Il saluto commosso a don Sandro Mambrini

Don Cesare Orfini, parroco della Sacra Famiglia di Civitavecchia, ha scritto su Avvenire un saluto a don Sandro Mambrini, salesiano di 66 anni, venuto a mancare il 13 novembre scorso. Il salesiano era cappellano del carcere di Civitavecchia.

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Nella notte del 13 novembre è stato chiamato alla Casa del Padre all’età di 66 anni Don Sandro Mambrini, salesiano e cappellano della Casa di Reclusione “Passerini” di Civitavecchia. Un dolore profondo per la nostra comunità e per questa Chiesa che lo aveva accolto e per la quale il sacerdote si era molto speso anche negli ultimi tempi della malattia. Il funerale è
stato celebrato nella chiesa Cattedrale sabato scorso dal vescovo Gianrico Ruzza, mentre la sera precedente è stato ricordato nella parrocchia della Sacra Famiglia con una veglia di preghiera. Prima di arrivare a Civitavecchia don Sandro è stato per molti anni direttore dei centri professionali salesiani, in particolare quelli di Roma “Gerini” e “Borgo Ragazzi”. Ha avuto in passato incarichi che lo hanno avvicinato ai ragazzi più indifesi culturalmente e poveri economicamente, ha avuto anche esperienze di oratorio nella periferia romana. Una testimonianza che è stata dai collaboratori laici che in quei periodi lavoravano con lui: «Abbiamo notato in Sandro la sua disponibilità verso gli ultimi del Vangelo. I poveri, gli emarginati, gli handicappati. Aveva una grande carica umana che lo avvicinava ai sofferenti». Come cappellano del carcere sia i detenuti, sia gli agenti di polizia penitenziaria hanno potuto apprezzare le sue doti umane, il suo non far pesare la sua cultura, il suo prendersi cura delle esigenze più spicciole di tutti. Nell’Istituto carcerario è stato un punto di riferimento anche per i volontari di numerose associazioni, cristiane e di altre religioni. Due anni fa la scoperta del tumore alla laringe. Dopo lunghe sedute di chemio e radio è stato sottoposto a un lungo intervento chirurgico al Gemelli di Roma, che lo ha privato della voce, certamente il suo dono più prezioso che gli permetteva di comunicare con una padronanza di linguaggio e una profondità culturale che arrivavano al cuore. Sono stati mesi di vero calvario, che don Sandro ha saputo affrontare con grande serenità e soprattutto grande fede. Purtroppo le cure non hanno sconfitto il male. Pochi giorni fa nell’Hospice di Civitavecchia è finito il lungo calvario. Per tutti quelli che lo hanno accompagnato negli ultimi mesi, tra cui i sanitari dell’Hospice “Carlo Chenis”, è stato una testimonianza di amore e di accettazione serena della volontà di Dio.

Salesiani Italia Centrale, tre webinar con lo sguardo rivolto agli adolescenti al tempo del Covid

A causa della pandemia in corso, che investe persone, famiglie e comunità, il microcosmo quotidiano si è profondamente modificato.

In questa situazione di emergenza, dalle caratteristiche inedite, l’Osservatorio Salesiano per i diritti dei minori, in sinergia con la Circoscrizione Salesiana “Sacro Cuore” – Italia Centrale e Salesiani per il Sociale – Italia Centrale, propone tre webinar con lo sguardo rivolto principalmente agli adolescenti.

Gli obiettivi sono fondamentalmente due. Fornire, da una parte, un contributo a più livelli capace di far emergere i loro vissuti, le reazioni e le capacità di adeguarsi al nuovo e preoccupante scenario; dall’altra offrire una riflessione più ampia sulle sfide da affrontare per la tutela e la promozione dei loro diritti. Il tutto, in un momento storico in cui le diseguaglianze aumentano e le Istituzioni tardano a dare risposte efficaci in ambito educativo.

In questo peculiare 2020, il 20 novembre si celebrerà il 31° anniversario della Convenzione sui diritti dell’infanzia e adolescenza. Pertanto, i webinar saranno anche un’occasione per verificare il percorso fatto e quello ancora da compiere, consapevoli che ciò è divenuto ancora più urgente in seguito al propagarsi della pandemia con tutte le implicazioni nelle molteplici sfere individuali e collettive.

L’undicesimo Rapporto di aggiornamento sul monitoraggio della Convenzione, a cura del Gruppo di Lavoro per la Convenzione sui diritti dell’infanzia e adolescenza, oltre ad essere un valido strumento per tale verifica può fornire importanti spunti di riflessioni da cui prendere avvio al fine di portare avanti nuovi percorsi di ricerca e azione.

I webinar saranno focalizzati su ambiti tematici diversi, ma unico vuole essere il file rouge che s’intende seguire: riportare all’attenzione delle Istituzioni, dell’agenda politica e della società civile le persone di minore età, i loro bisogni e diritti.

  • 4 dicembre 2020La condizione degli adolescenti di fronte alle nuove regole: tra resilienza e fragilità.
  • 5 marzo 2021I diritti negati al tempo del Covid-19: le nuove disuguaglianze.
  • 3 aprile 2021Nuove sfide: il Covid-19 quale occasione per ripensare strategie e politiche.

 

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Opere Sociali Don Bosco, open week online per far conoscere la scuola

Dal 23 al 27 novembre 2020 le Opere Sociali Don Bosco si aprono (non ancora in presenza ma in modalità digitale e on-line) alle famiglie e ai ragazzi che vogliono conoscerci di più. I docenti, i formatori, i catechisti, gli educatori del Centro di Formazione Professionale “E. Falck” e della Scuola Secondaria di Secondo Grado “E. Breda” (Istituto Tecnico Tecnologico e Licei) si renderanno disponibili per guidarvi in tour virtuali della scuola, in lezioni aperte, in appuntamenti dedicati…

Il tutto utilizzando la app di Google Meet e il canale video di Youtube. Maggiori dettagli, gli orari delle singole iniziative, le modalità di partecipazione… verranno pubblicati su questo sito appena disponibili. Nel frattempo, per chi se lo fosse perso, è disponibile la registrazione dell’Open Day on-line di sabato 7 novembre scorso. Eccola assieme al video di benvenuto del nostro Direttore, don Elio Cesari.

 

 

Don Bosco Verona: grazie all’Associazione Mani Giovani si fa pratica di umanità

di Francesca Bonotto

Il campus dell’Istituto Don Bosco di Verona accoglie la comunità attiva con aiuti concreti alle famiglie e alle persone in difficoltà, soprattutto in questo delicato e difficile periodo di emergenza. L’attività principale comprende la distribuzione di generi alimentari per più di un centinaio di famiglie veronesi in difficoltà. Le materie prime vengono donate da imprese e attività a cui sta a cuore l’aiuto reciproco, oltre che da realtà più grandi come il Banco Alimentare e il Pastificio Rana. La varietà serve a coprire le prime necessità e i bisogni primari di grandi e piccini. Il tutto viene distribuito grazie all’associazione “Mani Giovani”, fondata una quindicina d’anni fa da un gruppo di ex-allievi dell’Istituto Don Bosco di Verona per dare continuità all’azione spontanea del salesiano don Marcello Rizzo, il quale aveva iniziato questa buona pratica come aiuto concreto alla situazione di povertà e per coinvolgere i ragazzi a cui insegnava in un progetto di volontariato sociale. L’associazione provvede, assieme ai tanti volontari e alla complicità dell’Istituto Salesiano, al confezionamento dei pacchi e alla loro consegna. L’aiuto alimentare non basta a colmare le esigenze delle famiglie e delle persone in difficoltà, ma rappresenta un punto di partenza e una sicurezza essenziale. Il rapporto che l’associazione è riuscita a creare con le persone racconta la cura del progetto sociale e umanitario: una piccola differenza di grande valore.

Guarda il video

 

X edizione del Festival della Dottrina sociale della Chiesa a Torino

Dal 23 al 26 novembre Torino sarà protagonista del percorso intitolato ‘Memoria del futuro‘ per la decima edizione del Festival della Dottrina sociale della Chiesa.

Di seguito il comunicato per l’invito alla partecipazione e la locandina dell’evento.

Visita il sito dell Evento

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Gentilissime/gentilissimi

Il Festival della Dottrina Sociale della Chiesa (DSC) è l’evento culmine di un anno di impegni e attività, che alla fine di novembre, oramai da 9 anni, si svolge con partecipanti da tutta Italia e diversi Paesi del mondo a Verona, mossi ed ispirati dalla gratuità del bene comune, dalla sussidiarietà e solidarietà nel confrontarsi, ritrovarsi e fare rete sui propri territori. Questi i principi ispiratori della Dottrina Sociale della Chiesa, che assieme all’idea cardine della persona al centro, propone valori universali, condivisibili anche dai non cattolici. Monsignor Adriano Vincenzi ha chiuso la scorsa edizione dichiarando che il Festival nella sua continuità sarebbe giunto in 10 città nel 2020.

Torino è la città dei santi sociali, protagonisti attivi dell’evangelizzazione. La Chiesa torinese, con la sua ricchezza di carismi ed organizzazioni, ha sempre mantenuto nel corso dei decenni questa sua caratterizzazione specifica, di essere nella società civile seme e fermento della novità di Cristo. Per questo e altri motivi abbiamo deciso di proporre la nostra città ad ospitare una serie di iniziative a partire dal 23 novembre al 26 novembre 2020. Il titolo del percorso è:

 

MEMORIA DEL FUTURO

Comunità educanti e imprenditive:

le radici torinesi della Dottrina Sociale della Chiesa

per alimentare il futuro

 

L’Obiettivo del percorso non è solo promuovere un evento ma è la proposta di scrittura della CARTA DEI VALORI DI TORINO: la declinazione dei valori della DSC alla luce della realtà del territorio torinese con riferimento alle azioni concrete che i cattolici locali condividono e propongono a tutti i soggetti del territorio.

Gli incontri si svolgeranno in diretta live dal canale Opera Torinese del Murialdo e dal canale Atelier dell’Impresa Ibrida.

Altri incontri si svolgeranno sulla Piattaforma ZOOM con iscrizione obbligatoria.

Nella speranza di trovare la vostra adesione vi chiediamo di divulgare a tutte le persone che riterrete interessati.

Mi è gradita l’occasione per porgere cordiali saluti.

Alessandro Svaluto Ferro

Direttore Pastorale Sociale e del lavoro

Villa Sora Frascati, La lotta al cyber-bullismo inizia tra i banchi di scuola – e prosegue con la D.A.D.

Pubblichiamo l’articolo scritto dagli studenti dell’istituto salesiano Villa Sora di Frascati, sulle iniziative messe in campo contro il bullismo.

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Parlare di cyber-bullismo è importante tra le giovani generazioni che sui social network trascorrono gran parte del proprio tempo. Per comprendere quanto sia rilevante l’utilizzo dei social e della presenza on line per i più giovani può risultare utile tenere in considerazione quanto ci viene indicato dal Censis nel “16° Rapporto sulla comunicazione I MEDIA E LA COSTRUZIONE DELL’IDENTITÀ”, pubblicato a febbraio 2020, dove si sottolinea come: “essere connesso è il principale veicolo di socializzazione e di formazione della propria identità tra le generazioni più giovani”.

Con la “Didattica A Distanza” sono aumentate ulteriormente le ore che i ragazzi trascorrono davanti ad uno schermo, dunque è ancora più importante incrementare l’attività di contrasto al cyberbullismo.

In questo contesto l’Istituto Scolastico di Villa Sora ha messo in campo una serie di iniziative per promuovere il corretto utilizzo dei social e la consapevolezza che la propria presenza on-line ha ripercussioni nella vita reale propria e altrui.

Il tema sarà trattato sotto due punti di vista grazie alla collaborazione di alcuni professionisti: la dott.ssa Silvia Campagna, collaboratrice dell’Osservatorio Salesiano per i diritti dei minori presenterà l’aspetto giuridico della questione; mentre il dott. Brecciaroli, psicologo della scuola, affronterà il tema dal punto di vista psicologico e relazionale. Gli studenti potranno ascoltare dalla voce di professionisti concreti riferimenti al fenomeno del cyberbullismo e dialogare per condividere dubbi e risorse necessarie nel caso ci si trovi in situazioni tali.

Le classi sono state coinvolte oggi, martedì 17 novembre 2020, e lo saranno ancora venerdì 20 novembre. Il convegno, che si svolgerà a distanza, attraverso la piattaforma “Meet”, riguarderà le classi del primo anno dei tre licei dei tre indirizzi: classico, scientifico e delle scienze umane.

Nei prossimi giorni sarà inoltre disponibile on-line una nuova sezione sul nostro sito, grazie alla quale sarà possibile segnalare eventuali esperienze di cyber-bullismo, per chiedere aiuto, o raccontare la propria testimonianza per dimostrare ai coetanei che fermare i cyber-bulli è possibile.

Sito di Villa Sora

Casa don Bosco resta aperta on line come museo virtuale

Pubblichiamo l’articolo di Marina Lomunno, uscito su Avvenire, sull’apertura online del museo Casa Don Bosco di Valdocco, inaugurato il 14 ottobre ma momentaneamente chiuso al pubblico per l’emergenza sanitaria.

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«Benvenuti a Valdocco, culla del carisma salesiano. Qui don Bosco e sua mamma Margherita hanno accolto i primi ragazzi di strada, i primi orfani. Qui siamo nati noi, salesiani di don Bosco. Sono sicuro che questa casa ti racconterà il grande dono che è don Bosco per i giovani e per la famiglia salesiana di tutto il mondo».

Sono le parole di don Ángel Fernández Artime, rettor maggiore e decimo successore del santo dei giovani che accolgono i visitatori del nuovo Museo aperto al pubblico nella Casa Madre dei salesiani, con accesso dal cortile interno della Basilica di Maria Ausiliatrice, lo scorso 4 ottobre ma momentaneamente chiuso a causa dell’emergenza Covid.

A tagliare il nastro con le autorità (lo spazio espositivo ha il patrocinio della Regione Piemonte e della città di Torino) è stato il rettor maggiore stesso che ha sottolineato come già il nome dato al Museo “Casa don Bosco” indichi lo spirito con cui si è pensato. E cioè, in 4mila metri quadrati, tre piani e 27 spazi espositivi, si vuole condurre il visitatore dai luoghi della prima comunità dell’oratorio inventato da don Bosco, spazi poveri e semplici come il refettorio dove mangiavano i primi ragazzi, alle camerette del santo, al lungo corridoio dove passeggiava confessando i suoi giovani, fino alle testimonianze provenienti da tutto il mondo dell’avventura educativa che oggi ha raggiunto i ragazzi “discoli e pericolanti” in 133 nazioni dei 5 continenti, come ha sottolineato don Cristian Besso museologo di Casa don Bosco.

«Ciò che desideriamo trasmettere a chi entra nel Museo – evidenzia don Guido Errico, rettore della Basilica di Maria Ausiliatrice – è il senso della comunità che ha creato attorno a sè don Bosco, con un piccolo nucleo di ragazzi poveri e orfani che vivevano qui giorno e notte, di una famiglia che oggi è diventata una “multinazionale educativa” con 14mila salesiani sparsi per il mondo, 30 santi e venerabili che perpetuano il sistema preventivo casa-scuola- mestiere ed educazione alla fede ma che non ha perso il senso delle origini: pastorale giovanile per i giovani più bisognosi, pastorale missionaria, devozione a Maria, pilastro del carisma salesiano».

Mamma e insegnante, una laurea in Storia dell’arte e una specializzazione in Museologia, Stefania De Vita è la direttrice del Museo che ha coordinato l’allestimento durato due anni catalogando migliaia di pezzi, «dagli oggetti personali di don Bosco a un affresco del ’300, ai paramenti dei primi collaboratori del santo, uno per tutti Michele Rua, dalle pietre che i ragazzi raccoglievano nei fiumi cittadini, il Po e la Dora, e portavano a Valdocco per costruire l’oratorio: il materiale espositivo è talmente ricco che ci sono due archivi a disposizione e i “pezzi” che non sono ancora visibili, nonostante l’ampiezza della superfice a disposizione, ruoteranno periodicamente nelle teche delle sezioni del Museo».

Insomma La Casa don Bosco non si può raccontare bisogna viverlaperché qui si respira il miracolo della vita di un santo contadino che, partito con la mamma dalle colline alla porte di Torino, ha saputo realizzare un sogno: dare speranza alla gioventù derelitta della Torino dell’Ottocento, conclude don Leonardo Mancini, ispettore dei salesiani del Piemonte e della Valle d’Aosta: «Riscoprire le nostre origini percorrendo queste sale dove è nata la famiglia salesiana ci fa riscoprire l’idea di famiglia che ha spinto don Bosco a fondare la congregazione per dare di più ai ragazzi che hanno avuto di meno. Questi muri ci ammoniscono che questa continua ad essere la nostra missione».

«Purtroppo a causa della recrudescenza dell’epidemia che con l’ultimo Dpcm ha decretato il Piemonte Zona rossa da venerdì 6 novembre il Museo è chiuso – conclude don Errico – ma in un mese di apertura abbiamo staccato ben 1.600 biglietti e avevamo già molte altre prenotazioni. Speriamo che la Pandemia si affievolisca e che nel periodo natalizio “Casa don Bosco” possa riaprire». Per il momento sul sito www.museocasadonbosco.it si può entrare nel Museo virtualmente: quando sarà possibile la visita, gratuita e se si desidera guidata dai volontari, occorrerà prenotarsi alla mail: info@museocasadonbosco.

Avvenire

Salesiani Scandicci, apre la comunità semiresidenziale: “In tempo di chiusura…noi apriamo!”

Dal sito dei Salesiani di Scandicci.

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Oggi, venerdì 13 Novembre, memoria del Beato Artemide Zatti (infermiere), annunciamo l’apertura della Comunità Semiresidenziale, un bel segno di apertura alla città e al territorio in tempo di chiusura.

”In ognuno di questi ragazzi, anche il più disgraziato, v’è un punto accessibile al bene. Compito di un educatore è trovare quella corda sensibile e farla vibrare”. Per chi frequenta ambienti salesiani (o conosce Don Bosco) questa frase la conosce molto bene. E’ stata radice, faro e orizzonte chiaro, per tutto il percorso di riflessione e realizzazione della nostra comunità semiresidenziale per minori Michele Magone a Scandicci. 

Due anni di riflessione, discernimento, studio, coinvolgimento di molte persone e professionalità, lavori e scelte, e adesso “Ci siamo!”. “Ci siamo” (finalmente!) è la frase che ricorre di più nei messaggi, nelle chiamate, negli incontri  che abbiamo fatto in questi giorni. E “Ci siamo” vuol dire “Esserci”, in modo pieno, essenziale, vuol dire “stare”… ad abbracciare,  ad incontrare, a sorridere, a piangere, a parlare, ad ascoltare. 

Un’idea che nasce anche come risposta ad un’esigenza del territorio per il quale  la tutela dell’infanzia e dell’adolescenza ha sempre rappresentato una delle priorità nelle  politiche sociali e dove la sinergia con l’attività de La Melagrana Associazione di Promozione  Sociale Aps e dei Salesiani di Scandicci, che da sempre si propongono di realizzare attività  di prevenzione e di supporto alle famiglie, ha portato alla costituzione di una rete educativa  solida.  

La Semiresidenziale, situata in una vera e propria casa, accoglierà fino a 18 ragazzi al giorno,  maschi e femmine, dai 6 ai 14 anni, inviati dai servizi sociali del territorio o dall’associazione  stessa e sarà aperta dal lunedì al venerdì dalle 13.00 alle 19.00. 

A sostegno dei ragazzi è stata creata un’Equipe di educatori che metterà a disposizione tempo  e professionalità insieme a un gruppo di volontari attivi, pronti a condividere con passione le  varie sfide che si presenteranno. Una comunità educativa che accompagna, come una famiglia,  in questo lungo e meraviglioso cammino. Tutto con un obiettivo ben preciso: la relazione e la  fraternità.  

Guardando a don Bosco ed inserendoci nella cornice educativa del Sistema Preventivo, siamo  pronti a partire con questo nuovo e stimolante progetto, consapevoli che mentre tutto chiude,  noi apriamo. 

Oggi è Venerdi 13 Novembre 2020 

Si, venerdì 13… e per di più del 2020! 

No, non siamo scaramantici: siamo solo coraggiosi! 

Presidente La Melagrana Aps 

Yuna Kashi Zadeh

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MGS ILE, Forum Giovani: Operatori di Pace

Si svolgerà con la modalità online il Forum MGS della ILE rivolto ai giovani. “Operatori di Pace” è il titolo e si svolgerà il 29 novembre.

Il Forum Giovani MGS è un’occasione di riflessione e confronto tra giovani che richiama i giovani dai 18 anni ai 29 anni, con un’attenzione particolare ad animatori degli oratori, giovani educatori e formatori, universitari di Lombardia, Emilia Romagna, Svizzera e San Marino.

La giornata si svolgerà quasi interamente in forma online, su piattaforma Zoom. Per le realtà in cui sono permessi spostamenti (Emilia Romagna) è possibile riunirsi negli oratori di riferimento per partecipare insieme al Forum Giovani MGS.

La giornata sarà così strutturata:

  • 09.00 Saluti e accoglienza (Zoom)
  • 09.15 Preghiera delle Lodi (Zoom)
  • 09.30 Incontro con la famiglia di Tiziano Chierotti, alpino caduto a Bakwa (Afghanistan) durante un’Operazione di Pace dell’ONU. In questo incontro farà da moderatore don Cesare Galbiati, salesiano cappellano militare in missione a Bakwa con Tiziano. (Zoom)
  • 11.00 – 14.00 Santa Messa e tempo libero per il pranzo (nelle realtà locali) → Ognuno nella propria realtà può partecipare ad una Messa in Parrocchia
  • 14.30 Incontro con le testimoni: Sr Carolina Iavazzo e Rosaria Cascio rispettivamente collaboratrice e allieva del beato don Pino Puglisi. (Zoom)
  • 16.00 Saluti e avvisi prossimi appuntamenti, apertura del Padlet (Zoom)

NB: Per la partecipazione sarà necessario scaricare l’applicazione di Zoom sul proprio dispositivo, è possibile farlo tramite il link che verrà inviato agli iscritti.

Iscrizioni entro lunedì 23 novembre

Iscrizioni

 

Bari Redentore, l’intervista a don Francesco Preite: “Clan in agguato, i nostri ragazzi tornino a scuola”

La Repubblica ha intervistato don Francesco Preite, parroco e direttore di Bari Redentore sull’emergenza che sta travolgendo le famiglie in difficoltà: senza una connessione, seguire la scuola a distanza è impossibile. E i ragazzi hanno bisogno della scuola.

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L’ultima telefonata è arrivata da una mamma. «Viviamo in un monolocale in quattro: io, mio marito e due figli – ha implorato – Senza connessione Internet, senza un dispositivo per collegarsi alle lezioni. Mio figlio ha bisogno della scuola». Ancora un appello che ha fatto tremare il cuore di don Francesco Preite, direttore dell’istituto salesiano Redentore. Al parroco del quartiere Libertà i genitori affidano le loro ansie per i pericoli quotidiani e per le incognite sul futuro. «Comprendo le decisioni che servono ad arginare la pandemia – ripete don Francesco – ma ci sono ragazzi fragili da tutelare. Per loro uno Stato previdente deve immaginare qualche eccezione».

Chi sono i suoi ragazzi?
«Sono giovani con l’intelligenza nelle mani. Ragazzi svegli e vivaci, con grande praticità ed enorme voglia di applicarsi. Non mi piace stigmatizzarli come giovani che hanno vissuto un fallimento nel tradizionale percorso scolastico, ma certamente sono arrivati da noi perché hanno avuto delle difficoltà. Ora studiano per diventare elettricisti o meccanici».

Voi intervenite in piena età dell’obbligo scolastico.
«Al momento abbiamo 60 ragazzi da 14 a 18 anni. Nello specifico una ventina sono più grandicelli e hanno un percorso già avviato, giunto ormai alla fase dei tirocini e degli stage, mentre due classi da 20 allievi ciascuna sono in pieno obbligo formativo, da 14 a 16 anni. Abbiamo partecipato anche a un avviso pubblico contro la dispersione scolastica».

I più piccoli sono arrivati a gennaio.
«E subito il lockdown ha interrotto le lezioni in presenza. Neppure il tempo di ritrovarsi a settembre, che l’ordinanza regionale ha imposto anche al Redentore la Fad, ovvero la formazione a distanza, esattamente come per la didattica nelle scuole statali. Questa pandemia sanitaria si sta trasformando sempre più in pandemia educativa, con disastri ed effetti peggiori. Evidenzia le disparità di chi possiede e di chi non ha i mezzi, mette a nudo le fragilità di una società che non riesce a tutelare e a garantire i diritti specialmente alle fasce più giovani e più fragili».

Gli appelli delle famiglie sembrano rimbombare.
«Le lezioni da casa non sono uguali per tutti: il mondo della formazione professionale non ha ricevuto alcun aiuto per sostenere l’acquisto di device per le famiglie. Purtroppo l’alternativa è la strada, e per strada non ci sono sempre persone amiche. Ci sono i clan, che non aspettano altro che approfittare delle difficoltà della povera gente».

I ragazzini senza scuola sono le prede più appetibili, quando la crisi morde.
«Io sono preoccupatissimo, perciò chiedo di intervenire prevedendo una serie di deroghe. Noi abbiamo un numero davvero esiguo di alunni: disponiamo peraltro di spazi enormi, in cui sarebbe possibile frequentare le lezioni delle materie base rispettando tutti i protocolli di sicurezza e le distanze necessarie».

La Puglia rischia di diventare zona rossa.
«Non metto in dubbio che la priorità sia tutelare la salute e contenere il rischio del contagio. Ma mi chiedo: fra la strada e la scuola, quel è il luogo più sicuro? Pensiamo almeno ai minorenni in pieno obbligo formativo. La strada certamente non rispetta i protocolli sanitari. Non rubiamo loro il futuro: stiamo vedendo con quale forza e con quale violenza si esprime poi la rabbia dei ragazzi delle periferie del mondo, che si sentono derubati e dimenticati. È ora di intervenire, di trovare una soluzione condivisa. Prima che sia troppo tardi».