Il nostro annuale regalo: messaggio del vicario del Rettor Maggiore

IL MESSAGGIO DEL VICARIO DEL RETTOR MAGGIORE,
Don Stefano Martoglio

Tradizionalmente come Famiglia Salesiana riceviamo ogni anno la Strenna; un regalo di inizio anno, ed in queste poche righe mi è caro guardare dentro a questo dono per accoglierlo come merita, senza perder nulla della freschezza del dono.

Un dono, perché prima di tutto, strenna vuol dire: ti faccio un regalo! Ti regalo una cosa importante per celebrare un tempo nuovo, un anno nuovo. Così la pensò Don Bosco e la consegnò a tutti i giovani e gli adulti che stavano con lui.

Questo dono, la Strenna, voglio consegnartela per l’inizio dell’anno nuovo, di un tempo nuovo.

Bello ed importante questo: un anno nuovo, un tempo nuovo, è un contenitore in cui staranno tutti gli altri contenuti. L’anno che verrà non è uguale a quelli che hai vissuto fin ora, l’anno nuovo necessita uno sguardo nuovo per viverlo in pienezza; perché l’anno nuovo non tornerà! Ogni tempo è unico perché noi siamo diversi dallo scorso anno, da come eravamo l’anno scorso.
La Strenna è prepararsi a questo tempo nuovo, cominciando a guardare dentro a questo nuovo anno, mettendo in luce alcune cose che di questo anno saranno parte importante.

Il filo rosso

Il dono del tempo, della vita; nella vita il dono di Dio e tutti gli altri doni dentro: persone situazioni, occasioni, relazioni umane. Dentro questo provvidenziale modo di vedere il dono del tempo e della vita, la Strenna – dono che Don Bosco, e dopo di lui i suoi successori fanno ogni anno a tutta la Famiglia Salesiana – è uno sguardo sull’anno nuovo, sul tempo nuovo, per vederlo con occhi nuovi.

La strenna è un aiuto a vedere il tempo che verrà mettendo a fuoco un filo rosso che guida questo tempo nuovo: il filo rosso che la Strenna ci dona è la Speranza. Importante anche questo! L’anno nuovo sicuramente avrà moltissime cose, ma tu non disperderti! Comincia a pensare su quanto è importante… Non disperderti, raccogli!

La strenna che il nostro Don Ángel ci ha imbastito, come un abito nuovo, mette in luce degli eventi che tutti vivremo, e li unisce con un filo rosso, la Speranza!

Gli eventi che la Strenna del 2025 mette in risalto sono eventi globali o particolari che ci coinvolgono, perché li viviamo bene:

Il Giubileo ordinario dell’anno 2025: un Giubileo è un evento di Chiesa che, nella tradizione Cattolica, il Santo Padre ci dona. Vivere il Giubileo è vivere questo pellegrinaggio che la Chiesa ci offre per rimettere al centro della nostra vita e della vita del Mondo la presenza del Cristo. Il giubileo che Papa Francesco ha indetto ha un tema generatore: Spes non confundit! La Speranza non delude! Che meraviglia di tema generatore! Se di una cosa ha bisogno il Mondo in questo momento difficile è proprio la Speranza. Ma non la speranza di quanto crediamo di poter fare da soli noi stessi, con il rischio che diventi una illusione. La Speranza della ri-scoperta della Presenza di Dio. Scrive Papa Francesco: “La Speranza ricolmi il cuore!” Non solo scaldi il cuore, lo riempia. Lo riempia in una misura traboccante! La Speranza ci rende pellegrini, il Giubileo è pellegrinaggio! Ti mette in moto dentro, altrimenti non è Giubileo. Dentro questo evento di Chiesa che ci fa sentire Chiesa noi, come Congregazione Salesiana e come Famiglia Salesiana, abbiamo un anniversario importante: nel 2025 ricorre il 150° della prima spedizione missionaria in Argentina.

Don Bosco, a Valdocco, butta il cuore oltre ogni confine: manda i suoi figli dall’altra parte del mondo! Li manda, oltre ogni sicurezza umana, li manda quando non ha nemmeno quelli che gli servirebbero per portare avanti ciò che aveva cominciato.

Li manda e basta! Alla Speranza si obbedisce, perché la Speranza guida la Fede e mette in moto la Carità. Li manda ed i primi confratelli partono e vanno, dove nemmeno loro sapevano! Da li siamo nati tutti noi, dalla Speranza che ci mette in cammino e ci rende pellegrini.

Questo anniversario va celebrato, come ogni anniversario, perché ci aiuta a riconoscere il Dono, (non è una tua proprietà, ti è stato dato in dono), ci aiuta a ricordare e a dare forza per il tempo che verrà dell’energia della Missione.

La Speranza fonda la Missione, perché la Speranza è una responsabilità che non puoi nascondere, né tenere per te! Non tenere nascosto quanto ti è donato; riconosci il donatore e consegna con la tua vita quanto ti è stato donato alle generazioni successive! Questa è la vita della Chiesa, la vita di ciascuno di noi.

San Pietro, che sapeva vedere lungo, nella sua prima lettera scrive: “Siate sempre pronti a rispondere a chiunque vi chieda conto della speranza che è in voi!” (1 Pt, 3,15). Dobbiamo pensare che rispondere non sono parole, è la vita che risponde!

Con la speranza che è in te, vivi e prepara questo nuovo anno che verrà, un cammino con i giovani, con i fratelli per rinnovare il Sogno di Don Bosco ed il Sogno di Dio.

Il nostro Stemma

«Sul mio labaro brilla una stella» si cantava un tempo. Sul nostro stemma oltre alla stella, campeggiano una grande ancora e un cuore infiammato.

Ecco alcune immagini semplici per cominciare a muovere il nostro cuore verso il tempo che verrà, “Ancorati nella speranza, pellegrini con giovani”. Ancorati è un termine molto forte: l’ancora è la salvezza della nave nella tempesta: dunque, fermi, forti, radicati nella Speranza!

Dentro questo tema generatore ci sarà tutta la nostra vita quotidiana: persone, situazioni, decisioni… Il “micro” di ognuno di noi che si salda con il “macro” di quanto tutti insieme vivremo, consegnando a Dio il dono di questo tempo che ci è donato. Perché alla Strenna che tutti riceveremo devi aggiungere la tua parte, il tuo quotidiano, che saprai illuminare con quanto abbiamo scritto e riceveremo: altrimenti non è una Speranza, non è ciò su cui si fonda la tua vita e non ti mette in “movimento” rendendoti Pellegrino.

Questo cammino lo affidiamo alla Madre del Signore, Madre della Chiesa e Ausiliatrice nostra; Pellegrina di Speranza insieme a noi.

Cagliari, spot realizzato dai ragazzi

Dal sito dei Salesiani di Cagliari.

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Da oltre 100 anni i Salesiani crescono con i giovani accompagnandoli nella loro crescita.
Loro ne fanno esperienza concreta nel loro quotidiano e lo hanno sintetizzato nella realizzazione di questo Spot preparato durante il workshop che i Salesiani hanno proposto invitando una equipe di professionisti nel campo dei social (IME comunicazione) che lavorano a servizio della Congregazione Salesiana a livello mondiale.

Ai ragazzi, ai giovani e adulti che hanno partecipato al workshop il nostro sincero ringraziamento per l’impegno e la realizzazione di quanto vedrete.

Il video vuole trasmettere un messaggio chiaro: a Cagliari, don Bosco si è fatto in tre, per rendere più visibile il carisma in una missione sempre più unitaria, che non annulli le differenze e le peculiarità di ogni singolo ambiente educativo, ma che vive iniziative e attività inserite in un’unica offerta educativa. Tre storie di ragazzi vissute all’interno dell’unica missione educativa salesiana: Scuola, Oratorio, Formazione Professionale!

GRAZIE DI CUORE a Dio che ha suscitato don Bosco nella Chiesa e ai giovani che sono il centro dell’azione educativa salesiana.
Con don Bosco, continuiamo a sognare insieme, alla grande!

don Angelo Santorsola

 

Visita del Vicario del Rettor Maggiore ad Ancona per i 125 anni dell’opera

Dall’agenzia ANS.

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(ANS – Ancona) – Nella prima settimana di ottobre 2024 i salesiani dell’opera “San Luigi” di Ancona, appartenente alla Circoscrizione Italia Centrale (ICC), hanno celebrato i 125 anni dalla posa della prima pietra. Si è trattato di un evento che ha riempito di energia tutta la comunità educativo-pastorale e l’intera cittadinanza anconetana, che è stato preparato da una tre giorni di festeggiamenti, e che ha trovato il suo apice nella visita, nella giornata di domenica 6 ottobre, del Vicario del Rettor Maggiore, don Stefano Martoglio.

La festa è iniziata con tutta una serie di attività avviate già durante la settimana, all’insegna di giochi, delle olimpiadi salesiane, della presenza di tante associazioni sportive e non del territorio che hanno desiderato essere parte della rete di vita allestita dai Figli di Don Bosco. Per l’occasione anche l’arcidiocesi di Ancona-Osimo ha deciso di omaggiare significativamente l’azione sociale dei salesiani eleggendo il cortile salesiano, frequentato da ragazzi provenienti da più di 101 nazioni, come sede per la veglia diocesana dei migranti.

Il programma generale ha previsto mercoledì 2 ottobre la cerimonia d’apertura dei festeggiamenti, con poi giochi in cortile, sport di varie discipline e tipologie (anche per diversamente abili), laboratori d’arte, la cena giovanile e l’adorazione eucaristica.

Giovedì 3, oltre ai laboratori ludico-ricreativi, cui è prevista la partecipazione di Polizia di Stato e Vigili del Fuoco, nel pomeriggio ha avuto luogo una tavola rotonda condotta dal Cinecircolo Giovanile Socio-culturale “Dorico”, sul tema “125: le radici e i nuovi semi”, con la proiezione di un cortometraggio di Davide Vassallo il cui protagonista è Tarik, un ragazzo che ha svolto il Servizio Civile in Oratorio. All’evento hanno preso parte varie autorità civili e del Terzo Settore.

Venerdì 4 ottobre, invece, dopo i giochi in oratorio e l’esibizione della squadra di calcio cittadina, l’SSC Ancona, ha avuto luogo la Veglia Diocesana per i Migranti, con la presenza dell’Arcivescovo Mons. Angelo Spina, e un tempo di riflessione e preghiera sulle sfide legate alla migrazione. La serata è stata accompagnata da una cena etnica, per assaporare piatti provenienti da diverse culture, e lo spettacolo giovanile a tema “Il Sogno dei Nove Anni”, ispirato alla visione di Don Bosco del 1824.

“Il nostro oratorio si è fatto casa che accoglie e abbraccia i giovani al di là della cultura o religione di origine e ha offerto a tutti un’esperienza di famiglia – ha affermato da parte sua don Giampiero De Nardi, Direttore della comunità salesiana di Ancona –. Abbiamo voluto condividere queste tre giornate di festa e bellezza e riaprire le porte dell’oratorio al cuore della nostra comunità, offrendo ai ragazzi la possibilità di scoprire nuovi orizzonti, di vivere esperienze che altrimenti non avrebbero incontrato, e di crescere insieme, tra sport, amicizia e impegno”.

L’ultimo atto della festa è stato vissuto domenica 6 ottobre, con la Celebrazione Eucaristica presieduta da don Martoglio, che nel corso della celebrazione ha anche consegnato il mandato a tutti gli operatori pastorali. Nel corso della celebrazione, anche con riferimento alla liturgia del giorno, è stato sottolineato il valore della famiglia, e del ruolo che la comunità cristiana può svolgere per essere “famiglia per chi non ha famiglia”. “Nell’oratorio c’è l’amore di Dio che attende, accoglie, ascolta e abbraccia. Lì i giovani sono attesi dal suo amore. Lì ritrovano vita e speranza” è stato ricordato.

Per questo l’invito del Vicario del Rettor Maggiore a tutti i presenti è stato quello di vivere “un anno di servizio, per far prendere coscienza a tanti giovani di essere amati”.

La prima pietra dell’opera salesiana fu posta ad Ancona nel 1899, quando la città iniziava ad estendersi verso la stazione ferroviaria. Allora posta in aperta campagna, ora si trova al centro di uno dei quartieri più multietnici della città. L’oratorio accoglie oggi più di 600 bambini e ragazzi, seguiti da 120 volontari, che si alternano nelle attività didattiche e formative, da cinque sacerdoti e un coadiutore.

Albania – La prima assemblea della Delegazione AKM

Dall’agenzia ANS.

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(ANS – Scutari) – Un nuovo capitolo della storia della missione salesiana e dell’Ispettoria “Beato Michele Rua” dell’Italia Meridionale è stato scritto il 5 e 6 ottobre 2024 a Scutari, dove si è tenuta la prima Assemblea della Delegazione Ispettoriale comprendente Albania, Kosovo e Montenegro (AKM). L’appuntamento ha riunito i 22 salesiani presenti in questi tre Paesi balcanici, provenienti dalle opere salesiane di Gjilan, Lushnjë, Pristina, Podgorica, Scutari, e Tirana.

La nuova Delegazione, come evidenziato nei documenti ufficiali della Congregazione Salesiana, ha l’obiettivo di promuovere uno sviluppo armonioso delle realtà salesiane nei territori balcanici, coordinando e animando le attività pastorali, in vista della futura istituzione di una Visitatoria.

Nell’occasione, si è vissuto anche il tradizionale incontro fra Salesiani e Figlie di Maria Ausiliatrice, in cui si è programmato insieme l’agire educativo congiunto per il nuovo anno pastorale. L’Assemblea è stata guidata dal Delegato ispettoriale per l’AKM, don Gino Martucci, affiancato dall’Ispettore di IME, don Gianpaolo Roma.

Uno dei momenti più sentiti è stato l’affidamento della nuova Delegazione alla Madonna del Buon Consiglio, presso l’omonima Basilica, al termine della Celebrazione Eucaristica.

Proprio in quel luogo santo per la comunità cattolica albanese, nell’estate del 1992, i salesiani celebrarono la prima Messa, tra le rovine del tempio distrutto dal regime totalitario di Enver Hoxha, affidando la loro missione e i giovani a Maria.

Oggi, dopo oltre tre decenni, la Famiglia Salesiana si ritrova nello stesso luogo, dove il 25 aprile 1993 Papa Giovanni Paolo II posò la prima pietra dell’attuale edificio religioso; e in questo contesto di profonda spiritualità, ha rinnovato la richiesta di protezione alla Madonna per il cammino della Delegazione e ufficialmente insediato don Martucci alla sua guida, per il primo triennio 2024-2027.

“È stato un momento di famiglia, con la gioia per una vita che prosegue”, ha sottolineato il Superiore di IME, don Roma, durante la Messa. “Come un padre che vede il proprio figlio, ormai maturo, lasciare la casa d’origine per costituire una propria vita, così noi guardiamo a questa nuova esperienza salesiana. Un padre che, pur lasciando andare il figlio, continua a garantirgli vicinanza e sostegno, affinché possa crescere pienamente nella missione a cui è chiamato”.

Caterina, Giulia, Alessandro e Filippo: gli studenti della scuola salesiana di Brescia raccontano la loro esperienza al convegno CISM USMI

AL convegno sulla scuola cattolica organizzato da CISM e USMI a settembre a Roma, ha partecipato una delegazione dell’Istituto Salesiano Don Bosco di Brescia. Ecco il loro racconto.

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Immaginate di essere dei ragazzi di seconda e terza media e avere l’occasione di rappresentare la vostra scuola ad un qualunque evento. Si potrebbe definire prima di tutto un’emozione, un onore e un passo importante per la propria crescita. È qualcosa che dipende dalle occasioni, a volte una possibilità inaspettata, in ogni caso da cogliere al volo.
Immaginate ora di essere gli stessi ragazzi di seconda e terza media e avere l’occasione di rappresentare non solo la vostra scuola, ma un’organizzazione scolastica intera con un carisma ben definito come quello salesiano e di Don Bosco.

Aggiungete il fatto che l’evento, in più, non è una semplice occasione, ma un Convegno delle scuole cattoliche, il primo per giunta, a Roma, organizzato da CISM e USMI, realizzato dal 19 al 21 settembre 2024 all’Università Santa Croce. In particolare, durante il terzo giorno di lavori, lo spazio era dedicato alle scuole, affinché presentassero i loro progetti attivi e il loro modus operandi.

Erano presenti cinque scuole a livello nazionale e, per il nord Italia, l’ambasceria era composta da una delegazione della scuola media dell’Istituto Salesiano Don Bosco di Brescia. È con questa bellissima responsabilità che i nostri quattro rappresentanti, Caterina Gnutti (della classe 3A), Giulia Cresci (della classe 2B), Alessandro Consolandi (della classe 3B) e FIlippo Taglietti (della classe 2C), sono partiti venerdì 20 settembre da Brescia alla volta della Capitale. La loro missione? Raccontare ciò che loro e tutti gli altri ragazzi della scuola media Don Umberto Pasini di Brescia vivono quotidianamente all’interno dell’Istituto Salesiano.

“Quando mi hanno chiesto di poter far parte di questo convegno, ho provato grande agitazione. Cosa dovevo dire? Come dovevo comportarmi? Poi, con il passare dei giorni, abbiamo deciso quali dovessero essere i punti importanti del nostro discorso, ci siamo confrontati e organizzati e questo mi ha reso più sicuro e convinto.” dice Filippo.

La scuola ha voluto che fossero i ragazzi i primi ad essere coinvolti nell’organizzazione dell’intervento: accompagnati dagli educatori, si sono divisi gli argomenti e hanno scelto di portare ognuno una tematica, partendo da un canovaccio già pronto e personalizzandolo secondo le loro impressioni e la loro esperienza. Proprio questa personalizzazione è stata la chiave del successo degli interventi dei quattro ragazzi, in un convegno che aveva come principale protagonista il pluralismo educativo: la scelta è stata quella di mostrare il pluralismo pedagogico che la scuola salesiana realizza, attraverso attività che mirano alla crescita dell’individuo in un’ottica di aiuto reciproco e missione collettiva. La diversificazione e la trasversalità delle proposte mirano a far emergere i talenti di ognuno,  senza che si rimanga necessariamente legati alle discipline e alla gerarchia delle attitudini, alcune delle quali nell’immaginario collettivo vengono ritenute erroneamente più importanti di altre. I quattro giovani hanno raccontato durante il convegno la loro esperienza in prima persona, con la doverosa preparazione in vista di una tale occasione, ma anche attraverso la necessaria spontaneità di chi ha vissuto davvero le situazioni descritte.

Filippo ha parlato del percorso di Educazione Digitale che la scuola sta attuando, un progetto che nasce dalla voglia di mettere al centro la crescita della persona prima di tutto nel reale, ma con la consapevolezza che la dimensione virtuale sta diventando sempre più importante, motivo per il quale risulta necessario prendersene cura.

Alessandro ha raccontato delle Compagnie Salesiane, prima immagine del carisma salesiano e di Don Bosco, in più quest’anno completamente rinnovate per quanto riguarda la scuola media di Brescia. Giulia si è soffermata su una questione più pratica, la disposizione a isole delle classi, utile per coltivare dei rapporti corretti e collaborativi tra i ragazzi, attraverso l’aiuto reciproco e il riconoscimento dei pregi e delle difficoltà personali e del prossimo. Si è entrati poi nel concreto quando Giulia ha descritto con grande efficacia l’esempio di un lavoro cooperativo svolto durante le ore di italiano, sfruttando proprio la disposizione a isole.

Caterina infine ha descritto un progetto a cui la scuola aderisce da tempo, il “Si può fare”, che permette ai ragazzi di  sviluppare un gran numero di competenze in uno stesso lavoro. Il progetto consiste nel costruire in gruppo un gioco sfruttando i principi della fisica e materiali già confezionati. Oltre al gioco, ogni singolo gruppo deve idearne la pubblicità di lancio e scrivere un diario di bordo che tenga nota di tutti i passaggi che hanno portato alla creazione
del prodotto finale, errori e fatiche compresi. È proprio Caterina a raccontare la sensazione di essere davanti a un pubblico di esperti per rappresentare la scuola: “Durante il convegno sentivo il cuore in gola dall’emozione, avevo
una gran paura di dire qualcosa di sbagliato. Poi, quando ho ricevuto il microfono e ho iniziato a parlare, è passato tutto e ho semplicemente spiegato quello che avevo vissuto durante il progetto “Si può fare”. Sono davvero contenta di com’è andata!”

L’intervento dei ragazzi però non è stato l’unico momento emozionante: essi sono stati anticipati da un video che ha raccontato l’esperienza di altri giovani come loro nel nostro cortile e negli spazi della scuola. Come sottolineato da un rappresentante di un altro istituto presente al convegno, ciò che ha colpito i presenti è stato soprattutto il modo in cui Caterina, Alessandro, Giulia e Filippo hanno guardato il filmato, con gli occhi fieri di chi vive quotidianamente un’esperienza che evidentemente dà loro molto, sia nelle bellezze sia nelle fatiche di ogni giorno.

Quel che conta però è soffermarsi su un elemento fondamentale: i quattro ragazzi sono rappresentanti di un modo di intendere la scuola, ambasciatori di un gruppo ben più grande. Hanno portato con loro l’esperienza di tanti altri giovani, di tutti gli altri compagni di scuola, come una grandissima squadra, che non può fare a meno di nessuna individualità. Le attività che sono state descritte infatti rappresentano un modo di vedere la scuola di un sistema ben più grande del singolo istituto locale, una prospettiva che parte dal necessario confronto tra sedi diverse: è stata l’occasione per mostrare quanto il carisma salesiano, a livello generale, operi affinché i giovani di ogni luogo possano trovare la propria strada. La chiusa perfetta ce la concede Alessandro: “La soddisfazione è stata grande, già poco
dopo l’intervento era evidente la gioia di aver raccontato ciò che tutti noi facciamo quotidianamente. Siamo andati in quattro ma eravamo più di duecentocinquanta.”

Italia Centrale – Soggiorno Proposta: 40 anni e non sentirli…

Dal sito dei Salesiani dell’Italia Centrale.

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Sabato 28 settembre 2024 ha preso il via l’anno di festeggiamenti per il 40° anniversario del Soggiorno Proposta APS, un’associazione di promozione sociale fondata a Ortona dal salesiano Don Luigi Giovannoni. Il convegno “Un approdo per i nuovi sentieri” ha dato ufficialmente il via agli eventi celebrativi, offrendo uno spazio di riflessione e testimonianza sui valori che hanno guidato l’associazione per quattro decenni.

Fondato nel 1985 grazie alla donazione del terreno ai Salesiani don Bosco, da parte della nobildonna “Donna Mira”, il Soggiorno Proposta si dedica da sempre al recupero e alla riabilitazione di giovani che affrontano gravi difficoltà, come tossicodipendenza, alcolismo e altre forme di dipendenza, incluse le nuove sfide legate al gioco patologico, internet e le “nuove droghe”. Ma non si limita solo a questo: l’associazione si rivolge anche a ragazzi con problemi legali, psicologici e relazionali, ponendosi come un punto di riferimento per coloro che hanno vissuto situazioni di emarginazione e disorientamento sociale.

L’opera di Soggiorno Proposta va oltre la semplice assistenza. In linea con i principi salesiani e la visione del suo fondatore Don Giovannoni, l’associazione ha sempre perseguito un approccio integrato, con attività che combinano prevenzione, cura, riabilitazione e reinserimento sociale. La sua missione principale è quella di restituire dignità e prospettive a giovani spesso considerati “perduti”, offrendo loro un percorso strutturato e attento sia alla dimensione educativa che terapeutica. Il centro si distingue per un impegno continuo in ambiti psico-sociali, umanitari e scolastico-professionali, offrendo progetti di formazione e aggiornamento per operatori e volontari, oltre a sviluppare programmi di ricerca e pubblicazione volti a sensibilizzare e prevenire il disagio giovanile. Il Soggiorno Proposta si occupa anche della promozione di attività lavorative a scopo terapeutico, collaborando con diverse realtà produttive locali.

L’associazione ha costruito negli anni una solida rete di collaborazioni con altre organizzazioni a livello regionale, nazionale e internazionale, aderendo a organismi come il Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza (C.N.C.A.) e la Federazione Salesiani per il Sociale (S.C.S.-C.N.O.S.). Il suo operato è riconosciuto dalle istituzioni, come dimostra l’iscrizione all’Albo degli Enti Ausiliari della Regione Abruzzo e il riconoscimento da parte del Ministero di Grazia e Giustizia come Comunità Terapeutica idonea all’affidamento in prova al servizio sociale.

Nel pomeriggio del 28 settembre, alle 16.30, ha preso via il convegno, con un toccante racconto accompagnato da immagini e narrato da Antonio Tucci. Il suo intervento ha ripercorso la storia del Soggiorno Proposta, intrecciando emozione e memoria nel ricordo delle sfide affrontate e dei traguardi raggiunti. A seguire, si sono tenuti i saluti istituzionali di don Carmine Miccoli, vicario episcopale della diocesi di Lanciano-Ortona, don Daniele Merlini, vicario dell’ispettore salesiano dell’Italia Centrale, e don Daniele Pusti, attuale presidente del Soggiorno Proposta. Questi interventi hanno evidenziato il ruolo cruciale che l’associazione ha giocato nel tessuto sociale della comunità locale, offrendo supporto e speranza a giovani con problematiche di dipendenza e marginalità.  Uno dei momenti più significativi è stato l’intervento di Don Gigi Giovannoni, fondatore dell’opera, che ha condiviso la sua esperienza insieme al Signor Gaetano, primo collaboratore del centro di accoglienza e figura chiave nella sua crescita. Le loro parole hanno rievocato i primi passi mossi dall’associazione, nata con l’intento di offrire un luogo sicuro e di speranza a giovani in difficoltà.

Nel corso della giornata, educatori e ragazzi che hanno attraversato il percorso del Soggiorno Proposta negli anni hanno condiviso le loro storie e il loro cammino di rinascita. Il contributo di Mons. Gaetano Galbusera, vescovo emerito di Pucallpa (Perú) ed ex superiore dell’Ispettoria Salesiana Adriatica, ha arricchito ulteriormente il quadro di una comunità che ha saputo coniugare accoglienza e formazione.

Il futuro del Soggiorno Proposta è stato al centro degli interventi finali. Valentina Toro, Anna Recchia, Antonio La Monica e Pierluca Moro hanno illustrato i progetti in fase di sviluppo, sottolineando come l’associazione continui a rispondere alle sfide del presente e a lavorare per una società più inclusiva e solidale. Le attività del centro spaziano dalla prevenzione alla cura e riabilitazione di giovani con dipendenze, oltre che al loro reinserimento sociale, in un’ottica di promozione della partecipazione civile e del volontariato. La serata, presentata da Patrizio Marino, è stata animata dalle note del gruppo West&Coast, che ha visto la partecipazione di alcuni giovani che hanno vissuto una parte della loro vita all’interno del Soggiorno Proposta. La musica ha chiuso in bellezza una giornata carica di emozioni, segnando il primo passo di un anno di celebrazioni che si prospetta ricco di incontri e iniziative.

Il Soggiorno Proposta, da quarant’anni, continua a essere un punto di riferimento per giovani che vivono situazioni di difficoltà, operando in nome della solidarietà, dell’educazione e della rinascita personale.

Guarda il sito della ICC

“La scuola paritaria non è un privilegio”: è ancora possibile un pluralismo educativo? – Convegno USMI e CISM

È ancora possibile un pluralismo educativo? Questo è il titolo dell’evento organizzato dalle Conferenze USMI e CISM  per riflettere e lanciare, contemporaneamente, un allarme sul tema del pluralismo educativo, oggi, in Italia. Non è, infatti, ulteriormente ammissibile che le famiglie che scelgono per i loro figli una scuola paritaria debbano pagare  una retta, avendo già pagato le tasse per un servizio pubblico, che è tale pleno iure, reso dalle stesse scuole, parte integrante del Sistema Nazionale dell’Istruzione, così come previsto dalla legge 62/2000.

Durante la prima giornata dei lavori è stato presentato il modello francese da parte di Monsieur Philippe Miton, consulente del ministro dell’Education nationale et de la Jeunesse: la laicissima Francia, paradossalmente, può essere additata come valido esempio di come sia possibile superare le ideologie che ancora attanagliano il mondo
dell’educazione: l’istruzione è un diritto dei cittadini, conseguentemente lo Stato finanzia tutte le scuole, statali e paritarie, entrambe aperte a tutti e quindi pubbliche.

Come sappiamo, e il costituzionalista Nicola Grasso lo ha ricordato, anche la Costituzione italiana ha stabilito le basi teoriche della libertà di scelta educativa: occorre, tuttavia, realizzare, nella pratica, il principio stabilito nella Costituzione. Solo così la scuola italiana potrà accogliere le sfide del nostro tempo, quali la transizione tecnologica, il crollo demografico, le sfide dell’inclusione, così come sono state individuate dalla professoressa Loredana Perla: la scuola e solo la scuola può dare queste risposte ai cittadini di domani e alle future classi dirigenti. Sulla base di queste riflessioni, è derivato l’urgente appello di suor Anna Monia Alfieri: “Il momento per rendere effettiva la libertà di scelta educativa delle famiglie è adesso (…) senza l’intervento economico e le scelte coraggiose dello Stato, come il buono scuola, il mondo delle paritarie rischia di morire”.

Anche la seconda giornata di lavoro del convegno è stata caratterizzata da interventi di grande spessore: hanno infatti preso la parola Padre Luigi Gaetani, suor Anna Monia Alfieri ed il Cardinale Zuppi. Padre Luigi Gaetani, presidente della CISM, ha introdotto i lavori della seconda giornata del convegno, dedicata al dialogo con il mondo politico, la CEI e i religiosi che sostengono e promuovono la scuola pubblica paritaria, ricordando che la vita è fatta di sogni, visioni e stupore. Un educatore che non vive queste tre componenti della vita, come un ragazzo o un giovane che non è abilitato a questo, resta prigioniero davanti alla vita, a quelle forme che lo costringono a vivere senza un oltre e senza una interiorità. Don Bosco, la Montessori, don Milani hanno sognato, perché la profezia ha necessità di sognare, avere orizzonti di senso e abitare dentro spazi di stupore e di bellezza. I nonni, i papà, le mamme sognano, ma devono lasciare la realizzazione di quanto intravisto ai giovani.  Alcune classi sociali hanno varcato la soglia dell’impossibile, di quel riscatto sociale che è inscritto nell’articolo 34 della Costituzione italiana dove l’istruzione aperta a tutti è stato un atto democratico inclusivo, ascensore sociale per tutti, compresi gli ultimi.

Oggi, il problema che abbiamo dinanzi, è come garantire questo ascensore sociale dal momento che, alcune forze neo-liberiste, hanno operato un blocco allo Stato sociale e alla scuola sociale, dove scuola statale e paritaria sono fuori competizione, collocate in una scala di servizio, perché altri soggetti sono entrati prepotentemente nel sistema educativo nazionale assumendo un ruolo culturale funzionale al potere. In questa situazione, sottovalutata, la scuola statale e quella paritaria cessano di essere organo costituzionale, attraverso il quale lo Stato educa, forma alla democrazia, dando volto alla classe dirigente del Paese, perché altri assumono questo ruolo mentre noi ci dividiamo ancora tra guelfi e ghibellini, gente di destra e di sinistra. Noi religiosi non vogliamo privilegi o briciole, vogliamo contribuire, attraverso la scuola pubblica paritaria, a difendere la scuola democratica, la scuola che corrisponde alla Costituzione democratica del nostro Paese. “La scuola è aperta a tutti. I capaci ed i meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno il diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi” (Cost. n. 34). In questo orizzonte di civiltà e di cultura lo stesso ius scholae è percorso di istruzione e non di povertà perché al termine dell’iter formativo l’alunno straniero diventa italiano, non vive al margine, tra ospitalità e ostilità, tra istruzione data e cittadinanza negata, mettendolo in quella estenuante fila di chi deve chiedere un permesso di soggiorno, rendondogli difficile ogni forma di effettiva integrazione e spingendo verso forme di radicalizzazione.

Padre Gaetani ha altresì letto il messaggio di mons. Claudio Giuliodori, Presidente del Consiglio Episcopale per l’educazione cattolica, la scuola e l’università, che ha voluto sottolineare il valore del dialogo che lo stesso Consiglio Nazionale, di cui CISM e USMI sono parte essenziale, ha intensificato con il Governo in vista della Legge di Bilancio 2025, grazie a una lettera, consegnata nelle scorse settimane, alla Presidenza del Consiglio e ai Ministri dell’Istruzione e del Merito e dell’Economia e delle Finanze, lettera che contiene una serie di proposte fondate sull’auspicio che le attese di tante famiglie e le esigenze di tante scuole possano essere riconosciute e soddisfatte.
Successivamente, sr Anna Monia Alfieri ha sottolineato come il pluralismo educativo – per quanto gravemente compromesso – può ancora essere una scelta possibile, democratica e funzionale al bene del nostro Paese. Certamente i numeri sono più che allarmanti: a partire dal 2000, l’anno della legge sulla parità scolastica, la scuola  paritaria ha perso il 35,1% degli allievi che sono passati da 1.186.667 a 770.130. Nello stesso lasso di tempo, la scuola
statale ha visto una contrazione degli studenti del 6,3% (-474.779 alunni). Nell’ultimo decennio, inoltre, hanno chiuso più di 200 scuole paritarie l’anno, trend continuato anche dopo l’uscita dalla pandemia (-379 scuole nel 2022-2023 e -291 nel 2023-2024). È chiaro che il pluralismo educativo deve essere nuovamente fondato, ma occorre che ci siano le condizioni per poterlo fare, ossia la garanzia nei fatti della libertà di scelta educativa.

Il card. Matteo Zuppi, Arcivescovo di Bologna e Presidente della CEI, è poi intervenuto in modo diretto, definendo “decisivo” un intervento di sostegno alla scuola paritaria, “che svolge un ruolo pubblico e dà un contributo decisivo all’istruzione nel nostro Paese”. “La scuola cattolica non è un privilegio”, ha precisato il cardinale, ricordando che gli istituti di ispirazione cristiana “sono nati per i più poveri e puntano all’integrazione, ad esempio degli alunni con disabilità”.

Accanto agli interventi dei relatori, il dibattito è stato animato da un’interessante tavola rotonda che ha visto la presenza della Dott.ssa Carmela Palumbo, Capo del Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione, e di esponenti di tutte le forze politiche: il tavolo ha visto la presenza di Valentina Aprea (FI), Irene Manzi (PD), Ella Bucalo (FDI), Maria Elena Boschi (IV), Luca Maggi (Noi Moderati), Valentina Grippo (Azione), Paola Binetti (UDC), Mario Pittoni (Lega). Come si può notare, tutte le forze politiche, fatta eccezione per il Movimento Cinque Stelle, erano rappresentate, segno che il diritto alla libertà di scelta educativa è un tema che incontra un appoggio politico trasversale. La dott.ssa Palumbo, in particolare, ha presentato lo sforzo che il Ministero sta compiendo per segnare un’inversione di rotta rispetto ad un sistema che vede lo Stato come unico gestore dell’azione scolastico – educativa del Paese. Su questa linea si colloca la linea dura tenuta dal Ministero di contrasto ai diplomifici, realtà che ha contribuito negli anni a gettare tinte fosche sulla scuola paritaria tutta. Le scuole paritarie, al contrario, contribuiscono nella lotta contro la dispersione scolastica e, proprio per questo motivo, il Ministero ha voluto che
anche alle scuole paritarie fossero aperti i bandi per i fondi del PNRR e dei PON. Uno strumento in più per combattere il monopolio educativo da parte della scuola statale. Va da sé che è davvero bello e significativo registrare che il dibattito attorno ai temi della libertà di scelta educativa e del pluralismo educativo è avvenuto in un clima sereno e costruttivo, segno che i tempi sono maturi per un cambiamento epocale. Questo appoggio trasversale è provato dall’accordo attorno al tema del buono scuola, sul modello di Regione Lombardia, individuato come strumento per combattere la dispersione scolastica. Suor Micaela Monetti, presidente della USMI, ha introdotto i lavori della terza ed ultima giornata del convegno, tempo dedicato alle testimonianze di alcune scuole che hanno fatto comprendere l’energia e la vitalità della proposta educativa delle paritarie e l’assoluta necessità che questa proposta continui ad essere offerta nei diversi territori, come segno di emancipazione dalle diverse forme di periferia, economica ed esistenziale.

La realtà concreta del mondo scolastico, come ha evidenziato suor Micaela, è fatta di voci e di volti che superano e rinnovano le idee sulla scuola pubblica paritaria. Infatti, nel deserto valoriale odierno tanti e innumerevoli sono i segni che ci raccontano la vitalità e la profezia del mondo pubblico paritario e ci aiutano a incarnare nel feriale la speranza.

Tutti i territori del Paese hanno assoluto bisogno di un’offerta formativa di spessore e plurale. Le scuole paritarie che hanno animato il dibattito sono state l’Istituto Marcelline di Foggia, guidato dalla prof.ssa Stefania Tetta, l’Istituto Don Bosco di Brescia, guidato da don Damiano Galbusera, l’Istituto Gonzaga di Palermo, guidato da don Vitangelo Denora, l’Istituto San Giuseppe di Pozzuoli, guidato da suor Rita Ginestra, l’Istituto Gesù e Maria di Roma, con la bella testimonianza di una famiglia con quattro figli, tutti iscritti in quella scuola cattolica, e ancora sr Francesca Palamà che ha presentato l’esperienza dei Venerdì di Pace, rete di scuole pubbliche e paritarie che si incontrano per comunicare culture di pace e di giustizia. Si è trattato di testimonianze bellissime ed entusiasmanti, tanto più affascinanti in quanto fondate su di un sentimento di unione e, quasi, di identificazione con il carisma educativo di fondazione dei singoli Istituti. Proprio per questo è assolutamente necessario che venga introdotto il buono scuola, così che le famiglie italiane possano veramente scegliere in modo libero, la scuola per i loro figli. Ascoltare le testimonianze dirette delle scuole è sempre emozionante, quasi commovente, perché da quelle testimonianze trapelano tutta la passione e tutti gli sforzi compiuti nel silenzio di un lavoro quotidiano indefesso e continuato.
Un ringraziamento particolare va al Governo italiano, nelle persone della Presidente del Consiglio, on. Giorgia Meloni, e del Ministro dell’Istruzione e del Merito, prof. Giuseppe Valditara: il Governo ha compreso l’importanza della svolta che è necessario far compiere alla scuola italiana, a beneficio della scuola pubblica, statale e paritaria, dei cittadini, della società, di oggi e di domani.

Attesi dal suo amore: spiritualità apostolica – il cuore missionario di Don Bosco

 

Spiritualità apostolica – Il cuore missionario di Don Bosco

Il giovane sacerdote piemontese trova alcune vie pastorali percorribili, si confronta con la sua guida spirituale e segue i suoi consigli, mettendosi a studiare e ponendo il suo impegno nelle mani di Dio, che solo può rendere feconda ogni azione umana.

Così è stata generata la prima idea di “oratorio salesiano” nel cuore di Don Bosco: un’esperienza educativa inedita, in uscita rispetto alle istituzioni ecclesiali del suo tempo. Missionaria nel senso più autentico del termine.

Approfondimento sito MGS

Ministero dell’Istruzione e del Merito, don Elio Cesari nominato nel Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione

E’ stato insediato il 12 settembre 2024 il Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione per il quinquennio 2024/2029. Don Elio Cesari (presidente CNOS e segretario CISI) è stato inserito nel gruppo dei 36 consiglieri, come nominato dal Ministero dell’Istruzione e del Merito e in rappresentanza della CISM.

Organo di garanzia dell’unitarietà del sistema di istruzione, il Consiglio esprime pareri facoltativi sugli indirizzi in materia di definizione delle politiche del personale della scuola, sulle direttive del Ministro, sugli obiettivi, indirizzi e standard del sistema di istruzione e, infine, sull’organizzazione generale dell’istruzione.

Nell’ultima sessione del 24 e 25 settembre il Consiglio Superiore della Pubblica istruzione ha espletato l’importante e significativo adempimento dell’approvazione del Regolamento, avvenuta all’unanimità, e dell’elezione del Presidente del CSPI nella persona del dott. Damiano Previtali.

A seguire, l’Assemblea ha approvato a maggioranza la costituzione delle Commissioni proposta dall’ Ufficio di Presidenza. Don Elio Cesari è stato inserito nella Commissione I – “Sistemi di valutazione”.

Salesiani Olbia, presentata indagine sociologica territoriale sulle condizioni di vita dei giovani e degli adolescenti.

Dal sito dell’Italia Centrale.

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Mattinata importante quella di venerdì 20 settembre per la Comunità Olbiese che ha visto riunite nell’Aula Magna UNIOLBIA di via Porto Romano le Istituzioni Politiche, Scolastiche, Religiose, Sanitarie e l’Associazionismo al fine di mettere a fuoco i risultati definitivi di un’indagine territoriale svolta a Olbia –Tempio Pausania.

L’indagine sociologica è stata resa possibile grazie al coinvolgimento di più soggetti promotori, come l’Assessorato ai Servizi Sociali del Comune di Olbia con l’Assessora Prof.ssa Simonetta Lai,  l’Istituto Euromediterraneo con il suo Direttore Don Giorgio Diana, la Parrocchia di San Ponziano Papa Martire con il Parroco Don Alessandro Fadda dei Salesiani Don Bosco, il Laboratorio di Statistica applicata dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma con i professori Giancarlo Cursi e Emiliano Sironi.

Il Presidente del Consorzio UNIOlbia, professor Carlo Carta, ha aperto i lavori alla presenza di personalità di spicco della città di Olbia e di Tempio, come Don Gianni Sini, il Vicesindaco di Tempio Pausania, Annapaola Aisoni, i Dirigenti Scolastici, i Docenti e le scolaresche coinvolte nella ricerca.

L’indagine ha analizzato la condizione di vita dei giovani e degli adolescenti, partendo dalla somministrazione di questionari agli alunni delle Scuole Medie di I e II Grado di Olbia e di Tempio Pausania e indagando su vari temi, quali le convinzioni e il sistema dei valori dei giovani e degli adolescenti, le relazioni familiari, il benessere soggettivo, le figure di riferimento, la religiosità, la scuola, il tempo libero, gli ideali, l’orientamento alla legalità.

I risultati della ricerca, illustrati attraverso slides e grafici, hanno fotografato una realtà giovanile molto legata alla famiglia, in particolare alla figura materna e ai nonni, sebbene emerga fra gli adulti un senso di difficoltà comunicativa in progress con i giovani, man mano che questi ultimi crescono. Dal loro canto i giovani comunicano molto bene tra loro in forma diretta, sia attraverso strumenti formali che informali. In molti ragazzi si registrano tuttavia sentimenti di rabbia e frustrazione che possono determinare due comportamenti che gli operatori dei servizi per il disagio giovanile colgono in forma massiccia sia nel consumo delle sostanze da sballo sia nei casi di depressione o autolesione. E molte sono le vicende che la cronaca ci rimanda. Se le situazioni di depressione o di autolesionismo non sono assistite e intercettate in tempo opportuno, possono condurre a gesti estremi.

Ultimamente si rileva un’apertura delle ragazze ad un consumo significativo di alcool, nonché la disponibilità di tutti a un grande consumo di sostanze cosiddette droghe leggere che alcuni esperti sostengono essere configurate per indurre dipendenza. Ne consegue che personalità in costruzione, come quella degli adolescenti, possano facilmente divenirne dipendenti. Le famiglie, che costituiscono per i giovani il cardine della propria esistenza, investono molto sui loro figli, infondendo fiducia e dando supporto per la loro realizzazione. Le ragazze, rispetto ai loro coetanei, si distinguono per il successo scolastico e per il comportamento molto esigente che manifestano nei confronti del contesto che le circonda.

In generale i giovani nutrono poca fiducia negli adulti, infatti sia nelle rilevazioni effettuate nelle Scuole Medie sia nelle Superiori emergono dati che confermano scarsa fiducia negli insegnanti, negli educatori, nei parroci. Resta invece alta la fiducia negli amici e nella famiglia, mentre risulta essere scarsa anche la fiducia in se stessi, a sottolineare che nell’adolescenza incontriamo personalità non ancora definite, in fieri, fragili, che spesso cercano sicurezza, in modo speculare, in un leader forte.

Per i giovani rimane importantissima la famiglia, poi l’amicizia, la parità di genere e l’uguaglianza sociale. Risultano essere disamorati della politica, poco religiosi e disimpegnati nel volontariato. Loro obiettivi precipui si rivelano essere il successo personale, la parità di genere e l’autorealizzazione. Nell’autorealizzazione i giovani contemplano anche la formazione di una famiglia con due figli.

A conclusione dei lavori, data l’importanza della ricerca e della ricaduta sulla società, le Istituzioni presenti hanno auspicato continuità di collaborazione al fine dell’individuazione di luoghi sani di aggregazione, di strategie e soluzioni di contrasto al malessere giovanile.

Gabriella Torrito