dopo due settimane di lavoro, le bombolette spray di Mr. Wany torneranno nelle loro valigie per confrontarsi con nuovi muri. Su quelli all’angolo fra via Maria Ausiliatrice e via Cigna che circondano la Casa Madre dei Salesiani a Valdocco, rimarrà l’impronta dello <em>street artist</em> brindisino, che ha creato <strong>nuove connession</strong>i fra i Figli di Don Bosco e il territorio in cui è nata l’esperienza degli oratori e delle scuole professionali.
Dedicati al 150° anniversario di consacrazione della Basilica di Maria Ausiliatrice, i<strong> 170 metri quadri di graffito</strong> hanno suscitato reazioni non solo nei i giovani, legati, per motivi generazionali, alla cultura dell’hip hop e della street art, ma anche nei residenti e nei visitatori di Valdocco,  – entusiasti della performance figurativa di Mr. Wany, e valorizzato un angolo di quartiere che apre alla Torino dei problemi sociali ma anche della solidarietà attiva.
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