Elledici: sussidio “Passo dopo passo” distribuito in Piazza San Pietro, il ringraziamento del Papa durante l’Angelus

L’editrice Elledici, ospite in Piazza San Pietro, ha omaggiato i presenti con 5000 copie del sussidio per la catechesiPasso dopo passo“, un’iniziativa apprezzata anche dal Papa durante l’Angelus del giorno.

***

L’editrice salesiana Elledici, in occasione dell’inizio dell’anno catechistico, ha avuto l’onore di essere ospitata in piazza San Pietro per l’Angelus del Papa, dove ha allestito 4 postazioni per omaggiare, con particolare attenzione verso i bambini e i ragazzi, 5000 copie del sussidio per la catechesiPasso dopo passo“.

Papa Francesco, dopo la preghiera dell’Angelus, ha annunciato e benedetto l’iniziativa dell’editrice sottolineando:

È un bel regalo!”

e ha colto l’occasione per ringraziare i catechisti della loro preziosa opera e per augurare ai ragazzi e alle ragazze del catechismo la gioia di incontrare Gesù.

Legalità: Salesiani per il sociale al Sud e Progetto Policoro, 35 giovani hanno partecipato allo “Stage della carità: formiamoci per esserci”

Dal sito Agensir.

***

Sui passi di Don Pino Puglisi, Peppino Impastato, fratel Biagio Conte e di quanti lottano ogni giorno contro l’ingiustizia per crescere nella vita e nel servizio al prossimo. Trentacinque giovani – tra educatori di case-famiglia dell’Associazione “Piccoli passi grandi sogni”, animatori del Progetto Policoro, animatori di Case salesiane e ragazzi accolti dalle comunità dell’Ispettoria – hanno partecipato, dal 4 al 6 settembre, allo “Stage della carità: formiamoci per esserci” organizzato dal Comitato interregionale Salesiani per il sociale don Bosco al Sud in collaborazione con il Progetto Policoro.

Un percorso sulla legalità che ha portato i giovani a confrontarsi con alcune figure chiave della lotta alle mafie e dell’accoglienza. A Cinisi, i giovani hanno visitato la “Casa memoria – Felicia e Peppino Impastato”, dove hanno incontrato il fratello Giovanni; a Capaci, al Giardino della memoria Quarto Savona Quindici dedicato a tutte le vittime di mafia, hanno rivolto un pensiero a Giovanni Falcone, a Francesca Morvillo e agli agenti di scorta con l’impegno a non dimenticare. Infine, si sono recati nella sede di Libera Palermo, avamposto di giustizia sociale, cittadinanza attiva e educazione.

Non poteva mancare poi la sosta alla “Casa Museo Padre Pino Puglisi”, dove – tra gli oggetti e i ricordi appartenuti al beato – i giovani hanno ascoltato la testimonianza emozionante di Pippo De Pasquale, amico di infanzia del sacerdote: “L’ho accompagnato, ero con lui nell’ambulanza che lo ha portato all’ospedale. Non è morto da solo, accanto aveva il suo amico di infanzia. L’idea di aver avuto tra le braccia un santo – ha confidato – non mi sfiora, perché non è morto. Qualche volta gli parlo ancora”.
A completare questo itinerario della carità, le tappe alla “Missione di Speranza e Carità”, fondata da Fratel Biagio Conte e oggi guidata da don Pino Vitrano, e all’associazione “Santa Chiara”, voluta dai Salesiani per i giovani, in particolare per i minori a rischio e gli immigrati. Poi il rientro a casa, con tanto entusiasmo e un rinnovato slancio. “È stata – riassume Chiara Veneruso – un’esperienza talmente forte che ogni educatore e animatore torna nelle proprie realtà e comunità carico di una nuova motivazione nel servizio che quotidianamente porta avanti, ispirandosi alla costanza e al coraggio di tutte le personalità incontrate”.

Vai al sito

Ispettoria Lombardo-Emiliana, giornata dei consigli di scuola, CEP, IeFP e ITS: “Giovani poveri e abbandonati: sfide educative e didattiche”

Pubblichiamo il comunicato stampa dei Salesiani dell’Ispettoria Lombardo-Emiliana.

***

L’Ispettore ha introdotto la giornata con il suo intervento nel quale ha ricordato che i consigli delle Comunità Educativo Pastorale sono una scelta nella quale crediamo profondamente che attua la prospettiva della sinodalità e della fraternità. Quest’anno, inoltre, ha continuato l’Ispettore, ricorrono i duecento anni della nostra pagina “sacra e intima”, il sogno dei nove anni, che, come sappiamo, venne scritto per esplicito ordine del papa, e che ci mostra come alcune intuizioni si comprendono veramente solo nel dispiegarsi delle avventure della vita. La ricorrenza del bicentenario ci invita così a “fermarci per formarci”, e riflettere attorno al carisma. A tale scopo, ha aggiunto don Dal Molin, è stato distribuito il Quaderno di lavoro “Tu vedi più lontano di Me”, perché il carisma salesiano sia sempre più radicato e assunto consapevolmente come criterio guida per il nostro operare.

Infatti da tutte le case dell’ispettoria sono giunti direttori, presidi e vicepresidi, catechisti e consiglieri e le altre figure educative che animano le nostre scuole: in totale 250 professionisti dell’educazione!

Dopo l’intervento dell’Ispettore, è stato il turno del relatore invitato, don Stefano Pegorin, un salesiano sacerdote che vive e lavora presso la casa salesiana di Santa Maria La Longa, nei pressi di Udine. Don Stefano ha sviluppato il suo intervento proponendo la sua personale testimonianza di salesiano, che, benché formatosi in ambiti diversi da quello dell’accompagnamento dei giovani più fragili, ha assunto da alcuni anni la direzione dell’opera di Santa Maria la Longa tramite un inserimento graduale, fatto di successi e anche sconfitte, ma sempre in progressivo apprendimento.

Volendo sintetizzare schematicamente l’intervento di don Stefano, si possono enucleare alcuni temi portanti:

La passione educativa

Don Stefano ha ricordato che è importante tornare alle figure dalle quali tale passione è stata trasmessa, proprio perché tutti coloro che lavorano in ambito educativo, salesiani o laici, hanno avuto un giorno in cui tale passione educativa è nata.

Giovani poveri e abbandonati

Per lo studente Francesco, ha mostrato don Stefano, la scuola è ansia e preoccupazione, perché si sente da sempre giudicato. Per Giorgio, invece, la scuola è riscatto perché ha superato il debito formativo e si è meritato con duro lavoro il piccolo successo arrisogli. Ancora: per Edoardo, la scuola è l’emblema della crisi per i numerosi fallimenti che purtroppo ha collezionato durante la sua esperienza scolastica. Le storie di questi ragazzi, ha sostenuto don Stefano, come quelle di mille altri diventano momenti fondamentali su cui sostare per visualizzare le impressioni, le considerazioni e le strategie messe in atto per “prenderselo a cuore”: diventano opportunità preziose per costruire una sapienza educativa di cui far tesoro.

Il patto educativo.

Don Stefano ha proiettato una copia del patto educativo proposto ai giovani ospiti della comunità. Il patto prevede delle voci riguardanti gesti molto piccoli, ma non secondari, nella vita di una ragazzo, come: buon comportamento sui mezzi pubblici, corretta e completa annotazione dei compiti sul diario personale, pronta levata al mattino e ritirata serale ad un orario consono, puntualità negli appuntamenti, e così via. Il giovane Luis ogni giorno aveva come obiettivi particolari: nessuna nota a scuola, avere i compiti almeno scritti sul diario, essere in aula studio puntuale a fare i compiti, ordine della camera, la pulizia personale, evitare gesti volgari, offensivi o agiti violenti, andare a letto puntuale. Se uno di questi elementi non c’è si riceve la mancanza di uno solo di questi elementi, ha spiegato don Stefano, comporta l’assegnazione  di un “cartellino giallo”. Una seconda ammonizione comporta, invece, il sequestro almeno temporaneo del tablet e degli strumenti elettronici. Se al contrario tutti gli obiettivi sono raggiunti, ha spiegato don Stefano, viene posta una crocetta nella casella “giornata perfetta”. Dopo 15 giorni di giornate perfette si vince una cena fuori.

Don Stefano ha ammesso di aver provato per alcune settimane ad applicare a sé stesso  questo patto all’apparenza così semplice e scontato. I risultati e la fatica, ha confessato don Stefano, non sono stati sempre all’altezza delle aspettative, e i piccoli obiettivi in realtà erano piccoli solo di primo acchito. «Ho provato sulla mia vita a compilare un patto educativo come i miei ragazzi -ha commentato don Stefano-, e quanta fatica e quante umiliazioni! Mi sono reso conto -ha proseguito- che per chi ha qualche difficoltà, quanto chiediamo a scuola, talvolta, è come raggiungere la luna. Gestire i miei piccoli fallimenti -ha concluso don Stefano- è stata dura: posso solo immaginare quanto lo possa essere per i nostri ragazzi in difficoltà, che di batoste dalla vita ne hanno prese tante, e di richiami sani amorevoli come quelli di mamma margherita, magari, non ne hanno mai potuti ricevere”.

Dopo una breve pausa abbiamo concelebrato la Santa Messa dove l’ispettore don Roberto Dal Molin ha pregato chiedendo due speciali doni: Ascoltare cosa il Signore vuole dirci e saper dire parole autentiche. Ecco due passaggi:

Prima di tuffarci (già abbiamo iniziato peraltro nei giorni scorsi) in un mare di parole, di sostare un momento per fare spazio alla Sua Parola, prima di immergersi in un mare di fogli quello di prendere tra mano la pagina sacra, prima di chiederci come pianificare l’anno e le lezioni quello di domandare al Signore: “hai una parola per me con cui iniziare quest’anno?”. Se non si chiede non si ottiene, senza domande non si ottengono o non si afferrano le risposte. Il chiedere affina lo sguardo e il rivolgerci con rispetto al Signore ci mette nella postura corretta davanti a un Padre che ha cura di ciascuno delle sue figlie e dei figli, e quindi anche di noi. Non vogliamo infatti incorrere nel rischio della presunzione che ci porta a fare anche tanto, perfino bene, ma prescindendo dal Signore. Oggi quindi, con sincero e umile desiderio chiediamo al Signore: “quale parola vuoi dirmi per iniziare l’anno?”.

 La professione dell’insegnante, del formatore porta poi a essere dispensatori di tante parole. Non ci sono solo spiegazioni da dare ma i colloqui e i dialoghi costellano tutte le giornate. Una seconda preghiera vorremmo insieme rivolgere al Signore oggi; quella di concederci la grazia di ispirarci a Lui perché le nostre parole siano simili alla Sua se non proprio prolungamento delle sua. Le parole di Gesù sanno in modo impareggiabile unire verità e carità; vorremmo anche noi saper dare il nome corretto alle situazioni con amorevolezza, vorremmo che fossero parole che costruiscano il bene e allontanino il male, parole che edifichino la comunione e non si prestino alla divisione. Potremmo pure avvinarci all’efficacia di Gesù? Un po’ sì, lo sappiamo, se la nostra vita preceda e sia conseguente alle parole che diciamo. Le nostre parole diventano credibili se sono accompagnate da una vita che va nella stessa direzione, autentica; e su questo tutti abbiamo da chiedere una grazia al Signore.

Dopo l’intervento di don Stefano, si è svolto l’ormai tradizionale e apprezzatissimo pranzo, durante il quale si è potuto respirare in meraviglioso clima di famiglia, sia tra confratelli che hanno trascorso anno di formazione insieme, sia tra i salesiani e i laici che avevano potuto lavorare assiduamente gomito a gomito in qualche esperienza precedente. è Il clima di chi si incontra, magari a distanza di alcuni anni anni, ma con la sensazione di essersi salutati il giorno precedente.

Dopo il pranzo, e per la prima metà del pomeriggio, si sono svolti i lavori di gruppo, per poter approfondire i temi trattati, e condividere esperienze preziose.

Dopo il breve intervento di don Edoardo Gnocchini, che ha presentato il logo e la colonna sonora dell’anno formativo; e la conclusione di Stefano Mascazzini, che ha ricordato alcuni prossimi appuntamenti, l’assemblea si è sciolta, soddisfatta dell’esperienza, e soprattutto grata per gli incontri fatti.

 

Italia – Insediamento del Direttore della Sede Centrale Salesiana

Dall’agenzia ANS.

***

(ANS – Roma) – Nel pomeriggio di venerdì 1° settembre 2023, presso la Basilica del Sacro Cuore a Roma, è avvenuta la cerimonia di insediamento del nuovo Direttore della Comunità della Sede Centrale Salesiana (SCS), don Francesco Marcoccio, che è succeduto a don Jean Claude Ngoy, Direttore della medesima comunità nel sessennio 2017-2023.

L’occasione ha richiamato molti Direttori delle presenze salesiane a Roma, salesiani delle varie presenze dell’Ispettoria della Circoscrizione Italia Centrale (ICC) – di cui don Marcoccio era Vicario prima di assumere il nuovo incarico – i missionari partenti con la 154° Spedizione Missionaria Salesiana, nonché amici, dipendenti e simpatizzanti dell’opera del Sacro Cuore e della Sede Centrale Salesiana.

Il rito dell’insediamento è avvenuto nell’ambito della liturgia comunitaria dei Vespri, guidata dal Vicario del Rettor Maggiore, don Stefano Martoglio. Nel suo intervento don Martoglio ha sottolineato il valore e il ruolo dell’opera del Sacro Cuore agli occhi dello stesso Don Bosco, che vi spese tanto della sua vita e della sua salute per l’edificazione; e poi ha anche messo in luce il rinnovato impegno della comunità nel rendere l’opera un centro di incontro e crescita per tanti giovani, del quartiere e non solo. Oggi, ha rimarcato, il Sacro Cuore è come un polmone che dà ossigeno all’intera Congregazione. “E qui, ora, ci sarai tu, don Francesco, a portare avanti i sogni di Don Bosco” ha chiosato il Vicario del Rettor Maggiore.

Sono seguiti poi gli atti di rito: don Marcoccio ha emesso la promessa e firmato il documento d’insediamento, mentre il parroco del Sacro Cuore, don Javier Ortiz, gli ha simbolicamente consegnato la chiave della comunità.

Infine, il neo-Direttore ha offerto a tutti i presenti il suo pensiero della “buonanotte salesiana”. Ha confidato che aveva già fatto domanda di partire missionario e aveva ricevuto la sua destinazione, in Argentina, quando il Rettor Maggiore gli è stato affidato questo nuovo incarico. “Non ho esitato a dirgli di sì, poiché ho visto che, in questa sua richiesta, il mio desiderio di missione era chiamato ad assumere un’altra forma” ha spiegato.

Ha evidenziato le due anime della comunità e della sua missione come guida: quella globale, che concerne la comunità dell’SCS – la casa del Rettor Maggiore – e quella locale, inerente all’opera del Sacro Cuore, con il Santuario, la Parrocchia e le attività giovanili. “Abbiamo dunque una bella missione – ha osservato –: dal Cuore di Gesù mettere insieme e armonizzare il livello mondiale e quello locale, l’animazione e il governo della Congregazione guidata dal Rettor Maggiore e il servizio ai giovani e ai poveri di questo territorio”.

Don Marcoccio, che ha già trascorso 11 anni nella casa del Sacro Cuore – tre come Delegato di Pastorale Giovanile dell’Ispettoria romana (IRO), sei come Delegato di Pastorale Giovanile di ICC e due come vicario di ICC – è divenuto un appassionato alla presenza di Don Bosco a Roma, amante della ricchezza carismatica presente presso la Sede Centrale Salesiana. E come Leone XIII profetizzò a Don Bosco, anche per se stesso si augura che l’opera del Sacro Cuore costituisca il suo “passaporto per il Paradiso”.

Vai al sito

Italia – Don Gildasio Mendes con i giovani salesiani della Sicilia in un incontro di formazione

Dall’agenzia ANS.

***

(ANS – Messina) – È in corso di svolgimento, dal 30 agosto al 1° settembre, presso l’Istituto Teologico “San Tommaso” di Messina, il consueto “Campo Giovani Confratelli”, occasione annuale di incontro e crescita in cui i salesiani in formazione iniziale dell’Ispettoria salesiana della Sicilia (ISI) si confrontano intorno a un tema diverso. Il tema di quest’anno è stato quello della comunicazione, con un ospite d’eccezione nella persona di don Gildasio Mendes, Consigliere Generale per la Comunicazione Sociale.

Nella prima giornata, dopo i primi momenti dedicati all’accoglienza di tutti i partecipanti e alla creazione di un clima di fraternità tra tutti i presenti, il tema guida del raduno è stato inquadrato da una prospettiva biblica, grazie ad una riflessione offerta da don Fabio Rosini attraverso un incontro online centrato su Gesù come comunicatore. Dopo un opportuno tempo per la riflessione personale, don Franco di Natale ha offerto il tradizionale pensiero della “buonanotte salesiana”, cui è seguita l’agape fraterna.

La seconda giornata si è aperta con l’Eucaristia presieduta dall’Ispettore di ISI, don Giovanni d’Andrea, ed è proseguita con due momenti fondamentali, entrambi guidati da don Gildasio Mendes. Nella mattina, attraverso la relazione intitolata “Evangelizzare ed Educare: i nuovi linguaggi digitali” ci si è incentrati sugli elementi cardine della comunicazione in quanto linguaggio che coinvolge pienamente la persona umana: sensi, intelletto ed emozioni, partendo dal parallelo fra comunicazione ed arte. Nel pomeriggio, con l’intervento dal titolo: “Comunicazione e Consacrazione. Il salesiano e la rete”, lo spunto fondamentale è stato dato dalla domanda sui caratteri che la comunicazione deve avere quando diventa mezzo di evangelizzazione.

L’aspetto originale è stato l’approccio laboratoriale degli incontri, che ha stimolato i partecipanti, a partire dalle loro qualità, ad interrogarsi in maniera concreta su come vivere la dimensione evangelizzatrice nel mondo delle comunicazioni sociali attuale.

La giornata finale è dedicata ad un dialogo schietto ed aperto fra i giovani salesiani e i Delegati ispettoriali di Pastorale Giovanile, Animazione Vocazionale e Comunicazione Sociale. A seguire c’è la celebrazione eucaristica, in cui alcuni dei partecipanti emettono il rinnovo dei voti.

Il campo si conclude, infine, con una visita guidata al museo regionale della città, un momento in cui toccare ulteriormente con mano come l’arte e la bellezza siano state e continuino ad essere una forma di comunicazione nell’umanità che travalica il tempo e lo spazio.

Vai al sito

XVI Assemblea Ispettoriale dell’Italia Centrale: “Tu vedi più lontano di me. Segnaletica per tornare a sognare”

Pubblichiamo il comunicato stampa dell’Assemblea Ispettoriale dell’Italia Centrale

***

Si è tenuta a Roma dal 28 al 30 agosto 2023 la XVI Assemblea Ispettoriale dell’Italia Centrale dal titolo TU VEDI PIU’ LONTANO DI ME “Segnaletica per tornare a sognare” che ha visto la partecipazione di confratelli, Figlie di Maria Ausiliatrice, membri della Famiglia Salesiana, laici e giovani. Anche don Juan Carlos, Consigliere per la Regione Mediterranea, ci ha onorato della sua presenza, inaugurando la Visita Straordinaria che farà alle case della nostra Ispettoria.

La riflessione del primo giorno di assemblea su I sogni di don Bosco: storia, ispirazione, comunicazione e profezia, è stata portata avanti grazie agli approfondimenti di Paolo Vaschetto (salesiano coadiutore e docente UPS) e ad una lettura teologica del sogno dei nove anni tenuta da Don Andrea Bozzolo (Rettor Magnifico dell’UPS). Don Andrea ci ha ricordato che la spiritualità salesiana sta nel vedere il Risorto nel cortile, nell’ufficio, nella quotidianità dove ci sono i ragazzi. E che quello che siamo chiamati a fare con i ragazzi è l’impossibile: capovolgere un’esistenza, camminando nella logica della fede e facendoci aiutare da Maria, Madre e Maestra, piena di Grazia che, senza spiegare, tutto insegna.

A seguire, un arricchente momento di Dialogo tra le generazioni “I vostri anziani faranno sogni, i vostri giovani avranno visioni e profetizzeranno” con Don Gigi Zoppi e Don Gigi Giovannoni, Giovanni Rook e Antonio Coppedè intervistati dal Delegato di Pastorale Giovanile, don Emanuele De Maria.  La prima serata si è conclusa con uno spettacolo a tema, portato in scena dai giovani dell’oratorio “La Magione” di Siena.

Nella seconda giornata abbiamo ascoltato la relazione dell’Ispettore don Stefano Aspettati, in cui è stato presentato il  POI (Progetto Organico Ispettoriale) in tutte le sue sfumature. Un documento prezioso per – ha ricordato don Stefano – “andare nella sperata direzione di liberare energie per l’essenziale ritorno alla presenza in mezzo ai ragazzi, per riflettere insieme e poter annunciare il Vangelo”.

Il pomeriggio del 29 è stato dedicato allo studio della relazione per CEP, con un momento di approfondimento e formulazione di domande a cui si è dato risposta nella mattinata di mercoledì 30.

Accanto ai momenti di riflessione non sono mancati i momenti di condivisione, per vivere in pieno spirito comunitario questa importante occasione di incontro, fatta di nuovi inizi e saluti. Abbiamo affettuosamente salutato don Francesco Marcoccio, nominato dal Rettor Maggiore direttore della comunità del Sacro Cuore a Roma e, nella celebrazione eucaristica del 29, don Michelangelo Dessì ha fatto la sua professione di fede come nuovo Vicario dell’Ispettore. Infine, per concludere in piena gioia, durante la Celebrazione Eucaristica di mercoledì 30 abbiamo vissuto la professione perpetua del sig. Angelo Mereghetti, presieduta dall’ispettore.

“Un sogno che fa sognare”: assemblea ispettoriale della Lombardia ed Emilia Romagna

Pubblichiamo l’articolo di resoconto dell’assemblea ispettoriale della ILE.

***

L’assemblea si è aperta con un momento di ritiro tenuto da don Andrea Bozzolo, Rettore dell’Università Pontificia Salesiana ed insegnante della Pontificia Università Giovanni Paolo II. E’ stato presentato il ‘sogno dei nove anni’ di Giovannino Bosco secondo la prospettiva teologico-spirituale, che si rivela essere la più aderente alla storia del santo torinese “padre e maestro dei giovani”.

Il relatore esordisce ricordando che «il locus theologicus in cui la promessa della rivelazione di Dio prende la forma della salvezza è IL CORTILE. Senza dimenticare che è la pedagogia della festa che rende i lupi degli agnelli che fanno festa con Gesù (il Salvatore) e Maria (la mediatrice di salvezza)». Tale prospettiva ha fugato ogni lettura semplicistica o devozionalistica del sogno che se da una parte può essere ridotta a ‘storiella per bambini’ dall’altra potrebbe essere banalizzata come ‘insensatezza onirica’. Recuperata l’unica dimensione praticabile della lettura del sogno, si può affrontare il tema che supporta tutto l’impianto: la chiamata all’impossibile, supportata dal fatto che dal sogno, Giovannino Bosco, si sveglia turbato e nelle lacrime. Tale turbamento è da leggere con la stessa logica delle grandi chiamate di Dio nella Bibbia, non ultima la vocazione di Maria che «resta turbata» (Lc 1). E Dio conferma tale impossibilità, stravolgendo la logica umana perché «impossibile presso gli uomini, ma non presso Dio! Perché tutto è possibile presso Dio».(Mc 10,27). Come tutti i grandi fondatori, anche don Bosco apre un via impossibile… nel medesimo modo in cui i grandi scalatori ci aprono un via nuova alla vetta. Occorre rispondere ad una domanda: chi insegna ai fondatori? <<Maria perché conosce tutti i carismi dall’interno! Infatti ogni mattina preghiamo la Santa Vergine dicendo:

«Insegnaci,

tu che sei stata la Maestra di Don Bosco,

a imitare le sue virtù:

in particolare l’unione con Dio,

la sua vita casta, umile e povera,

l’amore al lavoro e alla temperanza,

la bontà e la donazione illimitata ai

fratelli, la sua fedeltà al Papa e ai Pastori della Chiesa.»

Potrai ascoltare tutto l’intervento qui: https://youtu.be/QW9I_btxTRQ

I RINNOVO DEI GIOVANI SALESIANI

Successivamente nel Santuario della Madonna delle Lacrime, che ha recentemente festeggiato i 500 anni di anniversario del miracolo e l’anno giubilare, dieci giovani salesiani hanno rinnovato i loro voti! Qui potrai rivedere la diretta della celebrazione:

https://www.youtube.com/live/gfjYHeI8-oc?si=l-Iq3E6J6X8qkwjk

I giovani sono: Aroldi Fabio, Brambilla Stefano, Checchi Fabio, Favrin Giona, Grilli Colombo Fitwi Carlo Maria, Grandi Simone, Marco Rossi, Dancelli Andrea, Viscardi Fabio, Piccoli Alessandro.

L’ispettore nell’omelia ha affermato:

«All’inizio di un nuovo anno pastorale, la consegna è questa:

Uno solo è il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli,

uno solo è il Padre vostro, quello celeste

Una sola è la vostra Guida, il Cristo.»

 «Don Bosco ci ha generato a una autentica sequela Christi; tutto di Dio e in unione con Lui ha dato vita a una comunità di consacrati e a una famiglia salesiana perché l’albero della Croce potesse continuare a portare frutti di salvezza, in ogni tempo e in ogni dove. Da don Bosco abbiamo imparato questo radicamento nel Signore che è sorgente di una inesauribile e creativa passione apostolica. Prendendo come strada sicura da percorrere la nostra Regola di Vita rinnoviamo i legami tra noi per essere “un cuor solo e un’anima sola”. La fraternità e la comunione tra noi non sono qualcosa di secondario e contingente lasciato alla nostra sensibilità ma, proprio perché “pagati a caro prezzo”, sono misura della nostra fedeltà e condizione della nostra fecondità.»

 LE LINEE GUIDA PER IL CAMMINO DELL’ISPETTORIA

Nel pomeriggio l’ispettore don Roberto Dal Molin ha dato le linee guida per l’avvio del cammino dell’Ispettoria nel nuovo anno educativo-pastorale in linea con l’itinerario pastorale “sulla strada dei sogni” presentato dal delegato della Pastorale Giovanile don Edoardo Gnocchini. In particolare ha proposto come icona evangelica della pesca sul lago di Genezaret (Lc 5, 1-11) affermando:

Risentiamo oggi non solo l’invito di “gettare le reti” ma anche quel rassicurante “non temete”e quell’invito: “sarai pescatore di uomini”. La missione ci pare ed è impossibile; sulla scorta del nostro padre don Bosco confidiamo nel Signore e anche noi come i primi discepoli confermiamo quel “lo seguirono”

Tra le varie linee ne ha sottolineate due:

  1. La prima è l’interiorità

La nostra identità di consacrati salesiani in un contesto culturale che sfida o ignora le esigenze della fede, il nostro equilibrio tra lavoro e temperanza, la nostra unione con Dio vedono nella cura dell’interiorità, fatta di disciplina e zelo un asse

fondamentale. Facendo tesoro del nostro magistero, qui in particolare di don Viganò, meriterà riprendere alcuni tratti per proseguire la fecondità di santità della nostra ispettoria. Sant’Artemide Zatti è l’ultimo di un “nugolo di santi” che ci precede, ci accompagna e ci sprona. Il fatto stesso che vocazionalmente la sua intercessione abbia fruttato lo sblocco dei cammini vocazionali di alcuni nostri giovani ci dà l’ulteriore conferma di come i nostri santi ci accompagnano con efficacia e vanno invocati con convinzione.

La cura dell’interiorità che ha come frutto la gioia di vivere la propria vocazione è

l’antidoto migliore a impedire che vi siano derive. 

  1. La seconda è la comunione

La dico con una vocabolo proprio della realtà ecclesiale che sintetizza tante dimensioni. La riesprimo come: l’importanza del “vivere e lavorare insieme tra salesiani e con i laici”. E’ esperienza consolidata in Ispettoria, anche se non in tutte le realtà sufficientemente diffusa e solidamente strutturata, il lavorare come Comunità Educative Pastorali. E’ una realtà imprescindibile anche se non è sufficiente dichiararlo; gli equilbri tra comunità consacrata e laici che sono coinvolti a vario titolo nella nostra stessa missione (basti solo pensare alle specificità tra chi è dipendente e chi è volontario) vanno perseguiti con intelligenza, prudenza e chiarezza. Abbiamo bisogno di coinvolgere nella missione laici competenti (perché abbiamo un fronte di lavoro corposo e ricco di ulteriori prospettive) ma che si lascino coinvolgere nella condivisione del carisma pur nel rispetto del loro stato di vita; la ricchezza della complementarietà tra stati di vita che poi intreccia competenze e viene ordinata in ruoli e mansioni è promettente e impegnativo. A camminare con slancio ci incoraggia anche il bel numero di giovani in cammino vocazionale frutto dell’impegno pastorale che l’Ispettoria e le case hanno messo in campo sinora. I sacerdoti recentemente ordinati, chi ha rinnovato oggi la professione, i tre giovani che inizieranno il noviziato, gli otto che entreranno in Comunità Proposta a Milano esprimono la benedizione del Signore e ci incoraggiano a costruire con loro l’Ispettoria di domani ricca di fede e di ardore apostolico. Pensiero e azione dicevano i nostri padri e il caro don Giorgio Zanardini a me commentava: “caro don Roberto, non pensiero senza preghiera, non azione se non insieme”.

A seguire il vicario dell’Ispettore don Erino Leoni ha presentato il Progetto Ispettoriale di Formazione, la proposta degli esercizi spirituali e il quaderno di formazione. Il testo contiene una serie di lectio divinae curate da don Pavan M., le schede carismatiche di letture spirituali di alcuni sogni di don Bosco e la preghiera per le vocazioni. Questo strumento è ormai diventato punto di riferimento per tutta la Famiglia Salesiana che segue la medesima proposta pastorale fatta ai giovani intitolata “Tu vedi più lontano di me”.

Con grande anticipo sono stati resi noti i turni degli esercizi spirituali del prossimo anno per dare priorità alla cura della spiritualità dei confratelli.

 

Mostra del Cinema di Venezia, i CGS presenti con il Laboratorio Nazionale e come giuria del Premio Lanterna Magica 2023

Rinnova la sua presenza al Lido per la 80° edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia (30 agosto – 9 settembre 2023),  il gruppo CGS APS (Cinecircoli Giovanili Socioculturali), con il lavoro di animazione culturale legato all’approfondimento critico del linguaggio cinematografico e della recensione web promosso all’interno del Laboratorio Venezia Cinema.

E’ uno step qualificante del percorso di formazione nazionale CGS, riservato agli animatori culturali dai 18 anni in su e modificatosi nel corso dei suoi quarant’anni di vita, fino alla formula oggi rivolta soprattutto ai giovani e attenta alla divulgazione via web della cultura cinematografica. Ottimale la cornice del Festival del Cinema più prestigioso e “antico” del mondo, che quest’anno celebra i suoi 91 anni, in particolare per l’opportunità di parteciparvi dalla prospettiva privilegiata di accreditati.  

Da 26 anni, inoltre, il gruppo partecipante al laboratorio ricopre anche il ruolo di Giuria del Premio Lanterna Magica, riconosciuto dalla Mostra del Cinema fra i Premi collaterali, assegnato dai Cinecircoli Giovanili Socioculturali alla pellicola più significativa per tematiche vicine al mondo dei giovani, collegate all’educazione e alla crescita personale.

Quest’anno al Laboratorio si alterneranno ventisei operatori culturali, distribuiti in due turni, provenienti da Marche, Liguria, Lombardia, Sardegna, Veneto e Puglia, tutti animatori della comunicazione e della cultura appartenenti agli ambienti salesiani dei CGS, in maggioranza di età compresa tra i 18 e i 29 anni. 

A guidare il gruppo CGS durante i lavori del Laboratorio Venezia Cinema 2023 e a coordinare l’attività di redazione e di giuria del Premio Lanterna Magica saranno i responsabili Alberto Piastrellini, Nadia Ciambrignoni e le consigliere nazionali Raffaella Zoppi e Irene Sandroni, con la supervisione della presidenza nazionale.

Al di là della visione dei film in programma nelle varie sezioni della Mostra, i giovani saranno coinvolti in un quotidiano confronto a più voci con gli scenari culturali della contemporaneità, anche attraverso una formazione operativa sul linguaggio del Cinema, che si concretizzerà nella produzione di recensioni e schede filmiche pubblicate quotidianamente nella sezione “Fuori dal coro” del sito www.sentieridicinema.it e fruibili immediatamente dopo la presentazione delle pellicole. Su tale sito, nell’ambito del progetto “Sentieri di Cinema” riconosciuto e sostenuto dalla Regione Marche, vengono regolarmente raccolti  i materiali critici prodotti dal laboratorio CGS a Venezia e la documentazione fotografica dell’evento. Alcuni responsabili, pertanto, presteranno il loro supporto da remoto in un collaudato lavoro di redazione online.

Le attività, propedeutiche all’acquisizione e alla maturazione di competenze specifiche, avranno ricadute pratiche nella programmazione di Sale della Comunità, nell’organizzazione di rassegne cinematografiche, nell’animazione di cineforum e attività formative legate ai linguaggi dei nuovi media così come nel più ampio lavoro di coordinamento di giurie giovanili in occasione di altri eventi nazionali, ad esempio il Giffoni Film Festival.

Sempre a cura dei giovani animatori culturali sarà la gestione della comunicazione social sulle pagine Facebook e Instagram di CGS Nazionale, CGS Marche e CGS Dorico.

Centro Nazionale Opere Salesiana, ingresso del nuovo direttore don Elio Cesari

Lunedì 28 agosto, nella cappella del Centro Nazionale Opere Salesiane di Roma, c’è stato l’ingresso del nuovo direttore, don Elio Cesari. La celebrazione è stata guidata dall’ispettore della Circoscrizione Italia Centrale, don Stefano Aspettati alla presenza del Consigliere per la Regione Mediterranea, don Juan Carlos Godoy, dell’ispettore della Lombardia Emilia Romagna, don Roberto Dal Molin e i salesiani della comunità del Pio XI.

“Il fulcro della tua missione è la comunione, abbiamo bisogno di camminare insieme, di fare comunità – ha detto don Stefano Aspettati durante l’omelia -. Noi abbiamo un compito grande nel mettere insieme gli ambienti in una unica visione salesiana, che stia in un dialogo dove tutti possano avere la voce per costruire questa visione unitaria. L’obiettivo è sempre lo stesso. Chi ce lo fa fare? Il Signore e i giovani, soprattutto i più poveri e abbandonati”.

Don Godoy ha richiamato il filo rosso che percorre il centro nazionale per spiegare il senso della continuità: “Il filo rosso e d’oro che percorre tutta la casa è importante perché nel momento in cui una persona sostituisce un altro mette al centro la continuità. Ecco qual è il significato del filo: garantisce la continuità anche con persone diverse e parte dalla fede, da Cristo. Il filo è il collegamento tra tutti quelli che lavorano, qui per un progetto che è iniziato prima di don Roberto e che proseguirà anche dopo don Elio. Il progetto garantisce la continuità: tu, don Elio, devi garantire questo, restando fedele ai destinatari e al nostro carisma”.

Italia – Il Rettor Maggiore rende omaggio a Castelnuovo Don Bosco, la collina della benedizione

Dall’agenzia ANS.

***

(ANS – Torino) – Il 16 agosto 2023, a Castelnuovo Don Bosco, a Colle Don Bosco, molti giovani provenienti da diverse parti del mondo (Hong Kong, Ungheria, Nicaragua, Italia, Filippine, etc…) e pellegrini, amici e benefattori, hanno partecipato alle celebrazioni del 208° anniversario della nascita di Don Bosco. Don Ezio Orsini, Rettore della Basilica, ha dato il benvenuto al Rettor Maggiore, ai concelebranti, ai giovani e ai fedeli presenti alla celebrazione.

“Nessuno ha chiamato nessuno, è stato il cuore di ciascuno a portarci tutti qua”, con queste parole il Rettor Maggiore Don Ángel Fernández Artime ha dato inizio all’omelia nella basilica di Colle Don Bosco dove ha presieduto la Santa Messa, come tradizionalmente accade ogni anno, per festeggiare insieme a centinaia di pellegrini il 208° anniversario della nascita del nostro Padre Don Giovanni Bosco.

“Il Signore – ha detto il Rettor Maggiore – ha scelto questa povera collina, un luogo allora sconosciuto, per far nascere Giovannino Bosco, come Egli stesso aveva scelto di nascere in un angolo sperduto della Palestina […] per questo noi oggi siamo qui… non per adorare una persona, ma per ringraziare Dio per il regalo di Don Bosco”.

Le cose che vengono da Dio durano nel tempo, e così non è mancato il riferimento ai 200 anni del sogno dei nove anni che ci apprestiamo a celebrare nel 2024 seguendo il tema offerto dal Rettor Maggiore: “Il sogno che fa sognare: un cuore che trasforma i “lupi” in “agnelli””. In questo sogno c’è posto per tutti, ha detto il X Successore di Don Bosco facendo riferimento alle parole che Papa Francesco ha rivolto ai giovani radunati a Lisbona nei giorni scorsi dicendo che “nella Chiesa tutti abbiamo un posto”.

La celebrazione si è conclusa con i ringraziamenti di don Thathireddy, il Direttore di Colle Don Bosco, al Rettor Maggiore e alle autorità presenti: l’ispettore di ICP, don Leonardo Mancini, l’ispettore d’Ungheria don Fr. János Andrásfalvy, l’ex-ispettore di ILE don Giuliano Giacomazzi e i sindaci di Riva presso Chieri (Sig. Lodovico Gillio), Buttigliera (Sig. Guido Fausone), Capriglio (consigliere Sig. Paolo), il comandante di Castelnuovo Don Bosco (Sig. Biagio Walter Lanza) e il sindaco di Castelnuovo Don Bosco (Sig. Antonio Rago). Quest’ultimo ha portato i ringraziamenti dei cittadini della zona al Rettor Maggiore insieme agli auguri per la nomina cardinalizia che il Santo Padre gli conferirà il 30 settembre.

In preparazione al bicentenario del sogno dei nove anni, la comunità di Colle Don Bosco ha riprodotto il probabile volto di Don Bosco a 9 anni utilizzando l’intelligenza artificiale. Il poster con l’immagine di Giovannino è stato presentato dal Rettor Maggiore al termine dell’Eucaristia.

Vai alla notizia