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Ispettoria Lombardo Emiliana, formazione per giovani salesiani e FMA: Fermarsi per formarsi

Fermarsi per formarsi: con queste parole l’Ispettore, anche a nome dell’Ispettrice e dei Vicari ispettoriali, introduce la formazione rivolta ai giovani SDB e FMA delle Ispettorie ILE e ILO. Non è uno slogan, ma l’espressione di un preciso proposito: ritagliare in una quotidianità esigente e talvolta fagocitante un tempo prezioso destinato a lasciarsi potentemente rafforzare dallo Spirito nell’interiorità (cfr. Ef 3,16). 

Tema centrale è la nuova evangelizzazione: accompagnati dal sapiente testo L’anima di ogni apostolato di Dom Jean Baptiste Gustave Chautard, i formandi intuiscono che l’annuncio del Vangelo “non si riduce all’esposizione delle verità da credere, delle virtù da praticare e dei sacramenti da ricevere”, ma “impegna tutta la persona”; infatti, “ogni conversazione, ogni scritto, ogni azione deve essere preceduta da un lavoro serio dello spirito e del cuore”. Ed è proprio in questo “lavoro serio” che i giovani SDB e FMA sono accompagnati da Luca Crivellari e Arianna Scalabrin dell’Istituto Universitario Salesiano di Venezia (IUSVE).

Il training si propone di affinare alcune competenze importanti per lo sviluppo personale, l’empowerment e l’esercizio della leadership e di aiutare a creare alcune condizioni necessarie per l’annuncio del Vangelo come la costruzione di relazioni significative, il dialogo tra reale e ideale, la concezione di sé come possibilità, il coraggio di osare e sperimentare. Le attività si susseguono a ritmo serrato e permettono ai partecipanti di lavorare su tutte le dimensioni della persona umana che entrano in gioco nell’evangelizzazione: corporea, cognitiva, spirituale ed emotiva.

A conclusione del training ciascun partecipante ha potuto raccogliere una molteplicità di stimoli per migliorare la relazione con sé, con gli altri e con Dio per un’azione evangelizzatrice più generativa. Ogni intuizione merita di essere passata al vaglio dello Spirito e non c’è occasione migliore per farlo del ritiro collocato a coronamento delle giornate formative. Come Chautard insegna, le virtù necessarie all’evangelizzazione si formano nel contatto intimo con Gesù: “per parlare di Cristo bisogna vivere di Lui” e “mettersi in stretta comunione con i suoi sentimenti”. La predicazione di suor Katia Roncalli aiuta a immergersi nelle Scritture per focalizzare quei punti fermi che permettono alla Parola di Dio, tanto fragile quanto efficace e tanto scandalosa quanto sapiente, di far breccia nel mondo di oggi e nel cuore degli uomini del nostro tempo. Una lettura illuminante della pericope lucana dedicata all’invio dei settantadue (Lc 10,1-11) rilancia nel quotidiano i partecipanti alla formazione. Certamente in loro arde più forte il desiderio di annunciare ad altri la Buona Notizia che ha cambiato loro la vita. Tornano perciò alle loro case rafforzati e grati anche per la bella esperienza di fraternità vissuta. È stato prezioso condividere questo tempo insieme, FMA e SDB; è stato ancor più bello farlo nella Casa di Carisolo dove si respira aria di Famiglia Salesiana grazie all’accoglienza di Simona e Gilberto, Salesiani Cooperatori.

Don Luigi Melesi iscritto al Famedio del Cimitero Monumentale di Milano

Dal sito dell’Ispettoria Lombardo Emiliana.

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Sabato 2 novembre don Luigi Melesi, sacerdote salesiano, è stato iscritto al Famedio del Cimitero Monumentale della città di Milano, tra le tante personalità illustri che hanno dedicato la propria vita per la città.

Alla cerimonia, tenutasi nella giornata della memoria dei defunti, hanno preso parte il Sindaco di Milano Giuseppe Sala, la presidente del Consiglio comunale Elena Buscemi e l’assessora ai Servizi civici Gaia Romani.

Tra i presenti inoltre l’ispettore don Roberto Dal Molin, il direttore dell’istituto Salesiano S. Ambrogio don Sandro Ticozzi, il vescovo salesiano don Gaetano Galbusera, numerosi confratelli salesiani ed ex allievi e a molti valsassinesi accompagnati dal sindaco di Cortenova, città natale del sacerdote.

Pubblichiamo di seguito il ricordo che la Chiesa di Milano ha pubblicato in sua memoria in occasione dell’iscrizione al Famedio.

Il sacerdote dal 1978 al 2008 impegnò gran parte delle sue energie al servizio dei detenuti del carcere di San Vittore. La sua trentennale esperienza di cappellano è contenuta anche nel suo libro, Prete da galera (edizione San Paolo).

Chi in quegli anni lo ha conosciuto molto da vicino è Luigi Pagano, l’ex direttore di San Vittore. Ne dipinge un ritratto nostalgico: «È stata una persona capace di dialogare con tutti. Un prete nel vero senso della parola. Don Luigi si muoveva da cappellano, ma sapeva prevenire quelle dinamiche che, amplificate dal nostro contesto, potevano ogni volta trasformarsi in tragedie. A San vittore ha saputo lavorare con tutti e affrontare i problemi».

Pagano è convinto che sia impossibile replicare una figura come Melesi. Ha vissuto in un momento storico che ne aveva esaltato le sue caratteristiche, ma ha saputo affrontare dinamiche e vicende che hanno scosso Milano e l’Italia, come il periodo della lotta armata e l’inchiesta Mani pulite sul fenomeno delle tangenti.

Ispettoria Lombardo Emiliana, professioni perpetue di SDB e FMA

Dall’ufficio stampa dell’Ispettoria Lombardo Emiliana.

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Domenica 15 settembre, nella Basilica di S.Agostino a Milano, sr Susanna Anzini, Andrea Dancelli, sr Rita Fallea, Andrea Festa, sr Daniela Tognoni e Fabio Fiscardi hanno emesso la loro professione perpetua come Salesiani di Don Bosco e Figlie di Maria Ausiliatrice. 

La concelebrazione è stata presieduta da Don Juan Carlos Pérez Godoy, Consigliere Generale della Regione Mediterranea, che per l’occasione ha indossato una pianeta appartenuta a San Giovanni Bosco. La cerimonia è stata animata dai giovani del coro MGS

I molti familiari, confratelli, consorelle, amici e giovani provenienti dalle diverse realtà dell’Ispettoria, e non solo, hanno popolato l’assemblea e animato il cortile, dove è proseguita la festa al termine della celebrazione.

La celebrazione è stata momento conclusivo della 2 Giorni Giovani, evento di inizio anno del Movimento Giovanile Salesiano Lombardia-Emilia, al quale hanno partecipato circa 200 giovani educatori e formatori impegnati nelle case e nell’animazione della Scuola Formazione Animatori.

Felici e grati di questo dono auguriamo loro di spendere tutta la loro vita, fino all’ultimo respiro, a servizio dei giovani, sull’esempio di Don Bosco e Madre Mazzarello!

Li accompagniamo e sosteniamo con la preghiera perché possano continuare la loro missione a servizio dei giovani, specialmente quelli più poveri.

 

Festa MGS Lombardia ed Emilia Romagna, Il giocoliere del sogno

Domenica 5 maggio 650 tra adolescenti e giovani hanno riempito di entusiasmo e gioia Piazza Lucio Dalla a Bologna con la Festa MGS 2024 dell’ispettoria Lombardo-Emiliana.

Dal pomeriggio di sabato 4 maggio gli adolescenti della Scuola Formazione Animatori si sono trovati presso l’Istituto Salesiano Beata Vergine di San Luca dove, guidati da un numeroso gruppo di formatori, hanno avviato i lavori di preparazione per il giorno seguente. Dopo la cena i ragazzi hanno vissuto un momento di veglia itinerante per i cortili della casa salesiana. Tra le tappe del momento di preghiera hanno portato la loro testimonianza suor Lucia Sartirani, Figlia di Maria Ausiliatrice che da 2 anni svolge il suo servizio nel carcere minorile di Bologna, e Alessandro Ferrari di APE Social Wear, che ha scelto di generare il bene con il suo lavoro nel settore dell’abbigliamento. La serata si è conclusa con alcuni giochi e balli che hanno fatto scatenare tutta l’energia dei giovani presenti. 

All’alba della domenica mattina, caricati furgoni, pulmini e carrelli, gli animatori si sono spostati in Piazza Lucio Dalla per cominciare l’allestimento per la festa. Tra musica e balli sono stati accolti i gruppi venuti per questo evento facendoli subito entrare nel clima.

Durante la mattinata i ragazzi presenti sono stati coinvolti in quattro workshop tematici (musica, teatralità, danza e street art) coordinati da formatori professionisti. Ad arricchire questi laboratori sono state le due testimonianze di don Gianmarco Pernice, salesiano prete e street artist per passione, e di Simone Lupo, giovane di Arese che ha cambiato la sua vita incontrando l’oratorio salesiano.

Il centro dell’evento è stata la Santa Messa presieduta da don José Miguel Nunez, visitatore straordinario a nome del Rettor Maggiore dei Salesiani, che ha esortato i giovani a non avere paura e di riscoprire “il sacramento salesiano della presenza”. Il pomeriggio è stato animato da tornei sportivi, nei campi allestiti nel parco circostante, e dai giochi giganti costruiti dai nostri animatori. Per concludere si è messo in scena lo spettacolo frutto del lavoro dei workshop mattutini che ha attirato i numerosi passanti, curiosi e gli svariati skater che frequentano quotidianamente la piazza. Infine, insieme ai ringraziamenti conclusivi, sono state consegnate le felpe mgs ai ragazzi che hanno terminato il percorso formativo di quattro anni della scuola formazione animatori.

 

Il Resto del Carlino – La visita dei ministri Tajani e Bernini dai Salesiani : « Formazione , una risorsa» Via alla laurea sulla nautica

Da Il resto del Carlino.

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di Gianni Bonali

Il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani e il ministro dell’Università Anna Maria Bernini sono stati in visita ieri a Forlì per conoscere alcune eccellenze della città. Accompagnati dalla deputata di Forza Italia Rosaria Tassinari (che degli azzurri è anche coordinatrice regionale), i due esponenti del governo sono arrivati all’istituto Salesiano ‘Don Bosco’ di via Episcopio Vecchio, accolti dai giovani studenti e dalle bandiere di diverse nazioni che creavano un corridoio animato e colorato fino al palco, allestito dentro la palestra del ‘San Luigi’. Tema dell’incontro: ‘La Politica come crocevia fra le relazioni’. Lo storico centro di formazione professionale vede iscritti più di 500 giovani. Ma i Salesiani ospitano anche uno studentato universitario con circa 60 ragazzi e un convitto di altri 60 posti per gli studenti fuori sede che frequentano l’Itaer. Il Centro, che fa parte dell’associazione nazionale Cnos-Fap sorta nel 1952, ha formato numerosi allievi, divenuti imprenditori e professionisti, in stretta collaborazione con le aziende del territorio, rispondendo alle esigenze del mercato del lavoro. «L’educazione è cosa di cuore», recita uno slogan dei salesiani, e don Roberto Dal Molin, presidente nazionale ‘Salesiani per il sociale’ ha rimarcato di fronte ai ministri come «sia importante camminare insieme, sostenendo i ragazzi nel loro percorso formativo». Il sindaco Gian Luca Zattini ha ringraziato il vicepremier Tajani e il ministro Bernini «per la vicinanza dimostrata a Forlì subito dopo la tragedia dell’alluvione. Non solo sostegno morale, ma un impegno concreto per una politica che vuole riscoprire le relazioni e i valori che portano al bene comune. La politica vissuta come una palestra dove ci forma, ci si aiuta, seguendo le regole e facendo gruppo tutti insieme». La deputata Rosaria Tassinari ha rimarcato l’importanza della formazione professionale e del lavoro nel solco dell’opera di don Giovanni Bosco per «creare buoni cristiani e buoni cittadini». «Il cuore e l’uomo devono essere al centro della politica – afferma Anna Maria Bernini, ministro dell’Università – seguendo principi, ideali e valori. L’intelligenza delle mani, cioè la manualità che la formazione professionale allena, è una risorsa importante per il Paese e noi vi siamo vicini».

Il vicepremier Antonio Tajani, responsabile degli Esteri del governo, ha invece parlato della necessità di rinsaldare i rapporti tra Italia e Africa «anche attraverso una formazione che tenda a coinvolgere i giovani africani e i loro talenti per collaborare alla creazione di aziende miste che sappiano far crescere l’economia, in un’ottica di cooperazione internazionale». Curiosità: interrogati in merito, i ministri hanno concluso raccontando episodi personali legati a Silvio Berlusconi, fondatore di Forza Italia scomparso nel 2023. Il tema della formazione è diventato così il fulcro della visita, perché dopo qualche ora Antonio Tajani e Anna Maria Bernini sono stati ricevuti dalla Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì, alla presenza del rettore di Unibo Giovanni Molari, dell’assessore regionale al lavoro Vincenzo Colla, del presidente della Camera di Commercio Carlo Battistini e delle imprese della nautica Ferretti e Cantiere del Pardo. I ministri si sono confrontati con le imprese sul tema dell’export e soprattutto dell’università: a Forlì partirà infatti nel prossimo anno accademico il nuovo corso di laurea in Ingegneria Navale. «La proposta – ha sottolineato il presidente della Fondazione Maurizio Gardini – ha riscosso apprezzamento e interesse dandoci un ulteriore stimolo a portare avanti questo progetto, che vede ancora una volta pubblico e privato cooperare». Tajani e Bernini hanno avuto modo di visitare anche il Comitato per la Lotta contro la fame nel mondo in via Lunga, accompagnati tra gli scaffali del mercato solidale dal vescovo mons. Livio Corazza e dal presidente Davide Rosetti. Insieme al rettore del seminario don Andrea Carubia, è stata anche l’occasione di toccare il capitolo alluvione, visto che la struttura diocesana è stata colpita lo scorso maggio.

 

Ispettoria Lombardo-Emiliana, giornata dei consigli di scuola, CEP, IeFP e ITS: “Giovani poveri e abbandonati: sfide educative e didattiche”

Pubblichiamo il comunicato stampa dei Salesiani dell’Ispettoria Lombardo-Emiliana.

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L’Ispettore ha introdotto la giornata con il suo intervento nel quale ha ricordato che i consigli delle Comunità Educativo Pastorale sono una scelta nella quale crediamo profondamente che attua la prospettiva della sinodalità e della fraternità. Quest’anno, inoltre, ha continuato l’Ispettore, ricorrono i duecento anni della nostra pagina “sacra e intima”, il sogno dei nove anni, che, come sappiamo, venne scritto per esplicito ordine del papa, e che ci mostra come alcune intuizioni si comprendono veramente solo nel dispiegarsi delle avventure della vita. La ricorrenza del bicentenario ci invita così a “fermarci per formarci”, e riflettere attorno al carisma. A tale scopo, ha aggiunto don Dal Molin, è stato distribuito il Quaderno di lavoro “Tu vedi più lontano di Me”, perché il carisma salesiano sia sempre più radicato e assunto consapevolmente come criterio guida per il nostro operare.

Infatti da tutte le case dell’ispettoria sono giunti direttori, presidi e vicepresidi, catechisti e consiglieri e le altre figure educative che animano le nostre scuole: in totale 250 professionisti dell’educazione!

Dopo l’intervento dell’Ispettore, è stato il turno del relatore invitato, don Stefano Pegorin, un salesiano sacerdote che vive e lavora presso la casa salesiana di Santa Maria La Longa, nei pressi di Udine. Don Stefano ha sviluppato il suo intervento proponendo la sua personale testimonianza di salesiano, che, benché formatosi in ambiti diversi da quello dell’accompagnamento dei giovani più fragili, ha assunto da alcuni anni la direzione dell’opera di Santa Maria la Longa tramite un inserimento graduale, fatto di successi e anche sconfitte, ma sempre in progressivo apprendimento.

Volendo sintetizzare schematicamente l’intervento di don Stefano, si possono enucleare alcuni temi portanti:

La passione educativa

Don Stefano ha ricordato che è importante tornare alle figure dalle quali tale passione è stata trasmessa, proprio perché tutti coloro che lavorano in ambito educativo, salesiani o laici, hanno avuto un giorno in cui tale passione educativa è nata.

Giovani poveri e abbandonati

Per lo studente Francesco, ha mostrato don Stefano, la scuola è ansia e preoccupazione, perché si sente da sempre giudicato. Per Giorgio, invece, la scuola è riscatto perché ha superato il debito formativo e si è meritato con duro lavoro il piccolo successo arrisogli. Ancora: per Edoardo, la scuola è l’emblema della crisi per i numerosi fallimenti che purtroppo ha collezionato durante la sua esperienza scolastica. Le storie di questi ragazzi, ha sostenuto don Stefano, come quelle di mille altri diventano momenti fondamentali su cui sostare per visualizzare le impressioni, le considerazioni e le strategie messe in atto per “prenderselo a cuore”: diventano opportunità preziose per costruire una sapienza educativa di cui far tesoro.

Il patto educativo.

Don Stefano ha proiettato una copia del patto educativo proposto ai giovani ospiti della comunità. Il patto prevede delle voci riguardanti gesti molto piccoli, ma non secondari, nella vita di una ragazzo, come: buon comportamento sui mezzi pubblici, corretta e completa annotazione dei compiti sul diario personale, pronta levata al mattino e ritirata serale ad un orario consono, puntualità negli appuntamenti, e così via. Il giovane Luis ogni giorno aveva come obiettivi particolari: nessuna nota a scuola, avere i compiti almeno scritti sul diario, essere in aula studio puntuale a fare i compiti, ordine della camera, la pulizia personale, evitare gesti volgari, offensivi o agiti violenti, andare a letto puntuale. Se uno di questi elementi non c’è si riceve la mancanza di uno solo di questi elementi, ha spiegato don Stefano, comporta l’assegnazione  di un “cartellino giallo”. Una seconda ammonizione comporta, invece, il sequestro almeno temporaneo del tablet e degli strumenti elettronici. Se al contrario tutti gli obiettivi sono raggiunti, ha spiegato don Stefano, viene posta una crocetta nella casella “giornata perfetta”. Dopo 15 giorni di giornate perfette si vince una cena fuori.

Don Stefano ha ammesso di aver provato per alcune settimane ad applicare a sé stesso  questo patto all’apparenza così semplice e scontato. I risultati e la fatica, ha confessato don Stefano, non sono stati sempre all’altezza delle aspettative, e i piccoli obiettivi in realtà erano piccoli solo di primo acchito. «Ho provato sulla mia vita a compilare un patto educativo come i miei ragazzi -ha commentato don Stefano-, e quanta fatica e quante umiliazioni! Mi sono reso conto -ha proseguito- che per chi ha qualche difficoltà, quanto chiediamo a scuola, talvolta, è come raggiungere la luna. Gestire i miei piccoli fallimenti -ha concluso don Stefano- è stata dura: posso solo immaginare quanto lo possa essere per i nostri ragazzi in difficoltà, che di batoste dalla vita ne hanno prese tante, e di richiami sani amorevoli come quelli di mamma margherita, magari, non ne hanno mai potuti ricevere”.

Dopo una breve pausa abbiamo concelebrato la Santa Messa dove l’ispettore don Roberto Dal Molin ha pregato chiedendo due speciali doni: Ascoltare cosa il Signore vuole dirci e saper dire parole autentiche. Ecco due passaggi:

Prima di tuffarci (già abbiamo iniziato peraltro nei giorni scorsi) in un mare di parole, di sostare un momento per fare spazio alla Sua Parola, prima di immergersi in un mare di fogli quello di prendere tra mano la pagina sacra, prima di chiederci come pianificare l’anno e le lezioni quello di domandare al Signore: “hai una parola per me con cui iniziare quest’anno?”. Se non si chiede non si ottiene, senza domande non si ottengono o non si afferrano le risposte. Il chiedere affina lo sguardo e il rivolgerci con rispetto al Signore ci mette nella postura corretta davanti a un Padre che ha cura di ciascuno delle sue figlie e dei figli, e quindi anche di noi. Non vogliamo infatti incorrere nel rischio della presunzione che ci porta a fare anche tanto, perfino bene, ma prescindendo dal Signore. Oggi quindi, con sincero e umile desiderio chiediamo al Signore: “quale parola vuoi dirmi per iniziare l’anno?”.

 La professione dell’insegnante, del formatore porta poi a essere dispensatori di tante parole. Non ci sono solo spiegazioni da dare ma i colloqui e i dialoghi costellano tutte le giornate. Una seconda preghiera vorremmo insieme rivolgere al Signore oggi; quella di concederci la grazia di ispirarci a Lui perché le nostre parole siano simili alla Sua se non proprio prolungamento delle sua. Le parole di Gesù sanno in modo impareggiabile unire verità e carità; vorremmo anche noi saper dare il nome corretto alle situazioni con amorevolezza, vorremmo che fossero parole che costruiscano il bene e allontanino il male, parole che edifichino la comunione e non si prestino alla divisione. Potremmo pure avvinarci all’efficacia di Gesù? Un po’ sì, lo sappiamo, se la nostra vita preceda e sia conseguente alle parole che diciamo. Le nostre parole diventano credibili se sono accompagnate da una vita che va nella stessa direzione, autentica; e su questo tutti abbiamo da chiedere una grazia al Signore.

Dopo l’intervento di don Stefano, si è svolto l’ormai tradizionale e apprezzatissimo pranzo, durante il quale si è potuto respirare in meraviglioso clima di famiglia, sia tra confratelli che hanno trascorso anno di formazione insieme, sia tra i salesiani e i laici che avevano potuto lavorare assiduamente gomito a gomito in qualche esperienza precedente. è Il clima di chi si incontra, magari a distanza di alcuni anni anni, ma con la sensazione di essersi salutati il giorno precedente.

Dopo il pranzo, e per la prima metà del pomeriggio, si sono svolti i lavori di gruppo, per poter approfondire i temi trattati, e condividere esperienze preziose.

Dopo il breve intervento di don Edoardo Gnocchini, che ha presentato il logo e la colonna sonora dell’anno formativo; e la conclusione di Stefano Mascazzini, che ha ricordato alcuni prossimi appuntamenti, l’assemblea si è sciolta, soddisfatta dell’esperienza, e soprattutto grata per gli incontri fatti.

 

“Un sogno che fa sognare”: assemblea ispettoriale della Lombardia ed Emilia Romagna

Pubblichiamo l’articolo di resoconto dell’assemblea ispettoriale della ILE.

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L’assemblea si è aperta con un momento di ritiro tenuto da don Andrea Bozzolo, Rettore dell’Università Pontificia Salesiana ed insegnante della Pontificia Università Giovanni Paolo II. E’ stato presentato il ‘sogno dei nove anni’ di Giovannino Bosco secondo la prospettiva teologico-spirituale, che si rivela essere la più aderente alla storia del santo torinese “padre e maestro dei giovani”.

Il relatore esordisce ricordando che «il locus theologicus in cui la promessa della rivelazione di Dio prende la forma della salvezza è IL CORTILE. Senza dimenticare che è la pedagogia della festa che rende i lupi degli agnelli che fanno festa con Gesù (il Salvatore) e Maria (la mediatrice di salvezza)». Tale prospettiva ha fugato ogni lettura semplicistica o devozionalistica del sogno che se da una parte può essere ridotta a ‘storiella per bambini’ dall’altra potrebbe essere banalizzata come ‘insensatezza onirica’. Recuperata l’unica dimensione praticabile della lettura del sogno, si può affrontare il tema che supporta tutto l’impianto: la chiamata all’impossibile, supportata dal fatto che dal sogno, Giovannino Bosco, si sveglia turbato e nelle lacrime. Tale turbamento è da leggere con la stessa logica delle grandi chiamate di Dio nella Bibbia, non ultima la vocazione di Maria che «resta turbata» (Lc 1). E Dio conferma tale impossibilità, stravolgendo la logica umana perché «impossibile presso gli uomini, ma non presso Dio! Perché tutto è possibile presso Dio».(Mc 10,27). Come tutti i grandi fondatori, anche don Bosco apre un via impossibile… nel medesimo modo in cui i grandi scalatori ci aprono un via nuova alla vetta. Occorre rispondere ad una domanda: chi insegna ai fondatori? <<Maria perché conosce tutti i carismi dall’interno! Infatti ogni mattina preghiamo la Santa Vergine dicendo:

«Insegnaci,

tu che sei stata la Maestra di Don Bosco,

a imitare le sue virtù:

in particolare l’unione con Dio,

la sua vita casta, umile e povera,

l’amore al lavoro e alla temperanza,

la bontà e la donazione illimitata ai

fratelli, la sua fedeltà al Papa e ai Pastori della Chiesa.»

Potrai ascoltare tutto l’intervento qui: https://youtu.be/QW9I_btxTRQ

I RINNOVO DEI GIOVANI SALESIANI

Successivamente nel Santuario della Madonna delle Lacrime, che ha recentemente festeggiato i 500 anni di anniversario del miracolo e l’anno giubilare, dieci giovani salesiani hanno rinnovato i loro voti! Qui potrai rivedere la diretta della celebrazione:

https://www.youtube.com/live/gfjYHeI8-oc?si=l-Iq3E6J6X8qkwjk

I giovani sono: Aroldi Fabio, Brambilla Stefano, Checchi Fabio, Favrin Giona, Grilli Colombo Fitwi Carlo Maria, Grandi Simone, Marco Rossi, Dancelli Andrea, Viscardi Fabio, Piccoli Alessandro.

L’ispettore nell’omelia ha affermato:

«All’inizio di un nuovo anno pastorale, la consegna è questa:

Uno solo è il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli,

uno solo è il Padre vostro, quello celeste

Una sola è la vostra Guida, il Cristo.»

 «Don Bosco ci ha generato a una autentica sequela Christi; tutto di Dio e in unione con Lui ha dato vita a una comunità di consacrati e a una famiglia salesiana perché l’albero della Croce potesse continuare a portare frutti di salvezza, in ogni tempo e in ogni dove. Da don Bosco abbiamo imparato questo radicamento nel Signore che è sorgente di una inesauribile e creativa passione apostolica. Prendendo come strada sicura da percorrere la nostra Regola di Vita rinnoviamo i legami tra noi per essere “un cuor solo e un’anima sola”. La fraternità e la comunione tra noi non sono qualcosa di secondario e contingente lasciato alla nostra sensibilità ma, proprio perché “pagati a caro prezzo”, sono misura della nostra fedeltà e condizione della nostra fecondità.»

 LE LINEE GUIDA PER IL CAMMINO DELL’ISPETTORIA

Nel pomeriggio l’ispettore don Roberto Dal Molin ha dato le linee guida per l’avvio del cammino dell’Ispettoria nel nuovo anno educativo-pastorale in linea con l’itinerario pastorale “sulla strada dei sogni” presentato dal delegato della Pastorale Giovanile don Edoardo Gnocchini. In particolare ha proposto come icona evangelica della pesca sul lago di Genezaret (Lc 5, 1-11) affermando:

Risentiamo oggi non solo l’invito di “gettare le reti” ma anche quel rassicurante “non temete”e quell’invito: “sarai pescatore di uomini”. La missione ci pare ed è impossibile; sulla scorta del nostro padre don Bosco confidiamo nel Signore e anche noi come i primi discepoli confermiamo quel “lo seguirono”

Tra le varie linee ne ha sottolineate due:

  1. La prima è l’interiorità

La nostra identità di consacrati salesiani in un contesto culturale che sfida o ignora le esigenze della fede, il nostro equilibrio tra lavoro e temperanza, la nostra unione con Dio vedono nella cura dell’interiorità, fatta di disciplina e zelo un asse

fondamentale. Facendo tesoro del nostro magistero, qui in particolare di don Viganò, meriterà riprendere alcuni tratti per proseguire la fecondità di santità della nostra ispettoria. Sant’Artemide Zatti è l’ultimo di un “nugolo di santi” che ci precede, ci accompagna e ci sprona. Il fatto stesso che vocazionalmente la sua intercessione abbia fruttato lo sblocco dei cammini vocazionali di alcuni nostri giovani ci dà l’ulteriore conferma di come i nostri santi ci accompagnano con efficacia e vanno invocati con convinzione.

La cura dell’interiorità che ha come frutto la gioia di vivere la propria vocazione è

l’antidoto migliore a impedire che vi siano derive. 

  1. La seconda è la comunione

La dico con una vocabolo proprio della realtà ecclesiale che sintetizza tante dimensioni. La riesprimo come: l’importanza del “vivere e lavorare insieme tra salesiani e con i laici”. E’ esperienza consolidata in Ispettoria, anche se non in tutte le realtà sufficientemente diffusa e solidamente strutturata, il lavorare come Comunità Educative Pastorali. E’ una realtà imprescindibile anche se non è sufficiente dichiararlo; gli equilbri tra comunità consacrata e laici che sono coinvolti a vario titolo nella nostra stessa missione (basti solo pensare alle specificità tra chi è dipendente e chi è volontario) vanno perseguiti con intelligenza, prudenza e chiarezza. Abbiamo bisogno di coinvolgere nella missione laici competenti (perché abbiamo un fronte di lavoro corposo e ricco di ulteriori prospettive) ma che si lascino coinvolgere nella condivisione del carisma pur nel rispetto del loro stato di vita; la ricchezza della complementarietà tra stati di vita che poi intreccia competenze e viene ordinata in ruoli e mansioni è promettente e impegnativo. A camminare con slancio ci incoraggia anche il bel numero di giovani in cammino vocazionale frutto dell’impegno pastorale che l’Ispettoria e le case hanno messo in campo sinora. I sacerdoti recentemente ordinati, chi ha rinnovato oggi la professione, i tre giovani che inizieranno il noviziato, gli otto che entreranno in Comunità Proposta a Milano esprimono la benedizione del Signore e ci incoraggiano a costruire con loro l’Ispettoria di domani ricca di fede e di ardore apostolico. Pensiero e azione dicevano i nostri padri e il caro don Giorgio Zanardini a me commentava: “caro don Roberto, non pensiero senza preghiera, non azione se non insieme”.

A seguire il vicario dell’Ispettore don Erino Leoni ha presentato il Progetto Ispettoriale di Formazione, la proposta degli esercizi spirituali e il quaderno di formazione. Il testo contiene una serie di lectio divinae curate da don Pavan M., le schede carismatiche di letture spirituali di alcuni sogni di don Bosco e la preghiera per le vocazioni. Questo strumento è ormai diventato punto di riferimento per tutta la Famiglia Salesiana che segue la medesima proposta pastorale fatta ai giovani intitolata “Tu vedi più lontano di me”.

Con grande anticipo sono stati resi noti i turni degli esercizi spirituali del prossimo anno per dare priorità alla cura della spiritualità dei confratelli.

 

Milano, due ordinazioni diaconali a Sant’Agostino

Dal sito della Chiesa di Milano.

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Sabato 19 febbraio, alle 11, la chiesa di Sant’Agostino ospiterà l’ordinazione diaconale di due religiosi salesiani, Davide Mancusi e Luca Probo, appartenenti all’Ispettoria (provincia religiosa) Lombardo-Emiliana. A imporre loro le mani per conferire il primo grado dell’Ordine sacro sarà monsignor Gaetano Galbusera, vescovo emerito di Pucallpa.

Per scelta dei superiori dei due candidati e per rispettare le norme anti-Covid, i posti in chiesa saranno limitati e su prenotazione. Sarà data priorità agli studenti dell’Istituto Salesiano Sant’Ambrogio, compreso, come la chiesa di Sant’Agostino, nelle Opere Salesiane milanesi.

Chi sono

Davide Mancusi ha 29 anni ed è nativo di Milano, della parrocchia di San Barnaba in Gratosoglio (rappresentata all’ordinazione dal parroco don Alfredo Cermenati e dal vicario per la pastorale giovanile don Giovanni Salatino). È entrato 19enne in prenoviziato a Milano, passando poi, nel 2013, al noviziato di Pinerolo. L’8 settembre 2014, al Colle Don Bosco, ha professato i primi voti e il 13 settembre 2020, a Milano Sant’Agostino, i voti perpetui.

Luca Probo, invece, proviene dalla diocesi di Lodi, e ha seguito le medesime tappe della formazione.

Il loro percorso

I due religiosi hanno sintetizzato il loro percorso di formazione col motto tratto dal versetto 9 del dodicesimo capitolo della seconda Lettera di San Paolo ai Colossesi: «Ti basta la mia grazia: la mia potenza infatti si manifesta pienamente nella debolezza».

La stessa frase accompagna la locandina dell’ordinazione, per la quale hanno scelto «La mano di Dio», dipinto dell’artista coreano Yongsung Kim. In esso è raffigurato il punto di vista di San Pietro che, dopo aver cercato di camminare sulle acque per andare incontro a Gesù, dubita, ma viene salvato dal suo Maestro proprio mentre sta per toccare il fondo.

Don Davide Mancusi tornerà nella sua parrocchia d’origine domenica 20 e terrà l’omelia nella Messa delle 18.

“InTesSì la Vita” – Il sussidio estivo ideato dai postnovizi di Nave

InTesSì la Vita” è il titolo del nuovo sussidio estivo ideato dai postnovizi di Nave, scaricabile in modo completamente gratuito in formato pdf per l’animazione di campi della durata di sei giorni traendo spunto dall’esperienza di don Bosco, in modo particolare il “Sogno dei nove anni” e dalla Christus Vivit. L’immagine utilizzata è infatti quella di un arazzo, per indicare come Dio intesse la trama della nostra vita.

InTesSì la Vita

Sussidio per una settimana di Campo scuola

Le tematiche

Il messaggio intorno a cui si svolge l’avventura è molto semplice e prezioso: la vita di ognuno è preziosa perché è voluta e accompagnata da un Dio che ci ama. Solo con gli occhi di Dio possiamo riconoscere la nostra bellezza e quella degli altri.

Il racconto rielabora alcune intuizioni contenute nel sogno fatto da don Giovanni Bosco all’età di nove anni e dall’invito contenuto nella Christus Vivit al n° 198 in cui compare la felice immagine di un arazzo per indicare come Dio intesse la trama della nostra vita. Da qui il titolo del sussidio: InTesSì la Vita (Tu, o Dio, intessi la mia vita e quella di tutti; in Te sì, o Signore, c’è vita, perché tu fai vivere tutto).

La trama

La storia è ambientata a Tapestry Island, un’isola in cui ogni persona “possiede” un arazzo, che gli abitanti chiamano “disegno”, il quale si tesse costantemente sul grande muro nella piazza principale della città. Tutti sanno di avere il proprio disegno, ma nessuno sembra sapere che significato abbia, però credono che sia il Grande Sarto ad intesserli tutti. Lì vivono Davide e Jonathan, due giovani che, provocati da alcuni loro coetanei, iniziano a farsi domande importanti e vitali. Per rispondere a tali domande inizieranno un viaggio che li porterà sulle altre isole del loro arcipelago ad incontrare personaggi alquanto originali. I primi incontri li lasceranno insoddisfatti, ma alla fine, inaspettatamente, troveranno gli indizi giusti per le risposte che cercavano e torneranno alla loro isola in modo nuovo.

I contenuti del sussidio

Dopo un prologo introduttivo, sono previste sei giornate di attività, alle quali corrispondono sei puntate della storia. Ogni giorno di attività è diviso nel sussidio in cinque sezioni sempre uguali che corrispondono ad altrettanti momenti da far vivere ai ragazzi: la puntata del giorno, l’attività formativa, la preghiera, un episodio tratto dalla vita di Don Bosco e un grande gioco. C’è un copione teatrale pronto per essere interpretato dagli animatori, e un video già pronto con le scenette. Pratici QRcode indirizzano al copione stampabile, ai video, ai materiali extra per i giochi e le attività formative alle canzoni originali.

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Don Galli presto tra i beati

Il 12 giugno 2019, VII anniversario della nascita al cielo di don Silvio Galli, era stato ufficialmente presentato al vescovo di Brescia, mons. Pierantonio Tremolada, il Supplex libellus, cioè l’istanza ufficiale con la quale la Congregazione Salesiana chiedeva l’apertura dell’Inchiesta diocesana sulle virtù, la fama di santità e di segni di don Silvio Galli, Sacerdote Professo della Società di san Francesco di Sales.

La Santa Sede ha così concesso nelle giornate scorse il Nulla osta per la causa del servo di Dio.

Si riporta di seguito l’intervista al Postulatore per le Cause dei Santi, don Pierluigi Cameroni riportata sul settimanale La Voce del Popolo il 13 marzo scorso.

Con la vita e con la Parola insegnò a scoprire e a servire Cristo nei poveri.

“La figura e la testimonianza di don Silvio Galli – spiega don Pierluigi Cameroni – si caratterizza per la sua capacità di aver corrisposto al dono di Dio dedicando la sua vita alle persone più emarginate con un atteggiamento profetico. Quello che don Galli ha fatto si inserisce nella linea di Papa Francesco che indica una Chiesa in uscita, una Chiesa in grado di porsi in ascolto del grido delle persone. Con il suo stile e con la sua sensibilità ha saputo essere un segno forte della capacità di compassione di Cristo e della Chiesa nella quotidianità”.

La devozione popolare. Attorno a don Silvio si respira una grande devozione popolare.

“In assoluto ho trovato tanta fama di santità. Qualcosa già abbiamo raccolto, qualcosa uscirà dopo l’apertura del processo”.

“L’iter. Il 12 giugno si apre l’inchiesta diocesana all’interno del Duomo di Chiari; verrà nominato il tribunale che dovrà accompagnare l’ascolto dei testimoni circa la vita e le virtù di don Silvio e la raccolta di una documentazione qualificata con il giudizio degli storici e dei teologi”.

La vita di fede. Don Pierluigi ha avuto la grazia di avere, a San Bernardino, don Galli come insegnante.

“Alla radice di tutta la sua opera di carità c’è una profonda vita di fede. Era un uomo radicato in Dio. Un aspetto che qualifica il suo cammino di santità è la filiale devozione a Maria: tutta la sua esistenza è segnata dal legame con Maria Ausiliatrice”.

La predilezione per gli ultimi.

“Ha intercettato, già dalla fine degli anni Sessanta, le emergenze: è stato capace di avere il cuore aperto, cercando di rispondere alle domande. Ha sempre accompagnato il cammino di fede dei volontari, dando senso alle cose che facevano, per far maturare, dentro l’impegno, una scelta di fede”.

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