Avvenire – Caserta, oratorio chiuso. È protesta

Su Avvenire, firma di Luigi Ferraiuolo, un articolo parla della chiusura dell’oratorio salesiano di Caserta, dovuta a una sentenza del tribunale: gli abitanti della zona vicina all’oratorio ne avevano chiesto la chiusura per i rumori.

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Dietro le maglie della rete dei campetti di calcio non c’è più nessuno. È spento l’oratorio salesiano di Caserta. Spento da un’ordinanza giudiziaria che lo obbliga a installare dei pannelli fonoassorbenti estremamente costosi e irraggiungibili per le finanze dei salesiani (ma anche in conflitto con le norme urbanistiche della città). La storia comincia qualche anno fa, con alcuni vicini infastiditi dall’ultima creatura dell’istituto: una tensostruttura che fa da palazzetto sportivo coperto; uno spazio necessario, perché tutti gli altri erano all’aperto e sotto la pioggia notoriamente non si può giocare, e poi si tratta comunque di un investimento che – insieme ai campetti di calcio o di basket -, è messo a servizio dei ragazzi dell’oratorio e degli alunni delle scuole. I quali però evidentemente disturbano; così cominciano le trafile giudiziarie. Le udienze si susseguono, le decisioni sembrano giocare a rimpiattino tra ricorsi cautelari urgenti e procedimenti ordinari; ancora il prossimo 1° aprile è prevista una seduta a
Palazzo di giustizia. Intanto è arrivata la pandemia: in pratica le attività sportive sono ferme e l’oratorio sopravvive attraverso gli incontri on line, segno evidente della resilienza di oratoriani, laici e sacerdoti.

«L’oratorio di Caserta – spiega don Antonio D’Angelo, direttore dell’Istituto salesiano – da cent’anni e più offre opportunità ai giovani, ma purtroppo ora stiamo vivendo un momento critico per una serie di cause che ci impediscono di restare aperti. Una società è civile nella misura in cui è attenta ai più deboli e appunto i giovani sono una fascia debole all’interno della società, un mondo che va protetto: per loro bisogna inventarsi qualsiasi cosa, pur di offrire degli spazi per incontrarsi, per crescere in spiritualità, cultura e socializzazione». Così i casertani si sono costituiti in un Comitato civico per chiedere che l’oratorio della città – che accoglieva anche gli ultimi, quelli che non hanno nemmeno un posto per ritrovarsi – ritorni a vivere e pulsare.

«Non possiamo più attendere – interviene infatti Mauro Giaquinto, responsabile del Coordinamento cittadino a favore dell’organismo salesiano -. Ora, accanto al già esistente comitato San Giovanni Bosco di sostegno all’Istituto, è nato un gruppo specifico per chi ha a cuore l’oratorio. Rispettiamo le necessità di tutti, ma l’oratorio c’è da sempre con le sue attività sportive e faremo di tutto per far capire che non si può fermare. L’oratorio è della città intera e la gioia dei ragazzi non deve diventare un incubo». Forse la soluzione si potrebbe trovare con un po’ di buona volontà, abbandonando le carte bollate e sedendosi a un tavolo; alla fine, basterebbe regolare gli orari di apertura. La speranza dei casertani è che ci sia un giudice anche a Santa Maria Capua Vetere.

 

Assemblea TGS: proposte, idee e progetti per il futuro

Pubblichiamo il racconto dell’assemblea nazionale del TGS, che si è svolta in modalità on line il 20 marzo.

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Oggi siamo qui a raccontarvi come è andata la XXXVI Assemblea Nazionale della Associazione TGS – Turismo Giovanile e Sociale che si è svolta sabato 20 Marzo 2021 in modalità online (vedi precedente post: “Assemblea Nazionale TGS 2021: il programma”).

Alla mattina, puntuali alle ore 10.00, dopo un momento iniziale di accoglienza e di saluti in attesa che tutti i partecipanti si connettessero, vi è stato il “Benvenuto degli Enti Promotori” curato da Don Roberto Dal Molin, Presidente CNOS che ci ha offerto alcune preziose indicazioni su come affrontare le sfide associative di questi tempi.

A seguire siamo entrati nel vivo della sessione formativa dell’assemblea, caratterizzata da “Proposte, progetti e idee per il futuro: 3 esperienze, 3 racconti, 3 modi di pensare il turismo oggi”.

La prima testimonianza è di Lavinia D’Andria, una ragazza “cresciuta  a pane e Don Bosco”, laureata in Ingegneria, ma con una passione nel cuore: diventare guida turistica; da un incontro con un’amica archeologa sono nati dei tour guidati con l’obiettivo di avvicinare i turisti alla storia della città di Taranto in modo diverso dal solito.

Il secondo intervento è di Veronica D’Ortenzio, laureata in storia dell’arte, che ha spiegato come l’oratorio non sia solo un luogo per “far giocare i giovani”, ma anche un laboratorio di cultura, nella convinzione che lo studio della Storia dell’Arte possa consentire di spiegare grandi cose in maniera semplice.

L’ultima testimonianza è di Andrea Manzo, che ci ha raccontato del progetto “VirtualTrips”: tour virtuali nelle città di tutto il mondo; a percorrere i luoghi è, magari dall’altra parte del globo, una guida con la quale si interagisce tramite chat, mentre una mappa visualizza la sua posizione precisa nella città – utile per tornare a visitare gli stessi luoghi dal vivo quando si potrà tornare a viaggiare.

Le tre testimonianze sono state accolte da grande entusiasmo da parte dei partecipanti all’assemblea, coinvolti in condivisioni di gruppo al termine della mattinata. Tutti e tre gli ospiti hanno trasmesso grande passione in quello che fanno e hanno offerto molti spunti di riflessione. È come aver preso una boccata d’aria fresca, ossigeno puro: grandi esempi di speranza, di progettualità creativa e di come reinventarsi per non farsi bloccare dalla paura e dallo scoraggiamento, nel limbo del tempo sospeso che stiamo vivendo.

Dopo la fondamentale pausa pranzo, al pomeriggio si è svolta la sessione più istituzionale e “tecnica” della giornata: lettura, analisi e votazione della Relazione sullo Stato dell’Associazione anno 2020, del Bilancio consuntivo 2020 e del Bilancio preventivo 2021. Infine la proposta di cooptazione di un nuovo consigliere, a prendere il posto di un consigliere dimissionario. Si tratta di passaggi tecnici che possono sembrare pura e semplice “burocrazia”, ma rappresentano invece momenti importanti che fotografano l’Associazione oggi. Fermarsi e comprendere a che punto è l’Associazione permette di riallinearsi e di consentire poi a ciascun gruppo locale di proseguire il proprio percorso ma con obiettivi comuni a cui tendere.

Verso le 17.30, dopo la “Buonanotte degli Enti Promotori” curata da Suor Anna Razionale, Presidente CIOFS, l’Assemblea si è ufficialmente conclusa.

Ecco alcune riflessioni sulla giornata. Il primo contributo è del Presidente TGS Eurogroup, Bruna Rainaldi:

L’Assemblea Nazionale  GS ci ha regalato una sessione di formazione particolarmente interessante: Lavinia, Veronica ed Andrea hanno un entusiasmo travolgente, la loro resilienza e la capacità di reinventarsi, in questo periodo di stagnazione di tutte le attività collegate al turismo, ha dato una scossa a tutti noi, ricordandoci che per coinvolgere i giovani non bisogna aspettare tempi migliori ma si può rendere utile questo tempo limitante se si ha la forza di inventare sempre nuove occasioni, anche a distanza, per riflettere sulla ricchezza artistica del nostro Paese, sulla nostra storia e sulle nostre radici. Il tutto in puro stile salesiano, con speranza, attraverso l’aspetto ludico e valorizzando il contributo di ogni giovane raggiunto.

Bruna

Ecco il contributo di Ilaria Lizzini, Segretario del Consiglio Direttivo TGS Eurogroup:

Le parole che mi porto a casa da questa bella occasione di crescita associativa sono “creatività” e “sognare”. La prima parola, “creatività” è quella che ci hanno regalato le testimonianze ascoltate. La seconda, “sognare”, è soprattutto un augurio, ma anche una abilità, quella di gettare un po’ il cuore oltre l’ostacolo, cercando di non perdere mai la capacità di “agire con il cuore”. Ecco, il momento dell’assemblea è stato un po’ la testimonianza di tutto ciò, sia di “creatività” nel sapersi reinventare che di saper “sognare”, con i giovani e per i giovani.

Ilaria

Un grazie a tutti coloro che ogni giorno si mettono al servizio dei giovani continuando a portare avanti il sogno di Don Bosco!

Un abbraccio virtuale,

Chiara e lo Staff TGS

Sito TGS

Salesiani Livorno, il teatro che era la casa di tutti ora resta in silenzio

Sul quotidiano Il Tirreno di oggi, a firma di Cristiana Grasso, un articolo racconta il mezzo secolo di storia del cinema teatro dei Salesiani di Livorno, tra lo stop dovuto alla pandemia e i piani per il futuro.

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Il cinema-teatro dei Salesiani, quartiere Colline, programmazione per famiglie che ha accompagnato generazioni di livornesi, ha oltre mezzo secolo, una vita lunga, fatta anche di battaglie, di crisi ma di molti successi, sempre vicino alla gente, sempre luogo cult che, pur alla periferia del centro “spettacolare” della città, è riuscito a mantenere un appeal tutto suo per tutti questi anni. Dal 1957, quando fu inaugurato il nuovo salone-teatro, nei locali dell’oratorio. Negli ultimi anni il cinema-teatro aveva ripreso a funzionare alla grande, con coordinatore volontario e direttore artistico Rosario Rino Pizzonia: ovviamente teatro e cinema, festival di danza e di musica. Poi ecco che è arrivata la pandemia e là dove c’erano colori, pubblico, tante iniziative, da un anno è il deserto, salve un breve intervallo che ha
permesso almeno di portare avanti il cineforum e qualche evento in streaming. La pandemia ha colto anche il Teatro dei Salesiani con una ricca stagione da terminare: “Il cinema per tutta la famiglia” che era una chicca del weekend, il cineforum del giovedì con oltre 200 abbonati, la rassegna di danza “Salesiani e dintorni” dedicata al centenario di Amedeo Modigliani. E poi spettacoli teatrali, musicali e saggi di fine anno delle scuole di danza. Tutto cancellato. «Le
proiezioni del cinema per tutta la famiglia sono andate purtroppo perse così come la rassegna di danza (è stata realizzata solo la prima serata il 28 febbraio, su cinque in programma). Annullati tutti li spettacoli teatrali, musicali e i saggi delle scuole di danza. Queste ultime più di tanti altri settori hanno subito il completo fermo delle attività dell’insegnamento che ha loro causato una grave situazione economica e moralmente difficile nello stare vicino, nel miglior modo possibile, ai propri allievi che chiedono di poter tornare al più presto in sala e sul palco» racconta Pizzonia. Un po’ sullo streaming comunque il Teatro dei Salesiani ha puntato…

«Questa alternativa – spiega Pizzonia – comporta comunque la presenza di artisti in scena a contatto tra di loro, con relative problematiche inerenti al covid .Abbiamo però voluto provare questa esperienza collaborando con l’organizzazione del “Livorno Calling” unico evento musicale in dicembre collegato anche alla raccolta di generi alimentari destinati alle famiglie livornesi in difficolta. Ed è stata una bellissima iniziativa». Insomma i Salesiani non sono stati un anno con le mani in mano: «A settembre e ottobre abbiamo terminato il cineforum del giovedì , portando le proiezioni di ogni singolo film a tre serate in modo da dare accesso al pubblico col dovuto distanziamento e rispettando così le normative anti-covid in vigore. Abbiamo collaborato col la messa in scena di tre eventi musicali : “Letto 23” memorial dedicato alla cantante Azzurra Lorenzini il concorso canoro nazionale per cantautori ed interpreti di brani inediti e editi “Memorial Claudio Pelissero” e ” Una Voce per domani”» racconta il direttore artistico. Come vi siete tenuti in contatto con il vostro pubblico? «Intanto con gli eventi culturali in streaming, “L’ora di ricreazione… educativa” con la partecipazione dell’assessore al sociale Andrea Raspanti e Don Emanuele De Maria e “L’arte di educare a tutto campo” con la partecipazione di Cristina Grieco dirigente scolastico, Emanuele Gamba direttore del Goldoni, Nicola Marovelli allenatore di pallacanestro giovanile, Don Stefano Casu dell’oratorio Salesiani don Bosco, Luca Bracci animatore salesiano. E poi i nostri spettatori, attraverso i social e whatsapp ci hanno espresso solidarietà spronandoci a tenere duro nella speranza di poter ripartire al più presto».

Qual è la difficoltà più grande che state incontrando? «Abbiamo ricevuto dal governo i il contributo riservato alle sale cinematografiche grazie al quale abbiamo potuto far fronte parzialmente alle spese fisse di gestione del 2020 avendo perso il 90 per cento delle entrate. Ci auguriamo di ottenere un secondo aiuto per il 2021 altrimenti ci troveremo in grave difficoltà. Oltre alle nostre molteplici attività in genere diamo in uso la sala anche per spettacoli, saggi di danza, serate di beneficenza al fine di poter sostenere tutte le spese di gestione. Tutte entrate che sono venute a mancare».

Cosa vedete nel futuro? Siete ottimisti? «Certo dobbiamo essere sempre ottimisti e sperare in una ripartenza delle attività artistiche e culturali perché le nostre finalità salesiane hanno come unico scopo il bene dei nostri giovani, adulti e anziani che rappresentano il nostro futuro il presente e la nostra storia». Se i teatri riapriranno, a fine marzo o dopo Pasqua, voi ci sarete comunque, anche con le limitazioni? «L’idea di ripartire con il teatro ci sarebbe. Certo ridurre il pubblico al 25 per cento della capienza rende complessa l’organizzazione di vari eventi, stiamo valutando un sistema misto in presenza e in streaming. Per quanto riguarda il cinema, visto la scarsa disponibilità dei film in uscita speriamo di ripartire a settembre. Il nostro sogno? Un impianto di climatizzazione per rendere più confortevole la nostra sala, e riaprire la storica arena estiva cinematografica chiusa negli anni ’80. Al fine di lavorare tutto l’anno».

Decreto Sostegni, Agorà della Parità: “I fondi destinati alla scuola siano destinati a tutta la scuola”LA”

Pubblichiamo il comunicato stampa di Agorà della Parità sui fondi stanziati dal Decreto Sostegni.

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I 300 milioni di euro stanziati per la scuola dal Decreto Sostegni approvato nel Consiglio dei Ministri sono sicuramente un passo importante per aiutare gli studenti che stanno attraversando questo periodo così difficile e anche per gettare le basi per la scuola del futuro, ma dobbiamo purtroppo sottolineare come vengano nuovamente discriminati gli studenti e le famiglie delle scuole paritarie, che non sono state inserite tra le beneficiarie dei fondi. Tutti gli studenti d’Italia, e le loro famiglie, fanno parte del sistema nazionale d’istruzione e si trovano ad affrontare gli stessi problemi di fronte alla pandemia: ci aspettiamo dunque che il Parlamento corregga il testo e lo emendi prima che diventi legge. 

Così, in una nota, le associazioni di Gestori e Genitori delle scuole paritarie, riunite nell’Agorà della Parità (AGeSC – CdO Opere Educative – CNOS scuola – CIOFS scuola – FAES – FIDAE – FISM – Fondazione Gesuiti Educazione), hanno commentato il Decreto Sostegni approvato dal Cdm.

 

Giancarlo Frare – Presidente nazionale AGeSC
Massimiliano Tonarini – Presidente nazionale CdO Opere Educative
Pietro Mellano – Presidente nazionale CNOS Scuola
Marilisa Miotti – Presidente nazionale CIOFS scuola
Giovanni Sanfilippo – Delegato nazionale per le Relazioni Istituzionali FAES
Virginia Kaladich – Presidente nazionale FIDAE
Luigi Morgano – Segretario Nazionale FISM
Vitangelo Denora – Delegato Fondazione GESUITI EDUCAZIONE

“Comunicare in formato social”: il workshop organizzato dalla IME per giovani e collaboratori delle case del Sud

Sono aperte le iscrizioni al WORKSHOP DELLE COMUNICAZIONI SOCIALI  /THE SOCIAL EDITION “Comunicare in formato social” organizzato dall’Ufficio comunicazione sociale dell’Ispettoria Meridionale che si terrà il 22 e 23 APRILE 2021 dalle ore 16 alle ore 19 con incontri/corsi in videoconferenza.
Quest’anno il workshop propone, ai giovani e ai collaboratori delle case salesiane del sud, 4 laboratori di formazione focalizzati alla conoscenza di software video/grafici e di attrezzature di video-ripresa utili alla creazione di contenuti SOCIAL.

LABORATORIO DI PHOTOSHOP
Fai esperienza degli strumenti base del software, gli stili e i formati visivi attualmente in voga per elaborare grafiche utili a promuovere il tuo oratorio su Facebook e Instagram.

LABORATORIO DI INDESIGN
Impari a usare il software applicato alla realizzazione di locandine, presentazioni interattive, e-book e cataloghi sfogliabili sul web.

LABORATORIO DI FINAL CUT
Approcci al software Apple per montare un video professionale pensato in modalità e formati adeguati alla fruizione su Facebook e Instagram.

LABORATORIO DI VIDEO SOCIAL
Conosci, fai pratica delle attrezzature e delle regole necessarie a girare un video efficace per le piattaforme SOCIAL.

Info e iscrizioni nella locandina:

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Salesiani Macerata, il doposcuola “DonBoScuola” si trasferisce on line

Dal sito della ICC, la testimonianza di alcuni volontari del doposcuola di Macerata che, viste le restrizioni per l’emergenza da Covid-19, si svolge on line.

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Alle 15:00 puntali, da tanti anni, tutti i pomeriggi all’oratorio-centro giovanile salesiano di Macerata, tanti bambini e ragazzi si ritrovano per il DonBoScuola. Ma cos’è questo servizio?

Il DonBoscuola è un progetto che mira, da un lato, al sostegno scolastico di bambini che soffrono la povertà educativa e non, con l’obiettivo di far sì che i partecipanti abbiano un accompagnamento allo studio quotidiano, in modo da riuscire a vedere un concreto miglioramento dei voti scolastici. Dall’altro lato, punta ad incrementare le dinamiche di socializzazione e inclusione, attraverso laboratori e giochi.

Quest’anno sono circa una cinquantina i bambini e ragazzi iscritti e -nel rispetto di tutte le normative- ogni giorno ne accogliamo una trentina, grazie al supporto quotidiano di cinque volontari giovani ed adulti che affiancano i bambini nello studio e nel gioco.

Questa recente zona rossa ha fatto sì che i bambini non siano più potuti venire nella Casa Salesiana alla ricerca di un aiuto e noi non abbiamo voluto abbandonarli.

Ci siamo attivati, da martedì 9 marzo, con la modalità a distanza mettendo in campo le energie sia di giovani dai 16 ai 19 anni appartenenti al Clan&Noviziato del gruppo scout e gli adolescenti della Compagnia del Savio sia di giovani universitari.  Cercando di trasmettere spensieratezza e coesione, dopo i compiti e la pausa merenda, abbiamo organizzato laboratori e giochi. Questa occasione è stata per tutti i volontari, soprattutto i più giovani, una possibilità di dare una risposta pronta e responsabile alle tante opportunità di servizio che solitamente vengono proposte.

Ad AlbertoAlessandraBenedettaElenaGaiaGiorgia e Gabriele abbiamo chiesto delle piccole testimonianze di questa esperienza:

“L’esperienza del DonBoscuola è una delle esperienze più forti che si possano provare all’oratorio, sia per i ragazzi che per gli animatori. I ragazzi del DonBoscuola hanno culture diverse eppure riescono a convivere bene tra loro. A distanza si perde il rapporto tra i ragazzi, ma tra l’animatore e il ragazzo si crea un rapporto molto bello (anche più del rapporto che si creerebbe in presenza)”.

“Questo servizio mi ha aiutata molto, nonostante non lo credevo possibile. Infatti quando mi è stato chiesto di fare il servizio per aiutare i bambini del Donboscuola a fare i loro compiti non credevo mi potesse piacere. Avevo anche paura di non riuscire ad aiutarli come avrei voluto! Invece le due bambine che ho aiutato sono state molto brave e mi ha fatto davvero molto piacere aiutarle. Oltre a ciò, questo servizio, mi ha aiutata molto a trascorrere questo periodo di zona rossa in modo diverso e con nuove persone”.

“Il Donboscuola è per me un modo per sentirmi utile e per donarmi nel mio piccolo, specialmente in questa situazione, in cui tutti ci sentiamo impotenti contro una cosa più grande di noi”.

“Quando mi è stato chiesto di fare servizio al Donboscuola sinceramente ho avuto paura; la prima sensazione che ho provato è stata quella di smarrimento perché per la prima volta mi sarei trovata da sola con un bambino senza il sostegno di un gruppo. Quello che mi preoccupava, oltre al non saper fare i compiti delle elementari, era il non essere capace di far stare i ragazzi a proprio agio e di non riuscire a instaurare un rapporto di fiducia. In solo due giorni di servizio ho ricevuto il regalo più bello possibile: un bambino di 10 anni che ti rivela i suoi sogni, in questo caso diventare un astronauta, e ti chiede di non andare via, anche se di fare i compiti non ne ha proprio voglia. Ho trovato un bambino molto intelligente e sensibile dietro una situazione che mi era stata riferita come complicata e ho imparato a non fermarmi alle apparenze. Ovviamente lo studio ha provato la mia pazienza ma questo mi ha solo fatto capire che non bisogna pretendere di fare tutto e subito, una lezione che dovrei imparare anche per me stessa”.

“In questo periodo così difficile anche solo l’opportunità di fare servizio non è assolutamente scontata. Per questo motivo anche se l’assistenza dei compiti ai bambini è molto più difficile a distanza che in presenza, anche solo per tenere la concentrazione, ho subito accettato la proposta che mi è stata fatta. Sapere che qualcuno ha bisogno di me e che io nel mio piccolo insieme a tutto il clan possiamo aiutarlo mi riempie il cuore di gioia, sapendo già che in fondo tanto più si dà tanto più si riceve. Dunque, nonostante la difficile situazione che stiamo affrontando, sarà un’esperienza che aiuterà  me e tutta la mia comunità di clan a crescere e a percorre un pezzettino di strada in più”.

“Quando è stata instituita la zona rossa nella provincia di Macerata, ci è stato chiesto, come comunità di clan, di metterci a servizio dei ragazzi e bambini che frequentavano il DonBoScuola, affinché potessero continuare a trovare un sostegno nello studio durante il pomeriggio. Personalmente ho accettato con felicità la proposta pensando che avrei potuto mettere a servizio degli altri l’unica cosa che in un periodo come questo si ha in abbondanza: il tempo.    Svolgendo le “lezioni” con i ragazzi, ho così potuto capire che più che fare un servizio mi stavo arricchendo dentro consapevole di star aiutando e quindi facendo del bene a chi ne richiede. Sono quindi contento di poter dire che tutto il tempo che ho donato non sia stato perso, ma ben sì, sia potuto essere utile e mi sia tornato indietro come consapevolezza di poter, anche in questa situazione, rendere il mio tempo utile per qualcun altro”.

“In quest’ultima settimana, come altri ragazzi della casa, ho fatto il servizio del Donboscuola.  Per me, è stata un’esperienza del tutto nuova ma veramente bella. Anche se è stato difficile organizzarsi con i vari impegni della settimana e cercare di far funzionare tutto fra i vari problemi di connessione, aiutare le bambine a fare semplicemente i compiti mi è piaciuto molto perché mi ha fatto sentire d’aiuto per qualcuno e vedere il loro sorriso dopo che avevano svolto l’esercizio in modo corretto mi ha riempito il cuore di gioia. Passare del tempo, anche se poco, con loro mi ha reso felice e sento che ognuna ha donato qualcosa all’altra”.

Guarda il sito della ICC

RMG – Tre nuove Ispettorie a servizio dell’Africa

Dal sito dell’agenzia salesiana ANS, la notizia della creazione di tre nuove ispettorie in Africa.

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(ANS – Roma) – In un continente in continua crescita e fermento sociale anche la presenza salesiana si moltiplica e modifica.

In data 19 gennaio 2021, il Rettor Maggiore, Don Ángel Fernández Artime, con il parere favorevole del Consiglio Generale, a norma degli articoli 132, paragrafo 1.1 e 156 delle Costituzioni, ha eretto l’Ispettoria “Beato Artemide Zatti” di Africa Nigeria e Niger (ANN) con sede a Lagos-Iju (Nigeria). Di questa Ispettoria fanno parte 9 Case già esistenti, e la prospettiva di un’apertura missionaria nel Niger vicino.

Nella stessa data è stata eretta la nuova Ispettoria “Nostra Signora della Pace” di Africa Occidentale Nord (AON), con sede a Cotonou-Zogbo, in Benin. Di questa Ispettoria fanno parte 18 case, presenti, oltre che in Benin, in Burkina Faso, Gambia, Guinea, Mali e Senegal. Queste ultime tre nazioni formeranno una Delegazione con sede a Dakar (Senegal). La nuova Ispettoria AON potrà sviluppare la sua missione anche in Guinea Bissau.

Ancora, il 19 gennaio è stata eretta l’Ispettoria Africa Occidentale Sud (AOS), intitolata a “San Giuseppe”, con sede ad Ashaiman (Ghana). Ne faranno parte le opere del Togo, del Ghana, della Costa d’Avorio, della Liberia e di Serra Leone, per un totale di 20 case.

Vai al sito

“Affettività ed eucarestia: per un itinerario di educazione all’amore”: intervista a don Andrea Bozzolo

La celebrazione eucaristica è questione che riguarda il Corpo e i corpi, che si incontrano (Questo è il mio corpo: prendetene…); anche i nostri affetti si condensano intorno all’esperienza del matrimonio “consumato” che genera vita. Come entrare nei percorsi educativi che preparano alla donazione fisica di sé? Cosa c’entra l’Eucaristia con questi percorsi? Quali difficoltà dobbiamo affrontare per tenere insieme le due cose?

Queste domande troveranno risposta nell’intervista a don Andrea Bozzolo, docente di teologia del matrimonio e della famiglia nell’Istituto Giovanni Paolo II di Roma e a Torino Crocetta. L’intervista, il cui obiettivo è approfondire il CG28, è parte di un ciclo di incontri organizzati dal Centro Studi “Tabernacoli Viventi” in collaborazione con la CISI formazione.

Per partecipare all’incontro previsto per sabato 20 marzo dalle ore 9 alle ore 10.15, ci si può collegare alla pagina Facebook di Don Bosco Italia.

Pagina FB Don Bosco Italia

 

 

Riparano pc usati e li donano per la Dad: quattro giovani premiati da Mattarella

Dal sito de Il Giorno, la storia di quattro studenti – allievi della scuola salesiana di Milano Sant’Ambrogio – che durante il primo lockdown hanno raccolto oltre 500 computer, li hanno tutti rimessi in sesto poi li hanno regalati ai bimbi che non li avevano.

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Milano – Dal primo lockdown hanno raccolto oltre 500 pc inutilizzati e li hanno rimessi in sesto per regalarli a bambini e ragazzi in difficoltà, perché “la didattica digitale deve essere un diritto di tutti”. Il progetto si chiama “PC4U.tech” ed è stato ideato da 4 studenti milanesi, diciottenni: Pietro Cappellini, Matteo Mainetti, Jacopo Rangone ed Emanuele Sacco, premiati dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella con una delle tre targhe assegnate giovedì (non ancora consegnate fisicamente) “per aver ridotto il divario digitale”. L’idea è nata lo scorso maggio: “Abbiamo creato una piattaforma web”, spiega Pietro, che frequenta il quinto anno di Grafica all’Istituto tecnico dei Salesiani e vorrebbe iscriversi a Design della comunicazione al Politecnico. “Sulla piattaforma possono scrivere sia studenti che hanno esigenza di un pc o di un tablet e sia famiglie o aziende che hanno dispositivi usati da donare. Facciamo tutto noi: ritiriamo i computer, li controlliamo con l’aiuto della rete di “Informatici senza frontiere“ e poi li consegniamo a chi ha bisogno”.

Non solo: grazie a un crowdfunding, hanno raccolto più di 18mila euro da investire nel progetto. I primi a credere nell’iniziativa sono stati il direttore dell’Istituto salesiano Sant’Ambrogio, don Renato Previtali, e il preside della scuola superiore, don Damiano Galbusera. “Questa targa è una soddisfazione grande, ma ancora maggiore è la felicità nel vedere le persone che si commuovono quando ricevono un pc in regalo. Mi viene in mente Peter, un bambino delle elementari che era appena arrivato dall’Egitto: con il pc ha potuto seguire le lezioni e conoscere i suoi nuovi compagni”, sottolinea Emanuele, all’ultimo anno del liceo scientifico dei Salesiani, opzione Scienze applicate. “Dopo la scuola farò Ingegneria Fisica al Politecnico. Il mio sogno? Diventare imprenditore”. Jacopo, che ha frequentato gli ultimi due anni alla scuola Hockerill, anglo european College in Inghilterra e ora vorrebbe andare in Usa a frequentare una Business school (“Ma con l’obiettivo di rientrare a Milano, in futuro”, precisa), racconta qual è stata la sua reazione dopo aver appreso del premio: “Ero sul treno con Matteo, casualmente stavamo andando a Roma per parlare della nostra iniziativa in un talk show. Mia madre mi ha mandato un messaggio di congratulazioni, poi ne sono arrivati tanti altri… Lo abbiamo scoperto così. Mi sono commosso e ho subito fatto una videochiamata con mamma e papà”. Emozionato anche Matteo, del quinto anno del liceo Scientifico Leone XIII (che l’anno prossimo vorrebbe studiare a Barcellona, al corso di Transformational business and social impact): “Ci siamo abbracciati, poi ho chiamato mia nonna: era orgogliosissima”.
Sito de Il Giorno

A Foggia nascerà una casa famiglia per minori in difficoltà. Don Carbone: “Sarà un piccolo villaggio solidale”

Pubblichiamo l’articolo de l’Attacco, giornale della città di Foggia sulla casa famiglia che sta nascendo grazie a “Piccoli passi grandi sogni” con don Antonio Carbone.

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Sembra cadere a pennello in un momento in cui i giovani foggiani, molti addirittura minori, sono alla ribalta delle cronache per episodi negativi e, in alcuni casi, molto gravi. Sta diventando realtà, infatti, presso i salesiani di Foggia, una comunità famiglia in grado di accogliere minori in difficoltà. “Siamo mossi dal desiderio di accogliere, educare e avere cura, secondo i principi educativi di don Bosco, il quale si accorse che ‘per molti ragazzi tornerebbe inutile ogni fatica se loro non si dà un posto dove alloggiare'”, ha detto don Antonio Carbone . L’inaugurazione è prevista per fine maggio. La casa famiglia sarà gestita dall’associazione salesiana “Piccoli Passi Grandi Sogni Aps” che in Puglia è presente nella gestione di altre tre comunità educative per minori a Bari, Cisternino (Brindisi) e Corigliano D’Otranto (Lecce).

“Questa struttura è stata pensata per adolescenti che provengono dal Foggiano – ha affermato a l’Attacco don Carbone – e anche per ragazzi di altre nazioni, minori stranieri che possono così trovare un avviamento per il mondo del lavoro. La comunità accoglierà al massimo 10 minori, fra i 13 e i 18 anni, che vengono da situazioni familiari
particolari, dove si perpetrano violenze, oppure si verificano stati di abbandono e di sofferenza. Questa sarà l’utenza”. Nel quartiere Candelaro i salesiani sono presenti oltre che con la Parrocchia anche con l’oratorio e l’associazione “Sacro Cuore”. “In un quartiere carente di opportunità educative si cercherà di dare di più a chi dalla vita ha avuto di meno. La nostra futura ‘casa’ sarà un piccolo villaggio solidale in cui l’educazione, l’amore e la condivisione saranno il collante delle giornate. Nel quartiere Candelaro – ha aggiunto don Antonio Carbone – i salesiani si occupano già dei ragazzi con l’oratorio e la prevenzione ordinaria attraverso attività di gioco, di sport, però ci siamo accorti che una risposta soltanto di questo tipo non bastava per i giovani che, invece, quando tornano nel proprio nucleo familiare si comportano in maniera non consona a cui dedicare ai nostri dettami educativi. Per questi ragazzi, per alcuni di loro, forse serve anche qualcosa in più e non soltanto essere impegnati durante la giornata, per poche ore, ma avere un luogo dove vivere h24 per distaccarsi da situazione di sofferenza, di povertà, di crescita che si vivono all’interno dei nuclei familiari”. I lavori saranno realizzati grazie anche all’aiuto della Casa Generale dei Salesiani, alla Fondazione Don Bosco nel mondo e a un contributo pubblico della Regione Puglia, “ma abbiamo bisogno anche del vostro aiuto. Vi ringraziamo fin da ora per il sostegno economico che vorrete donarci, non è la dimensione del dono che conta, ma la dimensione del cuore che lo offre”.

Si può dare un contributo, infatti, con bonifico bancario (intestato a Piccoli passi grandi sogni – Intesa San Paolo Iban IT16K0306909606100000070516 causale Casa Famiglia Foggia) o la raccolta fondi di Facebook sulla pagina “Piccoli passi grandi Sogni”. “Ci vuole altro per contrastare la violenza minorile – ha aggiunto don Carbone -, all’interno delle nostre comunità accogliamo anche ragazzi che hanno problemi con la giustizia, processi in atto, affinché possano recuperare dal punto di vista sociale. Questa potrebbe essere, con le associazioni e gli enti preposti, un’opportunità di recupero per situazioni adolescenziali ai margini della criminalità o comunque coinvolti in esperienze di questo tenore, ovviamente se si ritiene che il lavoro in comunità possa essere educativo”. Don Antonio Carbone ha una forte esperienza in parrocchie di periferie, ha operato anche per tanti a Torre Annunziata, in provincia di Napoli, in territori quindi definiti di “frontiera” e difficili da penetrare. “Esistono purtroppo tante famiglie traballanti – ha ribadito -, molte volte sono anche le istituzioni che non riescono a dare risposte adeguate. I ragazzi che hanno già delle difficoltà, corrono il rischio di restare ancora in più indietro. D’altro canto ci sono anche tanti esempi positivi, di ragazzi che sono riusciti a risollevarsi da un periodo difficile, che ci spingono ad andare avanti”, ha concluso.