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ADMA primaria riparte dal Colle Don Bosco: presentato il cammino formativo dell’anno

Domenica 19 Settembre il Colle Don Bosco ha ospitato oltre duecenti associati all’ADMA (Associazione di Maria Ausiliatrice) in rappresentanza dei gruppi Adma Primaria, Famiglie e Senior, Adma Asti e Adma Milano, e dalle loro famiglie. Di seguito una sintesi dell’esperienza vissuta da parte dell’Animatore Spirituale dell’Adma Primaria.

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Dopo oltre un anno di incontri online o a piccoli gruppi, è stato possibile tornare a riunirsi insieme nei grandi spazi all’aperto della casa di Don Bosco e ripartire con maggiore slancio. Durante la giornata è stato presentato il cammino formativo dell’anno dal titolo “Amore Familiare, vocazione e cammino di santità“.

La Lettera Apostolica Amoris Laetitia tornerà al centro della riflessione per tutto il nuovo anno, approfondendo aspetti specifici e atteggiamenti nuovi per ciascun associato.

La famiglia, come vocazione continua che sempre si rinnova, è un cammino di santità che deve far allargare lo sguardo con uguale impegno: verso la propria famiglia, verso la Famiglia Salesiana, verso la Chiesa, cioè la famiglia di Gesù.

Le fonti che alimenteranno il cammino formativo sono: Amoris Laetitia stessa, ma secondo gli approfondimenti che Papa Francesco sta offrendo alla Chiesa attraverso le specifiche catechesi che porteranno all’Incontro Mondiale delle Famiglie del 2022; la Strenna del Rettor Maggiore; la Carta di Identità Carismatica della Famiglia Salesiana. Fondamentale, per un vero cammino formativo, saranno l’ascolto, l’adesione personale e la partecipazione, cioè il protagonismo nella formazione.

Formarsi deve infatti significare convertirsi e questo implica: un vero ascolto, un sincero e appassionato accoglimento della Parola di Dio che ci arriva e una disponibilità personale a partecipare attivamente alla formazione verso gli altri, secondo quanto ciascuno può fare. La giornata è stata intensa e scandita da preghiera, adorazione, formazione e allegria salesiana. Lasciati i tantissimi bambini e ragazzi ai loro spazi di animazione, la giornata dei Soci Adma si è aperta con la preghiera del santo Rosario presso il cortile della Casetta di Don Bosco ed è proseguita con la Santa Messa nella Basilica Inferiore. Era tanta la voglia di vedersi e di condividere, ma altrettanta quella di pregare insieme: il contegno dei tanti bambini durante la Santa Messa ha infatti stupito e commosso i celebranti, Don Roberto Carelli e Don Alejandro Guevara, Animatore Spirituale dell’Adma Primaria.

Immancabile, prima della presentazione del tema formativo dell’anno, l’adorazione del Santissimo Sacramento, tanto cara a tutti i gruppi ADMA sparsi nel mondo. Da parte di tutti tanto entusiasmo e anche un forte ringraziamento al Consiglio uscente dell’Adma Primaria che ha lavorato in un triennio segnato dalle difficoltà, ma anche dalle molte iniziative, che la pandemia ha stimolato. Renato Valera, il Presidente uscente, ha colto l’occasione per presentare i candidati alla imminente elezione che rinnoverà il Consiglio per il prossimo quadriennio nella Giornata Mariana fissata per il 24 ottobre, e per ringraziarli già della disponibilità al servizio comune. Ciascuno ha infatti impegni familiari e lavorativi, ma mette con generosità il proprio tempo e i propri talenti a disposizione dell’Associazione e, attraverso di essa, della Famiglia Salesiana e della Chiesa.

“Fate tutto quello che Egli vi dirà”: inizia il Capitolo Generale XXIV delle FMA

Il 17 settembre 2021 l’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice celebra l’Apertura Ufficiale del Capitolo Generale XXIV che si svolge dall’11 settembre al 24 ottobre 2021 presso la Casa Generalizia Maria Ausiliatrice a Roma. L’apertura è avvenuta con una celebrazione eucaristica presieduta dal Rettor Maggiore Emerito, don Pascual Chavez.

Il Capitolo è un’esperienza di fede e di discernimento per ascoltare le chiamate di Dio presenti nell’oggi della storia e costruire con i giovani e le giovani comunità generative di vita nel cuore della contemporaneità.

All’esperienza capitolare collaborano tutte le FMA, Comunità Educanti, laici e giovani della Famiglia Salesiana con una partecipazione di preghiera, di studio e di proposte. Lo scopo del Capitolo Generale è trattare argomenti rilevanti per la missione dell’Istituto «per una sempre più efficace presenza nella Chiesa e nel mondo» (136).

Il tema del CG XXIV: «Fate tutto quello che Egli vi dirà» (Gv 2,5). Comunità generative di vita nel cuore della contemporaneità”, rende esplicito l’obiettivo che l’Istituto FMA si propone: Risvegliare la freschezza originaria della fecondità vocazionale dell’Istituto FMA.

Il 14 settembre 2021, Festa dell’Esaltazione della Croce, le Capitolari hanno invece vissuto la prima Giornata di preghiera nel silenzio e nell’ascolto della Parola.

Al mattino, nella preghiera delle Lodi, Don Erino Andrea Leoni SDB, ha suscitato nelle Capitolari il desiderio e l’impegno di entrare nel tabernacolo del proprio cuore per risvegliare la consapevolezza della propria identità che “nel Battesimo ci ha rese figlie dell’amato che da sempre ci ha scelto, per vivere l’esperienza del servizio, rafforzando la speranza e l’impegno a fare ciò che Egli ci dice, ascoltando la sua voce nella quotidianità”.

Don Erino ha offerto la prima meditazione sul tema “Profezia di una presenza coraggiosa“, soffermandosi sull’identità del Profeta, colui che parla per annunciare la volontà di Dio sul suo popolo.

Chiamati ad essere profeti. Don Erino fa l’analisi dell’esserci di Maria alle nozze di Cana, una presenza attiva, attenta, vicina: “la Madre di Gesù era lì”, “Maria è presente, cammina, è nelle nostre case e questo è il dono più grande per noi, un dono di serenità e di profezia”.  

Chiamati a essere in mezzo. Maria è vicina, anticipa le necessità per assicurare la gioia della festa. Quel “non hanno vino”è l’invito “ad essere presenti e ad essere sacramento della presenza di Gesù, ad essere sensibili nella nostra visione, nel nostro ascolto e nelle nostre parole, al grido dei giovani”.

Chiamati alla profezia del Tu. Maria si fida di suo figlio e genera la profezia del tu, “fate quello che vi dirà”. “La profezia non è soltanto una presenza significativa, neppure una visione e lettura della realtà, ma è coraggiosa presenza operosa, è decisione conseguente, è passione che diventa azione”. Siamo chiamate a vivere insieme la profezia, a “essere un DONO per gli altri, un soffio di Dio”.

 

Per seguire i lavori del Capitolo:

Sito web
Pagina Facebook

 

Italia – La “Nuova Primavera” che attende l’Associazione dei Salesiani Cooperatori

Dal sito dell’agenzia ANS.

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(ANS – Torino) – Per la Festa di Maria Ausiliatrice i principali responsabili ed animatori dell’Associazione dei Salesiani Cooperatori (SSCC) hanno condiviso dei messaggi per indicare le vie di futuro da percorrere. “È tempo di pensare ad un nuovo profilo del Salesiano Cooperatore… Liberiamo tutta la nostra creatività salesiana” è l’invito del Coordinatore Mondiale, Antonio Boccia. “Voi siete ‘Salesiani nel mondo’ secondo l’intuizione originale di Don Bosco, che vi vuole collaboratori appassionati di Dio nelle nostre grandi opzioni di missione salesiana: impegno per il benessere dei giovani, della famiglia, dell’ambiente sociale e politico attraverso il Sistema Preventivo” gli hanno fatto eco i Delegati mondiali per i SSCC dei Salesiani e delle Figlie di Maria Ausiliatrice, rispettivamente il sig. Dominic Nguyen Duc Nam e suor Lucrecia Uribe.

“Sono chiaramente visibili i cambiamenti che la società contemporanea ha subito in questo ultimo te,po. Queste difficoltà devono rappresentare anche delle opportunità di crescita per ognuno dal punto di vista personale e per tutta l’Associazione, nella misura in cui sapremo ravvivare la rete di relazioni che in questo periodo si sono ‘assopite’” esordisce il signor Boccia.

Che poi prosegue: “Dovremo condividere le esperienze, far cresce la consapevolezza che l’Associazione oltre al Centro locale ha un respiro provinciale, regionale, mondiale per dare tranquillità, fiducia e aumentare il senso di appartenenza. È tempo di pensare ad un nuovo profilo del Salesiano Cooperatore.

Non possiamo non tenere conto che questi tempi stanno fortemente condizionando le nostre vite personali, professionali, familiari ed associative. Immagino un Salesiano Cooperatore maggiormente attento al bene comune, presente e impegnato in ambito sociale, con particolare attenzione ai poveri, alle famiglie, ai giovani. Che si riappropri dello specifico di Salesiano come educatore. Diventi portatore di entusiasmo e vitalità nella Chiesa, crescendo nella consapevolezza di appartenere ad una Famiglia Carismatica.

Non dobbiamo aspettare che l’emergenza finisca per attivare questi processi. Dobbiamo essere protagonisti nella costruzione dell’“Amicizia Sociale” che Papa Francesco ci indica come futuro se vogliamo vivere in un mondo più attento ai bisogni degli altri.

Concretizzare l’essere “il buon Samaritano” partendo da situazioni di reale bisogno, privilegiando gli ambiti della nostra missione. In questo tempo di difficoltà negli incontri, molti si sono attivati sfruttando le nuove tecnologie di comunicazione per mantenere vive le relazioni con il maggior numero di Salesiani Cooperatori.

Sono segni tangibili che è già iniziata una NUOVA PRIMAVERA per l’Associazione dei Salesiani Cooperatori e per tutta la Famiglia Salesiana. Liberiamo tutta la nostra creatività salesiana. Diventiamo dei leader attivando processi di relazioni inclusive che valorizzano tutti i Salesiani Cooperatori e gli altri Gruppi della Famiglia Salesiana che ci sono prossimi. Educhiamo alla solidarietà economica come strumento di crescita personale che rafforza il nostro senso di appartenenza.

È in corso un cambio epocale in tutto il mondo non spaventiamoci per i bruschi cambiamenti, ma viviamo da protagonisti questo tempo seminando speranza. Abbiamo la Madonna di Don Bosco che non ci lascia da soli ad affrontare questi tempi”.

Da parte loro i Delegati SDB ed FMA hanno aggiunto: “Come Famiglia siamo felici di poter celebrare insieme l’anniversario della nostra Associazione, tanto cara a Don Bosco. In quest’occasione noi due Delegati Mondiali, a due voci ma con gli stessi sentimenti, vogliamo inviare un saluto comune ad ogni Consigliere Regionale e, attraverso ognuno di loro, vogliamo raggiungere ognuno dei 30.000 membri dell’Associazione.

Anche se serviamo questa missione da poco tempo, entrambi abbiamo potuto vedere la profonda identità e riconoscere il grande impegno apostolico che l’Associazione sta assumendo. Infatti, è attraverso di voi che il carisma salesiano si rende più evidente, più contagioso, più dinamico e attuale.

Abbiamo individuato in voi alcuni tratti che sono presenti in tutte le Regioni:

–      Siete persone ricche di umanità, elemento tipico dell’umanesimo di San Francesco di Sales, che vi aiuta ad avere una visione positiva di voi stessi, del mondo e della Chiesa. Sappiamo bene che state cercando di vivere fino in fondo l’arte di vedere Dio in ogni cosa e di contemplarla con lo sguardo di Dio.

–      State vivendo con gioia la vostra vocazione battesimale, testimoniando un immenso amore per la Chiesa, partecipando con gioia e responsabilità da veri figli alle diverse attività delle parrocchie. Ogni giorno avete l’opportunità di rinnovare la vostra vocazione, dono dello Spirito, per partecipare come veri discepoli di Gesù, inserendovi nelle realtà temporali con una chiara identità carismatica.

–      Siete ‘Salesiani nel mondo’ secondo l’intuizione originale di Don Bosco, che vi vuole collaboratori appassionati di Dio nelle nostre grandi opzioni di missione salesiana: l’impegno per il benessere dei giovani, della famiglia, dell’ambiente sociale e politico attraverso il Sistema Preventivo Salesiano. Perciò vi invitiamo a svolgere questa missione apostolica nello spirito salesiano, nelle circostanze in cui ognuno di voi vive.

L’Associazione è nata nel mese dedicato a Maria Ausiliatrice. Ella fu sempre presente nella vita di Don Bosco come Maestra e Guida per trovare e compiere la volontà di Dio. La Madonna sia luce e forza nel cammino per risposte specifiche alle esigenze pastorali ed educative del tempo presente.

Con il Rettor Maggiore e con tutta la Famiglia Salesiana, vogliamo esprimere il nostro affetto a ciascuno di voi, un affetto che vogliamo trasformare in umile e gioioso servizio”.

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Valdocco: i festeggiamenti per Maria Ausiliatrice 2021

“Ecco quello che dobbiamo fare noi nella festa di Maria Ausiliatrice: ripulire i nostri cuori con buone confessioni e offrirli, anzi attaccarli a Maria SS.ma, perché stiano sempre vicino a Gesù, e ciò ottenere con frequenti e fervorose Comunioni”.

Don Bosco

24 Maggio, Solennità di Maria Ausiliatrice, grande festa per l’intera Famiglia Salesiana e non solo. Nonostante il periodo di restrizioni, il cortile di Valdocco è stato animato per tutta la giornata da tanti fedeli e devoti che si sono recati ai piedi della statua dell’Ausiliatrice per offrire un saluto e una preghiera a Colei che “opera grazie e miracoli per l’alto potere che ha ricevuto dal suo Divin Figlio” (Don Bosco).

Già nella giornata di domenica 23 maggio, Solennità di Pentecoste e Vigilia della Festa, molte persone hanno voluto rendere omaggio all’Ausiliatrice, tra cui Mons. Cesare Nosiglia, Arcivescovo di Torino, il quale a presieduto la S.Messa delle 18.30.

“Questa festa, che ogni anno ci vede riuniti ai piedi di Maria Ausiliatrice come Chiesa di Torino, comunità cristiana e civile della città, è per noi un grande momento di riconoscenza.
Riconosciamo quanto Maria compie a favore della Chiesa e dell’umanità con la sua presenza di Madre amorevole e ricca di tenerezza e bontà verso i suoi figli che Gesù le ha affidato dalla sua Croce.
Il Vangelo ci ha ricordato questo momento supremo della vita di Cristo e di Maria, sua madre. Gesù, prima di morire, affida Maria al discepolo prediletto, Giovanni, e affida Giovanni a Maria”.

(Estratto dall’Omelia di mons. Cesare Nosiglia per la Festa di Maria Ausiliatrice)

La giornata del 24 maggio è stata scandita dalle numerose Celebrazioni Eucaristiche che si sono tenute presso la Basilica di Maria Ausiliatrice di Valdocco, tra cui la S.Messa delle 9.30 presieduta dall’Ispettore ICP don Leonardo Mancini, il quale si è soffermato sul dono della speranza (così come anche il Rettor Maggiore ha chiesto nella Strenna 2021) in modo particolare per i bambini, i ragazzi e giovani: che possano guardare al futuro immaginando un progetto di vita che piaccia a Dio e Maria Santissima, capace di costruire il bene dei fratelli.

La festa odierna non può non farci domandare perché Maria abbia il titolo di “Aiuto dei cristiani“. Interroghiamo il Vangelo e scopriamo che Maria è una presenza amorevole, è stata presente nella vita di don Bosco e nella nostra vita oggi, è madre che genera, ha in braccio il bambin Gesù. In quanto madre, desidera esercitare la sua maternità. Sentinella del nuovo, collabora alla novità che viene nel mondo. Maria, da buona mamma, si accorge di ciò che manca e sollecita l’intervento di Gesù. È madre che aiuta ad orientarsi e spinge alla disponibilità assoluta. Ci incoraggia ad essere disponibili, indicandoci Gesù ma poi facendosi da parte.

Alle ore 18.30 del 24 maggio si è poi tenuta l’ultima Celebrazione Eucaristica della giornata, presieduta dal Rettor Maggiore don Ángel Fernández Artime per tutti i giovani del Movimento Giovanile Salesiano.

Infine, a conclusione dei festeggiamenti per l’Ausiliatrice, si è tenuto il Santo Rosario e l’affidamento a Maria fuori dalla Basilica e davanti alla statua, sempre da parte del Rettor Maggiore.

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Avvenire – La Famiglia Salesiana e Torino invocano l’aiuto di Maria Ausiliatrice

Pubblichiamo l’articolo di Marina Lomunno su Avvenire per la festa di Maria Ausiliatrice, celebrata Torino alla presenza del Rettor Maggiore, don Angel Fernández Artime.

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Torino. Non solo per la famiglia salesiana, sparsa in 132 nazioni, ma anche per i torinesi la festa di Maria Ausiliatrice, giunta alla 153a edizione e che ogni anno raduna 20mila persone per la tradizionale processione per le vie di Valdocco, le strade percorse dal santo dei giovani, è un appuntamento fisso. Neppure le guerre mondiali hanno fermato l’uscita della Madonna dalla Basilica la sera del 24 maggio. Da due anni invece la pandemia ha costretto la statua a «fermarsi» nel cortile di Valdocco – accanto alle effigi di don Bosco e di mamma Margherita – «dove ogni pietra parla del nostro santo che cercava e accoglieva in questa casa i giovani più fragili», ha sottolineato il rettor maggiore dei salesiani, don Angel Fernández Artime, concludendo nel cortile della Basilica la novena nella serata di domenica scorsa. Ma la statua dell’Ausiliatrice transennata, l’obbligo delle mascherine, il cortile con sedie distanziate e gli ingressi in Basilica contingentati e controllati dal servizio d’ordine dei volontari, i collegamenti social tradotti in 5 lingue, grazie all’agenzia Info Salesiana che ha mandato in diretta le celebrazioni presiedute dall’arcivescovo di Torino, Cesare Nosiglia, e dal rettor maggiore, hanno – se è possibile – reso ancora più intensa la preghiera in un momento così difficile.

«Mai il cortile e la Basilica nei giorni della novena e della festa la cui vigilia, per una felice concomitanza, è coincisa con la solennità di Pentescoste, sono rimasti deserti: migliaia di famiglie, giovani, anziani, rispettando le regole sanitarie, sono venuti a pregare commossi, anche senza processione, la nostra Mamma, aiuto dei cristiani, che in un momento così incerto ci invita alla responsabilità gli uni verso gli altri e, con don Bosco, ricorda alla famiglia salesiana la priorità per l’educazione dei giovani che la pandemia sta mettendo a dura prova», ci dice don Guido Errico, rettore della Basilica, casa-madre dei salesiani. Molto partecipate le due liturgie centrali in Basilica: domenica la concelebrazione presieduta da Nosiglia che, con parole di supplica, ha voluto affidare a Maria Ausiliatrice l’arcidiocesi di Torino che nei prossimi giorni si riunisce per «l’assemblea diocesana che, sul tema della Chiesa in uscita, promuoverà un’ampia riflessione in vista di un forte impegno che dovrà investire tutte le nostre comunità ecclesiali, le famiglie e i giovani in prima persona».

E poi ieri pomeriggio, nel giorno della solennità, la Messa presieduta da don Artime, decimo successore di don Bosco, che ha evidenziato come la pandemia stia decimando i più poveri del mondo che non hanno accesso a cure e vaccini: «Dopo un anno, la malattia continua a colpire molte persone. E anche se in alcuni luoghi si comincia a vedere la luce alla fine del tunnel, in altri la situazione rimane ancora molto grave e pesante. Oggi come ieri a Lei, nostra Madre, aiuto nei momenti difficili, orientiamo il nostro sguardo e rivolgiamo la nostra preghiera affinché arrivi al Signore. E nella solennità di Maria Ausiliatrice abbiamo bisogno, forse più che in altri momenti, di rivolgerle il nostro sguardo, affinché guardandola e parlandole con il cuore possiamo sentire che ancora una volta Lei ci dice: “Perché avete paura, non sono qui io che sono vostra madre?”».

Novena a Maria Ausiliatrice 2021: tanti contributi per prepararsi alla festa

Ormai vicini alla festa del 24 maggio, la Pastorale Giovanile ICP propone una Novena di Maria Ausiliatrice pensata per grandi e piccini per vivere al meglio i giorni in preparazione alla celebrazione: nove storie della buonanotte su Maria raccontate da don Bruno Ferrero e tanti altri materiali utili per la riflessione e la preghiera, grazie al contributo del noviziato di Colle Don Bosco, Genzano e S. Tarcisio, della Comunità Proposta di Mogliano Veneto e i video realizzati dall’Agenzia d’Informazione Salesiana ANS.

Di seguito i contenuti per il primo giorno della Novena:

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Novena mondiale a Maria Ausiliatrice, la “Vergine Potente” – Info ANS

La Novena a Maria Ausiliatrice ha assunto la dimensione di preghiera comunitaria internazionale. Quest’anno la novena si caratterizza per fissare lo sguardo su Maria sotto l’invocazione di “Vergine Potente” che consentirà la riflessione sulla potenza di Maria frutto dell’amore di Dio. Di seguito la notizia pubblicata su “Info ANS“.

(ANS – Roma) – La tradizione della Novena a Maria Ausiliatrice, diffusa sin dai tempi di Don Bosco all’interno della Famiglia Salesiana, negli ultimi anni ha assunto sempre più la dimensione di preghiera comunitaria internazionale, di spiritualità condivisa a livello globale, grazie soprattutto all’iniziativa della Novena “mondiale” diffusa attraverso i canali dell’Agenzia iNfo Salesiana. Quest’anno la novena si caratterizza per fissare lo sguardo su Maria sotto l’invocazione di “Vergine Potente”.

Elaborata grazie alla collaborazione tra l’Associazione di Maria Ausiliatrice (ADMA), l’équipe di “IME Comunicazione” e ANS, la novena di quest’anno farà riflettere sulla potenza di Maria frutto dell’amore di Dio.

Lungo i nove giorni del cammino di preparazione alla festa di Maria Ausiliatrice (15-23 maggio), verrà proposto di volta in volta un accento o un aspetto diverso su cui meditare, grazie alle parole ispirate di diversi influencer e testimoni internazionali.

A pochi giorni dall’inizio della novena, sul canale YouTube di ANSChannel viene condivisa oggi una breve video-presentazione dell’iniziativa – disponibile nelle lingue in cui verrà diffusa la novena stessa: italiano, inglese, spagnolo, francese, portoghese e, con i sottotitoli, in polacco.

Si segnala infine, che sul sito sdb.org, nei prossimi giorni, verrà messo a disposizione, nelle rispettive lingue, un sussidio scritto con tutti i materiali per partecipare quotidianamente alla novena.

Info ANS

Il calendario dell’Avvento di Missioni Don Bosco: richiamo quotidiano a chi nel mondo lotta contro il Covid-19

Pubblichiamo il comunicato stampa di Missioni Don Bosco sull’iniziativa legata all’Avvento.

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Aperta ieri la prima finestra del calendario dell’Avvento a Missioni Don Bosco a Torino Valdocco: una finestra reale affacciata su piazza Maria Ausiliatrice. Con le altre che via via si apriranno richiamerà i giorni di attesa del Natale, come avviene tradizionalmente in molte città dell’Europa centrale.

La particolarità di questo “calendario gigante” è che associa ogni giorno a un progetto attuato (in molti casi ancora in corso) per l’accompagnamento nella lotta al Covid e alle sue conseguenze economiche e sociali nel mondo: comunità del Sud del pianeta nelle quali i missionari sono rimasti al loro posto, condividendo il rischio della pandemia che ha fatto registrare vittime anche fra di loro.

Per questo Natale non abbiamo un progetto specifico da evidenziare” spiega Giampietro Pettenon, presidente di Missioni Don Bosco, “bensì un fascio di iniziative dei salesiani in tutto il mondo a sostegno delle persone che risultano più fragili nell’emergenza Covid-19”.

Da inizio anno si sono attivati gli interventi per le emergenze:

–          soccorso alimentare ed economico soprattutto per la popolazione che non ha più reddito dai lavori pagati a giornata;

–          mobilitazione dei volontari e degli allievi delle scuole salesiane nelle iniziative sanitarie e di distribuzione di aiuti, compresa la fabbricazione di mascherine;

–          sensibilizzazione e informazione preventiva nei quartieri periferici e nei villaggi rurali;

–          rifugio per i malati da tenere lontani dalle famiglie anche nelle precarie condizioni dei profughi.

Il calendario dell’Avvento vuole ricordare ad amici e benefattori l’importanza dell’aiuto dato quest’anno, con l’invito di andare a visionare ogni giorno un progetto attuato, digitando “Covid” nel motore di ricerca del sito  https://news.missionidonbosco.org/

L’intenzione è di sollecitare tutti a guardare oltre la situazione italiana e non dimenticare le necessità di chi già viveva in situazioni di emergenza sanitaria e alimentare e oggi affronta a mani vuote le avversità della pandemia.

Il calendario si concluderà con l’invito a seguire il Concerto di Natale in Vaticano (Aula Nervi) che il 24 dicembre Canale 5 trasmetterà in prima serata a sostegno della campagna globale contro il Covid-19.

Siamo a disposizione dei giornalisti per attivare, quando possibile, un contatto nei vari Paesi per una testimonianza diretta dei missionari.

Segue una riflessione su questo Natale diverso da quello a cui eravamo abituati.

Un Natale diverso?

Il Natale del 2020 sarà “diverso”, ma solo in superficie. Per chi celebra la festa della nascita di Gesù non sarà certo la mancanza delle corse frenetiche al regalo, delle stressanti preparazioni del cenone della vigilia, dei cine-panettoni che sgombrano la mente dai pensieri, a modificare lo spirito con cui prepararsi al 25 dicembre.

Anzi, da un certo punto di vista la precarietà nella quale ci troviamo potrebbe aiutarci a percepire qualche aspetto della natività che rimaneva in ombra. Se depuriamo l’immagine del presepe dal pur legittimo aspetto del “sogno”, ritroviamo la condizione di preoccupazione e di operosità della famiglia di Nazareth che vive la nascita del figlio (forse accelerata dal viaggio e comunque resa precaria dalla inadeguatezza del ricovero) lontano da casa e dalle sicurezze.

Con tutto ciò, non dobbiamo rinunciare a dare dei segnali di avvicinamento alla grande Festa portando il carico positivo di poesia, di tradizione, di speranza che essa ci comunica. Per questo Missioni Don Bosco ha deciso anche quest’anno di “contare” i giorni che portano alla ricorrenza, numerando le finestre che affacciano su piazza Maria Ausiliatrice.

È il terzo anno che questa modalità espressiva, tipica della Mitteleuropa, è entrata a fra parte di una consuetudine dei salesiani a Valdocco. “Nonostante tutto, dobbiamo sforzarci di trasmettere il senso dell’Avvento, dell’attesa di Chi può salvarci davvero” spiega Giampietro Pettenon, presidente di Missioni Don Bosco. “Anche il segno materiale di un calendario che tutti vediamo svelarsi giorno per giorno può richiamarci al valore di un’aspettativa condivisa, al Dio che entra nel nostro tempo e nella nostra storia”.

Per questo, dal 1 al 25 dicembre la facciata di Valdocco si colorerà delle “finestre” disegnate dal coadiutore salesiano Luigi Zonta, contenenti rimandi ai simboli della tradizione e fonte di una colorata allegria. Ciò consentirà di mostrare ai piccoli la pazienza necessaria per far maturare gli eventi, agli anziani di godere del tempo ancora affidato a loro, a tutti i frequentatori di Maria Ausiliatrice il ciclo della vita che si rinnova sul piano storico e spirituale.

Il Natale al tempo del Covid – si spera l’unico o almeno, nella fondata previsione di soluzioni mediche decisive dopo Capodanno, il più preoccupato per la diffusione del virus – va vissuto come tempo propizio, e non come una beffa al nostro senso di onnipotenza o come castigo di un dio o della natura. Propizio per percorrere consapevolmente l’attesa come tempo di educazione dello spirito, come tempo per sfrondare le abitudini meno necessarie, come tempo per predisporci al bello e al buono promessi dal Dio-con-noi.

La debolezza dell’essere umano che richiede un supplemento di Grazia per affrontare la vita è una dimensione da considerare bene in questo periodo di globalizzazione delle paure. Quanto anche occorre considerare la fiducia che il Creatore ripone in ogni essere umano, pur immerso in questa fragilità, dimostrata dalla disponibilità ad assumere la nostra stessa condizione da parte Sua.

Se saremo meno abbagliati dalle luci sfavillanti o dai fuochi d’artificio, forse i nostri occhi potranno aprirsi sulla realtà in maniera più lucida, disponendoci a vedere nel buio di una stalla la nuova vita donata a chi riconosce di essere amato dal Padre.

Attività estive al via nella Diocesi di Roma, a Maria Ausiliatrice protagonista il Re Leone

Pubblichiamo un articolo uscito su Avvenire di Roberta Pumpo, nel quale si racconta l’esperienza delle attività estive nella Diocesi di Roma, tra le quali anche quella dell’oratorio di Maria Ausiliatrice (Pio XI).

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Lanciare un segnale di fiducia e di speranza. Questo ha motivato numerosi sacerdoti della diocesi di Roma a organizzare l’oratorio estivo nonostante le difficoltà del periodo e i cambiamenti da fare per rispettare le nuove norme igienico sanitarie. La parola chiave resta prudenza, con controllo della temperatura, bambini suddivisi in piccoli gruppi, mascherine indossate tutto il giorno, spazi sanificati ad ogni passaggio, igienizzanti in diversi punti. Anche se l’Ores 2020 sarà diverso dal solito, lo scopo rimane quello di sempre: far divertire i bambini educandoli e accompagnandoli nella crescita umana e spirituale. Molte parrocchie hanno adottato il sussidio “#BecomingSuper” proposto dal Centro oratori romani. Altre hanno scelto temi diversi. Le avventure di Re Artù nel magico mondo di Camelot è l’ambientazione voluta dagli animatori della parrocchia Santa Maria Assunta e San Giuseppe a Primavalle, affidata ai Poveri Servi della Divina Provvidenza. Per permettere la partecipazione a un maggior numero di bambini, il parroco don Massimiliano Parrella ha deciso di suddividere l’Ores in due turni. Il primo fino al 26 giugno, il secondo dal 30 giugno al 10 luglio con massimo 35 ragazzi per volta suddivisi in 5 gruppi. «Inizialmente nel consiglio pastorale c’era un po’ di timore ad organizzare l’Ores – racconta il sacerdote -. Poi abbiamo deciso di accettare la sfida perché il quartiere ha bisogno di un’iniezione di speranza». Ogni bambino ha avuto 4 mascherine con il colore della propria squadra e il logo dell’Ores e un astuccio con il materiale didattico per i laboratori. Due turni anche a Santi Elisabetta e Zaccaria: il primo fino al 30 giugno e il secondo fino al 12 luglio. «Abbiamo avuto molte richieste e non volevamo lasciare fuori nessuno – dice il viceparroco don Massimo Cunsolo -. Nonostante le difficoltà non volevamo rinunciare all’oratorio estivo che non è un mero servizio sociale ma soprattutto educativo. I bambini hanno lo spazio per la preghiera e per le attività formative». Allestiti tendoni e gazebi all’esterno per 10 squadre (sei riservate agli alunni delle elementari e quattro agli adolescenti di prima e seconda media). «I primi giorni hanno patito l’imposizione delle norme sanitarie – prosegue il sacerdote -, alcuni avevano qualche timore ma ora hanno capito che possono divertirsi anche rispettando le regole».

L’oratorio della parrocchia Santa Maria Ausiliatrice, affidata ai salesiani, ha scelto la storia del Re Leone per parlare del perdono e del discernimento. Nel post Covid «l’obiettivo è aiutare i genitori che lavorano e non lasciare soli gli adolescenti – spiega il viceparroco don Mirko Rosso -. Hanno sofferto la lontananza dagli amici. Vogliamo valorizzarli, aiutarli a socializzare e scoprire la bellezza del mettersi al servizio degli altri. Per loro abbiamo pensato anche tre serate, dal 23 giugno, per proporre i temi del volontariato, della cura del quartiere e dell’oratorio». Circa 80 gli iscritti, suddivisi in 9 gruppi. L’oratorio estivo proseguirà fino al 17 luglio e tra le attrattive i giochi gonfiabili e la fattoria didattica. «Anche con le mascherine e con il distanziamento fisico abbiamo riscoperto la bellezza dello stare insieme», conclude don Mirko.

Per don Simone Giovannella, parroco a San Carlo da Sezze, organizzare l’oratorio in tempo di pandemia «è una responsabilità pastorale per dare un segnale di speranza cristiana. Bisogna guardare avanti senza paura ma con la giusta prudenza». L’Ores proseguirà fino al 10 luglio e ogni gruppo ha a disposizione un gazebo con tavolini e sedie. «Si può definire un micro oratorio formato da tante piccole famiglie – aggiunge don Simone -. I bambini soffrono un po’ per la mascherina e per l’impossibilità di correre liberi nel campo o di fare una partita a pallone, ma si stanno comunque divertendo molto».

Maria Ausiliatrice: la madre che ci insegna ad amare nei “tempi difficili” C

Pubblichiamo il messaggio dell’ispettore della Circoscrizione Italia Centrale, don Stefano Aspettati, per la solennità di Maria Ausiliatrice.

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La solennità di Maria Ausiliatrice, madre nostra e dei cristiani, ci aiuta a riflettere sul suo straordinario posto nella storia della salvezza, ma soprattutto sul posto che occupa nella nostra vita. Le tappe del cammino di Maria non dipendono da un suo progetto di vita, non sono in vista di sua crescita personale e ancora meno in vista di una autorealizzazione; esse dipendono dallo sviluppo del progetto di Gesù a cui lei ha cercato, non senza fatica, di aderire. Ogni tappa della vita di Gesù ha chiesto una risposta a lei. Ed ogni risposta, risposta di fede, è stata sempre nuova e al contempo appoggiata alla precedente, realizzando una stupenda progressione. Maria ha vissuto in funzione del Figlio. Oggi qualcuno potrebbe trovare frustrante vivere una vita “in funzione di”. In realtà questa espressione va intesa nel senso di “totalmente dedicata a”, “generosamente donata a”, “disposta a morire per”. Queste frasi descrivono ciò che Maria ha vissuto e un modo stupendo di vivere, l’unico per cui valga la pena. 

Il cammino di Maria ha conosciuto delle tappe molto differenti. I suoi privilegi singolari di Immacolata, Vergine, Madre di Dio, Assunta in cielo – anch’essi tutti in funzione di Gesù – non tolgono nulla alla faticosa umanità del suo itinerario. Nell’annuncio c’è stato il primo atto, quello in cui Maria ha detto sì: la sua maternità è stata conseguenza della sua fede. Il Dio a cui aveva consegnato la sua vita, la spinge subito a servire una parente lontana per la quale non esita a mettersi in viaggio e in cui contempla il Signore: la gioia narrata nel Magnificat non è una preghiera inventata da Maria, ma un’applicazione di parole conosciute alla sua vicenda personale. Nella nascita di Gesù, Maria sente l’annuncio di quel che è successo da alcuni pastori sconosciuti: non le resta altro che accogliere meditare queste parole nel suo cuore. A Gerusalemme sente quale sarà la ricompensa terrena per il suo servizio: l’anima trafitta dalla spada. Nell’esilio in Egitto Maria deve conoscere subito le conseguenze dell’odio del mondo per questo figlio. Sempre a Gerusalemme dalle stesse parole del figlio dodicenne comprende in modo nuovo – non senza sofferenza – che egli non era anzitutto suo ma del Padre. Da Cana di Galilea in poi, negli anni della vita pubblica di Gesù, si consuma il vero e proprio distacco fisico tra madre e figlio: Maria non è nel gruppo che segue Gesù nel suo peregrinare e perde sempre più importanza nel racconto, ma viene tuttavia esaltata indirettamente dallo stesso Gesù: lei è beata non perché madre ma perché ha creduto. Sotto la croce i due si ritrovano e lì arriva la consegna finale di lei al discepolo amato e del discepolo a lei. La conclusione di Maria è con gli apostoli, in comunità. 

Al di là delle sue prerogative speciali, il cammino di fede di Maria può essere il nostro. Nelle risposte di fede di Maria abbiamo visto una progressione. Noi in questi mesi abbiamo imparato purtroppo a riconoscere bene le progressioni della curva dei contagi del Covid-19; ma anche nella nostra fede dovremmo scorgere delle progressioni; certo quelle della fede non sono né geometriche, né lineari, procedono piuttosto a spirale: a volte mentre sembra di salire senza accorgerci torniamo indietro e mentre sembra di scendere si sta prendendo la curva ascendente. Solo passando da questo itinerario di Maria e ricordandolo possiamo comprendere come è possibile che Ella sia Ausiliatrice dei Cristiani, la Madonna dei “tempi difficili”, come diceva don Bosco. La Madonna che vediamo dipinta con i segni della regalità mentre ci mostra il Figlio Re è la stessa ragazza di Nazareth, diventata madre e sposa, che nella sofferenza ha imparato a credere amando e ad amare credendo. Per questo può aiutare ciascuno di noi. La creatura più alta, davanti alla quale il Demonio fugge, può intercedere per noi come madre forte perché comprende le nostre fatiche, le nostre sofferenze, le prove cui siamo chiamati. Lei che non ha conosciuto come noi il distacco da Gesù che viene dal peccato, ha dovuto vivere durante la vita di Gesù il distacco fisico negli anni del ministero pubblico e poi dopo la Sua morte, ma anche il distacco molto più profondo di chi sa che il figlio non le appartiene. Tutto ciò ben si salda col distacco che i discepoli vivono nel giorno della Ascensione che meditiamo quest’oggi. L’Ascensione è il passaggio mediante il quale Gesù se ne torna al Padre portando e divinizzando la natura umana e contemporaneamente affida ai discepoli la Sua missione sulla terra. I discepoli smarriti capiscono che adesso tocca a loro; il dono dello Spirito Santo li investe con la sua forza abilitandoli a quello che neanche loro potevano immaginare di essere capaci: portare avanti la missione di Gesù senza avere Gesù con loro. Ma Gesù ha promesso di essere presente e la missione è la Sua! Dobbiamo ricordarlo. A volte capita anche noi di riferirci alla missione come fosse una cosa nostra; oscilliamo allora tra entusiasmi e smarrimenti a seconda di come vanno le cose. Credo che nei prossimi mesi potrebbe capitarci sovente, nell’alternanza di speranze che si creeranno e di scelte difficili e a volte dolorose che – chi più chi meno, a vari livelli – tutti saremo chiamati a fare. Ma appunto sbaglieremmo perché la missione è Sua non nostra e dovremo ricordarcelo proprio quando le cose si faranno più difficili. Il distacco che Gesù opera nella Ascensione è un grande atto di fiducia verso di noi, è l’affidamento della missione alla Chiesa, come un maestro che lascia il posto all’allievo; ma a differenza di un’arte imparata che poi si porta avanti da soli, noi non possiamo portare la missione che Gesù ci affida senza di Lui. Appunto perché Lui stesso è il contenuto della missione. Il distacco non ci serve per renderci autonomi nel nostro agire e operare, ma ci è necessario per fare una scelta, che è quella di riaffidare continuamente a Lui tutto. 

Carissimi, siamo anche noi in “tempi difficili” come don Bosco. Nelle nostre comunità religiose ed educative mi pare che li stiamo affrontando con grande forza, sono tantissime le famiglie che sono state aiutate dalla carità nascosta di molti salesiani e volontari; sono tantissimi i giovani raggiunti nei modi più vari; si sono messi in moto dei percorsi belli di progettazione anche per l’estate ormai alle porte. Adesso il mondo intorno a noi – e noi con lui – stiamo lentamente riprendendo il suo corso. Nello stringersi dei decreti la creatività nella passione per i giovani non ci manca. Oggi è la prima domenica in cui – seppur con norme molto precise – si può ritrovare la comunità dei fedeli attorno all’Eucarestia domenicale. Tuttavia a volte ci sembra e ci sembrerà di essere soli. Anche a noi verrà la sensazione di doverci arrangiare in qualche modo da soli, con le tentazioni conseguenti. È importante ricordarci proprio in questi momenti della promessa del Signore che leggiamo nel versetto finale del vangelo di Matteo “io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo”; Egli ci sta vicino con la forza del Suo Spirito e senza di Lui non andremo da nessuna parte. Ma è vera anche un’altra cosa: senza Maria non andremo da nessuna parte. Maria Ausiliatrice è la mamma esperta che Lui ci mette accanto come la mise a Giovannino Bosco; non dobbiamo temere, lei ci sarà di aiuto e conforto. 

Don Stefano