Treviglio – Scuola e lavoro, la lezione di Don Bosco

Dal Giornale di Treviglio.

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Cos’è l’apprendistato di primo livello, e quanto funziona come strumento per la formazione professionale di uno studente? Se n’è parlato a lungo, settimana scorsa, durante un convegno dal titolo «L’apprendistato di don Bosco oggi» organizzato nei nell’aula magna del Centro Salesiano Don Bosco di Treviglio. Una scelta non casuale: fu proprio don Bosco, infatti, l’8 febbraio 1852, a elaborare quello che è in tutti i sensi uno dei primi «contratti» di apprendistato, firmato da un artigiano Mastro Minusiere di Torino e un giovane di Mondovì, Giuseppe Odasso. Ed è in questa scia che, anche negli anni più recenti, i Salesiani hanno affiancato all’istruzione liceale anche percorsi scolastici per l’inserimento nel mondo del lavo ro. Par tendo proprio da quel contratto di «apprendizzaggio» di 171 anni fa, al convegno sono intervenuti Elisabetta Donati , dirigente per il Mercato del lavoro della Provincia di Bergamo, Silvia Valoti di ANPAL servizi (una società pubblica che si occupa di Politiche attive del lavoro) e Michele Bergonzi (direttore generale di ITS Move, un istituto di formazione che opera nel campo della logistica). I tre hanno dato vita ad una interessante discussione su come l’apprendimento sia una opportunità per tutti: studenti, aziende ed anche la collettività. Presenti all’evento molti dirigenti scolastici e direttori dei Centri di formazione professionale provinciali e non solo. «Sono convinto che l ‘ esperienza formativa in apprendistato sia una forma privilegiata per formare persone competenti – ha spiegato Bergonzi – e vincono certamente tutti: i ragazzi che tornano persone più mature, più adulte, le aziende che possono seguirne la crescita, ed anche la collettività perché i giovani sono il nostro futuro». Elisabetta Donati invece sottolinea come i numeri dei contratti in apprendistato in entrambe le forme siano in crescita, e sull’apprendistato di primo livello «anche se i numeri sono importanti, si può fare di più. Dal punto di vista dei Centri per l’impiego la disponibilità a supportare le aziende nel percorso e ad incentivarne l ‘ attivazione è evidente». Sono due, ad oggi, le forme più diffuse di apprendi stato : di primo e secondo livello. Il primo, anche detto «apprendistato per qualifica o diploma professionale», è un contratto di lavoro finalizzato a favorire l ‘ inserimento dei giovani tra i 15 e i 25 anni nel mondo del lavoro attraverso l’acquisizione di un diploma e di competenze professionali. Sono contratti a tempo indeterminato per i quali l’azienda corrisponde all’apprendista uno stipendio e la formazione necessaria per acquisire competenze professionali necessaria. La formazione è di tipo individuale, e si articola in periodi di formazione in azienda e a scuola. Il contratto di apprendistato professionalizzante, o di secondo livello, è rivolto ai giovani tra i 18 e i 29 anni. Prevede una formazione specifica svolta sotto la responsabilità del datore di lavoro o di un tutor, dura tra i sei mesi e i tre anni, e terminato il periodo di apprendistato professionalizzante, il giovane viene inserito in azienda con assunzione a tempo indeterminato. Se per l’Istruzione e Formazione Professionale «l’approccio duale è ormai assodato», nella scuola gli ostacoli sono molti. «Prima di tutto il ragionare per competenze è ancora un ostacolo enorme per gli Istituti Tecnici e più in generale per il mondo dell’istruzione – ha spiegato Valoti di Anpal servizi – Ma è importante che si riesca a fare questo passaggio, che è soprattutto culturale. Dal punto di vista del ministero, la dualità è un valore da diffondere su tutto il territorio nazionale, ed in questo la Lombardia ha fatto scuola». Non è mancata una testimonianza «locale», legata all’attività del Centro Nazionale Opere Salesiane – Formazione e Aggiornamento Professionale di Treviglio: quella di Loris Marta , apprendista del quarto anno alla Eurmatic di Treviglio, che ha confermato quanto Don Bosco aveva già intuito e realizzato 170 fa. «Oggi l’obiettivo è creare un’intera classe di apprendisti nella Istruzione e Formazione Professionale: oltre a insegnare si prova a sognare per competenze», ha spiegato la scuola in una nota.

Italia – L’oratorio salesiano di Gela anima l’Infanzia Missionaria

Dall’agenzia ANS.

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(ANS – Gela) – Tra le molteplici attività educative e ricreative che l’oratorio salesiano “San Domenico Savio” di Gela offre ai piccoli e ai giovani della città, da cinque anni c’è anche la proposta del laboratorio dell’“Infanzia Missionaria”: si tratta di un percorso di educazione ed evangelizzazione per bambini di età compresa tra i 5 e i 7 anni, nato su iniziativa del Direttore dell’oratorio, don Alfredo Calderoni.

Dopo una lunga pausa dovuta alla pandemia di Covid-19, in quest’anno pastorale, ad ottobre scorso, è ripreso il cammino di formativo e ludico anche per questa fascia d’età e con questa iniziativa del tutto missionaria.

Sono stati mesi di intense e gioiose attività, condotte senza sosta fino al mese di maggio appena trascorso. Ogni giovedì, dalle 16:30 alle 18:30, diverse mamme/animatrici hanno accolto circa 30 bambini. L’idea che quest’anno ha fatto da spina dorsale all’intero percorso è stato compiere un viaggio, su di un treno immaginario, attraverso i 5 continenti, raccontandone usi e costumi, lingue, tradizioni, monumenti e curiosità. Scegliendo con cura balli di accoglienza, video educativi, scenette, attraverso il teatro delle marionette e varie attività manuali a tema, le animatrici hanno fornito ai piccoli semplici notizie del continente che durante quel mese veniva trattato.

L’ultima mezz’ora di incontro si dava spazio ai giochi e alla merenda in oratorio per concludere con la preghiera, guidati dai giovani salesiani, il Direttore, don Calderoni, e il tirocinante Marco Piana.

L’anno è stato scandito da due grandi momenti di festa e aggregazione: il “Presepe dei Popoli” a Natale e la “Festa dei Popoli” a maggio.

“È stato bello realizzare un presepe vivente in cui, al posto dei tre Re Magi, i bambini, vestiti da popoli del mondo, portavano in dono a Gesù ciò che avevano di più caro” ha condiviso una delle educatrici. Il popolo asiatico, ad esempio, portava il riso che simboleggia il duro lavoro di ogni famiglia; il popolo africano invece l’acqua, bene tanto prezioso e difficile da reperire, e la kalimba, antico strumento musicale per cantare la gioia di vivere nonostante stenti e difficoltà quotidiane. I popoli si sono radunati per ringraziare un Gesù che, per l’occasione, era stato adagiato dentro una capanna indiana.

A maggio invece, quando ormai il viaggio ideale di quest’anno era giunto al termine, i bambini con un treno fatto di vagoni “vivi” e con indosso abiti tipici, hanno portato genitori e nonni a ripercorrere, in piccolo, il loro stesso viaggio con la “Festa dei Popoli”.

“Canti, balli e piccole scenette per raccontare a tutti la bellezza di sentirsi fratelli, preziosi gli uni per gli altri e, stretti mani nelle mani, ringraziare Dio per aver donato all’uomo un mondo meraviglioso – prosegue l’animatrice – Semplici messaggi, piccoli lavoretti e brevi scenette certo, ma crediamo che ai nostri piccoli sia arrivato dritto al cuore un unico messaggio: ‘il mondo è di mille colori!’ La diversità di colore o razza diventa allora meraviglia, ogni uomo è fratello e tutti siamo figli di un unico Padre che ci ama sempre!”

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La Nuova di Venezia e Mestre – IUSVE e alta formazione, migliaia di studenti nel campus dei Salesiani

Pubblichiamo un lungo reportage dallo IUSVE, uscito sulle pagine del quotidiano La Nuova di Venezia e Mestre.

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di Marta Artico

A Mestre, in via Asseggiano, c’è un polo formativo articolato e poliedrico che rientra sotto alla voce Salesiani Don Bosco Mestre, guidato da don Silvio Zanchetta, e che ospita in tutto oltre 3mila studenti. All’interno del complesso pulsa una realtà universitaria che accoglie, ogni giorno, migliaia di studenti che vengono per imparare, confrontarsi e avere la certezza di trovare un lavoro che soddisfi bisogni e competenze, e che nel giro di una decina di anni è cresciuto diventando un punto di riferimento nel territorio. È l’Istituto Universitario Salesiano Venezia, conosciuto come Iusve, di cui è direttore don Nicola Giacopini, promosso e gestito dai Salesiani di don Bosco dell’Italia Nordest, aggregato alla Facoltà di Scienze dell’Educazione dell’Università Pontificia Salesiana di Roma. Attorno allo Iusve, ruotano 1.700 studenti universitari che hanno a disposizione un campus attrezzato e tecnologia all’avanguardia, ai quali si aggiungono i 700 della sede di Verona. In tutto, 2.400. Il polo educativo ha anche un ufficio di comunicazione strutturato di cui è direttore istituzionale don Marco Sanavio. Le frontiere dello IusveSono tre le macro aree abbracciate dallo Iusve: Comunicazione, Pedagogia e Psicologia. Solo all’interno della prima area, quella relativa alla comunicazione, due lauree triennali: Advertising & marketing e digital & graphic design; due licenze, vale a dire lauree magistrali in web marketing & digital communication, e design della comunicazione con ben 4 corsi post laurea, alcuni all’avanguardia (Food & wine 4.0, comunicazione sociale per imprese profit e non, photography & communication, digital communication, reputation & brand management). L’area pedagogica conta due triennali (educatore professionale sociale e educatore dei servizi educativi per l’infanzia); due magistrali (progettazione e gestione degli interventi socio-educativi e scienze pedagogiche) e addirittura due master (sindrome di Asperger e il pedagogista a scuola). Altrettanto specialistica l’area psicologica, con triennale in scienze e tecniche psicologiche, magistrali in psicologia clinica e dinamica e clinico-giuridica e tre corsi post lauream che aprono al mondo del lavoro, tra cui counseling educativo, criminologia e psicologia investigativa e psicopedagogia forense. Ciò che però rende grande l’articolato progetto Salesiani Don Bosco Mestre, tante realtà in una sola che le abbraccia tutte, è il percorso di studi completo a disposizione del territorio, che va dai 14 anni ai master all’alta formazione.  Un filo rosso che accompagna lo studente a muovere i primi passi e a capire quali sono le proprie abilità. Il Centro di formazione professionale, da cui è partito l’Istituto Salesiano San Marco, che conta 15 corsi triennali e prepara i ragazzi che entrano a prendere tre qualifiche professionali – meccanica, elettrico-elettronica e grafica e comunicazione – con diversi indirizzi, per consentire al termine del percorso formativo l’inserimento nel mondo del lavoro o il proseguimento degli studi verso il diploma di maturità. In più l’anno duale, che alterna ore di formazione in aula ed altre trascorse in aziende. Di seguito, l’Istituto tecnico tecnologico (due indirizzi) paritario, della durata di 5 anni, al quale sono iscritti oltre 300 studenti e l’istituto superiore, con indirizzi in meccatronica e grafica. I ragazzi che si iscrivono a 14 anni, possono decidere di trovare subito un lavoro e poi proseguire con gli studi, fare il quarto anno, iscriversi allo Iusve. Un’unica casa madre salesiana con ha una filiera di possibilità per ogni competenza.

Tra le parole chiave dei Salesiani Don Bosco Mestre, il polo educativo che comprende ogni grado di formazione, c’è il “lavoro”, inteso come parte integrale della persona. Il grande progetto a Mestre è nato come Centro formazione professionale triennale di cui fu pioniere don Bosco, dal quale poi si sono articolati i gradi del polo educativo (Istituto tecnico tecnologico San Marco e Iusve), che conta 336 docenti la maggior parte dei quali laici, professori di facoltà e università statali, accademici, professionisti, e persino docenti che si sono formati allo stesso Iusve. Alcuni indirizzi e corsi, aprono le porte del mondo del lavoro, ancor prima di terminare gli studi e sono richiesti da aziende, cooperative, enti accreditati, scuole.Tra i più gettonati, c’è il diploma-master universitario di primo livello in Criminologia, psicologia investigativa e psicopedagogia forense, che consente di trovare lavoro nell’ambito delle consulenze tecniche e delle perizie disposte dai giudici all’interno di un procedimento civile o penale. Tutta l’area forense necessita di questa specifica competenza che in questo momento storico ha un grande sbocco. Tra le novità originali in cui si sta specializzando l’università salesiana, c’è la Psicologia dello sport, percorso che allo Iusve ha un ufficio e una responsabile, Marcella Bounous: non è stato ancora attivato un corso aperto alle iscrizioni, ma a stretto giro lo sarà. La referente segue, a livello nazionale, sportivi e olimpionici che nei momenti difficili di crisi, infortuni, fragilità, hanno bisogno di un sostegno nel loro specifico campo, che arrivi da qualcuno preparato nella materia: un sostegno costante che si serve di apparati tecnologici molto avanzati, che leggono i segnali elettrici del cervello, per accompagnare gli atleti nel loro percorso di miglioramento e riabilitazione.Il Corso di alta formazione Il pedagogista a scuola, che ha origine da una collaborazione tra il dipartimento di Pedagogia dell’Istituto universitario salesiano di Venezia, l’Istituto superiore di ricerca educativa (Isre) e l’Associazione unione italiana dei pedagogisti (Uniped), forma pedagogisti che lavorano nelle scuole a supporto dei dirigenti, figure di cui oggi c’è sempre più bisogno e che si sposano con i valori salesiani legati all’educazione e al riconoscimento integrale della persona. Gettonatissimo anche il master Food & Wine 4.0, con l’obiettivo, molto pratico, di formare figure professionali in grado di gestire i processi del marketing e della comunicazione delle aziende agroalimentari con le competenze e le grammatiche richieste dai nuovi contesti digitali. E poi tutta la partita all’avanguardia dell’area relativa alla comunicazione sociale per imprese profit e non profit.

«Sono due i punti centrali a cui teniamo maggiormente e che sono dirimenti: il primo che per noi è importantissima, è la centralità del ragazzo-studente; il secondo è il fatto che chi lavora qui ne sia davvero orgoglioso e fiero». Don Silvio Zanchetta, il direttore generale dei Salesiani Don Bosco Mestre, la madre di tutte le realtà che gravitano attorno al polo formativo e universitario, mette in evidenza due fattori centrali: la persona, ossia lo studente centro gravitazionale dei percorsi, e la soddisfazione del personale a tutti i livelli, oltre 400 persone, che ci lavora tra Venezia e Verona. E annuncia anche alcuni progetti: il primo è quello di creare, in un terreno in cui a breve inizieranno i lavori, delle aule studio “outdoor” dove gli studenti possano incontrarsi, socializzare, pranzare, studiare. Di seguito, in un altro spazio vicino a Cube Radio, un’area invece che sarà adibita alle lezioni open air, con tanto di anfiteatro, obiettivo all’avanguardia. C’è poi un ulteriore progetto che sta a cuore al direttore, che è quello di arrivare all’auto-sostentamento energetico degli edifici, in linea con i principi dell’ecologia integrale e della transizione ecologica di Papa Francesco. Tra i punti che il direttore salesiano sottolinea, anche in questo caso apprezzati da studenti e famiglie, oltre che ammirati dal mondo scolastico di fuori, c’è quello del Punto di ascolto e prevenzione. A tutti i livelli di istruzione, dalla formazione professionale a quella tecnica e tecnologica, istituto superiore, università, c’è la possibilità di usufruire di un “punto di ascolto” e di prevenzione – spiega il sacerdote -. Che abbraccia sia la parte relativa all’orientamento, che quella inerente eventuali “dipendenze”. E ancora fragilità o debolezze. I ragazzi possono accedere a 4 incontri con una psicologa, presente in loco, che può supportare, aiutare, accompagnare chi lo richieda. Anche questo, è uno strumento in più, di cui i salesiani vanno fieri, perché rientra nella formazione integrale complessiva della persona, fondamentale per l’ordine.

La Nuova Venezia e Mestre

 

 

 

Il Giornale di Vicenza – Schio, una serata di festa a casa dei salesiani per l’oratorio nuovo

Pubblichiamo un articolo da Il giornale di Vicenza.

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Il progetto “Vedrai che bello!” è arrivato a conclusione. Il nuovo oratorio dei salesiani è stato ufficialmente inaugurato l’altra sera con centinaia di scledensi che hanno letteralmente invaso gli spazi esterni ed interni dell’oratorio in una grande festa comunitaria. Un’opera costata complessivamente 4,5 milioni di euro, che ha visto il restauro completo dello storico edificio, mantenendo però l’originalità dello stabile. Con i lavori è stata recuperata la centralità del vecchio cortile (l’anima dell’incontro, nella visione di don Giovanni Bosco) dove si affacciano la sala giochi, il bar e l’aula magna. Sono stati rinnovati interamente gli impianti e con la ristrutturazione dei due piani superiori sono state recuperate delle aule per il centro di formazione professionale. Un anno intenso di lavori serviti anche a renderlo più sicuro, più efficiente e più idoneo alle attività che per 365 giorni all’anno non si fermano mai. Alla cerimonia hanno preso parte anche i vertici dei salesiani, ospitati dai religiosi scledensi.

 

Italia – Conclusione della Visita Straordinaria del Consigliere per la Regione Mediterranea all’Ispettoria dell’Italia Nord Est

Dall’ANS.

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(ANS – Venezia) – Don Juan Carlos Pérez Godoy, Consigliere per la Regione Mediterranea dei salesiani, ha terminato la visita straordinaria, realizzata a nome del Rettor Maggiore, presso l’Ispettoria salesiana “San Marco” dell’Italia Nord Est (INE). La Visita Straordinaria si è svolta da ottobre 2022 al 30 maggio 2023 e ha rappresentato un momento di grande unione e ispirazione per le comunità salesiane presenti nel Triveneto.

Durante il suo soggiorno, don Pérez Godoy ha avuto l’opportunità di visitare tutte e 30 le opere salesiane che fanno parte dell’Ispettoria INE. Attraverso queste visite, ha avuto l’occasione di incontrare le comunità salesiane e i laici che dedicano la loro vita al servizio degli altri. Questi incontri sono stati molto significativi, poiché hanno permesso di creare un legame ancora più stretto tra i membri della Famiglia Salesiana e di condividere esperienze e sfide comuni.

Durante la sua visita, il Consigliere Regionale ha partecipato attivamente alle diverse iniziative promosse dall’Ispettoria. Ha preso parte a incontri pastorali, conferenze e momenti di formazione, dimostrando il suo impegno a sostenere e incoraggiare tutte le comunità educative pastorali. In particolare, ha avuto l’opportunità di incontrare numerosi giovani soprattutto durante i meeting del Movimento Giovanile Salesiano (MGS) di marzo, condividendo con loro la gioia e l’entusiasmo per la vita salesiana.

La presenza di don Pérez Godoy ha avuto un impatto significativo sulle persone che ha incontrato durante la sua visita. Ha portato con sé un messaggio di speranza e di fiducia nella missione salesiana, soprattutto rilevando le opere che Dio sta compiendo attraverso l’impegno e la dedizione di tutti coloro che fanno parte della Famiglia Salesiana. I suoi modi gentili, il sorriso contagioso e la testimonianza della bellezza della vita salesiana sono stati d’ispirazione e d’incoraggiamento per tutti coloro che ha incontrato.

Oltre a condividere la sua esperienza e la sua testimonianza, il Consigliere Regionale ha anche offerto il suo supporto e la sua guida alle figure con responsabilità di animazione e governo delle opere salesiane del Triveneto, incoraggiandole a perseverare nella loro missione educativa e pastorale e invitandole a sognare in grande e ad essere audaci nel portare avanti il carisma di Don Bosco.

“L’Ispettoria salesiana Italia Nord Est ha accolto con gioia e gratitudine la visita di don Pérez Godoy. La sua presenza è stata un’opportunità unica per rafforzare il senso di appartenenza alla Famiglia Salesiana e per rinnovare l’impegno verso la missione di educare i giovani e formare cittadini responsabili e solidali” afferma oggi l’Ufficio di Comunicazione Sociale di INE.

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Perugia: “Uno spettacolo nuovo” che si rinnova dopo un secolo, la processione e festa di Maria Ausiliatrice a conclusione delle celebrazioni del centenario di presenza Salesiana

Dal sito di notizie Umbria Notizie Web.

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A cura di Riccardo Liguori

(UNWEB) «“E’ uno spettacolo nuovo per Perugia”. Questa è l’impressione che suscitò cento anni fa, il 4 giugno 1923, la prima processione e festa di Maria Ausiliatrice per i vicoli del Borgo Sant’Angelo di Perugia». A sottolinearlo è don Claudio Tuveri (SdB), direttore dell’Istituto Salesiano “Don Bosco” del capoluogo umbro, nell’annunciare il ritorno di questa processione mariana nel suggestivo borgo medioevale di Porta Sant’Angelo, domenica 4 giugno, con ritrovo, alle ore 17.15, presso il tempio di Sant’Angelo.

La processione percorrerà corso Garibaldi, sostando con preghiere davanti ai monasteri femminili di clausura di Sant’Agnese, della Beata Colomba e di Santa Caterina, per concludersi nella chiesa di Sant’Agostino dove, alle ore 18, si terrà la celebrazione eucaristica presieduta dall’arcivescovo Ivan Maffeis. Al termine, nella piazza antistante, le filarmoniche di Pretola e di Torgiano onoreranno Maria Ausiliatrice con un concerto bandistico. Sarà portata in processione l’antica statua mariana giunta da Roma nel 1923, pochi mesi dopo l’arrivo a Perugia dei primi tre salesiani, oggi custodita nella basilica di San Prospero interna all’Istituto “Don Bosco”.

Cento anni di futuro. L’atteso evento religioso e socio-aggregativo del prossimo 4 giugno è stato promosso dalla Famiglia Salesiana – sacerdoti, cooperatori ed ex allievi coordinati dal direttore don Tuveri, come appuntamento conclusivo del primo centenario di presenza dei “figli” di Don Bosco a Perugia (1922-2022). Anniversario molto sentito e partecipato con diverse iniziative rivolte al futuro, facendo prezioso tesoro del passato, il cui slogan è “Cento anni di futuro” (titolo dato al volume commemorativo del centenario); iniziative che hanno coinvolto le Istituzioni civili e religiose.

«Ricorderemo per molto l’accoglienza della nostra città riservata al Rettor Maggiore – ricorda il prof. Fausto Santeusanio, presidente dell’Unione ex allievi salesiani –, al quale il sindaco Andrea Romizi, il 20 giugno, ha consegnato l’onorificenza della Iscrizione dell’Istituto Salesiano all’Albo d’Oro della città. Il 2 ottobre, giorno dell’arrivo dei primi salesiani a Perugia nel 1922, sono state apposte due targhe a ricordo nella sede del “Penna Ricci”».

Quella del centenario è stata anche una proficua occasione per richiamare l’attenzione delle attività educativo-formative per giovani dell’Istituto “Don Bosco”, come il Centro di Formazione Professionale (CNOS-FAP) e l’Oratorio Salesiano con il suo frequentato Centro sportivo.

Condividere un profondo senso di appartenenza. Ritornando al centenario della processione e festa di Maria Ausiliatrice, interessante è la testimonianza storico-sociale e religiosa giunta fin quasi a noi, narrata dal direttore don Claudio Tuveri e dal prof. Fausto Santeusanio. «I quaderni della cronaca del 1923, conservati presso l’archivio del nostro Istituto – commenta il sacerdote –, registrano questo evento come “un segno di speranza per il futuro”. Dopo più di 60 anni di chiusure, timori, contrapposizioni (sorte a seguito del periodo risorgimentale, n.d.r.), quella processione, animata dal simulacro dell’Ausiliatrice, riportò il gusto della festa, del vivere la dimensione della comunità. Le famiglie con i loro bambini, ragazzi e giovani furono protagoniste. L’antico “Oratorio Don Bosco” del “Penna Ricci” fu il centro e il laboratorio di svariate iniziative quotidiane: lo sport, la musica, il teatro… Iniziative che accesero la gioia e il gusto di sentirsi corresponsabili e diedero a tutta la comunità perugina la soddisfazione di condividere un profondo senso di appartenenza».

Necessità di riscoprire il valore della partecipazione. «Oggi stiamo attraversando un tempo dove le persone, adulti e giovani – sottolinea don Tuveri –, respirano una sensazione di smarrimento e di nostalgia per i valori che costruisco il tessuto comunitario e aiutano a riscoprire l’autentico senso della festa. Lo stile di vita piuttosto individualista e circoscritto ai propri interessi producono isolamento e solitudine; abbiamo tutti necessità di riscoprire il valore della condivisione e della partecipazione».

Suscitare un nuovo entusiasmo nella popolazione. «Le cronache di cento anni fa, fra cui “il Corriere d’Italia” e “L’Osservatore Romano” – ricorda Santeusanio –, parlano della presenza di 12-15 mila perugini alla prima processione e festa della Madonna Ausiliatrice. Il prossimo 4 giugno non saremo così tanti, in un secolo l’antico borgo Sant’Angelo si è svuotato di perugini, certamente auspichiamo una partecipazione numerosa di popolo di Dio. Tutta la Famiglia Salesiana di Perugia, con l’evento del 4 giugno dedicato a Maria Ausiliatrice, vuole suscitare un nuovo entusiasmo nella popolazione e ripristinare una bella tradizione che in passato ha inciso sulla vita religiosa e sociale della nostra città».

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Italia – Il Rettor Maggiore a Livorno per i 125 anni di presenza salesiana: “Siamo felici quando si ama”

Dall’agenzia ANS.

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(ANS – Livorno) – Tanto entusiasmo, e soprattutto tanta felicità, a partire dal titolo dell’evento che si è tenuto nel fine-settimana 27-28 maggio 2023 a Livorno per festeggiare i 125 anni di presenza salesiana nella città: “Felici nel tempo e nell’eternità”. Ospite speciale delle celebrazioni è stato il X Successore di Don Bosco, il Rettor Maggiore, Don Ángel Fernández Artime, che per due giorni ha animato la Famiglia Salesiana locale e indicato le traiettorie da seguire per restare sempre significativi e attrattivi per i giovani.

Il Rettor Maggiore è arrivato alla Stazione Centrale di Livorno alle 13:03 della giornata di sabato, accolto calorosamente da tutti i ragazzi del “Civico79”, la realtà dell’oratorio di Livorno destinata ai giovani universitari e lavoratori. Dopo un primo momento con la comunità salesiana locale, è salito su un battello che, passando per i “fossi” – i canali che attraversano la città – lo ha portato fino alla Fortezza Vecchia, dove è stato accolto da una moltitudine di bambini, ragazzi, adulti e anziani, autorità livornesi, oltre che da un’esibizione di danza organizzata dai ragazzi dell’oratorio salesiano.

A fare gli onori di casa è stato il vescovo di Livorno, Mons. Simone Giusti, che ha speso parole di profondo elogio verso i Figli di Don Bosco. Per il vescovo “in cucina il sale insaporisce tutto. I salesiani a Livorno riescono a rendere appetibile la proposta della Chiesa”. E ancora: “Hanno saputo prendere i livornesi per il verso giusto, cosa non sempre facile: lo dimostrano i centoventicinque anni di presenza sul territorio”.

Un’altra bella testimonianza è arrivata poi dall’Assessora alla cooperazione e alla pace di Livorno, Barbara Bonciani, che parlando della festosità dell’occasione ha affermato di ritrovarvi “quel senso di comunità che già sentivo quando da giovane frequentavo i salesiani. All’interno di questa collettività tutti si sentono a casa”.

La frase che ha accompagnato l’evento del sabato pomeriggio è stata: “La Felicità dei giovani, da Livorno a tutto il mondo”, dato che la comunità di Livorno ha incentrato la sua riflessione pastorale per l’anno dell’anniversario sul tema della felicità.

Per questo al Rettor Maggiore sono state poi poste alcune domande sempre sul tema della felicità, da parte dei presentatori – un ragazzo dell’oratorio, un boy-scout e una maestra delle scuole “Maria Ausiliatrice”. Don Á.F. Artime ha parlato in modo semplice, affinché potessero capire anche i bambini, ma in modo profondo da far riflettere anche gli adulti: “La felicità è un cammino che ciascuno di noi deve scoprire. Non esiste un modello predefinito di felicità; dipende dall’educazione di Dio e dalla fede. Siamo felici quando si ama”. E ancora: “La felicità si sente dentro al cuore e la verità appare quando tu non lo pensi”, perché con i ragazzi me non serve fare filosofia della felicità con i ragazzi, bastano semplici gesti.

Anche il tema dei giovani, protagonisti della giornata, è stato affrontato dal Rettor Maggiore, che ha consigliato ai genitori presenti di sincerarsi che i loro figli stiano bene, di chieder sempre loro come si sentono. La chiusura dei suoi interventi il X Successore di Don Bosco l’ha dedicata proprio ai giovani ragazzi: “Il dramma più grande che abbiamo, in Italia come in Spagna, è che formiamo eccellentemente i nostri ragazzi, ma non creiamo lavoro per loro. Non possiamo più lasciarli andare, dobbiamo far sì che trovino il loro cammino”.

In serata il Rettor Maggiore ha cenato con i ragazzi dell’oratorio di Livorno, in un clima di famiglia e fraternità, e poi ha assistito allo spettacolo “125 e una notte” presso il Cinema Teatro Salesiani, dove si sono esibiti i ragazzi dei corsi di Teatro, Coro, Arte e Chitarra, insieme anche ad alcuni ragazzi ucraini giunti dopo lo scoppio della guerra che presso l’oratorio salesiano apprendono l’italiano.

Domenica 28 il Rettor Maggiore ha visitato le due case delle Figlie di Maria Ausiliatrice (FMA) che si trovano a Livorno – “Santo Spirito” e “Maria Ausiliatrice”. Alle ore 11 ha presieduto la Messa presso la parrocchia salesiana “Sacro Cuore”, concelebrata anche dal Superiore della Circoscrizione Italia Centrale (ICC), don Stefano Aspettati, il parroco, don Simone Calvano, e partecipata da una folla di minori, le famiglie e Famiglia Salesiana locale.

Successivamente c’è stato il pranzo comunitario preparato e servito dai ragazzi del Centro di Formazione Professionale delle FMA di Livorno, vissuto sempre in un clima di grande armonia e convivialità, con il Rettor Maggiore che non ha mai smesso di essere disponibile con tutti.

Il pomeriggio è proseguito con le attività programmate nell’ambito del “Festival”, tra foto con il Rettor Maggiore, e giochi in compagnia per grandi e bambini, che hanno ricreato proprio sentito l’aria di casa e di oratorio.

Durante entrambi i giorni tutti i presenti hanno sentito veramente la presenza di Don Bosco e sperimentato quel senso di felicità che da Don Bosco in poi tutti i salesiani desiderano per i giovani: una felicità da vivere “nel tempo e nell’eternità”.

 

Il Tirreno
Agenzia ANS

 

 

Avvenire – Repole: siamo tutti bisognosi della cura del Signore

Di seguito, l’articolo di Marina Lomunno su Avvenire sulle parole dell’arcivescovo di Torino, Roberto Repole, al termine della processione di Maria Ausiliatrice.

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«C’è un virus che si insinua dentro la mentalità del nostro mondo che ci fa pensare che ciascuno di noi si fa da solo, è artefice di sé stesso. Ma la malattia che questo virus porta è la solitudine. Quando noi pensiamo e viviamo così siamo destinati a essere soli, soprattutto nel momento del bisogno, in cui avremmo necessità della cura degli altri, perché – se ognuno si fa da sé nessuno può contare su nessuno. È molto bella la festa di Maria Ausiliatrice, auxilium christianorum , che – attraverso don Bosco e la Famiglia salesiana è la festa della nostra Chiesa, di questa città, perché dice qualcosa di chi siamo noi: non donne e uomini che si fanno da soli, ma bisognosi di cura, sempre, in qualunque momento. Nessuno di noi sopravvive senza cura. E la festa di Maria Ausiliatrice ci dice che abbiamo bisogno della cura per essere donne e uomini, anzitutto della cura di Dio, che si fa presente a noi e vicino a noi con la sua tenerezza, anche con gli occhi e con lo sguardo di Maria». Sono le parole dell’arcivescovo di Torino, Roberto Repole, che ha concluso sul sagrato della Basilica, nella serata di mercoledì 24, la lunga giornata della festa liturgica di Maria Ausiliatrice, al termine della processione con la statua della Madonna coperta per l’occasione da una campana di vetro.

«Per proteggerla dalla pioggia battente» ha spiegato il salesiano don Michele Viviano, rettore della Basilica all’inizio del cammino, che non ha scoraggiato migliaia di fedeli in preghiera lungo le vie percorse da don Bosco nel quartiere Valdocco. La processione, presente il sindaco Stefano Lo Russo, «è uscita dalla Basilica nonostante il maltempo anche in segno di vicinanza alle persone alluvionate dell’Emilia Romagna che hanno perso famigliari, casa e tutti i loro averi» ha proseguito il rettore. «La nostra preghiera all’Ausiliatrice va anche per loro oltre che per affidare a Maria la Giornata mondiale della Gioventù di Lisbona e il Sinodo che si celebrerà ad ottobre». Accanto a Repole, il rettor maggiore dei salesiani lo spagnolo don Angel Fernández Artime. Prima della benedizione, don Leonardo Mancini, ispettore dei Salesiani del Piemonte, ha invitato la piazza gremita di ombrelli a pregare per la comunità cristiana cinese: il 24 maggio, dal 2007 per volere di Papa Benedetto XVI, si celebra anche la Giornata mondiale di Preghiera per la Chiesa Cattolica in Cina dove Maria Ausiliatrice è venerata nel Santuario di Nostra Signora di Sheshan, a Shanghai.

Avvenire

Progetto “We&here”: IUSVE e ISMM insieme per la cittadinanza attiva

Pubblichiamo l’articolo sulla sperimentazione nei mesi di marzo e aprile 2023 con alcune classi terze dell’Istituto salesiano San Marco (ISSM) vede coinvolta in co-design anche l’area di pedagogia dello IUSVE.

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Il progetto di sperimentazione «We&Here», che usa «First life» come piattaforma digitale, è mirato a rilevare bisogni e stimolare la cittadinanza attiva dei giovani è stato sperimentato nei mesi di marzo e aprile 2023 su un paio classi terze di indirizzo tecnico dell’Istituto salesiano San Marco di Mestre (ISSM) mentre parallelamente è stato costituito un percorso di ricerca che ha previsto un’opera di co-design gestita dal Dipartimento di Informatica dell’Università di Torino per la parte tecnologica e dall’Area di Pedagogia dell’Istituto universitario salesiano di Venezia (IUSVE) per quanto concerne la parte educativa. La sperimentazione si è svolta parallelamente sia sull’esplorazione di percorsi di cittadinanza attiva in presenza, all’interno dell’aurea urbana di Mestre, sia sui territori digitali del futuro grazie alla sperimentazione della piattaforma «FistLife». Nel corso delle 16 ore complessive di laboratorio i giovani protagonisti hanno fatto emergere la loro visione del territorio, le loro paure, le necessità in ambito di mobilità e autonomia.

«La nostra non è stata soltanto un’operazione di ricerca e sperimentazione – ha dichiarato Marco Emilio, coordinatore dei corsi di baccalaureato/lauree triennali in Pedagogia dello IUSVE e referente scientifico del progetto –  ma è stata addirittura in grado di modificare la tecnologia posta a servizio dell’itinerario di educazione civica. Abbiamo, infatti, chiesto e ottenuto particolari modifiche della piattaforma First Life rispetto alle esigenze di esplicitazione dei bisogni dei giovani che hanno partecipato al progetto».

Gli studenti dell’ISSM hanno incontrato anche l’assessore del comune di Venezia Laura Besio e il dirigente Giovanni Braga per presentare il lavoro di mappatura dei loro bisogni nel territorio in cui vivono e proposte di iniziative per il miglioramento.

«Abbiamo aiutato i ragazzi a intrecciare letteratura, arte e valori che possono contribuito nel passato al buon e cattivo governo – ha spiegato Mauro Cassiani, docente di italiano e coordinatore dei percorsi di educazione civica all’Itt. San Marco – e li abbiamo aiutati a entrare in una relazione sociale e politica con il territorio, dimostrando loro che si può dialogare con chi ha responsabilità e può prendere decisioni».

Si aprirà poi una seconda fase di questo progetto, nell’anno accademico 2023/24, che indagherà come le tecnologie di blockchain possono sviluppare economia circolare e partecipazione nei territori.

 

 

“Felici nel tempo e nell’eternità…”: la visita del Rettor Maggiore a Livorno per i 125 anni di presenza salesiana

Dall’agenzia ANS.

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(ANS – Roma) – A motivo del 125° anniversario di presenza salesiana nella città di Livorno, il Rettor Maggiore, Don Ángel Fernández Artime, si recherà nel fine-settimana del 27-28 maggio 2023 nella città marinara. Per l’occasione la parrocchia salesiana, intitolata proprio a Don Bosco, ha organizzato due giorni ricchi di appuntamenti ed eventi, all’insegna del motto di Don Bosco: “Felici nel tempo e nell’eternità…”.

Saranno due giorni di festa all’insegna del divertimento, ma anche della riflessione guidata dai giovani dell’oratorio di Viale del Risorgimento.

A dare il via alle attività, nella prima giornata, sabato 27 maggio, sarà la cerimonia di accoglienza del Rettor Maggiore in Fortezza Vecchia alle 16:30 (UTC+2), cui seguirà l’incontro con la cittadinanza alle 17:30, un momento al quale sono attesi anche il Sindaco della città, Luca Salvetti, e altri consiglieri del Comune di Livorno; il Vescovo, Mons. Simone Giusti; la Presidente della Provincia, Sandra Scarpellini; e autorità militari dei Carabinieri, della Polizia di Stato, e dell’Accademia Navale. In serata è previsto lo spettacolo “125 e una notte”, negli spazi del Cinema Teatro Salesiani.

“Don Ángel – ha raccontato al giornale locale Qui Livorno il Direttore e parroco, don Simone Calvano – arriverà a bordo di un battello. Abbiamo fatto questa scelta perché anche Don Bosco quando arrivò a Livorno lo fece sbarcando proprio al porto, e noi volevamo riproporre questo tipo di arrivo. Successivamente il Rettor Maggiore incontrerà i nostri ragazzi, ma anche tutta la cittadinanza, per parlare di felicità. In questi mesi abbiamo infatti messo in piedi i cosiddetti ‘Cantieri di Felicità’, dove ogni giovane, e anche qualche famiglia, ha potuto commentare il tema del sentirsi felici. Il materiale è stato poi raccolto ed inviato a Don Ángel che lo ha analizzato per proporre una sua riflessione in merito”.

Il giorno successivo, domenica 28 maggio, alle 11 sarà la volta della Messa, presieduta dal Rettor Maggiore nella parrocchia salesiana, alle 13 il pranzo comunitario e alle 15 il festival in oratorio, con i saluti alle 16:30.

“Il pranzo – ha aggiunto da parte sua don Stefano Casu, Direttore dell’oratorio – è già sold out da tempo, saremo più di 220 persone. Ad ogni modo, abbiamo invitato tutti a mangiare qualcosa, anche in cortile, ma pur sempre insieme. Sia la parte della cucina, che quella dell’intrattenimento con musica e spettacolo saranno curate dai nostri giovani. Don Ángel è un tipo molto semplice nei modi e confidente. Un atteggiamento che ci aiuterà a vivere con semplicità anche i momenti generalmente più formali”.

RMG – “Felici nel tempo e nell’eternità…”: la visita del Rettor Maggiore a Livorno per i 125 anni di presenza salesiana

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