Salesiani Treviglio, festa per i 130 anni della presenza salesiana

Da L’Eco di Bergamo

Una mostra di fotografie e articoli sulla lunga storia della presenza salesiana a Treviglio. E una serie di iniziative pensate per gli studenti di oggi. In occasione della festa di San Giovanni Bosco di quest’anno – la cui ricorrenza liturgica cade martedì prossimo, 31 gennaio, data della morte del santo patrono dei giovani, avvenuta nel 1888 – i Salesiani di Treviglio hanno organizzato una serie di eventi anche per ricordare la presenza a Treviglio da ben 130 anni di un istituto che è ormai un’istituzione. Sembra infatti molto lontana la data del 14 ottobre 1892, quando i primi tre sacerdoti salesiani arrivarono in treno a Treviglio per concretizzare una volontà espressa poco prima della sua morte da don Bosco in persona: aprire un istituto salesiano anche a Treviglio. Lo avrebbe confidato in una lettera andata perduta e datata 28 febbraio 1887 (giorno della Madonna delle Lacrime) all’allora prevosto trevigliese, don
Francesco Rainoni. A finanziare la nuova struttura ci avrebbe pensato il conte Melzi d’Eril, anche per contrastare l’anticlericalismo che si stava diffondendo all’epoca in città.

La prima sede venne ricavata al civico 6 di via Zanda, in centro a Treviglio: primo direttore è don Francesco Cottrino, che coordina le elementari, l’allora ginnasio e l’oratorio. Ma già nel 1894 i salesiani si trasferirono dove oggi sorge il centro salesiano, realizzato al posto di un cascinale che venne demolito, accanto alla chiesa di San Carlo ai morti (ora gestita proprio dalla congregazione di don Bosco). Lì, lungo la circonvallazione interna, venne prima costruito l’edificio principale a forma di «L» (che poi verrà alzato di un piano negli Anni Sessanta), al quale venne affiancato, nel 1906, il secondo palazzo, quello che si affaccia su via Portaluppi e che ospita storicamente la sede delle scuole medie (a pianterreno si trova invece la chiesa interna): con il passare dei decenni, infatti, la necessità di nuovi spazi è andata via via crescendo, anche con l’aumento del numero di studenti (a lungo anche «interni», che si fermavano anche a dormire per tutta la settimana: oggi invece tutti tornano a casa la sera, visto che l’ultimo interno si è diplomato nel 2001) provenienti da un bacino sempre più vastoe che oggi abbraccia l’intera pianura bergamasca, la vicina Martesana e le parti settentrionali del Cremasco e del Lodigiano, per circa 1.200 studenti attuali. Nel 1919 nasce l’Unione degli ex allevi, che quattro anni fa ha tagliato il traguardo dei primi cento anni di attività. Dal 1934 l’istituto venne di nuovo ampliato, con la costruzione di un edificio sul retro degli altri due e che ospita la mensa (inizialmente era la sede delle Figlie di Maria Ausiliatrice, l’ordine femminile fondato sempre da don Bosco), con confinante nuova sede per il liceo classico.

Sede che è poi stata demolita e sostituita da una più ampia nel 2012, di fronte al campo da calcio. Nel 1975 l’altra grande costruzione all’interno delle mura dell’istituto: il palazzetto dello sport dedicato al «Maestro Zanovello», ovvero lo storico insegnante delle elementari Giovanni Zanovello. Elementari che hanno riaperto a partire dal 2000, dopo alcuni decenni in cui l’istituto ospitava solo medie e superiori (con vari indirizzi, dal liceo al professionale, passando per i geometri: alla fine degli Anni Ottanta l’allora direttore don Emilio Bruni avviò una sperimentazione liceale che sarebbe poi stata adottata a livello nazionale anche dalle scuole statali, ovvero un quinquennio unitario per il classico e lo scientifico, con indirizzi letterario- umanistico e matematico-naturalistico).

Dai Salesiani è passato anche lo sport, in particolare il calcio, con la storica società «Orsa», attiva dal 1962 e ora cessata. L’altra chiusura dolorosa arriva nel 2000, quando cessa l’attività lo storico oratorio. Oggi il centro salesiano, diretto da don Renato Previtali, ospita la primaria e la secondaria di primo grado (le ex elementari e medie), i licei classico, scientifico e delle scienze applicate, un centro di formazione professionale per operatori dei servizi logistici e un istituto tecnico tecnologico con specializzazioni in logistica e informatica. Tutto l’istituto si sta ora preparando per la festa di don Bosco, che sarà anticipata (come da tradizione) a venerdì pomeriggio: alle 18, nella palestra Zanovello, sarà celebrata la Messa, quest’anno presieduta da monsignor Andrea Turazzi, vescovo di San Marino-Montefeltro. La cerimonia è storicamente aperta alla cittadinanza: in epoca precovid alla Messa partecipavano anche più di duemila persone, tra allievi, ex allievi, docenti, genitori e amici dei Salesiani. Chissà che anche quest’anno, per festeggiare i 130 anni a Treviglio, non si torni a quei numeri.

Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, il Papa: Comunicare col cuore in un tempo di contrapposizioni

Da Vatican News, un articolo per il messaggio del Papa in occasione della Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali 2023 che quest’anno si celebrerà domenica 21 maggio.

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di Adriana Masotti

“Nel drammatico contesto di conflitto globale che stiamo vivendo è urgente affermare una comunicazione non ostile. Abbiamo bisogno di comunicatori coinvolti nel favorire un disarmo integrale e impegnati a smontare la psicosi bellica che si annida nei nostri cuori”. E’ un passaggio di estrema attualità contenuto nel Messaggio di Papa Francesco per la Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali 2023 che quest’anno si celebrerà domenica 21 maggio. Il Papa si rivolge in modo particolare agli operatori della comunicazione ma osserva che l’impegno per una comunicazione “dal cuore e dalle braccia aperte” è responsabilità di ciascuno.

Il tema si collega idealmente a quello del 2022, che invitava all’ascolto e a quello precedente che esortava a “andare e vedere” quali condizioni per una buona comunicazione. Questa volta il Papa vuol soffermarsi sul “parlare con il cuore”. Il cuore è infatti ciò che muove all’accoglienza, al dialogo e alla condivisione, innescando una dinamica che Francesco definisce come quella del “comunicare cordialmente”. L’accoglienza dell’altro è ciò che permette, dopo l’ascolto, di “parlare seguendo la verità dell’amore”. Scrive:

Non dobbiamo temere di proclamare la verità, anche se a volte scomoda, ma di farlo senza carità, senza cuore. Perché “il programma del cristiano – come scrisse Benedetto XVI – è ‘un cuore che vede’”. Un cuore che con il suo palpito rivela la verità del nostro essere e che per questo va ascoltato. Questo porta chi ascolta a sintonizzarsi sulla stessa lunghezza d’onda, al punto da arrivare a sentire nel proprio cuore anche il palpito dell’altro. Allora può avvenire il miracolo dell’incontro.

Parlare con il cuore significa lasciar intravedere la partecipazione “alle gioie e alle paure, alle speranze e alle sofferenze delle donne e degli uomini del nostro tempo”, afferma il Papa. E’ un appello che interpella particolarmente chi comunica in un contesto oggi “così propenso all’indifferenza e all’indignazione, a volte anche sulla base della disinformazione, che falsifica e strumentalizza la verità”.

Papa Francesco indica l’esempio di un comunicatore con il cuore nel “misterioso Viandante che dialoga con i discepoli diretti a Emmaus”: parlando con amore, Gesù accompagna “il cammino del loro dolore”, rispettando i loro tempi di comprensione. Il Papa scrive ancora:

In un periodo storico segnato da polarizzazioni e contrapposizioni – da cui purtroppo anche la comunità ecclesiale non è immune – l’impegno per una comunicazione “dal cuore e dalle braccia aperte” non riguarda esclusivamente gli operatori dell’informazione, ma è responsabilità di ciascuno. Tutti siamo chiamati a cercare e a dire la verità e a farlo con carità.

Questo richiamo interpella in modo particolare i cristiani, prosegue Francesco, dalla cui bocca “non dovrebbero mai uscire parole cattive”, ma solo parole capaci di fare del bene agli altri e di scalfire anche i “cuori più induriti”. E’ la “forza gentile dell’amore” che il Papa indica, invitando a ripensare alle sue conseguenze sociali:

Ne facciamo esperienza nella convivenza civica dove la gentilezza non è solo questione di “galateo”, ma un vero e proprio antidoto alla crudeltà, che purtroppo può avvelenare i cuori e intossicare le relazioni. Ne abbiamo bisogno nell’ambito dei media, perché la comunicazione non fomenti un livore che esaspera, genera rabbia e porta allo scontro, ma aiuti le persone a riflettere pacatamente, a decifrare, con spirito critico e sempre rispettoso, la realtà in cui vivono.

Di san Francesco di Sales, dottore della Chiesa, vescovo di Ginevra in un tempo di accese dispute con i calvinisti e proclamato da Pio XI patrono dei giornalisti cattolici, Francesco dice che “il suo atteggiamento mite, la sua umanità, la disposizione a dialogare pazientemente con tutti e specialmente con chi lo contrastava lo resero un testimone straordinario dell’amore misericordioso di Dio”. Per il santo la comunicazione era un “riflesso dell’animo” e una manifestazione di amore. Noi “siamo ciò che comunichiamo” ci ricorda e il suo insegnamento, osserva il Papa, appare “controcorrente” in un tempo in cui spesso la comunicazione viene strumentalizzata. I suoi scritti suscitano una lettura “sommamente piacevole, istruttiva, stimolante” dice Papa Francesco citando le parole di san Paolo VI e poi commenta:

Se guardiamo oggi al panorama della comunicazione, non sono proprio queste le caratteristiche che un articolo, un reportage, un servizio radiotelevisivo o un post sui social dovrebbero soddisfare? Gli operatori della comunicazione possano sentirsi ispirati da questo santo della tenerezza, ricercando e raccontando la verità con coraggio e libertà, ma respingendo la tentazione di usare espressioni eclatanti e aggressive.

“Parlare con il cuore”, il tema di questa Giornata mondiale si inserisce nel processo sinodale che la Chiesa sta vivendo e Papa Francesco osserva che l’ascolto reciproco è il dono più prezioso che possiamo farci. C’è tanto bisogno, scrive, di un linguaggio “secondo lo stile di Dio, nutrito di vicinanza, compassione e tenerezza”. E descrive il suo sogno:

Sogno una comunicazione ecclesiale che sappia lasciarsi guidare dallo Spirito Santo, gentile e al contempo profetica, che sappia trovare nuove forme e modalità per il meraviglioso annuncio che è chiamata a portare nel terzo millennio. Una comunicazione che metta al centro la relazione con Dio e con il prossimo, specialmente il più bisognoso, e che sappia accendere il fuoco della fede piuttosto che preservare le ceneri di un’identità autoreferenziale.

Il Papa guarda ancora al contesto di conflitto globale che stiamo vivendo e ribadisce quanto sia necessaria, “una comunicazione non ostile” per promuovere una “cultura di pace” capace di “superare l’odio e l’inimicizia”. L’escalation bellica che oggi l’umanità teme, scrive Francesco, “va frenata quanto prima anche a livello comunicativo” perché le parole spesso si tramutano in azioni belliche di efferata violenza”. E, dunque, insiste:

Abbiamo bisogno di comunicatori disponibili a dialogare, coinvolti nel favorire un disarmo integrale e impegnati a smontare la psicosi bellica che si annida nei nostri cuori. (…) Va rifiutata ogni retorica bellicistica, così come ogni forma propagandistica che manipola la verità, deturpandola per finalità ideologiche. Va invece promossa, a tutti i livelli, una comunicazione che aiuti a creare le condizioni per risolvere le controversie tra i popoli.

Il messaggio di Papa Francesco si conclude sottolineando che lo sforzo di “trovare le parole giuste” per costruire “una civiltà migliore” è richiesto a tutti, ma in particolare è una responsabilità affidata agli operatori della comunicazione e per loro invoca il Signore perché con la loro professione improntata alla “verità nella carità”, possano aiutare a riscoprirci fratelli e sorelle e a “sentirci custodi gli uni degli altri”.

Redentore Bari, festa di Don Bosco con eventi e incontri per celebrare il Santo dei giovani

Pubblichiamo il comunicato stampa dell’Opera di Bari Redentore.

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Volete fare una cosa buona? Educate la gioventù. Volete fare una cosa santa? Educate la gioventù. Volete fare una cosa santissima? Educate la gioventù. Così si rivolgeva don Bosco ai suoi salesiani ed educatori.

In occasione della prossima festa di San Giovanni Bosco, dal 21 gennaio al 31 gennaio, presso il “Redentore” dei Salesiani di Bari, si terranno una serie di eventi ed incontri per celebrare, l’Uomo ed il Santo dei giovani, che con la sua fede, coraggio e ottimismo, è riuscito a dare nel corso dei secoli e nel mondo intero, speranza e valore al futuro dei giovani.

I festeggiamenti, avranno inizio sabato 21 gennaio, alle 17.00, con la veglia di preghiera a cui prenderanno parte tutti i giovani del Movimento Giovanile Salesiano della Puglia, presso la chiesa del Redentore.

Martedì 24 gennaio, si proseguirà con la festa di San Francesco di Sales, il santo da cui i Salesiani prendono il nome, alle ore 19.00, presso la sala san Giuseppe sarà presentata la strenna del Rettor Maggiore “COME LIEVITO NELLA FAMIGLIA UMANA DI OGGI. La dimensione laicale della Famiglia di Don Bosco”. L’incontro pubblico avrà una lettura operativa e contestuale con le testimonianze del professore e scrittore Francesco MINERVINI e del dott. Renato NITTI, procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Trani: visto il tema, abbiamo pensato di dare voce a chi giornalmente percorre e lavora insieme a ciascuno di noi l’avventura di dare un volto improntato sulla legalità e sul rispetto delle regole ai cittadini della nostra città.

Oltre al triduo di don Bosco previsto nei giorni 25-26-27 alle ore 19.00, ci saranno delle serate di giochi, triangolari di calcio e giornate di festa per i vari servizi spcio-educativi che fanno capo al Redentore.

Domenica 29 dopo la messa delle ore 10.00, tutti i laici, animatori, giovani e simpatizzanti della Comunità Educativa Pastorale del Redentore “occuperanno” Via Sparano, all’altezza della Parrocchia di san

Ferdinando, per vivere un momento di flash mob e festa con l’intera comunità barese e per donare simbolicamente ad ogni giovane una penna che, a nome di don Bosco, li aiuti a “scrivere ti amo”, a “firmare un contratto di lavoro”, a “riuscire a terminare con successo gli studi”.

Il tutto culminerà martedì 31 gennaio con la Celebrazione della Solennità di Don Bosco: alle ore 18.30 si terrà la Solenne Celebrazione Eucaristica, presieduta da don Enrico D’Abbicco, Vicario generale dell’Arcidiocesi Bari-Bitonto, e a seguire in Oratorio il tradizionale panino con la mortadella, musica e festa insieme. Alla Celebrazione è stato invitato anche il Sindaco della Città di Bari.

Il carisma salesiano continua ad essere affascinante per tutte le generazioni e permette di far convergere attenzioni, energie, sogni e progetti sulla realtà giovanile, la fascia che più spesso soffre ed è abbandonata. Il Redentore, sul solco di san Giovanni Bosco, continua a servire il Quartiere Libertà da 118 anni, con passione, innovandosi, aprendosi al territorio, progettando canali di speranza per ogni ragazzo delle nostre strade.

Centenario della nascita di Vera Grita, intervista a Maria Rita Scrimieri

In occasione del centenario della nascita della Serva di Dio Vera Grita, Laica, Salesiana Cooperatrice, avvenuta il 28 gennaio 1923, il Centro Studi “Opera dei Tabernacoli Viventi” (OTV), la Conferenza delle Ispettorie Salesiane d’Italia (CISI) e i Salesiani Cooperatori hanno proposto come momento di Famiglia Salesiana un’intervista online a Maria Rita Scrimieri, Coordinatrice del Centro Studi “OTV”, sabato 21 gennaio in onda sui canali di ANS e sulla pagina Faceebook di Don Bosco Italia. A condurre l’intervista, don Pierluigi Cameroni, Postulatore Generale delle Cause dei Santi della Famiglia Salesiana. L’intervista è disponibile anche in Inglese – Francese – Spagnolo – Portoghese.

“Le tappe fondamentali della vita di Vera Grita le distinguo in tre momenti – ha spiegato  Maria Rita Scrimieri -: il primo, la formazione umana con la famiglia, il secondo dai 21 anni fino a quando inizia l’insegnamento e poi l’ultimo periodo della sua vita, la sua esperienza mistica nella quale il Signore le comunica l’opera dei Tabernacoli Viventi”. Una vita breve, quella di Vera Grita, morta a soli 46 anni, attraversata però da episodi significativa che l’hanno segnata, condizionato anche il suo decorso: “Nella prima parte della sua vita cresce in una famiglia di fede, che però vive la crisi economica del ’29, che provocherà lo spostamento della famiglia da Roma a Savona, e Vera con la sorella andranno ospiti nella casa di due zie paterne in Sicilia, per aiutare la famiglie. Qui entrambe frequenteranno le FMA di Modica”, racconta ancora Scrimieri. Quando la famiglia si riunisce a Savona, il lutto della perdita del padre rimette in discussione la sua vita, deve lasciare gli studi e lavorare per aiutare la famiglia. “A 21 anni Vera incontra la croce: durante il bombardamento del 1944 di Savona, viene travolta dalla folla che scappa, rimarrà a terra per ore e le conseguenze di questo schiacciamento le porterà per sempre sul suo corpo, con febbri e polmoniti frequenti e altre malattie che sopravverranno negli anni successivi”.

Inizia quindi una fase di sofferenza fisica che forgia però la fiducia, la fede, la speranza e la carità in Vera Grita, anche quando frequenterà gli ospedali. Un’esperienza mistica, quella di Vera, che la porterà a scrivere tredici quaderni di pensieri e appunti, che sono conservati a Savona e sono stati anche pubblicati in un volume, “Portami con te”.

“Portami con te esprime – aggiunge Scrimieri – in modo semplice l’invito di Gesù fatto a Vera. Dove portami con te? Dove vivi, Vera viene educata e preparata da Gesù a vivere in unione con Lui e lei con Lui. Gesù vuole entrare nella vita di Vera, nella sua famiglia, nella scuola dove insegna. Un invito rivolto a tutti i cristiani, Gesù vuole uscire dalla Chiesa di pietra e vuole vivere nel nostro cuore con l’Eucaristia, con la grazia della permanenza eucaristica nell’anima. Vuole venire con noi dove andiamo, per vivere la nostra vita familiare, e vuole raggiungere vivendo in noi le persone che vivono lontane da lui”.

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Don Bosco Roma, tutto pronto per i festeggiamenti del Santo Patrono

Pubblichiamo il comunicato stampa della Parrocchia Don Bosco di Roma sui festeggiamenti del santo patrono.

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Don Bosco Roma: unico quartiere della Capitale che prende il nome dalla parrocchia di riferimento, si appresta a festeggiare il suo Santo Patrono. Don Bosco, popolare e popoloso, è legato a stretto giro alla figura del Santo piemontese. Cuore delle feste sarà la basilica Don Bosco, a partire già da domenica 22 gennaio con la solenne celebrazione eucaristica delle 11:00 presieduta da Don Stefano Martoglio, vicario del Superiore mondiale dei salesiani, a cui farà seguito l’incontro con la nutrita comunità educativa pastorale.

Tra i tanti appuntamenti segnaliamo che il 24 gennaio in occasione del 400° dalla morte di San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti e della Congregazione Salesiana, sarà presente don Pier Fausto Frisoli, Procuratore Generale della Congregazione Salesiana. Dopo la celebrazione delle 18:00, Frisoli presenterà la lettera apostolica di Papa Francesco “Totum Amoris est”.

Dedicato alla famiglia salesiana l’appuntamento del 26 con il Postulatore per le Cause dei Santi della Famiglia Salesiana don Pierluigi Cameroni, che alle 19:00 condurrà l’incontro dal titolo “La bellezza del Vangelo secondo il carisma salesiano”, mentre il Rettor Magnifico dell’Università Pontificia Salesiana don Andrea Bozzolo, il 27 alle 19:00, incontrerà gli universitari sul tema “Fede e cultura, un richiamo di libertà”. Entrambi gli appuntamenti saranno preceduti dalla celebrazione eucaristica.

Il 29 alle 11:00 sarà il Segretario di Stato della Santa Sede, cardinal Pietro Parolin, a celebrare l’Eucarestia in basilica. Sono stati invitati il prefetto di Roma Bruno Frattasi, il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, il presidente del VII Municipio, Francesco Laddaga. Nel pomeriggio, in basilica alle 16:30, si terrà il concerto della Banda dell’Arma dei Carabinieri. A seguire il cardinal Cristobàl Lopez Romero, arcivescovo di Rabat in Marocco, presiederà la celebrazione delle 18:30.

Il 31 gennaio, giorno della solennità, si raccoglieranno in Basilica tutti i ragazzi/e delle scuole e nel pomeriggio il cardinale Robert Sarah, dopo la celebrazione delle 18.00, presiederà la processione con le insigni reliquie di san Giovanni Bosco e san Domenico Savio.

Il 3 febbraio alle 19:30, presso il Cinema Teatro Don Bosco in via Publio Valerio 63, si terrà la proiezione del film “Brado”, a seguire Kim Rossi Stuart e don Fabio Rosini, moderati da Gigi De Palo, commenteranno il film in sala. L’evento rientra nell’ambito della rassegna cinematografica CineMeet.

Salesiani per il Sociale, due webinar per conoscere il Servizio Civile all’estero

Salesiani per il Sociale APS organizza due webinar per fa conoscere l’esperienza del Servizio Civile all’estero. Con il bando 2022, per l’esperienza all’estero ci sono 76 posti a disposizione per 9 progetti da svolgere in questi paesi: Albania, Spagna, Ghana, Angola, Senegal, Namibia e Brasile. Il Servizio civile all’estero, oltre alla retribuzione base del SCU, offre una indennità giornaliera e il rimborso di vitto e alloggio.

“Un anno di servizio civile in Albania, Spagna, Ghana, Angola, Senegal, Namibia e Brasile con i salesiani significa essere accolti in un clima di famiglia e di amicizia nelle nostre case salesiane ed avere la possibilità di crescere insieme nel servizio educativo ai più piccoli nel cortile di un Oratorio. Costruiamo così una società più accogliente, più inclusiva ed soprattutto in pace”, dice don Francesco Preite, presidente nazionale di Salesiani per il Sociale.

I due webinar si svolgeranno in queste date per dare informazioni sulla candidatura, progetti, sedi, SCU in generale:

24/01/2023
ore 11.30-12.30
07/02/2023
ore 11.30-12.30
Per iscriversi,  inviare un’email a scu.estero@salesianiperilsociale.it

“Artemide Zatti. Santo salesiano amico dei poveri”. Pubblicato il libro sulla sua beatificazione e canonizzazione

Dall’agenzia ANS.

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(Roma, 16 gennaio 2023) – La canonizzazione di Artemide Zatti realizzata il 9 ottobre 2022 a Roma rivive in un libro bilingue, italiano e spagnolo (Artemide Zatti. Santo salesiano amico dei poveri. Edizione S.D.B., pp. 136) che raccoglie discorsi e documenti relativi non solo a questo evento, ma anche alla beatificazione. Editorialmente il volume è curato da don Giuseppe Costa, Co-portavoce della Congregazione Salesiana.

Il libro è soprattutto fotografico, con immagini di Gregorz Galazka e testi del Rettor Maggiore dei Salesiani di Don Bosco, Don Ángel Fernández Artime. Vi vengono raccolti anche i discorsi e le omelie pontificie. Varie foto provengono dall’Archivio Salesiano Argentino, dall’ANS e dal Vaticano. Nel suo insieme è come trovarsi una documentazione dal valore storico che certamente può far conoscere meglio questa figura di santo infermiere e salesiano coadiutore. È, quest’ultima, una vocazione specifica salesiana alla quale teneva moltissimo lo stesso fondatore, San Giovanni Bosco.

“Sant’Artemide Zatti – ha scritto in una lettera che accompagna il volume Don Á.F. Artime – ci ha riportati alla santità semplice, ma esigente dei salesiani impegnati nel lavoro quotidiano e ci ha fatto riscoprire aspetti della nostra storia forse troppo presto messi nel dimenticatoio. Papa Francesco più volte ha richiamato la nostra memoria ed attenzione alla Patagonia salesiana, autentico paradigma di fatica generosa e di donazione indiscussa a Dio e al prossimo”.

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Genzano, per la festa di Don Bosco i giovani incontrano don Luigi Ciotti

Pubblichiamo il comunicato stampa della Casa Salesiana di Genzano sull’incontro con don Luigi Ciotti del 31 gennaio.

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Il 31 gennaio, in occasione della festa liturgica di San Giovanni Bosco, l’oratorio salesiano di Genzano, in collaborazione con la Parrocchia Santissima Trinità, il Comune di Genzano di Roma e la BCC Colli Albani, organizza un incontro per i giovani con don Luigi Ciotti. All’incontro, che si svolgerà alle ore 18 nel cinema teatro Cynthianum, parteciperanno il Vescovo della Diocesi di Albano, mons. Vincenzo Viva, il parroco don Pietro Massari, il sindaco di Genzano, Carlo Zoccolotti, Giampiero Cioffredi, delegato del presidente della Regione Lazio per la legalità e sicurezza. A dialogare con don Luigi Ciotti saranno i giovani dell’oratorio salesiano, gli Scout, i ragazzi della Polisportiva Giovanile Salesiana, dell’associazione Arcipelago e alcuni studenti delle scuole superiori di Genzano.

Nel giorno in cui la Chiesa e la Famiglia Salesiana sono in festa per la memoria di Don Bosco, far incontrare ai giovani di Genzano don Luigi Ciotti è un segno dell’impegno per richiamare il sistema educativo di Don Bosco che voleva i suoi ragazzi “buoni cristiani e onesti cittadini”.

La giustizia sociale, la lotta alle organizzazioni criminali, la tutela del bene comune e, soprattutto, la sensibilizzazione dei giovani a una cultura dell’impegno e del servizio per gli altri sono i pilastri dell’attività di Libera e di don Ciotti, ma sono anche un tratto comune con l’azione educativa e carismatica dei Salesiani.

“Ho conosciuto don Luigi Ciotti più di trent’anni fa in montagna durante un incontro di formazione di giovani preti salesiani. Mi ricordo che mi trasmise il suo grande amore a don Bosco come prete torinese. Non ho mai dimenticato il suo racconto della sua ordinazione sacerdotale dove erano presenti i tanti esclusi dalla città di Torino. Un’assemblea davvero originale che ben rappresentava il popolo delle periferie. Quanto diversa quella celebrazione da quella vissuta da noi neosacerdoti dove tutto era definito è programmato, dove l’assemblea era composta da gente per bene – spiega don Maurizio Verlezza, direttore dell’Opera salesiana di Genzano -. Da quel giorno non l’ho più perso di vista, con lui è nata una bellissima amicizia. In tutte le case in cui sono stato l’ho inviato a parlare ai giovani. Quando sono arrivato a Genzano mi sono confrontato con i responsabili dell’oratorio, ne ho parlato con il parroco, il vescovo e il sindaco. Così è nato l’incontro del 31 gennaio: sarà un’occasione unica per far dialogare i giovani e don Ciotti sulla legalità. Si tratta dell’inizio di un percorso per la formazione dei giovani alla legalità sulla stregua di don Bosco che ci vuole onesti cittadini e buoni cristiani”.

Italia – “Amato Padre Don Bosco, la tua famiglia oggi è qui accanto a te”. Concluse le Giornate di Spiritualità della Famiglia Salesiana 2023

Dall’agenzia ANS.

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(ANS – Torino) – Si sono concluse nella mattinata di domenica 15 gennaio le Giornate di Spiritualità della Famiglia Salesiana 2023. La Messa presieduta nella Basilica di Maria Ausiliatrice dal Rettor Maggiore e Padre e Centro di Unità della Famiglia Salesiana, Don Ángel Fernández Artime, ha rappresentato il vertice spirituale e comunitario di quest’appuntamento, mentre la successiva sessione conclusiva ha permesso di tirare le fila dell’evento e di proiettare questo grande movimento di persone dedito alla salvezza dei giovani verso un nuovo anno da vivere in spirito di missione e di servizio verso la grande famiglia umana.

Durante l’Eucaristia il Rettor Maggiore ha esordito sottolineando il valore di una celebrazione che vede rappresentata tutta la Famiglia Salesiana nel luogo in cui tutto ha avuto inizio, e ha esclamato: “Amato Padre Don Bosco, la tua famiglia oggi è qui accanto a te”.

Poi, proseguendo la sua riflessione sulle letture del giorno, il X Successore di Don Bosco ha rivolto l’invito ad essere luce per il prossimo – “una frase facile a dirsi, anche se il difficile è fare esperienza del buio”. Ha esortato, perciò, ad avere apertura verso il prossimo e la capacità di trasmettere umanità e positività, nella consapevolezza, come ha insegnato Don Bosco, che in tutti c’è un seme di bene da far fruttificare.

Guardando alla grande famiglia umana, composta da tantissime persone e da molte che cercano di fare il bene, Don Á.F. Artime ha aggiunto ancora: “Noi crediamo nell’umanesimo cristiano e abbiamo per eredità un ottimismo salesiano; per questo crediamo che possiamo essere un lievito, semplice e umile, per tante persone. E questo è Vangelo, questa è costruzione del Regno”.

Infine, ha ricordato come la Famiglia Salesiana nata con Don Bosco sia stato un vero dono dello Spirito, che la sorregge da oltre 163 anni; per questo ha ricordato di fare sempre affidamento sullo Spirito Santo e di seguire ciò che Egli suscita, mettendo in guardia dal cercare di promuovere se stessi o le proprie attività.

Dopo la Messa, terminata con un momento di raccolta tra tutti i Responsabili, Coordinatori e Rappresentanti dei vari gruppi della FS attorno alle spoglie di Don Bosco, i circa 300 partecipanti alle GSFS 2023 si sono suddivisi in piccoli gruppi per realizzare la sintesi dei lavori svoltosi nelle giornate precedenti, e si sono poi riuniti un’ultima volta nel Teatro Grande di Valdocco per la sessione conclusiva delle Giornate.

Aprendo la sessione, il Delegato Centrale del Rettor Maggiore per il Segretariato per la Famiglia Salesiana, don Joan Lluís Playà ha affermato: “Abbiamo vissuto tanti momenti in queste Giornate, questo è il momento di dire cosa ci portiamo nel cuore, e di esprimere gli aspetti più interessanti e urgenti per il nostro gruppo e l’intera Famiglia Salesiana, per vivere e testimoniare questa dimensione sociale del carisma salesiano”.

Corresponsabilità, integrazione pastorale tra religiosi e laici, formazione congiunta e calibrata per le diverse identità, maggiore conoscenza reciproca, rimozione di certe presunzioni di superiorità, essere “sale”, oltre che lievito, nella grande famiglia umana, capacità di sporcarsi le mani, presenza tra i giovani, rafforzamento del senso di appartenenza, Famiglia Salesiana in uscita, responsabilità educativa dei laici, progettualità condivisa, cura delle relazioni, lavoro in rete… Man a mano che i vari segretari dei gruppi sono saliti sul palco, una gran quantità di spunti sono stati condivisi, a tracciare tutto un cammino da vivere, insieme, almeno ancora per tutto un nuovo anno.

“Tutto questo è oro fino. Facciamolo e vivremo. Non c’è altro da aggiungere” ha detto a mo’ di conclusione don Playà.

Prima di dichiarare definitivamente chiuse le GSFS 2023 c’è stato ancora tempo per lanciare due grandi appuntamenti aperti a tutta la Famiglia Salesiana: la seconda edizione del festival cinematografico salesiano “Don Bosco Global Youth Film Festival” (13-14 ottobre 2023) e il Congresso Mondiale dell’Associazione di Maria Ausiliatrice (29 agosto – 1° settembre 2024 – Fatima, Portogallo).

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San Francesco di Sales, il 28 gennaio giornata di approfondimento di ISRE e UCSI a Padova

Pubblichiamo il comunicato stampa dell’Istituto superiore internazionale salesiano di ricerca educativa sull’evento organizzato con UCSI per approfondire la figura di San Francesco di Sales.

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Sarà Padova a ospitare l’evento organizzato da Ucsi (Unione cattolica stampa italiana) e Isre (Istituto superiore internazionale salesiano di ricerca educativa) sulla figura di san Francesco di Sales, per celebrare il centenario della sua proclamazione a patrono dei giornalisti e degli scrittori.

L’evento, che contribuirà anche ad approfondire alcuni temi proposti da Papa Francesco nella lettera apostolica “Totum amoris est” (Tutto appartiene all’amore) sulla figura del santo vescovo di Ginevra, si svolgerà il 28 gennaio 2023 presso la sala dello Studio teologico della basilica di Sant’Antonio, dalle ore 9:30 alle 12:45.

A delineare la figura del santo patrono dei giornalisti è stato invitato il Card. Pietro Parolin, Segretario di stato della Santa Sede. Saranno presenti alla mattinata di studio Paolo Ruffini, Prefetto del Dicastero per la comunicazione della Santa Sede e padre Giulio Albanese, missionario comboniano e giornalista. I giovani reporter di Cube Radio, l’emittente accademica dell’Istituto universitario salesiano di Venezia (Iusve) proporranno un cortometraggio del titolo “San Francesco di Sales, ieri e domani” per evidenziarne l’attualità.

L’incontro sarà introdotto da Mimmo Vita, presidente Ucsi Veneto e Michela Possamai, presidente Isre di Venezia, insieme ad autorità religiose e civili e a quanti hanno contribuito a rendere possibile l’evento.

Seguirà una tavola rotonda, moderata dal presidente nazionale Ucsi Vincenzo Varagona, incentrata sull’infodemia e sulla trasformazione della comunicazione odierna schiacciata tra pesanti crisi interne ed esterne ai media, cui prenderanno parte le giornaliste Lucia Bellaspiga (Avvenire) e Vania de Luca (Tg3), i docenti dell’Università di Padova Vittorio Berti (Storia del cristianesimo), Fabrizio Ferrari (Storia delle religioni) e Enzo Pace (Sociologia delle religioni), il Presidente dell’Associazione webmaster cattolici italiani (WeCa) Fabio Bolzetta e Federico Ruozzi (docente di Storia del cristianesimo presso l’Università di Modena e Reggio Emilia,).

La scelta di Padova per questo meeting di respiro nazionale è dettata dal fatto che san Francesco di Sales frequentò l’università patavina tra il 1588 e il 1592 all’interno della quale studiò diritto e teologia e proprio in questa città, molto probabilmente, prese la decisione di diventare prete.

La mattinata di studio e approfondimento, accreditata dall’Ordine dei giornalisti del Veneto al conseguimento di crediti formativi, è sostenuta da Fondazione Cassa di risparmio di Padova e Rovigo, Banca Patavina e Regione del Veneto e gode dei patrocini di: provincia e città di Padova, Università di Padova, Ordine dei giornalisti nazionale e regionale, Sindacato giornalisti veneto, Vatican news, Fisc, Weca, Salesiani don Bosco Italia, Conferenza episcopale Triveneto, diocesi di Padova, Iusve, basilica di Sant’ Antonio, Messaggero di Sant’ Antonio, Ente nazionale sordi (Ens) e della collaborazione del Consorzio volontario per la tutela dei vini dei Colli Euganei.

L’illustrazione di San Francesco di Sales è della studentessa IUSVE Marica Padoan.