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CS – Istituto Internazionale Edoardo Agnelli: Il Rettor Maggiore visita e benedice i nuovi laboratori

Il Comunicato Stampa dell’Istituto Internazionale Edoardo Agnelli di Torino relativo all’inaugurazione dei nuovi laboratori parte del progetto di rinnovamento “Insieme Costruiamo Futuro”, al quale parteciperà il Rettor Maggiore dei Salesiani don Ángel Fernández Artime.

– Comunicato Stampa –

Progetto #InsiemeCostruiamoFuturo

Il Rettor Maggiore dei Salesiani visita e benedice

i nuovi laboratori dell’Istituto Edoardo Agnelli

Sabato 11 settembre 2021

A pochi giorni dalla ripresa della scuola dopo la pausa estiva, e terminati i lavori dell’ambizioso progetto di rinnovamento “Insieme Costruiamo Futuro”, in occasione dell’inaugurazione dei nuovi laboratori di meccatronica, elettronica, informatica ed energia, l’Istituto Agnelli è lieto di annunciare la presenza del Rettor Maggiore dei Salesiani don Ángel Fernández Artime.

Sabato 11 settembre alle ore 17.00, accolto dal Direttore dell’Istituto Don Claudio Belfiore, dalla famiglia salesiana, dai laici corresponsabili, dai genitori e dai giovani, il Rettor Maggiore taglierà il nastro e benedirà le nuove aule dell’Istituto Tecnico Tecnologico, frutto di un’innovativa riqualificazione edilizia e riorganizzazione didattica.

Alla conferenza di presentazione prenderanno inoltre parte:

  • la Fondazione Agnelli,
  • i consulenti che hanno progettato i laboratori: lo Studio Tavella Marco, il perito Mauro Racca e l’ing. Alessandro Apolloni
  • le ditte costruttrici: la D’Engineering di Marco D’Elia e la IET di Alessandro Marchesi
  • i rappresentanti delle aziende partner dei progetti di formazione e lavoro che collaborano abitualmente con l’Istituto Tecnico
  • il presidente di Missioni Don Bosco, con cui l’Edoardo Agnelli collabora da diversi anni
  • i docenti e gli studenti dell’Istituto Tecnico

    La cerimonia di inaugurazione si svolgerà in presenza nel rispetto delle normative covid vigenti, pertanto gli accessi saranno contingentati. Sarà possibile seguire l’evento in diretta attraverso il canale facebook dell’Istituto.

Insieme costruiamo futuro” è il progetto di innovazione e potenziamento dell’ITT che l’Edoardo Agnelli ha lanciato nell’aprile 2021.

In tempo di pandemia e di tanto parlare su importanza e investimenti per la Scuola, l’Istituto salesiano che da più di 80 anni si trova a Torino Mirafiori Nord ha deciso di agire, con un intervento innovativo e di notevole impatto ambientale e didattico.

«Noi crediamo nei giovani, crediamo nella Scuola, crediamo negli studenti. E investiamo», così si esprime il direttore dell’Edoardo Agnelli, don Claudio Belfiore. «In due anni abbiamo dato fondo alle nostre casse, riqualificando e migliorando le aule e i laboratori dell’Istituto Tecnico. Sono luoghi in cui i nostri studenti imparano, apprendono, sperimentano, vivono. E devono essere ambienti belli, sicuri, innovativi, che guardano al futuro. Questi giovani, segnati dalla pandemia, ma non ad essa sottomessi, meritano questi investimenti, hanno diritto di ricevere di più».

A coronamento di questi lavori, iniziati il 24 maggio 2021 e completati in tempo record il 31 agosto 2021, la presenza del Rettor Maggiore dei Salesiani, don Ángel Fernández Artime, rappresenta un momento unico e di grande valore per tutta la Comunità.

Superiore Maggiore dei Salesiani, decimo successore di Don Bosco, è il Padre della Famiglia Salesiana nel Mondo. La sua visita, breve per i numerosi impegni e pertanto intrisa di attesa, è testimonianza concreta del valore e dell’importanza di questo momento e dei lavori attuati dall’Istituto salesiano.

La compresenza del Rettor Maggiore e della Fondazione Agnelli, che ha dato un apporto ai lavori di questa estate con un contributo, si ricollega idealmente a quanto avvenuto nel 1938, quando il Senatore Giovanni Agnelli, fondatore della FIAT, e don Pietro Ricaldone, allora Rettor Maggiore dei Salesiani, posero la prima pietra, che fu l’inizio dell’Istituto Edoardo Agnelli.

Allora come oggi il senso e l’orizzonte verso cui ci si intende muovere è il medesimo: «Formare buoni cristiani e onesti cittadini», ribadisce con vigore don Ángel Fernández Artime, «così come ci ha insegnato Don Bosco: li prepariamo ad essere ottimi operai, periti competenti, professionisti appassionati e innovativi. E Perché questo sia vero e permanente, è importante che il cuore dei giovani, le loro mani, la loro intelligenza siano mossi dalla speranza, che non è illusione, non è semplice ottimismo, non vive di slogan e frasi ad effetto, ma si nutre di fiducia, di relazioni, di collaborazione, di sacrificio e di amicizia don Dio».

Alle 18 il Rettor Maggiore presiederà la Santa Messa, che verrà celebrata nei cortili dell’Istituto per garantire il distanziamento. Sarà possibile seguire la diretta streaming sul canale youtube dell’Istituto Internazionale Edoardo Agnelli, rilanciata sui propri canali social.

Ufficio Comunicazione dell’Edoardo Agnelli

Michele Dettoni

Telefono: 011-6198311

Email: ufficiostampa@istitutoagnelli.it                                                                                                                                                                                                                                                                                                     

Inaugurazione della mostra temporanea “Lock art” e delle Sale della Famiglia Salesiana

Nel pomeriggio di mercoledì 8 settembre 2021 presso Museo Casa Don Bosco si è svolta l’inaugurazione delle Sale dedicate alla Famiglia Salesiana e della mostra temporanea “Lock art, realizzata in collaborazione con ArtFullFrame: la visione del tempo della pandemia da parte di 15 fotografi di tutto il mondo.

L’inaugurazione ha visto la presenza del Rettor Maggiore dei Salesiani, Don Ángel Fernández Artime; il Direttore Artistico e Capo progetto Lock Art Chiara Candellone Sticca; Don Leonardo Mancini, Ispettore Salesiani Piemonte Valle D’Aosta e Lituania; Don Cristian Besso, Responsabile progetto museologico Museo Casa don Bosco; i fotografi torinesi Claudio Gottardo e Gabriele Zago con loro testimonianza.

A moderare l’incontro di inaugurazione, la dottoressa Stefania De Vita – Direttrice del Museo Casa Don Bosco.

Foto - Inaugurazione Mostra Lock Art e Sale della Famiglia Salesiana

Per l’occasione il Rettor Maggiore ha presentato i nuovi spazi del Museo Casa Don Bosco dedicati alle figure più significative della missione educativa salesiana: i gruppi della Famiglia Salesiana con ciascuno dei Santi/e e Beati/e di riferimento, rappresentati nella loro origine carismatica al fine di trasmettere quel clima di famiglia che don Bosco dedicava ai proprio figli.

Oggi è il giorno nel quale possiamo dire che la realtà del Museo Casa Don Bosco finisce tutti i suoi lavori e impegni. Mancava infatti una parte molto importante, ovvero quella di mostrare la vita e la realtà di tanti che hanno preso il carisma di Don Bosco e lo hanno trasmesso in tutto il mondo. Siamo riusciti dopo 11 mesi a riempire le due stanze dedicate alla Famiglia Salesiana di una grande significatività.

Don Ángel Fernández Artime

Al termine dell’evento, i partecipanti hanno potuto effettuare il tour della mostra e la visita dei nuovi ambienti del Museo.

RIVIVI L’EVENTO:

Mostra Lock Art
Articolo Museo Casa Don Bosco

Italia – Don Tadeusz Rozmus insediato come nuovo Direttore della casa di Castel Gandolfo, dipendente dal Rettor Maggiore

Dall’agenzia salesiana ANS.

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(ANS – Castel Gandolfo) – È stato direttamente il Rettor Maggiore, Don Ángel Fernández Artime, a presiedere, durante i vespri di mercoledì 1° settembre, l’insediamento del nuovo Direttore dell’opera e della comunità salesiana di Castel Gandolfo, nella persona di don Tadeusz Rozmus, già Consigliere per la Regione Europa Centro e Nord, nel sessennio (2014–2020). E questo perché, a seguito della decisione presa col consenso del Consiglio Generale, l’opera salesiana di Castel Gandolfo è stata incorporata tra le comunità del Rettor Maggiore (RMG), per le quali egli è direttamente responsabile.

Questo insediamento segna pertanto anche il cambio di Ispettoria della comunità di Castel Gandolfo, perché dopo molti anni di cura pastorale da parte Circoscrizione Italia Centrale (ICC), e precedentemente dell’Ispettoria Romana (IRO), la comunità con tutte le sue attività pastorali è passata direttamente sotto il coordinamento delle comunità RMG, per permetter una maggiore e migliore organizzazione di tutte le case che svolgono la loro attività con la Santa Sede: la comunità del Vaticano, la comunità delle catacombe di San Callisto ed ora anche la parrocchia pontificia di Castelgandolfo.

L’atto dell’insediamento si è svolto durante nella Chiesa Pontificia “San Tommaso da Villanova” a Castel Gandolfo, presieduto come detto dal Rettor Maggiore, Don Ángel Fernández Artime, e accompagnato da diversi altri salesiani, tra cui il Vicario del Rettor Maggiore, don Stefano Martoglio, il Superiore della Circoscrizione Italia Centrale (ICC) don Stefano Aspettati, il Direttore della Comunità della Sede Centrale Salesiana, don Jean-Claude Ngoy Wa Kayumba, e altri religiosi delle comunità salesiane.

Prossimamente è previsto l’ingresso di don Rosmuz anche come parroco della parrocchia pontificia di Castel Gandolfo.

Don Tadeusz Rozmus è presente in Italia dal 2006 quando, dopo il suo sessennio come Ispettore di Cracovia (PLS), venne chiamato a Roma dall’allora Rettor Maggiore, Don Pascual Chávez, come Direttore dell’opera salesiana di San Callisto. Successivamente è stato Direttore dell’opera di Perugia e per alcuni anni ha lavorato anche nella Congregazione vaticana per il Clero. Il CG27 lo ha eletto come membro del Consiglio Generale responsabile per la Regione Europa Centro e Nord (2014-2020).

Nell’occasione il Rettor Maggiore ha speso delle parole di ringraziamento anche verso il Direttore uscente, don Enzo Policari, sottolineandone la sua grande generosità ed esperienza come Direttore e Parroco delle comunità salesiane – Roma-Don Bosco, Roma-Borgo Ragazzi Don Bosco, Roma-Sacro Cuore, Civitavecchia e infine Castel Gandolfo – e verso don Aspettati e verso tutti i salesiani che in questi anni hanno lavorato con grande dedizione al servizio di questa parrocchia pontifica.

La celebrazione è stata completata da un momento di condivisione e fraternità.

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Torino Agnelli – Visita del Rettor Maggiore

Sabato 11 settembre 2021, in occasione dell’inaugurazione dei nuovi ambienti dell’Istituto Tecnico, il Rettor Maggiore dei Salesiani don Ángel Fernández Artime verrà in visita ed inaugurerà di persona le nuove sale. Ecco tutto il programma pubblicato sul sito ufficiale della casa salesiana di Torino agnelli.it e le parole di don Claudio Belfiore, direttore dell’opera.

Un caro saluto a voi, genitori, allievi e docenti!

Sono felicissimo di darvi ufficialmente la notizia della visita del Rettor Maggiore dei Salesiani alla nostra Casa. Don Angel è il successore di Don Bosco. A lui guarda tutta la Famiglia Salesiana nel mondo e da lui si lascia ispirare e guidare.

Verrà da noi per poche ore, una breve ma graditissima visita, sabato 11 settembre 2021. In allegato vi mando la locandina con il programma.

Purtroppo le norme sanitarie e la prudenza ci obbligano a dover limitare le adesioni. Per partecipare alla Messa è obbligatorio FARE RICHIESTA di INVITO, utilizzando l’apposito modulo google inviato tramite il registro elettronico, e attendere l’accettazione della richiesta, perché dovremo fare in modo che siano rappresentati tutti gli ambienti dell’Agnelli (scuole, cfp, parrocchia, oratorio, housing, famiglia salesiana, ospiti, autorità).

Faremo in modo che sia possibile seguire la Messa in diretta streaming sul canale youtube dell’Istituto Internazionale Edoardo Agnelli, rilanciato sui canali social. Dopo l’inaugurazione ufficiale degli ambienti rinnovati realizzeremo anche una “ripresa video social” dei laboratori e delle aule dell’ITT.

Chi è interessato e può partecipare alla Messa (massimo 1000 persone), è pregato di compilare il modulo entro venerdì 3 settembre, per darci la possibilità di organizzarci. Invece l’inaugurazione e la cena sono riservati a un gruppo ancora più ristretto, sempre per motivi di sicurezza.

Vi ringrazio per la comprensione e la disponibilità.

don Claudio Belfiore

Direttore

Agnelli.it
Scarica la locandina

RMG – Seminario sulla centralità dell’Eucarestia nel carisma salesiano

Nelle giornate tra il 25 e il 27 luglio, 18 salesiani si sono incontrati, presso l’opera “San Tarcisio” a Roma, per un seminario di approfondimento sulla centralità dell’Eucaristia nel carisma salesiano a partire dagli scritti e dalla testimonianza della Serva di Dio Vera Grita, Salesiana Cooperatrice. Di seguito si riporta la notizia pubblicata su “INFO ANS“.

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(ANS – Roma) – Dal 25 al 27 luglio, presso l’opera “San Tarcisio” a Roma, 18 salesiani si sono incontrati per un seminario di approfondimento sulla centralità dell’Eucaristia nel carisma salesiano a partire dagli scritti e dalla testimonianza della Serva di Dio Vera Grita, Salesiana Cooperatrice. L’incontro, coordinato da don Pierluigi Cameroni, Postulatore Generale delle Cause dei Santi della Famiglia Salesiana, ha concluso l’iniziativa online di approfondimento del Capitolo Generale 28° della Congregazione sul “sacramento salesiano della presenza”, organizzata dal Centro Studi “Opera dei Tabernacoli Viventi” e dalla Conferenza delle Ispettorie Salesiane d’Italia (CISI) settore Formazione. Il tema sviluppato ha messo a fuoco la centralità dell’unione con Dio, attraverso la presenza permanente di Gesù, nello stare gratuitamente in mezzo ai giovani.

Don Silvio Roggia, del Dicastero della Formazione, ha richiamato le profonde radici salesiane: San Francesco di Sales e don Bosco: “C’è una vera comunione dei santi dentro l’arte educativa e spirituale di Don Bosco, che non spunta dal nulla, ma si nutre di radici profonde, opera dello Spirito nella storia della Chiesa che lo ha preceduto. Non è né un’addizione, né una replica: è piuttosto un nuovo fiorire e dare frutto che si alimenta di quel lavoro dello Spirito che ha vivificato la Chiesa”.

Maria Rita Scrimieri, Coordinatrice del Centro Studi Opera dei Tabernacoli Viventi, ha presentato la vita e il messaggio eucaristico di Vera Grita, evidenziando la chiamata e il mandato rivolto in prima istanza ai Salesiani.

Don Roberto Carelli, docente di Teologia presso l’Istituto Internazionale di Torino-Crocetta, ha sviluppato la testimonianza mistica e missionaria di Vera Grita: “Gesù vuole essere adorato da chi è più vicino e avvicinato a chi è più lontano! Vuole farci passare dalla riposizione eucaristica all’esposizione eucaristica, dall’adorazione alla missione! Dalla realtà alla presenza, dalla presenza alla permanenza, dalla permanenza alla prossimità, cioè dalla carità cristiana alla carità stessa di Cristo!”.

L’Eucaristia non è solo un rito, non è neanche soltanto il momento centrale della giornata – ha sottolineato Don Pascual Chávez nell’omelia della Messa conclusiva -. L’Eucaristia è una persona, il Signore Gesù morto, risorto e atteso che desidera in noi, con noi e attraverso di noi salesiani trasformare innanzi tutto la nostra vita per raggiungere i giovani nei loro bisogni più profondi ed essere nel mondo veri tabernacoli viventi, come lo è stato Don Bosco”.

Il Rettor Maggiore, Don Ángel Fernández Artime, ha voluto incontrare personalmente i partecipanti al seminario nella Sede Centrale evidenziando la sua gioia nel vedere dei salesiani che si danno del tempo per approfondire un messaggio centrale per la generatività del carisma: l’essere presenza eucaristica per i giovani, e non solo, attraverso la mediazione materna di Maria Ausiliatrice. “Vedervi e sapere che siete stati insieme per fare questa riflessione anche alla luce di San Francesco di Sales, di Don Bosco, mettendo al centro l’Eucaristia e l’esperienza eucaristica di Vera Grita, tutto questo mi dice che crediamo che Dio è il Signore di tutto e che accompagna la storia… Grazie per quest’iniziativa! Vedervi insieme mi sembra un dono molto prezioso, perché emerge ciò che è essenziale e che dà più profondità al nostro carisma”.

L’Eucarestia celebrata presso le catacombe di San Callisto, il pellegrinaggio alla Scala Santa e la sosta alla Basilica del Sacro Cuore hanno impreziosito l’incontro con la visita a luoghi cari alla fede e alla storia salesiana.

Museo Casa Don Bosco: Uno spazio dedicato ai Santi e Beati della Famiglia Salesiana

Il Museo Casa Don Bosco, nel cuore di Torino Valdocco, giunge al termine dei lavori di allestimento e delle ultime sale dedicate alle figure più significative della missione educativa salesiana: i gruppi della Famiglia Salesiana con ciascuno dei Santi/e e Beati/e di riferimento sono così rappresentati nella loro origine carismatica al fine di trasmettere quel clima di famiglia che don Bosco dedicava ai proprio figli.

Nella giornata di mercoledì 8 settembre, in occasione dell’inaugurazione della mostra temporanea LockArt, sarà lo stesso Don Ángel Fernández Artime, X successore di don Bosco, a presentare questi spazi.

Con l’apertura di questi nuovi spazi il percorso di allestimento del Museo Casa Don Bosco giunge al termine. Chiunque abbia incontrato nella propria vita il Santo dei Giovani può ritrovare qui lo spirito originario di Valdocco che ha attraversato i secoli e le nazioni dando forma a nuove esperienze del carisma stesso.

Al visitatore, attraverso la proposta degli itinerari museali, l’accompagnamento delle nostre guide e gli eventi che costantemente organizziamo e che intendono creare quel ponte sottile tra passato e futuro, desideriamo offrire la possibilità di tornare a “rubare il cuore di don Bosco” per tenerne vivo il battito là dove egli vive.

Stefania De Vita – Direttrice Museo Casa Don Bosco

Scopri la mostra LockArt

Fraternità e gratitudine: i Consigli Generali FMA e SDB si sono ritrovati insieme per un incontro fraterno – Info ANS

Nella giornata di mercoledì 21 luglio 2021, presso la Casa Generalizia delle Figlie di Maria Ausiliatrice a Roma (RCG), si sono ritrovati i membri dei Consigli Generali FMA e SDB. Un momento di fraternità e di conoscenza reciproca alla vigilia della celebrazione del 24° Capitolo generale delle Figlie di Maria Ausiliatrice. Di seguito l’articolo pubblicato su “Info ANS“.

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(ANS – Roma) – Ieri, 21 luglio 2021, presso la Casa Generalizia delle Figlie di Maria Ausiliatrice a Roma (RCG), si sono ritrovati insieme i membri dei Consigli Generali FMA e SDB. Era la prima volta dopo il Capitolo generale dei Salesiani terminato nel marzo 2020. Un momento di fraternità e di conoscenza reciproca alla vigilia della celebrazione del 24° Capitolo generale delle Figlie di Maria Ausiliatrice.

È stata effettivamente un’esperienza di famiglia. Lo si è avvertito in molti segni: dalla festosità dell’accoglienza, alla Celebrazione dell’Eucaristia con i due Consigli uniti, al tempo della cena insieme, ai vari saluti e doni scambiati.

L’Eucaristia, presieduta dal Rettor Maggiore Don Ángel Fernández Artime, concelebrata da tutti i Confratelli e animata dalle Consigliere, offerta per il CG XXIV delle FMA; ha permesso di esprimere reciprocamente il grazie per il dono della comunione e della fraternità, caratteristiche della spiritualità salesiana.

Il Rettor Maggiore nell’omelia ha invitato a riflettere sul fatto che tutta la storia della salvezza si gioca sulla fede:

«Tutti i giorni vediamo i frutti di vita delle nostre realtà, segno che Dio opera miracoli di salvezza, di trasformazione e di conversione. Il vero rinnovamento dell’Istituto e della Congregazione dipende dalla fede e dalla nostra conversione nella fede. È la fede autentica che rigenera la nostra missione con i giovani. “Signore aumenta la nostra fede”! La Celebrazione del Capitolo sarà un’esperienza di Spirito Santo, e sarà la nostra fede a farci ripetere: “Signore, si compia in me tutto ciò che tu vuoi”. Quando lasciamo a Dio di essere Dio allora viviamo nella fede, nella gioia e nella speranza».

Momenti belli della serata sono stati la cena insieme, la presentazione reciproca, il canto a Madre Mazzarello, composto ed eseguito da don Gildasio Dos Santos Mendes, Consigliere per la Comunicazione sociale, la “buona notte” del Rettor Maggiore e le sue espressioni di fraternità verso la Madre e l’Istituto FMA che si sta preparando al Capitolo generale. Ha anche dato aggiornamenti sull’allestimento del “Museo Casa Don Bosco” di Torino, che sarà arricchito da documentazioni significative su tutti i gruppi della Famiglia Salesiana e su ognuno dei Santi/e e Beati/e che sono il volto più bello della grande Famiglia Salesiana. La serata si è conclusa con lo scambio dei doni e le parole della Madre che ha ringraziato per il cammino vissuto insieme in sinodalità augurando che possa continuare come segno di comunione della Congregazione dei Salesiani di Don Bosco e dell’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice, uniti dallo stesso carisma, dono per i giovani e le giovani di tutto il mondo.

Info ANS

RMG – Presentazione del tema della Strenna 2022: «Fate tutto per amore, nulla per forza» (S. Francesco di Sales)

Dal sito dell’agenzia ANS, il Rettor Maggiore Don Ángel Fernández Artime ha lanciato il tema della Strenna 2022.

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(ANS – Roma) – Cari Fratelli, Sorelle e Amici, solo sei mesi fa abbiamo consegnato alle Figlie di Maria Ausiliatrice – com’è nostra tradizione fin dai tempi di Don Bosco – e a tutta la Famiglia Salesiana, la Strenna del nuovo anno.

Sei mesi dopo, dunque, mi è stato chiesto di anticipare quello che potrebbe essere il tema orientativo del nuovo anno 2022, come domandano i diversi ritmi degli emisferi dove si trovano le presenze salesiane. Lo faccio volentieri nella speranza che possa essere d’aiuto.

Evidentemente il 2022, anno durante il quale celebreremo il IV centenario dell’anniversario della sua morte, il tema non potrà essere che quello della Spiritualità di San Francesco di Sales , sorgente dello spirito salesiano di Don Bosco, a cui il nostro padre e fondatore si abbeverava e che contemplava in ogni momento, soprattutto quando si trattava di definire lo stile educativo ed evangelizzatore – per dirlo con il nostro linguaggio – dell’incipiente Congregazione Salesiana: «Ci chiameremo Salesiani» .

Sappiamo che Don Bosco rimase profondamente colpito dalla straordinaria figura di questo Santo. Era per lui un’autentica ispirazione, soprattutto perché era un vero pastore, un maestro di carità, un instancabile lavoratore per la salvezza delle anime.

Da giovane seminarista, Giovanni Bosco prese questa risoluzione prima della sua ordinazione sacerdotale: «La carità e la dolcezza di San Francesco di Sales mi guidino in ogni momento». E nelle Memorie dell’Oratorio Don Bosco dichiara: «[L’oratorio] cominciò a chiamarsi di San Francesco di Sales […] perché [per] la parte di quel nostro ministero esigendo grande calma e mansuetudine, ci eravamo messi sotto alla protezione di questo santo, affinché ci ottenesse da Dio la grazia di poterlo imitare nella sua straordinaria mansuetudine e nel guadagno delle anime» .

Naturalmente la Strenna di quest’anno costituirà anche una splendida opportunità per riconoscersi e ritrovarsi nella spiritualità di San Francesco di Sales e per apprezzare ancora di più le magnifiche caratteristiche dello spirito salesiano di Don Bosco, così come i preziosi valori della spiritualità giovanile salesiana. Senza dubbio ci vedremo riflessi in loro e ci sentiremo chiamati ad essere oggi “più salesiani” nella nostra Famiglia Salesiana, cioè più pieni dello spirito di San Francesco di Sales, spirito che impregna la nostra salesianità come Famiglia di Don Bosco.

Essere completamente di Dio, vivendo in pienezza la presenza nel mondo

Questa è probabilmente la proposta più “rivoluzionaria” di San Francesco di Sales. Lo ha espresso con la consueta profondità e bellezza il Papa emerito Benedetto XVI quando ha detto che il grande invito che San Francesco di Sales rivolge ai cristiani è quello di «essere completamente di Dio, vivendo in pienezza la presenza nel mondo e i compiti del proprio stato. “La mia intenzione è di istruire quelli che vivono nelle città, nello stato coniugale, a corte […]” (Prefazione alla Introduzione alla vita devota). Il Documento con cui Papa Pio IX, più di due secoli dopo, lo proclamerà Dottore della Chiesa insisterà su questo allargamento della chiamata alla perfezione, alla santità. Vi è scritto: “[la vera pietà] è penetrata fino al trono dei re, nella tenda dei capi degli eserciti, nel pretorio dei giudici, negli uffici, nelle botteghe e addirittura nelle capanne dei pastori […]” (Breve Dives in misericordia, 16 novembre 1877). Nasceva così quell’appello ai laici, quella cura per la consacrazione delle cose temporali e per la santificazione del quotidiano su cui insisteranno il Concilio Vaticano II e la spiritualità del nostro tempo. Si manifestava l’ideale di un’umanità riconciliata, nella sintonia fra azione nel mondo e preghiera, fra condizione secolare e ricerca di perfezione, con l’aiuto della Grazia di Dio che permea l’umano e, senza distruggerlo, lo purifica, innalzandolo alle altezze divine» .

Certamente incontriamo la fonte di questa spiritualità in tanti gesti e parole di nostro Signore nel Vangelo e nella semplicità della proposta di Don Bosco fatta ai suoi ragazzi, con il linguaggio e nel contesto ecclesiale del XIX secolo.

Allora, come non essere attenti affinché sia anche per noi la fonte di ispirazione e la proposta pastorale e spirituale per il nostro oggi?

La centralità del cuore

Durante la sua formazione a Parigi ciò che fa scattare in Francesco la sua conversione è la lettura approfondita del Cantico dei cantici, sotto la guida di un padre benedettino.

È per lui una luce che colora tutta la sua percezione sia di Dio sia della vita umana, sia del cammino individuale sia delle relazioni con qualunque altra persona.

Anche nel simbolo che sceglie per la Visitazione si coglie quanto il cuore sia il segno più parlante di tutta la sua eredità umana e spirituale: un cuore trapassato da due frecce: l’amore di Dio e l’amore del prossimo, a cui sarebbero corrisposti anche i due trattati che condensano tutto il suo pensiero e insegnamento. Il primo – Il trattato dell’amore di Dio – è frutto della sua paziente opera di formazione al primo gruppo di Visitandine: sono le conferenze redatte e riedite in forma di volume. È anche la base della formazione di Maria Margherita Alacoque che, 51 anni dopo la morte Francesco, ha le rivelazioni da cui si apre la strada nella Chiesa alla devozione al Sacro Cuore di Gesù.

Dell’altro trattato, quello sull’amore del prossimo, è rimasto solo l’indice, a causa della prematura morte di Francesco il 28 dicembre 1622, a 55 anni di età.

L’umanesimo di Francesco, il suo desiderio e la capacità di entrare in dialogo con tutti, il grandissimo valore che dà all’amicizia, così importante per l’accompagnamento personale nel modo con cui lo interpreterà Don Bosco…, tutto si costruisce sulle solide fondamenta del cuore, così come Francesco lo ha vissuto.

Tra provvidenza e amorevolezza

Due riflessi del suo modo di sentire il cuore di Dio e di aprire il suo cuore ai fratelli, intimamente correlati l’uno con l’altro, sono il suo senso della Provvidenza e il suo modo di avvicinare e interagire con ogni persona, ossia la sua proverbiale dolcezza o amorevolezza.

La fiducia nella Provvidenza ha radici che vengono dalla sua formazione parigina e a Padova: la “santa indifferenza”: mi fido senza riserve del cuore di Dio, e questo mi dispone ad abbracciare qualunque dettaglio che la sequenza di eventi e circostanze mi presenta davanti giorno per giorno. Non ho “nulla da chiedere e nulla da rifiutare” rispetto a quanto so essere in ogni caso nelle mani di Dio. Paolo guardava nella stessa direzione quando scrive ai Romani: “Noi sappiamo che tutto concorre al bene, per quelli che amano Dio, per coloro che sono stati chiamati secondo il suo disegno. Poiché quelli che egli da sempre ha conosciuto, li ha anche predestinati a essere conformi all’immagine del Figlio suo, perché egli sia il primogenito tra molti fratelli” (Rm 8, 28-29).

La dolcezza di cuore, prima che di tratto, verso il prossimo, anche quando è scostante è tutt’altro che piacevole come carattere, è un riflesso della stessa fiducia, questa volta nei riguardi del cuore umano, sempre aperto all’azione di Dio e sempre destinato alla pienezza della vita. Dolcezza e amorevolezza sono approcci missionari, volti a facilitare il più possibile in ogni circostanza e situazione questo incontro tra grazia e libertà nel cuore di chi mi sta davanti. Non è soltanto dunque questione di buone maniere.

Se pensiamo al modo in cui Don Bosco ha reinterpretato questa amorevolezza nel suo sistema educativo, si comprende quanto profonde siano le motivazioni a cui si alimenta, esattamente come è avvenuto per San Francesco di Sales.

Il tirocinio della missione nel Chiablese e il Da mihi animas di Don Bosco

La dura esperienza di evangelizzazione nel Chiablese fra il 1593 (discorso da Prevosto) nel 1596 (le Messe di Natale a Thonon) è dove la missione dà il tono concreto a tutta la sua vita. È estremamente difficile (“qui tutti hanno insulti sulle labbra e pietre nelle mani”) ma è una crisi che fa crescere e trasforma anzitutto il missionario, prima ancora che i suoi destinatari.

È anche molto interessante leggere quegli anni come una pedagogia eucaristica. L’Eucaristia visibile, celebrata, con grande concorso di popolo, portata in processione… dopo anni di vuoto (Natale 1596…), è il punto di arrivo di un lungo deserto, dove è lui che vive di eucarestia e se ne fa presenza in modo nascosto, tra la gente prima ostile, e che lui avvicina e si fa amica uno per uno.

Tenendo conto che le nostre presenze salesiane sono nella maggior parte tra non cattolici, questa spiritualità eucaristica diventa profetica: dall’interno del missionario raggiunge con grande pazienza e perseveranza coloro a cui si è mandati, senza rinunciare all’annuncio esplicito, ma sapendo attendere i tempi lunghi di Dio, e non aspettando che i fedeli riempiano la chiesa, ma mescolandosi con il gregge dovunque e comunque esso sia…

E con l’Eucaristia e sulla stessa lunghezza d’onda si collocano la centralità della croce e la fiducia in Maria.

Tutto questo ci parla della passione educativa ed evangelizzatrice di Don Bosco che, alla presenza del Signore nell’Eucaristia e alla forte presenza di Maria nella vita dell’Oratorio, in mezzo ai suoi ragazzi, trovava la forza quotidiana per realizzare il Da mihi animas, cetera tolle.

Ma come comunicare?

Francesco di Sales è patrono dei giornalisti. Vale la pena di cogliere il suo carisma come comunicatore, dove c’è uno splendido accordo tra, da un lato, l’amore e l’interesse per la riflessione, la cultura, l’umanesimo nelle sue espressioni più belle, da promuovere, incoraggiare, armonizzare creando e favorendo il dialogo tra chi è più capace e più ricco in questi campi e, dall’altro lato Francesco di Sales è un maestro di comunicazione per tutti, un grande divulgatore per i mezzi e le condizioni in cui viveva. Basta pensare all’enorme numero di lettere su cui si è condensata una parte sicuramente non secondaria del suo apostolato di vescovo e di Santo.

Anche in questo abbiamo in don Bosco un discepolo che segue lo zelo del maestro, con i nuovi mezzi a sua disposizione (la stampa popolare “di massa”): 318 opere edite di Don Bosco in 40 anni… in media circa una ogni due mesi. E allo stesso tempo è per noi un messaggio di massima attualità e una vera sfida, nel mondo d’oggi dove la comunicazione è al centro della realtà.

Francesco di Sales nel modo di accompagnare i giovani di Don Bosco: i carismi fioriscono e danno frutto l’uno nell’altro.

C’è una vera “comunione dei santi” dentro l’arte educativa e spirituale di Don Bosco, che non nasce dal nulla, ma si nutre di radici profonde, opera dello Spirito nella storia della Chiesa che lo ha preceduto. Non è né un’addizione né una replica: è piuttosto un nuovo fiorire e dare frutto che si alimenta il quel lavoro dello Spirito che ha vivificato la Chiesa con Francesco di Assisi e Ignazio, con Domenico e Teresa d’Avila.

Una bella proposta per l’oggi della Chiesa e senza dubbio della Famiglia Salesiana di Don Bosco è giustamente quella di crescere nell’arte di accompagnare il cammino della fede specialmente di tanti ragazzi, ragazze e giovani del mondo che non conoscono Dio, e che allo stesso tempo hanno fame e sete di lui spesso senza saperlo. È molto “salesiano” sentire e credere veramente che ogni persona ha bisogno di «un amico dell’anima»  in cui trovare consiglio, aiuto, guida e amicizia.

Termino queste sintetiche linee, lungo le quali si potrà sviluppare la Strenna del 2022 per tutta la Famiglia Salesiana di Don Bosco nel mondo, con l’invito che Papa Benedetto XVI ci rivolge alla fine del suo discorso, chiedendoci di seguire in “spirito di libertà” la testimonianza esemplare di San Francesco di Sales, vero esempio di quell’umanesimo cristiano che ci fa sentire che solo in Dio si incontra la soddisfazione del desiderio e della nostalgia che proviamo per Lui: «Cari fratelli e sorelle, in una stagione come la nostra che cerca la libertà, anche con violenza e inquietudine, non deve sfuggire l’attualità di questo grande maestro di spiritualità e di pace, che consegna ai suoi discepoli lo “spirito di libertà”, quella vera, al culmine di un insegnamento affascinante e completo sulla realtà dell’amore. San Francesco di Sales è un testimone esemplare dell’umanesimo cristiano; con il suo stile familiare, con parabole che hanno talora il colpo d’ala della poesia, ricorda che l’uomo porta iscritta nel profondo di sé la nostalgia di Dio e che solo in Lui trova la vera gioia e la sua realizzazione più piena» .

Don Ángel Fernández Artime, SDB, Rettor Maggiore

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Nuove nomine all’Università Pontificia Salesiana – Info ANS

Il Gran Cancelliere dell’UPS, Don Ángel Fernández Artime, ha nominato, per il prossimo triennio 2021–2024, i Decani delle Facoltà di Filosofia, Scienze dell’Educazione e Scienze della Comunicazione sociale dell’Università Pontificia Salesiana: il Rev.do don Mauro Mantovani, il Rev.do don Antonio Dellagiulia e il Rev.do don Fabio Pasqualetti. Di seguito l’articolo pubblicato su “Info ANS“.

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 (ANS – Roma) – Sono stati nominati i Decani delle Facoltà di Filosofia, Scienze dell’Educazione e Scienze della Comunicazione sociale dell’Università Pontificia Salesiana.

Il Gran Cancelliere dell’UPS, Don Ángel Fernández Artime, ha nominato, per il prossimo triennio 2021–2024:

  • Decano della Facoltà di Filosofia, il Rev.do don Mauro Mantovani, Professore Ordinario di Filosofia dell’essere trascendente; il suo mandato decorre dal 1° settembre 2021.

Nato a Moncalieri (Torino) nel 1966, salesiano dal 1986 e sacerdote dal 1994, ha compiuto studi di Filosofia e di Teologia presso l’Università di Roma Tor Vergata (Laurea in Filosofia, 1995), l’Università Pontificia Salesiana (Baccalaureato e Licenza in Filosofia; Baccalaureato in Teologia presso la sezione di Torino e Licenza in Teologia Dogmatica), la Pontificia Università di Salamanca (Dottorato ecclesiastico e civile in Filosofia, 2006) e la Pontificia Università San Tommaso d’Aquino “Angelicum” (Dottorato in Teologia, 2011). Dal 2007 è Professore ordinario di Filosofia teoretica, con ricerche e pubblicazioni riguardanti la teologia filosofica, la filosofia della storia, la propedeutica filosofica e vari temi di confine tra teologia, filosofia e scienza. In modo particolare si occupa di tomismo e della tradizione commentaristica alla Summa Theologiae (specie la q. 2 della I Pars) di Tommaso d’Aquino negli autori della “Seconda Scolastica” e della cosiddetta “Scuola di Salamanca”.

  • Decano della Facoltà di Scienze dell’Educazione, il Rev.do don Antonio Dellagiulia, Professore Straordinario di Psicologia dello sviluppo; il suo mandato decorre dal 19 luglio 2021.

Piemontese, nato a Bra (CN) nel 1972, ha compiuto gli studi Filosofici presso l’Università Pontificia Salesiana di Roma e di Teologia presso la Sezione di Torino-Crocetta. Ha conseguito la Licenza in Psicologia dello Sviluppo e dell’Educazione all’Università Pontifica Salesiana (2005) e la Laurea Magistrale in Psicologia del benessere del ciclo di vita all’Università “La Sapienza” di Roma (2010). Presso il Dipartimento di Scienze del Sistema Nervoso e del Comportamento dell’Università degli Studi di Pavia ha conseguito, nel 2017, il Dottorato di ricerca in Psicologia, Scienze Statistiche e Sanitarie. Psicologo, Psicoterapeuta ad orientamento cognitivo comportamentale, si occupa di Psicologia dello Sviluppo, con particolare riferimento all’età prescolare. La sua area di ricerca primaria è la teoria dell’attaccamento.

  • Decano della Facoltà di Scienze della Comunicazione sociale, il Rev.do don Fabio Pasqualetti, Professore Ordinario di Teorie sociali della comunicazione; il suo secondo mandato decorre dal 19 luglio 2021.

Nato a Verolanuova (Brescia) il 28/09/1959, è Professore Ordinario di Teorie Sociali della Comunicazione presso la Facoltà di Scienze della Comunicazione sociale dell’Università Pontificia Salesiana. Attualmente Decano di Facoltà. Insegna: Sociologia dei media digitali; Comunicazione internazionale e per lo sviluppo; Seminario di dottorato e gestisce il Tirocinio professionale: Internship. Responsabile del coordinamento del settore tecnologico della Facoltà.

Info ANS

Foggia, apre “Casa Giò”. Il Rettor Maggiore: “Ragazzi, è ora di scrivere nella vostra vita una nuova pagina bella”

“Don Bosco si trova bene qui”: è don Gino Cella, direttore della casa salesiana di Foggia ad aprire il convegno “Povertà educativa minorile, riflessioni ed esperienze” che oggi, nell’istituto Sacro Cuore di Foggia, ha dato il via alle attività della nuova Comunità Alloggio “Casa Giò”. La Comunità accoglierà in maniera residenziale dieci adolescenti feriti dai vissuti familiari, ragazzi che hanno bisogno di un recupero educativo, ma anche ragazzi stranieri non accompagnati. La Casa famiglia sarà gestita dall’associazione salesiana “Piccoli Passi Grandi Sogni aps” che in Puglia è presente con altre tre comunità educative per minori nelle case salesiane di Bari, Cisternino e Corigliano D’Otranto ed è stata finanziata dalla Fondazione Don Bosco nel mondo, dalla Casa Generalizia dei Salesiani, da Salesiani per il Sociale APS e da un contributo della Regione Puglia.

“Un’iniziativa come questa accende i riflettori su questi adolescenti: la Chiesa a Foggia deve essere più coraggiosa. Il metodo di Don Bosco è vincente”, ha detto mons. Vincenzo Pelvi, Arcivescovo della Diocesi di Foggia-Bovino.

Rosa Barone, assessore al Welfare della Regione Puglia ha sottolineato la necessità di luoghi sicuri, “in vista del futuro con i risvolti della pandemia. Questa struttura è un luogo aperto, un punto di riferimento nel nome di Don Bosco e dei Salesiani in quartiere come questo”.

“A Foggia ho incrociato tanti ragazzi che oggi non ci sono più, uccisi dalla guerra tra clan. Dobbiamo decidere da che parte stare, i salesiani hanno fatto una scelta coraggiosa”: don Francesco Preite, presidente di Salesiani per il Sociale APS, evidenzia come una struttura come “Casa Giò” permetta ancora di più di non lasciare soli i ragazzi di un quartiere difficile come il Candelaro. “Giovanni Paolo II diceva che se da una parte c’è la criminalità organizzata, dall’altra si deve organizzare la speranza: il territorio ha bisogno di una rete che sostenga queste attività di prevenzione, non c’è più tempo da perdere, soprattutto dopo l’accelerata delle condizioni difficili della pandemia. Le istituzioni – conclude don Francesco Preite – devono sostenere questa rete, fatta dal lavoro congiunto di salesiani e laici”.

“Sono emozionato e felice, in un tempo così difficile in cui stiamo vivendo abbiamo celebrato la speranza, che non deve venire mai meno nemmeno nei tempi più difficili”: le conclusioni della giornata sono affidate a don Angelo Santorsola, superiore dei salesiani dell’Italia Meridionale. “Don Bosco ce lo ha insegnato, è sempre stato un uomo di speranza. Ho sentito interventi pieni di forza, appassionati: da domani ciò che abbiamo detto oggi deve diventare concretezza. Oggi abbiamo respirato una bella boccata di ossigeno che ci fa guardare avanti con gioia: restituire i sogni rubati ai ragazzi che ne hanno diritto. Ha ragione don Gino: Don Bosco si trova proprio bene qui a Foggia, i salesiani  ci stanno, ci mettono la faccia per i giovani più poveri e abbandonati”, ha concluso.

Al termine del convegno è stato trasmesso il docufilm “A piccoli passi, grandi sogni”: lo ha introdotto don Antonio Carbone, presidente di “Piccoli Passi, grandi sogni”, commentando la fotografia fatta dal prof. Andrea Farina, docente di Legislazione minorile e responsabile dell’Osservatorio salesiano sui diritti dei minori, durante la relazione sulla povertà educativa:  “Quando si ascoltano i numeri dell’emergenza educativa appena descritti da Andrea Farina, ciascuno di noi che lavora nel sociale ha davanti agli occhi persone, case, situazioni difficili viste nel corso della vita. Questa comunità alloggio vuole essere un punto dove confrontarsi sul temi della legalità, un luogo di accoglienza per tanti giovani che dovranno essere liberi di scegliere il proprio futuro“.

Nel pomeriggio di sabato 17, invece, il Rettor Maggiore dei Salesiani, Don Ángel Fernández Artime, ha celebrato una Messa e inaugurato i locali della nuova Comunità Alloggio, accompagnato da tre Consiglieri Generali: il Consigliere per la Regione Mediterranea, don Juan Carlos Pérez Godoy, il Consigliere per la Regione Interamerica, don Hugo Orozco e il Consigliere Regionale per l’Europa Centro e Nord, don Roman Jachimowicz. Circa 40 ragazzi e operatori sociali delle 7 case famiglia della IME presenti in Puglia e Campania, gestite dall’associazione “Piccoli passi grandi sogni aps”, hanno raggiunto l’opera di Foggia per conoscere “in carne ed ossa” il Don Bosco di oggi. Nella zona giorno della nuova Comunità Alloggio è avvenuto un incontro sincero, intenso, dai toni familiari.

“In ogni struttura sono accolti circa 8 minori dai trascorsi differenti – ha spiegato don Carbone – Dal 2007 ad oggi ci siamo presi cura di circa 500 minori affidati dai Servizi di Educativa Territoriale e dai Centri di Giustizia Minorile. Siamo contenti di inaugurare una nuova comunità, anche se come salesiani vorremmo che ogni ragazzo potesse vivere il calore della propria famiglia nella sua casa di origine”.

La signora Patrizia, in rappresentanza degli operatori sociali delle comunità che anche nel periodo più duro del lockdown hanno continuato ad essere al fianco di ogni minore affidato, ha sottolineato: “Quello che abbiamo ricevuto, quello che stiamo donando e quello che ci hanno insegnato i salesiani all’oratorio è diventato per noi una vocazione, una professione”.

Don Ángel Fernández Artime conclude parlando al cuore dei ragazzi: “Non possiamo non immaginare le presenze salesiane del mondo senza una Casa Pinardi come a Valdocco, per essere accanto a ragazzi che non hanno nessuno e alcune possibilità. Per ognuno di voi la situazione più difficile è passata, è ora di scrivere nella vostra vita una nuova pagina bella”.

A seguire, la Comunità Educativa Pastorale ha vissuto prima la Celebrazione Eucaristica, presieduta dal Rettor Maggiore, nella parrocchia salesiana “Sacro Cuore di Gesù” e poi un momento di preghiera in oratorio con la benedizione ufficiale delle persone e delle “mura” della Comunità Alloggio “Casa Gio” da parte del Rettor Maggiore stesso.

Don Angelo Santorsola, superiore dell’Ispettoria Meridionale ha poi detto ai ragazzi delle case famiglia convenuti: “Per noi siete importanti e oggi la presenza del Rettor Maggiore e dei Consiglieri Generali ne è la dimostrazione concreta”.