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Agensir – Alternanza scuola lavoro, Cnos-Fap: “I Pcto sono una ricchezza”

Da AgenSir, si riporta la dichiarazione di don Fabrizio Bonalume, direttore generale del CNOS Fap sull’alternanza scuola-lavoro.

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“La possibilità di far vivere l’alternanza scuola-lavoro ai nostri giovani deve essere ritenuta da tutti una fortuna. Infatti, il giovane ha la possibilità di approcciarsi al contesto lavorativo, dopo aver affrontato il tema della sicurezza sui banchi di scuola, con l’affiancamento di un lavoratore esperto che conosce i pericoli presenti in azienda. Questo permette al ragazzo di crescere con un ‘professore personale’ messo al suo fianco, cosa impensabile nei laboratori scolastici”, dice don Fabrizio Bonalume, direttore della Federazione nazionale Cnos-Fap. “Se l’alternanza non esistesse i ragazzi entrerebbero in azienda direttamente come apprendisti, affiancati sì ad un operaio (magari anche non esperto), ma subito con il compito di produrre. Il problema della sicurezza si riproporrebbe immediatamente”, osserva don Bonalume, evidenziando che “l’allievo in alternanza, oltre ad avere un tutor aziendale che lo segue, ha la scuola a cui rivolgersi se l’azienda non dovesse seguire le norme di sicurezza”. A tal proposito si è parlato di certificare le aziende sicure. “Ritengo che se un’azienda non dovesse avere i requisiti per essere certificata per accogliere uno studente a causa della mancanza di sicurezza, non dovrebbe nemmeno far entrare gli operai al suo interno. Quello che diventa derimente è la capacità formativa dell’azienda”. Don Fabrizio non è d’accordo con chi considera l’alternanza uno sfruttamento da parte delle aziende: “Se l’alternanza assicura la presenza del tutor aziendale, dobbiamo ricordarci che questo operaio esperto renderà di meno per l’azienda, avendo anche il compito di formare il ragazzo. Certo, l’azienda può conoscere il ragazzo e magari a lungo termine avere un ritorno positivo avendo già individuato una potenziale risorsa da inserire in organico, ma durante lo stage è più probabile che ci rimetta”. Come rendere più sicuri i Pcto? “Continuare a curare le ore di sicurezza sul lavoro nei corsi di formazione, facendo crescere la cultura della sicurezza. È questa cultura il vero rimedio a molti incidenti. E da parte delle aziende deve essere costante il richiamo al rispetto delle norme di sicurezza nei confronti dei giovani che ancora non hanno interiorizzarlo la loro importanza”.

Il primo contratto di Apprendistato di Don Bosco compie 170 anni

Pubblichiamo il comunicato di CNOS Fap, CIOFS Fp e Salesiani Don Bosco Italia sull’anniversario del primo contratto di apprendistato firmato da San Giovanni Bosco.

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8 febbraio 1852 – 2022: il primo contratto di apprendistato promosso da Don Bosco compie oggi 170 anni. Per celebrare questo anniversario i Salesiani e le Figlie di Maria Ausiliatrice con tutti i formatori CNOS e CIOFS ribadiscono il valore dell’apprendistato, della formazione in assetto di lavoro, della formazione duale.

Il contratto concepito e sottoscritto da Don Bosco è considerato da molti il primo contratto moderno di lavoro. Non solo perché molte delle sue clausole più tardi entreranno nella normale prassi dei rapporti lavorativi, ma anche e soprattutto perché per la prima volta, con un documento che riporta ben quattro firme, si sancisce un’alleanza che è ancora oggi di ispirazione per l’opera dei formatori: quella tra il datore di lavoro, il lavoratore, la famiglia dell’apprendista e l’educatore.

Nel dibattito odierno si intende quindi ribadire come la possibilità che i giovani possano vivere l’alternanza scuola-lavoro, in un contesto protetto e in stretta collaborazione con i centri di formazione, rappresenti una preziosa opportunità.

L’insegnamento che giunge dalle più avanzate esperienze europee mostra come il sistema duale, che vede una strettissima collaborazione tra ente formativo ed azienda, sia il sistema che meglio aiuta i giovani nel proprio percorso di sviluppo delle competenze e di inserimento nel mondo del lavoro. In Italia da anni si è percorsa questa strada con ottimi risultati sul piano occupazionale.

Cnos-Fap e Ciofs Fp, nella capillarità della loro presenza, lavorano costantemente insieme alle aziende per rendere queste esperienze educative, momenti di crescita e maturazione capaci di aiutare i giovani ad entrare in contatto con la realtà lavorativa e sociale sviluppando una forte sensibilità sui temi della sicurezza grazie anche alla collaborazione con i tutor aziendali che in questo percorso svolgono un ruolo fondamentale.

Un’alleanza sempre più stretta tra istituzioni, sistema educativo ed imprese, è quindi fondamentale per costruire strategie, itinerari, momenti di confronto che possano portare all’attenzione pubblica un tema tanto attuale come quello della sicurezza sul lavoro.

La cura delle ore di sicurezza sul lavoro all’interno dei corsi di formazione propedeutici all’ingresso in azienda, il richiamo costante al rispetto delle norme nel contesto lavorativo, il criterio di scelta dei tutor aziendali, la certificazione delle aziende sicure, sono elementi centrali per favorire la creazione di una vera e propria cultura della sicurezza.

“Prima di arrivare a Roma come direttore generale del CNOS Fap nazionale, ho avuto la fortuna di dirigere il CNOS-FAP di Bologna per nove anni durante i quali ho visto passare più di 1000 ragazzi – dichiara don Fabrizio Bonalume, direttore generale del CNOS Fap – . Durante il periodo di stage aziendale ho visto questi giovani rifiorire e ritrovare la stima in loro stessi: per loro era fonte di gioia il sentirsi apprezzati in un contesto di adulti. E sapevano riconoscere che in questo percorso l’esperienza nel centro di formazione salesiano li aveva aiutati. Tutto ciò diventava ancora più forte e concreto quelle tante volte in cui lo stage si concludeva con la proposta di contratto di apprendistato. In diverse occasioni ho avuto la fortuna di essere io stesso presente … ecco un altro “contratto di apprendizzaggio” firmato grazie a don Bosco

170 anni fa, don Bosco inaugurava una via. Ancora oggi Salesiani e Figlie di Maria Ausiliatrice si impegnano nello stesso cammino.

Don Roberto Dal Molin – Presidente CNOS Italia

Don Fabrizio Bonalume – Direttore generale CNOS Fap

Suor Manuela Robazza –  Presidente Nazionale CIOFS-FP

Scarica il contratto di DBosco

La Repubblica – Quel centro virtuoso dei Padri Salesiani che fa scuola sul lavoro

Da La Repubblica, edizione Bologna, di Ilaria Venturi

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Alice non ha paura a raccontarsi, ha 18 anni, grinta e talento (in pittura) da vendere, d’altra parte lei e Khadija sono le uniche giovani donne a voler studiare con pialla e cacciavite quassù, al centro di formazione professionale di Castel dei Britti: «Andavo male, malissimo a scuola, in un istituto professionale. Mi sentivo abbandonata, mi hanno bocciata. Ho ripetuto l’anno, ma quando entri in una classe da bocciata sei scartata in partenza: ho rifatto tre volte la prima. Poi ho capito che una scuola strutturata così non poteva andare bene per me. Ed eccomi qui a fare quello che mi piace. E lo faccio anche bene». Al Cnos-Fap dei Salesiani, nel paesino patria di Alberto Tomba tra le prime colline dopo San Lazzaro, ci sono loro: migranti arrivati col barcone come Amadou, ragazzi stranieri di seconda generazione e i tanti che la scuola superiore ha perso per strada. Mirco, 24 anni, è un ex alunno ora operaio, parla con il datore di lavoro a fianco, perché qui l’incontro tra ragazzi e imprese è virtuoso: «Se tornassi indietro vorrei un diploma, è che ero uno che non aveva voglia di studiare». Alzi la mano chi ce l’ha, in tutta la sala. È il giorno in cui i Salesiani celebrano don Bosco, la vicepresidente della Regione Elly Schlein e il vescovo Matteo Zuppi incontrano i settanta ragazzi che qui spendono due anni e arrivano alla qualifica di operatore del legno e termo-idraulico. Il laboratorio di falegnameria è super attrezzato e tecnologico, i rapporti sono con un centinaio di aziende della provincia. «Accogliamo i ragazzi dando priorità alle relazione. Poi c’è la parte educativa: rispetto per se stessi e per gli altri. E il saper fare – racconta il direttore Carlo Caleffi, 43 anni – Fai formazione fornendo loro competenze tecnico-professionali, capacità critica e consapevolezza dei loro diritti, per non lasciarli in strada, dispersi dal sistema scolastico. L’obiettivo non è darli in pasto al mondo del lavoro, ma evitare che diventino sfruttati». Sullo sfondo il dramma della morte di Lorenzo, ucciso da una putrella a 18 anni in un’azienda a Udine in cui faceva lo stage in un modello di formazione professionale. Zuppi osserva: «Il lavoro che fanno qui è aiutare i tanti che cercano futuro, che hanno vissuto difficoltà, che portano delle ferite dentro: a loro insegni non solo il mestiere, ma il senso di fare qualcosa per gli altri. Nell’emergenza dei giovani, nelle tante fatiche accentuate da due anni di pandemia, l’impegno dei Salesiani è da facilitare. Quella di Lorenzo è una tragedia, ma come sempre bisogna capire cosa va migliorato senza perdere il rapporto scuola lavoro che è importantissimo». Elly Schlein non ha dubbi: «Non esistono storie perse, qui i ragazzi hanno trovato un percorso su misura grazie anche alla buona relazione con imprese del territorio, sono percorsi che danno dignità, libertà dallo sfruttamento. La formazione professionale è fondamentale». Ai ragazzi dice: «Importante è la sicurezza economica, ma anche quella sui luoghi di lavoro, e serve consapevolezza dei vostri diritti». Selman, arrivato da clandestino dall’Albania, ha studiato da falegname. Ha un lavoro, ora. Il suo sogno? Portare qui i genitori. Realizzato.

 

Italia – I giovani del CNOS Fap del “Borgo Ragazzi Don Bosco” nella sede dell’ambasciata di Francia presso la Santa Sede

Dal sito dell’agenzia ANS.

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Roma, Italia – dicembre 2021 – Il 6 dicembre a Villa Bonaparte, sede dell’ambasciata di Francia presso la Santa Sede, è stato particolarmente apprezzato l’intervento degli studenti del Centro Nazionale Opere Salesiane del Borgo Ragazzi Don Bosco di Roma.

L’Ambasciatrice, S.E. Signora Elisabeth Beton Delègue, nel corso della celebrazione della festività di San Nicola di Mira, patrono della Lorena, alla presenza del Cardinale S.E. Jean-Claude Hollerich, Arcivescovo di Lussemburgo, ha donato agli ospiti i “Boxemaennchen”, offerti da S.E. Signora Michèle Pranchère – Tomassini, Ambasciatrice del Granducato del Lussemburgo a Roma. Presente anche Jean Paul Muller, SDB, Economo Generale della Congregazione Salesiana. I tipici biscotti per la festa di San Nicola sono stati realizzati dagli studenti del corso “Tecnici di cucina” della Scuola di Formazione Professionale del Borgo Ragazzi Don Bosco, che si sono esercitati ed hanno sperimentato la loro produzione per settimane. Il fatto che abbiano potuto incontrare un mondo di diplomatici e dignitari a loro sconosciuto, nell’ambasciata di Francia, è stata una sfida straordinaria che hanno padroneggiato molto bene, grazie ai loro insegnanti che li hanno accompagnati.

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Educare alla complessità: inaugurazione dei nuovi spazi del CNOS FAP di Bologna

Dal sito dei Salesiani in Lombardia.

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Educare alla complessità: inaugurazione dei nuovi spazi del CNOS FAP di Bologna.

Con queste parole l’Arcivescovo di Bologna, S.E. Matteo Zuppi descrive la grande sfida che l’età contemporanea rivolge all’Ente di formazione Cnos-Fap, che inaugura i suoi ambienti al termine di tre anni di lavori.

L’evento si è tenuto mercoledì 20 ottobre 2021: rappresentanti della comunità salesiana di Bologna, Don Gianni Danesi e Don Gianluca Marchesi, hanno dato il benvenuto alle autorità del territorio bolognese, il Cardinale Zuppi e l’assessore Vincenzo Colla, che sul palco allestito per l’occasione hanno sottolineato l’importanza di investire in ambienti che favoriscano il benessere dei ragazzi.

Gratitudine è stata rivolta dalla direttrice di sede, Antonella Migliorini, per gli sforzi di questi anni, finalizzati a ristrutturare e a rinnovare laboratori e ambienti, in modo da adeguare lo spazio fisico ai bisogni e alle necessità di una realtà che cresce e si migliora. Sforzi per i quali viene mandato un caloroso ringraziamento a Don Fabrizio Bonalume, ex direttore di sede, ora direttore del Cnos nazionale, tornato a Bologna per prendere parte ai festeggiamenti della giornata.

Negli ultimi anni, Cnos-Fap Bologna ha incrementato l’offerta formativa: dal 2016, con la programmazione dei quarti anni e l’avvio del Polo Grafico ER, i giovani che si iscrivono nel settore grafico hanno la possibilità di un percorso ricco di specializzazione, attraverso percorsi IFTS e ITS: un’intera filiera formativa che dà agli allievi la possibilità di accedere a diversi percorsi, complementari e collegabili l’uno con l’altro. Per il settore meccanico, i ragazzi sono indirizzati verso i percorsi realizzati dagli altri Enti nel territorio.

Educare alla complessità, infatti, presuppone relazione costante con il territorio e con la sua rete sociale, perché l’obiettivo grande è formare, non solo figure professionali, ma soprattutto cittadini capaci di orientarsi nel lavoro e nella vita con dedizione, impegno e competenza.

I nuovi laboratori sono stati pensati per adeguare gli ambienti e le attrezzature alle richieste delle aziende che da sempre ricoprono un ruolo fondamentale del percorso formativo nel biennio di qualifica e nei percorsi successivi; in molti casi sono un ponte per il futuro degli allievi: lo sportello al lavoro (SAL), presente nell’Ente, favorisce tirocini e contratti di apprendistato, unendo la domanda degli allievi qualificati alle offerte che arrivano dal mondo del lavoro.

E numerose sono state le aziende che hanno partecipato all’evento, segno di una collaborazione proficua, che negli anni si è mantenuta attiva e costante.

A fare strada attraverso i laboratori e gli ambienti ristrutturati, i ragazzi dei quarti anni di meccanica e di grafica, coinvolti insieme ai loro formatori nella preparazione della giornata: il pubblico composto da autorità, ma anche da amici, ex allievi, formatori e colleghi di altri Enti ha potuto assistere a lavorazioni al tornio, in officina, e a prove di aggiustaggio nel laboratorio dedicato. Nel laboratorio CNC, già inaugurato nell’anno formativo 20-21, i ragazzi hanno realizzato pedine di scacchi da regalare ai presenti, lavorando su tornio DOOSAN con mandrini motorizzati con controlli Siemens; altre lavorazioni sono state effettuate al centro di lavoro DMU, utilizzando anche la cinematica e i 5 assi della macchina. Dimostrazioni di web, stampa Offset e stampa 3D sono state proposte, invece, dagli allievi di grafica, insieme ad una t-shirt stampata per l’occasione in serigrafia e confezionata nel nuovo laboratorio di packaging, studiato dal coordinatore di settore, Federico Gozzi SdB per adeguare l’offerta formativa al nuovo profilo di qualifica.

A conclusione del pomeriggio, un piccolo rinfresco organizzato dall’Ente della ristorazione Fomal, perché educare alla complessità, vuol dire anche – e soprattutto- collaborare.

Formatrice Alessandra Manfredi

 

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DIRE – Dagli Stati Uniti fondi al progetto Vis che offre lavoro e studio a giovani migranti

Dall’agenzia di stampa DIRE.

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ROMA – “Nei primi mesi della pandemia di Covid-19 l’Italia è stata messa sotto un’incredibile pressione, d’altronde nessuno era pronto. Per questo, forti di una lunga amicizia, gli Stati Uniti hanno stanziato 50 milioni di euro. Si tratta del primo fondo di queste dimensioni dai tempi del Piano Marshall, nel dopoguerra, e siamo felici che una parte sia stata impiegata anche dai salesiani, con cui già lavoriamo in tanti paesi del mondo”. Lo dichiara all’agenzia Dire Daniel Ross, consigliere per gli Affari economici dell’Ambasciata americana in Italia a pochi giorni dalla conclusione di ‘Salesian Solidarity with Italy: the Emergency Response to Covid-19’.

Il progetto, finanziato con parte dei fondi stanziati dall’agenzia americana per la cooperazione allo sviluppo (Usaid) – ha permesso di intervenire in 16 Regioni italiane da parte di Vis – Volontariato internazionale per lo sviluppo, Salesiani per il Sociale, Cnos Fap e al partner statunitense Salesian Missions.
In particolare, attraverso Don Bosco2000, il presidio Vis in Sicilia e parte della rete di Salesiani per il Sociale sono intervenuti per sostenere 10 giovani migranti di circa vent’anni provenienti da Gambia, Egitto, Senegal, Niger e Algeria.

In una fase in cui la pandemia ha complicato la vita quotidiana di tante persone, causando la perdita del lavoro o l’interruzione degli studi, per i migranti di recente arrivo spesso è stata anche più dura. In Sicilia, grazie ai volontari del Vis, i dieci giovani coinvolti nel progetto hanno potuto invece iniziare un percorso di orientamento alla formazione e al lavoro, grazie al quale due di loro hanno trovato un’occupazione, altri tre hanno continuato a studiare, mentre uno ha optato per i Rimpatri Volontari Assistiti in quanto intenzionato a tornare nel suo Paese.

Gli Stati Uniti- prosegue il rappresentante diplomatico- sono soliti assistere l’Italia in caso di disastri naturali, come alluvioni o terremoti, ma un fondo di tale dimensioni non si registrava dagli anni Cinquanta. Bene che una parte dei fondi sia stata gestita da organizzazioni come i salesiani e il Vis, che hanno le infrastrutture sul terreno”.
Quanto a stanziamenti analoghi, “assolutamente no”, replica Daniel Ross, “e per fortuna aggiungerei: nel 2020 c’è stata un’emergenza. Ma l’Italia è e resta un paese avanzato, le sue autorità sono riuscite a controllare la pandemia, quindi continueremo a cooperare con l’Italia nei vari paesi del mondo per fornire aiuti di base, attraverso le organizzazioni internazionale e le ong”.

Nico Lotta, presidente del Vis, sempre alla Dire ha aggiunto: “Grazie al progetto finanziato da Usaid e insieme ai nostri partner salesiani, abbiamo potuto orientare i nostri sforzi sull’Italia. In questi mesi la diffusione del virus per fortuna si è ridotta, ma non le conseguenze educative, sociali ed economiche della pandemia sulle fasce di popolazione più vulnerabili. Dal punto di vista della cooperazione- dice ancora Lotta- credo sia molto significativo il fatto che l’Italia sia diventata un Paese beneficiario di aiuti internazionali: ci fa riflettere sull’importanza di una solidarietà capace di andare al di là di categorie o etichette. Come ci ricorda papa Francesco, ‘nessuno si salva da solo, ci si può salvare unicamente insieme’”.

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Opere Sociali Don Bosco, inaugurazione di un nuovo laboratorio per ampliare l’offerta formativa del Cnos Fap

Pubblichiamo l’annuncio dell’inaugurazione del nuovo Laboratorio di Refrigerazione industriale delle Opere Sociali Don Bosco.

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I processi di innovazione in atto nel sistema occupazionale italiano stanno aumentando il fabbisogno di profili con competenze tecniche specializzate, sollecitando la formazione scolastica ad allineare le skill possedute dalle nuove generazioni con le richieste delle aziende. Alla luce di ciò il CNOS-FAP di Sesto San Giovanni sta ampliando la propria offerta formativa per essere sempre al passo coi tempi. 

Il nuovo corso di Refrigerazione industriale «ha caratteristiche di taglio operativo, molto centrate sulla comprensione del lavoro del tecnico del freddo e l’applicazione delle regole fondamentali del ciclo frigorifero per ottenere il funzionamento corretto della macchina e della centrale frigorifera – commenta il professor Massimiliano Boracchi – ma siamo anche perfettamente consci che ci stiamo addentrando in un campo dove problematiche come il risparmio energetico e l’impatto ambientale offriranno la possibilità di ampliare il terreno formativo». 

In questo contesto, di stretto legame tra imprese, scuola e territorio, verrà inaugurato il nuovo “Laboratorio di Refrigerazione industriale” delle Opere Sociali Don Bosco, realizzato grazie alla collaborazione con S.C.A.R. Refrigerazione. 

MARTEDÌ 9 NOVEMBRE 2021 alle ore 11,00 Opere Sociali Don Bosco – Palazzo Falck 

Viale Giacomo Matteotti, 425 – Sesto San Giovanni 

Interverranno: 

Don Elio Cesari, Direttore delle Opere Sociali Don Bosco 

Roberta Pizzochera, Assessore alle Politiche Giovanili di Sesto San Giovanni

Maria Gabriella Fumagalli, Assessore al Lavoro e alla Formazione di Cinisello Balsamo

Rosa Nigro, Assessore alle Attività Produttive di Nova Milanese 

Francesco Cristinelli, Direttore del Centro di Formazione Professionale CNOS-FAP

Massimiliano Boracchi, Referente del Settore Elettrico del CFP CNOS-FAP 

Al termine sarà offerto un aperitivo ai presenti 

L’invito è riservato ai giornalisti e agli operatori della Stampa
INGRESSO SOLO CON CERTIFICAZIONE VERDE (GREEN PASS)

Vallecrosia: l’associazione “La mia città” ospite del nuovo polo formativo del CNOS FAP

Dal sito di notizie Sanremo news.

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Nel corso della mattina di lunedì alcuni membri dell’Associazione “La mia città” di Vallecrosia, hanno visitato gli ambienti didattici appena inaugurati, del nuovo polo formativo del centro di formazione professionale salesiano CNOS FAP.

Accompagnati dagli allievi del corso turistico per Operatore ai servizi di promozione e accoglienza, gli ospiti hanno potuto apprezzare l’importante opera di ristrutturazione che ha interessato l’immobile dell’Opera salesiana di Vallecrosia, già in passato utilizzato per ospitare la scuola media “Don Bosco”. L’associazione “La mia città”, attiva dal 2015 nella promozione del territorio e della valorizzazione dei luoghi e delle tradizioni di Vallecrosia, sostiene già da molto tempo l’operato dei Salesiani e del CNOS FAP, e rappresenta un’occasione preziosa di sinergia tra l’Opera e il tessuto sociale della città.

La mattinata è stata anche l’occasione per incontrare alcuni componenti dell’Associazione ex-allievi salesiani, che a vario titolo hanno contribuito negli anni alla cura dell’Opera. Tutti i partecipanti hanno ricordato il valore fondamentale del sistema educativo di Don Bosco nel percorso di crescita dei ragazzi, in funzione dell’acquisizione delle competenze umane e professionali per l’inserimento efficace nel mondo del lavoro.

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L’Arena – Formazione e lavoro, sostegno dai Comuni

Dal quotidiano L’Arena della città di Verona.

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Occupazione giovanile e primo impiego: problemi dell’economia quotidiana. Eppure a Sant’Ambrogio di Valpolicella c’è, dal 1986, il centro di formazione professionale «Arte e Automazione del Marmo», conosciuto comunemente come scuola del marmo. Dalle sue porte rimbalza un dato rilevante. Il 70 per cento dei diplomati, terminato il triennio di studi, fino al 2019 ha trovato impiego nel settore lapideo entro pochi mesi; l’altro 30 per cento ha proseguito gli studi fino alla maturità. Il centro è gestito dai salesiani del centro di formazione professionale San Zeno di Verona; è finanziato, in parte, con contributi regionali. Al termine del triennio di studi, l’allievo consegue la qualifica professionale di operatore meccanico con valenza di programmatore ed utilizzatore di macchine a controllo numerico oppure operatore delle lavorazioni artistiche orientato alla progettazione e realizzazione di opere in marmo. A questo punto può continuare gli studi, ottenendo il diploma professionale di tecnico di automazione industriale o tecnico delle lavorazioni artistiche. Ulteriore opzione è rappresentata dal passaggio all’istituto tecnico San Zeno o in altri istituti per completare il quinquennio e conseguire il diploma di maturità. Con una apposita deliberazione, condivisa dai 16 sindaci dei Comuni appartenenti al Distretto del Marmo di Verona, è stato approvato il sostegno al Distretto del Marmo ed alla scuola. «I numeri occupazionali sono di assoluto rilievo», sottolinea il sindaco di Sant’Ambrogio, Roberto Albino Zorzi, nell’illustrare la deliberazione; «sosteniamo una realtà che plasma figure fondamentali per le aziende, alla ricerca di personale specializzato nel funzionamento di frese e macchine a controllo numerico, conoscenza di prodotti e di materiali trattati e lavorati». La richiesta dei sindaci è quella di istituire, dopo il triennio obbligatorio, un quarto anno cosiddetto «duale». In sintesi: gli studenti frequentino contemporaneamente le lezioni e lavorino nelle ditte del settore. Il tutto in sinergia con i territori del distretto. Rappresentati dal Verona Stone District presieduto da Filiberto Semenzin, Consorzi Asmave da Donato Larizza e Valpantena da Renato Dal Corso. Fondamentale la prosecuzione dell’attività formativa. «Il Comune di Sant’Ambrogio ha sottoscritto una convenzione di gestione della scuola con l’istituto San Zeno fino al 2025», conclude Dario Marconi, coordinatore della scuola del marmo.

Vallecrosia, riaperte le nuove aule del CNOS Fap: ospiteranno 150 studenti

Sul Secolo XIX si riporta l’inaugurazione del nuovo centro Cnos Fap di Vallecrosia. L’articolo è di Loredana Demer.

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Vallecrosia – Sono state inaugurate ieri a mezzogiorno per dare nuove speranze ai ragazzi di famiglie in difficoltà e non solo. Sono sei le nuove aule aperte nell’istituto Cnos Fap Don Bosco (Centro nazionale opere salesiane di formazione professionale) di Vallecrosia. Il plesso e l’oratorio ospitano 150 studenti che frequentano corsi per operatore elettrico, operatore di servizi di promozione e accoglienza turistica e della ristorazione finanziati dalla Regione, iscrizioni possibili a tutti coloro che non abbiano ancora compiuto 16 anni entro il 31 dicembre. Si tratta soprattutto di ragazzi che, per svariati motivi, non riescono o non possono frequentare le altre scuole superiori del territorio. I Salesiani, recuperando i vecchi locali un tempo adibiti a scuole medie, offriranno così ora una possibilità
in più a chi vuol studiare per apprendere una professione e inserirsi nel mondo del lavoro. «Le nuove aule, composte ciascuna da diciotto studenti, verranno utilizzate a rotazione per rispettare le restrizioni anti-Covid – spiega Andrea Floris, uno dei dieci docenti, venti i formatori esterni dell’istituto presieduto da Francesca Figini – Tutti gli studenti della struttura hanno la possibilità, completato il terzo anno di studi, di aggiungerne un quarto per poter accedere, se promossi, alla quinta classe di qualunque delle scuole superiori della provincia per ottenere il diploma». Anche nelle nuove aule collocate nei pressi del parcheggio della scuola i ragazzi potranno apprendere diverse materie. «La nostra struttura – aggiunge il docente – dispone di laboratori elettrico e informatico, una cucina e una vasta sala per consentire agli studenti di fare pratica sulle tecniche acquisite in classe». Il Cnos è in attività da oltre vent’anni, ma l’opera salesiana in città risale al 9 febbraio del 1876 quando tre rappresentanti e altrettante suore di Maria Ausiliatrice partirono da Valdocco e da Mornese per fondare la Casa Don Bosco che non si limita ad educare i ragazzi ma fornisce anche servizio spirituale, sociale ed educativo all’intera popolazione.

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