Brescia, al via il progetto di formazione lavoro “Future4steel”

Dal sito di informazione Qui Brescia.

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Brescia. È iniziato il percorso di formazione che porterà 20 ragazzi ad apprendere le conoscenze e le competenze tecnico-pratiche necessarie per diventare manutentori del settore
siderurgico.
Si tratta di “Future4steel”, il progetto IFTS promosso da ITS Lombardia Meccatronica e Acciaierie Venete spa, Asonext spa, Duferco Travi e Profilati spa e Feralpi Group all’interno del progetto Academy Siderurgica, con la collaborazione di Randstad, presentato questa mattina presso il CNOS-FAP di Brescia.
A dare il benvenuto ai ragazzi nell’ avvio ufficiale del percorso, sono stati la Consigliera della Regione Lombardia Claudia Carzeri, il Direttore di Salesiani Lombardia per la Formazione ed il Lavoro – CNOS-FAP Floriano Crotti, la Responsabile del Settore Education e Capitale Umano di Confindustria Brescia Alessandra Ideo e la Regional Director Randstad Stefania Lovati.

I ragazzi hanno potuto visitare assieme alle proprie famiglie i laboratori per poi ascoltare l’intervento conclusivo di Henk Held: ex giocatore, campione olimpico e allenatore di pallavolo e testimonial di Randstad Sport. Al centro della sua testimonianza i temi legati al lavoro di squadra, all’impegno e alla performance.
I 20 ragazzi bresciani – tutti diplomati con meno di 25 anni – selezionati da Randstad tra i migliori profili del territorio, sono entrati in aula per la prima lezione lo scorso 22 novembre all’Istituto Salesiano Don Bosco di Brescia. È solo l’inizio di un percorso di apprendistato professionalizzante di 7 mesi, che li porterà a compiere 400 ore di formazione in aula e altre 400 ore di training on the job presso le aziende partner, a cui si aggiungeranno ulteriori attività di apprendimento.

Il percorso si concluderà con il conseguimento della qualifica professionale di esperto in tecniche di installazione e manutenzione di impianti civili e industriali, tuttavia tutti i partecipanti hanno già in tasca un contratto di lavoro: i ragazzi, infatti, già oggi sono assunti con contratto di apprendistato di primo livello dalle aziende partecipanti. Un’opportunità di inserimento che ha attirato grande interesse tra i candidati, da cui sono stati selezionati i migliori talenti.
I 20 studenti provengono prevalentemente da percorsi di formazione superiore in ambito tecnico, come meccanica, elettromeccanica, automazione, manutenzione e assistenza tecnica; non mancano però i diplomati in altre discipline, come chimica, informatica e grafica. Alcuni hanno già esperienze lavorative alle spalle, ma per la maggior parte di loro si tratti del primo ingresso nel mondo del lavoro.

Intervista a Lodovica Zanet: “Dal Mihi animas un ‘commercio’ di anime per la salvezza dei giovani”

Dammi le anime! La scritta a Valdocco fa capire a Domenico Savio che c’è un ‘commercio’ di anime, ma Don Bosco non le vuole solo per sé, è bensì il tifoso che vuole la salvezza delle anime della loro squadra”: Lodovica Zanet, intervistata da don Flaviano D’Ercoli nell’ambito della terza edizione degli incontri di approfondimento delle Linee Programmatiche del Rettor Maggiore dopo il Capitolo Generale 28, organizzati dalla CISI Formazione dai Tabernacoli Viventi, spiega il motto che Don Bosco aveva messo a Valdocco e che aveva suscitato la curiosità di Domenico Savio da punto di vista della santità salesiana.

Nell’intervista, è stato forte il richiamo a San Francesco di Sales, punto di riferimento per Don Bosco che aveva l’obiettivo della salvezza delle anime: “I Santi salesiani non hanno goduto di condizioni favorevoli per il loro cammino di santità però come Don Bosco hanno spinto l’amore al massimo, anche in circostanze difficili sono riusciti a fare cose incredibili”.

Per guardare l’intervista completa:

 

 

 

 

Vaticano: statistiche della Chiesa Cattolica 2022, una forte motivazione ad uscire all’incontro

In occasione della 96ª Giornata Missionaria Mondiale, celebrata domenica 23 ottobre 2022, l’Agenzia Fides, l’agenzia di stampa delle Pontificie Opere Missionarie, ha diffuso alcune statistiche scelte in modo da offrire un quadro panoramico della Chiesa nel mondo. Di seguito la notizia pubblicata dal sito ANS.

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Domenica 23 ottobre 2022, in tutta la Chiesa Cattolica si è celebrata la 96ª Giornata Missionaria Mondiale, all’insegna del Messaggio rilasciato da Papa Francesco per l’occasione, “Di me sarete testimoni (At 1,8)”.

Come da tradizione, in vista di questa giornata, l’Agenzia Fides, l’agenzia di stampa delle Pontificie Opere Missionarie, ha diffuso alcune statistiche scelte in modo da offrire un quadro panoramico della Chiesa nel mondo. La Giornata Missionaria Mondiale e queste statistiche offrono insieme un’occasione speciale per conoscere e sostenere l’impulso missionario della Chiesa.

Anche se ciascuna delle Ispettorie salesiane celebra in periodi diversi dell’anno la “Giornata Missionaria Salesiana” a livello ispettoriale (quella del 2022 dedicata al tema “Comunicare Cristo oggi, #Missionari online”), la Giornata Missionaria Mondiale offre a tutti un’ottima opportunità per crescere in comunione con l’intera comunità missionaria cattolica mondiale.

Ecco alcuni “spunti” a margine di questa ricorrenza annuale:

  • Leggere e condividere il messaggio del Santo Padre per la Giornata e approfondire il suo sogno di “Una Chiesa totalmente missionaria”.
  • Leggere e riflettere sulle Statistiche della Chiesa Cattolica 2022: in un solo anno la popolazione cattolica è cresciuta di 15 milioni. L’aumento interessa quattro continenti, tranne l’Oceania. I sacerdoti diminuiscono (-4117, per un totale di 410.219 sacerdoti complessivi, sia religiosi, sia diocesani), i diaconi permanenti aumentano (+397, per un totale di 48.635), i religiosi non sacerdoti aumentano (+274, per un totale di 50.569), i seminaristi maggiori, diocesani e religiosi, diminuiscono (=2203, per un totale di 111.855).
  • Di solito la migliore animazione missionaria è la vita stessa dei missionari, che trasmettono le loro esperienze di vita: l’invito è dunque a leggere e diffondere le interviste ai nuovi missionari SDB, come, ad esempio, quelle presentate in occasione della 153° Spedizione Missionaria Salesiana, tutte sempre accessibili sul sito di ANS); ma anche conoscere quelli presenti nella propria Ispettoria o da lì partiti per altri territori: ad esempio, l’elenco dell’Ispettoria di VIE 2022-2023 presenta, oltre ai 353 salesiani membri, anche 113 missionari ad gentes e 55 missionari inviati nell’ispettoria di VIE negli ultimi 70 anni, cioè a partire dall’avvio della presenza salesiana in quel Paese.
  • La comunità cattolica nel mondo cresce, e lo fa in modo particolare nel continente africano. Può essere opportuno dedicare qualche minuto di tempo a capire che tipo di vocazioni e istituzioni ecclesiali stanno crescendo in questa dinamica parte del mondo.
  • Guardare insieme nelle comunità qualche video o filmato di interviste a missionari, come don Vincenzo Donati, 94 anni, già missionario in Giappone, Corea del Sud e Sudan, ora ancora attivo, come appassionato Direttore della banda musicale, presso la comunità del prenoviziato salesiano di Nairobi, in Kenya.
  • Pensare e agire per sostenere con un piccolo gesto di solidarietà qualche opera missionaria nel bisogno, come “Radio Don Bosco” in Bolivia – il progetto sostenuto dalla Giornata Missionaria Salesiana 2022.
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Gli Exallievi di Don Bosco sbarcano su Instagram: “Ci mettiamo in gioco per costruire un futuro migliore”

Dal 3 ottobre è online la nuova pagina Instagram della Federazione Italiana degli Exallievi/e di Don Bosco. Gli Exallievi, come ci ricorda il primo reel condiviso sul profilo, non sono soltanto gli ex alunni di una scuola salesiana, bensì sono tutti quegli onesti cittadini che hanno frequentato e frequentano in qualche modo una casa o un ambiente salesiano, che condividono il sistema educativo ed operano oggi seguendo il carisma di Don Bosco. Il prefisso Ex- infatti indica “ciò che deriva da”, mettendo in gioco nel presente ciò che si è maturato quando si era “allievi”, per poter costruire un futuro migliore. E proprio per costruire questo futuro che avviene la creazione di questa pagina Instagram, inserendosi in un progetto più grande di rinnovamento della strategia di comunicazione degli Exallievi italiani. Chiunque voglia seguire questo progetto e scoprire cosa può seguire i link:

Pagina Instagram
Link al reel

 

 

 

 

Sentirsi Caino. Verso percorsi di riconciliazione

Da Note di Pastorale Giovanile.

di Carlo Roberto Maria Redaelli, Arcivescovo di Gorizia

Ci troviamo qui stasera in luogo pieno di storia. Anche con intrecci curiosi. Alle mie spalle, lì sulla collina, dove si vede il convento francescano di Castagnevizza – siamo già al di là del confine… – si trova sepolto l’ultimo re di Francia, Carlo X, in esilio dopo la rivoluzione del 1830.
Queste montagne e queste valli sono state il luogo di sanguinose battaglie della prima guerra mondiale: qui passava il fronte tra l’Italia e l’impero austroungarico di cui Gorizia era allora parte. Una guerra assurda e sanguinosa. Non lontano da qui, sul Carso, il sacrario di Redipuglia – “cimitero” l’ha chiamato giustamente papa Francesco quando lo ha visitato nel settembre del 2014 (e spesso ricorda quel suo pellegrinaggio che lo ha portato a piangere) – sono sepolti oltre 100.000 morti, quasi 15.000 nel vicino cimitero austro-ungarico. Lì davanti si intravvede sulla collina, in una frazione di Gorizia, il sacrario di Oslavia con più di 57.000 giovani soldati uccisi dalla guerra. Di fronte a me il Monte Sabotino e a fianco il Monte santo e il San Gabriele, teatro di sconti violentissimi. Il San Gabriele, poco più di una collina, il punto più avanzato dove riuscì ad arrivare l’esercito italiano nel 1917, in 9 giorni è stato preso e conquistato 5 volte dagli italiani, impiegando 700 cannoni, 45.000 proiettili e costando 17.000 morti.
Per non citare la seconda guerra mondiale, con l’ultima battaglia nella foresta di Tarnova tra i soldati italiani e i partigiani titini e le foibe e tutto il resto. E questa divisione assurda in due di una città.
Fino a un paio di settimane fa qui c’era ancora la recinzione alta un paio di metri che spaccava in due questa piazza attribuendo alla Jugoslavia (ora alla Slovenia) una delle stazioni più belle di Gorizia: la stazione Transalpina, da cui i treni partivano per andare verso nord.
Ma il confine aveva diviso piazze, strade, terreni, case, con episodi curiosi e tragici: un cimitero diviso in due qui vicino a Merna/Miren; le case scambiate tra due famiglie amiche (me lo ha raccontato qualche anno fa una signora allora bambina), una che aveva deciso di passare nella parte italiana e l’altra di andare in quella jugolasva.
Ma anche con momenti di grande forza morale e di testimonianza evangelica, come quando a un giovane seminarista sloveno scappato dalla parte italiana, al quale i titini avevano ucciso papà e fratelli, la mamma, restata al di là del confine, aveva urlato il giorno dell’ordinazione che poteva diventare prete solo se perdonava.
Tanto dolore, provocato dalla guerra e dalle uccisioni, che dura a lungo nel tempo. Ricordo, arrivato a Gorizia da un paio d’anni, di essere stato invitato a bere un caffè a un bar da una famiglia da poco conosciuta. Mentre ero seduto al tavolino, la bambina, di sei o sette anni, mi tira per la giacca e mi dice: “Vescovo, lo sai che gli sloveni sono cattivi?”. Io rispondo che non era vero, che tutti sono bravi. E lei mi controbatte, lasciandomi senza parole: “Sì, perché hanno ucciso mio nonno”.
Quante memorie, emozioni, ricordi sono concentrati qui. Ma c’è anche tanta voglia di riconciliazione, di perdono, di pace e di fraternità. Cito solo l’associazione, “Concordia et pax” che da decenni cerca e propone segni di riconciliazione. Il presidente, un italiano, ha avuto il papà gettato in una foiba…
Come si fa a realizzare qui e altrove percorsi di riconciliazione? Anzitutto sentendosi tutti Caino. Qualche volta mi è capitato di ascoltare discussioni su chi, da una parte o dall’altra, ha avuto più morti uccisi dalla parte avversa. Ma se uno è stato di meno Caino, non per questo è diventato Abele!
E poi lavorare sempre per la pace: sempre! Perché chi lavora per la guerra, lo fa sempre: non ha ferie, non ha interruzioni. È come nella vita spirituale, se si sta fermi, in realtà si va indietro.
Lavorare con realismo e concretezza: ci sono sentimenti da controllare, gesti di riconciliazione da fare, capacità di mediazione da sviluppare, complessità da riconoscere, umiltà da vivere.
Tra l’altro la pace non può essere un valore assoluto e isolato dagli altri: se non c’è giustizia, libertà, riconciliazione, accoglienza, ecc. non può esserci pace. Ce lo ricordano da decenni ogni primo dell’anno i messaggi dei papi per la giornata mondiale della pace.
A voi che siete responsabili della pastorale giovanile nelle nostre diocesi, ricordo che il lavoro educativo per la pace si deve fare sempre e non solo quando siamo tutti coinvolti dall’emozione di una guerra vicina.
Senza mai dimenticare che è la Parola di Dio ciò che dà speranza. Che dice che solo Cristo è capace di abbattere il muro, anzitutto dentro il cuore. Da noi si dice che qualcuno, anche se il confine fisico è sparito da 30 anni, ha ancora il confine in testa…
E la Parola ci svela il mistero della croce. Proprio pensando ai tanti morti il cui sangue ha bagnato come fiumi questa magnifica terra, non mi è difficile capire il perché della croce: il massimo della nostra cattiveria. Abbiamo ucciso lo stesso Figlio di Dio. Ma la croce è anche il massimo dell’amore. Quello di Dio, che è il fondamento di ogni perdono, di ogni pace, di ogni riconciliazione, di ogni fratellanza.
Per questo vi chiedo di recitare qui con me il Padre nostro. Lo farò con voi in sloveno:

Oče naš ki si v nebesih,
posvečeno bodi tvoje ime,
pridi k nam tvoje kraljestvo,
zgodi se tvoja volja
kakor v nebesih tako na zemlji.
Daj nam danes naš vsakdanji kruh
in odpusti nam naše dolge,
kakor tudi mi odpuščamo svojim dolžnikom,
in ne vpelji nas v skušnjavo,
temveč reši nas hudega.
Amen.

Agorà della Parità: Bene il fondo scuole paritarie per il caro energia, ora nuovo governo completi legge su parità scolastica

Di seguito il comunicato stampa di Agorà della Parità sul contributo del governo contro il caro energia.

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L’incremento del fondo per le scuole paritarie, per far fronte al caro energia, è una  boccata di ossigeno per tanti nostri istituti ed è un atto non scontato del Governo uscente,  che ringraziamo per aver mantenuto una promessa importante. L’Agorà della Parità si  aspetta ora, da chi guiderà il Paese nella nuova legislatura, una rinnovata attenzione per  tutta la scuola e, in particolare, il completamento della legge 62 del 2000, affinché in Italia  le famiglie siano finalmente libere di scegliere l’educazione dei propri figli, come in tutta  Europa già succede.

AGeSCCatia Zambon, Presidente nazionale

Cdo Opere Educative – FOEMassimiliano Tonarini, Presidente nazionale

CIOFS scuola, Marilisa Miotti, Presidente nazionale

FAESGiovanni Sanfilippo, Delegato nazionale per le Relazioni

FIDAEVirginia Kaladich, Presidente nazionale

FISMGiampiero Redaelli, Presidente nazionale

FONDAZIONE GESUITI EDUCAZIONE, Vitangelo Denora, Delegato

SALESIANI PER LA SCUOLA-CNOS SCUOLA ITALIAStefano Mascazzini, Presidente nazionale

Elezioni, l’invito del presidente degli Exallievi: “Il voto, un dovere del cattolico e un obbligo morale di tutti”

Pubblichiamo la lettera di Giovanni Costanza, presidente della Federazione Italiana degli Exallievi di Don Bosco, in vista delle prossime elezioni politiche.

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Carissime Exallieve e carissimi Exallievi di Don Bosco,
manca ormai poco all’appuntamento elettorale e sento il dovere, anche a nome della Presidenza nazionale, di fare giungere a tutti e a ciascuno di voi un invito. Sto parlando di impegno politico: un dovere del cattolico, un obbligo morale di tutti.

Di questo impegno si legge a chiare lettere negli insegnamenti del Magistero della Chiesa (cfr. Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa nn. 565 e segg.). Lo confermano gli autorevoli interventi di Papa Francesco e di don Ángel, Rettor Maggiore dei Salesiani. Lo ribadiscono anche le recenti Linee guida della nostra associazione. Proprio all’urgenza dell’impegno politico, infatti, è affidato il risveglio di quel “gigante dormiente” con cui più volte è stato identificato il laicato cattolico. Per risvegliarci dobbiamo esserci ed esserci attivamente: né restare a guardare, né –
peggio – subire passivamente nascondendosi dietro l’ineluttabilità degli eventi.

Le visioni pessimistiche generate dalle vicende politiche, anche recenti, del nostro Paese potrebbero indurre molti di noi a disertare le cabine elettorali. Certo, gli esempi delle donne e degli uomini in politica non sempre sono edificanti. Non possiamo cadere però nel tranello della banalità di chi afferma che “la politica è una cosa sporca”. Finiremmo infatti per giustificare implicitamente chi la usa per i propri interessi e creeremmo un alibi per restare alla finestra. La politica no, non è una cosa sporca. Sono invece le donne e gli uomini che compiono azioni sporche.

Guardiamo alla politica come “la più alta forma di carità” e non definiamo “politico” chi non la esercita secondo tale principio, ma usiamo altri termini più appropriati, che qui preferisco tralasciare… Esserci, quindi, esserci attivamente. Come cristiani non possiamo abbandonare la barca, né delegare ad altri la scelta della rotta. Come figli di Don Bosco, “onesti cittadini”, educati a essere protagonisti del nostro futuro, non possiamo non provare a dare il nostro contributo per il bene comune. Così, il primo e caloroso invito è quello di recarsi alle urne.

Non sarà facile né semplice scegliere. Ci viene in soccorso il dono della Sapienza, che ci aiuta a capire la vita. Ci è stato detto “… io vi mando come pecore in mezzo ai lupi; siate dunque prudenti come i serpenti e semplici come le colombe” (Mt 10,16). Rispetto al voto, mi permetto di indicare un requisito fondamentale: conoscere i programmi. Il Ministero dell’Interno ci viene in aiuto con una pagina dedicata (https://dait.interno.gov.it/elezioni/trasparenza/elezionipolitiche-2022). Non basta che la lettura sia pedissequa o acritica, né che si perda nell’elenco delle promesse, troppo spesso disattese. Vi invito, dunque, ad una lettura accurata, critica, ma non polemica, che si riferisca con discernimento alle scelte del passato.

Nello scorrere si profila uno stato laico – in cui credo convintamente – e manca una perfetta rispondenza con i principi guida di natura etica e sociale appresi alla scuola di Don Bosco. Ma la politica è l’arte del compromesso. Pur
riconoscendo che ogni compromesso deve avere un limite, occorre che ciascuno, autonomamente e  consapevolmente, imbocchi un percorso di discernimento per individuare il programma con più luci e meno ombre.
E nella lettura puntiamo l’attenzione sui temi a noi più vicini.

Guardiamo alla povertà, al lavoro carente, specie in alcune regioni, troppo spesso incerto e sottopagato. Analizziamo il Welfare State, inadeguato ai tempi e divenuto nella realtà Welfare Mix per il massiccio intervento del Terzo Settore. E poi teniamo conto dei fattori che generano dipendenza dallo Stato come dalla criminalità organizzata, spesso molto più allettante. Chiude il cerchio una carente politica in materia di prima casa, assistenza alla maternità, incentivazione della natalità. Il problema, pur non recente, è più che mai attuale. Come figli di Don Bosco vogliamo stare con gli ultimi, vedere la realtà con i loro occhi e non con le nostre pance piene. Dobbiamo occuparci dei poveri, per consentire a tutti una vita dignitosa e non obbligare nessuno alla permanenza in un perenne stato di assistenzialismo.

Un’altra attenta lettura dedichiamola alla formazione. Noi Exallievi, frutto dell’educazione salesiana, riconosciamo il
ruolo fondamentale affidato alle strutture educative a sostegno della famiglia nella crescita degli individui e della collettività. Le carenze strutturali e organizzative della scuola italiana non consentono a tutte le famiglie di fruire di servizi adeguati ai tempi né ai loro figli di godere delle medesime possibilità di altri coetanei. Ed ancora, la ricchezza e la validità della scuola pubblica paritaria, specie quella di ispirazione cattolica, è mortificata da una legislazione iniqua che inibisce a molte famiglie, per motivi economici, l’esercizio della libera scelta del modello educativo per i propri figli. È una chiara disparità di trattamento tra cittadini del medesimo Stato, aventi i medesimi diritti.

Per indirizzare la nostra scelta, allora, chiediamoci cosa ha fatto e cosa si propone di fare ciascuno schieramento per combattere la povertà economica, per arginare la povertà educativa, per realizzare un’effettiva parità tra le scuole pubbliche statali e quelle paritarie.

Anche la scelta del candidato, per quanto mortificata dalle imposizioni delle segreterie politiche, merita attenzione.
Ritengo sia doveroso, anche in questo caso, un discernimento basato sui requisiti di un onesto “politico”: il disinteresse personale, la rettitudine morale, l’impegno sociale, la competenza professionale, il rispetto della
dignità degli altri e la cura degli ultimi. Vi invito a votare candidati meritevoli e capaci, non coloro che promettono
di tornare utili ai nostri interessi personali.
Infine, sempre nel solco dell’impegno politico, rinnovo un monito: nessuna delega in bianco. La Presidenza nazionale si è ripromessa una seria attenzione ai processi legislativi che verranno intrapresi di volta in volta. Quanti
vorranno unirsi in questo impegno di vigilanza saranno benvenuti e graditi. Mi auguro che la scelta operata il prossimo 25 settembre dal popolo italiano, in ogni caso, sia la migliore per gli interessi della collettività. Ma mi auguro soprattutto che, anche dopo questo evento elettorale, daremo spazio alla testimonianza della nostra cittadinanza attiva. Spero di ricevere notizie in tal senso da Unioni e Federazioni ispettoriali per azioni concrete intraprese nel territorio.

In linea con il sottotitolo della Strenna 2023 “Noi ci s(t)iamo”, ciascuno di noi, conscio di avere operato al meglio delle proprie capacità, potrà affermare: “IO CI SONO”.

 

Formazione professionale e IeFP assenti nei programmi elettorali. Confap e Forma: Cambiamo marcia

Pubblichiamo il comunicato stampa di Confap e Forma sulle prossime elezioni politiche.

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Silenzio e disinteresse di gran parte della politica alle esigenze di decine di migliaia di giovani. Cambiamo marcia!

La IeFP e la Formazione Professionale risultano pressoché assenti nei programmi dei principali partiti e coalizioni, nonostante il fatto che nella campagna elettorale si registri una certa enfasi su temi che riguardano i giovani, il lavoro, il futuro del Paese. Come Enti che operano da molti decenni in questa realtà, riteniamo necessario, pertanto, richiamare all’opinione pubblica e alle forze politiche alcune informazioni chiave sulla IeFP e sulla Formazione Professionale: sulle loro potenzialità per costruire una prospettiva di ripresa e sviluppo dell’Italia, così come avviene in diversi Paesi europei in cui esse hanno un ruolo strategico per lo sviluppo economico e la coesione sociale.

Che cosa rappresentano oggi la IeFP e la FP in Italia?

La Istruzione e formazione professionale riguarda la formazione iniziale dei giovani e si colloca di diritto nel sistema educativo nazionale di istruzione e formazione.

E’ gestita per lo più dalle Regioni, attraverso gli organismi di formazione accreditati, che offrono percorsi di qualifica e diploma professionale di durata triennale o quadriennale. Nell’anno formativo 2020-21 la IeFP degli enti accreditati ha interessato 151.641 allievi (14-18 anni), pari al 5,7% di tutti gli studenti frequentanti i percorsi di scuola secondaria superiore in Italia e al 32,8% degli studenti iscritti ai percorsi offerti dall’Istruzione professionale statale.

Nel nord Italia, ove è più diffusa, la IeFP coinvolge oltre il 10% dei ragazzi, con ottimi risultati in termini di successo formativo ed occupazionale. La IeFP ha come perno un modello basato sulla alternanza, sull’ “educazione al e attraverso il lavoro”, in stretta collaborazione con migliaia di imprese. “A tre anni dal completamento del percorso di IeFP lavora il 69% dei diplomati e il 62% dei qualificati, con un tasso di coerenza rispetto al percorso formativo del 76% tra i diplomati e del 72% tra i qualificati” (INAPP, 1 settembre 2021).

La IeFP si dimostra decisiva a livello territoriale per ridurre il mismatch tra domanda e offerta di lavoro, in particolare nei settori del made in Italy e nella piccole e medie imprese; concorre inoltre a contrastare l’alto tasso di dispersione scolastica, soprattutto in termini di ri-motivazione e orientamento, e si caratterizza come ambiente formativo orientato all’inclusione sociale: il 7,5% degli allievi è disabile (a fronte del 2,7% medio della scuola secondaria di secondo grado) e il 13,6 % è di origine straniera (più della media degli iscritti agli istituti professionali statali).

La IeFP accompagna le grandi transizioni digitale ed ecologica, perseguendo obiettivi formativi già codificati in questa direzione, e si è confermata negli anni come un bacino di valorizzazione della specificità e pluralità delle risorse territoriali, contribuendo a facilitare processi virtuosi di promozione dell’innovazione tecnologica e sociale e di nuova imprenditorialità giovanile. Gli Enti di formazione professionale offrono ai giovani curricola adeguati alle trasformazioni in atto, mettendo al centro della proposta formativa il valore educativo del lavoro, che aiuta a costruire un “io solido”,  consapevole dei propri talenti teso al miglioramento della società, grazie ad una metodologia attiva, fondata sull’esperienza reale e sull’alleanza con le imprese.

La spesa annua per la formazione professionale ordinamentale è complessivamente di 680 milioni di euro; il costo annuo pro-capite medio per allievo della IeFP (poco meno di 5.500 euro) è molto inferiore al costo annuo/studente dell’istruzione professionale statale (8.736,15 euro).

Un ulteriore importante segmento della formazione ordinamentale è rappresentato dall’IFTS (Istruzione e Formazione Tecnica Superiore): un anno di preziosa formazione superiore rivolta sia ai diplomati IeFP, per proseguire nella filiera professionalizzante, sia ai diplomati della scuola secondaria superiore, per integrare la loro preparazione nel caso di diplomi quinquennali poco spendibili sul mercato del lavoro.

Varie sono le opportunità formative della FP che riguardano ampie fasce di popolazione adulta, tra cui alcune categorie di persone svantaggiate sul mercato del lavoro: percorsi di specializzazione post-diploma, di qualificazione o riqualificazione per soggetti in cerca di lavoro, di re-inserimento, anche per giovani-adulti a rischio di esclusione (ad esempio i NEET) e corsi di formazione continua per lavoratori, che vedono una partecipazione complessiva stimata di oltre 900.000 persone ogni anno. La FP deve essere considerata la principale politica attiva del lavoro, come previsto nel Programma GOL con diffuse azioni di upskilling e reskilling. Nelle rapide trasformazioni dei processi di lavoro e nelle riconversioni di interi settori produttivi è infatti importante poter contare su qualificati percorsi di formazione “lungo tutto l’arco della vita”, sia per il reinserimento lavorativo, sia per il miglioramento dei percorsi di carriera.

Qualificare il sistema di formazione professionale italiano, certificarne la qualità, valorizzare le  reti nazionali, sviluppare programmi anche sovra-regionali in collaborazione con le imprese è strategico per la ripresa e lo sviluppo del Paese, dei suoi territori e dei suoi comparti produttivi. La spesa annua per la formazione professionale non ordinamentale, finanziata dallo Stato, dalle Regioni, dall’Unione Europea e dai Fondi interprofessionali, è stimata (dati 2021) in 900 milioni di euro.

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Sotto in sintesi il documento programmatico inviato alle forze politiche invitate al confronto venerdì  16 settembre, presso la sede di Forma e Confap, a Roma in via Marcora 18 dalle ore 12.30 alle 13.30.  All’incontro saranno presenti la presidente di Forma, Paola Vacchina, il presidente di Confap  Massimiliano Sabbadini e i presidenti di tutti gli enti di formazione professionale della loro rete. 

Questi in sintesi i punti più importanti delle proposte presentate: 

  1. Rendere stabile e implementare l’offerta di IeFP in tutte le Regioni, finanziandola in modo  continuativo e con adeguati parametri; 
  2. Sviluppare su tutto il territorio nazionale l’offerta formativa di IFTS (Istruzione e Formazione  Tecnica Superiore); 
  3. Assicurare una sede nazionale unitaria per la Governance della IeFP nel rispetto delle  competenze regionali; 
  4. Investire sull’orientamento degli studenti, a partire dalla scuola secondaria di primo  grado valorizzando la proposta della IeFP; 
  5. Implementare il potenziale della FP nell’accompagnamento delle trasformazioni  organizzative e produttive indotte dalle transizioni digitale e ambientale; 
  6. Consolidare il ruolo della FP nelle politiche attive del lavoro; 
  7. Valorizzare l’apporto della FP nelle politiche sociali e giovanili, a partire dall’inclusione delle  persone più svantaggiate;
  8. Estendere anche al sistema IeFP, al pari dei sistemi dell’istruzione pubblica e paritaria, gli  interventi di sostegno agli investimenti e quelli emergenziali, a cominciare dai ristori per i  costi energetici, particolarmente urgenti in questa fase di grave crisi. 

Alcuni dati a riprova dell’importanza della tematica: nell’anno formativo 2020-21 la IeFP degli enti  accreditati ha interessato 151.641 allievi (14-18 anni), pari al 5,7% di tutti gli studenti frequentanti i  percorsi di scuola secondaria superiore in Italia e al 32,8% degli studenti iscritti ai percorsi offerti  dall’Istruzione professionale statale. Nel nord Italia, ove è più diffusa, la IeFP coinvolge oltre il 10%  dei ragazzi, con ottimi risultati in termini di successo formativo ed occupazionale. 

L’incontro intende attivare un’urgente e strategica interlocuzione con le forze politiche, per garantire  al Paese quella infrastruttura formativa e necessaria a sostenere i processi di sviluppo economico e  di inclusione sociale. 

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Bari: Maggio Culturale dall’APS Laboratorio Don Bosco Oggi

Il Laboratorio Don Bosco Oggi di Bari presenta “Maggio Culturale“, una serie di incontri culturali su vari temi. Diversi gli appuntamenti previsti durante il mese di Maggio:

LUNEDÌ 16 MAGGIO:

  • Incontro TR di Formazione Liturgica: La Pasqua

VENERDÌ 20 MAGGIO:

  • Salotto letterario “Dizionario dei latinisti” di don Roberto Spataro. Relatore: prof. Domenico Lassandro, saluti prof. Pasqualina Vozza

SABATO 28 MAGGIO:

  • I giornata di studio socio-politico: “Il Vangelo e la politica: valori-modelli-esperienze. Il “caso” del novecento”. Moderatore don Giuseppe Ruppi

DOMENICA 29 MAGGIO:

  • Via Lucis al Redentore della Famiglia Salesiana animata dal Laboratorio Don Bosco Oggi

LUNEDÌ 30 MAGGIO:

  • Tavola rotonda, salesiani docenti al Redentore: don Gino Corallo. Coordinatore don Giuseppe Ruppi, relatori prof. Cosimo Laneve, Loredana Perla, Chiara Maria Gemma, Domenico Lassandro.

Gli incontri si terranno a via Martiri D’Otranto 69, a Bari. Per informazioni contattare il Laboratorio Culturale: 08 0575 0005 o la biblioteca: 08 0575 0006.

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