Italia – Gli Exallievi del Lazio festeggiano e riflettono con Don Chávez sulla Laudato Si’

Dal sito dell’agenzia ANS.

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(ANS – Roma) – Domenica 5 giugno si è svolta la Festa Annuale degli Exallievi della Federazione Laziale, con la partecipazione di una rappresentanza delle 12 Unioni attive nel Lazio. Gli intervenuti sono stati accolti in una sala dell’Istituto “Don Bosco” di Roma-Cinecittà dal parroco don Roberto Colameo, che nel saluto iniziale ha ricordato brevemente la storia di quella parrocchia e le attività che essa offre agli oltre 50.000 abitanti del territorio.

Il Presidente della Federazione Laziale degli Exallievi, Cesare Sagrestani, ha quindi aperto il Convegno che quest’anno ha avuto come titolo “Società e Ambiente introducendo i relatori: Massimo De Simoni, Exallievo del Don Bosco e Presidente Acli Terra Lazio, che ha presentato alcune riflessioni sull’Enciclica “Laudato Si’”; Giuseppe Lobefaro, Exallievo del “Don Bosco” e del “Pio XI”, già Presidente e ora Consigliere del Primo Municipio di Roma, che si è soffermato su problematiche ambientali dal punto di un politico che amministra parte della città.

È quindi intervenuto il Rettor Maggiore Emerito, Don Pascual Chávez Villanueva, che con la presentazione dal titolo “Custodi, non predatori, della Casa Comune” ha guidato alla lettura della “Laudato Si’”, una vera e propria enciclica sociale a tutto campo, che interroga su “che tipo di mondo desideriamo trasmettere a coloro che verranno dopo di noi, ai bambini che stanno crescendo”.

A conclusione del Convegno Giovanni Costanza, Presidente della Federazione Italiana Exallievi, oltre a illustrare le iniziative in atto, ha raccomandato la necessità di attivare le attenzioni ai giovani delle scuole, degli oratori e degli appartenenti alla Famiglia Salesiana per assicurare il buon futuro dell’associazione.

Dopo alcuni interventi dei presenti, tra cui quelli di Pierpaolo Foti e Goffredo Cortesi, la giornata si è conclusa con la Messa celebrata da Don Chávez Villanueva e un momento di agape fraterna.

“Dare di più a chi ha avuto di meno” – Conclusione di progetto per Salesiani per il Sociale

Pubblichiamo l’articolo dell’evento finale del progetto “Dare di più a chi ha avuto di meno”, un progetto selezionato da Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile di Salesiani per il Sociale.

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Dare di più a chi ha avuto di meno”, un progetto selezionato da Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, dopo quasi quattro anni dal suo avvio è giunto al termine. I risultati sono stati presentati il 1° giugno, a Roma, nel teatro della Casa salesiana del Borgo Ragazzi Don Bosco.

Il progetto si è svolto in 14 territori della Calabria, Campania, Puglia, Sicilia, Lazio, Liguria e Marche, caratterizzati da situazioni di dispersione, abbandono scolastico, di deprivazione culturale e di povertà.
L’obiettivo specifico nell’intervento diretto con gli adolescenti è stato quello di contrastare la povertà educativa e le disuguaglianze sociali aumentando in loro il senso di cittadinanza, la conoscenza dei propri diritti e doveri e migliorando la loro fruizione di servizi e opportunità educative. Si è lavorato anche coinvolgendo docenti per la loro formazione e genitori, con laboratori per e con le famiglie.

Andrea Sebastiani, direttore di Salesiani per il sociale ha sottolineato quanto sia importante creare sempre interventi sia individuali che di gruppo, con i pari e con le famiglie dei ragazzi poiché la povertà è stata analizzata come disuguaglianza. «Il lavoro sociale ed educativo ha senso se facciamo crescere la speranza nel cuore dei ragazzi, considerando che non tutti partiamo con le stesse capacità per cui dobbiamo mettere tutti nelle condizioni di fare qualcosa di buono nella vita».

Roberto Maurizio, responsabile scientifico del progetto, ci ha raccontato della bellezza di collaborato con le scuole e di aver creato con loro percorsi individuali per i ragazzi affinché loro facessero percorsi di consapevolezza sui desideri del futuro. «Da soli non si può ridurre la povertà educativa, ma è un lavoro che va fatto in sinergia. Non si può lavorare per le persone ma con le persone perché affrontare la povertà dei ragazzi vuol dire affrontare le povertà delle famiglie».

Nelle vicende del Covid i nostri educatori sono diventati operatori di resilienze. Il periodo pre-post-covid lo abbiamo subito ma allo stesso tempo gli educatori hanno agito e accompagnato i ragazzi nel processo di transizione. Ledo Prato – segretario Ass. Mecenate 90 ci ha accompagnati nella scoperta delle 10 virtù professionali e negli elementi di qualità degli interventi educativi:
L’amore, il rispetto, l’empatica, l’ascolto, la comprensione, la tenerezza, la pazienza, l’ospitalità e ancora la fiducia e la speranza.

Silvia Magistrali, dell’Istituto italiano di valutazione ci ha invece portato un’analisi di progetto più analitica. Sono circa 3 mila i ragazzi adolescenti su cui si è lavorato grazie a circa 1200 insegnanti e 1300 genitori di cui circa la metà presentava un profilo di fragilità e sono stati coinvolti circa 460 enti/organi di natura pubblica. È stato curioso osservare che il 20% dei 3 mila ragazzi coinvolti ha partecipato alle attività sia dentro che fuori la scuola.

Anna Maria Serafini, coordinatrice italiana del Piano Child Guarantee ci ha parlato delle misure a sostegno della famiglia e i fondi per le politiche sociali. Nel corso dell’emergenza sanitaria da COVID-19 sono state incrementate le risorse dei Fondi sociali, fra le altre quelle del Fondo politiche per la famiglia con la finalità di rafforzare il sistema di interventi e servizi territoriali dedicati alla famiglia e ai minori e di come però questi fondi possano, ed in questo caso siano stati frutto di grandi sogni ma soprattutto storie concrete.

Don Francesco Preite, presidente di Salesiani per il sociale conclude: «Il processo attivato che ha portato a costruire la comunità educativa, fatta di Oratori, Associazioni, Scuole, attorno all’adolescente è un ottimo risultato di progetto ed è l’unica strada percorribile capace di abbattere le diseguaglianze. Ora non si deve né tornare indietro, né arrendersi! Sappiamo che non sarà facile combattere la povertà educativa e le crescenti diseguaglianze senza risorse adeguate, ma dobbiamo insistere nel coltivare il sogno di trasformare i lupi in agnelli, nel trovare il punto accessibile al bene, nel dare insieme presente e futuro ai ragazzi. Rafforzare i centri educativi diurni per minori ed attivare processi innovativi per aiutare i giovani neet, sono due obiettivi da perseguire nell’immediato futuro perché questo bellissimo lavoro fatto da educatori, animatori, assistenti sociali, docenti, Incaricati di Oratori, dirigenti scolastici possa continuare».

Val sito di SXS

A Malaga incontro dei Centri Nazionali salesiani di Roma e Madrid

Il 30 e 31 maggio si sono radunati a Malaga alcuni rappresentanti dei Centri Nazionali di Roma e Madrid (nella foto ritratti con alcuni laici animatori dell’opera salesiana). Il cammino di convergenza e crescita della Regione Mediterranea vede ogni anno un momento importante nell’incontro tra salesiani e laici che animano i centri di coordinamento e animazione. I temi trattati conducono a percorsi condivisi; quest’anno in particolare sull’educazione alla fede, la formazione dei docenti nelle nostre scuole, la rete europea dei Centri di Formazione Professionale, la strutturazione organica dell’animazione salesiana nazionale, le iniziative nel campo del disagio giovanile e dell’accoglienza di immigrati e rifugiati, la preparazione dei seminari comuni sull’animazione vocazionale e sulla pastorale degli immigrati.

“Le persone fanno possibili i sogni”: il Rettor Maggiore ha inaugurato la nuova sede del Centro nazionale salesiano

“Con quello che facciamo insieme, portiamo avanti una realtà e un sogno bellissimi”: don Ángel Fernández Artime, Rettor Maggiore, ha inaugurato la nuova sede del Centro Nazionale delle Opere Salesiane a Roma il 28 maggio a Roma, alla presenza della Madre Generale, suor Chiara Cazzuola, degli ispettori, i presidenti delle Associazioni e i coordinatori degli uffici nazionali. Erano presenti alcuni membri del Consiglio Generale (il Consigliere Generale per la Pastorale Giovanile salesiana, don Miguel Ángel García Morcuende, e il Consigliere Generale per la Comunicazione Sociale, don Gildasio Mendes), il Coordinatore della Formazione dei Salesiani e dei Laici in Europa, don Fabio Attard; il Rettore Magnifico dell’Università Pontificia Salesiana (UPS), don Andrea Bozzolo, e il Superiore della Visitatoria “Maria Sede della Sapienza” dell’UPS, don Maria Arokiam Kanaga. Con Madre Chiara Cazzuola alcune FMA, tra le quali la Superiora dell’Ispettoria Romana delle FMA, suor Gabriella Garofoli.

La visita del Rettor Maggiore è iniziata con la storia del Centro Nazionale introdotta da don Roberto Dal Molin, presidente del Centro Nazionale. Dopodiché, don Ángel Fernández Artime ha iniziato il giro dal piano terra dove, guidato da don Francesco Preite presidente di Salesiani per il Sociale, ha potuto visitare e conoscere le persone che lavorano per l’associazione che si occupa del disagio ed emarginazione giovanili in Italia. Al primo piano, poi, ha visitato gli uffici della redazione di Note di Pastorale Giovanile, quelli di rappresentanza del CNOS-Fap e del Cnos Scuola, di TGS e CGS, gli uffici del CNOS e del Don Bosco Formation.

Al termine della visita, ha salutato i presenti con un brave discorso. “Il sentimento che ho avuto nel cuore è molto bello – ha detto parlando ai presenti -: quanta vita, quante belle storie, quanti sogni, quanta progettazione. Crediamo che con quello che facciamo insieme, portiamo avanti una realtà e un sogno bellissimi. La mia parola oggi è un grazie, grazie a tutti noi, per tutta la missione che condividiamo anche con le sorelle delle FMA, con la presenza della Madre. La cosa più preziosa che abbiamo sono le persone – ha proseguito – : una casa salesiana senza vita non serve a niente”. Ripercorrendo la storia del Centro Nazionale, il Rettor Maggiore ha sottolineato che i cambiamenti appartengono alla storia salesiana: “Mi hanno raccontato che a Valdocco solo per pochi anni Don Bosco non ha avuto cantieri aperti. Io credo tantissimo nel grande valore delle decisioni che prendiamo, a volte con dolore, a volte con difficoltà. Credo che Dio guida la storia e la accompagna con la nostra libertà e nella sua provvidenza siamo portati nelle sue mani”.

“Io credo che questa realtà ci parla di un impegno molto profondo e serio – ha aggiunto il Rettor Maggiore – . Sono convinto che il Centro Nazionale con i salesiani in Italia e con tutti noi debba camminare per essere più significativi possibile, in comunione con il dicastero di Pastorale Giovanile, con le ispettorie. Dobbiamo fare in modo che con tutti quelli che lavorano qui, con i salesiani significativi che ci sono, il Centro nazionale abbia una parola qualificata da dire nella società e Chiesa italiane nell’orientare tante decisione pedagogiche, sociali e di formazione spirituali. Questo è un impegno che abbiamo, ispettori e anche io perché le persone fanno possibili i sogni”, ha concluso.

Salesiani per il Sociale, evento finale del progetto “Dare di più a chi ha avuto di meno”

Dopo quasi quattro anni dal suo avvio, il progetto “Dare di più a chi ha avuto di meno” (un progetto selezionato da Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile) è giunto al termine e le 15 sedi sono pronte a mostrarne i risultati. Il progetto si è svolto in 14 territori della Calabria, Campania, Puglia, Sicilia, Lazio, Liguria e Marche, caratterizzati da situazioni di dispersione, abbandono scolastico, di deprivazione culturale e di povertà.  L’obiettivo specifico nell’intervento diretto con gli adolescenti è stato quello di contrastare la povertà educativa e le disuguaglianze sociali aumentando in loro il senso di cittadinanza, la conoscenza dei propri diritti e doveri e migliorando la loro fruizione di servizi e opportunità educative. Si è lavorato anche coinvolgendo docenti per la loro formazione e genitori, con laboratori per e con le famiglie.

Durante la durata del progetto, “Dare di più a chi ha avuto di meno” ha raggiunto circa 3mila adolescenti e 900 nuclei familiari, oltre a quasi 2mila insegnanti e 300 operatori ed educatori dei territori. L’arrivo dell’emergenza sanitaria da Covid-19 non ha bloccato le attività: ha invece reso ancora più indispensabile l’intervento educativo per evitare ulteriore dispersione e abbandono scolastico.

I risultati del progetto verranno presentati il 1° giugno, a Roma, nel teatro della Casa salesiana del Borgo Ragazzi Don Bosco.

Ne parleranno:

Andrea Sebastiani – Direttore di Salesiani per il Sociale
Roberto Maurizio – Responsabile scientifico del progetto
Silvia Magistrali – istituto di italiano valutazione
Ledo Prato – Segretario Ass. Mecenate 90

Marco Rossi Doria – Presidente Impresa sociale “Con i Bambini”
Anna Maria Serafini – Coordinatrice italiana del Piano Child Guarantee
Ernesto Diaco – Direttore Ufficio Nazionale per l’Educazione, la scuola e l’Università della CEI
Antonio Decaro – Presidente ANCI e Sindaco di Bari

 

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Centro Nazionale Opere Salesiane, il 28 maggio il Rettor Maggiore inaugura la nuova sede a Roma

Il 28 maggio 2022, alle ore 11, si svolgerà l’inaugurazione della nuova sede del Centro Nazionale delle Opere Salesiane in via Giacomo Costamagna, 6 a Roma, all’interno dell’Opera Salesiana del Pio XI.  A inaugurare la nuova sede ci sarà il Rettor Maggiore dei Salesiani, don Ángel Fernández Artime.

Questo il programma:

ore 11.00 – Accoglienza del Rettor Maggiore e degli ospiti

ore 11.30 – Presentazione dei locali della nuova sede del Centro Nazionale

ore 12.30 – Saluto del Rettor Maggiore

A seguire, buffet preparato dai ragazzi del Centro di Formazione Professionale del Borgo Ragazzi Don Bosco

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Il Centro Nazionale Opere Salesiane – CNOS – è l’Ente ecclesiastico civilmente riconosciuto che rappresenta i Salesiani in Italia, promuove e anima gli Uffici, gli Ambienti, le Associazioni nazionali per il coordinamento delle Opere Salesiane. Opera seguendo le indicazioni della CISI – Conferenza delle Ispettorie Salesiane d’Italia – e in sinergia con le realtà salesiane presenti sul territorio italiano. I suoi compiti sono:

  • Coordinare e promuovere la condivisone delle prassi e dei cammini educativo-pastorali tra le Ispettorie salesiane e gli Uffici Nazionali;
  • Favorire percorsi e occasioni di studio e confronto sui temi dell’educazione dei giovani e della pastorale giovanile;
  • Rappresentare presso le istituzioni civili ed ecclesiali i Salesiani in Italia e collaborare con le diverse realtà che hanno a cuore l’educazione dei giovani.

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L’Opera Salesiana PIO XI  sorge nel quartiere Tuscolano a Roma. Iniziata nel 1928, venne ultimata nelle sue strutture principali nel 1936 e fu intitolata al Pontefice della beatificazione e canonizzazione di Don Bosco. Quei salesiani che nel 1928 arrivarono sui terreni periferici della città non pensavano a uno sviluppo così fulgido e fecondo di bene. Negli anni ’30, attorno all’Istituto e alla parrocchia si è strutturato uno dei quartieri più densamente abitati della città con vie intitolate a nomi che dicono la storia salesiana. Il Cardinal Cagliero, don Filippo Rinaldi, madre Maria Domenica Mazzarello, San Domenico Savio e Santa Maria Ausiliatrice. Il Centro Nazionale Opere Salesiane sorge in via Giacomo Costamagna che fu il primo salesiano a giungere tra gli indigeni dell’Ecuador.

Yamaha e CNOS – FAP Regione Lazio inaugurano il primo Laboratorio Automotive di Roma

Dal sito Due Ruote.

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Il 17 maggio 2022 il CNOS – Yamaha con FAP Regione Lazio hanno inaugurato ufficialmente il primo Laboratorio Automotive di Roma, presso il centro di formazione professionale “Teresa Gerini”.

L’attenzione nella formazione professionale salesiana alla crescita dei giovani e la storia che contraddistingue il Gerini, nello specifico del settore automotive, hanno generato con Yamaha un ulteriore dialogo orientato alla costruzione sinergica di un luogo professionalmente in grado di trasferire competenze strategiche per un inserimento di alto livello nel mondo del lavoro.

“La preparazione teorico/pratica è uno degli asset di Yamaha e il progetto su Roma, con il CFP Teresa Gerini concretizza ancor di più questa filosofia e consolida un accordo che Yamaha stessa ha sottoscritto insieme al CNOS – FAP Nazionale, entrambi coinvolti nel bene e nel futuro dei giovani e rappresenta un ulteriore tassello di un percorso iniziato nel 2019 con il Centro di Formazione CNOS-FAP di Sesto San Giovanni. L’alleanza imprese e scuole è la chiave per un progetto di valore e di alto livello ed è uno dei pilastri su cui si fonda la strategia Salesiana e di Yamaha, per creare nuove figure professionali che associno alla passione un know-how specializzato” ha affermato Andrea Cesana, PTW After Sales Dept. Manager Yamaha Motor.

“La partnership con la Casa dei Tre Diapason è un’eccellenza della nostra formazione professionale che permette ai ragazzi non solo di confrontarsi con tecnologie innovative, ma garantisce loro processi formativi pensati in relazione al loro lavoro futuro, proprio perché legati al mondo delle imprese, nello specifico i dealer Yamaha.” afferma Fabrizio Tosti, Direttore Nazione dell’offerta formativa, CNOS – FAP.

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Nuova sede del Centro Nazionale Opere Salesiane: il 28 maggio inaugurazione con il Rettor Maggiore

Il 28 maggio, alle ore 11, si svolgerà l’inaugurazione della nuova sede del Centro Nazionale Opere Salesiane a Roma, in via Giacomo Costamagna alla presenza del Rettor Maggiore dei Salesiani, don Ángel Fernández Artime.

La nuova sede del Centro Nazionale sorge all’interno dell’Opera salesiana di Roma Pio XI: dopo una ristrutturazione, gli uffici del Centro Nazionale sono operativi da gennaio. Trovano spazio, all’interno della nuova sede, gli uffici di direzione, amministrazione e comunicazione dei Salesiani in Italia, la sede nazionale di Salesiani per il Sociale, TGS, CGS, gli uffici di rappresentanza del CNOS FAP, CNOS Scuola e l’ufficio Oratori e Parrocchie, la redazione e direzione di Note di Pastorale Giovanile, la sede dei Salesiani Cooperatori della Regione Italia, Medioriente e Malta e la sede del Don Bosco Formation.

Scuola, Agorà della Parità: Abilitazione docenti anche per coloro che hanno iniziato percorso nel 2020

Pubblichiamo il comunicato stampa di Agorà per la parità.

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“Vorrei chiedere in questa sede un’attenzione per i docenti che da anni insegnano nelle scuole  paritarie e che non hanno potuto conseguire il titolo abilitante necessario per poter insegnare ed  essere stabilizzati nelle scuole paritarie” ha detto la Presidente FIDAE, Virginia Kaladich che è stata  invitata, in rappresentanza dell’Agorà della parità (AGeSC, Cdo Opere Educative – FOE, CIOFS  Scuola, CNOS Scuola, FAES, FIDAE, FISM, Fondazione GESUITI EDUCAZIONE) e anche con  l’ANINSEI, in un’audizione dei membri riuniti delle Commissioni Iae VIIadel Senato, per dare un  contributo sul Disegno di Legge (ddl) 2598.  

Il documento presentato evidenzia che sì è già espresso apprezzamento per l’impianto complessivo  della riforma contenuta nel decreto-legge 30 aprile 2022, n. 36, che, all’art.44, che introduce una netta  separazione fra titolo abilitante alla professione docente e reclutamento nei ruoli della scuola statale. Inoltre, si ricorda che oggi ci sono ben 15.000 docenti che lavorano nelle scuole paritarie e che si  erano iscritti ad una procedura abilitante rimasta incompiuta, una condizione che, per legge, non  permette alle scuole paritarie di inserirli stabilmente nel loro organico. 

Nella nota dell’Agorà della parità consegnata in Commissione si chiede quindi che venga  introdotta nel regime transitorio la possibilità dell’ottenimento della sola abilitazione  all’insegnamento, per tutti i docenti che abbiamo tre anni di servizio anche non consecutivi  nelle scuole del sistema nazionale di istruzione, nei cinque anni precedenti l’entrata in  vigore della norma in discussione, acquisendo almeno 30 Crediti formativi universitari o  accademici e superando la prova finale di cui all’art. 2 comma 2 del d.lgs. n. 59/2017, senza  che tale titolo abilitante dia diritto relativamente al reclutamento nel ruoli della scuola statale 

La nota si conclude con alcune proposte aggiuntive:  

Acquisire la parte dei crediti formativi universitari o accademici di tirocinio diretto presso le  scuole del sistema nazionale di istruzione; 

Valorizzare i 24 CFU nelle discipline antropo-psico-pedagogiche e in metodologie e  tecnologie didattiche previsti dal Decreto Legislativo D. Lgs. 59/2017 attuativo della Buona  Scuola della Legge 107/2015 e richiesti ai fini dell’accesso al concorso per le scuole  secondarie insieme al titolo di studio prescritto, nel decreto del Presidente del Consiglio dei  Ministri, da adottarsi di concerto con i Ministri dell’istruzione e dell’università e della ricerca,  entro il 31 luglio 2022, decreto che definirà i contenuti e la strutturazione dell’offerta  formativa corrispondente a 60 crediti formativi universitari o accademici necessari per la  formazione iniziale; 

Rivedere e semplificare le classi di così come i titoli di accesso alle medesime; Incentivare la formazione in servizio incentivata e la valutazione degli insegnanti in servizio,  prevista all’art. 16 ter del d.lgs. n. 59/2017 come modificato dall’art. 44 del DL n. 36/2022,  nelle scuole paritarie continuerà ad essere regolamentata dai CCNL di settore.

AGeSC, Catia Zambon, Presidente nazionale  

Cdo Opere Educative – FOE, Massimiliano Tonariani, Presidente nazionale  CNOS Scuola, don Stefano Mascazzini, Presidente nazionale  

CIOFS Scuola, Marilisa Miotti – Presidente nazionale  

FAES, Giovanni Sanfilippo – Delegato nazionale per le Relazioni  

FIDAE, Virginia Kaladich, Presidente nazionale  

FISM, Giampiero Redaelli, Presidente nazionale  

Fondazione GESUITI EDUCAZIONE, Vitangelo Denora – Delegato

Italia – Causa della Serva di Dio Vera Grita: chiusa l’Inchiesta diocesana

Dall’agenzia ANS.

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(ANS – Savona) – Nella gioia del tempo pasquale e nel primo giorno della novena di Maria Ausiliatrice si è chiusa domenica 15 maggio, presso il santuario di Nostra Signora della Misericordia a Savona, la fase diocesana della Causa di Beatificazione della Serva di Dio Vera Grita, Laica, Salesiana cooperatrice (1923-1969). Hanno preso parte all’evento parenti della Serva di Dio, membri dell’Opera dei Tabernacoli Viventi e della Famiglia Salesiana, pellegrini e fedeli del santuario. La celebrazione eucaristica e la sessione di chiusura sono state presiedute da Mons. Vittorio Lupi, Vescovo emerito di Savona-Noli e delegato episcopale, che nell’omelia ha ripercorso la vicenda umana e spirituale di Vera, ricordando come “attraverso Vera, Gesù cerca anime piccole, semplici, disposte a mettere al centro della propria vita Gesù Eucarestia per lasciarsi da lui trasformare in Tabernacoli Viventi, anime cioè eucaristiche capaci di profonda vita di comunione e di donazione ai fratelli”.

Maria Rita Scrimieri, Coordinatrice del Centro Studi Opera dei Tabernacoli Viventi, ha sottolineato il significato del Santuario della Madonna della Misericordia e il rapporto con l’esperienza mistica di Vera Grita che qui venne diverse volte pellegrina, ricevette alcuni dei messaggi di Gesù e fece il suo voto di vittima. In particolare, l’8 settembre del 1968 dopo la S. Messa, sostò ai piedi della statua della Madonna “rinnovando tutti i voti e tutte le offerte”. Inoltre, scrisse: “Ho osato mettere le mie povere mani nelle Sue perché con Lei operassero per il Sommo Bene. Ho poggiato ancora i «libretti» (i dettati ricevuti da Gesù) sui Suoi piedi, nelle Sue mani affinché Lei prendesse tutto nel Suo Cuore…”.

Don Pierluigi Cameroni, Postulatore Generale, ha presentato il lavoro svolto sia dal Tribunale nell’ascolto dei testimoni, sia dalla Commissione storica che dai Censori teologi. Tutta la documentazione verrà ora portata a Roma per essere consegnata alla Congregazione delle Cause dei santi. Hanno portato il loro saluto don Joan Lluís PlayàDelegato del Rettor Maggiore per la Famiglia Salesiana e il Signor Domenico Nam Nguyen, salesiano coadiutore, Delegato del Rettor Maggiore per l’Associazione dei Salesiani Cooperatori.

Il sabato sera presso l’Oratorio Don Bosco di Varazze è stata presentata ad un gruppo di giovani animatori ed educatori la vicenda della “Maestrina di Savona”, come famigliarmente era chiamata la Serva di Dio. La domenica pomeriggio un gruppo di persone si è recato in pellegrinaggio presso il Deserto di Varazze, convento carmelitano, dove Vera Grita visse l’ultimo anno della sua vita con un crescendo di sofferenze e di conformazione a Gesù contemplato nel Crocifisso miracoloso custodito in una cappella del Convento.

La Causa di Vera Grita e l’Opera dei Tabernacoli Viventi è un messaggio di speranza sostenuto dall’intercessione della Madonna, Madre di Misericordia, come Vera ascoltò nel messaggio del 22 settembre 1968: “Non temete, non dubitate. Io, Maria Santissima, condurrò l’Opera d’Amore del mio Gesù: dove c’è difetto, io porto la perfezione, ove c’è dubbio, io porto la certezza, dove c’è confusione io, misericordia divina, porto ordine. Non si turbino i vostri cuori, ma confidino in me, Maria santissima sempre Vergine, che sono Madre, e desidero gloria, amore, onore, trionfo per il mio Figliolo Gesù, salvezza e redenzione per tutte le anime”.

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