Pubblichiamo il comunicato stampa di Confap e Forma sulle prossime elezioni politiche.
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Silenzio e disinteresse di gran parte della politica alle esigenze di decine di migliaia di giovani. Cambiamo marcia!
La IeFP e la Formazione Professionale risultano pressoché assenti nei programmi dei principali partiti e coalizioni, nonostante il fatto che nella campagna elettorale si registri una certa enfasi su temi che riguardano i giovani, il lavoro, il futuro del Paese. Come Enti che operano da molti decenni in questa realtà, riteniamo necessario, pertanto, richiamare all’opinione pubblica e alle forze politiche alcune informazioni chiave sulla IeFP e sulla Formazione Professionale: sulle loro potenzialità per costruire una prospettiva di ripresa e sviluppo dell’Italia, così come avviene in diversi Paesi europei in cui esse hanno un ruolo strategico per lo sviluppo economico e la coesione sociale.
Che cosa rappresentano oggi la IeFP e la FP in Italia?
La Istruzione e formazione professionale riguarda la formazione iniziale dei giovani e si colloca di diritto nel sistema educativo nazionale di istruzione e formazione.
E’ gestita per lo più dalle Regioni, attraverso gli organismi di formazione accreditati, che offrono percorsi di qualifica e diploma professionale di durata triennale o quadriennale. Nell’anno formativo 2020-21 la IeFP degli enti accreditati ha interessato 151.641 allievi (14-18 anni), pari al 5,7% di tutti gli studenti frequentanti i percorsi di scuola secondaria superiore in Italia e al 32,8% degli studenti iscritti ai percorsi offerti dall’Istruzione professionale statale.
Nel nord Italia, ove è più diffusa, la IeFP coinvolge oltre il 10% dei ragazzi, con ottimi risultati in termini di successo formativo ed occupazionale. La IeFP ha come perno un modello basato sulla alternanza, sull’ “educazione al e attraverso il lavoro”, in stretta collaborazione con migliaia di imprese. “A tre anni dal completamento del percorso di IeFP lavora il 69% dei diplomati e il 62% dei qualificati, con un tasso di coerenza rispetto al percorso formativo del 76% tra i diplomati e del 72% tra i qualificati” (INAPP, 1 settembre 2021).
La IeFP si dimostra decisiva a livello territoriale per ridurre il mismatch tra domanda e offerta di lavoro, in particolare nei settori del made in Italy e nella piccole e medie imprese; concorre inoltre a contrastare l’alto tasso di dispersione scolastica, soprattutto in termini di ri-motivazione e orientamento, e si caratterizza come ambiente formativo orientato all’inclusione sociale: il 7,5% degli allievi è disabile (a fronte del 2,7% medio della scuola secondaria di secondo grado) e il 13,6 % è di origine straniera (più della media degli iscritti agli istituti professionali statali).
La IeFP accompagna le grandi transizioni digitale ed ecologica, perseguendo obiettivi formativi già codificati in questa direzione, e si è confermata negli anni come un bacino di valorizzazione della specificità e pluralità delle risorse territoriali, contribuendo a facilitare processi virtuosi di promozione dell’innovazione tecnologica e sociale e di nuova imprenditorialità giovanile. Gli Enti di formazione professionale offrono ai giovani curricola adeguati alle trasformazioni in atto, mettendo al centro della proposta formativa il valore educativo del lavoro, che aiuta a costruire un “io solido”, consapevole dei propri talenti teso al miglioramento della società, grazie ad una metodologia attiva, fondata sull’esperienza reale e sull’alleanza con le imprese.
La spesa annua per la formazione professionale ordinamentale è complessivamente di 680 milioni di euro; il costo annuo pro-capite medio per allievo della IeFP (poco meno di 5.500 euro) è molto inferiore al costo annuo/studente dell’istruzione professionale statale (8.736,15 euro).
Un ulteriore importante segmento della formazione ordinamentale è rappresentato dall’IFTS (Istruzione e Formazione Tecnica Superiore): un anno di preziosa formazione superiore rivolta sia ai diplomati IeFP, per proseguire nella filiera professionalizzante, sia ai diplomati della scuola secondaria superiore, per integrare la loro preparazione nel caso di diplomi quinquennali poco spendibili sul mercato del lavoro.
Varie sono le opportunità formative della FP che riguardano ampie fasce di popolazione adulta, tra cui alcune categorie di persone svantaggiate sul mercato del lavoro: percorsi di specializzazione post-diploma, di qualificazione o riqualificazione per soggetti in cerca di lavoro, di re-inserimento, anche per giovani-adulti a rischio di esclusione (ad esempio i NEET) e corsi di formazione continua per lavoratori, che vedono una partecipazione complessiva stimata di oltre 900.000 persone ogni anno. La FP deve essere considerata la principale politica attiva del lavoro, come previsto nel Programma GOL con diffuse azioni di upskilling e reskilling. Nelle rapide trasformazioni dei processi di lavoro e nelle riconversioni di interi settori produttivi è infatti importante poter contare su qualificati percorsi di formazione “lungo tutto l’arco della vita”, sia per il reinserimento lavorativo, sia per il miglioramento dei percorsi di carriera.
Qualificare il sistema di formazione professionale italiano, certificarne la qualità, valorizzare le reti nazionali, sviluppare programmi anche sovra-regionali in collaborazione con le imprese è strategico per la ripresa e lo sviluppo del Paese, dei suoi territori e dei suoi comparti produttivi. La spesa annua per la formazione professionale non ordinamentale, finanziata dallo Stato, dalle Regioni, dall’Unione Europea e dai Fondi interprofessionali, è stimata (dati 2021) in 900 milioni di euro.
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Sotto in sintesi il documento programmatico inviato alle forze politiche invitate al confronto venerdì 16 settembre, presso la sede di Forma e Confap, a Roma in via Marcora 18 dalle ore 12.30 alle 13.30. All’incontro saranno presenti la presidente di Forma, Paola Vacchina, il presidente di Confap Massimiliano Sabbadini e i presidenti di tutti gli enti di formazione professionale della loro rete.
Questi in sintesi i punti più importanti delle proposte presentate:
- Rendere stabile e implementare l’offerta di IeFP in tutte le Regioni, finanziandola in modo continuativo e con adeguati parametri;
- Sviluppare su tutto il territorio nazionale l’offerta formativa di IFTS (Istruzione e Formazione Tecnica Superiore);
- Assicurare una sede nazionale unitaria per la Governance della IeFP nel rispetto delle competenze regionali;
- Investire sull’orientamento degli studenti, a partire dalla scuola secondaria di primo grado valorizzando la proposta della IeFP;
- Implementare il potenziale della FP nell’accompagnamento delle trasformazioni organizzative e produttive indotte dalle transizioni digitale e ambientale;
- Consolidare il ruolo della FP nelle politiche attive del lavoro;
- Valorizzare l’apporto della FP nelle politiche sociali e giovanili, a partire dall’inclusione delle persone più svantaggiate;
- Estendere anche al sistema IeFP, al pari dei sistemi dell’istruzione pubblica e paritaria, gli interventi di sostegno agli investimenti e quelli emergenziali, a cominciare dai ristori per i costi energetici, particolarmente urgenti in questa fase di grave crisi.
Alcuni dati a riprova dell’importanza della tematica: nell’anno formativo 2020-21 la IeFP degli enti accreditati ha interessato 151.641 allievi (14-18 anni), pari al 5,7% di tutti gli studenti frequentanti i percorsi di scuola secondaria superiore in Italia e al 32,8% degli studenti iscritti ai percorsi offerti dall’Istruzione professionale statale. Nel nord Italia, ove è più diffusa, la IeFP coinvolge oltre il 10% dei ragazzi, con ottimi risultati in termini di successo formativo ed occupazionale.
L’incontro intende attivare un’urgente e strategica interlocuzione con le forze politiche, per garantire al Paese quella infrastruttura formativa e necessaria a sostenere i processi di sviluppo economico e di inclusione sociale.