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Un mondo nuovo. Un’Enciclica dedicata alla fraternità e all’amicizia sociale

di Mario Toso
Vescovo di Faenza-Modigliana

Nel contesto della pandemia del Covid-19, che mette in luce non solo i problemi della salute dei popoli, dell’ecologia integrale, ossia dei cambiamenti climatici, dell’inquinamento, della distruzione della biodiversità, delle migrazioni ingenti di animali e di persone, ma anche i problemi connessi ad una cultura consumistica e dello scarto, delle ineguaglianze, delle ingiustizie, della fame, del deficit della politica, dello scisma tra singolo e comunità, papa Francesco promulga l’enciclica Fratelli tutti, [1] firmandola ad Assisi, ai piedi della tomba del Santo dell’amore fraterno, della semplicità e della gioia.

Il titolo Fratelli tutti è preso in prestito dalle Ammonizioni dello stesso Francesco d’Assisi. In particolare, papa Francesco, per comporre la «sua» Pacem in terris, ossia un’enciclica analoga a quella di san Giovanni XXIII,[2] avente però come perni centrali la fraternità e l’amicizia sociale, prende ispirazione da un episodio della vita del Santo di Assisi che, senza ignorare difficoltà e pericoli, va ad annunciare l’amore di Dio al Sultano Malik-al-Kamil in Egitto, senza nascondere la propria identità, invitandolo alla conversione. In un mondo pieno di torri di guardia e di mura difensive, di lotta tra cristiani e mussulmani, Francesco intende suscitare in tutti i popoli il sogno di una società fraterna, pacifica. Papa Francesco, che porta il nome del Poverello di Assisi, si fa missionario di un tale sogno nel contesto storico contemporaneo, per far rinascere tra tutti gli uomini l’aspirazione mondiale alla fraternità, alla pace. Se si vuole cambiare il mondo è importante «sognare» insieme come un’unica umanità, come viandanti fatti della stessa carne, come ospiti di una stessa terra. 

Il Papa indice l’anno di San Giuseppe

Da Vatican News

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Isabella Piro – Città del Vaticano

Padre amato, padre nella tenerezza, nell’obbedienza e nell’accoglienza; padre dal coraggio creativo, lavoratore, sempre nell’ombra: con queste parole Papa Francesco descrive, in modo tenero e toccante, San Giuseppe. Lo fa nella Lettera apostolica Patris corde, pubblicata oggi in occasione del 150.mo anniversario della dichiarazione dello Sposo di Maria quale Patrono della Chiesa cattolica. Fu il Beato Pio IX, infatti, con il decreto Quemadmodum Deus, firmato l’8 dicembre 1870, a volere questo titolo per San Giuseppe. Per celebrare tale ricorrenza, il Pontefice ha indetto, da oggi all’8 dicembre 2021, uno speciale “Anno” dedicato al padre putativo di Gesù. Sullo sfondo della Lettera apostolica, c’è la pandemia da Covid-19 che – scrive Francesco – ci ha fatto comprendere l’importanza delle persone comuni, quelle che, lontane dalla ribalta, esercitano ogni giorno pazienza e infondono speranza, seminando corresponsabilità. Proprio come San Giuseppe, “l’uomo che passa inosservato, l’uomo della presenza quotidiana, discreta e nascosta”. Eppure, il suo è “un protagonismo senza pari nella storia della salvezza”.

San Giuseppe, infatti, ha espresso concretamente la sua paternità “nell’aver fatto della sua vita un’oblazione di sé nell’amore posto a servizio del Messia”. E per questo suo ruolo di “cerniera che unisce l’Antico e Nuovo Testamento”, egli “è sempre stato molto amato dal popolo cristiano” (1). In lui, “Gesù ha visto la tenerezza di Dio”, quella che “ci fa accogliere la nostra debolezza”, perché “è attraverso e nonostante la nostra debolezza” che si realizza la maggior parte dei disegni divini. “Solo la tenerezza ci salverà dall’opera” del Maligno, sottolinea il Pontefice, ed è incontrando la misericordia di Dio soprattutto nel Sacramento della Riconciliazione che possiamo fare “un’esperienza di verità e tenerezza”, perché “Dio non ci condanna, ma ci accoglie, ci abbraccia, ci sostiene e ci perdona” (2). Giuseppe è padre anche nell’obbedienza a Dio: con il suo ‘fiat’ salva Maria e Gesù ed insegna a suo Figlio a “fare la volontà del Padre”. Chiamato da Dio a servire la missione di Gesù, egli “coopera al grande mistero della Redenzione ed è veramente ministro di salvezza” (3).

Al tempo stesso, Giuseppe è “padre nell’accoglienza”, perché “accoglie Maria senza condizioni preventive”, un gesto importante ancora oggi – afferma Francesco – “in questo mondo nel quale la violenza psicologica, verbale e fisica sulla donna è evidente”. Ma lo Sposo di Maria è pure colui che, fiducioso nel Signore, accoglie nella sua vita anche gli avvenimenti che non comprende, lasciando da parte i ragionamenti e riconciliandosi con la propria storia. La vita spirituale di Giuseppe “non è una via che spiega, ma una via che accoglie”, il che non vuol dire che egli sia “un uomo rassegnato passivamente”. Anzi: il suo protagonismo è “coraggioso e forte” perché con “la fortezza dello Spirito Santo”, quella “piena di speranza”, egli sa “fare spazio anche alla parte contraddittoria, inaspettata, deludente dell’esistenza”. In pratica, attraverso San Giuseppe, è come se Dio ci ripetesse: “Non abbiate paura!”, perché “la fede dà significato ad ogni evento lieto o triste” e ci rende consapevoli che “Dio può far germogliare fiori tra le rocce”. Non solo: Giuseppe “non cerca scorciatoie”, ma affronta la realtà “ad occhi aperti, assumendone in prima persona la responsabilità”. Per questo, la sua accoglienza “ci invita ad accogliere gli altri, senza esclusione, così come sono”, con “una predilezione per i deboli” (4).

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La lettera Apostolica

 

 

Il Papa ringrazia gli studenti dello IUSVE per il cammino di Avvento con la Laudato sì: “Coinvolgete atri giovani”

«Ringrazio i giovani dell’Istituto Universitario Salesiano IUSVE e “Cube Radio”, di Venezia “per aver preparato un cammino di Avvento ispirato alla Parola di Dio di ciascuna domenica e alla Lettera Enciclica Laudato si’. Vi invito a coinvolgere altri giovani e utenti della rete nella preparazione del Santo Natale, diffondendo, anche attraverso i social media di Vatican News, la Parola di Dio e invitandoli alla cura della casa comune. Io prego per voi e voi pregate per me».

Così Papa Francesco, in un videomessaggio, diffuso oggi ha ringraziato i giovani di IUSVE per il loro importante progetto che partirà in vista dell’Avvento.

«Avvento Green Dream» è un progetto nato allo IUSVE per creare un accompagnamento quotidiano per l’Avvento alla luce della Laudato Si’ attraverso 26 frasi estratte dalla Lettera enciclica e altrettante icone che ne raccontano con grafica fresca e attuale un aspetto saliente insieme ad una domanda che aiuta a concretizzare nella propria vita la cura della casa comune. Il percorso che grazie alla collaborazione con la Don Bosco Green Alliance sarà diffuso attraverso i canali social dell’ente anche in Inglese, Portoghese e Spagnolo è suddiviso in quattro macro temi uno per ciascuna domenica di Avvento, accompagnati anche questi da un breve video e da un versetto tratto dalla Sacra Scrittura. Tutte le informazioni per aderire all’itinerario di Avvento si trovano sul sito www.cuberadio.it.

«Stiamo sperimentando un nuovo modo di fare comunicazione pastorale attraverso le immagini e il linguaggio simbolico – spiega Marco Sanavio direttore di Cube Radio – L’incoraggiamento di papa Francesco ci spinge ad impegnarci ulteriormente sul fronte della cura per l’ambiente e le persone, che si rivela anche la nostra modalità per tener viva la speranza in un momento così difficile come quello che stiamo attraversando».
Il gruppo di lavoro che ha lavorato al progetto è composto dai docenti Luca Chiavegato e Federico Gottardo, da Jasmine Pagliarusco, social media manager di Cube Radio e dalla studentessa di comunicazione Marica Padoan, autrice delle icone e coordinato da Marco Sanavio, direttore dell’emittente accademica oltre che da Michele Lunardi responsabile dell’Ufficio comunicazione coordinata. La consulenza teologica è del professor Carlo Meneghetti.

«Grande è stata la gioia e l’onore nell’aver ricevuto un video messaggio di ringraziamento da parte di Papa Francesco per la nostra iniziativa – ha aggiunto don Nicola Giacopini, direttore di IUSVE- I nostri studenti e tutti i collaboratori sono rimasti commossi per l’attenzione e l’affetto dimostrato che ricambiamo con l’impegno di divulgare sui social e nei luoghi digitali in particolare con il coinvolgimento dei giovani di tutto il mondo i video preparati da Cube Radio. Accogliamo con passione e creatività l’invito a custodire e a prenderci cura della Casa Comune perché questo Avvento e questo Natale ci prepariamo ad accogliere il Santo Bambino nel nostro cuore e nel Mondo con speranza e pace. Grazie Papa Francesco non mancheremo di pregare per Lei».

 

Il Papa nomina Padre Walter Guillén Soto, S.D.B vescovo Ausiliare dell’Arcidiocesi Metropolitana di Tegucigalpa

Il Santo Padre ha nominato Vescovo Ausiliare dell’Arcidiocesi Metropolitana di Tegucigalpa (Honduras) il Padre Walter Guillén Soto, S.D.B., finora Rettore del Santuario Nacional de la Juventud San Juan Bosco di Tegucigalpa, assegnandogli la Sede titolare di Nasbinca.

Di seguito viene riportata la notizia integrale pubblicata su infoAns in merito alla nomina.

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(ANS – Città del Vaticano)– La Sala Stampa della Santa Sede ha annunciato sabato 14 novembre che Sua Santità Papa Francesco ha nominato il sacerdote salesiano don Walter Guillen Soto come Vescovo Ausiliare dell’Arcidiocesi di Tegucigalpa, Honduras. A don Guillen Soto, attualmente Rettore del Santuario Nazionale della Gioventù “San Giovanni Bosco” di Tegucigalpa, è stata ora assegnato la sede episcopale titolare di Nasbinca.

Walter Guillen Soto è nato il 6 dicembre 1961 a San Pedro Sula, Honduras. Ha conseguito: la Licenza in Teologia presso l’“Universidad Francisco Marroquín” in Guatemala; in Pedagogia e Scienze dell’Educazione presso l’“Universidad Don Bosco” di San Salvador, El Salvador; e il Dottorato in Educazione e in Scienze Pedagogiche all’“Universidade de Santiago de Compostela”, Spagna.

Ha compiuto la professione religiosa come salesiano di Don Bosco il 6 giugno 1986 ed ha ricevuto l’ordinazione sacerdotale il 5 novembre 1988.

Nella sua vita religiosa ha ricoperto i seguenti incarichi: Direttore Accademico dell’Istituto “San Miguel” di Tegucigalpa; Direttore dell’Istituto Teologico Arcidiocesano di Tegucigalpa; Direttore dell’Istituto “Ricaldone” a San Salvador; Direttore del Collegio “Don Bosco” di San José, Costa Rica; Direttore dell’“Instituto Técnico Don Bosco” di Città di Panama, Panama; Direttore dell’“Instituto Tecnológico Don Bosco AC” di Saltillo, Messico; Segretario particolare dell’Arcivescovo di Tegucigalpa, il card. salesiano Óscar Andrés Rodríguez Maradiaga.

Dal 2017 è Rettore del Santuario “San Juan Bosco” di Tegucigalpa e dal 2018 Cappellano Generale dell’Università Cattolica dell’Honduras. È stato inoltre Presidente della Federazione Cattolica di Panama e Presidente della Confederazione Interamericana dell’Educazione Cattolica (CIEC).

Insieme a don Guillen Soto, il Santo Padre ha nominato come vescovo ausiliare di Tegicigalpa anche don Teodoro Gómez Rivera, del clero della diocesi di Choluteca Honduras, finora Vicario Generale e Vicario Episcopale per la Pastorale della diocesi, e gli ha assegnato la Sede titolare di Castello di Tatroporto.

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IUSVE, inaugurato l’anno accademico partendo dall’ambiente

Pubblichiamo la notizia uscita su “Venezia Today” sull’inaugurazione dell’anno accademico dello IUSVE.

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Ricomincia su nuove basi l’anno accademico di Iusve (Istituto universitario salesiano di Venezia), con inaugurazione il 20 febbraio prossimo, che fa dei temi dell’ecologia e dell’ambiente i punti di partenza per riscrivere il messaggio educativo. Il documento di riferimento per l’unversità dei salesiani di Venezia, e per il campus della Gazzera, è l’enciclica di papa Francesco, Laudato sì, con la riflessione sul cambiamento climatico, sul tema dell’acqua, dell’inquinamento, delle diseguaglianze sociali: è il Green Dream, ma dalla teoria Iusve passa direttamente alla pratica. 

Si parte dal rendere più sostenibile la produzione di energia da pannelli solari portandola dal 10% al 30% in tre anni e si pratica quanto è più possibile la differenziata dei rifiuti. L’università distribuisce borracce Iusve agli studenti, per ridurre la circolazione di plastica nel campus. Qualche mese fa è partita l’iniziativa dell’armadio etico: si promuovono marchi di abbigliamento che, dai calzini ai giubbotti, utilizzano materiali compatibili, lavorazioni sostenibili e prestazioni lavorative ben retribuite. Quest’anno è partita una convenzione con il Comune di Venezia per il bike sharing. Già installate due zone di parcheggio in via dei Salesiani e in via Calabria, e un un posto alla stazione di Mestre riservato agli studenti Iusve.

Piccola rivoluzione anche per le aule: con un progetto da 150 mila euro l’università ne ricava 29 tra Mestre e Verona, e con un investimento di altri 250 mila provvede all’installazione di telecamere professionali per coinvolgere a lezione anche gli studenti che non possono essere presenti dando loro la possibilità di interagire con la classe, durante il corso. Una “piccola” università con benefici in termini organizzativi. Visto che il numero è chiuso, circa duemila studenti ammessi ogni anno, è più agevole la didattica duale per alternare lezioni in presenza e non.

L’enciclica papale sull’ecologia “integrale” ha invaso anche i programmi delle lezioni e dei corsi, la preparazione dei docenti, del personale, la ricerca e i convegni. L’eco-psicologia nel seminario che Iusve ha tenuto da poco all’Irccs San Camillo ha trovato applicazione nella riabilitazione dei pazienti all’aperto, a contatto con orti e giardini. L’apertura al confronto con altri movimenti ambientalisti come quello di Greta Thunberg c’è, anche a livello locale, spiegano il direttore Iusve e il suo vice, Nicola Giacopini e Lorenzo Biagi. Sono gli studenti stessi a porre l’accento su certi temi e la rete con altre realtà è importante per cambiare lo stato delle cose. Nella formazione sono stati lanciati un corso di “Ecologia integrale”, uno di “Creative green fashion lab”, un corso di alta formazione e una borsa di studio sul tema ecologico.

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“I giovani sono sismografi e sentinelle del loro tempo”: Famiglia Cristiana intervista don Rossano Sala

Pubblichiamo l’intervista di Famiglia Cristiana a don Rossano Sala, autore del libro “Intorno al fuoco vivo del Sinodo” (Elledici), di cui è stato segretario speciale. L’articolo è a firma di Antonio Sanfrancesco.

“I giovani sono sismografi e sentinelle del loro tempo. E oggi siamo di fronte ad un grande passaggio ecclesiale che ci sta portando verso una “fede di convinzione”. Non si tratta di trovare responsabili o di incolpare qualcuno, ma di entrare con fiducia e coraggio in una nuova epoca”.

Don Rossano Sala, salesiano, docente di Teologia Pastorale e pastorale giovanile alla Pontificia Università Salesiana di Roma, ha racconto nel libro Intorno al fuoco vivo del Sinodo (Elledici, pp. 608, con un invito alla lettura di papa Francesco), uscito di recente, la sua esperienza di segretario speciale del Sinodo dei giovani del 2018.

È ancora vivo quel fuoco? E come si trasmette?
«Utilizzo due immagini evangeliche per rispondere. La prima è quella del fuoco, che rimanda alla parola di Gesù quando dice di “essere venuto a portare il fuoco sulla terra”. Il Sinodo ha cercato di riaccendere nel cuore della Chiesa questo affetto profondo per le giovani generazioni. Questo fuoco si trasmette nel momento in cui lo si è ricevuto da Dio, in quanto l’ evangelizzazione è l’ irradiazione della rivelazione di Dio. E c’ è un unico modo per irradiare: essere luminosi! L’ altra immagine è quella del seminatore perché il Sinodo è stato una grande semina. Nella parabola si vede molto bene che il seminatore è molto generoso, perché semina dappertutto, e disinteressato, perché affida con fiducia il seme alla terra. Fuor di metafora, il Sinodo è ora affidato alle chiese locali, alle diocesi. Tocca a loro far germogliare e fruttificare i tanti semi che sono stati gettati».

Lei ha affrontato il tema del Sinodo, e dei suoi frutti, con lo “schema” delle costellazioni. Perché?
«Penso alla pastorale giovanile come un “campo di ricerca e di azione” piuttosto che a una disciplina specifica o a un’ azione puntuale. Le costellazioni sono un’ immagine bella per dire questo, perché hanno una loro singolarità, ma insieme formano un unico cielo stellato. Ne ho identificate cinque: la prima legata ai nostri modelli teologici e antropologici; la seconda ruota intorno ai temi dell’ accompagnamento, dell’ annuncio e del discernimento vocazionale; la quarta approfondisce i temi dell’ educazione, della scuola e dell’ università; la quinta è più direttamente “salesiana”, perché si riferisce a don Bosco, all’ oratorio e alla famiglia. La terza, “Giovani, Chiesa e Sinodo”, sta al centro del libro, perché lì ci stanno gli otto contributi più specifici che vengono dal percorso sinodale».

Scarsa frequenza, disaffezione, pochi sacramenti. Perché alla Chiesa di oggi mancano i giovani? Di chi è la responsabilità?
«I giovani sono sismografi e sentinelle del loro tempo. Sono i più sensibili ai cambiamenti d’ epoca. E oggi siamo di fronte ad un grande passaggio ecclesiale che ci sta portando da una “fede di tradizione” verso una “fede di convinzione”. Non si tratta di trovare responsabili o di incolpare qualcuno, ma di entrare con fiducia e coraggio in una nuova epoca della vita di fede. Nel 1969 il giovane teologo Joseph Ratzinger affermava profeticamente che la Chiesa del futuro “diventerà più piccola, dovrà ricominciare tutto da capo. Essa non potrà più riempire molti degli edifici che aveva eretto nel periodo della congiuntura alta. Essa, oltre che perdere degli aderenti numericamente, perderà anche molti dei suoi privilegi nella società. Essa si presenterà in modo molto più accentuato di un tempo come la comunità della libera volontà, cui si può accedere solo per il tramite di una decisione”. Ecco cosa sta avvenendo: dobbiamo farcene una ragione ed entrare nel migliore dei modi in questo nuovo scenario».

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Il Papa ai Micheliti: un Giubileo accanto ai minori poveri o schiavi di dipendenze

Il messaggio di Papa Francesco per il prossimo centenario dell’approvazione canonica della Congregazione di San Michele Arcangelo, fondata dal sacerdote polacco Bronislao Markiewicz, discepolo di san Giovanni Bosco. Di seguito l’estratto dell’articolo pubblicato su Vatican News il 27 settembre  a cura di Alessandro Di Bussolo.

Non stancatevi di “mettervi in ascolto del ‘grido’ che i bambini e i giovani indifesi portano impresso nei loro occhi, diventando per essi portatori di speranza e di futuro”. Continuate a toccare “la miseria umana”, “la carne sofferente degli altri”, come chiede Gesù, altri che sono i minori poveri, orfani e abbandonati, ma anche i giovani “schiavi dei moderni condizionamenti e dipendenze”. E continuate la vostra pastorale “attraverso la parola stampata” e i nuovi media, che raggiungendo molti, possono generare “frutti di bene nelle menti e nelle coscienze della gente”.

L’ eredità del fondatore, il beato Bronislao Markiewicz

Sono gli inviti e i consigli che Papa Francesco rivolge ai consacrati della Congregazione di San Michele Arcangelo, conosciuti come Micheliti, in occasione dell’avvio del’ Anno Giubilare per il centenario dell’approvazione canonica dell’istituto religioso, fondato in Polonia dal beato Bronislao Markiewicz, discepolo e confratello di san Giovanni Bosco. Nel messaggio al superiore generale, padre Dariusz Wilk, il Papa ricorda che il granello di senape che la Provvidenza divina ha piantato nella vita di don Bronislao, lo zelante sacerdote della diocesi di Przemyśl, l’ha coltivato, prima di tutto, mediante “l’esperienza di vita religiosa nella Congregazione Salesiana e nell’amabile rapporto diretto con san Giovanni Bosco”.

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“Intorno al fuoco vivo del Sinodo”, il libro di don Rossano Sala su L’Osservatore Romano

Sull’edizione del 5 settembre de L’Osservatore Romano è uscita la presentazione dell’ultimo libro di don Rossano Sala, “Pastorale giovanile 2. Intorno al fuoco vivo del Sinodo. Educare alla vita buona del Vangelo» (Torino, Elledici, 2020, pagine 608, euro 28). Il quotidiano della Santa Sede ne riporta l’invito alla lettura di Papa Francesco, e stralci dell’introduzione – a firma di don Rossano Sala – e della parte conclusiva scritta da Padre Giacomo Costa, SJ.

“Intorno al fuoco vivo del Sinodo. Educare ancora alla vita buona del Vangelo”: il nuovo libro di don Rossano Sala

“Pastorale giovanile 2. INTORNO AL FUOCO VIVO DEL SINODO. Educare ancora alla vita buona del Vangelo”: è questo il titolo del nuovo libro di don Rossano Sala, con l’invito alla lettura di Papa Francesco. Al centro del testo, il cammino del Sinodo sui giovani in forma approfondita e scientifica: da oggi è disponibile in tutte le librerie.

Il libro è composto di 32 contributi distinti in cinque significative “costellazioni”:
1) Antropologia, teologia e pastorale;
2) Accompagnamento, annuncio e animazione vocazionale;
3) Giovani, Chiesa e Sinodo;
4) Educazione, scuola e università;
5) Don Bosco, famiglia e oratorio.
Al termine del decennio dedicato dalla CEI a “Educare alla vita buona del Vangelo” (2010-2020) il testo si propone di tenere desto l’impegno educativo e pastorale della Chiesa a favore di tutti i giovani, nessuno escluso.

Qui sotto ne pubblichiamo un estratto composto da:

Invito alla lettura
L’INTELLIGENZA E IL DISCERNIMENTO, IL SINODO E L’EDUCAZIONE
di Papa Francesco

Introduzione
CINQUE COSTELLAZIONI CHE ORIENTANO IL CAMMINO
di Rossano Sala

Rilancio del cammino
VERSO UNA “ECOLOGIA INTEGRALE”
di Giacomo Costa

Indice

 

Don Bosco Green Alliance lancia la campagna “Ripensa, riconnetti, rinnova”

Il 5 giugno scorso si è celebrata la Giornata Mondiale dell’Ambiente, festività proclamata nel 1972 dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite in occasione dell’istituzione del Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente.

Don Bosco Green Alliance” (DBGA) per l’occasione ha lanciato una campagna dal titolo “Ripensa, riconnetti, rinnova”, da realizzarsi per tutto l’Anno della Laudato Si’ indetto da Papa Francesco.

Attraverso questa campagna verranno proposte una serie di attività per riconnettersi con la natura, soprattutto nelle opere salesiane e negli ambienti circostanti. Il ripensamento e la ri-connessione proposte dalla DBGA mirano ad ispirare ad un rinnovamento dello stile di vita, per garantire un futuro più sano e più felice.

La campagna invita tutti i membri dell’alleanza a ripensare le priorità, le scelte e gli stili di vita.

Il Rettor Maggiore, Don Ángel Fernández Artime, riferendosi alla pandemia, ha invocato proprio tale rinnovamento:

“Spero che impareremo qualcosa da tutto questo. Per esempio, torneremo a uno stile di vita frenetico o potremo avere un ritmo e spazi più umani? Vogliamo recuperare il tempo perduto nel consumismo o impareremo che è possibile vivere felicemente con l’essenziale? Continueremo sfrenatamente nella corsa ad inquinare il pianeta o gli daremo una tregua? Dopo questa pandemia, un’indifferenza ecologica come quella che continuiamo a vedere nei vertici climatici non è più possibile”.

Tutti i membri dell’alleanza sono incoraggiati ad assumersi degli impegni su come vivere concretamente una vita più ecologica.

donboscogreen.org