Avvenire – Torino, minori nella terra di confine. «All’oratorio si insegna legalità»

Da Avvenire, di Marco Birolini.

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«Ero qui da poco. Un giorno vedo un bambino di 9 anni che continua a calciare la palla contro il muro. Gli dico: puoi smetterla per favore? Vai a giocare in campo. Lui si gira e mi fa un gesto con la mano, aprendo e chiudendo le dita. Come a dire: parla, parla…» Don Stefano Mondin è il direttore della Casa salesiana intitolata al beato Michele Rua, piantata nel mezzo di Barriera di Milano, il quartiere più problematico di Torino. Sorride mentre ricorda la sfida lanciatagli tre anni fa da quel piccolo angelo con la faccia sporca: «Mandai a chiamare sua madre, per capire come comportarmi con lui. Lei mi disse: porti pazienza, ne ho già due in galera…» Un contesto difficile, spesso ostile. «Il 60% di chi finisce in carcere minorile arriva da queste strade – spiega don Stefano – e molti bambini qui pensano che poliziotti e carabinieri siano i cattivi. Allora noi organizziamo la Settimana della legalità per fargli capire che non è così. Agenti e militari sono venuti in oratorio e si sono presentati, hanno portato anche cani e attrezzature: alla fine la curiosità ha superato i pregiudizi. Poi c’è stata la partita di calcio fra avvocati e magistrati. Un modo per ridurre le distanze e per comprendere che dentro le istituzioni non ci sono nemici ma persone di cui ci si può fidare».

Don Mondin, entrato in seminario dopo la laurea in Giurisprudenza («Pensavo alla professione legale, ma poi il percorso di discernimento mi ha portato altrove»), mostra con orgoglio la “panchina della legalità”, dipinta con il tricolore e autografata dai giudici. A pochi metri c’è un totem con indicazioni verso gli angoli più tormentati del mondo: Messico, Ucraina, Haiti, Palestina.

A Barriera di Milano un residente su due è straniero e la proporzione balza all’occhio guardando i 400 iscritti dell’oratorio estivo, dove spiccano africani e sudamericani. «Ma abbiamo anche molti cinesi, che parlano l’italiano così bene da tradurre ai loro genitori. Capirsi non è facile, oltre alla lingua ci sono culture e tradizioni molto diverse. Ma noi facciamo un patto: qui avete strutture, volontari ed educatori a disposizione, però bisogna rispettare le regole. Non manca la carità, ma è fondamentale capire che non tutto è dovuto. E soprattutto che noi vogliamo dare strumenti per partire, o per ripartire».

Un approccio pragmatico tutto salesiano, che dà frutti anche su un terreno in apparenza duro come questo, ulteriormente inaridito dalla piaga dell’abuso digitale. «I ragazzini sono schiavi dei social e degli smartphone, ormai non si trovano nemmeno più per fare i compiti: preferiscono collegarsi in videochat. L’Università ci ha avvisato: attenzione, uno studente delle medie su sei dice di esser stato contattato online da pedofili. E i più piccoli si fanno condizionare dai videogame: ti dicono che sei cattivo come questo o quel personaggio». L’antidoto al virtuale è il contatto, la relazione. Il doposcuola, ma soprattutto lo sport. Calcio, pallavolo, ma anche passeggiate in Val d’Aosta, che rilassano persino i ragazzini più elettrici: «Appena arrivano in vetta chiedono di fare un video per mandarlo alla mamma, perché lei – dicono – non ha mai visto un panorama così bello».

In una periferia che sembra aver smarrito la sua identità (il filosofo Michel Foucault parlava di “eterotopia” per descrivere questi “non luoghi” urbani, così vicini ma così lontani dal centro cittadino) la Casa salesiana è un baluardo di umanità. Non un fortino chiuso, però, semmai un’oasi di generosità che tiene le porte spalancate. «Niente di tutto questo sarebbe possibile senza gli sforzi dei nostri volontari: giovani, adulti, anziani. Sono circa trecento e sono fondamentali». Tanta buona volontà, che però da sola non basta. «Oggi servono risposte adeguate, Chiesa in uscita significa essere all’altezza di quello che il mondo ti chiede. Per questo ci avvaliamo di educatori professionisti che guidano le attività e affiancano chi è nuovo. Bisogna far capire che l’oratorio non è più solo il posto dove si fanno i giochetti». Tutt’altro: la Casa ospita anche un complesso scolastico all’avanguardia, con laboratori ipertecnologici aperti anche alle scuole del territorio. «Un’offerta didattica d’eccellenza serve a tenere nel quartiere anche famiglie che potrebbero permettersi di trasferirsi altrove – osserva il sacerdote –. Non solo, tanti giovani che se ne erano andati dopo gli studi tornano qui ad abitare. C’è un forte senso di comunità, nonostante i tanti problemi. Li viviamo sulla nostra pelle: il primo anno ho subito 17 furti, poi almeno 5 in media in quelli successivi. Rubano di tutto: zaini incustoditi, telefonini negli spogliatoi, una volta mi hanno svuotato le celle frigorifere. Ma il giorno dopo un imprenditore ci ha portato 500 polli…».

L’impegno dei salesiani – che include anche corsi di avviamento al lavoro in collaborazione con le aziende – è sostenuto da una rete di donatori: la Fondazione Carlo Acutis ha regalato un laboratorio digitale, gli Amici di Matteo offrono consulti di neuropsichiatria infantile a chi non si può permettere visite private e che rischierebbe di aspettare 2 o 3 anni per una diagnosi di deficit dell’attenzione. Ma la lista dei benefattori è lunga. Linfa vitale per chi deve portare avanti la sua opera educativa e sociale in un pezzo di città ormai ad alto rischio, dove anche i muri sanno quanto sono detestate le forze dell’ordine: «Against police violence» recita un maxi graffito in via Candia. Sotto gli alberi di corso Palermo sonnecchia un Lince dell’esercito, ma il sindaco Stefano Lo Russo (Pd) ha chiesto che la presenza dei militari sia più leggera e dinamica: serve pattugliare le strade per garantire una sicurezza che appare sempre più precaria.

«A ogni incrocio, la sera, spuntano 4-5 spacciatori – dice don Mondin – ma gli anziani ormai hanno paura anche di giorno. Molti di loro mi confidano che hanno iniziato a votare controvoglia a destra, perché temono di subire rapine mentre escono a fare la spesa. La sensazione è che molti delinquono per fame, perché manca il lavoro». In effetti, in viale Giulio Cesare e dintorni gruppi di migranti bivaccano sulle panchine o tirano sera ai tavolini dei bar, sotto insegne che parlano più arabo che italiano. Davanti a loro però sfrecciano i bengalesi del pranzo etnico a domicilio, mentre il corriere nordafricano consegna l’ennesimo pacco. Sono le due facce di Barriera: chi è venuto da lontano e ha perso la bussola, chi è arrivato ed è subito ripartito.

Ispettoria Italia Meridionale – Esperienze missionarie estive

Dal sito dell’ispettoria Italia Meridionale.

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Adrenalina, gioie, paure, aspettative, preoccupazioni, speranze, domande, ansie, divertimento, condivisioni, silenzio, ascolto, preghiera. Queste sono solo alcune delle emozioni e sensazioni vissute durante l’ultimo weekend a Napoli: il weekend partenti per i ragazzi e le ragazze che si preparano a vivere l’esperienza estiva che li attende.

Durante il weekend, il gruppo si è preparato, ha studiato e pregato insieme. Guardandosi negli occhi e condividendo paure e aspettative, si sono interrogati su loro stessi conoscendosi meglio. Alcuni partecipano per la prima volta a queste esperienze estive e avevano molte domande. Altri, alla loro seconda o terza esperienza, ne avevano ancora di più. E poi ci sono quelli che le domande le conservano per il viaggio, con poche aspettative, sapendo che tutto ciò che accadrà sarà interpretato alla luce del Vangelo, attraverso gli occhi delle persone che incontreranno, con il cuore pieno di storie e le mani sporche di polvere.

Le comunità ospitanti sono pronte: quella de Il Cairo “Zeitun”, quella di Scutari e quella del “Don Bosco” a Napoli, che accoglierà chi vivrà l’esperienza a Nisida. I giovani dell’MGS Ime sono pronti, con il cuore aperto, a condividere il loro tempo e i loro sorrisi con chi incontreranno.

Il primo gruppo partirà per l’Egitto, per incontrare famiglie, giovani e bambini immigrati dal Sudan. Avranno l’opportunità di conoscere e giocare con i ragazzi egiziani in un cortile che li farà sentire a casa. Visiteranno nuovi posti e conosceranno culture diverse dalle loro, mettendosi in gioco tra inglese e arabo per conoscere nuove persone. Pregheranno per i paesi vicini in guerra e per la crescita del paese.

Il secondo gruppo partirà subito dopo il rientro del primo, il 23 luglio, per Scutari -in Albania-, e nel villaggio vicino per fare animazione di strada e giochi con i bambini del posto. Conosceranno un nuovo paese e la sua cultura, visiteranno luoghi significativi della storia albanese e pregheranno con la comunità per sentirsi parte di questo angolo di ispettoria IME al di là del mare Adriatico.

L’ultimo gruppo partirà ad agosto per l’I.P.M. di Nisida. Durante tutto l’anno, i “Rise Up” hanno avuto un occhio particolare per i ragazzi reclusi nelle carceri del Sud Italia. Ed ora, per un paio di settimane, questo gruppo entrerà nell’I.P.M. per intrattenere, fare laboratori e dare speranza attraverso il gioco, ai ragazzi che vi risiedono. Avranno, così, la possibilità di condividere il loro tempo con i detenuti, proprio come faceva Don Bosco, proponendo le attività più svariate.

Non capita tutti i giorni di vedere un gruppo di 30 giovani che sceglie di partire durante l’estate per condividere due o tre settimane in luoghi che li metteranno costantemente alla prova, offrendo al contempo un’opportunità di ricerca interiore. Una ricerca di sguardi che rivelino il Dio dell’Amore, il Dio della Vita, il Dio della Gioia.

Sonia Parigi

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Il Rettor Maggiore inaugura il sentiero “Sant’Artemide Zatti” a San Salvatore Monferrato, paese natale di don Carlo Evasio Cavalli

Dall’agenzia ANS.

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(ANS – San Salvatore Monferrato) – Il Cardinale Ángel Fernández Artime, Rettor Maggiore dei Salesiani di Don Bosco, nella giornata di domenica 30 giugno 2024 è stato a San Salvatore Monferrato, nella diocesi di Casale Monferrato, in Piemonte, per ricordare il sacerdote salesiano don Carlo Evasio Cavalli, nativo del paese monferrino, che fu padre spirituale del salesiano coadiutore Artemide Zatti, proclamato santo il 9 ottobre 2022. Nella circostanza il X Successore di Don Bosco, dallo scorso 20 aprile anche Arcivescovo Titolare di Ursona, ha animato un ricco programma di attività, culminato nell’intitolazione a Sant’Artemide Zatti del sentiero della Via Crucis sito presso il santuario della Madonna del Pozzo.

Il programma degli appuntamenti ha avuto inizio alle 14:30 locali, con un incontro amichevole e paterno tra il cardinale e alcuni ragazzi e ragazze della comunità locale.

Successivamente hanno avuto luogo gli atti istituzionali, con l’accoglienza ufficiale della Delegazione del Comune di Boretto, paese natale di Artemide Zatti, guidata dal neosindaco, Andrea Codelupi; e il conferimento della “Benemerenza Civica Speciale” conferita dal Consiglio Comunale di San Salvatore Monferrato al Cardinale Á.F. Artime, e consegnatagli dalle mani del Sindaco, Corrado Tagliabue.

L’atto centrale della giornata, cioè l’intitolazione del sentiero della Via Crucis a Sant’Artemide Zatti, è stato organizzato dalla comunità parrocchiale locale, guidata da don Gabriele Paganini, ed è avvenuto tra una folla di fedeli e alla presenza di diverse autorità religiose: in tal senso si segnala, in particolare, la presenza del Vescovo della Diocesi di Casale Monferrato, Mons. Gianni Sacchi; e del Rettore del Santuario, don Carlo Grattarola; oltre a diversi salesiani, numerose Figlie di Maria Ausiliatrice e altri membri della Famiglia Salesiana.

Successivamente, attorniato dai ragazzi e dagli animatori dell’oratorio, il cardinale ha anche tagliato il nastro della nuova altalena inclusiva per l’area giochi del santuario; e tutti i presenti hanno poi assistito ad un momento commemorativo nel quale sono state ricordate le due figure salesiane: Artemide Zatti, salesiano coadiutore divenuto santo nel servizio ai malati e ai poveri che affollavano l’ospedale di Viedma, in Argentina; e don Carlo Evasio Cavalli, il sacerdote salesiano originario di San Salvatore Monferrato, che, da missionario in Argentina e parroco a Bahía Blanca, ne ispirò il percorso di santità.

Nel prosieguo del pomeriggio, sempre presso il santuario della Madonna del Pozzo, il Rettor Maggiore ha anche presieduto la celebrazione eucaristica domenicale, accompagnato da Mons. Sacchi e da altri concelebranti.

“La popolazione di San Salvatore, lieta per aver avuto come concittadino don Carlo Evasio Cavalli, ha voluto rendere onore alla felice coincidenza di questi due figli di Don Bosco e affidarsi alla loro intercessione”, ha commentato Mons. Grattarola, Rettore del santuario. “Per questo motivo – ha aggiunto – la Via Crucis che alcuni anni or sono, su ispirazione dell’arciprete Annibale Spalla, fu eretta nel parco del santuario, è stata intitolata a sant’Artemide perché con la sua intercessione, lui, ‘parente di tutti i poveri’ e ‘buon samaritano’ ci porti a riconoscere e servire in ogni fratello che soffre, Cristo Gesù, che vive e regna nei secoli dei secoli”.

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Ispettoria Lombardo Emiliana, ordinati tre presbiteri e un diacono a Parma

Pubblichiamo il comunicato dell’Ispettoria Lombardo Emiliana.

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Nel pomeriggio di sabato 15 giugno, alle ore 15.30 nella Cattedrale di Santa Maria Assunta di Parma, il Vescovo Mons. Enrico Solmi ha presieduto la solenne concelebrazione eucaristica durante la quale sono stati ordinati presbiteri i salesiani don Andrea Magri, don Daniele Motta, Don Enrico Del Bel Belluz. Durante la medesima celebrazione ha ricevuto l’ordinazione diaconale il salesiano Matteo Grigoli.

Ha partecipato alla preghiera anche Mons. Eugenio Binini, vescovo emerito di Massa Carrara-Pontremoli, insieme ai molti concelebranti. I molti familiari, amici e giovani provenienti dalle diverse realtà dell’Ispettoria dove i quattro hanno svolto il loro apostolato e dove attualmente svolgono la loro attività pastorale, hanno popolato l’assemblea e animato il cortile della casa salesiana di Parma, dove è proseguita la festa al termine della celebrazione. 

Li accompagniamo e sosteniamo con la preghiera perché possano continuare la loro missione a servizio dei giovani, specialmente quelli più poveri.

 

Italia – I salesiani da 60 anni a Potenza

Dall’agenzia ANS.

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(ANS – Potenza) – Nella città di Potenza, tra i tanti servizi, i quartieri popolari e il cemento, i salesiani hanno fatto fiorire, 60 anni fa, una magnifica casa con il cuore aperto ai giovani e alle famiglie. In questo spazio, è possibile, oggi, crescere sia dal punto di vista cristiano che umano. Ma quanto è rilevante la presenza salesiana per questa città?

“Dal punto di vista ecclesiale, siamo un punto di riferimento fondamentale soprattutto per la Pastorale Giovanile della città e della Diocesi. Siamo l’unico oratorio in città che offre quotidianamente un servizio educativo coinvolgendo animatori, adulti, famiglie e salesiani,” spiega il Direttore e Parroco, don Emidio Laterza. Anche la società civile riconosce la presenza salesiana come un centro pastorale, educativo, culturale e ludico di eccellenza. La parrocchia, l’oratorio, il centro giovanile, il convitto universitario, il cineteatro e i cortili attrezzati formano un polo educativo e pastorale di alta qualità. Il riscontro più efficace di questa opera è la numerosa presenza di famiglie, adulti, ma soprattutto di tanti ragazzi e giovani.

Potenza è il capoluogo di regione della Basilicata nonché il più alto d’Italia, posto geograficamente nel cuore del Meridione.  Era il 1964 quando i Salesiani tornano a Potenza per dar vita ad una parrocchia e all’oratorio, dopo aver retto in passato per un biennio, agli inizi del ’900, il Seminario diocesano.

Da questo momento la storia della presenza salesiana nel capoluogo lucano è una storia di sviluppo e crescita costante. Nel 1966 viene inaugurato l’oratorio e posta la prima pietra della nuova Chiesa, consacrata nel 1973. Tra fine anni ’70 e anni ’80 la casa cresce con la costruzione del complesso dell’oratorio, della cappella di San Domenico Savio, del Cineteatro, dell’ambulatorio e di altri ambienti funzionali. Gli anni ’90 vedono la crescita del gregge della parrocchia con l’ingresso di molte contrade nel nucleo originario del Rione Risorgimento. Sono inoltre anni di un’intensa attività educativa: viene formato il gruppo dei ministranti e vengono seminate esperienze fondamentali per il contatto con la realtà cittadina, come quelle “Savio Estate” e “Festinsieme”.

È proprio in quegli anni che iniziano a fiorire molte vocazioni alla vita consacrata e non, offrendo un contributo importante all’Ispettoria Meridionale, in una scia che si prolunga fino ai giorni nostri. Attualmente l’opera salesiana di Potenza è composta dalla Parrocchia, dall’Oratorio Centro Giovanile e dal convitto universitario.

L’Oratorio Centro Giovanile salesiano di Potenza ha ospitato negli anni migliaia di ragazzi e ragazze, aiutandoli a crescere nella fede e nella vita: circa 800 sono gli iscritti ogni anno. Da giugno a luglio va invece in scena la Savio Estate, che porta nel cortile dell’oratorio 400 bambini e preadolescenti oltre ai 100 animatori, mentre la catechesi riguarda più di 500 ragazzi e ragazze. Si tratta di giovani di tutte le estrazioni sociali, provenienti in maniera abbastanza eterogenea da tutte le zone della città. Nell’orbita della Parrocchia e dell’Oratorio viaggiano le tante associazioni formatesi nel corso degli anni, tra cui i Salesiani Cooperatori, la Caritas parrocchiale, le Famiglie Don Bosco, l’Associazione di Maria Ausiliatrice, i Testimoni del Risorto 2000, gli Exallievi, il laboratorio Mamma Margherita, o – tra le più dinamiche – le Polisportive Giovanili Salesiane (PGS) e i Cinecircoli Giovanili Socioculturali (CGS).

Un’altra esperienza interessante, ormai diventata tradizionale, è quella del “Vangelo in Famiglia”. Durante l’Avvento e la Quaresima, una sera a settimana, un sacerdote, un animatore e una coppia di laici vengono ospitati da alcune famiglie della parrocchia. In queste occasioni si presenta il Vangelo della domenica, si condividono momenti di preghiera e si conclude con attimi di convivialità.

L’attenzione presso la casa salesiana è a tutto l’arco della vita umana ma con un occhio particolare alla vita dei giovani. Per questo motivo è nato da poco, in uno dei locali dell’Opera Salesiana, un nuovo punto d’aggregazione per i giovani: il centro 40° 15’. Esso riprende proprio le coordinate geografiche della città di Potenza e si propone come luogo di incontro e di crescita aperto a tutti.

A Potenza, infine, continuano a fruttificare ancora oggi le testimonianze di alcune persone che hanno dato tanto per l’opera salesiana, ma che hanno lasciato prematuramente questa vita. È il caso di figure come quelle di Domenico Lorusso, Maurizio Ciriello, Linda Catalano, diventati animatori dal Cielo di gruppi che hanno trovato, dopo il dolore, la voglia di continuare a fare il bene. A Domenico Lorusso è stata intitolata la PGS “Don Bosco” mentre è ormai giunta alla decima edizione un’altra iniziativa importante che inaugura l’estate salesiana a Potenza: la “StradonBosco con Domenico”. Poi, grazie al contributo dell’associazione “Con gli Occhi di Maurizio” sono stati donati all’oratorio dei campetti polifunzionali nuovi di zecca, e per far vivere il suo ricordo gli sono stati dedicati gli “Happy Days”, giornate in cui vengono presentate alla città le attività oratoriane svolte durante l’anno. “Semi di girasole” è invece l’associazione che vedrà la vita nei prossimi mesi, uno strumento importante per la crescita della comunità, che verrà dedicato a Linda Catalano, educatrice e animatrice scomparsa da pochi mesi.

“Le vite di questi giovani entrano a far parte dei pilastri della casa di Potenza, per rendere il sogno di don Bosco ancor più tangibile, emozionante, da continuare” conclude don Laterza.

 

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ICC, nomina nuovo ispettore

Dal sito della Circoscrizione Italia Centrale.

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Carissimi confratelli,
carissimi membri della Famiglia Salesiana,
carissimi giovani,
carissimi laici delle Comunità Educative Pastorali,

con gioia vi scrivo per comunicarvi il nome del nuovo Ispettore. Il Rettor Maggiore, a norma di C162 e con il consenso del suo Consiglio, previa ampia consultazione, ha nominato Superiore della Circoscrizione Salesiana “Sacro Cuore” – Italia Centrale per il sessennio 2024-30

don Roberto Colameo

Don Roberto è nato a Roma l’8 settembre 1964, ha conosciuto il mondo salesiano fin dall’aspirantato a Genzano, È Salesiano di Don Bosco dal 1 ottobre 1984 e sacerdote dal 31 ottobre 1992. Ha vissuto nella comunità di Roma San Pietro e successivamente Roma S. Cuore. Nel 1999 ha conseguito la Licenza in Teologia Dogmatica presso l’UPS e nel 2000 in Liturgia presso il Pontificio Istituto Liturgico S. Anselmo.

È stato Delegato di Pastorale Giovanile e poi Vicario Ispettoriale della ex Ispettoria Romana; direttore e parroco della comunità di Latina; economo ispettoriale della ex Ispettoria Romana; direttore e parroco della comunità di Roma Santa Maria della Speranza; direttore della comunità di Firenze; economo ispettoriale della ICC; dal 2019 è direttore e parroco della comunità di Roma Don Bosco.

Carissimo don Roberto,

ti ringraziamo per aver accettato con generosità! Ci stringiamo intorno a te e ti assicuriamo la nostra preghiera per questo servizio di animazione e governo che la Congregazione ti ha affidato per il bene dei confratelli, dei giovani e di quanti collaborano della missione salesiana nella nostra Ispettoria ICC. Le nostre Costituzioni (C92) ci donano la certezza che la Madonna ci accompagna e ci è maestra. A Lei e all’intercessione di San Giovanni Bosco e dei Santi della Famiglia Salesiana ti affidiamo.

Roma, 16 giugno 2024

don Stefano Aspettati, Superiore ICC

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Ispettoria Meridionale, 400 giovani alla festa MGS

Dal sito di Don Bosco al Sud.

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Napoli ci ha fatto vivere due giorni – sabato 1 e domenica 2 giugno – davvero “Tutti nel tuo sogno”!   È tornata così in grande stile la Festa Giovani del Movimento Giovanile Salesiano, che ha riunito circa 400 ragazzi della Campania, Basilicata, Puglia, Calabria, Albania e Kosovo.

Nel logo dell’evento, il numero 9 ci ha ricordato che, ancora oggi, siamo tutti dentro il sogno che Giovannino Bosco fece all’età di 9 anni e che quest’anno compie il suo bicentenario; dall’aeroplano invece impariamo che i sogni, per prendere il volo, devono puntare verso l’alto.
È proprio questo il motivo per cui in questi due giorni abbiamo incontrato, ascoltato, dialogato con personalità che sempre hanno scelto di puntare in alto, dedicando o rilanciando la propria vita al servizio della legalità, della società e del bene comune.

Nel pomeriggio di sabato il Chiostro della Basilica di Santa Chiara è stato letteralmente invaso da quattrocento magliette blu ottanio, che con trepidazione attendevano l’arrivo dei due ospiti protagonisti del momento “Giovani in dialogo”: il dott. Nicola Gratteri, Procuratore della Repubblica di Napoli, e Mons. Domenico Battaglia, Arcivescovo di Napoli. L’incontro è stato aperto dal discorso di Antonio Gargano, Coordinatore del Movimento Giovanile Salesiano dell’Italia Meridionale e dalla coreografia della Compagnia dei “Furbanti”, dell’Oratorio salesiano di Cerignola.

A seguire, i due ospiti si sono presentati raccontando le loro storie e le loro idee, ripercorrendo i propri sogni e la propria vocazione. Il dott. Gratteri ha rivelato di aver maturato l’idea di impegnarsi nel campo della legalità già quando da bambino, davanti scuola, vedeva i figli dei mafiosi fare i bulli, e grazie ai principi di “onestà, responsabilità, coerenza” di una famiglia che – pur di un contesto ad alta densità mafiosa – gli ha sin da subito insegnato il rispetto delle regole. Don Mimmo ha ricordato, invece, storie di povertà nei suoi primi anni di ministero a Napoli, quelle che hanno riempito di senso ulteriore la sua vocazione perché “solo chi è davvero povero sa sognare anche per gli altri. Non bisogna avere paura di abitare la strada, la fede si rende credibile quando esce dalle sagrestie. È dalla strada che si entra nelle case”.

Il dott. Gratteri e Mons. Battaglia hanno inoltre offerto la loro visione e le loro prospettive sul fenomeno del progressivo allontanamento dei più giovani dalle istituzioni e sulle cause di una eventuale emergenza educativa. Il Procuratore ha sostenuto che “c’è una crisi di sistema che riguarda tutto l’Occidente: i genitori vogliono fare gli amici dei propri figli e i ragazzi crescono sempre più senza regole, figli di Internet. La sfida più grande non è quella di educare i giovani, ma di educare gli educatori dei giovani”. L’Arcivescovo, invece, non ha voluto parlare di “emergenza educativa” ma di sfida “in un tempo di anoressia esistenziale, senza punti di riferimento”, raccontando come l’esperienza con giovani tossicodipendenti abbia rivelato a lui stesso il limite delle nuove generazioni: “il non credere in sé stessi. Tutti iniziano a credere in sé stessi quando vedono che qualcuno crede in loro”.

A conclusione del dibattito, grazie ad alcune domande puntuali dei giovani partecipanti al confronto, i nostri testimoni si sono congedati con due messaggi di speranza concreta, quella che si costruisce con l’impegno e la volontà di mettere i propri sogni al servizio degli altri. Gratteri ha sottolineato l’importanza del “mettersi in ascolto e dedicare tempo alle persone: così noi siamo riusciti a salvare un ragazzo arrestato, che non sapeva né leggere né scrivere, e che voleva imparare a firmare veloce come me. Ora sa leggere, scrivere, ha trovato lavoro e ha costruito una famiglia”. Don Mimmo ha concluso sostenendo, invece, che “nella Chiesa c’è sempre posto per tutti. Io invito sempre, nelle riunioni delle nostre comunità, a lasciare una sedia vuota davanti a tutte, perché guardandola ci ricordiamo che c’è sempre posto per chi ancora deve arrivare, senza pregiudizi. In questa direzione è nato il Patto Educativo per la città di Napoli, passeggiando per le strade e mettendo insieme le municipalità, il Terzo Settore, la scuola”.

Così, con la testa e il cuore colmi di pensieri e riflessioni, tutti i giovani presenti si sono recati per le vie principali del Vomero per costruire i “pozzi di luce”: delle postazioni di legalità in cui hanno conosciuto e trasmesso ai passanti del quartiere le storie di 15 testimoni di impegno sociale e lotta alla criminalità organizzata, dopo aver svolto un momento di riflessione e condivisione in gruppo. Un momento davvero particolare che ha permesso il confronto tra i ragazzi della festa e allo stesso tempo ad altri ragazzi curiosi del Vomero di affacciarsi a questi esempi di Cittadinanza attiva.

Poco dopo una pioggia battente ha cominciato a cadere, ma questo non ha fermato il divertimento della serata nel cortile dell’Istituto salesiano, cominciato con balli e canti con l’accompagnamento musicale di un giovane di Andria, e che ha raggiunto il culmine con il concerto-testimonianza dei Reale, band di musica cristiana nata “dalla droga, dalla strada, dalla notte, dalla ricerca forsennata di senso e di felicità”. Insieme a loro si è vissuto poi l’intenso momento di Adorazione Eucaristica, guidati dal Vangelo delle Beatitudini, bagnati (o benedetti dal cielo) ma felici di poter passare del tempo prezioso con il Signore. La giornata si è poi conclusa con la buonanotte dell’Ispettrice FMA Suor Ivana Milesi.

Il mattino successivo, sul prato di Villa Floridiana, tutti i giovani si sono messi in ascolto di don Tonino Palmese – presidente della Fondazione Polis, già responsabile di Libera in Campania e garante per i diritti dei detenuti – e, in particolare, di Lucia Montanino, assistente sociale e vedova di Gaetano Montanino, guardia giurata uccisa nel 2009. La storia di Lucia è una storia di dolore convertito in perdono, per tenere viva la memoria del marito, per combattere il crimine e l’ingiustizia, per salvare giovani vite. Proprio come è riuscita a fare lei, occupandosi del giovane che assassinò Gaetano “come se fosse addirittura più di un figlio(…) Si può arrivare a riconciliarsi con un enorme dolore, ma una volta fatta questa scelta bisogna avere il coraggio di accompagnare. Dovete avere sempre coraggio e se non ce l’avete fate come me: io non sono coraggiosa, faccio finta di avere coraggio. Fate finta di avere coraggio e ce l’avrete davvero!”. Una testimonianza di misericordia vera che ha colpito nel profondo e coinvolto tutti i ragazzi presenti che sono stati davvero grati a Lucia per l’emozione e la testimonianza donata.

La festa si è conclusa con la Celebrazione Eucaristica, presieduta dall’Ispettore Gianpaolo Roma, nella chiesa di San Francesco d’Assisi, che ha invitato tutti a “Seguire le persone che ci consegnano acqua viva, acqua fresca, che dà forza e vigore al nostro cammino.” Proprio come le persone ascoltate durante la festa che “ci hanno fatto assaggiare questa acqua fresca e abbiamo visto quanto sia dissetante ed appagante. Un’acqua fresca per salire al piano superiore, al piano dell’Altissimo”. Senza accontentarci di vivere al piano terra, assumendosi la responsabilità e la libertà di compiere quelle scelte che ci fanno volare in alto. “Abitiamo in alto tutte quelle volte che osiamo sperare un po’ di più, quando spingiamo il nostro cuore più lontano dai nostri confini e quando decidiamo di affidarci a quel Dio che ci dona molto più di quello che ci chiede.”
Al termine della Celebrazione è stato consegnato il mandato e la croce missionaria a tutti i partenti per le esperienze estive in contesto povero, a seguito del cammino dei weekend Rise Up intrapreso quest’anno.

Grazie, don Bosco, perché ci fai sentire ancora “Tutti nel tuo sogno” e continui a donarci opportunità, come questa, per dare una direzione al nostro presente puntando in alto, al “piano superiore” – citando l’omelia dell’Ispettore SdB – verso il futuro: l’aeroplano dei nostri sogni e delle nostre vite.

Antonio Ruoti

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Italia – Tre giorni con don Galli 2024

Dall’agenzia ANS.

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(ANS – Chiari) – Anche quest’anno l’“Auxilium don Silvio Galli”, Associazione Onlus di prima accoglienza per l’emarginazione, e i salesiani di Chiari, hanno programmato l’evento “Tre giorni con don Galli” in occasione del 12° anniversario della nascita al Cielo del Servo di Dio don Silvio Galli, SDB (1927-2012).

Venerdì 7 giugno, nella chiesa di San Bernardino, c’è stato un intenso momento di preghiera e di adorazione animato da Mons. Gaetano Fontana, Vicario Generale della Diocesi di Brescia, e grande devoto di don Galli.

Sabato 8, c’ è stato l’intervento don Pierluigi Cameroni, Postulatore delle Cause dei Santi della Famiglia Salesiana, sul tema: “Il miracolo nei processi di canonizzazione”. Don Cameroni, parlando dell’accertamento scientifico e teologico, ha sottolineato come “i miracoli sono segni di salvezza. A volte i miracoli sono operati da Dio attraverso l’intercessione di candidati all’onore degli altari. In questi casi, tra i fini secondari vi è quello di offrire alla Chiesa la conferma divina per il riconoscimento della santità di un cristiano”.

Ha inoltre presentato alcuni casi seguiti dalla Postulazione salesiana relativi alla canonizzazione del Beato Artemide Zatti e alla Beatificazione di Camille Costa de Beauregard. È seguita la testimonianza di Fabrizia Perrachon, autrice del libro “Se il chicco di frumento. Storia vera di speranza oltre la morte prenatale” dei bambini non nati, dell’importanza di dar loro un nome e della Provvidenza che sempre ci accompagna, anche nelle prove più dolorose. La stesura del testo è stata motivata dalla grazia ricevuta per intercessione di don Silvio Galli.

L’accompagnamento musicale della serata, molto apprezzato, è stato eseguito da “Armonie in pizzico”, gruppo strumentale che comprende mandolini, mandole, mandoloncello, chitarre e violoncello.

Domenica 9, alle 17:30, sotto la tettoia interna dell’Istituto salesiano, è stata celebrata la Messa, presieduta da don Roberto Dal Molin, Superiore dell’Ispettoria Lombardo-Emiliana, che, ispirandosi alla liturgia della Parola della X Domenica del Tempo Ordinario, ha evidenziato: “Don Silvio Galli ha visto nella vicenda di tanti uomini e donne le ferite che l’assecondare il male, l’ascoltare il Maligno comportano. La sua preghiera era connotata fortemente da un voler essere unito sempre al Signore per essere tramite della Sua Grazia di bene; la sua vita di penitenza era interpretata come un totale coinvolgimento di sé per ‘mettersi in mezzo’ tra il male e l’anima pentita proprio mettendo un argine al dilagare del ‘danno’; il sacramento della Riconciliazione a cui ha dedicato tantissime energie nasceva dalla convinzione che è possibile vivere una autentica ‘riparazione’ che dona vita nuova e frena le derive di una vita disordinata. Attraverso la sua mitezza, unita a fermezza, ci ha mostrato come la morte e il dolore e lo scoraggiamento non hanno l’ultima parola; il Signore Risorto lo si può incontrare anche oggi e attraverso la mediazione sacramentale opera efficacemente in noi per la nostra salvezza”.

Ancora, ha osservato il salesiano: “È possibile prendere le distanze dal male; anche se pare che guadagni nell’immediato, anche se fa vittime, perché non ha l’ultima parola; la speranza è radicata in Cristo nostro Salvatore. Riaffermiamo oggi che non c’è gioia più grande di essere parte della stirpe di Maria, di seguire Maria, di amare Maria, di invocare Maria, di pregare la Vergine Maria. Anche in questo don Silvio ci è stato maestro. L’Eucaristia è il vertice della partecipazione alla vita divina del Figlio, che ha sacrificato la sua vita per noi; è possibile anche oggi attingere i benefici del sacrificio di Gesù che sulla croce ha rimesso i nostri peccati”.

La celebrazione è stata animata dal gruppo musicale “Amici di don Galli”, diretti dalla Maestra Maria Baglioni.

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Salesiani ad Este: il sogno di Don Bosco continua, con alcune novità

Dall’agenzia ANS.

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(ANS – Este) – Sabato 1° giugno 2024 all’opera “Manfredini” di Este si è svolta una giornata di ringraziamento per la comunità salesiana e tutti coloro che tengono a cuore questa realtà scolastica ed educativa. Si è parlato del Manfredini ieri, oggi e domani, con uno sguardo rivolto ai 150 anni che si celebreranno nel 2028. La mattinata, iniziata alle ore 11, è stata l’occasione per presentare alcune novità, tra cui la nuova gestione dell’ente che passa a una famiglia dell’Operazione Mato Grosso; e i laboratori rinnovati del Centro di Formazione Professionale (che offre corsi in ristorazione, grafica, meccanica ed energia) e uno spazio dedicato alla memoria salesiana.

“La comunità salesiana – racconta don Paolo De Cillia, il Direttore – sospende la sua presenza a Este e per questo abbiamo vissuto questa giornata di ringraziamento. Nulla però cambia nella realtà del Manfredini, anzi guardiamo avanti e in particolare puntiamo ai 150 anni che festeggeremo nel 2028”. Il programma della giornata riflette proprio questo sguardo positivo al futuro e sono state invitate le aziende partner, le associazioni di categoria e gli amministratori locali per discutere sul tema “Ieri, oggi, domani. Il Manfredini per l’innovazione e il lavoro”.

Per l’occasione è stato inaugurato il rinnovato laboratorio CAD-CAM con computer all’avanguardia e nuove tecnologie introdotte grazie a un progetto finanziato dalla Regione Veneto.

Alle 12:15 si è svolta la celebrazione della Messa solenne, animata dal Coro Pilastro di Este, e presieduta da don Igino Biffi, Superiore dell’Ispettoria salesiana dell’Italia Nord-Est (INE). Al termine, l’inaugurazione del Parco “Memoria Salesiana” in vista del 150° anniversario dell’opera, uno spazio all’interno del parco della villa dedicato a coloro che hanno fatto la storia del Manfredini e lasciato un segno: tra i primi ad essere ricordati il sig. Luigi Fumanelli, fondatore del Centro di Formazione Professionale “Manfredini”; don David Facchinello, giovane sacerdote salesiano scomparso in Perù e per diversi anni animatore pastorale della scuola; e don Luigi Boscaini, sacerdote salesiano già direttore tra il 1975-1981 e 1988-1994.

La mattinata si è convlusa con un buffet nel Parco della Villa.

La presenza dei salesiani viene sospesa, ma l’opera continua, la scuola continua. “Sono modelli di gestione – chiarisce don De Cillia – che stiamo applicando anche in altri luoghi e che affidano alcune attività educative e scolastiche a laici. Guardiamo quindi avanti, al futuro dei ragazzi, ma anche del territorio nel quale siamo inseriti. Qui a Este sarà una famiglia a prendere in mano la gestione. Un nucleo familiare originario di Cittadella, che ha vissuto una lunga esperienza in Perù, a San Luís, vicino a Chacas, nella parrocchia di don Ugo De Censi, salesiano fondatore dell’‘Operazione Mato Grosso’, svolgendo lo stesso compito in una scuola professionale sulle Ande. Christian e Marta Marchiori, insieme alle loro tre figlie, dopo una decina d’anni in Sud America, sono rientrati in Italia con la voglia, anche vocazionale, di mettersi in gioco e al servizio. Loro coordineranno l’attività di tutti i laici, ma l’obiettivo è andare oltre. Lo sguardo dell’Opera Manfredini si allarga quindi anche a tutto il territorio estense”.

Prima del Manfredini, già a Mezzano di Primiero, in Trentino Alto Adige, è stato fatto un passaggio di consegne simile, così come a Bardolino. L’affidamento ai laici è molto diffuso anche in Spagna e Sud America. “Lo spirito salesiano rimane – sottolinea don Paolo De Cillia –. Spesso ci è facile pensare che il carisma sia patrimonio esclusivo di chi porta il nome, invece si parla di Movimento Salesiano proprio perché il carisma appartiene anche ai laici. Ci sarà un accompagnamento da parte dell’Ispettoria INE, quindi un salesiano, Delegato dell’Ispettore, farà parte del Consiglio dell’opera e accompagnerà il cammino dei vari tavoli di animazione e governo e nella riflessione pastorale sul territorio. È un modo di essere presenti in maniera diversa come salesiani. Per la nostra realtà padovana questa novità si inserisce bene anche nel cammino del sinodo della Diocesi: questa sensibilizzazione all’attenzione ai laici è un esempio di come si possa andare avanti affidandosi alla loro collaborazione”.

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Concluso il 32° Capitolo dell’Ispettoria Salesiana Sicula

“Veni Creator Spiritus!” Quando un’Assemblea intona questa solenne e suggestiva invocazione allo Spirito Santo, significa che si sta preparando a qualcosa di importante, proprio come è accaduto ieri – domenica 2 giugno – quasi a conclusione della seconda sessione del XXXII Capitolo Ispettoriale dei Salesiani di Sicilia.

I 43 Capitolari – 36 salesiani votanti e 7 invitati, tra questi 6 laici – sono stati, infatti, chiamati a un importante adempimento: l’elezione del Delegato, nella persona di don Arnaldo Riggi, e del Delegato supplente, Don Gianni Russo, che, insieme all’Ispettore, parteciperanno al 29° Capitolo Generale della Congregazione Salesiana.

Il Capitolo Generale è l’assemblea dei rappresentanti di tutti i Salesiani del mondo e ad esso compete – a norma dell’art. 120 delle Costituzioni Salesiane – “l’autorità suprema su tutta la Congregazione”. Questa importante assise – che sarà chiamata a confrontarsi sul tema “Appassionati per Gesù Cristo, dedicati ai giovani” – si svolgerà a Torino/Valdocco dal 16 febbraio al 12 aprile 2025 e in preparazione allo stesso, ciascuna Ispettoria è chiamata a celebrare il proprio Capitolo Ispettoriale.

Per tale motivo anche i Salesiani di Sicilia hanno celebrato il XXXII Capitolo Ispettoriale in due distinte sessioni, la prima dal 27 al 29 dicembre 2023 e la seconda dal 31 maggio al 2 giugno 2024, entrambe svoltesi presso l’Istituto Teologico “San Tommaso” di Messina.

La preparazione e la realizzazione del Capitolo è stata curata dal Regolatore, don Vincenzo Timpano. Il regolatore è stato collaborato da tre moderatori: don Gianni Russo, don Domenico Saraniti e don Arnaldo Riggi. A curare la Segreteria del Capitolo: don Emanuele Geraci e Sig. Luciano Arcarese. Infine, Don Paolo Fichera ha accompagnato l’Assemblea con specifici momenti di riflessione.

Nel corso delle due sessioni i Capitolari si sono confrontati su tre distinti nuclei tematici:

  1. «Animazione e cura della vita vera di ciascun Salesiano»
  2. «Insieme Salesiani, Famiglia Salesiana e Laici “con” e “per” i Giovani»
  3. «Una coraggiosa verifica e riprogettazione del governo della Congregazione a tutti i livelli»

per ciascuno dei quali è stato portato avanti un discernimento secondo tre passi: “ascolto”, “interpretazione” e “scelte”.

La riflessione è stata, poi, estesa a tutti i Salesiani di Sicilia durante la cosiddetta “intersessione”, ovvero il periodo intercorrente tra la prima e la seconda sessione, pervenendo così alla redazione di tre distinti documenti che sono stati oggetto di ulteriore confronto e votazione durante la seconda sessione, fino alla stesura delle versioni finali che saranno trasmesse alla Segreteria del Capitolo Generale, come specifico contributo dell’Ispettoria.

Poiché altro importante compito del Capitolo Ispettoriale è quello di affrontare temi rilevanti per l’intera Ispettoria, concluse le operazioni inerenti agli adempimenti per il Capitolo Generale, in Assemblea è stata presentata – da parte del Delegato per la Pastorale Giovanile, don Alberto Anzalone – la bozza del nuovo P.E.P.S.I. (Progetto Educativo Pastorale Salesiano Ispettoriale), documento che serve a guidare e orientare, nello specifico, la proposta educativo pastorale.

Anche su tale importante documento i Capitolari hanno offerto specifici contributi in vista della redazione finale dello stesso.

A conclusione dei lavori, l’Ispettore ha ringraziato quanti – singoli confratelli, Comunità, laici … – hanno reso possibile la realizzazione del Capitolo Ispettoriale e l’elaborazione dei contenuti, e ha dichiarato chiuso il XXXII Capitolo dell’Ispettoria Salesiana Sicula “San Paolo”.