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Don Ciotti incontra i giovani di Genzano in occasione della festa di Don Bosco: “La legalità è lo strumento per arrivare alla giustizia”

“Dobbiamo fare in modo che la legalità non diventi un idolo. La legalità è un elemento importante per lo sviluppo umano e sociale, ma dobbiamo fare in modo che la legalità si possa tradurre nella quotidianità, dobbiamo educarci al rispetto delle regole: Don Bosco diceva che dobbiamo essere buoni cristiani e onesti cittadini”. Don Luigi Ciotti, fondatore del Gruppo Abele e di Libera, il 31 gennaio ha incontrato i giovani di Genzano grazie al convengo “Giovani e legalità” organizzato dalla Casa Salesiana di Genzano per la festa di Don Bosco.

“Ho conosciuto don Luigi Ciotti più di trent’anni fa in montagna durante un incontro di formazione di giovani preti salesiani. Mi ricordo che mi trasmise il suo grande amore a don Bosco come prete torinese. Non ho mai dimenticato il suo racconto della sua ordinazione sacerdotale dove erano presenti i tanti esclusi dalla città di Torino. Un’assemblea davvero originale che ben rappresentava il popolo delle periferie. Quanto diversa quella celebrazione da quella vissuta da noi neosacerdoti dove tutto era definito è programmato, dove l’assemblea era composta da gente per bene – spiega don Maurizio Verlezza, direttore dell’Opera salesiana di Genzano -. Da quel giorno non l’ho più perso di vista, con lui è nata una bellissima amicizia. In tutte le case in cui sono stato l’ho inviato a parlare ai giovani”.

Accolto nel cinema teatro Cynthianum, don Ciotti ha dialogato con i giovani e con le autorità presenti. “Siamo chiamati a saldare la terra con il cielo, impegnarsi per costruire con la nostra assunzione di impegno una cittadinanza vera. Però la legalità non può essere l’obiettivo, ma lo strumento per raggiungere la giustizia, quella sociale e ambientale. La legalità è lo strumento per raggiungere l’obiettivo”.

Giovani dell’associazionismo, giovani scout e studenti delle scuole del territorio: con loro, don Ciotti ha affrontato il tema della fragilità dei nostro adolescenti, la paura, il diritto dello stare male. “Dobbiamo cogliere questo segnale, perché c’è un dato nuovo: dall’adolescenza ribelle agli adolescenti di oggi che chiedono il diritto di fragilità, di essere accolti e riconosciuti in questa fragilità”. E ancora, la necessità di scegliere e prendere una posizione: scuola e lavoro, educazione e formazione sono basi solide per la coscienza civica del giovane cittadino.

“C’è troppa gente che parla di giovani ma non con i giovani e soprattutto non ascolta i giovani: abbiamo bisogno di creare una nuova forza generatrice, adulti e giovani insieme”, dice ancora don Ciotti.

 

“Una chiesa così grande” per una “cosa così grande”: il Card. Parolin al “Don Bosco” di Roma

Dal sito InfoANS.

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Domenica 29 gennaio la comunità parrocchiale della BasilicaSan Giovanni Bosco al Tuscolano”, a Roma, si è riunita per la celebrazione eucaristica domenicale in vista della festa di Don Bosco. La celebrazione ha visto la presenza di moltissimi fedeli, autorità civili e militari, tutti stretti intorno al Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato della Santa Sede e stretto collaboratore del Papa.

La presenza del Cardinale Parolin ha offerto alla numerosa comunità del “Don Bosco di Roma” l’occasione per ringraziare Dio per quanta grazia è presente nella Chiesa di Roma, e per ricordare a se stessa la necessità sempre più viva di percorrere una strada di santità – sul segno degli ospiti illustri che ha avuto la Basilica: San Giovanni XXIII, San Paolo VI, San Giovanni Paolo II, Santa Teresa di Calcutta.

Se è vero che ognuno di questi Santi ha insegnato qualcosa e in un modo peculiare, Don Bosco, ha ricordato il parroco, don Roberto Colameo, nel suo saluto di benvenuto al Cardinale, ha mostrato alla comunità salesiana come la strada per la salvezza possa essere percorsa con quella gioia, quell’allegria caratteristici di un cuore che è in pace con se stesso, con Dio e con il prossimo.

Il Cardinale, esprimendo nel frattempo la propria meraviglia di fronte ad una “cosa così grande” come il quartiere Don Bosco, e dinanzi ad “una chiesa così grande” come la Basilica dedicata al Santo, ha ricordato la proclamazione del Santo torinese da parte di Papa Paolo Giovanni Paolo II come “Padre e Maestro della gioventù” il quale affermò quanto fosse appropriato che con tale titolo egli venisse invocato e onorato, specialmente da coloro che si ritengono i suoi figli spirituali.

Il Cardinale ha ricordato che questo titolo non va in contraddizione con l’insegnamento del Signore Gesù quando diceva “non chiamate Padre nessuno di voi sulla terra perché uno solo è il padre vostro, quello celeste”. Il Cardinale ha spiegato che non esiste nessuna contraddizione, poiché la venerazione dei Santi non toglie niente a Dio perché tutti i Santi sono come delle finestre aperte su Dio e questo vale anche per San Giovanni Bosco, la cui esistenza, animata non da paternalismo, ma dalla paternità fatta dal suo cuore di padre, è diventata una finestra attraverso il quale vedere Dio, la sua presenza salvifica, suscitatrice di pastori ai quali Dio affida il suo gregge, pastori che si lasciano riempire dalla grazia di Dio.

Don Bosco è stato appunto uno di questi pastori, un’espressione dell’amore paterno di Dio verso l’umanità, un luogotenente dell’amore di Dio, che ha donato ai giovani l’ineffabile benevolenza del Signore, che non si è atteggiato a guida, ma che si è posto sullo stesso piano delle persone che ha amato, educando, consapevole di essere un tramite dell’amore di Dio, padre per tanti giovani perché faceva riferimento all’unico Padre, come si può leggere in una sua lettera in cui affermava: “L’educazione è cosa del cuore e che Dio solo ne è il padrone”. Se la comunità educativa pastorale della parrocchia vuole agire sulla strada della santità segnata da Don Bosco è quindi necessario seguire il suo esempio, fare continuamente riferimento a Dio, mettendo da parte egoismi, facendosi riflesso della bontà paterna di Dio. Ed in questo il Cardinale si è riallacciato alle parole introduttive del parroco.

Il Cardinale ha ricordato che il successo di Don Bosco come “maestro educatore” di tanti giovani è dovuto alla sua assenza di boria, alla sua adesione allo spirito evangelico di farsi piccoli, umili, che lo facevano risultare credibile ai giovani che pertanto si abbandonavano con fiducia a lui, esattamente come Don Bosco si abbandonava alla fede.

La comunità parrocchiale del Don Bosco oggi si rende ancora più consapevole che il percorso di ognuno verso la salvezza è possibile se rende consapevoli che i Santi non vanno solo proclamati e ricordati acclamandoli, ma imitati ogni giorno.

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Messaggio del Rettor Maggiore ai giovani nella Festa di Don Bosco

Si pubblica di seguito il messaggio del Rettor Maggiore, Don Ángel Fernández Artime, ai giovani del Movimento Giovanile Salesiano in occasione della Festa di Don Bosco 2023.

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Torino-Valdocco, 31 gennaio 2023

I nostri giovani come lievito nella Famiglia umana di oggi

Messaggio del Rettor Maggiore ai giovani del Movimento Giovanile Salesiano

 

Carissimi giovani di tutto il mondo salesiano,

come Rettor Maggiore, a nome di Don Bosco e dell’intera Famiglia Salesiana, desidero inviarvi un saluto e una parola nel giorno della sua festa.

Desideriamo continuare a camminare insieme sulla strada della vita, come ci avete chiesto in occasione dei giorni della vostra presenza durante il XXVIII Capitolo Generale dei Salesiani. Lì ci avete detto:

«Vogliamo dirvelo forte, con tutto il cuore. Essere qui per noi è stato un sogno che si è fatto realtà: in questo luogo speciale che è Valdocco, dove è iniziata la missione salesiana, insieme salesiani e giovani per la missione salesiana, con la nostra comune volontà di essere santi insieme. Avete i nostri cuori nelle vostre mani. Prendetevi cura di questo vostro prezioso tesoro. Per favore, non dimenticatevi mai di noi e continuate ad ascoltarci»

Carissimi giovani, mi ha sempre commosso la vostra richiesta di essere santi, insieme, invitandoci a prenderci cura di voi e del tesoro prezioso dei vostri giovani cuori; di tutti voi che desiderate essere autentici, solidali, fraterni e veri credenti, donne e uomini di profonda fede nel Signore della Vita.

Cari giovani, siete chiamati ad una grande missione! Gli ultimi tre papi – Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e Francesco – hanno pensato molto a voi e vi hanno prospettato sfide coraggiose e forti. Sono sfide molto attuali, molto puntuali e – mi permetto di dire – molto “salesiane”.

Dunque, nel nome di Gesù vi è proposta una missione impegnativa: quella di essere attivi nel vostro impegno sociale, come vero lievito nella famiglia umana.

  • Avete davanti a voi la grande sfida di continuare ad accogliere la responsabilità per il dono della vita, di tutta la vita umana. Servire la “cultura della vita” sarà sempre un compito attraente e stimolante per ognuno di voi.
  • La promozione dei valori della famiglia e l’impegno per eliminare la povertà che porta molte persone a vivere ai margini, così come la lotta contro la fame, sono temi che spesso, come giovani, non vi lasciano indifferenti.
  • È positivo che alcuni di voi si stiano impegnando nella difesa dei diritti umani e dei diritti dei minori. Per non parlare della grande sfida per la costruzione della Pace. Gli sforzi che compiamo nella ricerca della pace non sono mai abbastanza.
  • Siete anche molto sensibili al buon uso delle risorse della terra, alla cura del Creato, rispettando tutto ciò che ha a che fare con una corretta ecologia.

A voi che leggete questo Messaggio in tutto il mondo, in migliaia di case salesiane condividendo la medesima fede, dico: favorite un autentico dialogo tra di voi. L’altro, il compagno, colui che è diverso per cultura e religione, è sempre un giovane come voi, con il quale potete incontrarvi, dialogare e persino diventare amici. Le differenze, infatti, non possono rimanere solo un ostacolo, ma devono diventare un’opportunità per un reciproco arricchimento.

Cari giovani, tutte queste sfide e molte altre interessano oggi la famiglia umana. Per essa, oggi, vogliamo essere lievito, sale, luce. Queste sfide chiedono che con la vostra vita, la vostra formazione, i vostri studi, il vostro lavoro e la vostra vocazione, esprimiate un “sì” che dimostri concretamente il vostro impegno per costruire un mondo più giusto e fraterno.

Queste sfide vi pongono di fronte al bivio di accettare o rifiutare una vita impegnata ed entusiasmante in cui concentrare tutte le vostre migliori forze ed energie secondo il sogno di Dio per ciascuno di voi. Certamente non vi è chiesto un eroismo particolare o straordinario, ma unicamente – ed è già molto – di far fruttare i doni e i talenti che Dio ha concesso a ciascuno di voi, impegnandovi a crescere nella fede, nell’amore vero, nella fraternità e nel servizio a favore di tutti, soprattutto degli ultimi, dei più colpiti dalla vita, di coloro che hanno meno opportunità.

Mi sembra questa una formidabile proposta per ogni giovane cristiano e salesiano che voglia essere discepolo missionario del Signore oggi, e per ogni giovane di altre fedi religiose presenti nelle case di Don Bosco.

Concludo ringraziando il Signore per tante espressioni di bellezza, pienezza e bontà presenti nella vostra vita, cari giovani, e che vi porta a pensare ad altri ragazzi, ragazze e giovani come voi ma che sono smarriti, disorientati e molto lontani da quei valori che danno loro dignità.

Il nostro Dio, che è Padre di tutti i suoi figli e figlie, ha bisogno di voi e vi chiede di essere il Suo volto e le Sue mani per raggiungere coloro che hanno meno possibilità. Vi incoraggio in questo impegno e vi auguro di cuore ¡buona festa di Don Bosco!

 

Con vero affetto vi saluto,
Don Ángel Fernández Artime, SDB
Rettor Maggiore

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12 poster per ricordare Don Bosco e i suoi detti più famosi – RMG

Dalla notizia di ANS, per festeggiare la festa di San Giovanni Bosco:

 

Don Bosco, uomo di preghiera e d’azione, non solo ha gettato le basi di un immenso movimento di persone che lungo i secoli si dedica alla salvezza dei giovani, ma ha anche lasciato a tutti i suoi figli spirituali un grande bagaglio di indicazioni utili per non perdere mai la rotta.

Tra quello che era solito ripetere, e che è stato poi raccolto e testimoniato dai suoi contemporanei, e ciò che scisse in prima persona, ci sono pagine e pagine di aforismi che in maniera netta e con uno stile icastico offrono tuttora indicazioni valide per una vita bella, piena di significato e santa.

In vista della festa di Don Bosco, il Settore per la Comunicazione Sociale ha pensato di selezionare alcuni di questi suoi celebri detti e ne ha realizzato dei semplici, ma accattivanti poster, che insieme all’immagine del santo diffondono ancora oggi i suoi illuminanti pensieri.

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Italia – Un tempo per riflettere e ripartire: la visita di don Martoglio alla casa “Don Bosco” di Roma

Dal sito dell’agenzia ANS.

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(ANS – Roma) – A volte una casa salesiana è così grande che ha bisogno di fermarsi e ascoltare ogni sua parte. Per capire da dove viene e dove sta andando. E anche perché altrimenti “un pezzo non sa cosa fa l’altro”. La comunità della parrocchia “San Giovanni Bosco” a Roma lo ha fatto domenica 22 gennaio scorso, intorno a don Stefano Martoglio, Vicario del Rettor Maggiore dei Salesiani di Don Bosco, durante la solenne celebrazione eucaristica e il successivo incontro con la comunità educativa pastorale dell’opera salesiana.

Con don Martoglio la comunità ha aperto la Novena che sta accompagnando tutti alla Festa di San Giovanni Bosco di martedì 31 gennaio. La presenza del Vicario del Rettor Maggiore ha dato l’opportunità di avere un tempo per guardarsi negli occhi, certi che Don Bosco è ancora vivo nella comunità e guida le sue scelte. Scelte che sono passate anche attraverso le difficoltà della pandemia di Covid-19 e dei rallentamenti che con il senno di poi sono stati provvidenziali.

Il confronto guidato da don Martoglio è stato necessario a tutti per raccogliere maggiormente le forze, ridefinire i propri obiettivi e prepararsi a continuare, ancora più energicamente di prima, il proprio progetto di ascolto del territorio e le sue realtà, spesso non facili.

Nell’incontro con il Vicario del Rettor Maggiore la comunità si è raccontata, ripercorrendo i passi fatti in questi ultimi anni, nei quali è cresciuta riordinando le forze al proprio interno e coinvolgendo nuove persone, facendo prendere corpo ad una comunità che è cresciuta di pari passo all’aumento dell’invecchiamento della popolazione del quartiere ed all’aumento di episodi di microcriminalità, che sono uno stimolo a fare sempre meglio e di più.

Nella realtà del territorio di Don Bosco, la parrocchia in questi anni è tornata ad essere presente concretamente attraverso le tante proposte educative dell’Oratorio-Centro Giovanile e della Residenza Universitaria, attraverso le opere di carità e di assistenza ai bisognosi come il Centro di Ascolto e la Mensa della Caritas di Prefettura, dove una molteplicità di operatori della parrocchia “San Giovanni Bosco” e di quelle limitrofe prestano il loro fattivo contributo, e attraverso le proposte e attività culturali come quelle offerte dai cori parrocchiali e dal cinema teatro “Don Bosco”, tasselli di un grande puzzle che si compone sotto l’ombra della Basilica, sotto lo sguardo amorevole di Don Bosco che continua a guardare tutti i suoi figli e tutti i suoi giovani con il suo desiderio di vederli “felici nel tempo e nell’eternità”.

Questi tasselli sono soprattutto gli educatori, i volontari, i Salesiani Cooperatori, le Figlie di Maria Ausiliatrice e gli stessi Salesiani di Don Bosco, che devono non solo ascoltare ed ascoltarsi, ma anche raccontarsi, ovvero dire “dove vogliono andare” e “leggere le infinite necessità della realtà, che sono anche opportunità”, come suggerito da don Martoglio nel suo saluto alla Comunità Educativa Pastorale, laddove ha paragonato il quartiere Don Bosco al quartiere Valdocco di Torino di metà ‘800, culla della missione del Padre e Maestro della Gioventù.

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Redentore Bari, festa di Don Bosco con eventi e incontri per celebrare il Santo dei giovani

Pubblichiamo il comunicato stampa dell’Opera di Bari Redentore.

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Volete fare una cosa buona? Educate la gioventù. Volete fare una cosa santa? Educate la gioventù. Volete fare una cosa santissima? Educate la gioventù. Così si rivolgeva don Bosco ai suoi salesiani ed educatori.

In occasione della prossima festa di San Giovanni Bosco, dal 21 gennaio al 31 gennaio, presso il “Redentore” dei Salesiani di Bari, si terranno una serie di eventi ed incontri per celebrare, l’Uomo ed il Santo dei giovani, che con la sua fede, coraggio e ottimismo, è riuscito a dare nel corso dei secoli e nel mondo intero, speranza e valore al futuro dei giovani.

I festeggiamenti, avranno inizio sabato 21 gennaio, alle 17.00, con la veglia di preghiera a cui prenderanno parte tutti i giovani del Movimento Giovanile Salesiano della Puglia, presso la chiesa del Redentore.

Martedì 24 gennaio, si proseguirà con la festa di San Francesco di Sales, il santo da cui i Salesiani prendono il nome, alle ore 19.00, presso la sala san Giuseppe sarà presentata la strenna del Rettor Maggiore “COME LIEVITO NELLA FAMIGLIA UMANA DI OGGI. La dimensione laicale della Famiglia di Don Bosco”. L’incontro pubblico avrà una lettura operativa e contestuale con le testimonianze del professore e scrittore Francesco MINERVINI e del dott. Renato NITTI, procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Trani: visto il tema, abbiamo pensato di dare voce a chi giornalmente percorre e lavora insieme a ciascuno di noi l’avventura di dare un volto improntato sulla legalità e sul rispetto delle regole ai cittadini della nostra città.

Oltre al triduo di don Bosco previsto nei giorni 25-26-27 alle ore 19.00, ci saranno delle serate di giochi, triangolari di calcio e giornate di festa per i vari servizi spcio-educativi che fanno capo al Redentore.

Domenica 29 dopo la messa delle ore 10.00, tutti i laici, animatori, giovani e simpatizzanti della Comunità Educativa Pastorale del Redentore “occuperanno” Via Sparano, all’altezza della Parrocchia di san

Ferdinando, per vivere un momento di flash mob e festa con l’intera comunità barese e per donare simbolicamente ad ogni giovane una penna che, a nome di don Bosco, li aiuti a “scrivere ti amo”, a “firmare un contratto di lavoro”, a “riuscire a terminare con successo gli studi”.

Il tutto culminerà martedì 31 gennaio con la Celebrazione della Solennità di Don Bosco: alle ore 18.30 si terrà la Solenne Celebrazione Eucaristica, presieduta da don Enrico D’Abbicco, Vicario generale dell’Arcidiocesi Bari-Bitonto, e a seguire in Oratorio il tradizionale panino con la mortadella, musica e festa insieme. Alla Celebrazione è stato invitato anche il Sindaco della Città di Bari.

Il carisma salesiano continua ad essere affascinante per tutte le generazioni e permette di far convergere attenzioni, energie, sogni e progetti sulla realtà giovanile, la fascia che più spesso soffre ed è abbandonata. Il Redentore, sul solco di san Giovanni Bosco, continua a servire il Quartiere Libertà da 118 anni, con passione, innovandosi, aprendosi al territorio, progettando canali di speranza per ogni ragazzo delle nostre strade.

“Con il suo cuore” – Novena 2022 a Don Bosco

Nove giornate vicini al Cuore di Don Bosco per arrivare pronti alla sua festa: questa è la proposta del Noviziato di Genzano per tutti i giovani del Movimento Giovanile Salesiano, grazie ad una Novena a Lui dedicata contenente un video di innesco per ogni giorno (girato nel cuore di Valdocco), la Parola di Dio, un estratto della vita del Santo, alcuni spunti per la riflessione e una preghiera.

Con il suo cuore” di padre, maestro ed amico, Don Bosco ha ancora molto da insegnare e da confidare ai giovani di oggi.

La Novena può essere vissuta per un momento di gruppo o per conto proprio.

GIORNO 1 – Un Cuore di Padre: “Basta che siate giovani perché io vi ami assai”

GIORNO 2 – Un Cuore per Dio: “Camminate con i piedi in terra e con il cuore abitate il cielo”

GIORNO 3 – Un Cuore per la Chiesa: “Qualunque fatica è poca quando si tratta della Chiesa e del Papa”

GIORNO 4 – Un Cuore che abbraccia: “Se io fossi prete…, mi avvicinerei ai fanciulli, li chiamerei intorno a me, vorrei amarli, farmi amare da essi, dir loro delle buone parole, dare loro dei buoni consigli e tutto consacrarmi per la loro salvezza”

GIORNO 5 – Un Cuore per altri cuori: “Dalla famigliarità nasce l’affetto, l’affetto porta alla fiducia, questa apre il cuore dei giovani”

GIORNO 6 – Un Cuore che sorride: “Oh, come Don Bosco cammina sempre sulle rose! Egli va avanti tranquillissimo; tutte le cose gli vanno bene. Ma essi non vedevano le spine che laceravano le mie membra”

GIORNO 7 – Un Cuore che crea: “Io per voi studio, per voi lavoro, per voi vivo. Per voi sono anche disposto a dare la vita”

GIORNO 8 – Un Cuore tra le mani: “Studia di farti amare piuttosto che di farti temere”

GIORNO 9 – Un Uomo di Cuore: “Ho promesso a Dio che fino l’ultimo mio respiro sarebbe stato per i miei poveri giovani”

Novena Don Bosco 2022

 

Salesiani Rimini, un cofanetto di pubblicazioni per conoscere la chiesa di Maria Ausiliatrice

La casa salesiana di Rimini, in occasione della festa di Don Bosco, ha prodotto un cofanetto che raccoglie tutte le pubblicazioni che riguardano la chiesa di Maria Ausiliatrice di Rimini.

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In vicinanza della festa di don Bosco la comunità salesiana di Rimini pubblica un cofanetto che raccoglie tutte le pubblicazioni riguardanti la sua chiesa di Maria Ausiliatrice.

Tale cofanetto contiene 12 pubblicazioni stampate in concomitanza di due centenari:

  • La nascita del beato Alberto Marvelli: 21 marzo 1918
  • L’arrivo dei salesiani a Rimini: 1919 – 2019

La raccolta riguarda l’edificio della Chiesa di Santa Maria Ausiliatrice che viene raccontata nei suoi aspetti storici, artistici e religiosi con diverse modalità espositive che vanno dal depliant al pieghevole, al fascicolo, al testo.

Questa scelta di optare per una forma variegata al posto di un unico testo commemorativo ha favorito la celebrazione del centenario con numerose manifestazioni collocate nelle principali feste dell’anno e ha incontrato interesse di diversi lettori: lo storico di professione, l’appassionato del territorio, il parrocchiano che rivive i tempi del suo recente passato e il turista in visita guidata nelle serate d’estate.

Tra tutti i testi ha particolare importanza la  Guida breve per la chiesa di Santa Maria Ausiliatrice ad opera del più qualificato autore riminese del settore: lo storico Piergiorgio Pasini.

Singolare invece il testo Persone e fatti della Chiesa di Maria Ausiliatrice scritta su un pieghevole ad otto ante per evidenziare il percorso cronologico.

Tutto l’impostazione grafica, è stata curata dallo studio Kaleidon sotto la direzione di Francesco Ramberti.

Non sono inseriti nella raccolta i testi di Sonia Bodellini e Adriani-Masini per il formato “extra large” e quello sulla via Crucis in via di elaborazione.

COLOPHON

Autori dei testi 

Adriani don Stefano, Bodellini Sonia, Granelli don Giovanni, Masini Manlio, Pasini Pier Giorgio, Pianori Silvia, Soru don Mauro 

Foto

Liuzzi Luciano, Urbinati Gilberto 

Coordinamento

Granelli don Giovanni e Soru don Mauro

Disegni

Copertina: Geometra Bonini Norberto; Mappa: Ramberti Fancesco

Progettazione e impaginazione grafica

Kaleidon Rimini

Distribuzione

Le pubblicazioni e il cofanetto sono disponibili presso la portineria dell’Istituto Salesiano di Viale Regina Elena n.7 – Rimini. Tel. 0541.390760

ELENCO DELLE PUBBLICAZIONI

TESTI

Sonia Bodellini

LA CHIESA DI SANTA MARIA AUSILIATRICE in Rimini

Lo stile gotico – Il simbolismo religioso – L’architetto Giuseppe Gualandi

Stefano Adriani, Manlio Masini

LA CHIESA DI SANTA MARIA AUSILIATRICE sul lido di Rimini  

Pier Giorgio Pasini

GUIDA BREVE PER LA CHIESA DI SANTA MARIA AUSILIATRICE 

VOLANTINI – PIEGHEVOLI

I personaggi

DON BOSCO Presenza e memoria del santo dei giovani

DON ANTONIO GAVINELLI   Inaugurazione del busto 13 gennaio 2019

Il Beato ALBERTO MARVELLI

Alcuni fatti

PERSONE E FATTI della chiesa di Maria Ausiliatrice

LA LAPIDE DEI PROFUGHI VENETI memoria di una comunità

IN MEMORIA DEI BENEFATTORI 1919 – 2019

Arte e fede

LO STILE GOTICO E IL SIMBOLISMO RELIGIOSO

della chiesa di Santa Maria Ausiliatrice in Rimini

LE VETRATE della chiesa di Maria Ausiliatrice a Rimini

LA VIA CRUCIS  di Enrico Arrighini 

N.B.I testi di Sonia Bodellini e di Stefano Adriani, Manlio Masini per il loro formato “extralarge” non sono inseriti nel cofanetto. La pubblicazione sulla via crucis è in preparazione.

Il testo di Sonia Bodellini è l’esercitazione per laurea in scienze religiose presso l’Istituto Superiore di Scienze Religiose “ Marvelli” di Rimini nell’anno accademico 2017-18 sotto la guida del prof. Alessandro Giovanardi.

E’ un’indagine accurata sullo stile neogotico sviluppatosi alla fine dell’Ottocento e sul simbolismo medioevale, ad esso collegato, in particolare della Chiesa di Santa Maria Ausiliatrice in Rimini realizzata dall’Ingegnere e Architetto bolognese Giuseppe Gualandi (1866-1944), costruttore di ben 59 chiese.

La tesi contiene una ricca documentazione di immagini e una completa pianta della chiesa e delle vetrate.

Il testo Di Manlio Masini con la collaborazione del parroco don Stefano Adriani percorre le tappe principali della storia della chiesa nel suo sviluppo edilizio e nelle sue più importanti manifestazioni religiose.

Il testo di Pier Giorgio Pasini fa parte della collana delle Guide brevi riguardanti le principali chiese della città di Rimini e del suo territorio. Sono editate dal settimanale Il Ponte. Scritta dal più importante storico dell’arte di Rimini, la guida offre una visione completa nei suoi aspetti storici, artistici e religiosi, piacevole da leggersi e corredata da tante e luminose fotografie.

Le altre pubblicazioni trattano diversi argomenti, sono state compilate in concomitanze di particolari ricorrenze dell’anno e sono arricchite da splendide fotografie.

Presentazione
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XXV Giornata della vita consacrata, “Interris” intervista al vescovo salesiano Enrico dal Covolo

Riportiamo l’intervista di Giacomo Galeazzi di Interris.it a mons. Enrico Dal Covolo, vescovo salesiano.

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Alla vita consacrata le odierne emergenze pongono gravose problematiche sociali. Istanze simili a quelle affrontate oltre un secolo e mezzo fa (durante l’epidemia di colera) da San Giovanni Bosco e dalle congregazioni religiose da lui fondate”, spiega a Interris.it il vescovo salesiano monsignor Enrico dal Covolo, già rettore per due mandati (dal 2010 al 2018) della Pontificia Università Lateranense e attuale Assessore del Pontificio Comitato di Scienze Storiche.

La missione della vita consacrata

Oggi, in occasione della festa liturgica della Presentazione del Signore, ricorre la 25° Giornata della vita consacrata. “In tutto il mondo la pandemia di Covid-19 vede le consacrate e i consacrati esprimere la propria vocazione nelle diverse modalità di ciascun carisma“, osserva a Interris.it il presule salesiano. Consacrate e consacrati negli istituti religiosi, monastici, contemplativi. Negli istituti secolari e nei nuovi istituti. Membri dell’’ordo virginum, eremiti. Membri delle società di vita apostolica. Chi sono i consacrati? “Persone che sono esperte di comunione e ne praticano la spiritualità”, rispose Giovanni Paolo II. “Artefici di fraternità universale. Custodi della casa comune. Della terra e di ogni creatura”, precisa Francesco.  E’ la Chiesa-comunione che si ispira a San Francesco, “fondatore e ispiratore di tanti istituti di vita consacrata”, secondo la definizione della Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica.

Come nel Padre nostro

Per la Giornata della vita consacrata il Papa ricorda che “siamo tutti fratelli e sorelle“. Una fraternità messa nero su bianco nella preghiera del Padre nostro. Ma “senza un’apertura al Padre di tutti, non ci possono essere ragioni solide e stabili per l’appello alla fraternità“. Così in ogni forma di vita consacrata affiorano le radici della profezia e la chiamata dello Spirito Santo.

La realtà interpella i consacrati

Il vescovo Enrico dal Covolo, da insigne teologo e studioso di patristica, inquadra i carismi dei consacrati nella storia e nella dottrina. “Di volta in volta è la situazione stessa a interpellare le congregazioni e gli istituti religiosi– chiarisce monsignor Enrico dal Covolo a Interris.it-. Come dimostra la pandemia di Covid, continue trasformazioni e molteplici crisi si affacciano al mondo. Ciò suscita nelle consacrate e nei consacrati risposte in linea con il loro specifico carisma. Per esempio noi salesiani cerchiamo di rispondere alle esigenze della società dal punto di vista educativo”.

La lezione di Don Bosco

“La nostra risposta educativa alle urgenze della crisi Covid si ispira alla prospettiva formativa ed evangelizzatrice di Don Bosco- puntualizza l’Assessore del Pontificio Comitato di Scienze Storiche-. Ci rendiamo conto che i giovani sono duramente colpiti dalla situazione determinata dalla pandemia. A confermarcelo sono gli psicologi e gli studi condotti sui ragazzi a partire dalle limitazioni imposte dall’emergenza sanitaria. Da qui il nostro impegno a fornire strumenti e occasioni per superare questa condizione di diffuso disagio secondo l’amorevolezza insegnata dal nostro fondatore Don Bosco”.

Fede e carità nella vita consacrata

“Nella vita consacrata fede e carità sono inseparabilmente collegate– sostiene il vescovo salesiano-. Se così non fosse, la preghiera sarebbe una fuga dalla realtà. E la carità diventerebbe impegno sociologico. E invece nelle consacrate e nei consacrati la solidarietà concreta è sostenuta dalla preghiera e ha sempre una natura profondamente religiosa“. Il modello è quello indicato da Papa Francesco lo scorso 15 ottobre lanciando il patto educativo. “Tutte le istituzioni che si occupano di formare i ragazzi sono esortate a condividere valori– analizza il presule-.- E’ anche la strada per prendersi cura delle nuove generazioni in tempo di pandemia. Così possiamo educare persone disponibili a mettersi al servizio della comunità. E realizzare la cultura dell’incontro che può condurci fuori dal tunnel della crisi Covid“.

 

Dalla Sicilia, una riflessione che non ti aspetti: Don Bosco non esiste

Pubblichiamo la riflessione su Don Bosco di un salesiano della Sicilia, in occasione della festa del 31 gennaio.

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Don Bosco non esiste senza Dio, perché è grazie al Padre che in Giovannino troviamo questo splendido accordo di natura e di grazia, è per merito del Figlio che don Bosco ebbe un modello da seguire; grazie alla spinta dello Spirito che riuscì a fare cose che chi gli stava affianco non poteva neanche immaginare

Don Bosco non esiste senza Maria, perché lui stesso, quasi al termine della vita dice “ha fatto tutto Lei”; è Lei che gli fa da maestra nella missione affidatagli nel sogno di 9 anni ed è sempre Lei a proteggerlo sotto il suo manto anche nelle situazioni più difficili

Don Bosco non esiste senza Giuseppe, perché dal padre putativo di Gesù egli impara l’arte del lavoro e dell’umiltà

Don Bosco non esiste senza santi, perché li prende ad esempio come ha fatto con San Francesco di Sales, Filippo Neri e tanti altri. Da chi lo aveva preceduto nella santità, don Bosco prende i tratti, le virtù e ne chiede l’intercessione; consapevole che il Buon Dio poteva compiere in lui le stesse meraviglie che aveva compiuto in altri santi, se avesse risposto Si alla Sua chiamata.

Don Bosco non esiste senza la famiglia: senza mamma Margherita, papà Francesco, i fratelli Antonio e Giuseppe, perché è la family che lo fa crescere anche quando il clima non è dei migliori, anche quando è costretto e rimboccarsi le maniche alla morte del padre. In particolare sarà proprio mamma Margherita la prima a parlargli di quel Dio; che dopo deciderà di seguire per tutta la vita.

Don Bosco non esiste senza don Cafasso, perché ha chiaro fin da subito quanto sia importante avere una guida spirituale, un amico dell’anima che conosce la combinazione del tuo cuore e ne ha accesso.

Don Bosco non esiste senza la sua confessione quindicinale, perché sa che per poter salvare le anime altrui è necessario che egli lavori a salvare anche la sua, di anima. Sa che la confessione è il luogo d’incontro con quel Padre misericordioso sempre disposto a venirgli incontro anche e nonostante le sue mancanze.

Don Bosco non esiste senza il Papa e la Chiesa, perché sa che nella fedeltà al successore di Pietro, chiunque esso sia, ed alla Chiesa che Cristo ha costituito vi è la salvezza, anche quando vi sono incomprensioni.

Don Bosco non esiste senza i suoi sogni, perché sono essi, alle volte, a fargli da “apripista” nelle situazioni più difficili. Essi sono carezze del Buon Dio per lui, carezze che lo invitano a non fermarsi, a puntare in alto a sognare e a far sognare, oggi come allora.

Don Bosco non esiste senza le sue lacrime, perché la vita non gli ha sorriso sempre, ha vissuto momenti di sconforto e di abbandono ma non ha mai lasciato che le lacrime avessero l’ultima parola: questa spettava a Dio ed alla Sua Provvidenza, che non l’hanno mai lasciato.

Don Bosco non esiste senza la preghiera, perché come diranno molti suoi studiosi viveva “come se vedesse l’invisibile”; certo è che la sua preghiera non terminava in Chiesa, ma che si protraeva nel cortile dell’oratorio, a mensa, nei laboratori, a scuola. Era certo che Dio parla nelle situazioni del quotidiano ed è proprio in questo tratto che oggi lo possiamo chiamare “contemplativo nell’azione”.

Don Bosco non esiste senza i suoi salesiani, perché comprende che nella missione giovanile è necessario che ci sia una comunità che educhi e che testimoni la propria vita. Avere dei fratelli con cui condividere tutto, le gioie ed i dolori; consapevole che  vivere e lavorare insieme è un’esigenza fondamentale.

Don Bosco non esiste senza i suoi collaboratori siano essi sacerdoti o laici, perché il nostro Giovanni sa che ha bisogno di tutti, che da solo può fare molto ma che insieme può andare lontano. Non ha paura a chiedere una mano quando non ce la fa, anche se vuole dire umiliarsi.

Don Bosco non esiste senza i giovani, perché ad essi ha dedicato tutta la sua vita, per essi si è speso fino all’ultimo respiro senza sosta e sempre con gioia.

In questo giorni di gioia e di festa in cui ricordiamo il nostro padre don Bosco, non possiamo dimenticare che egli è stato “sarto” certamente, ma anche “stoffa” nelle mani del Buon Dio. Ricordare solo don Bosco sarebbe troppo riduttivo per noi, oggi suoi figli; egli con la sua vita ci stimola a fare altrettanto; ci stimola a fidarci e rispondere con cuore sincero al progetto d’amore che il Signore ha per ciascuno di noi e che potrà renderci veramente beati. Sia la festa di don Bosco non solo motivo di riconoscenza e affetto ma anche stimolo per camminare insieme a lui al seguito di Cristo verso il premio più importante da vincere in questa vita: il paradiso.

don Stefano Cortesiano, sdb

Video realizzato da don Alessio Tavilla, sdb

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