Gli Exallievi di Don Bosco sbarcano su Instagram: “Ci mettiamo in gioco per costruire un futuro migliore”

Dal 3 ottobre è online la nuova pagina Instagram della Federazione Italiana degli Exallievi/e di Don Bosco. Gli Exallievi, come ci ricorda il primo reel condiviso sul profilo, non sono soltanto gli ex alunni di una scuola salesiana, bensì sono tutti quegli onesti cittadini che hanno frequentato e frequentano in qualche modo una casa o un ambiente salesiano, che condividono il sistema educativo ed operano oggi seguendo il carisma di Don Bosco. Il prefisso Ex- infatti indica “ciò che deriva da”, mettendo in gioco nel presente ciò che si è maturato quando si era “allievi”, per poter costruire un futuro migliore. E proprio per costruire questo futuro che avviene la creazione di questa pagina Instagram, inserendosi in un progetto più grande di rinnovamento della strategia di comunicazione degli Exallievi italiani. Chiunque voglia seguire questo progetto e scoprire cosa può seguire i link:

 

 

 

 

Sentirsi Caino. Verso percorsi di riconciliazione

Da Note di Pastorale Giovanile.

di Carlo Roberto Maria Redaelli, Arcivescovo di Gorizia

Ci troviamo qui stasera in luogo pieno di storia. Anche con intrecci curiosi. Alle mie spalle, lì sulla collina, dove si vede il convento francescano di Castagnevizza – siamo già al di là del confine… – si trova sepolto l’ultimo re di Francia, Carlo X, in esilio dopo la rivoluzione del 1830.
Queste montagne e queste valli sono state il luogo di sanguinose battaglie della prima guerra mondiale: qui passava il fronte tra l’Italia e l’impero austroungarico di cui Gorizia era allora parte. Una guerra assurda e sanguinosa. Non lontano da qui, sul Carso, il sacrario di Redipuglia – “cimitero” l’ha chiamato giustamente papa Francesco quando lo ha visitato nel settembre del 2014 (e spesso ricorda quel suo pellegrinaggio che lo ha portato a piangere) – sono sepolti oltre 100.000 morti, quasi 15.000 nel vicino cimitero austro-ungarico. Lì davanti si intravvede sulla collina, in una frazione di Gorizia, il sacrario di Oslavia con più di 57.000 giovani soldati uccisi dalla guerra. Di fronte a me il Monte Sabotino e a fianco il Monte santo e il San Gabriele, teatro di sconti violentissimi. Il San Gabriele, poco più di una collina, il punto più avanzato dove riuscì ad arrivare l’esercito italiano nel 1917, in 9 giorni è stato preso e conquistato 5 volte dagli italiani, impiegando 700 cannoni, 45.000 proiettili e costando 17.000 morti.
Per non citare la seconda guerra mondiale, con l’ultima battaglia nella foresta di Tarnova tra i soldati italiani e i partigiani titini e le foibe e tutto il resto. E questa divisione assurda in due di una città.
Fino a un paio di settimane fa qui c’era ancora la recinzione alta un paio di metri che spaccava in due questa piazza attribuendo alla Jugoslavia (ora alla Slovenia) una delle stazioni più belle di Gorizia: la stazione Transalpina, da cui i treni partivano per andare verso nord.
Ma il confine aveva diviso piazze, strade, terreni, case, con episodi curiosi e tragici: un cimitero diviso in due qui vicino a Merna/Miren; le case scambiate tra due famiglie amiche (me lo ha raccontato qualche anno fa una signora allora bambina), una che aveva deciso di passare nella parte italiana e l’altra di andare in quella jugolasva.
Ma anche con momenti di grande forza morale e di testimonianza evangelica, come quando a un giovane seminarista sloveno scappato dalla parte italiana, al quale i titini avevano ucciso papà e fratelli, la mamma, restata al di là del confine, aveva urlato il giorno dell’ordinazione che poteva diventare prete solo se perdonava.
Tanto dolore, provocato dalla guerra e dalle uccisioni, che dura a lungo nel tempo. Ricordo, arrivato a Gorizia da un paio d’anni, di essere stato invitato a bere un caffè a un bar da una famiglia da poco conosciuta. Mentre ero seduto al tavolino, la bambina, di sei o sette anni, mi tira per la giacca e mi dice: “Vescovo, lo sai che gli sloveni sono cattivi?”. Io rispondo che non era vero, che tutti sono bravi. E lei mi controbatte, lasciandomi senza parole: “Sì, perché hanno ucciso mio nonno”.
Quante memorie, emozioni, ricordi sono concentrati qui. Ma c’è anche tanta voglia di riconciliazione, di perdono, di pace e di fraternità. Cito solo l’associazione, “Concordia et pax” che da decenni cerca e propone segni di riconciliazione. Il presidente, un italiano, ha avuto il papà gettato in una foiba…
Come si fa a realizzare qui e altrove percorsi di riconciliazione? Anzitutto sentendosi tutti Caino. Qualche volta mi è capitato di ascoltare discussioni su chi, da una parte o dall’altra, ha avuto più morti uccisi dalla parte avversa. Ma se uno è stato di meno Caino, non per questo è diventato Abele!
E poi lavorare sempre per la pace: sempre! Perché chi lavora per la guerra, lo fa sempre: non ha ferie, non ha interruzioni. È come nella vita spirituale, se si sta fermi, in realtà si va indietro.
Lavorare con realismo e concretezza: ci sono sentimenti da controllare, gesti di riconciliazione da fare, capacità di mediazione da sviluppare, complessità da riconoscere, umiltà da vivere.
Tra l’altro la pace non può essere un valore assoluto e isolato dagli altri: se non c’è giustizia, libertà, riconciliazione, accoglienza, ecc. non può esserci pace. Ce lo ricordano da decenni ogni primo dell’anno i messaggi dei papi per la giornata mondiale della pace.
A voi che siete responsabili della pastorale giovanile nelle nostre diocesi, ricordo che il lavoro educativo per la pace si deve fare sempre e non solo quando siamo tutti coinvolti dall’emozione di una guerra vicina.
Senza mai dimenticare che è la Parola di Dio ciò che dà speranza. Che dice che solo Cristo è capace di abbattere il muro, anzitutto dentro il cuore. Da noi si dice che qualcuno, anche se il confine fisico è sparito da 30 anni, ha ancora il confine in testa…
E la Parola ci svela il mistero della croce. Proprio pensando ai tanti morti il cui sangue ha bagnato come fiumi questa magnifica terra, non mi è difficile capire il perché della croce: il massimo della nostra cattiveria. Abbiamo ucciso lo stesso Figlio di Dio. Ma la croce è anche il massimo dell’amore. Quello di Dio, che è il fondamento di ogni perdono, di ogni pace, di ogni riconciliazione, di ogni fratellanza.
Per questo vi chiedo di recitare qui con me il Padre nostro. Lo farò con voi in sloveno:

Oče naš ki si v nebesih,
posvečeno bodi tvoje ime,
pridi k nam tvoje kraljestvo,
zgodi se tvoja volja
kakor v nebesih tako na zemlji.
Daj nam danes naš vsakdanji kruh
in odpusti nam naše dolge,
kakor tudi mi odpuščamo svojim dolžnikom,
in ne vpelji nas v skušnjavo,
temveč reši nas hudega.
Amen.

Agorà della Parità: Bene il fondo scuole paritarie per il caro energia, ora nuovo governo completi legge su parità scolastica

Di seguito il comunicato stampa di Agorà della Parità sul contributo del governo contro il caro energia.

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L’incremento del fondo per le scuole paritarie, per far fronte al caro energia, è una  boccata di ossigeno per tanti nostri istituti ed è un atto non scontato del Governo uscente,  che ringraziamo per aver mantenuto una promessa importante. L’Agorà della Parità si  aspetta ora, da chi guiderà il Paese nella nuova legislatura, una rinnovata attenzione per  tutta la scuola e, in particolare, il completamento della legge 62 del 2000, affinché in Italia  le famiglie siano finalmente libere di scegliere l’educazione dei propri figli, come in tutta  Europa già succede.

AGeSCCatia Zambon, Presidente nazionale

Cdo Opere Educative – FOEMassimiliano Tonarini, Presidente nazionale

CIOFS scuola, Marilisa Miotti, Presidente nazionale

FAESGiovanni Sanfilippo, Delegato nazionale per le Relazioni

FIDAEVirginia Kaladich, Presidente nazionale

FISMGiampiero Redaelli, Presidente nazionale

FONDAZIONE GESUITI EDUCAZIONE, Vitangelo Denora, Delegato

SALESIANI PER LA SCUOLA-CNOS SCUOLA ITALIAStefano Mascazzini, Presidente nazionale

Elezioni, l’invito del presidente degli Exallievi: “Il voto, un dovere del cattolico e un obbligo morale di tutti”

Pubblichiamo la lettera di Giovanni Costanza, presidente della Federazione Italiana degli Exallievi di Don Bosco, in vista delle prossime elezioni politiche.

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Carissime Exallieve e carissimi Exallievi di Don Bosco,
manca ormai poco all’appuntamento elettorale e sento il dovere, anche a nome della Presidenza nazionale, di fare giungere a tutti e a ciascuno di voi un invito. Sto parlando di impegno politico: un dovere del cattolico, un obbligo morale di tutti.

Di questo impegno si legge a chiare lettere negli insegnamenti del Magistero della Chiesa (cfr. Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa nn. 565 e segg.). Lo confermano gli autorevoli interventi di Papa Francesco e di don Ángel, Rettor Maggiore dei Salesiani. Lo ribadiscono anche le recenti Linee guida della nostra associazione. Proprio all’urgenza dell’impegno politico, infatti, è affidato il risveglio di quel “gigante dormiente” con cui più volte è stato identificato il laicato cattolico. Per risvegliarci dobbiamo esserci ed esserci attivamente: né restare a guardare, né –
peggio – subire passivamente nascondendosi dietro l’ineluttabilità degli eventi.

Le visioni pessimistiche generate dalle vicende politiche, anche recenti, del nostro Paese potrebbero indurre molti di noi a disertare le cabine elettorali. Certo, gli esempi delle donne e degli uomini in politica non sempre sono edificanti. Non possiamo cadere però nel tranello della banalità di chi afferma che “la politica è una cosa sporca”. Finiremmo infatti per giustificare implicitamente chi la usa per i propri interessi e creeremmo un alibi per restare alla finestra. La politica no, non è una cosa sporca. Sono invece le donne e gli uomini che compiono azioni sporche.

Guardiamo alla politica come “la più alta forma di carità” e non definiamo “politico” chi non la esercita secondo tale principio, ma usiamo altri termini più appropriati, che qui preferisco tralasciare… Esserci, quindi, esserci attivamente. Come cristiani non possiamo abbandonare la barca, né delegare ad altri la scelta della rotta. Come figli di Don Bosco, “onesti cittadini”, educati a essere protagonisti del nostro futuro, non possiamo non provare a dare il nostro contributo per il bene comune. Così, il primo e caloroso invito è quello di recarsi alle urne.

Non sarà facile né semplice scegliere. Ci viene in soccorso il dono della Sapienza, che ci aiuta a capire la vita. Ci è stato detto “… io vi mando come pecore in mezzo ai lupi; siate dunque prudenti come i serpenti e semplici come le colombe” (Mt 10,16). Rispetto al voto, mi permetto di indicare un requisito fondamentale: conoscere i programmi. Il Ministero dell’Interno ci viene in aiuto con una pagina dedicata (https://dait.interno.gov.it/elezioni/trasparenza/elezionipolitiche-2022). Non basta che la lettura sia pedissequa o acritica, né che si perda nell’elenco delle promesse, troppo spesso disattese. Vi invito, dunque, ad una lettura accurata, critica, ma non polemica, che si riferisca con discernimento alle scelte del passato.

Nello scorrere si profila uno stato laico – in cui credo convintamente – e manca una perfetta rispondenza con i principi guida di natura etica e sociale appresi alla scuola di Don Bosco. Ma la politica è l’arte del compromesso. Pur
riconoscendo che ogni compromesso deve avere un limite, occorre che ciascuno, autonomamente e  consapevolmente, imbocchi un percorso di discernimento per individuare il programma con più luci e meno ombre.
E nella lettura puntiamo l’attenzione sui temi a noi più vicini.

Guardiamo alla povertà, al lavoro carente, specie in alcune regioni, troppo spesso incerto e sottopagato. Analizziamo il Welfare State, inadeguato ai tempi e divenuto nella realtà Welfare Mix per il massiccio intervento del Terzo Settore. E poi teniamo conto dei fattori che generano dipendenza dallo Stato come dalla criminalità organizzata, spesso molto più allettante. Chiude il cerchio una carente politica in materia di prima casa, assistenza alla maternità, incentivazione della natalità. Il problema, pur non recente, è più che mai attuale. Come figli di Don Bosco vogliamo stare con gli ultimi, vedere la realtà con i loro occhi e non con le nostre pance piene. Dobbiamo occuparci dei poveri, per consentire a tutti una vita dignitosa e non obbligare nessuno alla permanenza in un perenne stato di assistenzialismo.

Un’altra attenta lettura dedichiamola alla formazione. Noi Exallievi, frutto dell’educazione salesiana, riconosciamo il
ruolo fondamentale affidato alle strutture educative a sostegno della famiglia nella crescita degli individui e della collettività. Le carenze strutturali e organizzative della scuola italiana non consentono a tutte le famiglie di fruire di servizi adeguati ai tempi né ai loro figli di godere delle medesime possibilità di altri coetanei. Ed ancora, la ricchezza e la validità della scuola pubblica paritaria, specie quella di ispirazione cattolica, è mortificata da una legislazione iniqua che inibisce a molte famiglie, per motivi economici, l’esercizio della libera scelta del modello educativo per i propri figli. È una chiara disparità di trattamento tra cittadini del medesimo Stato, aventi i medesimi diritti.

Per indirizzare la nostra scelta, allora, chiediamoci cosa ha fatto e cosa si propone di fare ciascuno schieramento per combattere la povertà economica, per arginare la povertà educativa, per realizzare un’effettiva parità tra le scuole pubbliche statali e quelle paritarie.

Anche la scelta del candidato, per quanto mortificata dalle imposizioni delle segreterie politiche, merita attenzione.
Ritengo sia doveroso, anche in questo caso, un discernimento basato sui requisiti di un onesto “politico”: il disinteresse personale, la rettitudine morale, l’impegno sociale, la competenza professionale, il rispetto della
dignità degli altri e la cura degli ultimi. Vi invito a votare candidati meritevoli e capaci, non coloro che promettono
di tornare utili ai nostri interessi personali.
Infine, sempre nel solco dell’impegno politico, rinnovo un monito: nessuna delega in bianco. La Presidenza nazionale si è ripromessa una seria attenzione ai processi legislativi che verranno intrapresi di volta in volta. Quanti
vorranno unirsi in questo impegno di vigilanza saranno benvenuti e graditi. Mi auguro che la scelta operata il prossimo 25 settembre dal popolo italiano, in ogni caso, sia la migliore per gli interessi della collettività. Ma mi auguro soprattutto che, anche dopo questo evento elettorale, daremo spazio alla testimonianza della nostra cittadinanza attiva. Spero di ricevere notizie in tal senso da Unioni e Federazioni ispettoriali per azioni concrete intraprese nel territorio.

In linea con il sottotitolo della Strenna 2023 “Noi ci s(t)iamo”, ciascuno di noi, conscio di avere operato al meglio delle proprie capacità, potrà affermare: “IO CI SONO”.

 

Formazione professionale e IeFP assenti nei programmi elettorali. Confap e Forma: Cambiamo marcia

Pubblichiamo il comunicato stampa di Confap e Forma sulle prossime elezioni politiche.

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Silenzio e disinteresse di gran parte della politica alle esigenze di decine di migliaia di giovani. Cambiamo marcia!

La IeFP e la Formazione Professionale risultano pressoché assenti nei programmi dei principali partiti e coalizioni, nonostante il fatto che nella campagna elettorale si registri una certa enfasi su temi che riguardano i giovani, il lavoro, il futuro del Paese. Come Enti che operano da molti decenni in questa realtà, riteniamo necessario, pertanto, richiamare all’opinione pubblica e alle forze politiche alcune informazioni chiave sulla IeFP e sulla Formazione Professionale: sulle loro potenzialità per costruire una prospettiva di ripresa e sviluppo dell’Italia, così come avviene in diversi Paesi europei in cui esse hanno un ruolo strategico per lo sviluppo economico e la coesione sociale.

Che cosa rappresentano oggi la IeFP e la FP in Italia?

La Istruzione e formazione professionale riguarda la formazione iniziale dei giovani e si colloca di diritto nel sistema educativo nazionale di istruzione e formazione.

E’ gestita per lo più dalle Regioni, attraverso gli organismi di formazione accreditati, che offrono percorsi di qualifica e diploma professionale di durata triennale o quadriennale. Nell’anno formativo 2020-21 la IeFP degli enti accreditati ha interessato 151.641 allievi (14-18 anni), pari al 5,7% di tutti gli studenti frequentanti i percorsi di scuola secondaria superiore in Italia e al 32,8% degli studenti iscritti ai percorsi offerti dall’Istruzione professionale statale.

Nel nord Italia, ove è più diffusa, la IeFP coinvolge oltre il 10% dei ragazzi, con ottimi risultati in termini di successo formativo ed occupazionale. La IeFP ha come perno un modello basato sulla alternanza, sull’ “educazione al e attraverso il lavoro”, in stretta collaborazione con migliaia di imprese. “A tre anni dal completamento del percorso di IeFP lavora il 69% dei diplomati e il 62% dei qualificati, con un tasso di coerenza rispetto al percorso formativo del 76% tra i diplomati e del 72% tra i qualificati” (INAPP, 1 settembre 2021).

La IeFP si dimostra decisiva a livello territoriale per ridurre il mismatch tra domanda e offerta di lavoro, in particolare nei settori del made in Italy e nella piccole e medie imprese; concorre inoltre a contrastare l’alto tasso di dispersione scolastica, soprattutto in termini di ri-motivazione e orientamento, e si caratterizza come ambiente formativo orientato all’inclusione sociale: il 7,5% degli allievi è disabile (a fronte del 2,7% medio della scuola secondaria di secondo grado) e il 13,6 % è di origine straniera (più della media degli iscritti agli istituti professionali statali).

La IeFP accompagna le grandi transizioni digitale ed ecologica, perseguendo obiettivi formativi già codificati in questa direzione, e si è confermata negli anni come un bacino di valorizzazione della specificità e pluralità delle risorse territoriali, contribuendo a facilitare processi virtuosi di promozione dell’innovazione tecnologica e sociale e di nuova imprenditorialità giovanile. Gli Enti di formazione professionale offrono ai giovani curricola adeguati alle trasformazioni in atto, mettendo al centro della proposta formativa il valore educativo del lavoro, che aiuta a costruire un “io solido”,  consapevole dei propri talenti teso al miglioramento della società, grazie ad una metodologia attiva, fondata sull’esperienza reale e sull’alleanza con le imprese.

La spesa annua per la formazione professionale ordinamentale è complessivamente di 680 milioni di euro; il costo annuo pro-capite medio per allievo della IeFP (poco meno di 5.500 euro) è molto inferiore al costo annuo/studente dell’istruzione professionale statale (8.736,15 euro).

Un ulteriore importante segmento della formazione ordinamentale è rappresentato dall’IFTS (Istruzione e Formazione Tecnica Superiore): un anno di preziosa formazione superiore rivolta sia ai diplomati IeFP, per proseguire nella filiera professionalizzante, sia ai diplomati della scuola secondaria superiore, per integrare la loro preparazione nel caso di diplomi quinquennali poco spendibili sul mercato del lavoro.

Varie sono le opportunità formative della FP che riguardano ampie fasce di popolazione adulta, tra cui alcune categorie di persone svantaggiate sul mercato del lavoro: percorsi di specializzazione post-diploma, di qualificazione o riqualificazione per soggetti in cerca di lavoro, di re-inserimento, anche per giovani-adulti a rischio di esclusione (ad esempio i NEET) e corsi di formazione continua per lavoratori, che vedono una partecipazione complessiva stimata di oltre 900.000 persone ogni anno. La FP deve essere considerata la principale politica attiva del lavoro, come previsto nel Programma GOL con diffuse azioni di upskilling e reskilling. Nelle rapide trasformazioni dei processi di lavoro e nelle riconversioni di interi settori produttivi è infatti importante poter contare su qualificati percorsi di formazione “lungo tutto l’arco della vita”, sia per il reinserimento lavorativo, sia per il miglioramento dei percorsi di carriera.

Qualificare il sistema di formazione professionale italiano, certificarne la qualità, valorizzare le  reti nazionali, sviluppare programmi anche sovra-regionali in collaborazione con le imprese è strategico per la ripresa e lo sviluppo del Paese, dei suoi territori e dei suoi comparti produttivi. La spesa annua per la formazione professionale non ordinamentale, finanziata dallo Stato, dalle Regioni, dall’Unione Europea e dai Fondi interprofessionali, è stimata (dati 2021) in 900 milioni di euro.

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Sotto in sintesi il documento programmatico inviato alle forze politiche invitate al confronto venerdì  16 settembre, presso la sede di Forma e Confap, a Roma in via Marcora 18 dalle ore 12.30 alle 13.30.  All’incontro saranno presenti la presidente di Forma, Paola Vacchina, il presidente di Confap  Massimiliano Sabbadini e i presidenti di tutti gli enti di formazione professionale della loro rete. 

Questi in sintesi i punti più importanti delle proposte presentate: 

  1. Rendere stabile e implementare l’offerta di IeFP in tutte le Regioni, finanziandola in modo  continuativo e con adeguati parametri; 
  2. Sviluppare su tutto il territorio nazionale l’offerta formativa di IFTS (Istruzione e Formazione  Tecnica Superiore); 
  3. Assicurare una sede nazionale unitaria per la Governance della IeFP nel rispetto delle  competenze regionali; 
  4. Investire sull’orientamento degli studenti, a partire dalla scuola secondaria di primo  grado valorizzando la proposta della IeFP; 
  5. Implementare il potenziale della FP nell’accompagnamento delle trasformazioni  organizzative e produttive indotte dalle transizioni digitale e ambientale; 
  6. Consolidare il ruolo della FP nelle politiche attive del lavoro; 
  7. Valorizzare l’apporto della FP nelle politiche sociali e giovanili, a partire dall’inclusione delle  persone più svantaggiate;
  8. Estendere anche al sistema IeFP, al pari dei sistemi dell’istruzione pubblica e paritaria, gli  interventi di sostegno agli investimenti e quelli emergenziali, a cominciare dai ristori per i  costi energetici, particolarmente urgenti in questa fase di grave crisi. 

Alcuni dati a riprova dell’importanza della tematica: nell’anno formativo 2020-21 la IeFP degli enti  accreditati ha interessato 151.641 allievi (14-18 anni), pari al 5,7% di tutti gli studenti frequentanti i  percorsi di scuola secondaria superiore in Italia e al 32,8% degli studenti iscritti ai percorsi offerti  dall’Istruzione professionale statale. Nel nord Italia, ove è più diffusa, la IeFP coinvolge oltre il 10%  dei ragazzi, con ottimi risultati in termini di successo formativo ed occupazionale. 

L’incontro intende attivare un’urgente e strategica interlocuzione con le forze politiche, per garantire  al Paese quella infrastruttura formativa e necessaria a sostenere i processi di sviluppo economico e  di inclusione sociale. 

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Bari: Maggio Culturale dall’APS Laboratorio Don Bosco Oggi

Il Laboratorio Don Bosco Oggi di Bari presenta “Maggio Culturale“, una serie di incontri culturali su vari temi. Diversi gli appuntamenti previsti durante il mese di Maggio:

LUNEDÌ 16 MAGGIO:

  • Incontro TR di Formazione Liturgica: La Pasqua

VENERDÌ 20 MAGGIO:

  • Salotto letterario “Dizionario dei latinisti” di don Roberto Spataro. Relatore: prof. Domenico Lassandro, saluti prof. Pasqualina Vozza

SABATO 28 MAGGIO:

  • I giornata di studio socio-politico: “Il Vangelo e la politica: valori-modelli-esperienze. Il “caso” del novecento”. Moderatore don Giuseppe Ruppi

DOMENICA 29 MAGGIO:

  • Via Lucis al Redentore della Famiglia Salesiana animata dal Laboratorio Don Bosco Oggi

LUNEDÌ 30 MAGGIO:

  • Tavola rotonda, salesiani docenti al Redentore: don Gino Corallo. Coordinatore don Giuseppe Ruppi, relatori prof. Cosimo Laneve, Loredana Perla, Chiara Maria Gemma, Domenico Lassandro.

Gli incontri si terranno a via Martiri D’Otranto 69, a Bari. Per informazioni contattare il Laboratorio Culturale: 08 0575 0005 o la biblioteca: 08 0575 0006.

Scarica la locandina

Al via le iscrizioni per il “Congresso Internazionale delle Opere e dei Servizi Sociali Salesiani”

Dal 28 settembre al 2 ottobre 2022 si terrà a Torino-Valdocco il “Congresso Internazionale delle Opere e dei Servizi Sociali Salesiani” per riflettere sulle Opere e  Servizi Sociali. La priorità sarà quella di condividere  la linea programmatica indicata per questo sessenio, incentrata sui giovani, i poveri, i più abbandonati e indifesi. Di seguito la notizia pubblicata da l’agenzia di informazione salesiana ANS.

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(ANS – Roma) – Il “Congresso Internazionale delle Opere e dei Servizi Sociali Salesiani” che si svolgerà a Torino-Valdocco dal 28 settembre al 2 ottobre 2022, è uno dei maggiori appuntamenti in calendario quest’anno per il Settore per la Pastorale Giovanile. Il congresso, cui sono attesi oltre 300 partecipanti da tutto il mondo salesiano, ha aperto le sue iscrizioni lo scorso martedì, 1° marzo.

“Quest’invito del Settore per la Pastorale Giovanile alla riflessione sulle Opere e Servizi Sociali è davvero qualcosa di essenziale per noi – ha condiviso il Rettor Maggiore, Don Ángel Fernández Artime, in un video –. Le Costituzioni affermano che noi salesiani siamo nati per i ragazzi, e specialmente per i più poveri. E anche Papa Francesco ce lo ha ricordato nel suo bellissimo messaggio lasciato al Capitolo…
Questo congresso è di massima attualità per noi… Ed è anche un’urgenza quella di offrire una ricca riflessione e condivisione su una delle priorità indicate per il cammino di questo sessennio (la quinta linea programmatica: PRIORITÀ ASSOLUTA per i giovani, i più poveri e i più abbandonati e indifesi)”.

Per questo il Rettor Maggiore non ha dubbi sul valore e l’efficacia del congresso: “Sarà una grande opportunità per dire la parola giusta e offrire il servizio opportuno, a nome del Signore Gesù e con il cuore di Don Bosco, ai ragazzi e ai giovani più bisognosi e scartati”.

Da parte sua il Consigliere Generale per la Pastorale Giovanile, don Miguel Angel García Morcuende, ha indicato i tre grandi obiettivi del congresso:

–      riflettere sugli orientamenti della Chiesa e della Congregazione e di diversi attori sociali in riferimento alla Pastorale Giovanile Salesiana che si sviluppa nelle opere e servizi sociali delle diverse Ispettorie;

–      identificare gli aspetti comuni che garantiscono l’unità carismatica di queste opere e servizi all’interno del loro Progetto Educativo-Pastorale Salesiano (PEPS);

–      infine, generare accordi regionali per rendere visibile l’impatto di queste opere e servizi nella Congregazione e nei diversi contesti ecclesiali e civili.

Il Congresso Internazionale delle Opere e servizi Sociali Salesiane si propone di attuare:

  1. Una lettura aggiornata del Sistema Preventivo: a partire dalle esperienze già esistenti nelle opere e servizi sociali di ogni Ispettoria in relazione all’evangelizzazione, il magistero della Chiesa, la Congregazione e la società come risposta profetica alle sfide che l’attuale contesto storico presenta all’accompagnamento dei giovani a rischio.
  2. Una lettura organica dell’azione sociale salesiana: alla luce dello sviluppo umano integrale e dei mezzi disponibili nel mondo attuale per contribuire alla dignità delle persone e del loro ambiente.
  3. Una lettura dinamica del PEPS e della cultura organica delle opere servizi sociali salesiani: come atteggiamento di dialogo e articolazione con tutti coloro che lavorano per superare le situazioni di vulnerabilità e di degrado di cui soffrono i giovani.

A livello metodologico, ogni giorno, i partecipanti al Congresso prenderanno parte alle seguenti aree:

  • ORIZZONTE, animata da oratori di fama mondiale per ampliare la visione salesiana e fornire ispirazione;
  • SGUARDO, con mini-corsi da parte di esperti per analizzare e rafforzare la proposta offerta;
  • TERRA, con il contributo di educatori per generare idee e buone pratiche;
  • SOGNI, con l’immersione nell’atmosfera della Torino sociale di Don Bosco;
  • RADICI, con lavori di gruppo a livello continentale.
Notizia originale

Salesiani Piemonte, il calendario degli Esercizi Spirituali 2022

Dal sito dei Salesiani Piemonte, il calendario degli Esercizi Spirituali per ragazzi e ragazze dalle scuole medie ai giovani lavoratori.

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Ecco gli appuntamenti con gli Esercizi Spirituali per i ragazzi e ragazze delle medie sino a quelli degli Universitari e Giovani lavoratori.

Medie

Biennio

CFP

Universitari

Per partecipare agli incontri ci sarà bisogno di GreenPass rafforzato.

Per maggiori informazioni:

pgdonbosco.it

Rettor Maggiore: messaggio ai giovani nella festa di Don Bosco

In occasione della commemorazione dei 400 anni dalla morte di San Francesco di Sales e nel giorno della festa di san Giovanni Bosco, il Rettor maggiore, Don Ángel Fernández Artime ha scritto una lettera ai giovani ricordando loro che quanto siano protagonisti di questa storia, come lo sono stati i ragazzi di Valdocco con Don Bosco.

Di seguito la lettera del Rettor maggiore, Don Ángel Fernández Artime.

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MESSAGGIO AI GIOVANI NELLA FESTA DI DON BOSCO,

NEL IV CENTENARIO DELLA MORTE DI SAN FRANCESCO DI SALES, nostro Patrono

Torino-Valdocco, 31 gennaio 2022

Miei carissimi giovani,

giunga a ciascuno di voi il mio saluto con vero affetto e con tutto il cuore da Valdocco, dove stiamo celebrando la festa del nostro amato Don Bosco, “Padre e maestro della gioventù” – come ha dichiarato San Giovanni Paolo II.

Vi scrivo questa lettera, mentre da pochi istanti sono tornato dalla preghiera che ho fatto per voi nella Basilica davanti al Signore, davanti alla nostra Madre Ausiliatrice, davanti a Don Bosco, a Madre Mazzarello e a San Domenico Savio, il santo adolescente dei primi anni dell’oratorio qui a Valdocco.

L’Eucaristia di ieri è stata trasmessa dalla televisione proprio dalla Basilica di Maria Ausiliatrice a Torino, e il Santo Padre, Papa Francesco, durante la preghiera dell’Angelus ha dichiarato di aver seguito la Santa Messa in televisione, aggiungendo di salutare tutti i Salesiani in occasione della festa di Don Bosco. Nell’esprimere tutto questo ha ricordato che il nostro Padre «non si è chiuso in sagrestia, non si è chiuso nelle sue cose. È uscito sulla strada a cercare i giovani, con quella creatività che è stata la sua caratteristica». Indubbiamente, così farebbe Don Bosco anche oggi, invitando tutti noi ad essere al vostro fianco, accanto a voi, per percorrere insieme il cammino della vita.

Quanto il Santo Padre ama la Famiglia Salesiana, la famiglia di Don Bosco! E quanta responsabilità questo comporta, perché dobbiamo sempre dare il meglio di noi stessi al servizio del Vangelo nel nome del Signore Gesù.

E voi, carissimi giovani, siete i protagonisti di questa storia, come lo erano i ragazzi di Valdocco con Don Bosco.

In questo anno in cui commemoriamo nella Chiesa il IV centenario della morte di un grande santo, quel “gigante della santità” che fu San Francesco di Sales, la Famiglia Salesiana di Don Bosco, e voi, i giovani che ne fate parte, tutti noi con voi siamo chiamati a vivere la nostra fede cristiana e tutto il dinamismo giovanile che portate nel cuore, con questa carità e dolcezza “salesiana” che San Francesco di Sales ci ha lasciato in eredità e che Don Bosco fece sua. Nel 1854, egli stesso scrisse a riguardo dell’Oratorio di Valdocco: «Questo Oratorio è posto sotto la protezione di San Francesco di Sales per indicare che il fondamento su cui poggia questa Congregazione deve essere la carità e la dolcezza, che sono le virtù caratteristiche di questo santo». Don Bosco per realizzare la sua opera si ispirò a San Francesco di Sales, il Santo che comprese – come pochi altri – che Dio e il suo amore misericordioso erano al centro della sua vita e della sua storia. Francesco di Sales è il Santo della tenerezza, del cuore modellato sul cuore di Dio Padre che, con la sua dolcezza, attira tutti a sé.

E facendomi eco di questa sensibilità e spiritualità, che abbiamo ricevuto da San Francesco di Sales attraverso Don Bosco, e con la forza della Parola con cui sia il Papa Emerito Benedetto XVI sia Papa Francesco si sono rivolti a voi, desidero invitare voi, cari giovani di tutte le presenze salesiane nel mondo, a vivere con grandi ideali, con grandi mete che vi conducano sulla via della felicità e verso Dio.

  • Mi è parso molto bello quando in uno dei suoi messaggi rivolti a voi giovani, Papa Benedetto XVI vi ha detto: «Cari giovani, non accontentatevi di meno della Verità e dell’Amore, non accontentatevi di meno di Cristo». Che bello e che proposta che vale la pena accettare con coraggio, perché è molto probabile che l’ambiente sociale e culturale in molti luoghi nei quali vivete non vi aiuterà in questo. Ma il privilegio di non accontentarsi di niente di meno che Cristo nelle vostre vite è che potete fidarvi di Dio, abbandonarvi a Lui, il Dio vivente e che invita tutti a vivere come è vissuto Gesù. Sono convinto che essere un giovane cristiano oggi sia davvero una sfida coraggiosa.

E nell’affermare questo, non dimentico molti di voi, cari giovani delle presenze salesiane del mondo, che professano un’altra religione. Vi auguro con vero affetto di vivere la vostra fede in profondità, di essere veri credenti nella fede che professate, di viverla autenticamente. L’unico Dio che esiste e al quale tutti ci rivolgiamo, sarà sempre al vostro fianco e saprà incontrare ognuno di voi. Le case di Don Bosco e di tutta la Famiglia Salesiana nel mondo hanno, e continueranno sempre ad avere, porte aperte per ogni giovane che le avvicina.

  • Allo stesso tempo, insieme ai miei confratelli Salesiani, alle mie consorelle Figlie di Maria Ausiliatrice, e a tanti altri che compongono questa nostra preziosa Famiglia, faccio risuonare le proposte che vi hanno rivolto Papa Francesco e Papa Benedetto, perché capisco che, proprio come ha fatto Don Bosco con i suoi ragazzi, insieme desideriamo chiedervi di essere coraggiosi, di non avere mai paura, di lasciarvi sorprendere da Gesù, il Signore, di aprire le porte del vostro cuore a Lui, lasciando che Lui vi parli. Gesù vi sorprenderà sempre e vi condurrà sul sentiero dell’autentica felicità: quella che cercate, che desiderate e di cui avete bisogno.
  • Miei cari giovani, oso dirvi in questa festa di Don Bosco che oggi, come sempre o più che mai, il Signore ha bisogno di voi e vi chiama ad essere discepoli missionari nel Regno. Don Bosco ha bisogno di voi, come aveva bisogno dei suoi ragazzi di Valdocco, per fare del bene a tanti altri. E tanti vostri compagni e amici hanno bisogno di voi e del vostro sostegno. Di voi giovani che, con responsabilità e generosità, prendete in mano la vostra vita.

Il nostro mondo ha bisogno di giovani che sentano di avere una missione sognata da Dio e che si innamorino di essa. Giovani che sentono che Dio ha un sogno e un bellissimo progetto per ognuno di loro. Giovani con speranza e forza. Giovani, come dice Papa Francesco, che non si lasciano rubare la speranza: «Un giovane non può essere scoraggiato, la sua caratteristica è sognare grandi cose, cercare orizzonti ampi, osare di più, aver voglia di conquistare il mondo, saper accettare proposte impegnative e voler dare il meglio di sé per costruire qualcosa di migliore. Per questo insisto coi giovani che non si lascino rubare la speranza» (Christus Vivit, 15).

Carissimi giovani,

concludo questo messaggio augurandovi una buona festa di Don Bosco e invitandovi a vivere tutto l’anno in grande armonia con Don Bosco e San Francesco di Sales. Loro continueranno a condurvi a incontrare l’unico che conta: Gesù Cristo il Signore.

Ricordo che nell’incontro della Consulta Mondiale del Movimento Giovanile Salesiano (SDB-LEADS) tenutosi nel dicembre scorso, dopo aver approvato le linee guida della Consulta Mondiale del Movimento Giovanile Salesiano (SDB-LEADS), i giovani rappresentanti di tutto il mondo sono stati unanimi nel proporre di celebrare il 400° anniversario della morte di San Francesco di Sales. I membri della Consulta della Regione Africa-Madagascar coordineranno questo evento, al quale parteciperanno tutti i gruppi del Movimento Giovanile Salesiano (MGS) delle ispettorie salesiane del mondo, in segno di omaggio, gratitudine, amore e devozione a questo grande Santo, ispiratore del nostro amato Don Bosco.

Vi incoraggio a continuare a curare i momenti di preghiera, le iniziative a favore dei più svantaggiati e a far conoscere e condividere tutto quello che state facendo.

Miei cari giovani, buona festa di Don Bosco e buon anno “salesiano” sotto l’ispirazione di San Francesco di Sales.

La mia benedizione per tutti.

Con vero affetto e l’assicurazione del ricordo nella mia preghiera, vi saluto,

Ángel Fernández Artime, SDB

Rettor Maggiore

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