COMUNICATO STAMPA – 18 marzo 2020 D.L. “CURA ITALIA” SERVONO MISURE STRAORDINARIE ANCHE PER SCUOLE PARITARIE

Nella drammatica situazione venutasi a creare nel nostro Paese a causa del Coronavirus, le scuole italiane non hanno rinunciato alla loro missione educativa e formativa, rispondendo in modo significativamente propositivo e dinamico alla sospensione delle consuete attività didattiche. Lo sforzo, in atto in moltissime scuole, di mantenere vivo e vitale, a partire dalla scuola dell’infanzia, il rapporto tra gli insegnanti, i loro alunni e le stesse famiglie, utilizzando nella scuola primaria e secondaria la didattica online, nonché la disponibilità all’aiuto reciproco tra scuole, stanno documentando ancora una volta quanto sia importante e strategico, anche in funzione della tenuta sociale, il nostro sistema di istruzione. Moltissime scuole paritarie, da parte loro, si sono rapidamente organizzate per far fronte all’emergenza e stanno offrendo una luminosa testimonianza di positività e profondità di rapporto fra docenti, alunni e genitori, indicando a tutto il Paese una opportunità di speranza affinché la paura non diventi la chiave di lettura delle circostanze attuali. Non vi è dubbio che l’emergenza Coronavirus stia già causando gravissimi danni economici e finanziari anche alle scuole paritarie. In tale contesto apprezziamo l’avvio (con la firma dell’annuale decreto ministeriale) dell’iter per la erogazione ordinaria dei pur modesti contributi previsti dalla legge di bilancio alle scuole paritarie. Ci auguriamo che la fase degli adempimenti conseguenti, in particolare da parte degli Uffici Scolastici Regionali e Territoriali, sia svolta con procedure eccezionalmente rapide viste le gravi difficoltà finanziarie che le scuole stanno oggi vivendo. Apprezziamo altresì il contenuto del decreto-legge “Cura Italia”, con particolare riferimento alle misure di sostegno previste per le famiglie con figli minori e al potenziamento degli ammortizzatori sociali, anche in deroga alle regole ordinarie, data l’eccezionalità, senza precedenti, della situazione in corso. Chiediamo di garantire un rapido accesso alla Cassa Integrazione in deroga, al FIS e a tutti gli ammortizzatori sociali. Al fine di sostenere anche le scuole paritarie in questo momento emergenziale, non essendo ancora previsti aiuti specifici nell’attuale decreto-legge. Proponiamo la adozione delle seguenti misure: istituzione di un fondo straordinario adeguatamente finanziato per la erogazione di contributi aggiuntivi alle scuole paritarie per l’anno scolastico 2019/2020, a tutela dei propri dipendenti e del servizio svolto alle famiglie; detraibilità integrale delle rette pagate dalle famiglie per la frequenza scolastica e per i servizi educativi nelle scuole paritarie nel corso del 2020; accesso ai fondi previsti per le “Piattaforme didattiche a distanza” anche per le scuole paritarie; azzeramento delle imposte (ires, irap …) e i tributi locali nel 2020, per tutte le realtà educative e scolastiche no profit le scuole paritarie. 

La grande prova di unità e di corresponsabilità che sta dando il popolo italiano in questo periodo di grande difficoltà è frutto di un’educazione radicata su comuni e profondi valori della nostra civiltà. Anche la possibilità di ripartire – speriamo a breve – non può che fondarsi sulla educazione delle persone, a partire dalle generazioni più giovani. Sostenere tutta la scuola italiana oggi costituisce il miglior investimento per il presente e il futuro del nostro Paese. 

Roma, 18 marzo 2020 

Giancarlo Frare – Presidente nazionale AGeSC Marco Masi – Presidente nazionale CdO Opere Educative Pietro Mellano – Presidente nazionale CNOS Scuola Marilisa Miotti – Presidente nazionale CIOFS scuola Giovanni Sanfilippo – Delegato nazionale per le Relazioni Istituzionali FAES Virginia Kaladich – Presidente nazionale FIDAE Luigi Morgano – Segretario Nazionale FISM *Con l’approvazione e il sostegno delle presidenze nazionali della CISM (Conferenza Italiana Superiori Maggiori) e dell’USMI (Unione Superiore Maggiori d’Italia) 

 

Guida alla didattica online

Una guida per direttori, presidi e insegnanti su come utilizzare al meglio la didattica online per i loro studenti: strumenti, video, documenti sempre in aggiornamento

Il prof ti viene a prendere attraverso la webcam – Il Sole 24 Ore

Si riporta di seguito un interessante articolo dedicato a queste giornate di emergenza, in particolare per ciò che riguarda le modalità di apprendimento e il rapporto tra alunni e insegnati, grazie all’intervista su Il Sole 24 Ore a Daniela Lucangeli, psicologa dello sviluppo, prorettrice dell’università di Padova. Di seguito l’articolo a cura di Maria Piera Ceci, pubblicato il 16 marzo 2020.

Quello che stiamo vivendo in questi giorni di chiusura delle scuole per l’emergenza coronavirus è un passaggio epocale. Ne è convinta Daniela Lucangeli, psicologa dello sviluppo, prorettrice dell’università di Padova, in libreria con «Cinque lezioni leggere sull’emozione di apprendere», edito da Erickson.

Professoressa, perché passaggio epocale?

Per la situazione che stiamo vivendo, la didattica a distanza, che in realtà non è una nuova tecnologia, ma una tecnologia quasi primitiva rispetto a quella che potremmo adoperare, ha fatto una rivoluzione. È la prima volta che non sono i ragazzi ad andare a scuola, ma è la scuola che va ai ragazzi. Questa non è un’osservazione banale perché questo cambia completamente il meccanismo di significato con cui viene letta, perché la tecnologia, invece di essere qualcosa che sostituisce la presenza del professore, è qualcosa che consente la presenza del professore.

È questa la rivoluzione. Questa non è didattica a distanza nel senso che è mediata tecnologicamente, come potevamo immaginarci solo quindici giorni fa. Questa é tutt’altra cosa perché il messaggio che dà ai ragazzi è: attraverso un mezzo, viene da te il tuo adulto di riferimento. Non è una tecnologia che sostituisce l’adulto, ma una tecnologia che consente la connessione con il proprio docente, con la propria scuola, con i propri compagni. Quindi diventa esattamente ciò che è: un media perfetto. Siamo di fronte ad un passaggio epocale che va compreso, che ci fa capire il giusto senso dell’utilizzo della tecnologia. Il positivo in questo è che la tecnologia come media in questo caso consente la connessione umana al professore, alla società. La tecnologia che fa la tecnologia e non che fa qualcosa al posto nostro. A cui non viene più affidato il compito di impegnare il nostro tempo e di risolvere le nostre difficoltà, ma la tecnologia in cui l’umano utilizza un mezzo per arrivare all’altro umano.

Ma a livello di apprendimento cambia qualcosa? Il fatto di assistere alla lezione in pigiama dalla propria cameretta come cambia l’apprendimento? La didattica a distanza è più o meno efficace di quella tradizionale?

A livello di apprendimento abbiamo esattamente quello che avremmo in presenza di un docente, la videolezione non fa qualcosa di diverso da quello che fa il docente in presenza. Ma il processo di apprendimento non passa attraverso la via cognitiva o prestazionale, bensì attraverso una via di significati nuovi che sono significati emotivi, affettivi. Cambia il potere emozionale, perché quella lezione verrà ricordata dai ragazzi con emozioni di vicinanza dell’adulto, di alleanza dell’adulto, di impegno del docente, di volontà di andare ad aiutarli e a evitare la paura che si scatenando in questo momento di emergenza coronavirus. L’apprendimento con la lezione a distanza consente é accompagnata da emozioni positive e per questo è molto efficace, non perché sia diversa la lezione in quanto non cambia nulla se il ragazzo vede l’insegnante dal vivo in cattedra o su uno schermo del computer. Cambia proprio il significato. Con la lezione a distanza il professore dice al ragazzo: «Io ti vengo a prendere attraverso la webcam». E le emozioni non sono qualcosa di esterno all’apprendimento. Quando io apprendo una cosa, se sperimento paura, tutte le volte che la riprendo dalla memoria, riprendo anche la paura. In questo caso i ragazzi, ogni volta che riprenderanno dalla memoria quello che ha spiegato il professore in quell’ora attraverso la lezione a distanza, riprenderanno emozioni che gli dicono: «Tu sei importante per la tua scuola, tu vali». E l’apprendimento si fissa sulla memoria emozionale, che in questo caso ha un significato molto potente.

Quindi cambierà per sempre il rapporto fra alunni e insegnanti? Quando i ragazzi torneranno a scuola, rivedendo quell’insegnante che è stato loro vicino attraverso le lezioni a distanza, recupereranno quella dimensione di fiducia.

Certamente. Dopo le lezioni a distanza, l’apprendimento per i ragazzi sarà warm, caldo, che si fonda su memorie profonde, che sono le memorie che ricorderanno per sempre agli studenti che quell’esperienza è accaduta per loro. E questa esperienza, quando l’avremo superata, se avremo la consapevolezza che la tecnologia è un mezzo, ci cambierà anche nella voglia di utilizzarla nella didattica del quotidiano. Questo mezzo consente infatti che a guidare il processo sia il docente, ma che la fase di apprendimento autonomo sia affidata al ragazzo con fiducia.

Quindi gli insegnanti che non stanno contattando in qualche modo i loro alunni, perché non hanno le competenze tecniche per farlo o perché non hanno ricevuto alcuna formazione in tal senso, stanno perdendo un’occasione importante di vicinanza con i ragazzi con cui faranno i conti poi?

Infatti il mio appello agli insegnanti è di inviare agli studenti almeno un messaggio vocale, di non sprecare questa occasione. Non c’è bisogno di chissà quale competenza tecnologica. Perché anche in un banale messaggio vocale c’è una forza che dice: “Io mi ricordo di te e sono con te oggi, in questo momento in cui tu sei forzatamente a casa. La scuola è con te”. Il mio è un appello agli insegnanti perché si sveglino, perché sarà importante anche per il prosieguo dell’attività didattica e del rapporto con i loro studenti.

Il Sole 24 Ore

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Anche il Pio XI di Roma promuove la formazione a distanza per i propri studenti

Pubblichiamo il comunicato stampa dell’Istituto Pio XI di Roma sulla formazione a distanza in vigore dal 9 marzo.

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Il Formatore al Centro, gli allievi, dalle loro abitazioni, grazie a tablet e smartphone, telecamera puntata in volto, seguiranno dalla propria stanza la lezione, e tra un download di un file e un video da guardare possono alzare la mano e fare delle domande. 

Questo è quello che accadrà da lunedì 9 Marzo 2020 con i 216 allievi del Centro di Formazione Professionale Pio XI, dell’Ente Cnos-Fap Lazio (Centro Nazionale Opere Salesiano – Formazione Aggiornamento Professionale). Tutti pronti, connessi sulla piattaforma Meet di Google, ad iniziare la sperimentazione della Formazione a Distanza, che permetterà loro di seguire le lezioni in video conferenza. Una sperimentazione che ha trovato il pieno sostegno anche dei genitori, grati per questa opportunità messa a disposizione dei propri figli. 

Il Centro di Formazione Professionale Pio XI dal 1932, sul territorio di Roma Tuscolana, si occupa di erogare corsi di Formazione Professionale, nello specifico corsi di Grafica, Stampa e dallo scorso anno anche quelli del settore del benessere. Corsi totalmente gratuiti e finanziati dalla Regione Lazio. 

In attesa di poter riabbracciare tutti i ragazzi al Centro e riprendere il regolare corso dell’anno formativo, di ritrovare i loro laboratori e il loro cortile, il collegio formatori si è interrogato su cosa fare in questo periodo di inattività formativa. 

In quanto Centro Salesiano, con attenzione alla persona oltre all’aspetto professionale e professionalizzante, e prendendo spunto da altre esperienze dell’Ente in regioni quali Veneto e Lombardia, l’idea del collegio è stata quella di non lasciare i ragazzi da soli ma trovare dei momenti di incontro con loro e soprattutto di crescita personale e professionale. 

Per fare ciò, tutti i formatori, nella giornata di Venerdì 6 Marzo hanno svolto un’attività di formazione per essere pronti a questa nuova metodologia di lavoro. Nella stessa giornata i tutor di annualità, alcuni formatori esperti ed il direttore di Centro, prof. Marco Tarisciotti, hanno incontrato gli allievi in video conferenza e illustrato loro il progetto e le modalità della nuova didattica. 

Tutto ciò sarà possibile perché nel Centro, già da qualche anno, i ragazzi utilizzano le nuove tecnologie. La didattica è completamente digitale, grazie all’utilizzo di tablet per le materie teoriche. Questo ha permesso, in tempi ridotti, di partire con questo tipo di sperimentazione. 

Certo mancherà a tutti gli allievi la formazione nei laboratori: quelli di grafica multimediale, di stampa e allestimento, di Estetica. 

Quello che gli allievi sperimenteranno nelle prossime ore saranno lezioni di recupero o attività interdisciplinari, con la possibilità di svolgere esercitazioni, realizzazione prodotti e permettere ai ragazzi di acquisire nuove competenze in ambito digitale e nello specifico di smart-working. 

L’auspicio del collegio formatori è di far vivere agli studenti e le studentesse con responsabilità e curiosità questo tempo e le nuove modalità di apprendimento che saranno offerte alla loro attenzione. Si tratterà di coltivare un atteggiamento di coinvolgimento, approfondimento, impegno e crescita personale. 

 

Smart School, le esperienze delle scuole salesiane

Con il decreto della Presidenza del Consiglio dei ministri del 4 marz0 che prevede la chiusura delle scuole di ogni ordine e grado fino al 15 marzo, le scuole salesiane si sono organizzate – specialmente nelle Regioni dove la scuola era giù chiusa – con la modalità della Smart School.

A Brescia, ha scritto all’ANSA don Marco Begato, Coordinatore della Didattica del Liceo Don Bosco di Brescia “Abbiamo iniziato da lunedì 2 marzo prima collegio docenti via Meet Hangouts, poi lezioni caricate su Drive e Calendar. Infine Meet e Hangouts per il contatto quotidiano e frequente docente-alunno. Riscontri eccellenti per professori e studenti”

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L’Istituto Salesiano “San Marco” di Mestre è “Apple Distinguished School”, grazie all’esclusivo accordo con Apple che fornisce gli strumenti all’istituto (gli iPad per docenti e studenti) e sfrutta la piattaforma “Google Classroom”, applicativo della suite che Google mette a disposizione delle scuole. Il tutto per garantire una formazione continua e aggiornata, oltre la tradizionale lezione in aula.

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Notte Nazionale del Liceo Classico: iniziative a Villa Sora e al liceo Valsalice

Spettacoli teatrali, musica, dibattiti, cineforum, degustazioni a tema ispirate al mondo antico e quant’altro la fantasia e l’energia di studenti e docenti saprà mettere in atto: venerdì 11 gennaio, dalle ore 18 fino alla mezzanotte, in 433 Licei classici in ogni parte d’Italia prenderà vita la quinta edizione della Notte Nazionale del Liceo Classico. Si tratta di uno degli eventi più innovativi ideati dalla scuola per promuovere il valore della cultura umanistica e l’attualità del suo studio.

Per la scuola salesiana saranno due i licei classici a partecipare: Villa Sora a Frascati (ICC) e il liceo Valsalice (ICP).

Per Villa Sora, l’appuntamento è venerdì 17 gennaio: le aule del centenario istituto salesiano “Villa Sora” si animeranno di laboratori e attività per la celebrazione del patrimonio del mondo classico a cui attingono le radici della nostra cultura. La Notte nazionale del liceo classico sarà inaugurata alle ore 18,00 da un intervento di grande prestigio: la presentazione dell’ultimo libro di Giulio Ferroni, L’Italia di Dante. Le celebrazioni procederanno con gallerie di lavori artistici, la premiazione del concorso letterario, attività proposte dagli studenti che sono i protagonisti assoluti della serata.

Al liceo Valsalice, sempre il 17 gennaio, dalle ore 18.30 inizierà un programma di attività che avrà come tematica principale: “Io e l’altro. Il liceo classico al centro del dialogo tra noi e lo straniero”. Ospite lo scrittore Enrico Remmert.

Scuola, la rappresentanza dei Salesiani al convegno dei Superiori Religiosi sulla libertà di scelta educativa

Giovedì 14 novembre si è svolto il convegno “Autonomia, parità e libertà di scelta educativa in Italia e in Europa” promosso da Usmi e Cism (con il patrocinio del Senato e della Cei), al quale ha partecipato una rappresentanza della scuola salesiana: don Roberto Dal Molin, presidente del CNOS e referente scuola per il CISM nel consiglio nazionale della scuola cattolica della CEI, don Giuliano Giacomazzi, ispettore delegato CISI per la scuola, i delegati della scuola del Piemonte, il prof. Mauro Pace dal Piemonte, don Lorenzo Teston e don Nicola Toffanello dal Triveneto, don Francesco Marcoccio, delegato Scuola della ICC con don Gino Berto, direttore dell’istituto Pio XI di Roma. Una presenza, quella salesiana, che rappresenta le 101 scuole in Italia con oltre 22mila studenti, oltre ai 64 Centri di formazione professionale con i loro oltre 26mila ragazzi.

All’incontro hanno partecipato il cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della CEI e la presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, la quale ha sottolineato come “La legge 62 molto ha fatto per dare vita a principi costituzionali, ma non ha prodotto i risultati sul piano sostanziale”. Il presidente della CEI, invece, ha dato un dato: “Negli ultimi 10 anni hanno chiuso mille istituti, ma non dobbiamo indurci a considerazioni pessimistiche. Ci sono anche tante realtà in cui le scuole aprono per dare risposta alla domanda di educazione cristiana che le famiglie desiderano per i propri figli”. Da parte sua, don Roberto Dal Molin ha detto: “In Italia il sistema scolastico è egualitario sulla carta, ma nei fatti non rimedia le differenze tra gli studenti legate al contesto familiare, sociale ed economico”.

Osservazioni sul DL 126/2019 (cd “salvaprecari”): AGeSC, CdO Opere educative, CNOS/Scuola, CIOFS scuola, FAES, FIDAE, FISM

Si riceve e si inoltra il comunicato stampa dell’AGeSC, CdO Opere educative, CNOS/Scuola, CIOFS scuola, FAES, FIDAE, FISM con le osservazioni relative al DL 126/2019 (cd “salvaprecari”) e all’avvio dell’iter parlamentare di conversione in legge dello stesso decreto.

AGeSC, CdO Opere educative, CNOS/Scuola, CIOFS scuola, FAES, FIDAE, FISM

COMUNICATO STAMPA 6 novembre 2019

Alla luce delle previsioni del DL 126/2019 (cd “salvaprecari”) e dell’avvio dell’iter parlamentare di conversione in legge dello stesso decreto, ritenendo significativa l’intervenuta apertura ai docenti “precari” delle paritarie e ritenendo che si possano fare ulteriori passi avanti, formuliamo alcune osservazioni/richieste.

1) In primo luogo chiediamo che il “concorso ordinario” per i docenti della scuola secondaria di cui al d.lgs. n. 59/2017 (capo II e art. 17), concorso che ha anche valenza abilitante, venga bandito immediatamente. Il recente D.L. n. 126/2019 all’art. 1 prevede che le due procedure (ordinaria e straordinaria) vengano bandite contestualmente entro il 2019. Mentre sulla procedura straordinaria (oggetto del DL) nei prossimi giorni dovranno pronunciarsi sia la Camera sia il Senato (il DL va convertito in legge entro il 30/12/2019), sulla procedura ordinaria il Miur potrebbe sin da ora procedere all’indizione del relativo bando (al fine di ottemperare realmente all’impegno preso di bandirlo entro il 2019). Poiché anche tale procedura concorsuale prevede una possibilità abilitante, ed è aperta a tutti i docenti in possesso dei necessari titoli di studio, come scuole paritarie chiediamo che al più presto venga data ai giovani laureati la possibilità di abilitarsi in base a quelle che sono le norme attuali (d.lgs. n. 59/2017 come modificato dalla legge di bilancio 2019). 

2) Sul D.L. n. 126/2019 chiediamo che: – per i docenti con tre anni di servizio nelle paritarie (art. 1 comma 7) sia previsto come necessario il superamento di una sola prova concorsuale (non di due prove, come attualmente previsto ex art.1 comma 9 lettera d) e comma 13 lettera c) ); – sia precisato che tali docenti, nell’anno scolastico in corso al momento della prova, possano essere titolari di un contratto di lavoro a tempo determinato o anche indeterminato (vi sono docenti infatti non abilitati che, viste le norme sul lavoro, sono stati assunti a tempo indeterminato ancorché ancora non abilitati); – venga valutato, al pari di quello prestato presso Istituti Statali e/o paritari anche il servizio svolto presso i centri di formazione professionale, limitatamente ai corsi accreditati dalle Regioni per garantire l’assolvimento dell’obbligo di istruzione (tale equiparazione è già stata effettuata in relazione alle graduatorie di terza fascia del personale docente e a precedenti bandi TFA/PAS). 

3) La recente legge n. 145/2018 (legge di bilancio 2018) ha modificato il d.lgs. n. 59/2017 (sul sistema di formazione iniziale e reclutamento dei docenti). 

In base al riformato art. 5 di tale norma, per partecipare ai concorsi per la assunzione a tempo indeterminato nei ruoli statali i docenti della scuola secondaria devono: 

– essere abilitati, oppure – essere in possesso, congiuntamente, della laurea magistrale, coerente con la classe di concorso richiesta, e di 24 crediti formativi universitari (CFU) nelle discipline psico-pedagogico-didattiche. I vincitori del concorso statale, nel primo anno, devono sostenere e superare un percorso di formazione iniziale e prova (per la conferma in ruolo). Chiediamo che con norma primaria venga riconosciuta formalmente alle scuole secondarie paritarie, ai fini del rispetto dei requisiti richiesti dalla Legge 62/2000, la possibilità di utilizzare (oltre ai docenti abilitati) anche docenti in possesso dei titoli di studio (laurea magistrale e 24 CFU) richiesti oggi dalle norme sopra riportate per poter accedere al concorso per l’assunzione a tempo indeterminato nei ruoli statali. 

4) Il decreto dignità ha ristretto notevolmente la possibilità di ricorrere ai rapporti di lavoro a tempo determinato. Questo sta comportando gravi problemi per il mondo della scuola (anche per il mancato avvio da parte del Miur di adeguate procedure abilitanti e di specializzazione sul sostegno). Chiediamo di prevedere, in norma primaria, la possibilità che i CCNL del settore scuola disciplinino i casi in cui si possa derogare alle regole ordinarie in materia di ricorso ai contratti a termine (in particolare per la assunzione di personale di scuola secondaria non abilitato e di docenti di sostegno non specializzati). 

Roma, 6 novembre 2019 

Giancarlo Frare – Presidente AGeSC
Marco Masi – Presidente CdO Opere Educative
Pietro Mellano – Presidente CNOS Scuola
Marilisa Miotti – Presidente CIOFS scuola
Giovanni Sanfilippo – Delegato per le Relazioni Istituzionali FAES
Virginia Kaladich – Presidente FIDAE
Luigi Morgano – Segretario Nazionale FISM 

Torre Annunziata: nasce “Casa Valdocco” contro la dispersione scolastica

A Torre Annunziata (NA) nasce “Casa Valdocco“, un centro polifunzionale contro la dispersione scolastica dei minori, che darà inizio alle proprie attività a partire dal 1° agosto.

Si riporta l’articolo pubblicato su La Repubblica giovedì 5 luglio 2019 nella sezione di Napoli, a cura di Mauro De Riso.

Torre Annunziata: nasce “Casa Valdocco”, centro polifunzionale contro la dispersione scolastica dei minori
Don Antonio Carbone, presidente della onlus “Piccoli grandi sogni”

Il progetto della onlus “Piccoli grandi sogni“: le attività inizieranno il 1 agosto, con trenta minori inviati dai Servizi sociali.

Un centro per minori, per contrastare il fenomeno della dispersione scolastica. Dal settore politiche sociali del Comune di Torre Annunziata arriva l’autorizzazione per l’attivazione del centro diurno polifunzionale per minori denominato “Casa Valdocco” in via Margherita di Savoia.

Trova così concretezza l’idea di don Antonio Carbone, parroco dei salesiani e presidente dell’associazione “Piccoli grandi sogni onlus”, che dal 1 agosto darà il via all’attività del centro, in cui potranno essere ospitati fino a 30 minori inviati dai servizi sociali del luogo e del comprensorio. Casa Valdocco funzionerà anche al pomeriggio con una serie di attività di carattere ludico e didattico per i piccoli ospiti che necessitano di un supporto non solo scolastico, ma anche e soprattutto affettivo.

In un territorio di frontiera, dunque, il centro polifunzionale per minori rappresenta una chiave di volta per sottrarre i ragazzi alla strada ed impedire alla malavita di reclutare chi vive in condizioni di disagio, attraverso un’attività di prevenzione mirata a incoraggiare l’istruzione e l’educazione, favorendo l’integrazione nella società civile.

Visita il sito ufficiale

Italia Centrale, la scuola interculturale popolare Skolé del Borgo Ragazzi Don Bosco compie 15 anni

500 ragazzi, 38 nazionalità, più di 200 volontari: nel cuore del V Municipio di Roma, la scuola interculturale popolare Skolé del Borgo Ragazzi don Bosco, da 15 anni è sinonimo di accoglienza, prevenzione ed inclusione sociale. Per festeggiare i 15 anni di presenza sul territorio, Skolé organizza una conferenza dal titolo “La convivialità delle differenze – da 15 anni a servizio degli adolescenti del V Municipio” che si terrà martedì 4 giugno 2019 dalle ore 18.00 alle ore 20.00 presso il Borgo Ragazzi don Bosco in via Prenestina 468 (Roma): ragazzi ed operatori si racconteranno con storie di ieri e speranze del domani.

Nata per prevenire l’abbandono scolastico, per promuovere la socializzazione e l’autonomia del minore, il dialogo interculturale e per favorire l’inclusione sociale, vuole essere oggi anche buona prassi da replicare sul territorio, ampliando la collaborazione con alcuni servizi presenti nella città di Roma Capitale (scuole, associazioni sportive, Rete Scuola Migranti, …).

Interverranno:
don Daniele Merlini – direttore del Borgo Ragazzi don Bosco
Prof. Luigi Calabretta – ideatore ed educatore del progetto Skolé
Dott. Maurizio Puce – formatore e coordinatore del progetto (2006/2016)
Dott. Marco Carli – educatore ed attuale coordinatore del progetto
Alcuni ragazzi che hanno partecipato al progetto
Modera l’incontro Dott. Alessandro Iannini – responsabile dell’area “Rimettere le Ali” del Borgo
Ragazzi don Bosco

Skolé è rivolta a ragazzi italiani e stranieri di età compresa tra gli 11 ed i 16 anni, che vivono una situazione di disagio sociale e familiare e che sono a rischio di dispersione scolastica. Favorisce
processi di integrazione scolastica, linguistica e sociale, offrendo un accompagnamento all’esercizio dello studio e organizzando laboratori ed attività ricreative. È una proposta educativa
offerta dal Borgo Ragazzi don Bosco, opera salesiana che da più di 70 anni è al servizio dei giovani in difficoltà sociali, economiche e/o familiari.