Piemonte, festeggiati i 25 anni della Comunità Harambée

Nella serata di ieri, mercoledì 24 marzo, si sono festeggiati online i 25 anni di vita della Comunità Harambée con il contributo video mandato in onda su YouTube: un racconto, una storia fatta di storie per le persone che ci sono state, ci sono e ci saranno.

Il commento di don Domenico Ricca in merito ai festeggiamenti:

“Ascoltarvi da Torino mi emoziona tantissimo….perché celebrare vuol dire non dimenticare la difficoltà dei primi passi…sapersi voltare indietro non per rimpiangere ma per ringraziare e per dire che andare avanti ancora si può, si deve. È la nostra responsabilità educativa, è la nostra azione pastorale ed educativa di salesiani, perché questo ce lo chiede don Bosco, oggi come sempre…”

Italia – Attività di volontariato, laboratori e sport… Il Centro Diurno “Casa Valdocco” riparte

Dal sito dell’agenzia salesiana ANS.

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(ANS – Torre Annunziata) – La presenza salesiana a Torre Annunziata, un comune della periferia di Napoli, rappresenta un’oasi educativa in un territorio ricco di sfide, notevolmente accresciute e aggravate, peraltro, dalla pandemia. Per questo la riapertura del Centro Diurno salesiano “Casa Valdocco”, animato dai salesiani e dai loro collaboratori laici, dopo quasi due mesi di chiusura dovuta all’emergenza Covid-19, è un raggio di speranza per quei ragazzi che più di altri hanno bisogno di una presenza amica al loro fianco.

I minori che frequentano il centro diurno vi vengono inviati dai servizi sociali dell’ambito N.30 (Comuni di Torre Annunziata, Boscoreale, Boscotrecase, Trecase), su segnalazione delle scuole e dal Servizio Sociale del Centro di Giustizia Minorile per percorsi di giustizia riparativa.

Si tratta di ragazzi quindi che hanno già dei contesti difficili alle spalle e che hanno trascorso gli ultimi mesi sperimentando ulteriori difficoltà. “Sono rimasti chiusi nelle loro case, dove spesso, in una sola stanza si tentava di seguire la Didattica a Distanza (DAD) condividendo lo stesso telefonino tra più fratelli, impossibilitati ad un confronto con i coetanei e gli educatori” spiega don Antonio Carbone, Direttore dell’opera salesiana di Torre Annunziata.

In questo anno di DAD i salesiani e i loro collaboratori laici presso Casa Valdocco hanno messo in atto tante strategie per diminuire la crescente evasione scolastica. E ora che il centro può finalmente ripartire, hanno previsto una rimodulazione delle attività e degli interventi educativi rivolti ai tantissimi ragazzi seguiti dagli operatori del Centro.

Si parte dalle 8.30 per favorire coloro che non riescono per vari motivi a partecipare alla DAD, e si continua nel pomeriggio con lo spazio studio e i laboratori.

L’aspetto innovativo della nuova fase di questo servizio è la realizzazione di una comunità educante in cui è favorita l’esperienza dell’educativa all’aperto, ulteriore a quella tradizionale al chiuso: una prospettiva di uscita dallo spazio fisico del Centro Diurno in favore di una strategia educativa in cui far confluire le esperienze sociali, culturali, sportive e di volontariato della rete territoriale.

I circa 40 ragazzi beneficiari vengono coinvolti, ad esempio, in progetti di volontariato, come pure in interventi di riqualificazione urbana. In questo modo, oltre a godere degli spazi aperti e a ricevere contenuti educativi, agiscono anche in favore della collettività.

Le attività sono le più varie e prevedono laboratori di legalità, scrittura creativa e riciclo artistico, senza dimenticare i corsi e laboratori di pizzeria, box, pasticceria, caffetteria, vela, volley, calcio, danza, rugby, piccoli lavori artistici…

Il tutto, grazie alla progettualità, ai servizi integrati e alle collaborazioni sviluppate dalla onlus “Piccoli Passi Grandi Sogni aps” appartenente alla rete di Salesiani per il Sociale APS.

“La cultura della cura come percorso di pace”: XV Incontro nazionale dei giovani in servizio civile

L’annuale incontro dei giovani in servizio civile degli enti del TESC (Tavolo Ecclesiale sul Servizio Civile: Caritas Italiana, Fondazione Migrantes, Ufficio nazionale per la Cooperazione Missionaria tra le Chiese, Ufficio nazionale per i Problemi Sociali e il Lavoro, Servizio nazionale per la Pastorale Giovanile, Azione Cattolica Italiana, ACLI, AGESCI, Confederazione nazionale delle Misericordie d’Italia, Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, Confcooperative-Federsolidarietà, Cenasca-Cisl, Centro Sportivo Italiano, Volontari nel mondo-FOCSIV, G.A.V.C.I., Salesiani per il Sociale APS, CDO Opere Sociali, Anspi, Unitalsi) si terrà venerdì 12 marzo, nella data che fa memoria di San Massimiliano di Tebessa, giovane martire per obiezione di coscienza che nel 295 d.C. scelse la pace rifiutando, come cristiano, di prestare il servizio militare nell’esercito romano e per questo fu ucciso.

In questa data il TESC propone ogni anno ai giovani di tutta Italia che svolgono il servizio civile una giornata di incontro, di riflessione e di festa. Come San Massimiliano, che con il suo gesto ha comunicato al mondo un messaggio di pace, così quanti scelgono il servizio civile oggi raccontano la loro scelta di pace, servizio e responsabilità ad altri giovani.

Questa XV edizione, che si svolge per la prima volta online (quella in presenza dello scorso anno non fu realizzata a causa dell’inizio della pandemia da COVID-19), prende spunto dal tema del messaggio del Papa per la Giornata mondiale della pace 2021 “La cultura della cura come percorso di pace” e ricorderà anche i 20 anni dall’istituzione del servizio civile su base volontaria ed aperto anche alle donne con la legge delega n. 64 del 6 marzo 2001.

Titolo dell’incontro:  La cultura della cura come percorso di pace

Programma: 

Saluto di benvenuto a nome del TESC (don Francesco Soddu, Caritas Italiana)

Video: Lettura degli Atti di san Massimiliano (Enrico M. Falconi)

Saluti

Flavio Siniscalchi, Capo Dipartimento Politiche giovanili e Servizio Civile Universale

Rappresentanza nazionale Volontari*

Il servizio civile e la cura delle persone: per costruire la pace

Conduce: Antonella Ventre

Riflessione sul messaggio del Papa (don Renato Sacco, Pax Christi)

Testimonianze (video/in collegamento) di volontari impegnati in attività anti-Covid

2001-2021: 20 anni di servizio civile volontario

Intervento (Emilio Del Bono*)

Intervento video (don Michele Falabretti, Servizio Nazionale per la Pastorale Giovanile)

Intervento Primo Di Blasio (Focsiv)

Intervento di Claudia Barsanti (Misericordie)

Testimonianze di ex-volontari servizio civile:

  • Chiara Pinaroli (Caritas Italiana, Milano 2001)
  • Chiara Martinelli (Focsiv, Benin 2007)

Testimonianze di ex-volontari (un volontario all’estero, un immigrato volontario)*

Clip video:

  • I papi e il servizio civile
  • I presidenti della Repubblica e il servizio civile
  • Gli spot istituzionali del servizio civile
Canale Youtube Caritas
Pagina Facebook Caritas

 

Osservatore Romano – Una scuola nuova

Sull’edizione cartacea e online de L’Osservatore Romano di oggi, 23 febbraio, è uscito un articolo che parla dei progetti “UsAid – “La risposta del VIS, Salesiani per il sociale Aps e CNOS-FAP all’emergenza COVID-19 in Italia – Salesian Solidarity with Italy: the Emergency Response to COVID-19” e di “Dare di più a chi ha avuto di meno”.

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È un progetto che si protrarrà oltre l’estate, probabilmente fino a ottobre, quello voluto e finanziato dall’agenzia governativa di sviluppo UsAid, per far fronte all’emergenza conseguente al covid-19. In partnership con Salesian Missions, associazione presente in oltre 100 Paesi del mondo, sono stati destinati a circa 24.000 tra studenti, insegnanti, migranti e rifugiati di 16 regioni italiane più di 470 dispositivi tra tablet e pc, allo scopo di rispondere all’emergenza educativa e sociale che è andata, in questi mesi, a sovrapporsi all’emergenza sanitaria.

Tra le conseguenze della pandemia si registrano, infatti, nei quartieri e nelle periferie delle città italiane, un marcato aumento della dispersione scolastica tra gli studenti in condizioni di maggiore fragilità, una maggior disuguaglianza tra i minori che hanno accesso agli strumenti didattici e quelli emarginati dalla scuola a distanza, tra le famiglie con maggiori mezzi, anche culturali, e quelle più vulnerabili.

Mitigare l’impatto di una crisi in cui, secondo una recente ricerca, sempre più diffusi sono i problemi di connettività (44,7 per cento), di mancanza di dispositivi (42%) e di incapacità di utilizzo dei software (25,9%) richiede interventi che agiscano su più fronti e non occasionali, ma inseriti in percorsi di recupero e accompagnamento, tesi a costruire relazioni sociali che siano di modello e guida per i più giovani, disorientati dal venire meno del contatto diretto con i coetanei e con gli educatori, in passato alimentati nel contesto scolastico e nei circuiti parrocchiali.

Anche per questo, il progetto prevede la sperimentazione, in alcuni comprensori, di nuove modalità di insegnamento per le materie laboratoriali, ricorrendo, in aula, alla realtà virtuale. Questa strada è stata scelta dai missionari salesiani, nella convinzione che limitarsi alla distribuzione di dispositivi per la connessione non avrebbe potuto sortire sufficienti benefici: i ragazzi, in particolari se provenienti da situazioni difficili di solitudine o emarginazione, vanno seguiti nella crescita, per evitare che siano esposti ad ulteriori rischi.

Così, a partire da Torre Annunziata, è nata l’idea delle Aule Dad: «Grazie al progetto “Dare di più a chi ha avuto di meno”, teso al contrasto della povertà educativa minorile, finanziato durante il primo lockdown dai fondi dell’impresa sociale Con i bambini, abbiamo raggiunto un accordo con l’istituto Giacomo Leopardi, per poter continuare a seguire da casa i bambini in Dad», spiega Rino Balzano, assistente sociale dell’associazione Piccoli passi grandi sogni di Torre Annunziata. Fondamentale, infatti, è non disperdere i frutti di un’esperienza di dialogo e vicinanza durata nei mesi dell’isolamento, quel legame di confidenza e apertura essenziale per gli adolescenti.

Un progetto, unico e di grande valore, anche perché flessibile. Nella seconda fase del lock-down, infatti, quando le uscite erano consentite, ma le lezioni in presenza non erano ancora possibili, grazie alla collaborazione con la scuola che ha ceduto gli strumenti all’associazione, sono state aperte diverse aule per offrire ai ragazzi la possibilità di seguire le lezioni con il sostegno degli educatori. «Abbiamo formato piccoli gruppi di 3-4 ragazzi, sempre gli stessi e con il medesimo educatore, in moda da creare delle bolle in sicurezza — spiega Balzano — e siamo arrivati ad accogliere in classe oltre 25 studenti al giorno, garantendo anche il supporto didattico». Questo si è reso necessario perché dalla scuola giungevano comunicazioni dei numerosi casi di ragazzi e bambini che non riuscivano ad accedere al portale per la Dad o che non erano in condizioni di scaricare compiti e verifiche.

L’aspetto centrale, tuttavia, riguarda il supporto emotivo per evitare qualsiasi forma di isolamento nell’adolescente, per mantenere viva la socialità, la voglia di stare insieme agli altri, anche se a distanza. «Certo, il futuro è incerto — prosegue Balzano — noi per i ragazzi ci siamo sempre, anche ora con le scuole parzialmente aperte e con molti ragazzi che rischiano di non trovare un’ancora a cui aggrapparsi». Un impegno educativo e sociale che, fortunatamente, non rappresenta un unicum: similmente diverse aule dell’istituto Don Bosco di Napoli sono state allestite per la Dad, grazie all’intervento di UsAid e della casa salesiana del capoluogo campano.

Mentre nella prima fase della pandemia, infatti, avevano provveduto le scuole stesse alla fornitura di pc o tablet a chi non poteva permetterseli, da ottobre, con il venir meno di questo servizio, le attività di studio sono state possibili solo negli spazi allestiti in sicurezza e destinati ai ragazzi: queste non solo erano occupate al mattino, ma anche al pomeriggio, dove, sempre in presenza degli insegnanti, si alternava il secondo turno. Al mattino i ragazzi erano suddivisi in due classi, ognuna con un proprio educatore, mentre il pomeriggio c’era un solo gruppo da 10, con il relativo insegnante.

L’esperimento ha funzionato molto bene e, con il passaparola, le presenze sono via via aumentate, anche perché le scuole hanno aderito al progetto, segnalando gli studenti in difficoltà. Poiché le richieste di adesione andavano moltiplicandosi, sono stati introdotti turni extra da parte degli educatori, non essendo sufficiente la capacità di accoglienza delle aule Dad per soddisfare le nuove necessità. A differenza della primavera scorsa, infatti, dall’autunno le attività lavorative hanno ripreso più o meno regolarmente, e, in assenza dei genitori, i ragazzi sarebbero stati ancora più abbandonati a loro stessi. Alla partnership originaria con UsAid, partecipa ora anche l’associazione della rete salesiana con sede in Sicilia Don Bosco 2000, da oltre 20 anni impegnata sul fronte della cooperazione internazionale, sia con progetti a sostegno delle comunità locali in Africa, che con programmi di accoglienza e sostegno a migranti, richiedenti asilo, minori e donne, italiani e stranieri, vittime dirette e indirette di qualsiasi forma di abuso psico-fisico o di discriminazione socio-culturali.

In questo quadro di azione, con UsAid, la Colonia Don Bosco di Catania ha accolto tre giovani gambiani, che, almeno per tutta la durata del progetto, saranno ospitati presso la struttura, dove avverrà anche la fase di orientamento e alfabetizzazione. Questa attività ha consentito all’associazione di avanzare formale richiesta al Servizio Centrale di inserimento nel progetto Siproimi di Aidone, in provincia di Enna. È giunto in questi giorni il benestare che ha permesso il trasferimento dei giovani. Tra loro, il più piccolo, ha già iniziato il percorso scolastico, tanto desiderato, presso l’istituto alberghiero di Catania. Ora, attraverso l’accoglienza integrata prevista dal Siproimi, sarà possibile pensare al loro futuro con un minimo di progettualità, che comprenda la tutela legale con richiesta di protezione internazionale e un buon servizio di assistenza sociosanitaria, psicologica e scolastica.

In occasione, poi, della festa di san Giovanni Bosco, lo scorso 31 gennaio, Don Bosco 2000 ha inaugurato lo sportello itinerante del progetto Usaid per il sostegno ai soggetti in situazioni di gravi difficoltà a causa dell’emergenza covid-19: grazie alla disponibilità del direttore dell’oratorio, don Giuseppe Cutrupi, è stato attivato il servizio 24 ore al giorno.

di Silvia Camisasca

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Avvenire – Servizio Civile Universale, in 10mila scelgono un ente di area cattolica: oltre 3mila domande a Salesiani per il Sociale

Sull’edizione di oggi del quotidiano Avvenire, un articolo sul servizio civile universale, il cui bando scade oggi, 17 febbraio alle ore 14. A Salesiani per il Sociale, l’ente dei salesiani che gestisce il Servizio Civile Universale in Italia e all’estero, sono pervenute 3.172 domande per l’Italia per 1.403 posti disponibili e 251 per l’estero per 50 posti.

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Di Luca Liverani

La carica dei 10mila. Nel giorno di chiusura del primo bando del 2020 – oggi alle 14 – il  Tavolo ecclesiale sul servizio civile guarda al futuro con ragionevole ottimismo. Grazie ai fondi del governo Conte (300 milioni), saranno 57mila (l’anno scorso 40mila) i volontari pronti a spendere un anno per l’assistenza alla persone, l’educazione, l’ambiente. Un’importante esperienza formativa, compensata con 439,50 euro mensili. Una buona fetta dell'”esercito nonviolento” saranno appunto i 10.029 che hanno scelto un ente di area cattolica, tra cui 484 in servizio all’estero, in Paesi poveri o prostrati da conflitti. «Il Tavolo è nato nel 2003 – spiega Francesco Spagnolo, curatore dell’informatissimo sito di riferimento EsseCiBlog – dopo l’esperienza forte dell’udienza di Giovanni Paolo II ai volontari del servizio civile». Attorno al Tavolo si raccolgono Caritas Italiana, Fondazione Migrantes, gli uffici Cei per la Cooperazione missionaria e per i Problemi sociali e il lavoro, il servizio Pastorale giovanile, Azione cattolica. Presto aderiscono diversi enti “storici”: Acli, Agesci, Misericordie, Associazione Papa Giovanni XXIII, Confcooperative, Federsolidarietà, Cenasca-Cisl, Csi, Focsiv, Gavci, Salesiani, Cdo, Anspi, Unitalsi.

Chi sono i “serviziocivilisti”? Secondo l’indagine Cnesc sul bando 2019, il 62% sono ragazze. Bassa l’età media, meno di 23 anni. Il 67% ha un diploma superiore, oltre il 21% una laurea, 28% tra le donne. Quasi la metà, 44%, viene da Sud e Isole, meno del 29 dal Centro, il 27 dal Nord. «Campania e Sicilia sono le prime due regioni», spiega Diego Cipriani, responsabile Caritas per il servizio civile. L’aumento dei fondi, record del decennio, ha ampliato anche i posti degli enti del Tavolo, 10.029 rispetto ai 6.886 del 2020. Il maggior numero sarà nelle Misericordie (3.385), poi Confcooperative (2.149), Salesiani per il sociale (1.403), Caritas (1.194), Acli (677), Focsiv (554), Papa Giovanni (341), Unitalsi (336). Metà dei volontari all’estero sono Focsiv, 218. Poi Salesiani e Papa Giovanni, (entrambi 53), Caritas e Acli (20 ciascuno) e Unitalsi (12). Balcani, Medioriente, Sudamerica, Oceania, Asia le mete. Ora il Tavolo guarda alla festa del 12 marzo, San Massimiliano, martire per il suo «no» all’arruolamento nelle legioni romane. «Dopo la cancellazione dell’incontro 2020 causa lockdown – racconta Cipriani – quest’anno sarà online. Si parlerà del messaggio per la Giornata della pace, del servizio civile nella pandemia. E del ventennale della riforma che ha istituito il servizio civile volontario».

Osservatore Romano – Contro le disuguaglianze scolastiche

Da L’Osservatore Romano, un articolo in cui si racconta del progetto «La risposta del Vis, Salesiani per il sociale Aps e Cnos-Fap all’emergenza Covid-19 in Italia – Salesian Solidarity with Italy: the Emergency Response to covid-19».

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Quattrocentosettanta dispositivi informatici, tra tablet e pc, sono stati distribuiti nelle settimane scorse agli studenti vulnerabili di 16 regioni italiane, grazie al progetto: «La risposta del Vis, Salesiani per il sociale Aps e Cnos-Fap all’emergenza Covid-19 in Italia – Salesian Solidarity with Italy: the Emergency Response to covid-19». I supporti informatici sono stati consegnati a quei ragazzi per i quali la didattica a distanza (dad) ha creato enormi difficoltà di apprendimento. Infatti, secondo una ricerca effettuata dalla Global Campaign for Education Italia, tra le cause che hanno aumentato le disuguaglianze tra gli studenti durante la dad vi sono principalmente problemi di connettività per il 44,7 per cento, di mancanza di strumenti per il 42 per cento e la limitata capacità di utilizzo del software necessario per il 25,9 per cento. L’indagine, realizzata in collaborazione con AstraRicerche, ha coinvolto oltre 2.800 docenti in tutta la penisola, che hanno raccontato le difficoltà quotidiane degli studenti, tra disagio in famiglia, problemi di connessione e la fatica di mantenere la concentrazione davanti a uno schermo. Per l’82,4 per cento degli insegnanti la didattica a distanza ha accentuato le differenze tra gli studenti per diverse possibilità in merito all’hardware, al software, alla capacità di utilizzo degli strumenti da parte dei bambini e dei ragazzi, mentre il 69,2 per cento ha rilevato svantaggi per gli studenti con bisogni educativi speciali, disturbi dell’apprendimento, disabilità. Dunque, c’è una categoria di alunni per cui la dad rappresenta ancora oggi una sfida doppia e sono gli oltre 512.000 studenti degli istituti di formazione professionale presenti in Italia. Per loro fare didattica a distanza significa non solo seguire le materie teoriche tramite un pc o tablet a disposizione, ma anche cercare di esercitarsi nelle attività di laboratorio. Ecco perché i salesiani sono scesi in campo a sostegno dell’istruzione con il supporto di un’organizzazione statunitense e in partnership con Salesian Missions.

Tra gli studenti che hanno beneficiato di questa iniziativa, vi sono le ragazze che frequentano il primo anno per diventare estetiste al Centro di formazione professionale salesiano Pio XI di Roma. Molte hanno già ricevuto un tablet per poter seguire fin da subito le materie teoriche a distanza e per prepararsi a usarlo anche per i laboratori di onicotecnica, trucco e massaggi.

«Il progetto — spiega al nostro giornale don Robert Dal Molin, presidente di Salesiani per il sociale e di Cnos-Fap — finanziato dall’agenzia statunitense governativa di sviluppo Usaid che opera in oltre 100 Paesi del mondo, punta a mitigare le conseguenze educative, sociali ed economiche della pandemia» e coinvolge più di 24.000 destinatari totali tra studenti, insegnanti, famiglie, migranti e rifugiati per i prossimi 12 mesi.

Nella seconda fase del progetto, saranno sperimentate in alcune scuole nuove modalità di insegnamento per le materie laboratoriali attraverso l’utilizzo della realtà virtuale. Il sostegno dei salesiani non si limita soltanto alla fornitura di supporti tecnologici. Infatti, sottolinea don Roberto «nei nostri 36 centri residenziali e diurni, dove vengono ospitati 400 ragazzi, sono stati distribuiti dispositivi di protezione individuale come igienizzanti, mascherine e guanti». Inoltre, sono state individuate 380 famiglie indigenti sul territorio nazionale alle quali è stato distribuito (e continuerà anche nei prossimi mesi) un kit alimentare per il loro sostentamento. Don Roberto non ha dubbi nell’affermare che tutto questo è opera della provvidenza. «Il nostro compito è quello di educare i ragazzi alla gratitudine che, se è accolta bene, attiva azioni misericordiose».

di Francesco Ricupero

 

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“Human rights work in challenging times”: l’incontro sui diritti umani con la testimonianza di un giovane di Salesiani per il Sociale

Salesiani per il Sociale ha preso parte all’evento della FRA, l’Agenzia dell’UE per i diritti fondamentali, dal titolo “Human rights work in challenging times – ways forward”, svoltosi il 1° febbraio, grazie al Don Bosco International (DBI), che è l’ente che rappresenta i salesiani di Don Bosco presso le istituzioni europee ed è membro della Fundamental Right Platform (FRP). L’incontro ha permesso il confronto tra organizzazioni della società civile, rappresentanti delle istituzioni europee, delle Nazioni Unite ed esperti sui temi dei diritti umani soprattutto ponendo l’attenzione sugli sforzi, sfide e soluzioni affrontate durante il periodo pandemico. 

L’incontro è stato aperto dal direttore della FRA Michael O’Flaherty, con la presenza della Commissaria dell’UE Helena Dalli e Mary Lawlor,  relatrice speciale delle Nazioni Unite sulla situazione dei difensori dei diritti umani.

Salesiani per il Sociale ha preso parte alla sessione Promoting the rights of young third-country nationals in alternative care services , condotta da Renato Cursi, Segretario Esecutivo del DBI, attraverso la testimonianza di Momodou  Jallow, che ha raccontato la sua storia, le sfide che ha affrontato una volta in Italia, ma soprattutto le opportunità che è riuscito a cogliere grazie all’accoglienza e all’accompagnamento educativo all’interno della realtà salesiana del Don Bosco di Napoli.

Questa sessione ha avuto proprio l’obiettivo di riflettere sul tema dei minori stranieri non accompagnati e dei giovani cittadini di paesi terzi che hanno ricevuto supporto soprattutto durante la pandemia di Covid-19. 

Momodou è un giovane del Gambia,  che è stato accolto dalla realtà del Don Bosco di Napoli in questi anni, è arrivato in Italia come minore ed è stato accompagnato nel percorso educativo e lavorativo. Ama il calcio, studiare, è attivo con il volontariato e ha iniziato da poco un tirocinio. È stato supportato all’interno del centro diurno e dell’housing attivati nell’ambito del progetto M’Interesso di te, promosso da Salesiani per il Sociale, e finanziato dal Fondo di Beneficienza Intesa San Paolo.

La testimonianza di Mamadou è stata intensa. Il dibattito all’interno della sessione ha messo in luce alcuni punti cardine che ruotano attorno al tema dell’accoglienza dei minori e dei giovani adulti, come il focus sulla transizione dei giovani migranti verso l’età adulta e il rischio di uscire dai percorsi di accoglienza, il dare voce ai giovani migranti, alle loro esperienze, il riconoscimento e la valorizzazione delle competenze pregresse nel paese di origine. Momodou ha lanciato un messaggio alle istituzioni, chiedendo sempre più supporto per i giovani, pensando anche ai tanti suoi coetanei che hanno bisogno di un indirizzo e una guida, ma allo stesso tempo di mettere a servizio degli altri e della comunità, in cui vivono, le proprie capacità, la propria creatività con volontà e determinazione. Mamadou è un ragazzo che si è messo in gioco e sta continuando a farlo e anche durante il Covid ha supportato la comunità con raccolta e distribuzione di beni alimentari, aiutando lì dove ha ricevuto il sostegno e un’opportunità di crescita.

Anem’e pizza, un nuovo forno (e opportunità) per i giovani del Don Bosco Napoli

Pubblichiamo l’iniziativa di Salesiani per il Sociale APS che, grazie alle donazioni, ha potuto acquistare un nuovo forno per il laboratorio per pizzaioli dell’istituto Don Bosco di Napoli.

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Il desiderio era di donarlo ai ragazzi in occasione della festa di Don Bosco e ci siamo riusciti!

Da oggi i giovani accolti presso l’Istituto salesiano Menichini di Napoli, socio di Salesiani per il Sociale APS, hanno un laboratorio per pizzaioli rinnovato, con un forno più veloce e sicuro. Quest’ultimo, infatti, è adatto anche ai processi di panificazione e ciò permetterà a molti di loro di seguire più corsi specialistici come quello di panettiere o pasticcere.

«Da un’indagine che abbiamo condotto sul territorio – ci spiega Don Fabio, direttore della casa di Napoli – ci siamo resi conto che una figura molto richiesta ma poco presente, è quella del panettiere. Nel territorio napoletano (e non solo) ci sono tanti bravi pizzaioli in formazione ma pochissimi artigiani del pane. Così, ci è venuto in mente di ripensare il laboratorio per pizzaioli  – che già da alcuni anni formava professionisti della pizza – per dare un ulteriore possibilità ai nostri ragazzi che cercano un’occupazione. Qualche mese fa abbiamo chiesto un contributo a Salesiani per il Sociale e siamo felicissimi che questo 31 gennaio lo stiamo donando ai ragazzi!».

Significativo anche il logo del laboratorio ispirato al progetto di vita salesiano riassunto nella frase “Da mihi animas”. Così lo spiegano i realizzatori:

Il logo del laboratorio include i processi del laboratorio: l’impastare con le mani, le mani del “maestro” e le mani del ragazzo, la pasta che va lavorata con costanza pazienza e forza, il forno in cui mandare a cottura l’impasto lavorato. Sotto c’è il prodotto di questo processo, la pizza, ma il condimento sono i simboli che richiamano il Da mihi Animas, “dammi le anime”, che è il progetto di vita di don Bosco e dei salesiani. L’ancora è il simbolo della speranza, che è la virtù più importante di un educatore, ma l’ancora richiama anche che un laboratorio e un educatore possono essere un’ancora di salvezza per il ragazzo, perché per don Bosco i ragazzi hanno “l’intelligenza nelle mani”. Il cuore che arde è il simbolo stesso del processo educativo perché per don Bosco l’educazione è cosa di cuore. La stella richiama il bisogno di Dio, il bisogno di guardare il cielo, il bisogno di avere una stella da seguire. La foglia richiamo il bosco, don Bosco, l’albero sotto il quale tanti ragazzi trovano ristoro e protezione.

Se anche quest’anno, nonostante l’emergenza sanitaria, stiamo donando accoglienza, sostegno e strumenti essenziali per la formazione dei ragazzi più fragili, è grazie ai nostri benefattori, che insieme a noi scommettono sul futuro dei giovani, specialmente i più fragili. Don Bosco è ancora oggi presente, buona festa a tutti noi!

Servizio Civile con i Salesiani per il Sociale: a disposizione 1.250 posti per Italia ed Estero

Pubblichiamo il comunicato stampa di Salesiani per il Sociale APS sui bandi di Servizio Civile Universale in Italia e all’estero.

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(Roma, 21 dicembre 2020) – Saranno circa 1.250 i giovani di età compresa tra i 18 e i 29 anni che quest’anno potranno svolgere il Servizio Civile Universale nei progetti presentati da Salesiani per il Sociale Aps.  Si tratta del numero più alto di sempre e un grande ringraziamento per il risultato raggiunto va al personale della sede nazionale e dei livelli regionali per l’impegno messo nel lavoro di progettazione.

I progetti prevedono il coinvolgimento di giovani soprattutto nell’ambito educativo e assistenziale, che permetteranno loro di mettersi al servizio delle comunità locali, sperimentando percorsi di crescita e maturazione personale.

Il Servizio Civile è un’esperienza originale del nostro Paese che riesce a coniugare la difesa non violenta della Patria con il protagonismo giovanile e l’educazione alla solidarietà.

Il decreto di individuazione dei progetti di Servizio Civile Universale finanziati per l’anno 2020 pubblicato dal Dipartimento per le politiche giovanili e il Servizio civile universale, ci permetterà infatti di realizzare:

  • 74 progetti nel bando ordinario da realizzarsi in Italia per 1.077 posti;
  • 14  progetti  nel bando di Garanzia Giovani per un totale di 132 posti;
  • 5 progetti nel bando ordinario da realizzarsi all’Estero (Spagna, Francia, Albania) per un totale di 51 posti

“Vivere il servizio Servizio Civile nei prossimi mesi sarà aiutare l’Italia a ripartire, non solo a prepararsi per il futuro ma preparare il futuro specie per chi è impegnato nell’educazione dei giovani”, spiega don Roberto Dal Molin, presidente di Salesiani per il Sociale APS. 

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Il bando per gli aspiranti volontari uscirà nei prossimi giorni. I giovani potranno presentare domanda esclusivamente on-line, collegandosi alla piattaforma DOL, sul sito

https://domandaonline.serviziocivile.it . L’accesso alla piattaforma per i cittadini italiani residenti in Italia o all’estero deve avvenire esclusivamente con SPID, il Sistema Pubblico di Identità Digitale.

È importante, quindi, che tutti i giovani interessati al servizio civile universale che non hanno ancora SPID si attivino sin da subito per acquisire la propria identità digitale, così da essere già pronti quando sarà pubblicato il bando.

All’uscita del bando, tutte le informazioni necessarie per una corretta presentazione della domanda, potranno essere consultabili al sito www.serviziocivile.gov.it e al sito www.salesianiperilsociale.it.

Don Vito Orlando, il ricordo di don Giovanni D’Andrea: “Univa prassi educativa e riflessione scientifica”

Don Vito Orlando, attuale Direttore della comunità di Cerignola ed ex docente dell’UPS, è tornato alla Casa del Padre oggi, a causa delle complicazioni del Covid-19. Il ricordo di don Giovanni D’Andrea, ispettore della Sicilia, che con don Vito ha collaborato a lungo in Salesiani per il Sociale APS.

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È di qualche ora fa la notizia della morte, causa Covid – 19, di don  Vito Orlando attuale Direttore della Comunità Salesiana di Cerignola (FG). Per tanti anni è stato docente di sociologia e pedagogia alla Facoltà di Scienze dell’Educazione dell’UPS di Roma. Col suo insegnamento sia scientifico che carismatico ha formato generazioni di educatori e giovani che si orientavano a lavorare nell’ambito sociale. Ha trasmesso loro la figura dell’educatore secondo il cuore di Don Bosco.

Negli anni ha collaborato con Salesiani per il Sociale APS coordinando alcuni lavori mettendo assieme la prassi educativa con la riflessione scientifica. Uno di questi lavori è stata la “Carta d’Identità dei Servizi residenziali per minori” (2012), oltre a una pubblicazione sulle “Strutture residenziali per minori e qualità del servizio socioeducativo” del 2007.  Altro lavoro che ha dato consistenza all’attività di Salesiani per il Sociale APS è stato il “Master per dirigenti dei servizi socio-educativi”.

Con Don Vito se ne va una parte del sapere scientifico in ambito educativo della nostra Università Pontificia Salesiana, un valido collaboratore ed interlocutore di Salesiani per il Sociale APS. Ci conforta, alla luce della Fede, il saperlo adesso nella Gloria del Signore che ha servito come salesiano e sacerdote.