Conclusione della Visita Straordinaria alla Circoscrizione Italia Centrale: “Vi incoraggio”

Dal sito dei Salesiani dell’Italia Centrale.

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Con le giornate del 10 e dell’11 marzo ’24 si è conclusa la Visita Straordinaria alla nostra Circoscrizione Salesiana dell’Italia Centrale.

La Visita Straordinaria è un’esperienza di intensificazione della comunione di ogni singola ispettoria con il Rettor Maggiore, che ogni sei anni invia un confratello visitatore che, a suo nome e con la sua autorità, visita ogni singola casa salesiana e ogni comunità educativa pastorale. Era stato proprio il Rettor Maggiore nel mese di giugno scorso ad indire tale visita e ad incaricare don Juan Carlos Perez Godoy, Consigliere Regionale della Mediterranea, di svolgere tale prezioso compito.

A partire dal mese di settembre il Visitatore Straordinario ha incontrato tutti i confratelli e i laici delle comunità educative pastorali delle case salesiane della Liguria, Toscana, Marche, Abruzzo, Lazio, Umbria e Sardegna, entrando in contatto con le risorse migliori e con le fatiche di tante realtà differenti, che cercano quotidianamente di essere presenza viva di don Bosco in mezzo ai ragazzi e alle persone che ci sono affidate.

Dopo sei mesi intensi di visita, don Juan Carlos ha lasciato a ciascuna comunità e a tutta l’ispettoria una relazione sullo stato di salute del carisma salesiano incarnato in questa realtà. Sia nell’incontro del 10 marzo con il Consiglio Ispettoriale, che in quello dell’11 marzo con tutti i direttori, il Visitatore Straordinario ci ha incoraggiato a continuare il nostro cammino di fedeltà a don Bosco, ad avere il senso della Comunità Educativo Pastorale e la capacità di vivere insieme, salesiani e laici, in corresponsabilità lo spirito e la missione di don Bosco, ad avere uno sguardo di speranza sulla nostra realtà, sia personale che comunitaria, sia sociale che ecclesiale, sia giovanile sia nei riguardi della nostra vita consacrata.

L’incontro con i direttori ha di fatto concluso questa “cavalcata” nelle nostre regioni, lasciandoci l’invito forte a continuare a sognare insieme a quel ragazzino di 9 anni, per il bene dei giovani e la loro salvezza.

 

Foggia – Una strada in ricordo di Don Michele De Paolis

Da Il Quotidiano di Bari.

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Il prete degli ultimi, degli esclusi, degli emarginati. Il fondatore della Comunità Emmaus, la “chiesa sul campo” realizzata nello spirito di don Giovanni Bosco, nata nel 1978 nella parrocchia Sacro Cuore di Foggia e divenuta un punto di riferimento per i più deboli. Ma soprattutto un grande, grandissimo “Costruttore di futuro”, com’è il titolo dell’evento in programma sabato 9 marzo alle ore 10 presso La Casa del Giovane di viale Candelaro: un incontro “in ricordo di don Michele De Paolis”, nel decimo anno della sua scomparsa. Per l’occasione, gli organizzatori –  Fondazione Siniscalco Ceci-Emmaus, Comunità sulla strada di Emmaus, Salesiani di Don Bosco, Salesiani per il Sociale e Coordinamento Nazionale delle Comunità di Accoglienza – consegneranno alla sindaca di Foggia, Maria Aida Episcopo, una raccolta firme volta a intitolare all’amatissimo prete salesiano un’area di circolazione o una struttura di pubblica utilità. L’iter istituzionale si concluderà il prossimo 29 ottobre, a dieci anni esatti dalla sua dipartita. Oltre a questo primo tassello in favore del mai dimenticato don Michele, la mattinata sarà incentrata sui temi del lavoro sociale e della pedagogia salesiana, in linea con gli insegnamenti che il sacerdote ha diffuso sul territorio di Capitanata. Ad aprire, pertanto, sarà la presidente della Fondazione Siniscalco Ceci-Emmaus, Rita De Padova, affiancata dalla sindaca Maria Aida Episcopo. A seguire, interverranno il presidente dell’associazione Comunità sulla strada di Emmaus, Ruggiero Raffaele, l’economo dell’Ispettoria Salesiana Meridioale, don Antonio Carbone, e il Procuratore capo della città di Foggia, Ludovico Vaccaro. Ma prenderanno parte ai lavori anche autorevoli professionalità del mondo educativo e del Terzo Settore, quali: Don Rafael Bejarano, responsabile mondiale opere sociali salesiane; Caterina Pozzi, presidente nazionale CNCA; Giulia Formiglio e Vincenzo Colucci, educatori di Emmaus. Previsto, infine, un buffet a cura degli allievi del corso di Operatore della ristorazione della Scuola dei Mestieri di Smile Puglia, volta al contrasto  della dispersione scolastica con sede a Villaggio Don Bosco. «Emmaus non è un luogo fisico, non è il villaggio – dichiara in merito all’iniziativa la presidente della Fondazione, Rita De Padova – non è il posto dove i ragazzi e chi lo frequenta si ritrovano, ma è un luogo della mente: rappresenta un modo di vivere. Ed Emmaus è stato e continua a essere soprattutto don Michele De Paolis, con la sua  testardaggine, con la sua profondità di pensiero, con il suo insegnamento, con la sua vita. Ha fornito un contributo fondamentale e impagabile a questa città e all’intero territorio, per questo siamo qui a chiedere che Foggia conservi per sempre la sua memoria e il suo nome».

 

Vallecrosia, “La legalità vince sempre”: consegnati alla comunità i beni confiscati alla criminalità organizzata

Dal sito dei Salesiani dell’Italia centrale.

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Consegnati ufficialmente alla comunità beni immobili confiscati alla criminalità organizzata. Verranno destinati per finalità sociali un complesso immobiliare sito nel comune di Bordighera che verrà utilizzato a favore di ragazzi diversamente abili e una parte di terreni agricoli siti nel comune di Vallecrosia che serviranno a favorire percorsi di formazione per giovani dell’Istituto Don Bosco e del Centro Formazione Professionale Salesiano CNOS FAP per acquisire le professionalità utili anche per sbocchi lavorativi nell’agricoltura.

La cerimonia di consegna, che si è svolta questa mattina presso l’Istituto Don Bosco di Vallecrosia, ha rappresentato il momento conclusivo di un percorso di sensibilizzazione alla cultura della legalità, svolto dalla Prefettura in sinergia con l’Agenzia Nazionale Beni Sequestrati e Confiscati alla criminalità organizzata, i comuni di Bordighera e Vallecrosia e la rete di volontariato del territorio guidata dalle associazioni Libera e Spes, Caritas e l’Istituto Don Bosco di Vallecrosia. La riappropriazione e riassegnazione di questi luoghi permetterà la creazione di spazi che, nella loro nuova funzione, verranno gestiti da associazioni impegnate nel sociale e a favore dei giovani.

Per l’occasione sono intervenuti il prefetto della provincia di Imperia Valerio Massimo Romeo, il senatore Gianni Berrino, il direttore della sede di Milano dell’Agenzia Nazionale Beni Sequestrati e Confiscati alla criminalità organizzata Simona Enrica Ronchi, il sindaco di Bordighera Vittorio Ingenito, il sindaco di Vallecrosia Armando Biasi, i rappresentanti delle associazioni, Maura Orengo, referente provinciale di Libera, e Matteo Lupi, presidente della Spes, alla presenza di autorità civili, militari e religiose, locali, provinciali, regionali e nazionali.

Il vescovo della diocesi di Ventimiglia-Sanremo, Monsignor Antonio Suetta, ha dato il via alla cerimonia con una riflessione, una preghiera e una benedizione. Sono poi stati letti messaggi rivolti al prefetto da parte di Matteo Piantedosi, ministro dell’Interno, e di Francesco Lollobrigida, ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste. “Esprimo profonda soddisfazione per l’importante traguardo raggiunto nella provincia di Imperia con la riqualificazione di immobili appartenenti a esponenti di spicco della criminalità organizzata. Il riutilizzo per finalità sociali dei beni sottratti alle consorterie criminali assume un rilevante significato, anche simbolico, perché solo con la restituzione alla comunità di ciò che ha rappresentato il frutto di profitti illeciti può dirsi davvero compiuta l’opera di contrato alle mafie. Con la riappropriazione di spazi criminali la società civile diviene protagonista, riconsegnare alle comunità beni appartenenti alla criminalità organizzata significa, infatti, dare un segnale credibile di presenza attiva delle istituzioni sui territori – ha scritto il ministro Matteo Piantedosi.

“Desidero esprimere il mio apprezzamento per il significativo impegno profuso al fine di rafforzare e diffondere la cultura della legalità, come la lodevole iniziativa di consegna del complesso immobiliare e dei terreni agricoli siti nei comuni di Bordighera e Vallecrosia. La restituzione alla cittadinanza e al mondo dell’agricoltura di terreni confiscati alla criminalità può contribuire a contrastare la desertificazione economica e sociale di alcune aree della nostra nazione. E’ intendimento di questo ministero coinvolgere anche le associazioni interessate per promuovere le più ampie sinergie e rilanciare il sistema Italia. Il nostro obiettivo è quello di mettere a reddito il cospicuo patrimonio assegnato allo Stato nell’interesse della collettività” – ha sottolineato il ministro Francesco Lollobrigida.

“Sono beni appartenuti al clan dei Pellegrino che verranno destinati per fini sociali” – ha detto il prefetto della provincia di Imperia Valerio Massimo Romeo – “Le ville a Bordighera saranno destinati ai ragazzi della Spes per iniziative di crescita e aiuto mentre i terreni a Vallecrosia verranno usati dai ragazzi del Don Bosco per percorsi di formazione in vista di un possibile sblocco professionale. Questi beni che erano il simbolo di affermazione e potere della mafia oggi diventano simbolo di bene grazie allo stato italiano e questa è una bellissima cosa che ci soddisfa molto”.

E’ intervenuto anche il senatore Gianni Berrino: “Oggi è un giorno importante e gioioso che trova le sue radici nello sforzo che la magistratura insieme alle forze dell’ordine fanno quotidianamente in Italia per combattere la criminalità organizzata. Oggi è un giorno di ringraziamenti, il primo va alle donne e agli uomini in uniforme che, unitamente alla magistratura e alle forze inquirenti e giudicanti, hanno reso possibile tutto questo. Senza il loro sacrificio, senza il loro lavoro e il loro coraggio tutto questo oggi non sarebbe stato possibile. Non sarebbe stato possibile vivere questo giorno di gioia, speranza e impegnativo perché quando lo Stato restituisce alle comunità locali beni che sono stati utilizzati per altri motivi, rende e dà un forte impegno alla comunità affinché questi beni vengano custoditi e impiegati per il futuro dei giovani. E’ bella la durezza del lavoro. Per arrivare ad oggi c’è stato un lavoro duro, lo stesso che viene richiesto ai nostri giovani, alle comunità, per il futuro, per dimostrare a tutti noi che il bene vince sempre e che l’impegno, unito alla fatica e alla costanza, sono l’unica via per un futuro migliore di quello che abbiamo oggi, per un futuro di democrazia e di libertà a cui quotidianamente le forze dell’ordine e la magistratura sovrintendono. Senza l’impegno quotidiano delle donne, degli uomini e delle forze dell’ordine questo non sarebbe possibile, voglio ringraziare, perciò, tutti coloro che hanno contribuito ad arrivare qua, a questo momento”.

“E’ sempre un piacere per l’agenzia essere presente alla cerimonia di consegna dei beni immobili confiscati alla criminalità organizzata in particolare oggi visto che verranno destinati per finalità sociali” – ha dichiarato il direttore della sede di Milano dell’Agenzia Nazionale Beni Sequestrati e Confiscati alla criminalità organizzata Simona Enrica Ronchi – “La cerimonia di oggi rappresenta un momento particolarmente significativo perché è la conclusione di un lavoro immenso fatto dalle forze dell’ordine e dai tribunali per sottrarre i patrimoni alla criminalità organizzata. La legalità vince sempre”.

“Se ognuno fa qualcosa allora si può fare molto” – ha affermato Maura Orengo, referente provinciale di Libera – “Quando abbiamo iniziato questo percorso, il timore che un po’ vagava nella comunità era che le mafie vincono sempre e invece ce l’abbiamo fatta. Ora sappiamo di avere le spalle coperte e faremo il massimo. Questi beni ci permettono di far conoscere ai ragazzi e agli adulti come funziona l’attività e la mente mafiosa. Scuole, organizzazioni civili e adulti stanno venendo a vedere e toccare con mano quello che è successo. Ormai si è squarciato un velo”.

“E’ stato un momento di testimonianza di quanto lo Stato sia stato forte e presente sempre in questa grande sfida” – ha commentato Matteo Lupi, presidente della Spes – “Ringraziamo tutti, in particolar modo la dottoressa Ronchi, che ci è stata vicina nel suo ruolo di Agenzia, e la professoressa Orengo di Libera, che sta svolgendo un lavoro straordinario nelle scuole e nella società civile per rendere tutta la comunità più consapevole. Oggi siamo qui a cogliere tutto il peso della responsabilità che spetterà alla Spes e a una grande rete di soggetti. Simo lieti di poter intraprendere questo cammino insieme a Libera, al Don Bosco e alla Caritas. Sentiamo il peso di creare, insieme alle istituzioni, le condizioni di lavoro per aiutare alcuni ragazzi a crescere con un lavoro vero e serio e un’opportunità vera di cittadinanza che sia d’esempio per tutti”.

“Quando ancora non esisteva il termine legalità Don Bosco parlava ai suoi ragazzi e diceva a loro di diventare dei buoni cristiani, onesti cittadini e abitatori del cielo” – ha aggiunto don Stefano Aspettati, Superiore della Circoscrizione salesiana dell’Italia Centrale – “Il terreno degli onesti cittadini ci mette in comunione con tutti”.

L’evento, che si è concluso con un ricco buffet, è stato curato dagli allievi dei corsi del Centro Formazione Professionale Salesiano CNOS FAP che, in un’occasione così importante, sono stati anche loro protagonisti di una giornata preziosa per la collettività.

Sanremo News

Contrastare la dispersione scolastica: a Frascati nasce il progetto “QUICONTE”, una sinergia tra Comune, Caritas Diocesana, Istituto Salesiano “Villa Sora” e Istituti Comprensivi del territorio

Dall’agenzia ANS.

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Frascati, Italia – 23 febbraio 2024 – Da sempre radicata nel territorio tuscolano, in continuità con l’Estate Ragazzi che da più di dieci anni accoglie circa 700 ragazzi del territorio di Frascati, la comunità educativa dell’istituto salesiano “Villa Sora”, ha deciso di concretizzare il sostegno e l’accompagnamento degli studenti di Frascati, secondo lo spirito del fondatore San Giovanni Bosco. Con la delibera approvata in Giunta Comunale il 13 febbraio e con la firma del protocollo del successivo 22 febbraio, è stato avviato il progetto “QUICONTE”. Il progetto prevede la creazione di un gruppo di lavoro e l’accoglienza a Villa Sora di alcuni ragazzi e ragazze frequentanti le scuole secondarie di primo grado del comune. Un ampliamento delle risorse a loro disposizione anche per contrastare la dispersione scolastica e fornire sostegno alle famiglie più in difficoltà. Tale progetto è reso possibile grazie alla collaborazione di numerosi attori del territorio da sempre attenti ai bisogni dei ragazzi: la Sindaca di Frascati, Francesca Sbardella; l’Assessore alle Politiche Sociali e ai Servizi Sociali, Matteo Filipponi; la Caritas Diocesana e i Dirigenti scolastici degli istituti comprensivi di Frascati, che supporteranno didatticamente i ragazzi accolti. A livello operativo l’istituto salesiano “Villa Sora” accoglierà in fascia pomeridiana alcuni ragazzi e ragazze frequentanti gli istituti comprensivi di Frascati, fornendo supporto nello studio e prevedendo la partecipazione ad attività ludico-ricreative, strutturate e libere, in cortile. I giovani accolti saranno assistiti da studenti frequentanti l’istituto salesiano e da volontari, secondo il Sistema Preventivo di Don Bosco.

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Caserta, Rise Up contro la violenza di genere, impegno condiviso alla cogestione dei Salesiani

Da AppiaPolis.

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CASERTA – Nei giorni 22 e 23 febbraio, l’Istituto Salesiani Don Bosco di Caserta ha ospitato un evento di grande rilievo, che ha visto la partecipazione delle associazioni Rise Up, VOCE, dei rappresentanti del Forum dei Giovani della Città di Caserta, il Comando di Caserta della Guardia di Finanza e della TCE Terapy Center di Elpidio Cecere. L’evento della Cogestione è, da anni per il Don Bosco, un momento di riflessione su cultura, sport, formazione e divertimento, ha offerto a Rise Up, rappresentata da Maria Corvino e Valeria Ambrosanio il primo giorno, e da Lucia Cerullo e Alessandra Vigliotti il secondo, l’opportunità di interagire direttamente con gli studenti su temi di stretta attualità e grande impatto sociale, come la lotta contro la violenza di genere.

L’iniziativa ha evidenziato l’importanza di un lavoro congiunto per contrastare un fenomeno tanto diffuso quanto dannoso. La scuola è stata riconosciuta come ambiente privilegiato per promuovere il cambiamento, educando le giovani generazioni al rispetto reciproco e all’uguaglianza di genere.

Durante l’evento, sono stati presentati esempi concreti tratti dall’esperienza professionale dei relatori, supportati da dati statistici e ricerche che hanno sottolineato l’urgenza di agire. Sono stati inoltre suggeriti approcci per l’implementazione di attività di sensibilizzazione e prevenzione nelle istituzioni scolastiche.

Una particolare attenzione è stata data a come gli studenti possano diventare attori attivi nella lotta contro la violenza di genere, sottolineando l’importanza della collaborazione tra istituzioni, docenti, famiglie, associazioni e studenti stessi.

Un ringraziamento speciale è stato rivolto al Direttore Don Antonio D’Angelo, ai Vicepresidi Prof. Piergiorgio Carusone e Prof. Costanza Signorelli per aver reso possibile l’evento. Un plauso va anche ai rappresentanti di istituto Gaetano Montuori, Giorgia Maddaloni e Giovanni Maiello per l’organizzazione impeccabile, che ha riflettuto lo spirito imprenditoriale, considerato una delle competenze chiave europee.

L’iniziativa ha riscontrato un grande interesse e partecipazione, confermando come l’educazione e il dialogo siano strumenti fondamentali per costruire una società più giusta e sicura per tutti. La lotta contro la violenza di genere, attraverso momenti come questi, diventa un impegno condiviso che rafforza la comunità e ne guida i passi verso un futuro libero dalla discriminazione e dalla violenza.

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Salesiani Genzano, conferita la cittadinanza onoraria a don Luigi Ciotti

Dal sito di notizie Castelli Notizie.

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Si è tenuta stamattina, presso il Cinema Cynthianum, la solenne cerimonia di conferimento della cittadinanza onoraria a Don Luigi Ciotti, prete da sempre in prima linea nella lotta contro le mafie, le droghe e contro la violenza di ogni tipo, la sopraffazione e la negazione dei diritti umani. Già lo scorso anno Don Ciotti era stato a Genzano per incontrare la cittadinanza in occasione della festa di San Giovanni Bosco.

Stamattina è stato accolto in una sala gremita di autorità, cittadini ma soprattutto studenti e studentesse degli istituti di Genzano e una rappresentanza della sede distaccata dell’istituto Pertini di Genzano ma presente ad Albano. Un monito per tutti ed ognuno la presenza di Don Ciotti a Genzano, che ha tenuto particolarmente al momento del dialogo con le scuole. Gli studenti hanno posto diverse domande a cui il prete di strada dai riferimenti del Vangelo e della Costituzione, lo stesso che decine di anni fa ha fondato, da un semplice giornale, prima il gruppo Abele poi l’associazione Libera Nomi e Numeri contro le mafie, ha prontamente risposto. Massiccia la presenza delle forze dell’ordine, essendo Don Ciotti da anni sotto scorta a causa delle diverse minacce ricevute da esponenti di spicco delle organizzazioni mafiose.

«Non temete, non dobbiamo temere – ha detto ai presenti -, dobbiamo sperare in un domani migliore. Possono uccidere una persona ma non potranno mai uccidere un grande movimento, non potranno mai uccidere l’azione collettiva di tanti cittadini».

Sul palco, oltre al neo cittadino onorario, la Presidente del Consiglio Comunale Patrizia Mancini che ha conferito materialmente la cittadinanza, il Sindaco Carlo Zoccolotti, il salesiano Don Maurizio Verlezza e il Vicario Generale della Diocesi di Albano Don Franco Marando, in rappresentanza del vescovo Vincenzo Viva. Nelle prime file gli amministratori comunali, i consiglieri, i tre parroci di Genzano, i rappresentanti delle associazioni della Città dell’Infiorata.

Don Ciotti ha dato appuntamento a tutti al 21 marzo, Giornata Nazionale per la promozione della Legalità, raccontando ai giovani l’esperienza con Giovanni Falcone due mesi prima della sua uccisione. Un ultimo invito ai giovani: «Abbiate cura della vostra solitudine, che non deve essere isolamento, ma siate responsabili e usate le nuove opportunità per costruire nuove relazioni, perché dobbiamo recuperarle».

l neo cittadino genzanese Don Luigi Ciotti è stata consegnata anche una tessera di iscrizione alle biblioteche del Sistema Castelli Romani, come simbolo dell’unione tra cultura e legalità. Don Ciotti ha colto l’occasione per invitare ad un gemellaggio tra il Sistema Castelli Romani ed il Centro Extra Libera di Roma, un ex bingo confiscato alla malavita e ora centro di cultura. Parole di forte apprezzamento – che hanno di fatto raccolto anche quelle degli altri ospiti sul palco – quelle del Sindaco di Genzano nei confronti del presbitero missionario contro l’emarginazione. È stata la giusta occasione anche per annunciare a Don Ciotti – che ha parlato di fratellanza e della necessità di essere un’unica famiglia – il tema della prossima edizione dell’Infiorata del Corpus Domini, tratto dall’enciclica di Papa Francesco e dalla poesia di Danilo Dolci: “Sogniamo come un’unica umanità. Ciascuno cresce solo se sognato”.

Con la cittadinanza onoraria il Comune di Genzano di Roma, in collaborazione con Salesiani Don Bosco, ha suggellato un patto per una sana diffusione di una mentalità aperta che sia sempre a favore della vita.

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Roma, a San Giovanni Bosco l’educazione è al centro

Da Avvenire.

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Educazione, cultura, carità, impegno contro l’analfabetismo religioso. La parrocchia di San Giovanni Bosco, da sempre affidata ai salesiani figli spirituali del santo torinese, quotidianamente pulsa di vita, di fede e di impegno sociale. Guidata da don Roberto Colameo, oggi si prepara ad accogliere il cardinale vicario Angelo De Donatis che, in occasione della visita pastorale, presiede la Messa delle 11. È tra le comunità più grandi di Roma per numero di abitanti, poco meno di 60mila. «È anche l’unico caso a Roma, se non in Italia, in cui la parrocchia ha dato il nome al quartiere – spiega don Roberto -. Anche se la toponomastica l’ha cambiato in quartiere Tuscolano, la gente continua a chiamarlo quartiere Don Bosco».

Carisma salesiano è quello di prendersi cura dell’educazione dei ragazzi. «Con l’oratorio- Centro giovanile cerchiamo di rispondere alle tante piaghe della società e alle sfide che ci vengono dal mondo dei giovani che riempiono le nostre strade, le nostre piazze e che non sempre la parrocchia intercetterebbe». L’oratorio è frequentato quotidianamente da circa 300 ragazzi dalla scuola media in su. Alla realtà educativa viene applicato quello che i salesiani definiscono “criterio oratoriano”. «Ogni opera salesiana – prosegue don Roberto -, è una casa che accoglie, una parrocchia che evangelizza, una scuola che avvia alla vita, un cortile per incontrarsi da amici». Sul territorio operano anche le Figlie di Maria Ausiliatrice che gestiscono una scuola con oltre mille allievi e un centro di formazione professionale molto attivo. La parrocchia Don Bosco – negli anni visitata da san Giovanni XXIII, san Paolo VI, san Giovanni Paolo II e santa Teresa di Calcutta – ha molteplici “porte di accesso alla fede”. Quella della cultura come strumento di evangelizzazione attraverso il cinema teatro Don Bosco; l’oratorio, porta spalancata sul territorio per far vivere ai giovani esperienze di fede e di amicizia; la carità, cuore pulsante della parrocchia.

«Dal lunedì al venerdì è aperta nella nostra parrocchia la mensa gestita e finanziata dalle parrocchie della XX prefettura – spiega don Roberto -. Offre un pasto caldo a chi vive in difficoltà». In una parrocchia così grande «è necessario far crescere il senso della comunità per non perdere i più deboli – riflette don Colameo -. È vivo il nomadismo religioso, manca un’identità della comunità cristiana, che è caratteristico dell’essere a Roma. Per questo ci sentiamo chiamati a costruire una vita parrocchiale basata su relazioni di qualità, favorendo momenti e ambienti d’incontro, in un clima di accoglienza, dialogo, collaborazione. Condividiamo il progetto educativo locale elaborato, realizzato e sottoposto a verifica con la partecipazione attiva di tutti, una partecipazione sempre più corresponsabile dei laici nell’evangelizzazione, nel servizio della carità e della promozione umana e sociale mediante i diversi gruppi, consigli e assemblee. Inoltre curiamo con speciale attenzione la formazione dei laici, favorendo una costante maturazione della loro vocazione cristiana. Siamo inoltre attenti ad accompagnare la famiglia, considerandola come Chiesa domestica e come mediazione tra la comunità cristiana e il territorio».

La mostra “Matteo 25. Restiamo umani” arriva a Roma

Dall’agenzia ANS.

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(ANS – Roma) – Sollecita la risposta personale dello spettatore la mostra “Matteo 25. Restiamo umani”, attualmente ospitata nell’Aula della Chiesa parrocchiale di Santa Maria della Speranza a Roma, realizzata dall’artista Massimo Ungarelli, in collaborazione con l’associazione dei Frati Cappuccini “Midrash” (termine ebraico traducibile come “Racconto”), e che ha per oggetto i rifugiati, o meglio il modo di guardare ai rifugiati.

Il titolo è un chiaro riferimento al celebre capitolo del Vangelo di Matteo, in cui Cristo al suo ritorno nella Parusia, interroga i suoi chiedendo se lo abbiano riconosciuto in colui che aveva fame, che aveva sete, che era nudo, che era fuggitivo, che era malato e in carcere e se lo avevano aiutato. La mostra è composta da 25 opere di grandi dimensioni che hanno come tema – appunto – i rifugiati.

Ungarelli parte dall’utilizzo di foto vere “per la potenza coinvolgente che solo la verità garantisce” ha spiegato l’artista. Su questa verità interviene poi il colore, con pastello e carboncino su fondo base in acrilico. Ciascuna opera è montata su pannelli di legno assemblati con scarti di falegnameria. “Pannelli che generano bellezza imperfetta, per la loro superfice ferita”, ha osservato Ungarelli, “perfetta incarnazione metaforica di cosa è realmente la vita”. In tutti i pannelli c’è il rosso “colore che rappresenta gli estremi”, l’amore ma anche la guerra, il sangue ma anche la regalità, la passione di Cristo.

L’idea è quella di rendere i rifugiati protagonisti delle preghiere e delle riflessioni dei fedeli durante le celebrazioni e durante tutto il periodo di Quaresima. La mostra infatti è stata aperta al pubblico il 14 febbraio – Mercoledì delle Ceneri – e resterà visibile fino al 7 aprile – Domenica in Albis.

L’inaugurazione ufficiale, però, avverrà sabato 24 febbraio alle 16:00 (UTC+1), a cui interverrà lo stesso artista.

La mostra sarà visibile quindi durante le ore di apertura della chiesa – dal lunedì al sabato dalle 9.30 alle 12.30. Per il resto sarà visitabile su prenotazione, ma sempre gratuitamente. La mostra è già stata esposta al “Museo Casa Don Bosco” di Torino-Valdocco nel periodo di Natale 2021, e l’artista ha presentato alcune sue opere al Pontefice.

Sarà possibile, per chi lo volesse, acquistare delle stampe e riproduzioni delle opere e il ricavato andrà sempre a beneficio dei rifugiati.

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Livorno, la “Canaviglia” a don Gigi Zoppi

Dal sito dei Salesiani dell’Italia Centrale.

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Su proposta del Sindaco di Livorno, Luca Salvetti, il nostro caro don Gigi Zoppi salirà gli scaloni di Palazzo Civico il 19 marzo prossimo, per ricevere l’onorificenza della Città di Livorno, riservata alle persone, enti, associazioni che, con opere concrete nel campo civico, del sociale, della cultura, delle scienze, del lavoro, della scuola, dello sport, abbiano contribuito a dare impulso e vitalità alla città, attraverso la loro personale virtù e dedizione.

«Vogliamo dare riconoscimento al mondo salesiano radicato nei quartieri nevralgici della città», ripete il Sindaco, ricordando la sua incessante opera di insegnante e assistente, come salesiano prete, nei confronti dei più svantaggiati. Ecco il perché della Canaviglia 2024, ad una personalità che ha contribuito a dare lustro alla città e da insignire con la massima onorificenza cittadina, proprio nel giorno in cui ricorre l’anniversario dell’elevazione a rango di città di Livorno nel 1606.

Anche sulle testate locali, a firma di Francesco Ingardia, don Gigi è ricordato in questa occasione come colui che dal 1976 «assume un ruolo cruciale nell’assistenza fornita ai giovani tossicodipendenti, sfidando le convenzioni dell’epoca, con proposte educative e sociali visionarie come ricette al cancro delle droghe. Non solo: – prosegue il giornalista – negli anni ’80 affronta la diffusione dell’AIDS fra i giovani tossicodipendenti, attraverso la creazione di comunità terapeutiche, per poi dedicarsi dagli anni 2000 ai profughi e agli immigrati». Lo ha fatto concretamente, contribuendo a realizzare esperienze di accoglienza come le case famiglia in città e nell’hinterland.

Il Sindaco ha voluto comunicarglielo di persona, raggiungendolo presso la casa salesiana della città in viale Risorgimento, spiegandogli, preso sottobraccio, che «premiando lui, il salesiano vicino agli ultimi, intendiamo dare riconoscimento a tutto il mondo salesiano radicato in tanti quartieri nevralgici della città come punto di riferimento».

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A Genova i migranti a scuola per lavorare: parte il primo corso di meccatronica

Dal sito di notizie della Liguria Primo Canale.

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GENOVA – Parte questo lunedì il primo corso di preparazione al lavoro per giovani migranti. Venti ragazzi, tutti sotto ai 25 anni e muniti di codice fiscale, impareranno così, con 500 ore divise tra teoria e stage direttamente in azienda, il lavoro da meccatronico. Alla fine del corso i giovani avranno un attestato che gli permetterà di lavorare come manutentore di impianti e macchinari di tipo meccanico, elettrico ed elettronico. Una figura molto richiesta a Genova e in Liguria. lo ha raccontato a Primocanale Luca Bonfiglio di Genova Solidale.

“È una grande novità, perché i migranti arrivati nell’ultimo anno solare e ora iscritti alle nostre scuole sono tantissimi, circa 1500. Ora si passa finalmente dall’imparare l’italiano base a iniziare i corsi così da avvicinarsi sempre di più a un lavoro concreto”. Tutto parte dalla scuola di italiano, dove insegnanti volontari spiegano l’italiano a ragazzi e ragazze di ogni nazionalità. “Proprio grazie a questo volontariato molto esteso noi ora abbiamo la possibilità di attuare, sia nei circoli operai che all’Anpi di Sampierdarena, la Società Universale e anche al Don Bosco, le lezioni – continua Bonfiglio -. Per quanto riguarda il Cas dalla Croce Bianca, abbiamo la possibilità di insegnare come prima lingua, ovviamente l’italiano per coloro che arrivano e immigrati su Genova”.

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