Convegno internazionale UPS sulla figura di don Paolo Albera: come partecipare

Quanti desiderassero partecipare al Convegno internazionaleDon Paolo Albera” in programma il 30-31 ottobre 2021 presso l’Università Pontificia Salesiana di Roma sono pregati di  registrarsi attraverso il link qui sotto indicato:

https://us02web.zoom.us/meeting/register/tZcudemuqzoqG9WK86HZNdORF5NRcGtsR7Fj

In seguito alla registrazione riceveranno una mai con il link delle videoconferenze.

Le relazioni saranno in lingua italiana (una in lingua spagnola),  ma sarà possibile seguirle anche in lingua inglese.

Chi intendesse partecipare in presenza, presso la facoltà delle Scienze della Comunicazione Sociale, è invitato a comunicarlo entro venerdì sera, 29 ottobre, alla segretaria del Convegno: fmotto@sdb.org

Il programma del Convegno internazionale UPS sulla figura di don Paolo Albera

Si riporta di seguito il programma del Convegno Internazionale del 30 e 31 ottobre 2021 che si terrà presso l’Università Pontificia Salesiana di Roma sulla figura di don Paolo Albera come Rettor Maggiore nel decennio 1910 – 1921.

SABATO 30 OTTOBRE 2021

Modera: prof. Angelo Giuseppe Dibisceglia (Università Pontificia Salesiana)

  • 14:00 Saluti
    S. Martoglio (Vicario del Rettor Maggiore)
  • 14:20 Introduzione del coordinatore
    F. Motto (Istituto Storico Salesiano – Roma)
  • 14:40 Il contesto storico civile e religioso del rettorato di don Albera
    T. Anchukandam (Istituto Storico Salesiano – Roma)
  • 15:10 Il rettorato di don Paolo Albera (1910-1921): al governo per trasmettere il genuino spirito salesiano
    S. Zimniak (Istituto Storico Salesiano – Roma)
    15:40 – break
    16:00 La Società Salesiana nel decennio del rettorato di don Paolo Albera
    F. Motto (Istituto Storico Salesiano – Roma)
  • 16:30 Don Paolo Albera e le Figlie di Maria Ausiliatrice. Il ruolo del rettor maggiore nell’Istituto tra eredità e adattamento ai tempi
    G. Loparco (Facoltà Auxilium – Roma)
  • 17:00 La società salesiana in America a giudizio del Visitatore don Albera
    A. Fresia (Istituto Storico Salesiano – Buenos Aires)
  • 17:30 Don Albera e la prima guerra mondiale
  • 17:50 Dibattito e risonanze
  • 18:10 Saluto conclusivo
    I. Coelho (Consigliere Generale SDB per la formazione – Roma)

DOMENICA 31 OTTOBRE 2021

Modera: prof.ssa Maria Lupi (Università Roma Tre)

  • 14:00 Don Paolo Albera: formatore dei salesiani e direttore spirituale della Società salesiana (1891-1910) e come Rettor Maggiore (1910-1921)
    J. Boenzi (Dominican School of Philosophy & Theology, Berkeley – California, USA)
  • 14:30 Il manuale del direttore
    A. Giraudo (Università Pontificia Salesiana – Roma)
  • 15:00 ll contributo formativo di don Paolo Albera all’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice
    E. Petri (Facoltà Auxilium – Roma)
  • 15:30 Don Albera e il Primo Codice di Diritto Canonico del 1917
    J. Pudumai Doss (St. Paul’s University – Ottawa, Canada)
  • 16:00 – break
  • 16:15 L’immagine di don Paolo Albera Rettor Maggiore nel «Bollettino Salesiano» dell’epoca (1910-1921)
    G. Dotta (Archivio Centrale Giuseppino – Roma)
  • 16:45 Don Albera e don Bosco: confronto fotografico
    P. Vaschetto (Università Pontificia Salesiana – Roma)
  • 17:10 Le fonti di e su don Albera conservate nell’Archivio Salesiano Centrale – Roma
    P. Zelinka (Archivio Salesiano Centrale – Roma)
  • 17:30 Dibattito e risonanze
  • 17:50 Conclusioni
    A. Riccardi (Prof. Emerito, Università Roma Tre)
    Saluto
    A. Bozzolo (Rettor Magnifico, Università Pontificia Salesiana – Roma)

30-31 ottobre 2021
Università Pontificia Salesiana
Piazza dell’Ateneo Salesiano, 1 – 00139 Roma

SEGRETERIA
fmotto@sdb.org
tel. 06.87290.760
www.unisal.it – iss.sdb.org

“Don Bosco Global Youth Film Festival”, prorogata la scadenza per la partecipazione

Prorogate le iscrizioni per partecipare al “Don Bosco Global Youth Film Festival” (DBGYFF), la rassegna cinematografica salesiana globale. Al festival, promosso dai Salesiani di Don Bosco attraverso la Fondazione DON BOSCO NEL MONDO, potranno pertanto essere accolti tutti i video caricati sul sito entro il 15 di ottobre, termine esteso di due settimane in più rispetto alla data precedentemente annunciata.

Riportiamo, per maggiori informazioni, l’articolo pubblicato su ANS.

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Centinaia di video giunti in neanche due mesi, da tutto il mondo, e richieste di partecipazione che vanno dai preadolescenti agli adulti: attorno al “Don Bosco Global Youth Film Festival” (DBGYFF) c’è un entusiasmo crescente e contagioso, che sta già centrando in pieno il primo obiettivo del festival, quello di fomentare tra i giovani un messaggio di speranza che infiammi il mondo intero. Per questo gli organizzatori della prima rassegna cinematografica salesiana globale hanno deciso di prolungare i tempi per la presentazione dei lavori. Al festival, promosso dai Salesiani di Don Bosco attraverso la Fondazione DON BOSCO NEL MONDO, potranno pertanto essere accolti tutti i video caricati sul sito entro il 15 di ottobre – con una proroga di oltre due settimane rispetto alla data precedentemente annunciata. Ma non è questa l’unica novità, quando mancano meno di due mesi allo svolgimento del festival – in programma in contemporanea in varie località di tutto il mondo nei giorni 18-19 novembre 2021. Avanzano, infatti, a ritmo spedito anche i lavori “dietro le quinte”. Spiega il responsabile tecnico del DBGYFF, don Maria Lawrence: “Il portale del film www.dbgyff.com ha avviato un nuovo capitolo dei nostri servizi alla gioventù. Il front-end del sito web del portale facilita l’accesso degli utenti, mentre l’applicazione web back-end, costruita su misura, utilizza la tecnologia cloud da molteplici risorse per ricevere automaticamente i profili degli utenti, i film di varie categorie presentati dai giovani di tutto il mondo; e, in più, assiste la giuria sparsa in tutto il mondo per valutarli”. Quindi, ha aggiunto: “È un sistema robusto, costruito per garantire la pluralità di lingue, culture e paesi sia per i partecipanti che per la giuria, facendo in modo che la tecnologia favorisca la partecipazione”. In questi giorni, inoltre, si sta completando la nomina dei membri della Giuria Preliminare, selezionati su indicazione dei Delegati di Comunicazione Sociale di tutto il mondo. Tali giurati, divisi per gruppi, hanno il compito di visionare un set di video ciascuno e di effettuare una prima selezione in favore della Gran Giuria che, successivamente, stilerà le classifiche e assegnerà i premi. I giurati – i cui nomi verranno tutti pubblicati sul sito – avranno un compito non facile: perché la partecipazione da parte di tutto il mondo salesiano, e non solo, è davvero elevata, in termini di numeri, ma anche di coinvolgimento, e non sarà facile procedere al lavoro di selezione. Fino ad oggi sulla piattaforma del festival – www.dbgyff.com – sono pervenuti video di tutte le categorie (corti dal vivo, di animazione, video musicali) da Italia, Spagna, India, Perù, Francia, Corea del Sud, Irlanda, Guatemala, Belgio, Uganda, Pakistan e Armenia. E che l’interesse suscitato sia davvero vasto è confermato anche da altri particolari: come, ad esempio, le diverse candidature ricevute da bambini e ragazzi al di sotto dei 15 anni o da adulti al di sopra dei 30. Anche se per regolamento tali lavori non potranno essere accolti, stanno spingendo gli organizzatori a prevedere nuove categorie di concorso per eventuali successive edizioni. Parlando della risposta dei giovani, il Direttore del festival, don Harris Pakkam, ha dichiarato: “In generale abbiamo ricevuto feedback da più di 100 Paesi, c’è stata una risposta davvero entusiasta da parte dei nostri giovani! È molto motivante vederli così coinvolti nella creazione di qualcosa per il festival ed esprimere il loro desiderio di essere ambasciatori di speranza. Questa piattaforma del festival è stata concepita proprio per far sentire la loro voce e riunirli per questa nobile causa”. Anche all’interno stesso della Congregazione l’iniziativa del DBGYFF ha acceso la voglia di partecipare: numerosi sono i video realizzati grazie all’accompagnamento di salesiani, istituzioni salesiane e Ispettorie, che hanno sostenuto i propri giovani in un percorso che è soprattutto una forma di presenza e di vicinanza ai ragazzi. Un caso a sé è quello dei corti realizzati da salesiani giovani, Figli di Don Bosco che rispettano i requisiti anagrafici per inviare delle loro creazioni multimediali: si contano già una decina di video presentati da giovani salesiani in formazione, e infatti gli organizzatori del festival stanno pensando di istituire un premio onorifico, una menzione speciale, ai migliori corti appartenenti a questa nuova “categoria”. Conclude don Ricardo Campoli, Responsabile della Promozione del DBGYFF,: “I giovani di America, Africa, Asia, Europa e Oceania si sono uniti positivamente per dare vita e vigore a questo festival. Circa 20 giovani dei nostri ambienti, di varie località geografiche, stanno promuovendo il festival sulle reti sociali, in 4 lingue: italiano, inglese, spagnolo e portoghese. Sento che questa sarà veramente una grande festa per i nostri giovani”.

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Salesiani, Don Francesco Preite: ‘La ricerca del punto accessibile al bene’

Sul sito Affari Italiani è uscito un articolo con una intervista a don Francesco Preite, nuovo presidente di Salesiani per il Sociale.

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Don Francesco Preite, nato a Potenza 44 anni fa, nell’abbraccio riconoscente della comunità che ne ha apprezzato impegno, passione e dedizione, lascia la Direzione dell’Istituto Salesiano Redentore di Bari, per prendere la Presidenza Nazionale di “Salesiani per il Sociale APS”, la cui Assemblea lo ha eletto per il quadriennio 2021-2025.

L’azione di don Francesco, in una sorta di continua sintonia con lo spirito di FARE – Futuro d’Autore, il progetto selezionato da “Con i Bambini” nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, è stata sempre tesa a ridurre i fenomeni di Povertà Educativa e di Dispersione Scolastica. Intervenendo, insieme alla comunità non solo parrocchiale, per evitare la diffusione di comportamenti criminali o devianti e soprattutto offrire ai minori prospettive concrete di recupero e di reinserimento sociale.

“Sempre per e con i giovani. Tutto quello che siamo e che facciamo, la nostra identità e la nostra missione di Associazione, è per i giovani, specialmente i più poveri”, ha dichiarato in occasione della nomina ai vertici nazionali, “Siamo una grande comunità nazionale, fatta di persone e di Enti del Terzo Settore con un buon radicamento territoriale: desidero davvero raccomandarvi di ricercare costantemente innanzitutto il dialogo con le Comunità Educative Pastorali locali ed i Comitati territoriali di riferimento. Scegliere il Sud: non come semplice luogo geografico, ma come scelta preferenziale rivolta ai più fragili, che popolano le periferie delle nostre Città, dei nostri territori, della nostra Italia”.

E poi a proposito dell’esperienza complicata sul territorio ha aggiunto: “È evidente che laddove mancano diritti, servizi, cultura educativa, il disagio è più forte ed i ragazzi sono più esposti ai pericoli. Non siamo eroi, ma siamo persone chiamate nel Buon Samaritano a rendere un servizio educativo ai giovani. Continuiamo insieme a scegliere la via dell’educazione e del servizio responsabile per costruire un pezzo di Italia con e per i giovani. Ce lo chiede Don Bosco, ce lo chiedono i giovani”.

Il quartiere Libertà di Bari fa tesoro degli stimoli di Don Francesco Preite, che ha sempre continuato a sottolineare che: “Se da una parte non mancano i segnali di una giustizia viva e tenace nella sua quotidiana funzione di presidio di legalità, dall’altra l’appartenenza mafiosa – in maniera forse ancor più pervicace – diventa per molti ragazzi una straordinaria occasione di riscatto esistenziale e sociale”.

“La sola repressione non basta – insiste – bisogna investire nella prevenzione educativa dei ragazzi. Bisogna essere capaci di dare opportunità concrete ai tutti i ragazzi, nessuno escluso, garantendo opportunità e possibilità per tutti. Il problema non è la mafia, scrive don Luigi Ciotti, intesa come organizzazione criminale quanto la mafiosità, il mare dentro cui nuota il pesce mafioso. È una questione culturale. Se non diamo ai ragazzi un mare pulito, li diamo in pasto ai clan. Questo non può essere tollerato in una società civile che ha il dovere di tutelare, proteggere, promuovere i più piccoli. Ed allora c’è bisogno di un sogno, di una visione più forte al Libertà. Un sogno che permetta ai “lupi di diventare agnelli”, e perché no, pastori: modelli positivi”.

Per don Preite bisogna agire su tre fronti: “Più scuola e formazione. Potenziare le scuole del Libertà, rendendole maggiormente attrattive e soprattutto rendere pubblica la partecipazione e l’iscrizione dei ragazzi ai Centri di Formazione Professionale. Bisogna dire basta nel rendere subordinata a progetti, la formazione professionale per i ragazzi in obbligo formativo in possesso di licenza media. L’iscrizione delle famiglie dei ragazzi alla formazione professionale deve essere libera e pubblica”.

“Sono giovani con l’intelligenza nelle mani – afferma con emozione don Francesco – ragazzi svegli e vivaci, con grande praticità ed enorme voglia di applicarsi. Non mi piace stigmatizzarli come giovani che hanno vissuto un fallimento nel tradizionale percorso scolastico, ma certamente sono arrivati da noi perché hanno avuto delle difficoltà. Ora studiano per diventare elettricisti o meccanici”.

Un approccio sociale che passa anche attraverso un’altra battaglia condotta con lungimiranza e spesso tra mille contrasti: la riqualificazione degli spazi urbani, come primo passo per creare attorno ad essi una nuova idea di comunità. E la prima occasione è stata proprio piazza Redentore, trasformata in un’isola pedonale, dopo un lungo cantiere che non si è fermato neppure un giorno durante il lockdown.

“Un passaggio cruciale per fare comprendere a tutti l’importanza del rispetto delle regole. Cosa che non riuscirà ad essere garantita dalla sola presenza di un presidio dei Vigili Urbani. Abbiamo eliminato la cancellata della chiesa, per aprirci ancora di più al quartiere, la scalinata e le panchine saranno un invito a sedersi. La nostra idea è formare educatori di strada e volontari, che possano muoversi senza soluzione di continuità fra l’oratorio e la piazza”.

E’ questa l’eredità che don Francesco Preite lascia al suo successore a Bari – nominato per il triennio 2021-2024 – don Pasquale Martino. Ispettore salesiano dell’Italia Meridionale dal 2005 al 2011 e fino ad oggi direttore salesiano della comunità di Salerno. Contestualmente l’Ispettore salesiano dell’Italia Meridionale, don Angelo Santorsola, ha nominato Incaricato dell’Oratorio di Bari Redentore, don Giuseppe Russo.

(gelormini@gmail.com)

*Video a cura di Arcangelo Pellegrino

 

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Il 1° settembre 2021 è morto il salesiano sacerdote Eusebio Muñoz

La famiglia salesiana si stringe accanto alla figura di don Eusebio Muñoz, direttore della Casa Missionaria e della Procura di Madrid, deceduto il 1° settembre all’ospedale San Carlos di Madrid all’età di 76 anni, dove era ricoverato da alcuni giorni dopo aver subito un ictus.

Punto di riferimento

Le reti si sono riempite di messaggi di cordoglio e gratitudine: “Caro padre da tante persone, abbiamo avuto la fortuna di incrociare la nostra vita con la sua. Don Eusebio era un salesiano con la maiuscola. Con una personalità travolgente e una grande intelligenza, ha saputo conquistare i cuori e l’affetto di chi si è legato a lui. Ha realizzato lo stile di Don Bosco, facendo sentire speciale, amato, profondamente amato ogni giovane che lo incontrava. Nessuno era indifferente alla sua persona. Per i membri della nostra generazione è stato, senza dubbio, il grande riferimento vocazionale della nostra vita”, affermano i Salesiani Cooperatori dell’Ispettoria Maria Ausiliatrice.

Il suo percorso

Eusebio Muñoz è nato il 26 dicembre 1944 a Pozoblanco (Córdoba). A San José del Valle (Cadice) ha fatto il noviziato. Salesiano dal 16 agosto 1962, ha emesso la professione perpetua il 26 luglio 1968 ed è stato ordinato sacerdote il 22 luglio 1972.

All’età di 17 anni, Eusebio emise la prima professione religiosa a San José del Valle, il 16 agosto 1944, iniziando un lungo cammino di vita dedicato alla missione salesiana, assumendo vari incarichi e incarichi.

Molte case dell’Ispettoria originale (Santo Domingo Savio, con sede a Córdoba) hanno testimoniato il suo entusiasmo vocazionale. Anche con i servizi che ha svolto fino al 2006 in detta Ispettoria: Direttore a Ronda, Montilla, Aspirantado de Córdoba, Sanlúcar la Mayor, Granada -Cartuja, Maestro dei novizi, Delegato di Pastorale e Animazione Vocazionale, Delegato della Famiglia Salesiana, Formatore, Vicario ispettoriale e Ispettore (1990-1996).

Il Rettor Maggiore chiede al suo servizio di animare e guidare la comunità San Giovanni Bosco dell’UPS a Roma (2006-2015), allargando ulteriormente l’orizzonte nella sua esperienza del carisma salesiano a contatto con salesiani provenienti da diversi angoli del mondo. gli affida il compito di essere Delegato del Rettor Maggiore per la Famiglia Salesiana nel Segretariato appositamente istituito. Anche oggi molte persone e molti gruppi della Famiglia Salesiana sentiranno la sua perdita.

Dopo aver svolto questo servizio nella Congregazione e nella Famiglia Salesiana, nel 2020 gli è stato affidato un importante incarico: l’Ufficio Missionario di Madrid. Nel suo primo anno, dopo aver superato nei primi mesi il Covid, ha consolidato la conoscenza della sua posizione e segnato le linee di lavoro della Procura in futuro.

In Paradiso

“Quanti bei momenti vissuti al tuo fianco! Quanto sostegno nei tempi difficili della Missione Salesiana! Quante parole all’orecchio su come essere una persona migliore e aiutare tante persone che hanno bisogno di noi in tutto il mondo salesiano! Un Salesiano 100 in partenza! L’Ausiliatrice e Don Bosco lo riceveranno in paradiso come merita! D.E.P Eusebio! ”, ha affermato Ángel Gudiña, uno stretto collaboratore per molti anni a Roma e recentemente nell’Ufficio MISSIONI di Madrid.

Salesianos.info

Il Papa indice l’anno di San Giuseppe

Da Vatican News

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Isabella Piro – Città del Vaticano

Padre amato, padre nella tenerezza, nell’obbedienza e nell’accoglienza; padre dal coraggio creativo, lavoratore, sempre nell’ombra: con queste parole Papa Francesco descrive, in modo tenero e toccante, San Giuseppe. Lo fa nella Lettera apostolica Patris corde, pubblicata oggi in occasione del 150.mo anniversario della dichiarazione dello Sposo di Maria quale Patrono della Chiesa cattolica. Fu il Beato Pio IX, infatti, con il decreto Quemadmodum Deus, firmato l’8 dicembre 1870, a volere questo titolo per San Giuseppe. Per celebrare tale ricorrenza, il Pontefice ha indetto, da oggi all’8 dicembre 2021, uno speciale “Anno” dedicato al padre putativo di Gesù. Sullo sfondo della Lettera apostolica, c’è la pandemia da Covid-19 che – scrive Francesco – ci ha fatto comprendere l’importanza delle persone comuni, quelle che, lontane dalla ribalta, esercitano ogni giorno pazienza e infondono speranza, seminando corresponsabilità. Proprio come San Giuseppe, “l’uomo che passa inosservato, l’uomo della presenza quotidiana, discreta e nascosta”. Eppure, il suo è “un protagonismo senza pari nella storia della salvezza”.

San Giuseppe, infatti, ha espresso concretamente la sua paternità “nell’aver fatto della sua vita un’oblazione di sé nell’amore posto a servizio del Messia”. E per questo suo ruolo di “cerniera che unisce l’Antico e Nuovo Testamento”, egli “è sempre stato molto amato dal popolo cristiano” (1). In lui, “Gesù ha visto la tenerezza di Dio”, quella che “ci fa accogliere la nostra debolezza”, perché “è attraverso e nonostante la nostra debolezza” che si realizza la maggior parte dei disegni divini. “Solo la tenerezza ci salverà dall’opera” del Maligno, sottolinea il Pontefice, ed è incontrando la misericordia di Dio soprattutto nel Sacramento della Riconciliazione che possiamo fare “un’esperienza di verità e tenerezza”, perché “Dio non ci condanna, ma ci accoglie, ci abbraccia, ci sostiene e ci perdona” (2). Giuseppe è padre anche nell’obbedienza a Dio: con il suo ‘fiat’ salva Maria e Gesù ed insegna a suo Figlio a “fare la volontà del Padre”. Chiamato da Dio a servire la missione di Gesù, egli “coopera al grande mistero della Redenzione ed è veramente ministro di salvezza” (3).

Al tempo stesso, Giuseppe è “padre nell’accoglienza”, perché “accoglie Maria senza condizioni preventive”, un gesto importante ancora oggi – afferma Francesco – “in questo mondo nel quale la violenza psicologica, verbale e fisica sulla donna è evidente”. Ma lo Sposo di Maria è pure colui che, fiducioso nel Signore, accoglie nella sua vita anche gli avvenimenti che non comprende, lasciando da parte i ragionamenti e riconciliandosi con la propria storia. La vita spirituale di Giuseppe “non è una via che spiega, ma una via che accoglie”, il che non vuol dire che egli sia “un uomo rassegnato passivamente”. Anzi: il suo protagonismo è “coraggioso e forte” perché con “la fortezza dello Spirito Santo”, quella “piena di speranza”, egli sa “fare spazio anche alla parte contraddittoria, inaspettata, deludente dell’esistenza”. In pratica, attraverso San Giuseppe, è come se Dio ci ripetesse: “Non abbiate paura!”, perché “la fede dà significato ad ogni evento lieto o triste” e ci rende consapevoli che “Dio può far germogliare fiori tra le rocce”. Non solo: Giuseppe “non cerca scorciatoie”, ma affronta la realtà “ad occhi aperti, assumendone in prima persona la responsabilità”. Per questo, la sua accoglienza “ci invita ad accogliere gli altri, senza esclusione, così come sono”, con “una predilezione per i deboli” (4).

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La lettera Apostolica

 

 

“Appello per i giovanissimi delle periferie”: la risposta del ministro Boccia

Il ministro per gli Affari regionali e le Autonomia, l’on. Francesco Boccia, ha inviato una lettera di risposta all’Appello per i giovanissimi delle periferie, con la quale un gruppo di associazioni chiedeva maggiore attenzione ai giovani che vivono nelle periferie delle grandi città, spesso impossibilitati a seguire la didattica  a distanza. Ringraziamo il ministro per l’attenzione data a una questione che ci invita alla riflessione e all’azione.

Gentilissimi,

il pericolo di un possibile aumento della dispersione scolastica e della marginalizzazione di molti dei nostri ragazzi, è tra i principali punti critici collaterali alla pandemia su cui c’è il continuo confronto tra Stato e Regioni, in un clima di leale collaborazione.

Il nostro obiettivo, d’intesa con gli amministratori locali, è il ripristino della didattica in presenza al più presto; un obiettivo tale da garantire sua il contenimento della dispersione scolastica, sia la necessaria socialità dei ragazzi.

Stiamo intervenendo sulle maggiori criticità emerse sui territori connesse alla riapertura degli istituti: differenziazione dell’orario di ingresso, incremento del messi di trasporto e uniformità di indicazioni per l’attività di tracciamento e isolamento.

Il principale impegno rimane quello di mettere in sicurezza tutto il Paese, sia dal punto di vista sanitario che dal punto di vista sociale ed economico. Per questo anche la riapertura delle scuole è subordinata all’andamento dei contagi nel Paese costantemente monitorati dall’Istituto Superiore della Sanità.

Mi permetto di ricordare che, pur rappresentando una soluzione assolutamente temporanea e non ancora strutturata, la didattica a distanza è comunque supportata anche da numerosi incentivi messi in campo dal governo.

Grato per la vostra attenzione e il vostro impegno civico, colgo l’occasione per porgere cordiali saluti.

On. Prof. Francesco Boccia

Appello per i giovani

IME, primo incontro della scuola di mondilità

La Ime ha appena svolto il primo incontro della scuola di mondialità, in modalità online, con quasi cinquanta giovani collegati.

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Dalla chiusura all’apertura: Mai “Stati” così divisi!?

Questo il titolo del primo incontro della scuola di mondialità, svoltosi nella domenica pomeriggio del 22/11/2020. Quasi 50 giovani hanno deciso di ritagliarsi del tempo per dedicarsi a questo incontro proposto dall’Animazione Missionaria della nostra Ispettoria via web. Partecipazione ben oltre le aspettative, considerando il periodo storico in cui siamo.

L’incontro è iniziato con il saluto di Don Luca De Muro, delegato ispettoriale di Animazione Missionaria, che ha introdotto il percorso di quest’anno pastorale e lasciato poi la parola alla dott. Antonella Colucci che ha curato il primo momento formativo relativo ai muri presenti ancora oggi nel mondo. Il tema del “Muro”, delle sue origini storiche e del significato che poi ha assunto nel tempo attraversando culture e regioni geografiche diverse, ha aperto un vivo dibattito sull’ignoranza dell’esistenza di così tanti muri presenti ancora oggi o in via di costruzione in tutto il mondo (lunghi quasi quanto l’equatore!). I muri di cui si è parlato, però, non sono solo quelli fisici che si ergono imponenti ai confini degli stati, i muri sono anche quelli interiori che alziamo per tenere lontani gli altri, per tenere lontano Dio.

Un bel muro lo aveva eretto anche Giona, protagonista del momento di lectio animato da Don Luca. Il libro di Giona nei suoi 4 capitoli sarà infatti il fil rouge del percorso della scuola di mondialità di quest’anno, poiché proprio come Giona cercheremo di comprendere il significato profondo della chiamata missionaria, con tutte le sue sfumature. Alla lectio è seguito un momento di pausa cena e di riflessione personale.

Alle 21.30 nuovo collegamento, aperto dal delegato di pastorale giovanile don Giampaolo Roma, che ha fatto i suoi saluti a tutti i partecipanti esprimendo il profondo piacere di vedere tanti giovani appassionarsi alla missionarietà. Subito dopo ci siamo divisi in gruppi di lavoro e abbiamo condiviso le riflessioni sui temi proposti. Un momento molto bello di vicinanza e convivialità, seppur dietro uno schermo. Al rientro nel grande gruppo, ci attendeva l’Ispettore don Angelo Santorsola che ha concluso la giornata con una Buonanotte in pieno stile salesiano.

Che dire, Buona la prima e avanti così! Il percorso è ancora lungo e ricco di esperienze da vivere insieme ricordando che: “i muri non possono separare per sempre, per il semplice motivo che hanno le porte!”.

Antonella Colucci,

membro della Consulta di Animazione Missionaria Ispettoriale

sito della IME

Quali Salesiani per il giovani di oggi? Il percorso di formazione per approfondire il CG28

Rilettura salesiana del documento della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica.