Ispettoria Meridionale, l’ispettore don Angelo Santorsola dà il benvenuto agli studenti

San Giovanni Bosco ha sempre avuto a cuore l’educazione dei giovani: quella umana, spirituale e professionale. Una mente e un cuore istruiti sono in grado di decifrare i codici del mondo e di offrire ad esso una risposta adeguata, coerente e personale.  Il desiderio guida dell’agire della Congregazione Salesiana, ovvero preparare alla vita dei “buoni cristiani e onesti cittadini”, ancora oggi muove i suoi sistemi scolastici sempre di più inseriti nei contesti territoriale per rispondere propositivamente alle sfide socio-culturali e ai bisogni urgenti e mutevoli delle nuove generazioni. L’Ispettoria Salesiana Meridionale (IME), a tal proposito, dispone di tre Istituti scolastici paritari che ogni giorno, da tempo immemore, perpetuano lo stile pedagogico del santo fondatore nel Mezzogiorno italiano: l’Istituto “Sacro Cuore di Maria” a Caserta (Ce); l’Istituto “Sacro Cuore di Gesù” nel quartiere napoletano del Vomero (Na); l’Istituto “Beato Michele Rua” a Soverato (Cz). In rete con altre agenzie territoriali, questi Istituti paritari, offrono a tutti i ragazzi di età scolare la possibilità di scegliere un percorso formativo adeguato alle linee guida ministeriali nazionali.  L’offerta formativa è varia e si articola in:

  • Scuola Primaria e Secondaria di I°grado;
  • Liceo Classico;
  • Liceo Scientifico;  
  • Liceo Scientifico Sportivo;  
  • Istituto Tecnico-Commerciale.

A ciascun percorso formativo si affianca la possibilità di fare esperienza di scuola “integrale”, vissuta cioè a 360°, in cui al centro vi è non solo il sapere ma anche e soprattutto la scoperta del sé e la cura delle relazioni, nonché una libera educazione alla fede. È scuola viva e vivace questa salesiana, in cui le attività curricolari di studio ed extra-curricolari sportive, informatiche, linguistiche, di volontariato sociale, di scambi culturali, si intrecciano in percorsi ponderati e “cuciti” su misura. Al ritorno tra i banchi, i dati di monitoraggio del nuovo anno scolastico 2019/2020 parlano chiaro:

  • 1.110 alunni iscritti nei tre Istituti;
  • 109 docenti salesiani in servizio.

Sono numeri che dimostrano quanto oggi le famiglie continuino a desiderare il meglio per la formazione dei loro figli, prediligendo l’approccio pedagogico di don Bosco che è attento, mediante un corpo docenti in primis educatore e poi dispensatore di conoscenza, allo sviluppo sinergico delle capacità razionali (“la ragione”), affettive (“l’amorevolezza”) e spirituali (“la religione”). Alla vigilia della prima campanella dell’anno scolastico, un pensiero augurale di “buon inizio” giunge dall’Ispettore Don Angelo Santorsola, l’attuale “don Bosco del sud”. Ha sempre a cuore le realtà scolastiche Ispettoriali e oggi vuole farsi vicino a tutti gli alunni con queste parole incoraggianti (guarda il contenuto completo nel video in basso):

“Benvenuti a Casa!” Si, amici miei, perché la Scuola salesiana, la scuola di don Bosco, vuole essere innanzitutto una casa dove tutti si sentano accolti e dove il calore dello stile di famiglia possa aiutare a vivere lo studio come piacere per crescere culturalmente e dove le relazioni umane abilitino a fare dell’ordinario quotidiano qualcosa di straordinario! Allora…benvenuti a casa!”

IME, storie di anime: la mansuetudine della fede genuina di Francesco Paolo Convertini

Francesco Paolo Convertini. Chi non ha mai sentito parlare di lui? Spero nessuno, è stato realmente un uomo straordinario, un salesiano missionario in India, un’anima pura proprio come quelle dei santi e beati di cui abbiamo letto nei mesi precedenti. La sua infanzia ricorda moltissimo quella di don Bosco, orfano di padre e una madre sempre attenta alla preghiera durante il lavoro.

La mamma gli ricordava sempre di mettere amore nelle coese che faceva e se non dalla preghiera da dove doveva prenderlo questo amore? Aveva un temperamento vivace, furbo, impertinente, irrequieto e dispettoso, in paese lo conoscevano tutti. Crescendo però perde anche la mamma e per imparare a scrivere e leggere va a scuola dal nonno che sapeva farlo. Nel maggio del 1917 entra nel 124 Reggimento per combattere in trincea nella prima guerra mondiale. Ma già a novembre dello stesso anno finisce prigioniero in polonia, territorio tedesco, e ci rimase per 11 mesi.  Solo a guerra terminata venne rimpatriato, malato di meningite e denutrito fu condotto a Cuneo per le cure adeguate.  Tornato a casa però, mirando quell’orizzonte e quel mare dall’alto dei suoi monti sapeva che non c’era più mistero: sapeva che c’erano un altro mondo, con un’altra vita e questo lo lasciava irrequieto.

Si trasferì a Torino con la guardia di finanza ma è qui che fa l’Incontro della sua vita: i salesiani di don Bosco, nella figura di don Angelo Amadei. Nei salesiani riscopre l’allegria che aveva visto andar via con la guerra, trova una famiglia con un padre che pur se morto, era ancora molto vivo nei ricordi di chi lo aveva incontrato e conosciuto. Mentre era ancora nella finanza si avvicinò all’istituto “card. Cagliero”, istituto di preparazione per i missionari salesiani, ma solo una volta congedato vi entrò. Scrisse ai parenti rimasti a casa che sentiva di aver ricevuto una chiamata e non sapeva come doveva regolarsi in tal proposito. Non aveva beni da dare, non aveva piaceri a cui rinunciare: doveva dare solo sé stesso. Nonostante le difficoltà nello studio terminò il suo periodo di preparazione da chierico e ricevette la sua destinazione: l’india.

Il 22 settembre del 1927 a Torino, nella Basilica di Maria Ausiliatrice ricevette il mandato da don Rinaldi, terzo successore di don Bosco. Solo nel dicembre dello stesso anno partì definitivamente e approdò a Bombay con i suoi compagni. Partì da chierico, ma una volta in India si mise a studiare filosofia e teologia per prepararsi al sacerdozio. Una volta ordinato sacerdote fu inviato nel Bengala, una delle regioni più estese e con il maggior numero di non-cristiani, tra musulmani e indù. Ma questo non spaventava di certo Francesco che era solito avvicinare i non-cristiani e parlare loro di Cristo. Fhader Francis of Krishnagar, un missionario mistico, un uomo totalmente rivolto a Dio, che camminava in Lui e per Lui verso tutti gli uomini suoi fratelli. Aveva una fede semplice e genuina, come quella dei bambini, e fu proprio questa fede che gli permise di compiere gesti che sapevano di miracolo. Riuscì a convertite molte persone e a portare al battesimo anche molti adulti.

Il suo segreto? Prima di partire e andare tra la gente nei vari villaggi era solito fermarsi in adorazione almeno una mezz’ora. In tanti raccontano che guariva i malati grazie a pillole di Pane, pane di vita eterna.  In uno dei suoi viaggi con mansuetudine e amorevolezza riuscì a tranquillizzare una tigre. Era sera quando arriva un uomo da un altro villaggio per informarlo che un uomo in fin di vita chiedeva la presenza di un sacerdote. Nonostante tutti gli avessero suggerito di non muoversi durante la notte per via dei pericoli della foresta, padre Francis sentiva l’urgenza di giungere da quest’uomo malato. Nella foresta di notte si aggirava una tigre di cui tutti avevano paura, è uno degli animali più feroci e spietati di quelle zone. Si incamminò ugualmente seguito da un gruppo di persone armate di lance che lo proteggevano da eventuali pericoli. Cosi fu, nel mezzo del cammino incontrarono una tigre ma lui disse a tutti di fermarsi e non muoversi, si avvicinò lui soltanto e disse alla bestia di mettersi da parte e far passare il Signore (sul petto portava Gesù eucarestia), la tigre si accostò e li fece passare, si mise dietro di loro come se li scortasse, rimase con loro fino all’ingresso del villaggio. Se fosse stato per lui non avrebbe mai raccontato di questo avvenimento per sua modestia, ma chi era con lui lo ritenne un evento di una certa importanza: con mansuetudine e amorevolezza tranquillizzò la tigre salvando chi era con lui e confessando quell’uomo malato per l’ultima volta in fin di vita. Come a Francesco ci è capitato di sentirci irrequieti e di non saper gestire una scelta importante della nostra vita, ma ci siamo fidati del Signore e delle persone che ci hanno guidato in questa scelta per prendere la strada che realmente è stata disegnata per noi?

IME, convegno di Pastorale Giovanile sulla Santità giovanile

Dal 30 agosto all’1 settembre 2019, presso l’Hotel “San Gerardo” di Materdomini, si terrà l’annuale convegno di Pastorale Giovanile al quale sono convocati tutti i salesiani e i laici delle Comunità Educativo-Pastorali dell’Ispettoria Salesiana Meridionale.

La proposta della Pastorale Giovanile nazionale per l’anno 2019-2020 sulla Santità giovanile (puoi essere santo #lìdovesei) farà da sfondo alla riflessione dell’intero convegno. La Lectio Divina di Fra VIncenzo Ippolito e l’intervento dello psicoterapeuta Ezio Aceti ispireranno i lavori di 7 laboratori tematici nei quali si approfondiranno le possibili declinazioni quotidiane di spiritualità giovanile.

Christian Summer Night: giovani riuniti per testimoniare la forza dello Spirito

Diocesi di Nola e di Napoli insieme con i salesiani di Torre Annunziata: preghiera e gioia condivisa nella Christian Summer Nights. L’articolo uscito sul sito “Lo strillone”: 

All’oratorio dei Salesiani di Torre Annunziata è andato in scena l’evento organizzato dai giovani della diocesi di Nola e di Napoli in collaborazione con i giovani dell’oratorio salesiano. La serata ha visto un centinaio di ragazzi divisi in squadre, gialli, blu, arancioni e verdi, per affrontare dei momenti di gioco alternati a momenti di preghiera e riflessione. Momenti di preghiera vissuti con canti gioiosi, in pieno stile salesiano e del rinnovamento nello Spirito Santo.

L’evento ha visto la testimonianza di due ragazzi del gruppo del Rinnovamento nello Spirito di Torre Annunziata, due giovani che nei loro momenti tragici della vita hanno visto la salvezza in Dio. Il Rinnovamento nello Spirito Santo è un Movimento ecclesiale nato a conclusione del Concilio Ecumenico Vaticano II nel gennaio 1967, come libera iniziativa dello Spirito Santo. Esso ha operato nella vita dei singoli fedeli e della Chiesa stessa attraverso l’esperienza personale di una rinnovata effusione dello Spirito Santo, che ha suscitato un rinnovamento spirituale, causa di una trasformazione radicale nella vita di milioni di persone.

Il momento emblematico della serata è stato il momento in cui hanno ringraziato lo Spirito Santo e Dio con un cerchio tenendosi per mano e pregando, dopo momenti di silenzio hanno sigillato la ritrovata forza in Dio con un abbraccio tra loro, abbraccio tra le lacrime a testimonianza della forte emozione che stavano vivendo in quel momento. Incominciare ad avere la fede e darsi forza gli uni con gli altri.

Il Christian Summer Nights precede l’evento nazionale estivo Christian Summer Youth Fest, che si terrà dal 1 al 4 agosto presso Materdomini (AV) per i giovani dai 14 ai 30 anni “per affrontare le proprie ferite e non scappare da esse, – commenta Umberto Fiorentino – questo è il segreto affrontare faccia a faccia le proprie ferite per poter trovare l’amore e la gioia”. Un evento che si inserisce nella serie di iniziative di “Estate Giovani” che si sta svolgendo nei salesiani. La serata, oltre che a offrire una vetrina sugli eventi estivi, punta a presentare le iniziative in corso di svolgimento in oratorio.

La serata si è conclusa con il lancio di palloncini con appiccicati dei post-it, affidando a dei palloncini il compito di far arrivare i loro sogni più grandi a Dio.

Ispettoria Meridionale, don Pasquale Voci compie 100 anni: “Il prete deve cercare le tre Verità: umanistica, biblica e patristica”

Tutta l’Ispettoria Salesiana Meridionale, unita con gioia e gratitudine, fa gli auguri al Salesiano sacerdote don Pasquale Voci per i suoi 100 anni! Nato il 10 Giugno 1919 ha dedicato gran parte della sua vita all’insegnamento scolastico nello stile educativo di don Bosco. Oggi risiede nella casa di Salerno, con la tenacia che lo contraddistingue da sempre e con parole cariche di vita vissuta, ci tiene a sottolineare: “Il prete per svolgere con dignità la sua missione deve essere UMILE, sempre in ricerca delle tre Verità: Umanistica, Biblica e Patristica. Questa ricerca richiede impegno, abbassare la testa e darsi da fare. Il giorno lavoravo, la sera cenavo leggero per studiare di notte. In questo modo sono riuscito a laurearmi e ad abilitarmi all’insegnamento. Consiglio a tutti di investire nello studio. Quando il prete è ricco delle tre Verità, che lo rendono uomo, vicino a Dio e padre, allora è un sacerdote “apposto”; perchè la cultura è la migliore arma per affrontare la missione”.

Salesiani Cooperatori Campania-Basilicata: Accompagnare le famiglie alla luce dell’Amoris Laetitia

In ambito Salesiano sempre più frequentemente si avverte l’esigenza di affiancare la cura delle famiglie alla pastorale giovanile. L’attività educativa verso i giovani, non può infatti tralasciare un’attenzione verso la famiglia, che rappresenta la prima scuola di amore e crescita di ciascun individuo, né può trascurare l’ambiente in cui essi vivono. Con tali presupposti, il Consiglio Provinciale della Campania – Basilicata, ha voluto organizzare, presso l’Istituto Salesiano di Caserta, un corso di formazione per animatori di pastorale familiare. Iniziato nel mese di novembre 2018, esso è stato articolato in quattro incontri di cui l’ultimo, si è tenuto il 12 maggio 2019. Relatori sono stati Loredana Simeone e Ruggiero Diella, Salesiani Cooperatori e coppia referente della pastorale familiare per la Regione Italia, Malta e Medio Oriente.

Ispirandosi agli insegnamenti dell’esortazione apostolica “Amoris Laetitia” i coniugi hanno voluto attribuire all’evento un taglio dinamico ed interattivo. Alla parte teorica è seguita una pratica, il tutto arricchito dalla proiezione di numerose immagini e di video molto interessanti. Al corso, considerato un vero e proprio Laboratorio di Pastorale Familiare, hanno preso parte coppie desiderose di mettersi in gioco nel delicato servizio di accompagnamento alle famiglie, provenienti da Recale, Centurano, Caserta, Torre Annunziata e Gragnano, centri della stessa provincia.
Estremamente positivi sono stati i giudizi dei partecipanti, che hanno espresso piena soddisfazione per come sono stati trattati gli argomenti e per come è stato strutturato il corso che ha fornito loro, tutti gli strumenti necessari per poter iniziare un percorso formativo.

A Loredana e Ruggiero, che in maniera infaticabile svolgono in pieno spirito di servizio la loro opera, desideriamo esprimere, anche a nome del Consiglio Provinciale, tutta la nostra gratitudine per il brillante lavoro svolto e per avere condiviso la loro esperienza e competenza. Ai partecipanti invece va il nostro augurio di poter essere dei veri missionari, in questa società che sovente predilige l’individualismo, testimoniando il valore e l’importanza della famiglia che, nonostante le tante difficoltà, rimane sempre l’espressione più alta a cui un cristiano laico può ispirarsi.
Possano ancora, come ci invita a fare Papa Francesco nell’esortazione apostolica “Christus Vivit”, testimoniare che c’è una bellezza nel lavoratore che torna a casa sporco e in disordine, ma con la gioia di aver guadagnato il pane per i suoi figli e che c’è una bellezza straordinaria nella comunione della famiglia riunita intorno alla tavola e nel pane condiviso con generosità, anche se la mensa è molto povera.
Da parte nostra viva è la speranza che un domani, ci sarà la bellezza nel vedere solo ed esclusivamente famiglie solide, in cui i giovani possano trovare ed avere sempre come guida, i loro genitori.

Mauro e Federica, referenti di Pastorale Familiare per il Consiglio Provinciale Salesiani Cooperatori Campania – Basilicata

Ispettoria Meridionale, Festa Giovani a Sant’Eramo: La cultura rigenera la vita

La Festa Giovani del Movimento Giovanile Salesiano dell’Italia Meridionale è uno straordinario habitué per noi e i nostri ragazzi: un appuntamento che scandisce, per quello che ogni anno ci lascia, un prima e un dopo.

Al di là del piacere di trascorrere allegramente due giornate piene con i coetanei dell’ispettoria, c’è un duplice aspetto, spirituale e pratico, che la consegna al bagaglio di emozioni e insegnamenti che talvolta ci portiamo via: l’incontro sempre inedito – ed è il caso di dire “rigenerante” – con Gesù e Don Bosco, e il confronto alla pari sui temi più attuali che chiamano in causa i nostri comportamenti e stili di vita. Momenti di formazione dove ci si ascolta e si condividono le esperienze di ciascuno, per trarre le cosiddette “buone pratiche” da mettere in circolo, per affrontare le più svariate situazioni, sia nei nostri ambienti che fuori.

Il richiamo corale è a fare sempre la differenza, svestire l’accessorio oggi più in voga e alla moda: l’indifferenza. Ma come? attraverso la cultura, la sapienza: che oltre a riempire qualitativamente le nostre vite è uno dei sette doni dello Spirito Santo.

Sulla scorta di tutto questo e di una crescente sensibilità verso lo stato di salute del Pianeta, sollecitata anche da Papa Francesco di continuo, è stato sviluppato il tema della festa 2019: lo scarto. O meglio, lo scarto, visto nell’ottica dell’economia circolare: non rifiuto destinato a finire in discarica ma risorsa da riutilizzare, nelle forme più innovative che sono state oggetto dei workshop.

Ma la strada di questo processo, prima ancora che gli studiosi e i ricercatori, ce la indica Dio Padre. Ha mandato suo Figlio, l’ha reso scarto per il bene dell’umanità e poi l’ha innalzato alla gloria dei cieli diventando la risorsa più importante per noi cristiani. Nella Sua risurrezione, attraverso la fede, è la fonte da cui gli uomini possono attingere per rigenerarsi. La nostra vita non è un prodotto da consumare e gettar via, bensì un bene da spendere fino in fondo per la vita degli altri. Non è un vivacchiare, è un vivere in pienezza la Sua Parola. Esattamente come Don Bosco e Madre Mazzarello che occupandosi delle anime dei giovani li hanno salvati; educati e resi risorsa per la stessa società che li aveva esclusi. Da “pietra scartata” a pietra angolare che regge la costruzione; da giovani ai margini delle città a giovani al centro del progetto di Dio che reggono la costruzione avviata da Gesù. E’ questo il messaggio che la Festa Giovani di quest’anno, arricchita anche dalla presenza e testimonianza dei giovani della scuola di mondialità “Harambee”, lascia ai nostri cuori.

Una realtà non utopica, piuttosto un’ “utopia realizzabile” con l’ostinazione positiva di chi crede ai propri sogni. Come i materani a cui nella due giorni salesiana abbiamo fatto visita: capaci di dare un nuovo corso di vita alle loro uniche e caratteristiche rupi; di trasformare quella che negli anni ‘50 fu definita la “vergogna nazionale” in “orgoglio europeo”; e di farsi riconoscere il merito con l’elezione a Capitale Europea della Cultura 2019.

In tanti anni solo la cultura ha salvato Matera dall’abbandono esistenziale, gli uomini di cultura ne hanno intuito e valorizzato il potenziale; il cinema l’ha riportata alla ribalta con registi di fama internazionale che l’hanno scelta come set. Da ultimo Mel Gibson con “The Passion”. Senza questa, senza la passione e la perseveranza dei materani, custodi della storia di quei sassi, non sappiamo se sarebbe mai diventata “la Città dei Sassi”, e neppure se sarebbe ugualmente stata l’epicentro della nostra festa.

di Michele Landolfo

IME, festa ispettoriale a Bari: la vita è piena se è al servizio degli altri

Giovedì 25 aprile, nella città di Bari, tutta l’Ispettoria dell’Italia Meridionale (IME) si è radunata attorno al suo Ispettore, don Angelo Santorsola. Puglia, Campania, Basilicata, Calabria e una piccola rappresentanza dell’Albania e di Zurigo si sono radunate nel cortine dell’oratorio salesiano dell’opera “Redentore”, per condividere un momento di festa, di confronto e di salesiana allegria.

Durante la festa tanti sono stati i momenti significativi, a partire dall’accoglienza calorosa dei giovani di Bari, al benvenuto commosso dell’Ispettore, ai momenti di condivisione delle “Bellezze dell’Ime”. Tanti i protagonisti che sono saliti sul palco per testimoniare come oggi l’opera dei salesiani sia più che mai necessaria per offrire ai tanti giovani opportunità di riscatto a 360°.

Un momento centrale è stato quello in cui ben 19 religiosi giubilari hanno festeggiato i loro anniversari di professione religiosa e ricevuto da parte dell’Ispettore il giusto riconoscimento per una vita dedicata al Signore e al servizio dei giovani in Don Bosco.

Anche i Direttori sono stati insigniti di un piccolo dono da portare nelle loro comunità, perché la bellezza dello stare insieme, del camminare accanto ai giovani sia una #missione che continui e perduri nel tempo e nell’eternità.

La celebrazione eucaristica è stata senza dubbio il momento centrale di tutta la giornata. Un’Ispettoria che si raccoglie, un’Ispettoria che prega, un’Ispettoria che crede. Le parole di don Santorsola, nell’omelia, hanno ricordato quanto faccia bene al cuore e all’anima vivere la propria vita pienamente e come missione #perlavitadeglialtri, in particolare dei tanti giovani che incontrati sul proprio cammino.

È seguito poi un momento conviviale, rallegrato dalla presenza di un gruppo musicale popolare, fino a quando, nel primo pomeriggio, è arrivata una buona notte tutta speciale da parte del Vicario del Rettor Maggiore, don Francesco Cereda. La sua presenza alla festa Ispettoriale IME è stata un dono prezioso, gradito da tutti.

(Fonte: ANS)

“Io lo so cosa significa attraversare il mare”: l’accoglienza raccontata e testimoniata a Santeramo (Bari)

Un sabato pomeriggio, una partita a calcio … Fino a qui sembra una giornata qualunque nell’oratorio di Santeramo a Bari, ma c’è una squadra di ragazzi mai visti prima, con una divisa colorata di cui vanno fieri: provengono dal Camerun e hanno qualcosa da dirci. Dopo una vivace partita, organizzata dalla PGS e dal gruppo missionario dell’oratorio, con la collaborazione della parrocchia “Sacro Cuore” di Santeramo, gli amici del Camerun ci hanno donato un pezzo della loro storia in un incontro aperto a tutta la comunità.

Sentiamo continuamente parlare di accoglienza, integrazione, migranti, ma molto spesso ci riduciamo a numeri e dati che non contano più quando capita di guardare negli occhi,  ascoltare la storia di qualcuno che ha un nome e un cognome. Giovani che hanno rischiato il tutto per tutto, che sono partiti “quando il mare sembrava più sicuro della terra”  adesso sono nel nostro Paese e sono aperti al dialogo, al confronto, allo scambio. Non è stato difficile, è bastato un pallone, una bella partita, una chiacchierata e infine una testimonianza che ha insegnato, letteralmente “segnato dentro”, ciascuno. Il bello dell’accoglienza, come faceva notare uno dei ragazzi del Camerun, è che, diventa tale solo quando è a due direzioni: accogliere significa aprirsi all’altro e lasciare che l’altro si apra te. Bisognerebbe imparare a dare valore a tutte le culture, a partire dalla propria, come ricordava un altro giovane, ma, non credere mai che la propria cultura o una qualsiasi possa essere superiore a un’altra. Durante la testimonianza, c’erano persone di tutte le età, completamente diverse le une dalle altre, ma tutte animate dalla curiosità e dalla certezza che c’è qualcosa che va oltre i numeri, le notizie, le testate giornalistiche. Dietro questi giovani c’è davvero un mondo da scoprire ed è stato bello avere la possibilità di esplorarne una parte.

Ludovica Plantamura, oratorio Santeramo

 

IME, a Bari il convegno su economia, legalità e società: “Necessaria la civiltà dell’amore”

“Narrazione e cronaca della città che vogliamo. Economia, legalità, società”: è il titolo del I Convegno sociopolitico che si è tenuto il 23 marzo,  organizzato dall’Istituto salesiano Redentore e dal Laboratorio Don Bosco oggi,  con il patrocinio dell’Ordine dei giornalisti.  Il tema della città, inteso come manifestazione della dimensione sociale dell’umano, è stato declinato nel campo dell’economia da suor Alessandra Smerilli, docente alla Pontificia Facoltà “Auxilium” e alla University of Pennsylvania e membro della consulta femminile del Pontificio Consiglio della Cultura. La religiosa ed economista ha affrontato diverse tematiche connesse alla ripartizione della ricchezza mondiale, allo sviluppo economico e al lavoro.
Don Francesco Preite sdb, direttore dell’Istituto salesiano Redentore, ha invece centrato il suo intervento nel contesto concreto del quartiere Libertà, auspicando un’evoluzione della nozione di “economia”, da ricerca continua ed esasperata del profitto a mezzo al servizio del bene comune. Don Giuseppe Ruppi sdb, presidente del Laboratorio Don Bosco oggi, ha presentato il libro “Il riscatto. Fuori dal tunnel dell’usura” della giornalista Michela Di Trani, avviando un interessante dialogo con l’autrice

“Oggi più che mai è necessario riscoprire la nostra cultura ma in un’ottica di incontro con l’altro, di sviluppo delle relazioni e di confronto”, ha detto don Giuseppe Ruppi. “Questo è ciò che come laboratorio culturale facciamo. Proprio in un quartiere come quello del Libertà di Bari, che vive pesantemente un disagio nel non riuscire a creare dialogo e incontro. Oggi è difficile trovare il confronto, c’è solo un doppio monologo di due che si rincorrono nell’affermare le proprie idee. Invece serve arrivare delle forme di formazione al dialogo e così riuscire a creare quella speranza che nasce da una visione profonda del proprio io che si relaziona con l’altro e diventa un Altro, con la a maiuscola. Per cui c’è davvero la presenza del Suo amore. E per cui bisogna mettere in pratica quello che diceva San Paolo Vi cioè la civiltà dell’amore. Questo è il contributo che noi cristiani dovremmo dare nella società, cercare di avere dialoghi che siano di speranza”.

“Se i cristiani convergono sulle necessità dei fratelli nel cercare soluzioni condivise, questo diventa un buon punto di partenza per la città che vogliamo”, ha detto invece don Francesco Preite. “Il cristianesimo non è ideologia, né filosofia. È incontro con la persona di Gesù nel volto dei fratelli. Se partiamo da questo ecco che rendiamo la fede più concreta, più solidale, più capace di accogliere, includere e supportare i bisogni dei fratelli e di cambiare la società nell’ottica dello sviluppo integrale della persona. Oggi l’economia di profitto ci sta portando alla massimizzazione dei costi e degli stessi proventi. Dobbiamo ritornare a pensare ad un’economia di relazione e non di profitto”. La comunità dei Salesiani vive nel concreto queste difficoltà. Sono l’unico presidio sociale del quartiere Libertà di Bari: “Nel concreto – conclude – questo quartiere è in piena emergenza educativa. Per questo bisogna che privati, istituzioni, parrocchie e associazioni investano e pensino insieme per intervenire sui bisogni dei fratelli, soprattutto più giovani. Serve che la società investa sulla creazione del lavoro perché esso è collaborazione alla creazione del Creato”.

“Abbiamo esigenza e urgenza, nell’ottica della Laudato Si’ e di un’ecologia integrale, di pensare a questo tema nel suo complesso. Di conseguenza mettere insieme ambiente, relazioni ed economia. Con dei circoli virtuosi che sono di un modello nuovo di sviluppo”, ha detto invece suor Alessandra Smerilli. “Le città oggi si stanno sempre più popolando, hanno bisogno di essere pensate in maniera diversa. Le città oggi, con i modelli attuali, non sono più sostenibili. Allora esiste certamente l’importanza delle relazioni al centro di tutto ma anche pensare in modo nuovo la città nella quale sempre più persone vivranno e avranno il loro futuro, considerando però anche il fatto che la popolazione della città sta diventando spopolamento per altre”. “Le città sono di fatto i luoghi che noi viviamo, in cui spendiamo la nostra vita”. “Per questo, dal locale possono nascere pratiche che poi diventano massa critica per tutti. Ed è fondamentale per questo mantenere l’importanza del lavoro nelle società. Nella Genesi, quando Dio crea il mondo, chiede all’uomo di dare un nome agli animali. Significa che la creazione non è compiuta e Dio chiede all’uomo la collaborazione all’opera di creazione. In una visione cristiana quindi il lavoro è partecipare alla trasformazione del mondo”.