Pizzoratorio, un’opportunità per i ragazzi della comunità per minori di Torre Annunziata

“Ai giovani, soprattutto quelli più fragili, non va trovato solo un lavoro ma vanno anche educati a quel lavoro investendo sulle loro passioni”. Sono le parole di don Antonio Carbone, vice-presidente di Salesiani per il Sociale, e attuale coordinatore delle comunità per minori Mamma Matilde e Peppino Brancati di Torre Annunziata.

Qui ogni anno arrivano minori fragili, in stato di abbandono o con situazioni problematiche all’interno della famiglia di origine. Grazie all’impegno e alla passione di educatori e operatori vengono seguiti nel loro percorso scolastico, formati al mondo del lavoro e accompagnati nel diventare adulti responsabili.

Come Pasquale che grazie alla comunità sta inseguendo il suo sogno di aprire una pizzeria. “Anche se all’inizio è stato difficile inserirsi, oggi la comunità è la mia seconda famiglia. In casa siamo in otto, il più piccolo ha 9 anni e il più grande 18: c’è chi va a scuola, chi lavora e chi, come me partecipa a dei corsi di formazione. Una delle cose più belle della vita di comunità è ridere e scherzare insieme agli operatori ma anche insieme ai coordinatori e ai sacerdoti che ci stanno molto vicino. Ogni mattina vado a Napoli per il laboratorio da pizzaiolo mentre il pomeriggio sono impegnato con i ragazzi dell’oratorio. Il mio sogno è quello di aprile una pizzeria, so che è un lavoro molto impegnativo e faticoso ma è la mia passione!”.

Per dare sempre più opportunità lavorative a giovani come Pasquale, l’associazione “Piccoli passi grandi sogni” (che coordina queste due comunità) ha ideato un nuovo progetto chiamato “Pizzoratorio”, un laboratorio formativo allestito nei locali dell’Oratorio salesiano: un centro di formazione che permetterà ai partecipanti di acquisire una qualifica professionale da pizzaiolo.

“Ci troviamo in un territorio dove tante sono le difficoltà e difficili sono anche le prospettive di lavoro e di impegno” dice Don Antonio Carbone. “Vogliamo impegnarci perché nessun ragazzo resti escluso, allora ecco il sogno di realizzare questo laboratorio che permetterà a molti ragazzi di avviarsi ad un futuro migliore”. Il progetto ha già ricevuto il sostegno di Salesiani per il Sociale e della Fondazione Don Bosco nel mondo.

 

“Adulti, per favore: stateci a sentire”: lettera aperta di una tredicenne

Virginia Di Vincenzo, 13 anni, frequenta la II media nella scuola Oscar Levi a Chieri (Torino). In questa lettera aperta, rivolta agli adulti – genitori, insegnanti, educatori – Virginia scrive delle riflessioni sul mondo “dei grandi” e rivolge a tutti delle domande.

LA PAROLA AI RAGAZZI

(NPG 2019-04-60) 

Cari adulti,

perché scrivo? Perché vi scrivo?
Ho solo 13 anni, ho già 13 anni; ovviamente non sono ancora adulta ma lo diventerò, e intanto ci siete nel nostro mondo e noi ci siamo nel vostro. Insomma, condividiamo tante cose, ma in tante altre siamo diversi.
Anche se ci dite che a volte siamo incomprensibili a voi (ma anche voi, credetemi, lo siete per noi), e anche se a volte ci fate tenerezza, a volte rabbia, vorrei dialogare con voi, perché ho delle cose da dire, e non mi va più di stare soltanto ad ascoltarvi.
Parlo per me, ma parlo anche per i miei amici e compagni. Cosa credete che facciamo nelle nostre interminabili conversazioni e telefonate? Parliamo di noi, certo, ma parliamo anche di voi e di come vi vediamo, cosa proviamo, cosa vorremmo.
Ecco, dunque, un dialogo con voi in forma di lettera (sperando che leggere vi costi meno fatica che ascoltarci). E parto subito da una parola che forse voi avete abolito dal vostro vocabolario per senso di “realismo” (o opportunismo?), ma che noi ci fa ancora sobbalzare e ci attrae: la Felicità.
Essa deriva – lo abbiamo appreso da alcuni libri di letteratura che studiamo a scuola e anche da alcuni film che ci hanno emozionati e che rivediamo quasi ossessivamente – dal compimento di un sogno inseguito, soprattutto se con fatica, anche con sofferenza. E ci chiediamo: perché ci dite subito che la realtà non è così e non volete lasciarci sognare? Perché “addomesticate” la parte della nostra mente che ci fa desiderare di raggiungerla? Perché ci fate sentire esagerati quando puntiamo ad arrivarci, in alto? Forse perché avete dimenticato cosa significhi immaginare, darsi degli obiettivi, per quanto grandi e “impossibili” sembrino. Beh, questo proprio non ci va, non vogliate in questo essere per noi “modelli”! Non capiamo la vostra indifferenza nei confronti di quei piccoli dettagli “perfetti” che ci capita di incontrare ogni giorno; non capiamo la vostra disillusione e la vostra paura che si tratti solo di un’illusione; non capiamo la vostra carenza di curiosità e di domande, sì, proprio quelle domande che ritenete stupide quando ve le poniamo. Eppure un uomo che non si pone domande “stupide” non è un uomo intelligente.
Ricordate quando, camminando per strada, osservavate le facce di tutti i passanti e immaginavate una storia per ognuno di loro? Ricordate cosa si prova ad amare per la prima volta e ad essere amati per la prima volta? Ricordate tutte le litigate coi genitori senza un motivo, forse per sfogo, forse per stanchezza? Ricordate cosa si prova ad essere adolescenti? Probabilmente no, e allora è un gran peccato perché forse, se ricordaste, potreste aiutarci ad affrontare questa fase che ci rende spavaldi e intimoriti. Ma, in parte, è una cosa positiva, perché questa, oltre ad essere l’età della speranza, delle nuove emozioni e dei castelli in aria, è anche l’età in cui dobbiamo imparare a cavarcela da soli, a maturare e a raggiungere l’autosufficienza.
Siamo ad-olescenti… e la parola stessa (ci avete “linguisticamente” spiegato, ma noi lo sentiamo sulla nostra pelle, e nel nostro corpo e nella nostra mente) indica tensione in direzione di una pienezza. Oggi questa pienezza – lo constatiamo – viene in genere associata all’essere apprezzati da tutti, al rispettare gli standard imposti dalla società, invece che rappresentare per ognuno un proprio modo di essere. Siamo obbligati a stare dentro a dei limiti che vorremmo valicare, ma nei quali rimaniamo per paura di essere criticati. Tutto questo è difficile da capire e soprattutto da accettare. Posso sognare? Vorrei un mondo nel quale ognuno possa mostrare ed esprimere la parte più autentica di sé, senza maschere né timore del giudizio altrui. Ognuno di noi ha dei propri pregi e valori, degli aspetti che ci contraddistinguono dalla moltitudine, e dovremmo imparare a mostrarli e a sfruttarli. Dovremmo imparare ad aiutare gli altri a comprendere le loro peculiarità specifiche e soprattutto a rispettarle, per quanto diverse dalle nostre siano. Sarebbe un passo in avanti verso il sentirci e condividere una comune umanità.

 

 

 

NPG, sul numero di aprile/maggio focus sugli oratori della Lombardia

Ancora nella scia del Sinodo sui/dei giovani, il numero cartaceo di NPG di aprile/maggio affronta un tema che è risuonato molto al Sinodo stesso e che la pastorale giovanile intende rilanciare: l’oratorio come casa dei giovani, o meglio come luogo della comunità ecclesiale dove si esprime la passione educativa verso i ragazzi e i giovani.
Questo numero racconta storia, progettualità, realizzazione di una esperienza che in Italia è tra le più vive e ammirate, quella degli ORATORI LOMBARDI.
Non ovviamente per “negare” altre vive esperienze italiane, quanto per rilanciarne l’idea e la pratica anche attraverso modalità diverse e tradizioni legate a territori e congregazioni religiose.
Tutto per tenere desta una fiamma che ha alimentato tanta pastorale giovanile nel passato e nel presente. 

 

“Vivete nella totale dedizione ai giovani”: in rete l’ultimo video del Rettor Maggiore

È disponibile in rete l’ultimo video registrato dal Rettor Maggiore per la rubrica trimestrale “Cari Confratelli”. Realizzato durante la Giornata Mondiale della Gioventù (GMG) di Panama, è un caloroso appello ai salesiani a vivere, sull’esempio di Don Bosco, nella totale dedizione ai giovani.

Parlando dalla Basilica di Don Bosco a Città di Panama, proprio davanti all’urna contenente una reliquia insigne del Santo dei Giovani, Don Ángel Fernández Artime osserva la bellezza dello spettacolo giovanile in scena in quei giorni con la GMG: “Che opportunità meravigliosa che abbiamo! Perché i nostri giovani, pur ciascuno con le sue difficoltà, continuano ad esserci vicino, continuano ad avere bisogno di noi”.

Per questo, secondo le esigenze di ciascun ragazzo e ragazza, alle volte intervenendo come un amico, altre volte come un fratello maggiore, altre ancora come un padre, ciascun salesiano è invitato dal Successore di Don Bosco “a trasformare in realtà i sogni di Dio per i nostri giovani… a percorrere, in modo molto semplice, un cammino di santità salesiana che si realizza nel quotidiano”.

 

Verso il 28° Capitolo generale: da Panama all’ascolto dei giovani

Dopo la grande avventura di Panama con la GMG vissuta a casa Don Bosco, la Famiglia Salesiana si prepara al 28° Capitolo Generale che si terrà a Valdocco nel 2020. Tre le dimensioni attorno a cui ruoteranno i lavori: 

  • priorità della missione per i giovani;
  • il profilo del salesiano di oggi;
  • la missione condivisa tra salesiani e laici.

Su Avvenire, Matteo Liut fa il punto della preparazione:

Un lungo percorso il cui primo passo è proprio l’ascolto dei giovani, in continuità con il carisma del fondatore, don Giovanni Bosco, e in piena sintonia con lo stile indicato dal Sinodo dei giovani dello scorso ottobre. In Italia quest’impegno all’ascolto dei giovani passa anche dal web, attraverso un sito che permette a tutti di dare il proprio contributo alla costruzione del futuro dei Salesiani.

All’indirizzo www.salesianiperilfuturo.it, realizzato dall’ufficio di comunicazione sociale dei Salesiani in Italia, i giovani delle Ispettorie salesiane possono riempire un questionario, caricando un testo, un video o un’immagine. Il loro contributo servirà al confronto prima all’interno dei Capitoli ispettoriali e poi a quello generale del prossimo anno, durante il quale verrà definito l’orientamento da dare all’intera congregazione per i successivi sei anni.

All’incontro del 2020 prenderanno parte i delegati eletti nel corso dei Capitoli locali delle 89 Ispettorie di tutto il mondo con 131 nazioni rappresentate. Il “volto mondiale” dello spirito e del carisma salesiano si è respirato anche a Panama, durante la recente Gmg.

Nella capitale centroamericana, infatti, la presenza dei figli di don Bosco è preziosa e ha il suo cuore attorno alla Basilica di Don Bosco, dove nel 2017 ha preso avvio il progetto “Panama, Valdocco d’America” con l’obiettivo di creare a Panama entro il 2021 un centro di devozione a Don Bosco, che sia riferimento per tutta l’America Latina.

Un cammino che vede impegnato anche l’Istituto Tecnico Don Bosco di Panama. I due centri salesiani cittadini (l’Istituto e la Basilica) sono stati il cuore pulsante della partecipazione salesiana alla Gmg. Negli spazi della Basilica, in particolare, si sono tenuti due momenti di festa e incontro per il Movimento giovanile salesiano (Mgs) il 23 gennaio: il Forum dei responsabili del Movimento e la Festa con i giovani salesiani. Al primo appuntamento hanno preso parte 200 persone da 30 Paesi, che si sono confrontate con il rettor maggiore dei Salesianidon Ángel Fernández Artime, e la madre Generale delle Figlie di Maria AusiliatriceMadre Yvonne Reungoat.

Dall’incontro è uscito un messaggio rivolto a tutti i giovani del Mgs nel mondo. «Le sfide di oggi – si legge nel documento – richiedono giovani forti che siano pronti a fronteggiarle. Impegniamoci dunque, come Mgs, a formare giovani che desiderino seguire i propri sogni, impegnarsi per gli altri, cambiare il mondo a partire dal proprio contesto locale e quotidiano, seguendo Cristo nello spirito di Don Bosco e Madre Mazzarello».

M’Interesso di te, il progetto a sostegno dei minori stranieri non accompagnati

Il progetto, promosso da Salesiani per il Sociale – Federazione SCS/CNOS, ha sostenuto il lavoro di rete da educatori di strada, psicologi e volontari che hanno garantito a ciascun ragazzo intercettato, sostegno e protezione.

Le Sette beatitudini della Famiglia Salesiana: il frutto delle Giornate di spiritualità

A conclusione delle Giornate di spiritualità salesiana, il Rettor Maggiore don Ángel Fernández Artime ha presentato le “Sette beatitudini della Famiglia Salesiana” che sono state elaborate dai diversi gruppi di lavoro:

1. Beata la Famiglia Salesiana che trova gioia nella povertà. Colmata della grazia di Dio farà miracoli fra i giovani più poveri ed emarginati… Questa è santità!

2. Beata la Famiglia Salesiana che, con la mansuetudine e la carità del Buon Pastore, accoglie e accompagna amorevolmente i giovani, educandoli al dialogo e all’accoglienza del diverso… Questa è santità!

3. Beata la Famiglia Salesiana che, stando accanto agli altri, cura le ferite di chi soffre e ridona speranza a chi l’ha perduta, portando la gioia di Cristo Risorto… Questa è santità!

4. Beata la Famiglia Salesiana che, avendo fame e sete di giustizia, accompagna i giovani a realizzare il loro progetto di vita piena nella famiglia, nel lavoro, nell’impegno politico e sociale… Questa è santità!

5. Beata la Famiglia Salesiana che fa esperienza viva della misericordia, apre gli occhi e il cuore all’ascolto, al perdono, rendendosi casa che accoglie… Questa è santità!

6. Beata la Famiglia Salesiana che cerca di essere autentica, integra e trasparente, coltivando uno sguardo che va al di là delle apparenze e riconoscendo in ogni persona la grazia operante di Dio… Questo è santità!

7. Beata la Famiglia Salesiana che a partire dalla verità del Vangelo, fedele al carisma di Don Bosco, si fa lievito per un’umanità nuova, accettando con gioia anche la croce per il Regno di Dio… Questa è santità!