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ICP – Il 10 Settembre ritrovo MGS al Colle don Bosco

Ripartono le attività, inizia un nuovo Anno Pastorale all’insegna del #ShareTheDream “Noi Ci S(t)iamo”, ed è tempo di ritrovo MGS al Colle don Bosco (Piemonte).

L’appuntamento è in programma il 10 settembre dalle ore 09:30 alle ore 21:30 ed è rivolto a ragazzi e ragazze del Movimento Giovanile Salesiano che inizieranno dalla prima alla quinta superiore.

Il contributo all’iniziativa è di € 10 comprensivo di pranzo, apericena e maglietta. Chi partecipa all’evento è invitato a portare la cena al sacco ed una biro.

Informazioni:

Don Alberto Goiaalberto.goia@31gennaio.net
Suor Carmela Busiapastorale@fma-ipi.it

Iscrizione:

Iscrizioni entro mercoledì 8 settembre presso il responsabile del proprio centro.
A breve il link dedicato ai responsabili per l’iscrizione dei gruppi.

Programma della giornata:

 

  • Accoglienza

    H. 09:30
  • Gioco

    H. 10:30
  • Momento formativo

    H. 11:00
  • Pranzo

    H. 13:00
  • Gioco

    H. 13:30
  • Attività

    H. 15:00
  • Apericena e cena al sacco

    H. 19:30
  • Serata

    H. 20:15
  • Buona notte

    H. 21:30

 

Semi e cammini di spiritualità

Per questa ultima newsletter prima della pausa estiva, proponiamo un “raccoglitore” di alcuni temi di approfondimento sulla spiritualità per i cammini rivolti ai giovani.

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Essendo questo un campo grande quanto la vita e la fede… indichiamo solo alcuni temi di approfondimento, tralasciando altri più specifici e trattati altrove.

SPIRITUALITÀ COME IDENTITÀ CRISTIANA – di Riccardo Tonelli

Il tema scelto per questo studio potrebbe risultare superato in partenza: una ricerca sulla «spiritualità»? E, per di più, per i giovani d’oggi?
Siamo consapevoli che il termine può risultare equivoco, evocativo di modelli cristiani che molti ormai hanno messo a disuso.
Parliamo di spiritualità per riaffermare invece una esigenza imprescindibile dell’esperienza cristiana. Diamo però a questa voce una dimensione ampia e totalizzante.
Pensiamo alla spiritualità come ricerca sulla identità cristiana, come significato globale di vita, capace di unificare, nella prospettiva del senso, i singoli gesti che qualificano l’uomo cristiano.
Spiritualità giovanile è quindi per noi il tentativo di «inventare» una immagine di giovane cristiano, proponibile oggi a quei giovani che se la sentono di giocare la propria vita per Gesù Cristo, nella sua Chiesa e che, a partire da questa decisione radicale, si interrogano sul proprio quotidiano esistere come uomini nuovi.
Con questa pretesa, vogliamo superare due stimoli, che riteniamo negativi: da una parte, la riproduzione, con qualche aggiustamento di ammodernizzazione, di molte spiritualità tradizionali, consapevoli che la riflessione antropologica e teologica attuale ha modificato i presupposti su cui si reggevano quei progetti; dall’altra, la tentazione, facile quando non si riesce a trovare modelli praticabili, di svuotare l’esperienza cristiana della sua irrinunciabile dimensione «spirituale».
Si tratta invece, come dicevamo, di affermare a piena voce l’esigenza di spiritualità; ma di farlo in modo che essa risulti una proposta teologicamente e antropologicamente corretta, significativa. È cioè un evento di salvezza, per i giovani d’oggi.

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Museo Casa Don Bosco all’interno del programma formativo per gli animatori dell’Ispettoria ICC

Dall’agenzia salesiana ANS.

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Torino, Italia – luglio 2022 – Dal 19 al 22 luglio si sta svolgendo il programma formativo per gli animatori della Circoscrizione Salesiana Italia Centrale (ICC). All’interno del programma, organizzato dall’équipe di Pastorale Giovanile dell’Ispettoria ICC, è compresa la visita al Museo Casa Don Bosco, Valdocco, che permette ai giovani del MGS di seguire letteralmente i passi di Don Bosco alla nascita della sua missione a Valdocco. Don Michael Pace, SDB, Vice-Direttore del Museo Casa Don Bosco racconta ad ANS: “Al piano interrato approfondiamo il protagonismo dei giovani e le origini dello spirito di famiglia condiviso nei refettori, nella cucina e persino nella cantina della prima casa permanente dell’Oratorio. Al primo piano, i giovani apprezzano lo sviluppo architettonico della cittadella salesiana, tre sogni carismatici di Don Bosco, e i suoi principali collaboratori. La sala dei quadri presenta capolavori originali dell’Ottocento che non solo abbellivano le chiese dell’Oratorio ma facevano parte integrante del progetto educativo-pastorale maturatosi all’Oratorio. Al secondo piano l’umanità di Don Bosco, meditata nella camera della sua vita e in quella della sua morte, si apre alla contemplazione della sua santità da cui nasce la santità del grande albero della Famiglia Salesiana nel mondo, ormai radicata in trentadue rami. I giovani fanno la sintesi di tutto questo vivendo i sacramenti della Riconciliazione e dell’Eucaristia, proprio qui dove Don Bosco ha fatto amare ai suoi ragazzi questi incontri privilegiati con il Signore”.

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Investire nell’Obiettivo di Sviluppo Sostenibile 4.7 – don Miguel Angel García Morcuende

Si è svolge oggi l’evento dal titolo “Investire nell’Obiettivo di Sviluppo Sostenibile 4.7: Potenziare il potere trasformativo dell’educazione” a latere del Forum Politico di Alto Livello delle Nazioni Unite sullo Sviluppo Sostenibile attualmente in corso a New York (5-12 luglio 2022). Come relatore introduttivo, don Miguel Angel García Morcuende, Consigliere Generale per la Pastorale Giovanile della Congregazione Salesiana. Di seguito l’articolo pubblicato da ANS.

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ONU – Investire nell’Obiettivo di Sviluppo Sostenibile 4.7: “Potenziare il potere trasformativo dell’educazione”. Intervento del Consigliere Generale per la Pastorale Giovanile

Si svolge oggi, a partire dalle ore 13:30 (UTC+2), un evento a latere del Forum Politico di Alto Livello delle Nazioni Unite sullo Sviluppo Sostenibile attualmente in corso a New York (5-12 luglio 2022), sotto gli auspici dell’ECOSOC, il Consiglio Economico e Sociale delle Nazioni Unite. Tale evento a latere, patrocinato da “Salesian Missions”, la Procura Missionaria salesiana con sede a New Rochelle, negli Stati Uniti d’America, ha per tema: “Investire nell’Obiettivo di Sviluppo Sostenibile 4.7: Potenziare il potere trasformativo dell’educazione” e vede come relatore introduttivo don Miguel Angel García Morcuende, Consigliere Generale per la Pastorale Giovanile della Congregazione Salesiana.

L’evento patrocinato da “Salesian Missions”, grazie alla collaborazione di don Thomas Pallithanam, rappresentante salesiano presso l’ECOSOC, intende affrontare la necessità impellente di un’educazione integrale, con particolare attenzione alla meta n° 7 dell’Obiettivo di Sviluppo Sostenibile (OSS) n° 4 (“Garantire entro il 2030 che tutti i discenti acquisiscano la conoscenza e le competenze necessarie a promuovere lo sviluppo sostenibile, anche tramite un educazione volta ad uno sviluppo e uno stile di vita sostenibile, ai diritti umani, alla parità di genere, alla promozione di una cultura pacifica e non violenta, alla cittadinanza globale e alla valorizzazione delle diversità culturali e del contributo della cultura allo sviluppo sostenibile”).

Sebbene siano stati compiuti notevoli progressi in questo campo, ancora non sono stati raggiunti i vari obiettivi prefissati. E, nonostante l’educazione sia sempre stata vista come un fattore di sviluppo, le disuguaglianze nel mondo continuano a crescere.

Gli obiettivi di cui al punto 4.7 possono rendere l’educazione veramente trasformativa.

E mentre la comunità internazionale si prepara al Summit sull’Educazione Trasformativa del settembre 2022, la sfida da vincere è quella di rendere l’educazione un vero e proprio motore di sviluppo.

Nel suo discorso introduttivo, don García Morcuende richiama innanzitutto la figura di Don Bosco, “una persona che fu fortemente impegnata nell’educazione, un grande costruttore di opere educative per le nuove generazioni, alle quali trasmise molti valori attraverso la scuola, la cultura e la formazione professionale: i suoi ragazzi venivano formati per essere lavoratori onesti e competenti, attori sociali dotati di grande senso civico, di cittadinanza attiva. Il suo è un messaggio moderno per i tempi di allora e di oggi”.

Sul modello del fondatore, il Consigliere Generale per la Pastorale Giovanile fa derivare la concezione dell’educazione salesiana: “Nella nostra istituzione, la Congregazione Salesiana, l’educatore è sempre attento ai bisogni quotidiani dei giovani, è consapevole del suo impatto trasformativo in campo educativo, sociale e anche politico”.

E ricorda anche che per i Salesiani, presenti in 134 Paesi del mondo, con oltre 3.000 scuole, più di 700 Centri di Formazione Professionale e 90 Centri di istruzione superiore, oltre 1.000 centri dedicati alla popolazione giovanile più bisognosa, “è necessario mettere a punto un’intuizione intellettuale ed emotiva del mondo giovanile, soprattutto di quello più ‘abbandonato’: l’educazione, se non è integrale, oggi non è più efficace”.

Sviluppando il suo pensiero don García Morcuende argomenta ancora che “la società deve fare in modo che tutte le persone ricevano un’educazione integrale basata sul dialogo, sull’uso responsabile della libertà, sulla scoperta e sullo sviluppo delle competenze che abbiamo, sull’autonomia come capacità di autoregolazione di ognuno di noi, sull’empatia verso gli altri, e in breve, il suo interesse è quello di trasformarci in cittadini con sentimenti equilibrati e con la possibilità di sviluppare le nostre competenze”.

Si tratta, in poche parole, di coltivare “i valori degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, senza i quali l’educazione non può essere trasformativa”.

Per questo il Consigliere Generale richiama anche gli appelli di Papa Francesco per un Patto Globale sull’Educazione, così come il convergente Summit sull’Educazione Trasformativa di settembre 2022 convocato dal Segretario Generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, entrambi mossi dalla consapevolezza che “Più i giovani sono educati ai valori, meglio possono lavorare per rendere questo mondo un posto migliore, dove regnino la pace e la giustizia e dove nessuno sia lasciato indietro”.

L’evento è moderato da Barbara Terenzi, Responsabile dell’Ufficio per i Diritti Umani e l’Advocacy dell’ONG salesiana “Volontariato Internazionale per lo Sviluppo”, e vede gli interventi anche di altre personalità e rappresentanti di agenzie internazionali, ONG e realtà impegnate a favore dei Diritti Umani.

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Note di Pastorale Giovanile, il gruppo di redazione si ritrova e prepara il prossimo anno

Con la riflessione guidata da Padre Mauro Lepori, Abate generale dei Monaci Cistercensi, si è svolta la riunione conclusiva dell’anno per la redazione di Note di Pastorale Giovanile. Il gruppo, quasi al completo, si è ritrovato nella nuova sede del Centro Nazionale delle Opere Salesiane.

L’intervento di Padre Lepori, intervistato da don Rossano Sala, direttore della rivista, è stato incentrato su quattro tematiche: il mondo e la chiesa, i giovani e gli adulti, educazione pastorale e vocazioni e poi uno sguardo su tematiche interessanti e lo stile sinodale. Nuclei di riflessione utili per il pensiero della redazione sulla programmazione del prossimo anno della rivista.

Per la prima area tematiche, il superiore dei Cistercensi ha sottolineato come in questo momento, anche su invito di Papa Francesco, siamo chiamati come Chiesa alla missione, che non si riduce a una attività ma a una dimensione del rapporto con Dio.

Sul tema dei giovani e degli adulti, Padre Lepori pone l’attenzione sulla necessità di riscoprire la vocazione dell’adulto che genera. “I giovani – ha detto – chiedono di essere accompagnati. Non hanno avuto genitori che li hanno generati nella fede, il rischio è che concepiscano la fede come una trasmissione di regole”.

“La cultura vocazionale – ha risposto Padre Lepori a don Rossano Sala sulla terza provocazione – è Dio che mi sceglie, la vocazione riduce la cultura dello scarto perché riafferma il primato della grazia”.

Con l’ultimo tema, Padre Lepori ha toccato la questione della sinodalità, della “gioia del cammino: è meglio iniziare processi di vita che spartirsi posti di potere”, ha detto. “Il tema della libertà e della responsabilità relazionale: cosa vuol dire vivere in comunità? Questo tema è importante per vivere anche l’affettività, perché manca l’esperienza di vera famiglia”.

Dopo la riflessione, è stato il momento dei lavori di gruppo per mettere sul tavolo proposte concrete da realizzare nel prossimo anno di vita di Note di Pastorale Giovanile.

Il gruppo di redazione ha concluso i suoi lavori consegnando alla direzione molte proposte che ora verranno rielaborate per la programmazione editoriale dell’anno 2022/2023.

Con don Bosco un’estate al sud

La proposta estiva dell’Ispettoria Meridionale, dal sito Don Bosco al Sud.

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Un lungo cartellone di appuntamenti scandisce l’estate della Pastorale Giovanile da giugno a settembre con campi, feste, esperienze e convegni per fasce d’età e destinatari diversi della Famiglia Salesiana dell’Ispettoria Meridionale. Proposte variegate che consentiranno di trascorrere questa stagione non solo all’insegna del divertimento ma anche della formazione, condivisione, rigenerazione per il corpo e lo spirito nello stile salesiano.
A giugno Grumento Nova sarà la location del Campo Lavoro (dal 9 al 14) e del Campo Savio (dal 15 al 19 per ragazzi e ragazze della scuola media) con attività ricreative, laboratoriali e momenti di preghiera che guideranno i destinatari a costruire una relazione più solida e personale tra loro e con Dio.
Durante la prima settimana di luglio, con gli oratori attivi nei campi estivi, per regione saranno radunati centinaia di bambini, ragazzi e animatori delle case salesiane per la consueta Festa dell’Estate Ragazzi.
Dal 17 al 24 luglio, al culmine del percorso formativo della Scuola di Mondialità, i giovani coinvolti vivranno un’Esperienza missionaria di fede, comunità e di servizio nei contesti di povertà e disagio di Taranto.
A cavallo tra luglio e agosto ritornano i Campi formativi del Movimento Giovanile Salesiano a Santeramo in Colle: dal 26 al 29 luglio per la fascia adolescenti (1°-2° superiore), dal 29 al 3 agosto per gli animatori (3°-5° superiore).
Ad agosto, dall’8 al 16, una trentina di giovani pellegrini in compagnia dei delegati di PG Sdb e FMA partiranno per la penisola iberica, per un cammino personale e naturalistico che li condurrà a Santiago di Compostela.
Durante l’ultimo fine settimana, a Roma, l’annuale Convegno di PG riunirà salesiani e laici delle Comunità Educativo-Pastorali per la presentazione della proposta pastorale 2022-23 e degli obiettivi dei settori di animazione ispettoriale.
Il Campo Biblico, dal 29 al 2 settembre, proporrà a ragazzi e ragazze dai 18 anni ai 30 anni, un’esperienza comunitaria alla luce della Parola di Dio nella suggestiva scenografia paesaggistica di Righio (Calabria).
A settembre i delegati locali del Movimento Giovanile Salesiano, con il nuovo coordinatore dell’Italia Meridionale, durante l’Assemblea Territoriale (2-4 settembre) programmeranno gli obiettivi e le azioni da condurre per il nuovo anno di animazione, sia a livello ispettoriale che regionale.
L’estate si concluderà, infine, con il Campo vocazionale itinerante che farà tappa a Roma, a Genova e a Torino. Sarà un’esperienza dedicata a giovani dai 18 ai 29 anni che vorranno sperimentare il discernimento spirituale.

Consulta la locandina con tutti gli appuntamenti, cliccando QUI, e dedicati del tempo prezioso scegliendo la proposta più adatta a te per vivere con don Bosco un’estate al sud.

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Un bene che è “comune”

di Alessio Cantaluppi, per la rubrica “I mille volti della solidarietà”

“Ho imparato che il problema degli altri è uguale al mio. Sortirne tutti insieme è politica”
Questa frase di don Lorenzo Milani mi ha accompagnato nel percorso politico che mi ha portato ad essere dapprima Consigliere Comunale e in seguito Sindaco di Lipomo, il paese in cui sono cresciuto e in cui, fin da piccolo, ho frequentato l’oratorio e la parrocchia.
Ho scelto proprio questo motto perché sono convinto che politica è occuparsi del bene comune, cioè farmi carico dei problemi degli altri come se fossero problemi miei.
Da questo approccio derivano alcune interpretazioni del concetto di politica per me imprescindibili.
Fare politica significa schierarsi, non rimanere indifferenti.
Fare politica significa lavorare per creare comunità.
Fare politica significa non lasciare indietro nessuno.
Fare politica è, in un certo senso, una forma di amore. Una forma di carità.
Non ho frequentato una vera e propria scuola di politica, ma gli anni di formazione ed educazione cristiana sono stati importanti perché intuissi che anche io -come tutti- avrei potuto contribuire alla costruzione di una società più giusta.
E una società giusta è quella in cui i più deboli non sono lasciati soli e in disparte.
Nel cammino di crescita ho avuto la fortuna di incontrare persone che con le parole, ma soprattutto con l’esempio della loro vita, mi hanno mostrato cosa significhi dare concretezza a questi pensieri. Don Roberto Malgesini è stata la persona che più di tutte mi ha insegnato il significato e la bellezza di mettersi a servizio degli altri.
Ci tengo a sottolineare che non c’è un unico modo di mettersi al servizio degli altri. La politica è uno di questi, ma non è certo l’unico. Anzi sono convinto che ciascuno nella propria vita può trovare la strada che più è nelle sue corde. Quel che conta e che può fare la differenza è il coraggio di scegliere. Nel lavoro, in famiglia, nelle relazioni personali. È lo sguardo con cui ci approcciamo ad ogni ambito di vita che fa la differenza.
Personalmente ho provato ad esprimere la ricerca del bene comune attraverso l’impegno politico nel mio paese. Una scelta impegnativa, perché ogni giorno mi pone di fronte a situazioni in cui non è sempre semplice intuire quale sia la cosa giusta. Negli anni mi sono costruito una “bussola”, indispensabile per orientarmi.
Fermo restando che politica e religione non sono e non devono essere la stessa cosa, sono proprio i valori e lo stile di vita cristiano ad essere la mia bussola.
Attenzione ai più deboli, dialogo, ricerca del bene comune, sostenibilità ambientale: ecco alcuni punti cardinali che orientano le mie scelte.
Si sente spesso dire che la politica è una cosa sporca e che “tanto sono tutti uguali”.
Al contrario io sostengo con forza che la politica che guarda al bene comune è una cosa bella.
Ciascuno può dare il proprio contributo.

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Italia – Risultati e prospettive della III Scuola per Delegati ispettoriali per la Pastorale Giovanile Salesiana

Dall’agenzia ANS.

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(ANS – Torino) – Sono terminate mercoledì 18 maggio le attività della III Scuola di Delegati ispettoriali per la Pastorale Giovanile Salesiana. Le sessioni formative, che hanno coinvolto circa 50 Delegati ispettoriali di Pastorale Giovanile provenienti da tutto il mondo, sono state organizzate in moduli teorico-applicativi i cui insegnamenti si sono concentrati intorno ad una pluralità di temi di assoluta rilevanza.

Tali temi sono stati:

1. Visione antropologica e chiavi interpretative del modello educativo pastorale salesiano.

2. Fonte carismatica del modello educativo pastorale salesiano: Il Sistema Preventivo ed il “cuore oratoriano”.

3. La leadership pastorale, lo sviluppo di relazioni interpersonali significative e il fronteggiamento dei conflitti.

4.  Organicità e continuità nella Pastorale Giovanile: dinamiche all’interno di un’Ispettoria, gestione delle commissioni e gruppi in ambito pastorale ispettoriale.

5. Intervento pastorale nelle Comunità Educativo-Pastorali e nei diversi settori della Pastorale Giovanile: criteri di verifica, elementi di significatività e cammino verso una maggiore significatività.

6. Integrazione di competenze personali, relazionali e accompagnamento spirituale nella vita del Delegato.

7. Comprensione della Pastorale del “contagio”, del “vieni e vedrai”, l’animazione vocazionale che narra con il proprio volto raggiante e la propria gioia di vivere ciò che capita ad una persona che offre il suo “sì” al Signore.

8. Implicanze della progettazione nei diversi aspetti dell’esperienza educativa e pastorale (cultura della riflessione, “fermarsi, pensare e agire” per il Progetto Organico Ispettoriale, il Progetto Educativo Pastorale Salesiano Ispettoriale): la decisione pastorale esige che si giunga al concreto della programmazione.

9.  Visita guidata ai luoghi salesiani che hanno visto lo svolgersi della splendida avventura umana e cristiana di Don Bosco: le sue scelte, i valori ispiratori e le sue realizzazioni acquistano così una singolare forza evocativa e pastorale.

10. Promozione dell’ecologia integrale, il valore della musica e della preghiera con i giovani.

“Da queste giornate nascono alcune sfide che siamo chiamati ad affrontare come animatori ispettoriali di Pastorale Giovanile – ha commentato don Miguel Angel García Morcuende, Consigliere Generale per la Pastorale Giovanile –: quella della fiducia, che non ha paura di offrire una proposta coraggiosa, evangelicamente esigente e al tempo stesso profondamente umana; quella della lucidità, che ci aiuta a non perdere il modello salesiano di fare pastorale e tenere fisso lo sguardo su ciò che conta nei diversi momenti storici; quella della convinzione, che la sequela di Cristo vale la pena, e che il dono totale di sé alla causa del Vangelo è qualcosa di stupendo e bello che può dare un senso a tutta una vita”.

È stata un’esperienza salesiana che ha riacceso il senso di appartenenza alla Congregazione, ha risvegliato il desiderio di ravvivare nei confratelli la carità pastorale e una attenzione verso le nuove periferie.

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Inventare il futuro. La testimonianza di Armida Barelli

di Paola Bignardi

La beatificazione di Armida Barelli è un evento di grande significato, in particolare per la Chiesa e per la società italiane. La sua spiritualità, i suoi linguaggi, il suo modo di fare sono quelli tipici del suo tempo, eppure sono percorsi, come linfa sotterranea, da una tensione verso il futuro che molte delle sue scelte hanno indicato e precorso. Penso in particolare a ciò che la Barelli ha fatto per le giovani donne, in un tempo in cui erano semplicemente “angeli del focolare”, con espressione poetica a coprire tante storie di umiliazione, di sfruttamento, di subordinazione.
Con la sua beatificazione, la Chiesa propone un modello cui guardare, in un tempo in cui la promozione della donna nella Chiesa e nella società è un processo tutt’altro che compiuto.

Una vita straordinaria

Armida Barelli nasce a Milano nel 1882, seconda di sei figli. La sua è una famiglia borghese che guarda con sospetto il mondo clericale. Tuttavia Armida frequenta la scuola delle Orsoline e poi il collegio in Svizzera. Qui vive le sue prime esperienze religiose; non una folgorazione ma la scoperta a poco a poco del valore dei passi che conducono verso Dio. E Dio la condusse a scegliere di vivere verginità e apostolato, restando nel mondo.
Profonda è la sua gioia nello scoprire come nella sua vita di laica permaneva la possibilità di una comunione con il Signore: «Mi canta nell’animo l’amore del Signore; in strada dico ogni giorno il Rosario intero e mi pare di essere sola con lui anche in mezzo al frastuono; Dio mi ha investita». Si è colpiti dalla gioia di questa scoperta che è una grande acquisizione per la vita dei laici: la possibilità della comunione con il Signore dentro la vita ordinaria, dentro il frastuono della città, dentro un’esistenza fatta delle cose comuni a tutti, in tram o tra gli impegni, facendo anticamera o incontrando le persone.

Promuovere le donne: la Gioventù Femminile di Azione Cattolica

La grande opera della Barelli fu soprattutto la fondazione della Gioventù Femminile di Azione Cattolica, L’avventura ha inizio nel ’17, quando il card. Ferrari, arcivescovo di Milano, le propone di impegnarsi per incrementare l’associazionismo cattolico ambrosiano, presente in appena quattro parrocchie della città. Armida, in pochi mesi, favorì la nascita di 90 circoli con 5000 iscritte. Dopo l’eco di quei successi Benedetto XV la nominò vicepresidente delle donne cattoliche, con particolare incarico per il settore giovanile: è il 1918. In ogni diocesi nacque la Gioventù Femminile di Azione Cattolica (GF), che riunì oltre un milione di giovani. Esse venivano formate ad una religiosità consapevole e matura che doveva esprimersi in famiglia e nella società.
L’opera di formazione e di alfabetizzazione religiosa compiuta dalla Barelli attraverso la GF fu veramente straordinaria. Si pensi ai catechismi e ai corsi di esercizi spirituali, che coinvolsero un numero imponente di giovani donne in un’esperienza di formazione spirituale che non poteva non lasciare un’impronta. Nel 1936 si iscrissero alla gara di “cultura religiosa” per giovani donne più di 500 mila socie. Nel 1938 “Squilli di risurrezione”, il giornale che arrivava alle socie, raggiunse 1 milione e 119 mila copie che arrivavano nelle case: una cifra sbalorditiva, soprattutto considerando i tempi.
Nel 1928 la Barelli fondò insieme a padre Gemelli l’Opera della Regalità, impegnata nella promozione del movimento liturgico, attraverso iniziative per convegni e ritiri e la diffusione di un opuscolo settimanale che illustrava i testi della messa. La celebrazione eucaristica, infatti, era in latino e la gente non capiva la Parola di Dio e il senso della liturgia: ben prima del Concilio, dunque, Armida promuove la vita liturgica della comunità cristiana attraverso dei sussidi che, settimana dopo settimana, intendevano porre alla portata di tutti la Parola di Dio e il contenuto della liturgia. Ancora una volta un’azione formativa, mossa dalla necessità di una vita cristiana consapevole, che non fosse fideistica e fondata su un volontarismo vuoto, bensì capace di esprimere ragioni prima di tutto davanti a se stessi.
La Barelli si è adoperata moltissimo per portare le donne fuori dalle mura domestiche in un tempo in cui questo non era abituale; per aiutarle a superare un atteggiamento di sottomissione affidando loro una missione ecclesiale e sociale; per favorire l’emancipazione ecclesiale e sociale della donna attraverso la cultura e la responsabilità: due ambiti in cui ancor oggi nella Chiesa le donne più difficilmente riescono ad essere coinvolte.
Si tratta di iniziative che, tutte, parlano di intraprendenza, di coraggio, del gusto di inventare il futuro.

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Valdocco: iniziata la III Scuola di Delegati ispettoriali per la Pastorale Giovanile Salesiana

Il 4 maggio è iniziata una delle proposte fatte nella programmazione del sessennio 2020-2026 del Settore per la Pastorale Giovanile: l’accompagnamento e la qualificazione dei Delegati ispettoriali per la Pastorale Giovanile, alla quale partecipano 46 delegati di tutte le Regioni. Di seguito la notizia riportata dal sito di ANS.

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(ANS – Torino) – Il 4 maggio è iniziata una delle proposte fatte nella programmazione del sessennio 2020-2026 del Settore per la Pastorale Giovanile: l’accompagnamento e la qualificazione dei Delegati ispettoriali per la Pastorale Giovanile. Tre sono gli scopi di questa iniziativa alla quale partecipano 46 delegati di tutte le Regioni. In primo luogo, offrire una visione approfondita del modello educativo-pastorale salesiano, in linea con il “Quadro di Riferimento” per la Pastorale Giovanile Salesiana. Vengono ripresi anche le esperienze o servizi di animazione ed orientamento vocazionale, le strategie e gli interventi educativi riguardanti i giovani e la preghiera, il tema del rapporto giovani, musica e media e, per ultimo, l’ecologia integrale.

In secondo luogo, fornire delle competenze adeguate e abilità chiavi per animare, gestire e coordinare le dinamiche del servizio di animazione pastorale ispettoriale, vale a dire, il rapporto con: l’Ispettore e il suo Consiglio, le comunità e le opere, l’Equipe Ispettoriale di Pastorale Giovanile e le commissioni e gruppi di animazione ispettoriale, la Famiglia Salesiana, la propria “Job description” ed il Settore per la Pastorale Giovanile Salesiana.

Per ultimo, favorire la crescita personale attraverso la riflessione sui vissuti, l’interiorizzazione e la rielaborazione personale delle motivazioni, nel contesto della identità carismatica salesiana a Valdocco. Si lavora dunque sulle attitudini personali, le abitudini personali di lavoro, le buone abitudini per la vita emozionale, la cura della vita spirituale e la cultura della riflessione e della valutazione.

Un’importanza speciale in questi 15 giorni di formazione è data ai momenti di celebrazione, di lettura e di riflessione individuale, di confronto in tavoli di lavoro e di momenti di spiritualità a Valdocco e sui luoghi salesiani.

Nella festa di Domenico Savio, il 6 maggio, don Miguel Angel García Morcuende, Consigliere Generale per la Pastorale Giovanile, ha ricordato:

“San Domenico Savio all’Oratorio di Valdocco si mise a camminare veloce sulla strada che Don Bosco gli tracciò ‘per farsi santo’: non solo con l’impegno nella preghiera e nello studio, facendo del bene agli altri, ma anche con l’allegria. Se la musica ha bisogno della cavità del flauto, le lettere della pagina bianca, la luce del vuoto della finestra, la santità salesiana ha bisogno dell’allegria. La vera santità salesiana consiste nel compiere la volontà di Dio con il sorriso”.

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