Calendari Nazionali
Resta aggiornato con i calendari di Salesiani Italia.
Resta aggiornato con i calendari di Salesiani Italia.
Alle 19.40 del 02.07.19 a San Josè in California, la squadra di robotica dell’Istituto Salesiano Don Bosco di Verona si è aggiudicata la medaglia d’argento al Global Innovation Award 2019. L’invenzione ormai a tutti nota con il nome di “lavatrice spaziale”, è stata giudicata tra i primi due più importanti progetti scientifici dell’anno al mondo, su 40.000 progetti valutati da una giuria di tutto rispetto composta da ingegneri della NASA, di GOOGLE, di QUALCOMM, ed altri.
Dopo la vittoria dei mondiali di robotica conseguita il 20 aprile scorso a Houston (Texas), nella quale hanno sopravanzato le 108 squadre finaliste con il massimo del punteggio in tutte le categorie (progetto scientifico, innovazione, capacità di presentazione e team working), in questo nuovo concorso -il più prestigioso in assoluto- le giurie tecniche hanno valutato la congruenza tecnico-scientifica, la fattibilità, l’utilità e la novità dell’invenzione (ovvero il passaggio tra il campionato mondiale ed il Global Innovation Award è da “progetto” a “invenzione vera e propria” prototipata).
Le squadre concorrenti erano 40.000, e solo 20 in tutto il mondo sono state selezionale per la finale californiana. Vincitori di questo concorso sono i “Franco Droid”, una squadra Brasiliana che ha realizzato la “Cosmo Cup”, una soluzione a servizio delle astronaute donne per la raccolta e l’eliminazione dei liquidi mestruali, in modo da evitare infezioni nell’astronave.
Ex-aequo con la “lavatrice spaziale” degli IDB Tech-No-Logic, c’è il progetto “Growing Food” di una squadra americana del Maryland, che ha studiato un sistema di coltivazione delle verdure per l’alimentazione sana e naturale degli astronauti.
Questo traguardo viene a coronare un percorso intenso e ricco di successi:
L’IDB Tech-No-Logic Team è composto da 5 studenti e 3 studentesse di 4^ liceo scientifico e delle scienze applicate (Pietro Formenti, Pietro Fornalè, Beatrice Ligozzi, Alessio Montignani, Filippo Oliosi, Camilla Salvagno, Paolo Venturini e Maddalena Zuccato), guidati dal coach prof. Luca Zanetti coadiuvato da altri due insegnanti (Anna Baruzzi e Andrea Materassi). Il risultato certamente dovuto al genio e all’impegno degli allievi, è stato altrettanto certamente favorito dall’impostazione e dal sostegno della scuola che ha messo a loro disposizione risorse umane, ambienti e tecnologie anche al di fuori dei normali orari di lezione e dei tradizionali curricula formativi ministeriali.
In tutto ciò, hanno avuto un ruolo importante la Regione del Veneto che ha sostenuto (anche con un piccolo contributo economico) le trasferte, e soprattutto gli sponsor che hanno finanziato tutto il percorso del team. La ricerca, lo sviluppo, i vari viaggi interni in Italia e soprattutto le due trasferte in America non sarebbero stati possibili senza il concreto sostegno dei due main sponsor CALZEDONIA e CUBI IMPIANTI TECNOLOGICI, e di tutti gli sponsor sostenitori: Payanini Stone Brand, Birrificio della Scala, Impresa edile Meneghini Giovanni, Virtual Land, Impresa pulizie Intra Group, Flover, Vittoria Assicurazioni, Mada, Redoro, Marcolini Marmi, UniCredit, TechPa, Spac, Zanolli, eWake, Fincons Group, MrDay, e Tecno Service. Tutti questi sono stati i “compagni di viaggio” della squadra, perché si tratta di aziende che non si sono limitate a concedere una semplice elargizione di denaro, ma hanno creduto e sostenuto il progetto educativo della scuola salesiana, volendo investire sul futuro dei giovani e quindi il bene della società.
I campioni dell’IDB Tech-No-logic Team rientranno in Italia domani notte (4 luglio).
“Presentiamo la realtà di Soggiorno Proposta, comunità educativa a Ortona. Forti dell’esperienza passata di lavoro contro le dipendenze dell’area adriatica, ci stiamo impegnando in un cambiamento guardando alla realtà attuale, nella lotta contro le nuove dipendenze, attività nuova anche per la nostra realtà salesiana. Ma il sistema preventivo di Don Bosco può intervenire ancora oggi nelle situazioni di disagio, di lotta alle dipendenze, soprattutto nei minori. Stiamo lavorando sul desiderio di vita, da riconoscere nel loro percorso”: è stata questa la testimonianza di don Daniele Pusti, salesiano della comunità Soggiorno Proposta di Ortona al convegno “Liberare la speranza”, del Tavolo Ecclesiale Dipendenze (di cui fa parte Salesiani per il Sociale APS), che si è svolto il 21 giugno scorso a Roma.
“In questo momento – spiega don Daniele – abbiamo circa 20 ospiti. I nostri numeri ovviamente variano parecchio. I nostri ospiti sono divisi in due comunità e rimangono con noi 15 mesi nei casi di recupero da tossicodipendenza, oppure 12 mesi per il recupero della dipendenza da alcool. Vengono dal centro Italia, zona adriatica, ma anche dal Lazio e dal Molise”. Nonostante le difficoltà con la Regione Abruzzo per l’accreditamento come struttura terapeutica, don Daniele guarda al futuro: “Ci stiamo aprendo a nuove progettualità, grazie al supporto del prof. Giancarlo Cursi che con i suoi studenti dell’UPS ha fatto dei tirocini da noi. Abbiamo giovani tirocinanti anche dalle università di Chieti e Pescara, giovani studenti di psicologia. Vorremmo avviare dei progetti nelle scuole, con le famiglie del territorio, con le parrocchie. Vorremmo anche proporre una soluzione di residenzialità: è una cosa molto impegnativa ma è urgente, in Italia ce n’è tanto bisogno. Inoltre, ci stiamo aprendo anche alle nuove dipendenze: da tecnologia e da gioco”. La comunità è sostenuta da moltissimi volontari, che vengono dagli ambienti salesiani – Ancona, L’Aquila, Vasto, Terni – ma anche da altre realtà laicali. “Noi accogliamo chi ci invia il sert: spesso anche persone più grandi, tra i 30 e i 50 anni con problemi di alcolismo. Lavoriamo perché il loro disagio possa diventare uno scalino dal quale ripartire“.
Questo il comunicato del Tavolo Ecclesiale Dipendenze:
Liberare la speranza
L’incontro con le persone in strada e in comunità
Il 5 e 12 ottobre gli Open Day delle comunità:
“Saranno processioni laiche dove si incontrano le persone, le loro storie, i loro sogni”
Roma, 21 giugno 2019 – “Con gli Open Day i poveri ci invitano a casa loro, nelle loro comunità”: don Francesco Soddu, direttore di Caritas Italiana, ha aperto così il convegno “Liberare la speranza – L’incontro con le persone in strada e in comunità”, con il quale il Tavolo Ecclesiale Dipendenze lancia gli Open Day del 5 e 12 ottobre, l’iniziativa promossa dal Tavolo per aprire le comunità all’esterno. “Il tema è la relazione, la via educativa è la relazione: le comunità sono luoghi, tempi, spazi di ritrovamento del proprio io”, ha concluso don Francesco Soddu.
Il dibattito, coordinato da Giampiero Forcesi, è iniziato con l’intervento del prof. Pierpaolo Triani, professore associato di Didattica generale presso la Facoltà di Scienze della Formazione all’Università Cattolica del Sacro Cuore. “I giovani oggi vivono sulla loro pelle il passaggio da una regolazione esterna a una interna, con la fatica di avere criteri di riferimento – ha detto il prof. Triani – . Vivono una lettura semplicistica dell’umano, l’espressione come valore, l’autoaffermazione come valore principale e la connessione come modo di sentirsi vivi”. L’azione educativa, sottolinea il prof. Triani, è un “connubio tra azione di consegna e arte di accompagnamento: l’educazione è la consegna all’altro delle ragioni per vivere e se non faccio questo non do loro una speranza. Accompagnare vuol dire stare con: ecco il tema della relazione, della comunità che vive e che spera”. “La necessità di fare rete è condivisibile – ha concluso – , perché l’educazione mette in relazione. Sono sempre più convinto che parlare di educazione in senso forte sia una controcultura, perché l’educazione richiede tempo, sbaglia, non ha sempre successo. Ha a che fare con la precarietà dell’azione umana. Mentre si coltiva specializzazione, si deve coltivare anche la convivialità”.
Don Armando Zappolini ha concluso i lavori: “Abitiamo luoghi di speranza, dove chi viene accolto non viene giudicato. Dove si cerca di rafforzare le belle energie che ciascuno ha dentro di sé e dove si riaccende il sogno dentro le persone. È importante che in questi luoghi si aprano le porte: pensiamo agli open day di ottobre come delle processioni laiche, dove il Corpus Domini lo incontri nelle persone. Quando le persone vengono a trovarci se ne vanno con un “sapore” bello, che si trova anche sulla strada che non è solo il luogo degli scarti, ma anche degli incontri. La nostra deve essere una resistenza che costruisce, dove respirare l’ossigeno buono delle relazioni belle”.
LE TESTIMONIANZE
Comunità Emmaus di Foggia (CNCA): “Dopo 40 anni, la realtà si è ampliata, ci siamo chiesti come tornare sul territorio. Abbiamo investito con una equipe territoriale sul mondo della scuola e della prevenzione. Abbiamo incontrato 1.200 studenti, abbiamo parlato delle dipendenze e di un altro modo di vivere. Il rimando è stato molto positivo, siamo riusciti in parte a riaccendere l’idea di speranza che attraversa le generazioni, per dire dove va a finire tutta questa esperienza”.
CASA DEI GIOVANI: “Le dipendenze oggi non sono solo più quelle dalle sostanze, ma dalle fragilità. Dobbiamo rafforzare quello che il territorio offre, soprattutto nella chiesa che per prima si è occupata delle periferie umane, come chiesto da Papa Francesco. Cerchiamo di superare gli steccati che ci hanno isolato dagli altri, l’idea di essere migliori di altri. Il lavoro fondamentale è quello di prenderci cura del ‘sistema” uomo”.
FICT: “Importanza della formazione degli operatori. Pensare a questa per noi ha voluto dire proprio occuparci di chi si occupa, di chi cura. Negli anni ci siamo occupati molto delle cose pratiche, amministrative e burocratiche ma abbiamo perso la nostra centratura educativa: il nostro compito è stare con le persone, per costruire questo percorso formativo ci siamo concentrati sulla dimensione spirituale, siamo tornati lì. Abbiamo ripreso a stimolare gli operatori perché diventino a loro volta capaci di farlo nei loro contesti. Le persone così recuperano la voglia di stare insieme e il valore del lavoro che fanno”.
CDO – Opere Sociali: “Curare il tossicodipendente vuol dire anche accogliere, curare, aiutare il padre e la madre, i fratelli, i fidanzati; vuol dire seguire questa persona a lungo negli anni, aiutarlo a trovare lavoro, casa, affetti, sostenerlo, accompagnarlo, ‘rialzarlo’. Pertanto credo che è responsabilità nostra cercare di riporre all’attenzione della società, della Chiesa e di tutte le agenzie educative del ‘muto’ grido di aiuto che viene da queste persone che non sono più in grado di consumare sostanze, ma soprattutto di vivere la propria vita serenamente. Il metodo credo più efficace che possiamo usare, oltre alla sensibilizzazione sulla gravità dei fenomeni, è la testimonianza dei molti tentativi che le nostre comunità possono presentare di persone accolte, curate ed accompagnate nel proprio dramma”.
Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII: “Uscire dai nostri luoghi sicuri per esserci, per condividere, per creare relazioni. L’azione educativa è reciproca, siamo continuamente educati dalle persone con le quali condividiamo la vita, e in queste azioni il linguaggio è fondamentale. Dalle interviste che abbiamo fatto tra i nostri ragazzi, la mancanza di speranza è la base della dipendenza, tutti sono alla ricerca della ‘ricetta’ che risolva il problema. Molti di loro non sentono di essere in relazione con i loro familiari. Da sottolineare è la relazione è il bisogno centrale della nostra vita, viviamo sempre questo bisogno autentico. La cura della relazione perché è il cuore della vita delle comunità”.
Comunità Emmanuel: “‘Accogliere e condividere’ e mettere ‘Vita con vita”’sono divenuti due motti che da quasi quarant’anni sospingono e orientano i volontari a uscire da culture individualistiche e da contesti ristretti, per aprirsi alle relazioni e incontrare le persone sin nelle periferie e nei luoghi della povertà e dell’emarginazione, per ascoltare e condividere i bisogni e le domande delle comunità locali e della società, impegnandosi per costruire insieme agli altri modelli di sviluppo e qualità della vita sostenibili, solidali e inclusivi. È così che dalla prima casa di accoglienza di Lecce, la Comunità si è messa in cammino per tutta la Puglia e in altre regioni d’Italia, per poi spargersi sino al Lussemburgo, all’Albania e all’Equador, aprendo tanti altri luoghi di accoglienza, cura e promozione delle persone”.
Il nuovo numero di Note di Pastorale Giovanile è uscito: ecco l’indice
Voci dal Sinodo /5
Venite in Africa per apprezzare la vita
Intervista a monsignor Andrew Nkea Fuanya, Vescovo di Mamfe (Camerun)
A cura di Gioele Anni
DOSSIER
MGS: PROPOSTA EDUCATIVO-PASTORALE 2019-2020
La santità anche per te
Le Beatitudini come via e metodo per una santità giovanile “in vita quotidiana”
1. Introduzione
Orientamenti per il Tema Pastorale 2019-2020
Puoi essere santo # lidovesei
Salesiani e Figlie di Maria Ausiliatrice d’Italia – Movimento Giovanile Salesiano Italia
2. Beatitudini, vocazione alla felicità
Aspetti letterari e teologici di Mt 5,1-12
Giuseppe De Virgilio
3. La “bella” follia della santità
Paolo Paulucci
4. Le Beatitudini, strada alla santità genuina
Diego Goso
5. Santi come modelli e compagni di viaggio
I Santi: testimoni delle Beatitudini nella vita quotidiana, ognuno a suo modo!
Pierluigi Cameroni
6. Cherofobia? No, grazie
Cristiano Ciferri
7. Magari fossi beato!
La beatitudine come stato giovanile
Raffaele Mantegazza
8. Le Beatitudini nell’arte: un percorso “visivo” di santità
Maria Rattà
9. Beati voi
Riflessioni-testimonianze dei giovani del MGS-Italia
Giovani e Bibbia
(nella prospettiva del Sinodo dei giovani) /3
La proposta finale in CHRISTUS VIVIT
Cesare Bissoli
Temi di pastorale universitaria /12
Lo studio come vocazione
Angelo Tumminelli
Quest’anno, alla fiera MECSPE – l’evento di riferimento per l’industria manufatturiera – è stato affrontato il tema delle competenze e delle professionalità che servono all’industria per poter continuare a produrre e a crescere ma che sono difficili da reperire sul mercato e anche nel mondo della scuola.
L’esperienza di Meusburger con i salesiani è in controtendenza. Lo scrive Gaia Fiertler su Subfornitura News.
Una solida e diffusa esperienza di ponte tra formazione e impresa è offerta dalla Federazione Cnos-Fap (Centro nazionale opere salesiane – formazione aggiornamento professionale), quella dei salesiani, presenti sul territorio italiano con 43 centri di formazione professionale coordinati da 17 delegazioni regionali, che formano 26mila giovani all’anno. “Lo sforzo di far evolvere la nostra offerta formativa con l’innovazione tecnologica, capacità che ci riconoscono da più parti, è favorita da collaborazioni strette con alcune grandi aziende, come Dmg Mori, Eni, Heidenhain, Meusburger, Sandvik Coromant, Siemens e Istituto Italiano della Saldatura, che ci forniscono materiali, strumentazione e anche docenza tecnica, oltre a offrire stage e ad assorbire la grande maggioranza degli studenti”, commenta Maurizio Todeschini, segretario nazionale Settore meccanico della Federazione. È stata presentata l’esperienza con Meusburger, azienda che produce in Austria normalizzati per stampi, la quale durante l’estate ha ospitato per una settimana docenti salesiani per formarli sulle tecniche di costruzione degli stampi. Come ha spiegato Davide De Letteriis, sales manager di Meusburger, «In Italia le nostre aziende clienti rischiano di chiudere per mancanza di stampisti, figura professionale che non viene più formata. In Austria, invece, nel corso del triennio i ragazzi vengono accolti nella nostra scuola interna, dove al termine del corso di meccanica possono essere assorbiti direttamente. Così, per sopperire alla carenza di tecnici in Italia, si è deciso di investire nella formazione dei docenti di sette istituti salesiani da Udine a Bra, passando per Arese e Torino, per fornire le competenze di base per la formazione di stampisti. Abbiamo anche predisposto materiali didattici di esperti, adattandoli al nostro target di operatori specializzati”. I tempi non sono stati brevissimi, come vorrebbe il mondo delle imprese sempre affamato di competenze pronte ma, come ha spiegato Todeschini, ogni cambiamento e ogni novità richiedono tempi fisiologici di assimilazione e accettazione da parte del corpo docenti e degli studenti.
Estate per il mondo giovanile salesiano non è solo Estate Ragazzi ma è anche preparazione per quei tantissimi giovani che spendono le loro vacanze al servizio dei più piccoli.
Nel Triveneto, come da tradizione anche quest’anno l’estate del Movimento Giovanile Salesiano si è aperta con i Corsi Animatori.
Dal 31 maggio al 2 giugno si sono trovati i ragazzi del Triennio, per una tre giorni di formazione attorno all’icona biblica delle nozze di Cana. Maria, Madre della Chiesa, ha guidato i ragazzi alla scoperta dell’animazione come vocazione, per dire ogni giorno – lì dove siamo chiamati – il proprio “sì”.
Dal 9 all’11 giugno si sono svolti i Corsi Animatori del Biennio in contemporanea a Mestre e Mogliano Veneto; dal 13 al 15, infine, a Udine l’ultimo corso della medesima fascia d’età, per le zone del Friuli Venezia Giulia e del Bellunese. Filo conduttore per i ragazzi più giovani è stata invece la figura dei Dodici, per centrarsi sul tema dell’animatore nella Comunità.
Con questa esperienza abbiamo incontrato circa 1450 ragazzi che intendono spendere la loro estate a servizio dei più piccoli e che saranno, così auguriamo loro, giovani testimoni di Cristo che vive!
Nell’Ispettoria Centrale, invece, per la formazione animatori, c’è il campo Base (due turni, il secondo dal 30 giugno al 7 luglio) agli Altipiani di Arcinazzo per i giovani che hanno concluso la III superiore, e il Campo Bivio dal 20 al 27 luglio, a Castagno D’Andrea per i ragazzi che hanno chiuso le superiori. Il Campo Bosco, invece, dal 14 al 20 luglio al Colle Don Bosco e a Mornese è per chi ha concluso la IV superiore, mentre dal 28 luglio al 6 agosto in Terra Santa si volgerà il Campo Biblico.
La ICC prevede anche esperienze “in uscita”: il campo Missionario, per i ragazzi dai 14 ai 18 anni dal 14 al 21 luglio a Ripa Bianca (Jesi), mentre i giovani della scuola di mondialità partiranno per l’Egitto a luglio e agosto. Il Campo Vocazionale prevede due momenti, per i ragazzi – dal 10 al 16 agosto a Via Amerina – e per le ragazze – Rimini, 22-28 luglio -.
In Piemonte e Valle d’Aosta, per i ragazzi dalla III superiore ai 25 anni c’è il Pellegrinaggio 2019, un cammino estivo che vuole andare a toccare con mano e permettere di ascoltare una testimonianza diretta di chi, in un recente passato, ha vissuto una delle realtà umane più terribili: la guerra. Si volgerà infatti attraverso i Balcani, dal 18 al 25 agosto. Sarà l’esperienza del ripartire, con una ricostruzione di case e cuori nella fede, all’insegna della speranza, del dialogo, della pace.
Dal 21 al 27 luglio, a Pracharbon, c’è il Campo della Parola, dedicato ai Ragazzi e le Ragazze della Scuola media e Biennio. Un’esperienza da vivere insieme sul tema #PERLAVITADEGLIALTRI.
Per i mesi di giugno e luglio sono previsti i campi di formazione per animatori.
Dall’oratorio di Lecce, Ispettoria Meridionale, arriva il video realizzato dagli animatori e dal direttore dell’oratorio, don Francesco Redavid, con l’inno dell’Estate ragazzi:
Tempo di estate, tempo di esperienza estiva all’oratorio. Famiglia Cristiana ha intervistato don Michele Falabretti, responsabile del Servizio Cei per la pastorale giovanile (Snpg) e membro della Direzione di Note di Pastorale Giovanile.
di Chiara Pelizzoni – Famiglia Cristiana
Gli ultimi dati confermano la partecipazione di circa due milioni di bambini agli oratori estivi. Un’ esperienza, che per tradizione, spicca in Lombardia (più del per cento) ma è rappresentata in tutta Italia. Don Michele Falabretti, 51 anni, responsabile del Servizio Cei per la pastorale giovanile (Snpg) ci racconta l’ importanza di un percorso unico nel suo genere. “Tanto che, anche laddove non c’ è un vero e proprio oratorio estivo le regioni e le diocesi si sono attrezzate per fare una proposta per la stagione calda”.
Quali sono i temi su cui si lavora?
Diversi in ogni parte del Paese. Il tema è un pretesto, è qualcosa che “viene messo prima” appunto, che aiuta a realizzare un’ esperienza. Crea le condizioni per realizzare l’ esperienza. C’ è un grande lavoro di progettazione attorno ai temi dell’ estate che dice della scoperta che, grazie ai pensieri, si costruisce la vita. Un esercizio un po’ carente durante l’ anno, in cui si tende ad andare con inerzia, e molto più spiccato nel periodo caldo.
Che opportunità è l’ oratorio?
È un’ opportunità su diversi fronti. Per le famiglie, di avere uno spazio che non è commerciale. Ha costi ridicoli rispetto ad altre esperienze e non punta a guadagnare. Mentre ci sono realtà associative che fanno cose egregie a costi stratosferici. Ma non è solo il costo basso che lo rende un’ opportunità non commerciale. Ma anche che all’ oratorio corrisponde una tensione, un desiderio di un ambiente educativo. Garanzia per i genitori.
E poi?
È un’ opportunità per i ragazzi. che vivono un’ esperienza fortissima, strutturata, per nove mesi come la scuola. Il fatto che esistano i centri estivi in cui si sta insieme, ma in modo più destrutturato (senza campanella o registro) è una grande risorsa. Le due realtà coesistono. Esattamente come accade nella vita. E poterle vivere entrambe, per bimbi e preadolescenti, è davvero interessante.
Un’ occasione anche per gli adolescenti?
La terza opportunità è per loro che fanno gli educatori: si responsabilizzano, si sento importanti per qualcuno; essere utili, poi, li spinge a essere meno narcisisti, meno concentrati su di loro. È un ‘esperienza che li mette a confronto col mondo e, in cui, imparano a fare. E in cui imparano la dedizione, la cura e il senso della gratuità. Un’ esperienza molto formativa. Considerati tutto l’ anno dei problemi, d’ estate diventano una risorsa. Perché senza di loro il centro estivo non si fa. E questa è un’ opportunità che nessun altro dà loro.
La preghiera che ruolo ha?
La preghiera c’ è ed è quello che dovrebbe essere nella vita. È importante, a volte rapida e veloce, ma molto intensa. Se fatta bene un momento di riflessione e rilancio come nella vita. Noi non viviamo per pregare, ma dobbiamo imparare a pregare per vivere.
Cosa vorrebbe per l’ oratorio estivo?
Che passasse dall’ essere un mondo da favola a poter ispirare la realtà quotidiana. Perché l’ oratorio è una grande scuola di vita che ha da insegnare a grandi e piccini.
L’Associazione CINECIRCOLI GIOVANILI SOCIOCULTURALI – APS promuove un Premio per ricordare Adriana D’Innocenzo, presidente nazionale dei C.G.S. dal 1980 al 1987, che ha dedicato e speso le sue energie per l’Associazione, dandole volto e credibilità a livello politico, culturale, sociale e naturalmente educativo.
Il Premio viene assegnato al termine del Concorso “YOUNG WAYS” promosso dall’Associazione per valorizzare documentari e cortometraggi che abbiano come caratteristiche quelle indicate nel Regolamento. Possono partecipare al Concorso “YOUNG WAYS” giovani autori di età compresa tra i 18 e i 30 anni alla data del 1° giugno 2019.
Sono ammesse le opere prodotte in Italia e in lingua italiana, anche non inedite, a partire dal 2016, che abbiano come tematica il mondo giovanile, anche in riferimento al recente Sinodo dei giovani 2018 (“Camminare con i giovani andando verso tutti”, “Tutti i giovani – nessuno escluso”).
In particolare, saranno selezionate opere in cui siano valorizzate le finalità istituzionali dell’Associazione C.G.S. – APS: finalità educative, formative, sociali, promozionali, culturali ed assistenziali a favore dei giovani.
A puro titolo esemplificativo, verranno prese in considerazione le opere prodotte per promuovere e valorizzare nei giovani la cultura della parità e della non discriminazione. La partecipazione al concorso è gratuita. Ogni partecipante potrà presentare una sola opera. Le opere devono essere presentate esclusivamente attraverso la piattaforma gratuita FilmFreeway.
Successivamente, gli autori delle opere pre-selezionate riceveranno comunicazione via email e dovranno obbligatoriamente presentare la documentazione indicata nel Regolamento entro il 31 agosto 2019.
Si svolgerà il 21 giugno, dalle ore 10 alle ore 13, il convegno annuale del Tavolo Ecclesiale Dipendenze, sul tema della speranza. Il TED, di cui Salesiani per il Sociale APS è parte, vuole dare una testimonianza di quanto si fa nelle comunità ogni giorno per riaccendere la speranza nelle persone: per questo, la comunità Soggiorno Proposta di Ortona, socio di Salesiani per il Sociale APS, farà una testimonianza. Racconterà la sua storia trentennale, fatta da un percorso terapeutico caratterizzato dallo spirito educativo salesiano.
l Tavolo Ecclesiale Dipendenze, in occasione della Giornata Internazionale contro l’abuso e il traffico illecito di droghe del 26 giugno, organizza il proprio seminario annuale sul tema della speranza. L’uso smisurato di farmaci e l’assunzione sempre più estesa di droghe sono il sintomo di una società in grave difficoltà che non sa trovare la strada della propria guarigione. Nell’esperienza quotidiana sulla strada, nella condivisione delle storie di molte persone fragili e schiacciate dalla vita, incontriamo tanta disperazione, tanta solitudine. La vita nelle comunità terapeutiche e nei nostri servizi, però, ci racconta anche un’altra storia, fatta di incontro, di ascolto e soprattutto di relazioni. Attraverso di esse si può riaccendere la speranza.
Nel seminario verranno presentate alcune storie di speranza riaccesa e di vita ritrovata. Su questo tema nel prossimo autunno organizzeremo la seconda edizione dell’Open Day delle Comunità.
Iscrizioni:
Ci si può iscrivere online al link https://iniziative.
La casa del post-noviziato di Granada ha ospitato, dal 1° al 4 giugno, l’incontro dei Centri Nazionali di Pastorale Giovanile di Spagna e Italia, e i Delegati del Portogallo e dell’Ispettoria del Medio Oriente. “L’evento svoltosi a Granada è un incontro che si tiene ogni anno e congiuntamente tra i centri nazionali di Italia e Spagna. Si sono incontrati anche i Delegati di Portogallo e Medio Oriente. Questo è il quinto incontro dopo il capitolo generale 27” ha manifestato don Koldo Gutiérrez, Delegato di Pastorale Giovanile dell’Ispettoria “Spagna-San Giacomo Maggiore”.
La riflessione e gli obiettivi di questo incontro si sono concentrati su due temi principali: le migrazioni e l’ambiente digitale. Indubbiamente, la migrazione è uno dei grandi problemi della società e della Chiesa, basti pensare a quanto ha detto Papa Francesco: “Per la comunità cristiana, l’integrazione pacifica di persone di diverse culture è, in un certo senso, un riflesso della loro cattolicità, poiché l’unità che non annulla la diversità etnica e culturale costituisce una dimensione della vita della Chiesa che, nello Spirito di Pentecoste, è stata aperta a tutti coloro che desiderino abbracciarla”.
D’altra parte, il tema degli ambienti digitali è un tema che tocca le fibre più intime della società di oggi e dei giovani. “L’ambiente digitale – afferma il documento Cristus Vivit – caratterizza il mondo contemporaneo… Non si tratta più solo di ‘utilizzare’ gli strumenti della comunicazione, ma di vivere in una cultura ampiamente digitalizzata, che tocca” la vita delle persone.
La metodologia sviluppata durante l’incontro ha presentato in primo luogo i dati su questi due temi nei Paesi rappresentati. Successivamente, don Rossano Sala e don Antonio Jimenez hanno svolto una riflessione teologica pastorale; sono state offerte alcune buone pratiche su questo tema nelle diverse realtà; ed è stato stabilito un momento di condivisione.
Alla luce della riflessione fatta durante il Sinodo dei Vescovi sui Giovani e delle preoccupazioni proprie della Congregazione, l’incontro è stato preparato già con mesi d’anticipo. Sono state sollevate questioni di attualità ed è stato possibile riflettere sulle prospettive e le ricchezze, soprattutto al servizio dei giovani, a livello di animazione della Pastorale Giovanile.