Il video di presentazione del Colle Don Bosco

A cura di “Salesian of Don Bosco” e guidati dalle parole di don Luca Barone, ecco il video dedicato a far conoscere i luoghi e la spiritualità salesiana del Colle Don Bosco, il luogo da cui è partito il sogno di San Giovanni Bosco.

Siamo al Colle Don Bosco, il luogo in cui tutti noi della Famiglia Salesiana riconosciamo il nostro “luogo di nascita”. Il Capitolo Generale 27° ha consegnato al Rettor Maggiore, al suo Consiglio e all’intera Congregazione una pagina di sogno, cioè la possibilità di ripensare i luoghi salesiani come “spazi e tempi di formazione” personale, comunitaria o come gruppi.

Che cos’è che tiene unita una famiglia che oggi è presente in 134 Nazioni dei 5 Continenti? Fondamentalmente il suo fondatore – Don Bosco – e i luoghi delle origini, e dall’ora proviamo ad entrare in questi spazi che hanno cominciato ad avere un volto nuovo al servizio della congregazione.

(Don Luca Barone)

La ridefinizione degli ambienti è partita in questo modo da un concetto molto caro alla tradizione salesiana, quello di “casa“, in modo tale che tutti coloro che si recano al Colle possano sentirti accolti come a casa loro.

La casetta di Don Bosco, la Basilica, la chiesa inferiore, il Santuarietto di Maria Ausiliatrice, l’Istituto Salesiano “Bernardi Semeria”, il Noviziato, il cortile, il Museo della civiltà contadina, il Museo Etnografico Missionario, le camerette, i luoghi di preghiera, di silenzio, di formazione, di gioco, fanno del Colle Don Bosco il centro pulsante della spiritualità salesiana.

Video prodotto e diretto da IME COMUNICAZIONE Srl; Produttore esecutivo Pierluigi Lanotte; Ispettore di produzione José Luis Muñoz.

Il prof. campione de L’Eredità torna dai suoi studenti a San Benigno: “La cultura vince sull’ignoranza”

Pubblichiamo la notizia dal sito dei Salesiani in Piemonte del campione della trasmissione di Rai Uno “L’Eredità”, il prof. della scuola media di San Benigno, che ha lasciato la gara per tornare dai suoi studenti.

Niccolò Pagani, giovane docente della Scuola Media Don Bosco di San Benigno, ha scelto di abbandonare a sorpresa la trasmissione TV “L’Eredità” con un discorso dedicato ai suoi allievi. La notizia è stata divulgata non solo dal Corriere della sera (il primo quotidiano italiano per diffusione e per lettorato) – della quale riportiamo di seguito l’articolo dedicato – ma anche dal “il caffè” del giornalista ed editorialista Massimo Gramellini. Si riportano le notizie pubblicate sul sito dell’opera.

Il campione de L’Eredità lascia il programma per tornare dai suoi studenti: «La cultura vince sull’ignoranza»

Niccolò Pagani, giovane docente del torinese, ha scelto di abbandonare a sorpresa la trasmissione con un discorso di commiato che ha commosso gli spettatori

«Il mio posto è là: ogni mattina in prima linea nella missione quotidiana dell’educazione e dell’onestà»: il campione in carica de «L’Eredità» Niccolò Pagani, giovane docente di San Benigno Canavese, ha scelto a sorpresa di abbandonare la trasmissione per tornare in cattedra.

Il messaggio agli studenti

Il professore ha annunciato la sua decisione leggendo un discorso di commiato, condiviso in occasione della Giornata Mondiale della Gentilezza dal conduttore Flavio Insinna sul suo profilo Facebook, in cui spiega che il suo compito come insegnante è dimostrare «ai giovani, che la gentilezza vince sulla violenza, la cultura vince sull’ignoranza, il sorriso sconfigge la rabbia e l’ironia batte l’odio, insegnando loro a non impugnare i coltelli, ma i libri, e a sostituire gli spintoni con gli abbracci».

«La scuola va protetta e va curata»

Il messaggio, importante soprattutto in questo periodo storico, si chiude con un invito a proteggere l’istituzione scolastica (e con un ringraziamento ai colleghi che dividendosi le supplenze gli hanno permesso di partecipare al programma): «Come ogni creatura fragile, anche la scuola va protetta e va curata. Per questo starò sempre dalla parte di tutti quegli insegnanti, preparati e costanti, che ogni giorno, con amore, fanno questo mestiere».

13 novembre 2019 (modifica il 13 novembre 2019 | 18:04) – di Arianna Ascione

Corriere della Sera

L’eredità

 

Anima MGS – Concluso il primo incontro di sabato 9 novembre 2019

Sabato 9 novembre, presso Valdocco (TO), si è concluso il primo appuntamento della quarta edizione di ANIMAMGS 2019-2020, il corso animatori tenuto da professionisti nel campo dell’animazione che ha l’obiettivo di formare i ragazzi, in modo che, una volta tornati nei propri cortili, possano essere un valore aggiunto per il proprio oratorio o parrocchia. 123 ragazzi provenienti dagli ambienti salesiani del Piemonte e della Valle d’Aosta e dagli oratori diocesani hanno potuto così cimentarsi in diversi laboratori volti a formare la persona sulle modalità di animazione. I formatori che hanno preso parte alla giornata hanno espresso una valutazione molto positiva dell’iniziativa, grazie al fatto che ci fosse della “buona stoffa” da parte dei ragazzi che hanno partecipato.

Prossimo appuntamento: 28 marzo 2020.

Rivivi il momento:

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I laboratori

Ci sarà la possibilità di scegliere fra dieci differenti laboratori:

  • Teatro e palco,
  • Tecnico Audio e Video,
  • Manualità,
  • Grandi giochi,
  • Scenografia,
  • Video,
  • Magia,
  • Balli di gruppo,
  • Teatro (stroytelling),
  • Giochi d’ambiente.

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Valdocco con gli occhi di… La tipografia

A 108 giorni dall’inizio del Capitolo Generale 28, continuano le interviste ANS ai membri della Comunità Salesiana di Valdocco alla scoperta dei luoghi più significativi. Questa settimana è il Sig. Luigi Bacchin il protagonista di “Valdocco con gli occhi di…”. Si riporta l’articolo pubblicato dall’Agenzia d’Informazione Salesiana ANS in merito.

(ANS – Roma) – La tipografia salesiana è stata costruita da Don Bosco nel 1883. La fece aprire per far stampare le sue edizioni, che generalmente venivano stampate fuori Torino, ma anche per dare un lavoro ai ragazzi. A raccontarci della tipografia salesiana di Valdocco è il suo responsabile, il sig. Luigi Bacchin, che ne parla nell’ambito del progetto “Interviste con gli occhi di…”.

A 108 giorni esatti dall’inizio del Capitolo Generale 28, il sig. Bacchin ci racconta la storia e l’evoluzione della tipografia, dai primi anni in cui si stampava con l’utilizzo dei caratteri mobili, fino all’avvento delle nuove tecnologie.

La tipografia è stata infine chiusa nel 2012, all’indomani dei festeggiamenti per il 150° anniversario dalla fondazione. Nel 2013, tuttavia, i superiori hanno deciso di tenere aperto l’ambiente e di esporvi macchine antiche, così da ricreare l’ambiente della tipografia, come era ai tempi di Don Bosco.

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Incontro degli incaricati dei prenoviziati salesiani d’Europa

Giovedì 17 ottobre, a Roma, si è svolto l’incontro degli incaricati dei prenoviziati salesiani d’Europa. Tra i partecipanti dell’Ispettoria del Piemonte e Valle d’Aosta, don Fabiano Gheller, Incaricato dell’Animazione Vocazionale ICP.

L’incontro con gli incaricati dei prenoviziati salesiani d’Europa è stata un’occasione ricca di confronto per scambiare buone prassi, valutare gli itinerari comuni e rifocalizzare insieme le mete che questo cammino richiede oggi più che un tempo. Un ricco confronto con i maestri per vedere come arrivano in noviziato e l’opportunità di alcuni percorsi che vengono attuati nel nelle singole ispettorie lungo i mesi del prenoviziato. È stata in fine una buona occasione per valutare insieme l’esperienza estiva dei prenovizi europei che per la prima volta si è svolta dal 1- 16 agosto al Colle Don Bosco per vedere come sia un’esperienza valida nelle sue opportunità.

(Don Fabiano Gheller)

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Valdocco: Inaugurazione della mostra «Exodus» a Maria Ausiliatrice con Enzo Bianchi

Nella serata di ieri, giovedì 24 ottobre 2019, alle ore 21.00, si è tenuta l’inaugurazione della mostra «Exodus», ciclo pittorico di Safet Zec presso la Basilica di Maria Ausiliatrice (via Maria Ausiliatrice 32,Torino). Tra gli ospiti invitati alla presentazione della mostra, Enzo Bianchi, monaco fondatore della Comunità monastica di Bose. Si riporta l’articolo pubblicato in merito all’iniziativa da parte di Missioni Don Bosco.

L’opera di Safet Zec è oggi paragonabile, senza timore di apparire esagerati, a quella di Michelangelo nel Rinascimento. Lo ha affermato ieri sera  Enzo Bianchi nella basilica di Maria Ausiliatrice a Torinoall’inaugurazione della mostra “Exodus” che presenta tredici teleri dell’artista bosniaco.

Di fronte a oltre trecento persone, il priore di Bose ha dichiarato la sua impressione e l’apprezzamento di fronte alle opere che, passando attraverso la descrizione del dramma epocale delle migrazioni di massa, comunica il suo sentire. È quello che dovrebbe fare l’arte, l’arte sacra in particolare, per essere considerata tale.

La mostra, che da domani sarà visibile tutti i giorni fino al 20 dicembre 2019 (rispettando i tempi delle liturgie che si svolgono in basilica) è il messaggio che Missioni Don Bosco rilancia con convinzione con la campagna “Stop Tratta” che dal 2015 porta l’attenzione dei benefattori e degli osservatori alle radici del fenomeno migratorio. In sette Paesi africani, come ha spiegato Giampietro Pettenon nel saluto di apertura, si va incontro ai giovani per presentare i rischi di una fuga che comporta nella maggior parte dei casi sofferenza, dolore, morte. Come disse papa Francesco nella sua visita del 2015 a Torino, l’azione educativa dei salesiani o va nel concreto delle situazioni o non ha senso. Nel caso dei giovani Africani significa, alla luce del resoconto della prima fase della campagna, aver sensibilizzato un milione di giovani e le loro famiglie, dato la possibilità a quattrocentomila ragazze e ragazzi di frequentare i corsi di formazione professionale e a metà di loro di avviarsi già a un lavoro. Un modo per non  riempire dei loro corpi i cimiteri di sabbia o di acqua che tanti loro compagni attraversano.

Che questa iniziativa sia espressione della tensione educativa e missionaria dei salesiani in Italia e nel resto del mondo è venuto a testimoniarlo don Francesco Cereda, vicario del Rettor Maggiore, che ha introdotto la riflessione di apertura di Exodus. Citando i Padri della Chiesa, ha sottolineato come la questione della povertà e dell’esclusione debbano tornare al centro dell’attenzione. Come è possibile celebrare l’eucarestia senza dare il pane a chi incontriamo per la strada. Compito primo di un cristiano è di dare accoglienza ai bisogni dei fratelli.

Introdotto dalle domande di don Cristian Besso, docente della facoltà teologica salesiana di Torino, Enzo Bianchi ha affrontato con forza gli argomenti che l’evento ha suggerito.

La prima questione è stata quella della valutazione estetica delle opere, aspetto non trascurabile dal momento che l’iconografia cristiana ha sempre prestato attenzione alla qualità. Se una buona parte delle produzioni che oggi sono inserite nelle chiese sarebbe da escludere da quegli spazi perché incapaci di andare oltre la superficie di una rappresentazione, le opere di Zec meritano l’accoglienza che stanno ricevendo anche in occasioni come l’attuale esposizione nella basilica torinese. L’impatto che il priore di Bose ebbe con la visione di una deposizione che i Gesuiti hanno voluta per un altare nella Chiesa del Gesù a Roma è stato folgorante. Dal particolare di un telo trasparente che evoca pensieri  e interpretazioni spirituali di una tristissima vicenda vissuta dagli uomini, di ieri e di oggi, che abbracciano il corpo crocifisso sulla croce, Bianchi ha percepito l’anima di Safet Zec e da allora se ne è fatto alfiere. Il monaco e l’artista si sono conosciuti e frequentati, e hanno trovato un tratto esistenziale condiviso: la vicenda della guerra nella ex Jugoslavia. Il conflitto fratricida, che ha spezzato la pace raggiunta in Europa dopo l’epilogo del nazismo, è nella vita dell’artista quale pietra miliare della sua formazione. Il dolore che traspare in ogni sua opera è figlio della sua personale vicenda umana e culturale. In quegli stessi territori, la Bosnia, il Kosovo, la Serbia, Enzo Bianchi aveva fatto in precedenza il suo percorso iniziatico visitando le comunità monastiche ortodosse schiacciate dal regime di Tito. I Balcani sono un crocevia del continente, cucina delle contraddizioni nelle quali anche noi Italiani ci siamo ritrovati partecipando attivamente ai bombardamenti con i nostri aerei. Ed è da quel crogiolo che sono arrivati a noi i primi migranti “da esodo”: gli Albanesi che avevano alimentato con le immagini che provenivano loro dalle nostre televisioni il miraggio di una vita migliore.

Lo stesso motivo che spinge negli ultimi decenni alle disperanti migrazioni dall’Africa e dell’Asia verso l’Europa. Dobbiamo ricordarci che l’esodo di cui parla la Bibbia è davvero molto simile a quello che vediamo sotto i nostri occhi in questo tempo. Anche gli Ebrei fuggirono dall’Egitto per sottrarsi a una schiavitù e per cercare un luogo diverso in cui vivere: migranti economici anch’essi. Un pugno di uomini e di donne profughi in misura proporzionalmente pari ai milioni di persone che  nel  Terzo Millennio fuggono dalle guerre, dalle carestie, dalle persecuzioni, alla ricerca di una terra che permetta loro di costruire il futuro.

Il dialogo fra don Cristian Besso e Enzo Bianchi ha toccato il tema dei giovani, che stanno fuori dalla Chiesa in misura crescente, come i poveri e le donne. Tre “categorie” di persone verso le quali occorre ripensare radicalmente le modalità di azione: non sono né la dottrina, né la spiritualità, né la morale, né un generico richiamo a Dio che possono suscitare la loro attenzione, ma la persona di Gesù con la quale stabilire un rapporto individuale a partire dalle domande che la vita suscita e che ruotano intorno al “perché” vivere e non al “come” vivere.

Un pensiero finale a Maria, figura che sta riguadagnando attenzione nel dialogo ecumenico. Considerare lei madre che abbraccia il figlio bambino e lo abbraccerà poi esangue, costituisce un’ulteriore motivazione a guardare alle opere di Zec, dove le braccia che accolgono e sollevano sono un tema che ritorna insistentemente, con l’effetto di suscitare emulazione. Sensazione questa che ha espressa anche don Guido Errico, rettore della basilica, il quale ha indicato le figure di padri che portano in braccio i figli, volutamente poste ai lati dell’urna di Don Bosco. Un messaggio per i salesiani in particolare, ma estensibile a tutte le figure maschili a contatto con i giovani: trovare nella prassi educativa la capacità di manifestare una vera, profonda vicinanza con i giovani. Ne può nascere un rapporto fra questi e gli adulti davvero significativo, portatore di forza decisiva per la loro crescita.

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La mostra rimarrà aperta al pubblico fino al 20 dicembre 2019.

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Secondo Convegno Nazionale di Passodopopasso – Elledici

Dopo il successo del primo convegno di settembre, l’Editrice Elledici presenta il secondo Convegno Nazionale dedicato al nuovo Progetto Catechistico Passodopasso previsto per Sabato 23 novembre 2019, dalle ore 9.00 alle ore 18.30, presso la Sala Sangalli di Valdocco (Via Maria Ausiliatrice 32, Torino).

- PROGRAMMA DEL CONVEGNO -

IN ASCOLTO (ore 9.00)

Presentazione del progetto catechistico:
Le linee guida del progetto PASSODOPOPASSO

CAMBIARE SI DEVE E SI PUÒ (ore 10.00)

Catechesi parrocchiale
Catechesi celebrativa e comunitaria
Catechesi familiare

LE MANI IN PASTA – Prima Parte (ore 11.00)

Suddivisione in gruppi e attivazione di quattro laboratori su differenti tematiche:
Temi e strumenti
Attività
Celebrazioni
Coinvolgimento dei genitori

BUFFET offerto a tutti i partecipanti (ore 12.30)

LE MANI IN PASTA – Seconda Parte (ore 14.00)

Ripresa dei quattro laboratori

IN ASCOLTO (ore 17.15)

Celebrare i Sacramenti con arte

SPAZIO ALLE DOMANDE (ore 17.45)

Tempo dedicato ai partecipanti per porre domande

VALUTAZIONE DEL PERCORSO (ore 18.00)

Momento conclusivo di valutazione del Convegno svoltosi

CONCLUSIONE (ore 18.30)

Preghiera finale e saluti

INFORMAZIONI

  • Convegno riservato ai primi 100 Catechisti che si iscrivono.
  • Iscrizioni entro mercoledì 13 novembre 2019.
  • Quota di iscrizione: € 15 (inclusivo di materiale didattico, coffee break e buffet).

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Il Presidente del Senato in Piemonte: Maria Elisabetta Alberti Casellati alla Facoltà di Teologia dell’Istituto Internazionale Don Bosco

Nelle giornate di ieri e di oggi, ha avuto luogo la visita istituzionale in Piemonte da parte del Presidente del Senato della Repubblica, Maria Elisabetta Alberti Casellati. All’interno dell’itinerario scelto, stamane si è svolta la visita presso la Facoltà di Teologia dell’Istituto Internazionale Don Bosco, dove il Presidente del Senato ha potuto incontrare e porgere un saluto alla Comunità Salesiana della Crocetta, ai docenti e agli studenti dell’Istituto di Teologia, e ai vari rappresentanti dei settori dell’opera.

Ad accogliere il Presidente Casellati all’arrivo, l’Assessore della Giunta comunale di Torino, Alberto Sacco, il Prefetto di Torino, Claudio Palomba, l’Assessore all’Istruzione della Regione Piemonte, Elena Chiorino, l’Ispettore dei Salesiani Piemonte e Valle d’Aosta, don Enrico Stasi, il  Direttore dell’Istituto Internazionale Don Bosco, don Marek Chrzan e il Preside della Facoltà di Teologia dell’Istituto, don Paolo Merlo.

La visita ha avuto inizio a partire dai corridoi principali che portano fino alla chiesa situata nella struttura e dedicata a Maria Ausiliatrice, per poi proseguire fino al cortile dell’oratorio.  Successivamente il Presidente si è recato al piano superiore della struttura, nella sala degli insegnati, dove ha ricevuto in dono un libro sulla presenza Salesiana a Torino da parte del Direttore don Marek Chrzan. Per l’occasione, il Presidente ha voluto regalare alla Comunità Salesiana della Crocetta una pregiata campanella, richiamando quella utilizzata in Parlamento.

In seguito, la visita si è svolta presso l’Aula Magna dell’Istituto, dove ad accogliere il Presidente vi sono stati gli studenti della Facoltà Teologica, gli insegnanti, la Comunità Salesiana e il gruppo scout, oltre a tutte le cariche intervenute.

La parole di benvenuto in Aula Magna sono state rivolte dal Direttore don Marek Chrzan:

A nome dell’Istituto Internazionale Don Bosco, a nome degli studenti, dei docenti della Facoltà di Teologia voglio esprimere la nostra grande gioia della sua venuta qui tra noi, nella casa di Don Bosco […].

La sua venuta esprime per noi un grande segno della sua attenzione verso le opere di Don Bosco, verso le opere salesiane.

La parola è poi passata al Presidente Maria Elisabetta Alberti Casellati:

Autorità, cari professori, cari studenti,
è per me un vero piacere, nell’ambito di questa visita istituzionale in Piemonte, poter avere questo momento di incontro e di confronto con voi e con questa storica realtà formativa salesiana. Traendo origine dal lontano 1904, in oltre un secolo di corsi, di lezioni e di attività, questo Istituto ha rappresentato e rappresenta un elemento di eccellenza assoluta nel panorama formativo teologico e non solo.

Vorrei quindi cogliere questa opportunità per una riflessione comune sull’architettura sociale e spirituale della nostra società, anche alla luce delle trasformazioni e delle innovazioni in atto.
Don Bosco nel 1877 si interrogava sui modelli educativi, realizzando quelle linee guida sul “Sistema Preventivo nella educazione della gioventù” che posero fine al precedente approccio prettamente repressivo che aveva caratterizzato secoli di insegnamento. Allo stesso modo, vale la pena a mio avviso interrogarci oggi su quali saranno i compiti di coloro che nell’ambito della vita comunitaria si candidano a ruoli di guida spirituale, di ascolto, di assistenza, di solidarietà, di sostegno […].

La vostra storia, la storia di questo Istituto e le attuali molteplici attività svolte all’interno dell’Opera Salesiana della Crocetta sono esattamente la dimostrazione di quanto sia importante una formazione di eccellenza unita alla capacità e alla disponibilità per realizzare un’aggregazione sociale quotidiana […].

E allora, con l’augurio che il vostro percorso di studi si possa completare nel migliore dei modi, consentitemi, in conclusione, di ringraziarvi ed auspicare per voi il massimo bene possibile, per mezzo delle parole che Papa Francesco ha usato nella lettera inviata ai Sacerdoti in occasione del 160esimo anniversario della morte del Santo Curato D’Ars:
“Grazie per la gioia con cui avete saputo donare la vostra vita, mostrando un cuore che nel corso degli anni ha combattuto e lottato per non diventare angusto ed amaro ed essere, al contrario, quotidianamente allargato dall’amore di Dio e del suo popolo; un cuore che, come il buon vino, il tempo non ha inacidito, ma gli ha dato una qualità sempre più squisita; perché «eterna è la sua misericordia».

Dopo l’intervento del Presidente, la parola è passata all’Ispettore don Enrico Stasi per i ringraziamenti ed i saluti finali:

A nome dei Salesiani del Piemonte e Valle d’Aosta e dell’Istituto Teologico Internazionale di Torino-Crocetta, la ringrazio di cuore per averci onorato della sua presenza, che ci ha stupiti e meravigliati […].

La sua visita, oltre che a onorarci, ci incoraggia alla nostra missione e questi giovani salesiani provenienti da quasi tutti i continenti sono la nostra speranza per l’educazione e l’evangelizzazione dei giovani, perché lì dove operano, i salesiani dedicano la loro vita per realizzare il sogno di Don Bsoco, ossia che i giovani crescano e che diventino “buoni cristiani e onesti cittadini” e futuri abitatori del cielo.

Grazie signor Presidente, le assicuriamo il nostro ricordo e anche la nostra preghiera.

La tappa successiva alla visita dell’Istituto Internazionale Don Bosco ha riguardato invece la partecipazione del Presidente all’incontro presso il Palazzo Madama di Torino verso le ore 12.00, con le autorità locali e con una delegazione di parlamentari nazionali ed europei eletti in Piemonte.

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Piemonte e Valle d’Aosta, al via la quarta edizione di Anima MGS

Tutto pronto per la quarta edizione di ANIMAMGS 2019-2020, il corso animatori promosso dall’Ispettoria Piemonte e Valle d’Aosta e tenuto da professionisti nel campo dell’animazione che hanno l’obiettivo di formare i ragazzi, di modo che, una volta tornati nei propri cortili, possano essere un valore aggiunto per il proprio oratorio o parrocchia.

AnimaMGS può essere un’utile opportunità sia per animatori più esperti, che avranno la possibilità di affinare al meglio le loro abilità, sia per animatori alle prime esperienze, che potranno così mettersi in gioco e scoprire nuove capacità da mettere al servizio degli altri.

Novità della quarta edizione

La quarta edizione avrà una novità: vi saranno 4 moduli, suddivisi nei due sabati previsti del 9 novembre 2019 e del 28 marzo 2020, che permetteranno di seguire dei laboratori che si concluderanno nella mezza giornata. Tutto questo per dare l’opportunità ai giovani di variare e sperimentare più laboratorio o di ripetere il laboratorio per andare più a fondo in un campo specifico.

Cuneo, una statua di legno di Don Bosco donata al CFP di Bardolino

Una notizia che arriva da Cuneo (Cuneo Cronaca), a firma di Guido Olivero

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Con le sue abili mani munite di motosega l’artista Barba Brisiu ha ricavato da un tronco di legno di cedro del Libano una splendida opera d’arte che rappresenta il grande santo piemontese don Giovanni Bosco. Il santo ha una mano benedicente e l’altra mano è in attesa di essere stretta da tutti quelli che hanno bisogno di conforto e di sostegno.

L’opera d’arte, commissionata da un benefattore cuneese, verrà donata al Centro di formazione professionale Salesiano Tusini, posto sulla collina di Bardolino, sul lago di Garda. Il prossimo 26 ottobre, in occasione della celebrazione del cinquantenario della donazione fatta dal generale Tusini all’opera salesiana, il capolavoro verrà collocato all’ingresso del Centro e verrà salutato da centinaia di giovani ospiti della struttura.

Il Centro di Formazione professionale salesiano, infatti, ospita ogni anno oltre trecento tra ragazzi e ragazze che si specializzano in meccanica, informatica, elettronica e nella coltivazione degli ulivi e della vite. L’opera raffigurante don Bosco secondo il direttore dell’istituto, don Livio, “non solo renderà più bella la struttura, ma avrà soprattutto il compito di proteggere il cammino di tutti i giovani che frequenteranno la scuola, di cui non pochi con situazioni di scarsa felicità alle spalle, e di accompagnarli nelle loro sfide di vita futura”.