Marta e i suoi quattro figli: storia di una famiglia durante la pandemia
Pubblichiamo un articolo uscito su Vatican News che racconta la storia di Marta e Nicola, giovani genitori di Roma e animatori del Borgo Ragazzi Don Bosco, e di come vivono la pandemia a casa con i loro quattro figli.
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di Andrea De Angelis
Marta ha 33 anni, vive nel quartiere romano di Centocelle insieme al marito, Nicola, e ai loro quattro figli piccoli. Bambini delle elementari e dell’asilo, che come tutti i loro coetanei sono da un mese a casa e vivono il tempo della pandemia ponendosi interrogativi, sollevando questioni e cercando, come gli adulti, di rispettare, in modo più o meno consapevole, le regole necessarie per superare un’emergenza mondiale. Il ruolo dei genitori in questo senso è fondamentale: devono da un lato mostrarsi rigorosi, dall’altro comprendere l’eccezionalità del momento per le creature che sono chiamate a custodire. “Custodire vuol dire tutto, significa proteggere, ma anche concedere i giusti spazi, capire tuo figlio e valorizzare il tempo a disposizione”, afferma Marta Panella nel corso dell’intervista rilasciata a Vatican News. Lei come il marito è animatrice salesiana. Una famiglia, la loro, nata all’oratorio romano di “Borgo Ragazzi Don Bosco”. Animatori salesiani, da sempre vicino ai giovani ed ora che anche gli oratori sono vuoti, è nelle case che si può “animare” nel senso più profondo del termine: amando ed educando.
L’esempio forma una famiglia
“Abbiamo sempre concepito la nostra famiglia come l’essere aperti alla vita, che non vuol dire solo accogliere i figli che il Signore ti dona, ma anche aprirsi agli altri”. Inizia così il racconto della giovane mamma, nel ricordo dell’inizio della sua storia d’amore con Nicola. “All’oratorio abbiamo conosciuto tante famiglie, il loro esempio ha favorito la nostra unione. Anche così si costruisce ciò che oggi siamo”, spiega. Oggi, però, è la vita che chiede loro, come a milioni di altre famiglie, di aprirsi ad una sfida nuova. Quella della pandemia.
Cosa significa custodire i figli
“Quotidianamente ci chiediamo come fare a vivere questo periodo con i nostri figli”. Marta non nasconde le difficoltà, ma le affronta insieme a Nicola con una positività che trasmette, poi, ai piccoli di casa. “Desideriamo fortemente custodire i nostri figli, curando tutto: il corpo, le emozioni, lo spirito. Custodire oggi significa – sottolinea – tutelare la loro salute, dunque non uscire di casa. Non esporli a rischi inutili”. Custodire però vuol dire anche donare qualcosa. “Stiamo cercando di valorizzare questo tempo con loro, lontano da corse, impegni, appuntamenti. Il rapporto di crescita con loro ora vuol dire crescita e gioco, responsabilizzazione ed ascolto”. Un compito tanto arduo quanto naturale e prezioso.
“Siamo fortunati ad essere in sei”
Animatori dentro casa
Sono tanti i modi per supportare psicologicamente i bambini durante la quarantena. Uno di questi è sicuramente la prossimità. Giocare con loro, trasmettere allegria, fisicità. Tenere alto il morale, “animare” dunque, proprio come all’oratorio. “Questa è una grande risorsa, abbiamo fatto un campeggio ed un pic-nic a casa – dice sorridendo -, ma siamo anche andati al ristorante, anche perché ci andiamo raramente, dunque per loro questo recitare a casa di essere in un locale, con tanto di cameriere e chef li ha fatti molto divertire”. La fantasia non deve lasciare spazio all’ansia, la creatività non può essere sostituita dal panico. I figli chiedono, magari solo con gli occhi, proprio questo.
Il buon uso della tecnologia
I figli di Marta e Nicola desiderano avere un contatto con gli amici, i parenti, le maestre. In questo senso l’uso della tecnologia è fondamentale. “Loro di solito non usano molto questi strumenti, anche perché essendo in quattro giocano spesso insieme lontani da schermi e tv. Ora però hanno le lezioni in conferenza con i compagni di classe e le maestre, questo è importante! La tecnologia non è solo guardare la televisione o giocare con il tablet, ora possiamo farlo capire ancora di più ai bambini”. “Così – conclude Marta – riusciremo a far sentire loro più vicine le persone a cui vogliono bene”. La pagina Facebook di Marta Panella ha come foto profilo una casa di tanti colori, con una frase che racchiude molto del suo approccio da mamma, moglie e cittadina consapevole dell’emergenza in corso: “Non siete bloccati in casa, siete al sicuro in casa. Cambiate prospettiva”. Cambiamola, davvero.