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Il Rettor Maggiore tra i giovani del “Borgo Ragazzi Don Bosco” di Roma

Dall’agenzia ANS.

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(ANS – Roma) – Venerdì 22 marzo 2024, giorno in cui il “Borgo Ragazzi Don Bosco” ha concluso i festeggiamenti dei suoi 75 anni di esistenza, il Cardinale Ángel Fernández Artime, Rettor Maggiore dei Salesiani e X Successore di Don Bosco, ha incontrato i ragazzi e tutta la comunità dell’opera salesiana.

Già sin dal suo ingresso nell’opera il Card. Fernández Artime ha subito reso presente Don Bosco in mezzo ai giovani. Lui stesso ha raccontato ai ragazzi lì radunati che immaginava l’Oratorio di Valdocco dell’epoca di Don Bosco, proprio come il “Borgo” di questi giorni: un luogo dove in ogni angolo ci sono ragazzi occupati nel fare qualcosa: non più ciabattini, falegnami, muratori, come allora, ma parrucchieri, cuochi, giardinieri, elettricisti, meccanici … Sono cambiati i tempi e i luoghi, ma la passione in cui vengono coinvolti i ragazzi resta la stessa.

Dai ragazzi del Centro di Formazione Professionale a quelli dei gruppi sportivi, dai giardinieri ai parrucchieri, dai laboratori all’oratorio il Rettor Maggiore ha avuto una buona parola per ogni singola persona, soffermandosi con ciascuno, chiedendo informazioni e rendendosi disponibile a foto e selfie soprattutto coi ragazzi, nessuno escluso. Tanta la soddisfazione di ciascuno nell’incontrare il Don Bosco oggi, che si è fermato a suonare coi ragazzi, che ha calciato i rigori, che ha condiviso la merenda preparata dagli allievi del Centro di Formazione Professionale e che ha veramente dimostrato di amare ciò che amano i giovani.

Tanta la gioia e la commozione nel ricevere lo sguardo ed una parola di conforto da parte del Cardinale salesiano. Così come tanta è stata la soddisfazione dei ragazzi di conoscere colui che ripercorre oggi le orme del Santo dei giovani. Ma anche tante le risate e i momenti di condivisione e di famiglia che hanno coinvolto ogni persona della comunità.

Non è mancato un momento celebrativo per i 75 anni di vita e di missione del Borgo Ragazzi Don Bosco: insieme al Rettor Maggiore, tutta la comunità, nei locali della Sala Polivalente che porta il nome del primo Direttore dell’Opera, don Cadmo Biavati, ha ripercorso le tappe che hanno visto l’evoluzione dell’Opera Salesiana nei tempi e dei ragazzi accolti. A partire dagli “sciuscià” degli anni ’50 del Novecento bisognosi di ogni bene materiale e morale, la missione del Borgo ha sempre privilegiato i ragazzi che vivono situazioni di disagio e di precarietà, donando a loro la capacità di ritornare a guardare il futuro con speranza.

E in questa occasione non sono mancate le parole di incoraggiamento del Rettor Maggiore di proseguire con passione, sottolineando quanto sia importante la presenza manifesta in mezzo ai giovani. L’unico modo per accompagnare i giovani nella loro crescita integrale è essere presenti sempre, amare ciò che amano. L’educazione non si fa con le parole ma col mettersi al fianco, con l’esserci, è stato il suo messaggio.

E ha ricordato a tutti anche che pensare ai giovani come soggetti apatici è un falso mito: i giovani sono apatici solo se non hanno prospettive di futuro ed è questo, quindi, l’obiettivo più importante: indicare loro che può esserci una strada per tutti, un cammino per ciascuno dove un futuro migliore è possibile.

La Messa celebrata a conclusione della rievocazione della storia dell’opera ha assunto un significato spirituale profondo di ringraziamento per questi 75 anni di vita e di missione del Borgo Ragazzi Don Bosco, ringraziando in particolare per tutti quei ragazzi che la Provvidenza ha guidato nei cortili e nei locali di quest’opera.

La serata si è conclusa con la cena del Rettor Maggiore insieme ai ragazzi e agli operatori della casa-famiglia e alla comunità salesiana. Un momento familiare, in un ambiente sereno e domestico, in cui i giovani hanno condiviso con il X Successore di Don Bosco la loro storia e i loro sogni.

Il Ministro del Lavoro, on. Calderone incontra i Salesiani nell’Opera Borgo Don Bosco a Roma

Pubblichiamo il comunicato stampa del CNOS-FAP nazionale sulla visita del ministro Calderone al Borgo Ragazzi Don Bosco di Roma.

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Nella mattinata del 25 marzo 2024, il Ministro del Lavoro, on. Marina Elvira Calderone si è immersa nella realtà dell’attività educativa del mondo salesiano, svolta attraverso la Formazione Professionale e l’attività di contrasto al disagio giovanile, recandosi presso l’Opera del Borgo Ragazzi don Bosco a Roma, realtà in cui sono presenti sia il Centro di Formazione Professionale del CNOS-FAP, sia il Centro di Accoglienza Minori.

Una ricca mattinata di confronto e di dialogo, prima con i responsabili del Centro Minori e poi con la direzione nazionale della Federazione CNOS-FAP. Accolta da don Daniele Merlini, direttore dell’Opera, nel visitare i vari ambienti, il Ministro si è soffermata con diversi ragazzi e ragazze presenti nei laboratori per conoscere le loro esperienze e incoraggiarli nel percorso intrapreso, valorizzando il loro operato e definendo i percorsi di Istruzione e Formazione Professionale come la chiave di volta per il Sistema Paese Italia.

In un clima di cordialità si è poi tenuto un confronto con don Giuliano Giacomazzi, direttore generale del CNOS FAP e con Paola Vacchina, presidente di FORMA. Il Ministro ha espresso il suo forte apprezzamento per l’intero mondo della Formazione Professionale definendola la risposta alla confusione dei giovani, utile strumento di inserimento nel mondo del lavoro e nella vita.

 

Ladri di futuro, i giovani e le opportunità mancate: al Borgo Ragazzi Don Bosco di Roma si dialoga con le istituzioni

Pubblichiamo il comunicato stampa del Borgo Ragazzi Don Bosco di Roma.

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Oggi, in realtà, ogni opera di educazione sembra diventare sempre più ardua e precaria. Si parla perciò di una grande “emergenza educativa”, della crescente difficoltà che s’incontra nel trasmettere alle nuove generazioni i valori-base dell’esistenza e di un retto comportamento, difficoltà che coinvolge sia la scuola sia la famiglia e si può dire ogni altro organismo che si prefigga scopi educativi. Possiamo aggiungere che si tratta di un’emergenza inevitabile».( Benedetto XVI – Discorso alla Diocesi di Roma giugno 2007).

Se l’educazione viene lasciata ai margini, in una società che pretende il risultato immediato, il tutto e subito, se non ci prendiamo cura noi dei giovani, prima o poi finisce che lo fa qualcun altro. Ogni occasione mancata, lascia spazio a scenari catastrofici per i giovani. Non si tratta solo di devianza, ma di una condizione di fragilità diffusa che incide non solo sul futuro dei giovani ma inevitabilmente anche sul nostro.

L’abbattimento del tasso di abbandono scolastico resta una delle principali sfide a livello europeo di questo decennio. Soprattutto nel mondo post-Covid, il livello di istruzione appare una variabile sempre più determinante per le condizioni di vita delle persone.

Nell 2022, la percentuale degli studenti italiani che hanno abbondonato la scuola si attesta al l’11,5% degli iscritti, pari al 3,6% in più rispetto ai valori medi UE27; nella Regione Lazio il tasso di abbandono è pari al 7,4%. Apparentemente in discesa negli ultimi anni, il miglioramento complessivo non deve far trascurare due aspetti: se da una parte calano gli abbandoni scolastici “espliciti” (studenti che lasciano la scuola), aumentano quelli “impliciti” ovvero di coloro che, pur completando il percorso di studi, non raggiungono competenze.

A questo stato di disagio, si aggiunge il tasso di criminalità giovanile. I minori denunciati nel 2022 sono stati 29.547 pari al 5% del totale denunciato; mentre quelli arrestati sono stati 4.176 ovvero il 3% sul totale arrestato. I numeri indicano un andamento tendenzialmente in crescita; in particolare negli ultimi due anni, l’incremento è stato significativo: nel 2021 sono stati 30.405 (+15,7% rispetto al 2020) le segnalazioni su minori e 33.723 nel 2022 (+10,9% rispetto al 2021). Si tratta di un dato significativo, che sembra annullare i progressi compiuti in precedenza e che appare coerente con la situazione di disagio giovanile evidenziata da varie ricerche condotte in àmbito psicologico e sociologico.

Mai scenario è più vicino al Borgo Ragazzi don Bosco che insiste sul territorio del V Municipio ed in modo particolare sul quartiere del Quarticciolo che, negli ultimi mesi, è salito agli onori della cronaca a causa di alcuni eventi legati alla malavita.

Sui ragazzi del nostro territorio cerchiamo di intervenire attraverso azioni di prevenzione affinché non siano vittime di quella povertà educativa che porta a lasciare la scuola, a delinquere, ad entrare ai margini della società.

Il 24 novembre, alle ore 9.30 il Borgo Ragazzi don Bosco vuole ribadire con forza che l’educazione è l’unica azione pacifica, per quanto lenta, che oggi abbiamo a disposizione per avviare i giovani a una buona e responsabile vita adulta, per offrire loro la possibilità di costruire il proprio futuro e per combattere povertà, emarginazione e sfruttamento.

Senza giovani non c’è futuro. Per garantire un domani degno di essere chiamato tale, sia per noi adulti che per i giovani, è necessario attivare un lavoro di rete, un percorso di coprogettazione con le istituzioni, divenendo uno dei loro interlocutori privilegiati, una collaborazione con aziende e benefattori per sostenere azioni di intervento mirate e per inserire i giovani esclusi nel mondo del lavoro.

Interverranno:

  • Avv. Civita di Russo, Vice Capo di Gabinetto della Regione Lazio
  • Roberto Gualtieri, Sindaco di Roma
  • Mauro Caliste, Presidente del V Municipio di Roma
  • Beatrice Fazi, lettura ed interpretazione della storia di un ragazzo
  • Ragazzi
  • Benefattori

 

 

La Parabola dei Talenti e il valore della normalità: l’esperienza della Formazione professionale al Borgo Ragazzi Don Bosco

Dal sito della trasmissione “Pani e pesci” in onda su TV2000, dove è stata raccontata l’esperienza del del centro di formazione Borgo Don Bosco di Roma, con il contributo del direttore generale del CNOS-FAP, don Giuliano Giacomazzi.

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La Parabola dei Talenti dal Vangelo di Matteo – letta da Cesare Bocci  apre la terza puntata di Pani e Pesci, l’economia del Vangelo. La lettura del professore Luigino Bruni, economista della Lumsa di Roma, biblista, si sofferma non sul primo servo, quello che con bravura moltiplica i 5 talenti e nemmeno sull’ultimo, che con timore si limita a sotterrare e a conservare il suo unico talento. Ma si concentra sul comportamento del secondo servo che non fa parte del “club degli eccellenti”.

Di eccellenza, merito, talento e del valore della normalità si discute quindi con Stefania Auci, insegnante e scrittrice, autrice di successo con la saga dedicata alla Famiglia Florio.

Le “ragioni degli altri” affidate all’attrice Paola Tiziana Cruciani rappresentano i punti di vista di due insegnanti. Una che punta all’eccellenza nella formazione dei propri studenti, l’altra che stimola, invece i loro talenti.

Nel servizio di puntata, il racconto dell’esperienza del centro di formazione Borgo Don Bosco di Roma dove la formazione professionale travalica il nozionismo e diventa un’esperienza educativa a 360° per scovare i propri talenti, motivare le proprie passione e indirizzare verso un futuro professionale.

Italia – I 75 anni di storia del “Borgo Ragazzi Don Bosco”

Dall’agenzia ANS

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(ANS – Roma) – 75 anni fa, nella primavera del 1948, i salesiani di Roma guidavano la carovana di ragazzi che da via Marsala si spostava lungo via Prenestina fino ad arrivare a popolare quei cortili e quei capannoni che ancora oggi accolgono, educano e danno attenzione a centinaia di minori bisognosi e a rischio. Da quel momento nasceva il “Borgo dei Ragazzi di Don Bosco”, una piccola città in cui i ragazzi e le loro esigenze di crescita erano al centro dell’attenzione e della cura di tanti salesiani e di tante persone.

Quei giovani erano gli orfani accolti dai salesiani, che dopo la Seconda guerra mondiale avevano risposto con solerzia all’appello di papa Pio XII che raccomandava proprio ai figli di Don Bosco di prendersi cura della gioventù abbandonata e sola della Capitale.

Scriveva pochi mesi dopo l’Osservatore Romano e precisamente il 19 luglio 1948, all’indomani dell’inaugurazione ufficiale del Borgo Ragazzi don Bosco avvenuta il giorno precedente ad opera del card. Pizzardo: “Chi avrebbe pensato, qualche anno fa, che il vasto terreno circostante al Forte Prenestino sarebbe divenuto asilo di una moltitudine di ragazzi e che i capannoni, allestiti dai soldati e le vaste tettoie deposito di foraggi e di materiali, si sarebbero cambiati in chiesa, in teatro, in campi da giuoco e di liete riunioni? Eppure, la Provvidenza, che scherza con i disegni degli uomini ha compiuto questo miracolo, e pur non cambiando al vecchio forte la sua destinazione l’ha nobilitata: difesa sì, ma difesa spirituale di tanti ragazzi contro le forze dilaganti del male, contro le insidie e la corruzione della strada, contro l’abbandono e la decadenza sociale”. Un’appropriata riflessione, che si è trasformata in profezia anche per gli anni a seguire.

Da parte sua, un testimone della prima ora, don Luigi Pace, che fu l’Economo dei primi anni del Borgo, così descriveva quella realtà: “Chi si reca al Borgo per una breve visita, si accorge subito di trovarsi in un ambiente dove la vita salesiana è vissuta da mattina a sera, come in tante altre opere salesiane. Però si nota qui qualcosa di singolare che rende il Borgo diverso da tutti gli altri istituti. Qualcosa che lo rende subito simpatico al visitatore, che se ne parte ammirato e soddisfatto. […] Viene spontaneo domandarsi: qual è il segreto di questa vitalità? Quali sono gli elementi che concorrono, oltre alla grazia del Signore e al Sistema Preventivo di Don Bosco, a produrre frutti così abbondanti di bene? Due elementi ci danno la sua vera fisionomia: 1. Una modestia senza pretese; 2. Lo spirito di famiglia che in esso regna”.

In questi 75 anni la Provvidenza si è palesata in tanti modi e in tante persone: salesiani, collaboratori, benefattori, tanto che fin da subito il Borgo Ragazzi don Bosco fu definito “l’opera della Provvidenza a Roma per tanti ragazzi”.

E il presente viene costruito sulla scia di questa ricca storia. Ancora oggi il “Borgo Ragazzi Don Bosco” rimane fedele alla sua vocazione originaria, quella di essere una casa per tanti ragazzi e giovani che hanno avuto meno occasioni nella vita, per accompagnarli nello scoprire le loro ricchezze, per imparare un lavoro, per realizzare i loro sogni di una vita buona.

“Il futuro lo vediamo delinearsi davanti a noi con esigenze in parte simili e in parte diverse. Cambiano i ragazzi e cambiano le loro condizioni, le loro esigenze pratiche, la loro provenienza, non cambia il loro desiderio di costruirsi un futuro degno e felice. Il nostro impegno è quello di continuare ad aiutarli nel fare ciò” affermano oggi i salesiani responsabili del Borgo Ragazzi Don Bosco.

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Borgo Ragazzi Don Bosco Roma, inaugurato il laboratorio di saldatura al CFP

Dal sito del CNOS-FAP Lazio

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Nel pomeriggio di ieri, giovedì 23 Marzo 2023, si è svolta l’inaugurazione del nuovo laboratorio di saldatura, all’interno del Centro di Formazione Professionale CNOS-FAP Lazio “Borgo Ragazzi Don Bosco”

Il laboratorio è stato realizzato, grazie al contributo della Fondazione Johnson & Johnson, con la collaborazione dell’Istituto Italiano della Saldatura. La struttura, fiore all’occhiello del settore meccanica industriale del centro, nasce con l’auspicio di diventare nel tempo un punto di riferimento, per la formazione dei giovani e dei professionisti del settore.

L’evento ha assunto una importanza maggiore visto, che ieri è stata l’occasione per aprire i festeggiamenti del 75° anno di vita della Casa Salesiana del “Borgo Ragazzi Don Bosco”, fondata nel 1948.

Durante l’inaugurazione sono intervenuti:

don Daniele Merlini SDB, direttore della casa salesiana che ha condiviso con la comunità la sua riflessione sulla Provvidenza;

don Stefano Aspettati SDB, superiore dei salesiani dell’Italia centrale, ha sottolineato il grande lavoro che Don Bosco ha fatto per i giovani e ha anche voluto sottolineare che la vita personale di Don Bosco non è stata facile. Ha dovuto affrontare molte difficoltà e ostacoli per realizzare la sua missione. Tuttavia, è stato proprio questo impegno a favore dei giovani che ha dato senso e significato alla sua vita.

Secondo Fabrizio Tosti, Direttore Nazionale della formazione – Federazione CNOS FAP – SALESIANI ,il successo formativo non si limita al conseguimento di un titolo di studio o di un lavoro ben remunerato. Il vero successo formativo consiste nell’acquisizione di competenze e abilità che permettono di affrontare la vita in modo consapevole e sereno.

Silvia De Dominicis, Presidente della Fondazione Johnson & Johnson si è concentrata sull’importanza di curare le comunità e dare concretezza ai giovani. In un mondo sempre più frenetico e individualista, diventa fondamentale prestare attenzione alle comunità in cui viviamo ed è importante dare concretezza ai giovani, offrendo loro opportunità di apprendimento e crescita.

Giancarlo Canale dell’ IIS, Istituto Italiano Saldatura, ha raccontato della prima esperienza con i Salesiani di Gela nel 1989.

Mauro Caliste, Presidente del V Municipio, ha parlato dell’importanza della politica del fare e come il Borgo ragazzi don Bosco può essere un faro per molti giovani, che spesso cercano modelli positivi di riferimento per la loro crescita personale e professionale.

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“I ragazzi sono di chi arriva prima”: convegno sulla devianza minorile al Borgo Ragazzi Don Bosco di Roma

Il Borgo Ragazzi don Bosco, in occasione del Trentennale del Centro Accoglienza Minori, si fa promotore di un momento dedicato al tema della devianza minorile, organizzando il 𝟮𝟰 𝗻𝗼𝘃𝗲𝗺𝗯𝗿𝗲 𝟮𝟬𝟮𝟮, alle 𝗼𝗿𝗲 𝟬𝟴.𝟯𝟬 presso il Borgo Ragazzi don Bosco di via Prenestina 468 Roma, 𝗶𝗹 𝗰𝗼𝗻𝘃𝗲𝗴𝗻𝗼 “𝗜 𝗿𝗮𝗴𝗮𝘇𝘇𝗶 𝘀𝗼𝗻𝗼 𝗱𝗶 𝗰𝗵𝗶 𝗮𝗿𝗿𝗶𝘃𝗮 𝗽𝗿𝗶𝗺𝗮. 𝗗𝗲𝘃𝗶𝗮𝗻𝘇𝗮 𝗺𝗶𝗻𝗼𝗿𝗶𝗹𝗲: 𝘀𝗰𝗲𝗻𝗮𝗿𝗶 𝗲 𝘀𝗳𝗶𝗱𝗲” per porre l’attenzione sulla 𝗻𝗲𝗰𝗲𝘀𝘀𝗶𝘁𝗮̀ 𝗱𝗶 𝗿𝗶𝗽𝗿𝗲𝗻𝗱𝗲𝗿𝗲 𝗹𝗮 𝗿𝗶𝗳𝗹𝗲𝘀𝘀𝗶𝗼𝗻𝗲 sul fenomeno ed individuare spazi di azione condivisi. Sono svariati anni, infatti, che si rileva 𝗹’𝗮𝘀𝘀𝗲𝗻𝘇𝗮 𝗱𝗶 𝗺𝗼𝗺𝗲𝗻𝘁𝗶 𝘃𝗼𝗹𝘁𝗶 𝗮 𝘁𝗮𝗹𝗲 𝗿𝗶𝗳𝗹𝗲𝘀𝘀𝗶𝗼𝗻𝗲, con la naturale conseguenza non solo di 𝗻𝗼𝗻 𝗰𝗼𝗻𝗼𝘀𝗰𝗲𝗿𝗲 𝗽𝗶𝘂̀ 𝗶𝗹 𝗳𝗲𝗻𝗼𝗺𝗲𝗻𝗼 𝗻𝗲𝗹𝗹𝗲 𝘀𝘂𝗲 𝘂𝗹𝘁𝗶𝗺𝗲 𝗲𝘃𝗼𝗹𝘂𝘇𝗶𝗼𝗻𝗶 𝗺𝗮 𝗮𝗻𝗰𝗵𝗲 𝗱𝗶 𝗿𝗶𝘀𝗰𝗵𝗶𝗮𝗿𝗲 𝗮𝗱 𝗶𝗻𝘁𝗲𝗿𝘃𝗲𝗻𝗶𝗿𝗲 𝗶𝗻 𝗺𝗼𝗱𝗼 𝗳𝗿𝗮𝘀𝘁𝗮𝗴𝗹𝗶𝗮𝘁𝗼 𝗲𝗱 𝗶𝗻𝗲𝗳𝗳𝗶𝗰𝗮𝗰𝗲.

La stesura del 𝗖𝗼𝗱𝗶𝗰𝗲 𝗱𝗲𝗹 𝗣𝗿𝗼𝗰𝗲𝘀𝘀𝗼 𝗣𝗲𝗻𝗮𝗹𝗲 𝗠𝗶𝗻𝗼𝗿𝗶𝗹𝗲 𝗗.𝗣.𝗥. 𝟰𝟰𝟴/𝟭𝟵𝟴𝟴, è stata caratterizzata da un grande fermento culturale e di compartecipazione che ha visto coinvolte le istituzioni del mondo giuridico, universitario e del terzo settore. 𝗜𝗹 𝗖𝗼𝗱𝗶𝗰𝗲 𝘃𝗲𝗻𝗶𝘃𝗮 𝗮𝗰𝗰𝗼𝗹𝘁𝗼 𝗰𝗼𝗺𝗲 𝘂𝗻 𝗶𝗻𝘁𝗲𝗿𝘃𝗲𝗻𝘁𝗼 𝗹𝗲𝗴𝗶𝘀𝗹𝗮𝘁𝗶𝘃𝗼 “𝗮 𝗺𝗶𝘀𝘂𝗿𝗮 𝗱𝗶 𝗺𝗶𝗻𝗼𝗿𝗲” 𝗰𝗵𝗲 𝗰𝗼𝗻𝘀𝗲𝗻𝘁𝗶𝘃𝗮 𝗱𝗶 𝗺𝗼𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮𝗿𝗲 𝗹𝗮 𝗱𝗶𝘀𝗰𝗶𝗽𝗹𝗶𝗻𝗮 𝗱𝗲𝗹 𝗽𝗿𝗼𝗰𝗲𝘀𝘀𝗼 𝗼𝗿𝗱𝗶𝗻𝗮𝗿𝗶𝗼 𝗶𝗻 𝗺𝗼𝗱𝗼 𝗱𝗮 𝗿𝗲𝗻𝗱𝗲𝗿𝗹𝗼 𝗰𝗼𝗺𝗽𝗮𝘁𝗶𝗯𝗶𝗹𝗲 𝗰𝗼𝗻 𝗹𝗮 𝘁𝘂𝘁𝗲𝗹𝗮 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗽𝗲𝗿𝘀𝗼𝗻𝗮 𝗱𝗲𝗹 𝗺𝗶𝗻𝗼𝗿𝗲 𝗮𝗻𝗰𝗼𝗿𝗮 𝗶𝗻 𝘃𝗶𝗮 𝗱𝗶 𝗳𝗼𝗿𝗺𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗲 𝗰𝗵𝗲 𝗽𝗼𝗻𝗲𝘃𝗮 𝗱𝘂𝗻𝗾𝘂𝗲 𝗹’𝗮𝘁𝘁𝗲𝗻𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗮𝗹𝗹𝗲 𝗺𝗶𝘀𝘂𝗿𝗲 𝗮𝗹𝘁𝗲𝗿𝗻𝗮𝘁𝗶𝘃𝗲 𝗮𝗹 𝗰𝗮𝗿𝗰𝗲𝗿𝗲 𝗰𝗵𝗲 𝗱𝗶𝘃𝗲𝗻𝘁𝗮𝘃𝗮𝗻𝗼 𝗹𝗼 𝘀𝘁𝗿𝘂𝗺𝗲𝗻𝘁𝗼 𝗽𝗿𝗶𝗻𝗰𝗶𝗽𝗮𝗹𝗲 𝗽𝗲𝗿 𝘀𝘂𝗽𝗲𝗿𝗮𝗿𝗲 𝗹’𝗮𝘀𝗽𝗲𝘁𝘁𝗼 𝗽𝘂𝗻𝗶𝘁𝗶𝘃𝗼 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗱𝗲𝘁𝗲𝗻𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗰𝗼𝗻 𝗾𝘂𝗲𝗹𝗹𝗼 𝗱𝗶 𝗿𝗶𝗲𝗱𝘂𝗰𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗽𝗲𝗻𝗮 𝗲 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗽𝗿𝗼𝗴𝗲𝘁𝘁𝘂𝗮𝗹𝗶𝘁𝗮̀ 𝗲𝘃𝗼𝗹𝘂𝘁𝗶𝘃𝗮.

Purtroppo, dopo più di 30 anni dalla sua applicazione, il grande fermento che ha caratterizzato gli ancoloro ni 80 e quelli immediatamente successivi, ha subìto una battuta di arresto. 𝗘 𝗺𝗲𝗻𝘁𝗿𝗲 𝗰𝗿𝗲𝘀𝗰𝗲 𝗶𝗹 𝗰𝗼𝗶𝗻𝘃𝗼𝗹𝗴𝗶𝗺𝗲𝗻𝘁𝗼 𝗱𝗲𝗶 𝗺𝗶𝗻𝗼𝗿𝗶 𝗻𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗰𝗿𝗶𝗺𝗶𝗻𝗮𝗹𝗶𝘁𝗮̀ 𝗼𝗿𝗴𝗮𝗻𝗶𝘇𝘇𝗮𝘁𝗮, come si evince dai dati pubblicati dall’Osservatorio per la Legalità e la Sicurezza della Regione Lazio (“Lazio senza Mafie” – 6° e 7° rapporto 2020-2021 e 1° semestre 2022), 𝗱𝗶𝗺𝗶𝗻𝘂𝗶𝘀𝗰𝗲 𝗶𝗹 𝘁𝗲𝗺𝗽𝗼 𝗱𝗲𝗱𝗶𝗰𝗮𝘁𝗼 𝗮𝗹𝗹𝗼 𝘀𝘁𝘂𝗱𝗶𝗼 𝗱𝗲𝗶 𝗻𝘂𝗼𝘃𝗶 𝗽𝗲𝗿𝗰𝗼𝗿𝘀𝗶 𝗱𝗲𝘃𝗶𝗮𝗻𝘁𝗶 𝗲 𝗮𝗹𝗹𝗮 𝗰𝗼𝗻𝗱𝗶𝘃𝗶𝘀𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗱𝗶 𝗽𝗿𝗮𝘀𝘀𝗶 𝗱𝗶 𝗹𝗮𝘃𝗼𝗿𝗼 𝗲𝗳𝗳𝗶𝗰𝗮𝗰𝗶 𝗲𝗱 𝗶𝗻𝘁𝗲𝗴𝗿𝗮𝘁𝗲.

Ad oggi, sembra che solo il mondo mediatico riesca a dare importanza a tutti quei fenomeni legati ai minori o in situazioni di devianza, riuscendone a catturare spesso il sintomo (baby gang, violenza, cyberbullismo, ecc…).

Invece è necessario che anche 𝗰𝗼𝗹𝗼𝗿𝗼 𝗰𝗵𝗲 𝗹𝗮𝘃𝗼𝗿𝗮𝗻𝗼 𝗾𝘂𝗼𝘁𝗶𝗱𝗶𝗮𝗻𝗮𝗺𝗲𝗻𝘁𝗲 𝗰𝗼𝗻 𝗶 𝗿𝗮𝗴𝗮𝘇𝘇𝗶 𝗶𝗻𝘁𝗲𝗿𝗲𝘀𝘀𝗮𝘁𝗶 𝗲 𝗰𝗼𝗶𝗻𝘃𝗼𝗹𝘁𝗶 𝗶𝗻 𝗽𝗲𝗿𝗰𝗼𝗿𝘀𝗶 𝗱𝗲𝘃𝗶𝗮𝗻𝘁𝗶 𝗽𝗼𝘀𝘀𝗮𝗻𝗼 𝗰𝗼𝗻𝗼𝘀𝗰𝗲𝗿𝗲 𝗲𝗱 𝗮𝗽𝗽𝗿𝗼𝗳𝗼𝗻𝗱𝗶𝗿𝗲 𝗹𝗲 𝗻𝘂𝗼𝘃𝗲 𝗳𝗼𝗿𝗺𝗲 𝗶𝗻 𝗰𝘂𝗶 𝘀𝘁𝗮 𝘀𝘁𝗿𝘂𝘁𝘁𝘂𝗿𝗮𝗻𝗱𝗼 𝗹𝗮 𝗰𝗿𝗶𝗺𝗶𝗻𝗮𝗹𝗶𝘁𝗮̀, 𝗮𝗹 𝗳𝗶𝗻𝗲 𝗱𝗶 𝗶𝗻𝗱𝗶𝘃𝗶𝗱𝘂𝗮𝗿𝗲 𝘀𝘁𝗿𝗮𝘁𝗲𝗴𝗶𝗲 𝗲𝗳𝗳𝗶𝗰𝗮𝗰𝗶 𝗲 𝗰𝗼𝗻𝗱𝗶𝘃𝗶𝘀𝗲 𝗱𝗶 𝗰𝗼𝗻𝘁𝗿𝗮𝘀𝘁𝗼 𝗮𝗹 𝗰𝗼𝗶𝗻𝘃𝗼𝗹𝗴𝗶𝗺𝗲𝗻𝘁𝗼 𝗲 𝗮𝗹𝗹’𝘂𝘁𝗶𝗹𝗶𝘇𝘇𝗼 𝗱𝗲𝗶 𝗺𝗶𝗻𝗼𝗿𝗶. Non a caso, il titolo del convegno “I ragazzi sono di chi arriva prima” (cit. don Alfonso Alfano, salesiano di don Bosco e fondatore nel 1991 del Centro Accoglienza Minori), esprime bene l’urgenza di rinforzare le sinergie necessarie per affrontare con coraggio e determinazione questa sfida.

Obiettivo del convegno è proprio quello di riportare l’attenzione di Istituzioni, Università e Terzo Settore sulla tematica attraverso la lettura della situazione attuale e il confronto con un Tavolo Istituzionale Permanente a cui riportare le riflessioni emergenti.

Interverranno:
𝗗𝗼𝘁𝘁.𝘀𝘀𝗮 𝗔. 𝗙𝗿𝗮𝗹𝗹𝗲𝗼𝗻𝗶 – Responsabile Ufficio Servizi Sociali Minorenni -Centro Giustizia Minorile Roma
𝗗𝗼𝘁𝘁. 𝗚. 𝗖𝗶𝗼𝗳𝗳𝗿𝗲𝗱𝗶 – Presidente dell’Osservatorio per la legalità e la sicurezza della Regione Lazio
𝗗𝗼𝘁𝘁.𝘀𝘀𝗮 𝗙. 𝗕𝗿𝗶𝗼𝘀𝗰𝗵𝗶 – Ricercatrice Associazione Antigone
𝗣𝗿𝗼𝗳. 𝗦. 𝗖𝗶𝗮𝗽𝗽𝗶 – criminologo clinico e psicoterapeuta. Docente universitario e supervisore Centro per minori
𝗣𝗿𝗼𝗳. 𝗔𝗹𝗲𝘀𝘀𝗮𝗻𝗱𝗿𝗼 𝗜𝗮𝗻𝗻𝗶𝗻𝗶 – Responsabile Emarginazione e disagio, Ispettoria Salesiana Italia Centrale
Siederanno al tavolo:
𝗗𝗼𝘁𝘁.𝘀𝘀𝗮 𝗘𝗺𝗶𝗹𝗶𝗮 𝗱𝗲 𝗕𝗲𝗹𝗹𝗶𝘀 – Procuratore del Tribunale dei Minori (da confermare)
𝗗𝗼𝘁𝘁.𝘀𝘀𝗮 𝗔𝗻𝗴𝗲𝗹𝗶𝗻𝗮 𝗱𝗶 𝗣𝗿𝗶𝗻𝘇𝗶𝗼 – Direttore Dipartimento Politiche Sociale e della Salute di Roma Capitale
𝗗𝗼𝘁𝘁. 𝗔𝗻𝘁𝗼𝗻𝗶𝗼 𝗕𝗼𝗿𝘁𝗼𝗻𝗲 – Responsabile Area II Attuazione Provvedimenti Autorità Giudiziaria
𝗗𝗼𝘁𝘁.𝘀𝘀𝗮 𝗠𝗼𝗻𝗶𝗰𝗮 𝗦𝗮𝗻𝘀𝗼𝗻𝗶 – Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza Regione Lazio (da confermare)
𝗗𝗼𝘁𝘁.𝘀𝘀𝗮 𝗠𝗮𝗿𝗶𝗮 𝗧𝗲𝗿𝗲𝘀𝗮 𝗜𝘂𝗹𝗶𝗮𝗻𝗼 – Istituto Penale Minorile (da confermare)
𝗣𝗿𝗼𝗳. 𝗔𝘃𝘃. 𝗔𝗻𝗱𝗿𝗲𝗮 𝗙𝗮𝗿𝗶𝗻𝗮, Coordinatore Osservatorio Salesiano per i diritti dei minori

Il Convegno è realizzato in collaborazione con:

USSM – Ufficio di Servizio Sociale per Minorenni; Cappellania Istituto Penale per Minorenni “Casal del Marmo”; ASL Roma 2 – 5 Distretto; Università Pontificia Salesiana; Osservatorio salesiano per i diritti dei minori; Salesiani per il Sociale; Associazione Rimettere le Ali aps; Casa Famiglia “Casa di Tullio” Associazione In Famiglia Onlus; Associazione Arpj Tetto; Centro Diurno “Gli Scatenati”.

 

Borgo Ragazzi don Bosco: la necessità di scommettere sul futuro dei giovani

Giovedì 12 maggio il Chiostro del Bramante ha accolto un importante evento di solidarietà, organizzato dal Borgo Ragazzi don Bosco, in cui aziende e benefattori hanno potuto toccare con mano quanto sia importante il loro intervento per cambiare le storie di tanti ragazzi in difficoltà. Di seguito la notizia riportata dal sito di Borgo Don Bosco.
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Ieri giovedì 12 maggio, il Chiostro del Bramante ha fatto da cornice ad un importante evento di solidarietà, organizzato dal Borgo Ragazzi don Bosco, in cui aziende e benefattori hanno potuto toccare con mano quanto sia importante il loro intervento per cambiare le storie di tanti ragazzi in difficoltà.

“Grazie per aver messo la firma sul mio futuro”.

Tariku, 23 anni, originario dell’Etiopia, ringrazia tutti gli ospiti presenti perché con il loro sostegno ha potuto perseguire il suo sogno: lasciarsi alle spalle gli sbagli e i momenti difficili per potersi dedicare alla sua passione più grande, la cucina.

E ha voluto esprimere questo profondo senso di gratitudine, cucinando per gli ospiti presenti. E svela il significato della firma che ognuno di loro ha apposto su una giacca da cuoco:

“L’abito da cuoco che è passato tra i tavoli è stato il mio primo abito da lavoro e simboleggia l’inizio di un cammino che sento di non aver concluso. Ve l’ho fatto firmare perché tempo fa, in qualche modo, avete messo la firma sul mio futuro anche se non mi conoscevate”.

Un futuro che sa di fatica ma anche di ricompensa. Un futuro permeato dagli odori che hanno sempre stimolato la sua memoria, portandolo a ricordare la mamma e lo stare a tavola insieme. Da qui la convinzione che la cucina è un modo per costruire legami con le persone. Un modo per conoscersi anche se non ci si è mai visti.

“Oggi ho cucinato per voi e finalmente possiamo dire che ci siamo conosciuti”

continua Tariku che oggi, pur essendo già Cuoco presso un ristorante a Prati, ha ancora tanta voglia di imparare e crescere nel suo mestiere. E consegna la giacca firmata a don Daniele Merlini, direttore del Borgo Ragazzi don Bosco

“Consegno questo camice a don Daniele perché lo dia ai ragazzi che stanno affrontando oggi il loro percorso, affinché sappiano che dietro alle tante cose che si fanno al Borgo c’è qualcuno che crede nel loro futuro e nella loro felicità”.

“I ragazzi di oggi sono come i ragazzi che incontrava don Bosco nel 1800” afferma don Daniele. “Quando don Bosco visitava i ragazzi in carcere si rendeva conto di quanto si sentissero frustrati e abbandonati tanto da pensare che se ci fosse stato un amico, qualcuno che si sarebbe preso cura di loro non si sarebbero persi.

Noi dobbiamo essere come quegli amici invocati da don Bosco. Prendersi cura dei ragazzi abbandonati, di quelli esclusi dalla società, degli ultimi, diventa così un dovere morale: non solo, quindi, prendersi cura del futuro di ciascun ragazzo ma di tutta la società perché se non ci si prende cura del futuro dei giovani, non ci si prende cura neanche del futuro della società”. E ringrazia gli ospiti con le stesse parole usate da don Bosco “Senza la vostra carità io avrei potuto fare poco o nulla, perciò ve ne esterno la più profonda gratitudine, e ve ne ringrazio dal più intimo del cuore. Le opere che col vostro appoggio ho cominciato non hanno più bisogno di me, ma continuano ad avere bisogno di voi e di tutti quelli che come voi amano promuovere il bene su questa terra”.

Ringraziamo quindi tutti coloro che hanno dimostrato sostegno e vicinanza al lavoro degli educatori e ai progetti rivolti all’inclusione dei minori vulnerabili che il Borgo Ragazzi don Bosco accoglie tutti i giorni. In modo particolare, ringraziamo il Presidente della Regione Lazio, On. Nicola Zingaretti che è vicino da sempre ai nostri ragazzi, il Presidente dell’Assemblea Capitolina, Dott.ssa Svetlana Celli, la Direttrice Artistica del Chiostro del Bramante, Natalia de Marco grata alla provvidenza per averci incontrato e Alessandro Preziosi che ha intrattenuto gli ospiti interpretando alcuni scritti di don Bosco.

Ma un grazie speciale, come sempre, va agli ospiti più importanti, i protagonisti della serata: tutti i ragazzi che prestando il loro servizio all’accoglienza, in cucina e in sala, hanno raccontato, attraverso il loro operato, le storie del Borgo don Bosco.

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Inaugurazione del laboratorio domotico KNX al CFP Borgo ragazzi Don Bosco di Roma

Giovedì 24 marzo presso il Centro di Formazione Professionale Borgo Ragazzi di Roma si è svolta l’inaugurazione del nuovo laboratorio domotico. I diversi interventi hanno fatto leva sul continuo avvicinarsi di scuola e azienda che si concretizza sempre di più.

Di seguito la notizia pubblicata su Salesiani don Bosco Borgo ragazzi:

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Giovedì 24 marzo si è svolta presso il Centro di Formazione Professionale Borgo Ragazzi don Bosco di Roma l’inaugurazione ufficiale del nuovo laboratorio domotico nel contesto del protocollo di formazione internazionale KNX (protocollo di gestione dei sistemi di domotica).

All’evento sono intervenuti:
Luca Allevato – Direttore CFP Borgo Ragazzi Don Bosco
Don Daniele Merlini – Direttore del Borgo Ragazzi don Bosco
Alessandro Chiorri – Direttore Generale CNOS-Fap Regione Lazio
Don Mario Tonini – Direttore amministrativo nazionale CNOS-Fap
Antonio Trovarelli – Schneider Electric
Paola Mattarazzo – Finder
Barbara Saba – Presidente Fondazione Johnson&Johnson
Alessandro Brancaleoni – Amministratore delegato EEA security
Roberto Di Croce – ex allievo

Tutti gli interventi hanno messo in evidenza il processo di collaborazione avviato fra mondo scuola e impresa che si è concretizzato negli anni e che ha portato ad avere una filiera completa per quel che concerne il percorso formativo dei ragazzi (famiglia, cfp, istituzioni, imprese, fondazioni e associazioni filantropiche).

Ognuno ha contribuito negli anni a far si che il laboratorio inaugurato divenga nel territorio un vero punto di riferimento per tutti coloro che a vario titolo vorranno implementare la loro formazione e preparazione nelle nuove tecnologie del settore domotico.

Dopo un breve momento di preghiera, è avvenuto il fatidico taglio del nastro da parte dei formatori Gaetano Capozzi e Sergio Caresia, che hanno guidato il progetto.

La benedizione del laboratorio da parte di Don Daniele Merlini, ha suggellato il momento più profondo e sentito della manifestazione. Gli ospiti tutti, comprese alcune aziende e fondazioni che collaborano da anni con il CFP, hanno avuto modo di apprezzare le tecnologie inserite all’interno del laboratorio domotico sottolineando il fatto che il progetto fin dalle basi embrionali ha visto partecipi attivi anche gli allievi dei corsi di operatore elettrico e tecnico elettrico che si sono succeduti negli ultimi anni di formazione presso il CFP; dal calcolo illuminotecnico dell’impianto led, al cablaggio elettrico di  tutta l’infrastruttura, al montaggio e collaudo di tutti i pannelli didattici.

L’evento ha avuto il suo naturale prosieguo presso il laboratorio di ristorazione, dove gli allievi dei corsi hanno preparato per gli ospiti uno strepitoso buffet apprezzato da tutti.

Tutti gli allievi coinvolti, sono stati apprezzati per la loro professionalità e competenza

 

 

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Borgo Ragazzi Don Bosco Roma, da 74 anni il presidio di Don Bosco voluto da Pio XII

di Alfonso Tesoro, Vice Presidente della Unione Exallievi del Borgo Don Bosco  – dal sito Abitare a Roma.

Ci vorrebbe Don Bosco!

E il Vicario di Cristo volse ai Figli di Don Bosco il proprio sguardo di predilezione, manifestando con accorate espressioni questo Suo desiderio: “Dite ai Salesiani che desideriamo che essi si prendano cura di questi ragazzi abbandonati o traviati e facciano quanto Don Bosco ispirerà loro – Pio XII”.  L’appello a Don Bosco otteneva, così, la più alta sanzione che si fosse potuta desiderare. Esso suonava umano e divino insieme: non si doveva soltanto nutrire, vestire e alloggiare i piccoli infelici, ma si doveva cercare di rieducarne lo spirito con una nuova formazione religiosa, morale, culturale e sociale. Questo appello è raccolto e ufficialmente e autorevolmente diramato ai Salesiani da una circolare del 25 gennaio 1945, dal Vicario del Rettor Maggiore, a Roma.

I salesiani, a Roma, intrapresero ad accogliere i ragazzi più fragili a partire dal 1945, anno in cui termina il secondo conflitto mondiale e l’Italia si ritrova in una situazione di notevole degrado economico e sociale. Non più, quindi sciuscià, non più ragazzi della strada… essi diventano i ragazzi di Don Bosco. I primi ragazzi furono accolti in via Marsala, ma ben preso lo spazio divenne insufficiente e si rese necessaria la ricerca di un posto più capiente. Era la matrice del futuro “Borgo ragazzi di Don Bosco”.

Un giorno alcuni giovani salesiani, tra i quali Don Cadmo Biavati divenuto poi primo direttore del Borgo Don Bosco, furono avvinti da uno spettacolo: a due passi dal Quarticciolo, a pochi passi dal Tiburtino III, dalla Borgata Gordiani, da Centocelle, da Tor Sapienza. Sulla via Prenestina, sorgeva una distesa di capannoni in fila come vecchie sentinelle, come soldati in attesa. Luogo ideale per costruire la nuova casa dei ragazzi accolti. Così, il 20 marzo 1947, si diede il via ufficiale ai lavori. L’opera venne terminata esattamente l’anno seguente, il 22 marzo 1948: il sogno diventa realtà.

La mattina del 22 marzo 1948 un enorme furgone dell’ E.N.D.S.I. (Ente Nazionale per la Distribuzione dei Soccorsi in Italia) scaricò al Borgo tutte le masserizie e verso sera arrivarono i salesiani: il Direttore Don Biavati, Don Pace, Don Roberti, quattro chierici, tre confratelli ucraini inviati dai Superiori di Torino, e altri Sacerdoti salesiani del S. Cuore di Via Marsala.

Da quel giorno i Salesiani cominciarono allora un lavoro paziente e faticoso: 150 ragazzi interni, 200 semiconvittori, 500 esterni. Un piccolo esercito bisognoso di tutto: cibo, vestiti, libri, giocattoli, attrezzi di lavoro, educazione morale e religiosa.

Qui i ragazzi trovarono una casa, una chiesa, campi di pallone, scuole e soprattutto luoghi dove creare relazioni significative. Contemporaneamente, partì l’attività della formazione professionale che continua oggi, anche se mutata nei settori, con il Centro di Formazione Professionale.

Nel 2008, cinquantesimo compleanno del Borgo Don Bosco, fu scoperta la targa marmorea che sanciva la nuova denominazione del parco ex Forte Prenestino: “Parco Don Cadmo Biavati, primo Direttore del Borgo Don Bosco”. Naturalmente fu possibile anche grazie alla sensibilità delle Amministrazioni locali del momento.

Purtroppo, durante un forte temporale verificatosi nel dicembre 2019, un grosso pino adiacente l’insegna, rovinò su di essa mandandola in frantumi. A nulla valsero le segnalazioni inviate il 6 marzo 2020 all’allora Assessore con delega al Verde Pubblico affinché la targa marmorea potesse nuovamente ritrovare la sua degna collocazione.

Mi sono permesso di inoltrare lo scorso dicembre 2021, la stessa richiesta, all’attuale Assessore con delega al Verde Pubblico, Edoardo Annucci, mostrando subito sensibilità al problema e mi ha assicurato il suo interessamento presso il Dipartimento della Toponomastica. Siamo fiduciosi.

 

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