Caserta, l’oratorio resta aperto: la mobilitazione ha funzionato

Dal quotidiano Avvenire.

***

Ha funzionato la protesta per non far chiudere completamente l’oratorio salesiano di Caserta, accusato da alcuni vicini di fare rumore. Per difenderlo sono scesi in piazza «tutti gli uomini dell’oratorio»: attori, musicisti, sportivi e rappresentanti delle istituzioni. E così, nell’ultima decisione prima dell’estate, il giudice civile del tribunale di Santa Maria Capua Vetere ha respinto tutte le richieste incidentali di abbattimento del palatenda o di stop delle attività oratoriane nei cortili interni; restano validi solo i blocchi già stabiliti negli anni passati. Una vittoria momentanea, perché il giudice ha rinviato tutto alla chiusura del processo (la prossima udienza si terrà a fine anno); ma intanto le attività andranno avanti – se non fosse per il covid che ne ha bloccata una parte, momentaneamente, per alcuni contagi. Nello stesso tempo il Coordinamento civico per l’oratorio non si ferma, organizzando per l’autunno nuove clamorose iniziative. «Ci stiamo preparando – conferma Mauro Giaquinto, responsabile del Coordinamento – per spiegare l’importanza dell’oratorio a tutti i casertani». Si è mobilitato addirittura l’attore Toni Servillo, principe del teatro e del cinema italiano nonché ex allievo dei salesiani di Caserta: «In questo oratorio – ha spiegato Servillo in un video – ho visto i primi film importanti della mia vita: da Tarkovskij a Rossellini, Bergman, Pasolini. E grazie a chi favoriva la musica, il teatro e il cinema ho avuto le mie prime esperienze in palcoscenico». Anche Franco Marcelletti, l’unico allenatore di basket italiano ad aver vinto uno scudetto con una squadra del Sud (la JuveCaserta, allora Phonola) viene da qui: «Gran parte della mia adolescenza – racconta – l’ho trascorsa ai salesiani da convittore. È stato il periodo più impegnativo della mia vita, segnato da sacerdoti fondamentali per la mia crescita e la mia educazione. Lo studio era molto selettivo, ma non abbiamo fatto mai assenze a scuola, proprio perché ci sentivamo parte di un progetto». E poi il questore di Roma, Carmine Esposito, è stato un ragazzo dell’oratorio di Caserta: «Nell’istituto Sacro Cuore di Maria ho trascorso un tempo felice tra entusiasmo e interminabili tornei di calcio. Quanta serenità c’era tra noi, con sentimenti di cristiana fraternità. Il campetto di sola terra battuta ha lasciato spazio ad altre importanti strutture, ma con lo stesso valore. L’oratorio è anche luogo di studio e preghiera: un presidio contro l’illegalità». A spendere la voce per i ragazzi che vogliono continuare a giocare e crescere nell’oratorio anche Peppe Servillo, fratello di Toni e vincitore con gli Avion Travel del Festival di Sanremo 2000: «Lo ricordo come un’esperienza importante e complessa per me. Intorno a don Alfonso Alfano si raccolse la migliore gioventù casertana di quel tempo e con lui diede vita a un’intensa attività sportiva, musicale e culturale. Ci è stato insegnato soprattutto un valore in particolare: l’arte della condivisione e del saper ascoltare gli altri». Sulla pagina Fb del Coordinamento civico altri interventi di uomini delle istituzioni come Gerardo Bianco, ex ministro dell’Istruzione, e di tante altre
“normali”. «Abbiamo ricevuto tanto affetto. E tanto ne restituiremo», assicura don Antonio D’Angelo, direttore dell’Istituto.

 

A scuola senza bulli 2021: iniziativa del Corecom Campania all’oratorio di Salerno

Dal sito di Telecolore.

***

A scuola senza bulli 2021, primo appuntamento in presenza ospitato dall’oratorio dei Salesiani don Bosco di Salerno per la campagna promossa dal Corecom Campania, in collaborazione con la presidenza del consiglio regionale e Agicom, contro bullismo e cyberbullismo per una corretta educazione digitale

Il prof. don Andrea Bozzolo è il nuovo Rettore dell’UPS

Il 30 giugno la Congregazione per l’Educazione Cattolica ha emesso il Decreto (prot. n. 467/2021) che nomina il prof. Andrea Bozzolo Rettore Magnifico dell’Università Pontificia Salesiana. Il suo mandato, come stabilito dal Decreto esecutivo (9 luglio 2021, prot. n. 41/2021) del Gran Cancelliere d. Ángel Fernández Artime, avrà inizio a partire dal 3 agosto 2021.

Il prof. Bozzolo è docente dell’Università Pontificia Salesiana dal 1999. Attualmente è Professore Ordinario di Teologia Sistematica della Facoltà di Teologia, nella sezione di Torino, di cui è stato Preside dal 2008 al 2017. È anche Professore incaricato di Teologia Sistematica presso la Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale e di Teologia del matrimonio presso l’Istituto Giovanni Paolo II per studi su matrimonio e famiglia.

È Socio dell’Associazione Teologica Italiana, ha collaborato con il Pontificio Consiglio per la Famiglia (2014-2015). Ha partecipato come Esperto al Sinodo dei Vescovi “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale” (3-28 ottobre 2018) e agli ultimi due Capitoli generali della Congregazione Salesiana.

Nato a Mondovì (CN) nel 1966, Andrea Bozzolo è salesiano dal 1986 e sacerdote dal 1995. È Dottore in Lettere Classiche con una tesi difesa nel 1992 a Torino su “L’ermeneutica di Agostino. Teoria e lettura dell’Enarratio in Ps. 103”.

Nel 2002, presso la Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale, ha conseguito il Dottorato in Teologia Sistematica con una tesi dal titolo: “L’effettività sacramentale della fede. Mistero, simbolo e rito in Odo Casel”, pubblicata integralmente con il titolo “Mistero, simbolo e rito in Odo Casel” (Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano 2003). Il suo curriculum vitae è ricco di pubblicazioni nell’area della teologia sistematica e liturgica, e della pastorale e spiritualità salesiana.

“Conosco don Andrea Bozzolo fin da quando abbiamo cominciato insieme il cammino della vita salesiana, dal Noviziato agli studi filosofici e teologici, e ne ho una grande stima come salesiano e come qualificato e apprezzato docente”, le parole del Rettore uscente don Mauro Mantovani. “Ricordo per esempio il suo magnifico intervento qui all’UPS in occasione del Congresso internazionale «Giovani e scelte di vita» di settembre 2018, pochi giorni prima dell’inizio del Sinodo dei Vescovi, al quale ha partecipato in qualità di Esperto, sui giovani, la fede e il discernimento vocazionale. Mi fa particolarmente piacere che con la sua nomina venga valorizzata una delle nostre due sezioni della Facoltà di Teologia, quella di Torino, proprio appena dopo aver concluso l’80.mo dalla fondazione della nostra Istituzione, che nacque proprio lì dove Don Bosco stesso ha vissuto ed operato. Personalmente, e a nome dell’intera comunità accademica dell’UPS, porgo a don Andrea gli auguri più sentiti e più cordiali di buon lavoro, certo che il nuovo Rettore potrà contare sulla convinta collaborazione e sul sostegno e amicizia di ogni membro e componente della nostra Università. Mi metterò subito a sua disposizione sia per il necessario passaggio di consegne sia per tutto ciò di cui potrà aver bisogno per svolgere al meglio, fin da subito, il suo importante compito”.

Sito UPS

Osservatore Romano – Un oratorio contro la droga

Dal sito de L’Osservatore Romano, un articolo su don Roberto Cappelletti, missionario, originario dell’Ispettoria del Nord Est.

***

Nonostante tutte le nefandezze e gli orrori che gli esseri umani sono capaci di compiere, il mondo continua a non sprofondare perché la logica della generazione, che mette al mondo felicità per altri, dona vita e futuro alla famiglia umana disegnando la trama segreta e indistruttibile della storia. La generazione dei quotidiani miracoli dell’agape che tengono in vita gli esseri umani è nel grembo stesso di Dio.

Nello stato brasiliano di Acre, in territorio amazzonico, a Cruzeiro do Sul, cittadina di centomila abitanti, sta per nascere una nuova presenza missionaria che metterà al mondo vita buona per decine di bambini e giovani esposti a molti pericoli. Impegnato in questo lavoro bello di generazione è padre Roberto Cappelletti, 50 anni, salesiano. Ha vissuto sei anni in due missioni sul fiume Alto Rio Negro, prendendosi cura degli indigeni che vivevano in piccoli villaggi della foresta. È stato poi trasferito nello stato amazzonico di Rondônia, a Porto Velho, città di 500.000 abitanti, dove è responsabile di una parrocchia, dell’oratorio e delle attività promosse per i bambini e i ragazzi. Da qui, ogni mese, percorre 1200 chilometri di strada accidentata per recarsi a Cruzeiro do Sul e preparare la nuova missione voluta dal vescovo locale, il salesiano Flavio Giovenale: «Il dramma di questa cittadina confinante con il Perú è il massiccio traffico di droga: quando i ragazzi abbandonano gli studi o finiscono la scuola e non riescono a trovare lavoro vengono spesso arruolati dai trafficanti per spacciare», racconta padre Roberto. «Nell’area amazzonica vi sono famiglie solide e unite, attente all’educazione dei figli, ma moltissimi nuclei familiari sono fragili. I figli, spesso trascurati, cercano di fare soldi facili con la droga. La povertà è diffusa: agricoltura e allevamento – le principali attività – sono in mano a pochi, ricchissimi latifondisti i quali purtroppo riservano ai loro lavoratori stipendi umilianti».

Il vescovo Giovenale ha affidato ai salesiani la pastorale giovanile dell’intera città di Cruzeiro do Sul e la cura dei detenuti del locale carcere minorile. Obiettivo di padre Roberto è aprire un oratorio per accogliere bambini e ragazzi e avviare corsi professionali affinché i giovani possano trovare un impiego o aprire una piccola attività. In particolare, saranno organizzati corsi di panificazione, cucina, estetica, installazione e manutenzione di impianti elettrici. L’oratorio sorgerà nell’area dell’ex seminario maggiore, dove sono già presenti un campo di calcio e un campo al coperto per basket e pallavolo. In queste settimane si stanno ristrutturando i locali che accoglieranno la comunità salesiana e le diverse attività dell’oratorio. In un’altra area della città la Caritas locale ha messo a disposizione un capannone, anch’esso in fase di ristrutturazione, che ospiterà le aule dei corsi. I lavori termineranno entro alcuni mesi e già a dicembre sarà possibile iniziare a raccogliere le iscrizioni. «Da gennaio dell’anno prossimo dovrei andare a vivere stabilmente a Cruzeiro do Sul. Mi auguro che la Provincia salesiana di Manaus, alla quale appartengo, e la congregazione inviino almeno due confratelli: potremo così costituire una piccola comunità», dice padre Roberto, che in questo periodo sta valutando quali iniziative proporre nelle scuole della città; gli è stato infatti riferito che gli insegnanti, preoccupati per il futuro dei ragazzi, sono molto interessati ad accogliere i missionari e le loro proposte educative. «Penso che in questa città si lavorerà bene, le congregazioni religiose sono felici dell’arrivo dei salesiani», prosegue: «Il sindaco e l’assessore alle politiche giovanili, entrambi cattolici e coinvolti nella vita della Chiesa locale, sono molto disponibili e aperti a ogni iniziativa che possa sostenere le giovani generazioni».

Intanto, a Iaureté (sull’Alto Rio Negro), padre Roberto ha quasi completato la costruzione di una casa che sarà in parte destinata a ospitare la comunità religiosa, in parte riservata ad accogliere quei bambini che, soprattutto nel fine settimana, vivono per strada, abbandonati a se stessi perché i genitori bevono e si ubriacano. Al contempo, a Porto Velho, dove a causa della pandemia scuole e oratori sono temporaneamente chiusi, il sacerdote, insieme ai Salesiani Cooperatori, ha avviato, grazie al sostegno della Fondazione Opera Don Bosco di Milano, un progetto di adozioni a distanza: con i fondi raccolti vengono sostenute le famiglie maggiormente in difficoltà alle quali sono consegnati regolarmente cibo e medicinali, e in alcuni casi sono pagate anche le visite mediche.

«Quando vivevo il mio sacerdozio in Italia, in estate accompagnavo i giovani in Madagascar. Durante quei viaggi compresi che la vocazione missionaria mi apparteneva e chiesi ai miei superiori di partire», dice padre Roberto. «Da allora ho sempre vissuto tra i popoli del Brasile, ai quali sono profondamente legato. Aprire una nuova presenza salesiana a Cruzeiro do Sul è un’avventura entusiasmante, anche se le difficoltà non mancano. Ma alla scuola di don Bosco ho imparato a darmi da fare e a confidare sempre nel Signore. Sogno che l’oratorio che stiamo costruendo possa anche diventare itinerante: vorrei che molte attività si svolgessero anche nei quartieri più poveri e periferici. I bambini e i ragazzi di questa cittadina, che il Signore guarda con sconfinato amore, hanno bisogno di essere accompagnati, guidati, sostenuti, hanno bisogno di qualcuno che li aiuti a costruire una vita buona. Lavorerò perseguendo questo obiettivo insieme a tutti coloro che vorranno dare una mano: l’alleanza degli adulti per il bene dei giovani è cruciale».

di Cristina Uguccioni

Vai al sito

A Foggia nasce “Casa Giò”, una nuova comunità di accoglienza per minori in difficoltà: l’inaugurazione il 16 luglio

Il 16 luglio verrà inaugurata una nuova Casa Famiglia per minori, “Casa Giò”, nel quartiere Candelaro di Foggia, dove i salesiani sono presenti oltre che con la Parrocchia, anche con l’oratorio e con l’associazione “Sacro Cuore”. Secondo la classifica “Qualità della vita 2021” del Sole 24 Ore, Foggia risulta ultima per il benessere dei bambini, al 107° posto subito la  provincia di Cosenza. In questo senso, in un quartiere carente di opportunità educative e in una città così difficile per i giovani si cerca di dare di più a chi dalla vita ha avuto di meno.

“Casa Giò” – Gio come amava firmarsi il fondatore dei salesiani Giovanni Bosco, Gio sta anche come casa dei giovani – è una Comunità che accoglierà in maniera residenziale dieci adolescenti feriti dai vissuti familiari, ragazzi che hanno bisogno di un recupero educativo, ma anche ragazzi stranieri non accompagnati. La presenza della Comunità sarà anche occasione per il territorio di incontro, confronto su proposte sociali e culturali. Un presidio ulteriore di legalità. Infatti, nella stessa giornata, si terrà il convegno “Povertà educativa minorile: riflessioni ed esperienze”, con la presenza di Mons. Vincenzo Pelvi, Arcivescovo della Diocesi di Foggia – Bovino, Michele Emiliano, governatore della Regione Puglia, Carmine Esposito, prefetto della Città di Foggia, Marilisa Magno, commissario prefettizio della città di Foggia, Giuseppe Centomani, dirigente CGM Puglia e Basilicata, Filomena Matera, presidente CROAS Puglia e don Francesco Preite, presidente di Salesiani per il Sociale APS. Ci sarà anche spazio per un momento formativo con Andrea Farina, docente di Legislazione minorile all’UPS e responsabile dell’Osservatorio Salesiano per i Diritti dei minori. Concluderà il convegno Don Angelo Santorsola, superiore dell’Ispettoria Meridionale dei Salesiani.

“È un sogno che viene da lontano e che si realizza grazie alla collaborazione tra Regione Puglia, Salesiani di don Bosco, Istituzioni ed Associazioni che desiderano una Foggia migliore: più attenta ai giovani che hanno avuto meno possibilità dalla vita. È un forte segno di speranza per tutti in una Città desiderosa di riscatto e per un Oratorio sempre più vicino ed attento ai giovani più fragili”, dice don Francesco Preite, presidente di Salesiani per il Sociale APS.

La Casa famiglia sarà gestita dall’associazione salesiana “Piccoli Passi Grandi Sogni aps” che in Puglia è presente con altre tre comunità educative per minori nelle case salesiane di Bari, Cisternino e Corigliano D’Otranto. Sabato 17 luglio, inoltre, sarà il Rettor Maggiore dei Salesiani, decimo successore di Don Bosco, don Ángel Fernández Artime a presiedere la celebrazione a “Casa Giò” e a impartire la benedizione.

“Casa Giò” è stata realizzata con il contributo della Casa Generalizia dei Salesiani, della Fondazione “Don Bosco nel Mondo”, dei “Salesiani per il Sociale APS”, di un contributo pubblico della Regione Puglia e grazie a tanti amici e benefattori dei giovani.

“Seme Divento”: presentazione del progetto adolescenti della CEI

Si terrà in modalità online il 12 luglio la presentazione del progetto adolescenti della CEI, “Seme Divento”. 

Si apre davanti a noi un tempo e uno spazio che promettono di essere nuovi. Per quanto sarà nelle nostre possibilità, so che tutti faremo lo sforzo di riprendere la vita quotidiana per amore del Vangelo che ci lega e al quale ci sentiamo chiamati. In questo sento che possiamo trovare un grande terreno di condivisione e lo sento a prescindere: la fiducia che tutti siamo nella Chiesa per condividere la stessa fede e passione la tengo stretta come bene indispensabile”, spiega don Michele Falabretti, responsabile dell’Ufficio Nazionale per la Pastorale Giovanile della CEI. “Alcuni anni fa le Commissioni episcopali che si occupano di catechesi, famiglia e giovani, diedero mandato agli Uffici CEI di lavorare sul tempo della mistagogia e sull’età dell’adolescenza. Il processo che stiamo inaugurando nasce da quel mandato e vuole essere un grande lavoro di semina per gli adolescenti e le loro famiglie. È un’impresa comune a cui facciamo appello per tutte le realtà ecclesiali che abitano ogni territorio: le parrocchie e gli oratori, le associazioni che le animano, i movimenti e tutte le realtà legate alla vita consacrata. La tradizione educativa italiana non è del tutto sguarnita, da questo punto di vista. Numerose sono le esperienze e le tradizioni già in atto. Molte, però, sono anche le realtà che fermano la propria attenzione all’età dell’infanzia. Il sogno è che questa nuova stagione che si apre, segni anche un impegno più condiviso per incontrare gli adolescenti con tutta la comunità cristiana aprendo processi educativi che la possano rinnovare profondamente. E sperando di poter far crescere una nuova generazione di giovani”, conclude. 

Programma: 

ore 15.00 – Saluti iniziali
ore 15.15 – inizio della presentazione del progetto.
Interventi di:
Nando Pagnoncelli: presentazione indagine Ipsos sugli adolescenti, commissionata appositamente in relazione al progetto.
Pierpaolo Triani: le linee pedagogiche nell’incontro con gli adolescenti
Don Valentino Bulgarelli, fra’ Marco Vianelli, don Michele Falabretti: le dimensioni pastorali del progetto

ore 17.30 – Domande ai relatori
Fine della presentazione

Per partecipare

 

La Santa Sede concede il Nulla osta per la Causa di Vera Grita, laica, Salesiana Cooperatrice

Dall’agenzia salesiana ANS.

***

(ANS – Città del Vaticano) – Con data 26 maggio 2021 la Congregazione delle Cause dei Santi ha comunicato al Vescovo di Savona-Noli, mons. Calogero Marino, il Nulla osta da parte della Santa Sede all’apertura della Causa di Beatificazione e Canonizzazione della Serva di Dio Vera Grita (1923-1969), Laica, Salesiana Cooperatrice. Il Nulla osta è l’autorizzazione da parte della Santa Sede all’apertura dell’Inchiesta diocesana in quanto dimostrato non esserci nulla presso i Dicasteri vaticani a carico della Serva di Dio che ostacoli la sua Causa.

Vera Grita, nata Roma il 28 gennaio 1923, fu insegnante di scuola elementare. Da quando a Savona, il 4 luglio 1944, venne calpestata dalla folla che fuggiva per un bombardamento, le lesioni riportate la segnarono irreparabilmente. Aveva 21 anni. Nonostante la malattia, accettò di insegnare in scuole periferiche dell’entroterra ligure: Rialto, Erli, Alpicella, Deserto di Varazze. A Savona, nella parrocchia salesiana di Maria Ausiliatrice, partecipava alla vita parrocchiale. Dal 1963 fu suo confessore il salesiano don Giovanni Bocchi; quando divenne Salesiana Cooperatrice (1967), si affidò alla guida di don Gabriello Zucconi.

Il 19 settembre 1967 iniziò l’esperienza mistica che la invitava a vivere a fondo la gioia e la dignità di figlia di Dio, nella comunione con la Trinità e nell’intimità eucaristica con Gesù ricevuto nella S. Comunione e presente nel Tabernacolo. “Il vino e l’acqua siamo noi: Io e te, tu e Io. Siamo una cosa sola: Io scavo in te, scavo, scavo per costruirmi un tempio: lasciami lavorare, non pormi ostacoli […] la volontà del Padre mio è questa: che Io rimanga in te, e tu in Me. Insieme porteremo gran frutto”. Fu il primo dei messaggi che costituiscono l’Opera dei Tabernacoli Viventi che Vera, lottando con il timore di essere vittima di un inganno, scrisse in obbedienza a don Zucconi.

Vera morì il 22 dicembre 1969. Nei messaggi sono espliciti i riferimenti a Don Bosco e al suo “da mihi animas cetera tolle” che tendono a rinnovare nei Salesiani il senso dell’unione con Dio e la fiducia in Maria Ausiliatrice, per donare Dio attraverso un apostolato instancabile che cooperi alla salvezza dell’umanità. L’Opera, per volontà del Signore, viene affidata in prima istanza ai figli di Don Bosco per la sua realizzazione e diffusione nelle parrocchie, negli istituti religiosi e nella Chiesa: “Ho scelto i Salesiani poiché essi vivono con i giovani, ma la loro vita di apostolato dovrà essere più intensa, più attiva, più sentita”.

La causa di Beatificazione della Serva di Dio Vera Grita è stata avviata il 22 dicembre 2019, 50° anniversario della sua morte, a Savona con la presentazione del Supplice libello al Vescovo diocesano mons. Calogero Marino da parte del Postulatore don Pierluigi Cameroni, SDB. Attore della Causa è la Congregazione salesiana.

ANS

“Amati e chiamati”: la Segreteria Nazionale MGS rilancia il cammino

A Rimini dal 25 al 27 giugno la Segreteria Nazionale MGS si è ritrovata in presenza dopo tanti mesi di distanza forzata.
Nell’aria c’era tanta voglia di condividere il cammino delle varie realtà territoriali salesiane e non ci poteva essere cornice migliore assicurata dalla splendida ospitalità della comunità salesiana di Rimini che ha recentemente rinnovato la casa di accoglienza.
Dopo una attenta verifica delle attività dell’anno (le tre consulte si sono tutte celebrate on line) si è preso in considerazione il Quaderno di Lavoro e il nuovo Ideario MGS che faranno da filo conduttore del cammino del prossimo anno.
Il bando per il nuovo logo MGS ha visto una trentina di proposte! Davvero una grande risposta. La prossima consulta sceglierà il più adatto.
Quest’anno si è fatto un balzo nella proposta tramite i social; le novene e le proposte di contenuto sono state viste dagli 11.000 collegati tramite facebook e da 2.000 giovani tramite Instagram.
Di buona lena si è preparata l’Assemblea MGS che si terrà all’Istituto “San Marco” di Mestre dal 22 al 24 ottobre sul tema del prossimo anno “Amati e chiamati – renditi umile, forte e robusto!”.
Constatare come in tanti oratori e scuole la passione di portare l’amore di Dio ai giovani ha trovato nuove creative forme ha fatto tanto del bene; a tutti sta a cuore che l’estate e ancor più il prossimo anno possano asciugare le lacrime e far riprendere i cammini di tanti ragazzi che le restrizioni pandemiche hanno “appesantito”. Il cuore di don Bosco batte forte!
La Segreteria Nazionale MGS

“Sulle strade d’Europa”, il 14 luglio presentazione del libro sulla dimensione sociale della fede di Renato Cursi

L’Università Pontificia Salesiana con l’editrice LAS presenterà il 14 luglio, con un evento on line, il libro di Renato Cursi, segretario esecutivo di Don Bosco International, “Sulle strade d’Europa. Giovani e dimensione sociale della fede per costruire il futuro”.

Si tratta di un volume su pastorale giovanile e dimensione sociale della fede, frutto della collaborazione di questi ultimi anni con la Rivista Note di Pastorale Giovanile e della rielaborazione quindi dei contenuti della rubrica “Lettere Europee”. Il volume offre pertanto un punto di vista su questi temi aperto all’orizzonte dell’integrazione europea, nell’anno della Conferenza sul Futuro dell’Europa.

Per partecipare

La Scala di Milano rilancia una stagione estiva per le vie della città: coinvolti anche i Salesiani di S. Ambrogio

Dall’edizione di Repubblica, a firma di Andrea Montanari.

***

«La Scala in città è un segnale importante – dice il sovrintendente della Scala Dominique Meyer – e spero diventi una tradizione da ripetere ogni anno prima dell’estate. Usciamo dalle mura prestigiose e andiamo incontro alla città». a pagina 3 La Scala «va in città». Mantiene la promessa e torna in periferia. Non solo come negli anni Settanta, nel periodo della politica culturale di Paolo Grassi. Diciotto spettacoli con ingresso gratuito, ma tramite prenotazione, dall’11 al 14 luglio. Protagonisti i primi ballerini del Corpo di ballo, che danzeranno perfino sospesi su una pedana montata sull’acqua della piscina dei Bagni Misteriosi.

«La Scala in città è un segnale importante – dice il sovrintendente della Scala Dominique Meyer – e spero diventi una tradizione da ripetere ogni anno prima dell’estate. Usciamo dalle mura  prestigiose e andiamo incontro alla città». a pagina 3 La Scala «va in città». Mantiene la promessa e torna in periferia. Non solo come negli anni Settanta, nel periodo della politica culturale di Paolo Grassi. Diciotto spettacoli con ingresso gratuito, ma tramite prenotazione, dall’11 al 14 luglio. Protagonisti i primi ballerini del Corpo di ballo, che danzeranno perfino sospesi su una pedana montata sull’acqua della piscina dei Bagni Misteriosi.

Le location vanno dalla Casa d’accoglienza intitolata a Enzo Jannacci alla Certosa di Garegnano. Dal cortile della chiesa Santa Maria della Fonte più conosciuta come Chiesa Rossa al cortile della Pinacoteca di Brera. A quello della farmacia dell’università Statale. E ancora, il cortile del teatro degli Arcimboldi, il Mulino di Chiaravalle, l’istituto Sant’Ambrogio Salesiani don Bosco, Spirit de Milan, il teatro Martinitt, Villa Litta Modignani, Villa Mirabello, Villa Simonetta e il gran finale al Piermarini. «La Scala in città è un segnale importante – spiega il sovrintendente della Scala Dominique Meyer – dopo tutti questi mesi di distanziamento. Ci credo molto e spero diventi una tradizione da ripetere ogni anno, prima dell’estate. Il teatro esce dalla sue mura prestigiose e va incontro alla città». L’assessore comunale alla Cultura Filippo Del Corno sottolinea che «Milano sta vivendo in questi anni una trasformazione della relazione tra città e cultura e credo che la Scala l’abbia interpretata in maniera molto efficace, con una proposta importantissima anche dal punto di vista simbolico. Siamo nella seconda estate dopo il lockdown e le misure di contenimento
anti-pandemia, c’è la necessità di trovare una relazione più diretta e più forte tra il mondo dello spettacolo dal vivo e la comunità cittadina». La giornata finale prevede gli Archi della  Filarmonica della Scala che eseguiranno Rossini, Vivaldi, Holst e Piazzolla. Si proseguirà con il coro scaligero diretto per l’ultima volta da Bruno Casoni (prima del pensionamento): si esibirà in sei cori di Rachmaninov, brani di John Rutter e di anomimi. Altri filarmonici suoneranno pezzi di Castelnuovo-Tedesco, Brahms fino al Danubio Blu di Johann Strauss. Per proseguire con i fiati che interpreteranno Verdi, la prima assoluta di Sunrise di Michele Mangani. E musiche di Puccini e Rossini. I primi ballerini del Corpo di ballo concluderanno la giornata con celebri pagine della danza. Da Sylvia al Lago dei Cign i. Movimento Stravinsky, Árbakkinn, Trio da Sentieri. Il passo a due da Cantata. I programmi degli spettacoli sono stati pensati per far conoscere a un pubblico nuovo i diversi volti e repertori dei complessi scaligeri con un filo rosso: l’omaggio ad Astor Piazzolla nel centenario della nascita. Ci saranno il coro femminile e l’organico completo, con brani che
andranno da Rachmaninov agli spiritual. Inizio dei concerti a seconda dei casi alle 15, 17, 18, 19,30, 21 e 21,30. Domenica 11 alle 18, per esempio, si potranno ascoltare il coro femminile a Villa Simonetta e gli Archi della Filarmonica al Mulino di Chiaravalle.

Mentre alla Casa di Accoglienza Enzo Jannacci in viale Ortles si esibiranno gli ottoni scaligeri. Lunedì 12 alle 21,30, invece, i primi ballerini danzeranno ai Bagni Misteriosi. Meyer commenta
anche il nuovo assetto organizzativo del teatro. «Qui alla Scala – osserva – il sovrintendente ha 19 poteri, ma ne delegava 14 o 15 al direttore generale. Ora che Maria Di Freda è andata in pensione, in teatro non ci sarà più questa figura. Piuttosto che avere un direttore generale penso che sia necessario dare più poteri ai diversi direttori, che sono validi, hanno molta esperienza e amano il teatro, e contemporaneamente creare un sistema di controllo di tipo “audit”, che non esisteva. Penso che ogni azienda moderna debba avere più libertà, e anche più controllo».

Gli appuntamenti Saranno diciotto, dall’11 al 14 luglio, a ingresso gratuito con prenotazione: si va dalle esibizioni del Corpo di ballo ai concerti dei musicisti della Filarmonica della Scala I luoghi Tra le location i Bagni Misteriosi, Casa Jannacci, i cortili della Chiesa rossa e degli Arcimboldi, il Mulino di Chiaravalle, lo Spirit de Milan e Villa Litta Modignani Il gran finale si terrà il 14 luglio alla Scala. Tra i protagonisti gli Archi della Filarmonica, il coro diretto per l’ultima volta da Bruno Casoni, i primi ballerini con celebri brani di danza.