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Salesiani Pordenone, celebrazione del centenario del Collegio Don Bosco: un anniversario di eccellenza ed educazione

Pordenone, 18 aprile 2024 – Il Collegio Don Bosco di Pordenone è lieto di annunciare che i festeggiamenti per il suo centenario, avviato il 31 gennaio 2024, continuano con un’ottima risposta da parte della città. Questo anniversario speciale è un’occasione per riflettere sulle nobili tradizioni educative che hanno caratterizzato questa istituzione nel corso di questi primi cento anni di storia.

Numerosi eventi educativi, arricchiti da illustri relatori, saranno al centro delle celebrazioni. Attraverso conferenze, seminari ed eventi culturali, si offrirà un’opportunità unica per approfondire tematiche educative di primaria importanza.  In questi giorni, il Don Bosco ha offerto alla città uno spettacolo Teatrale con l’attore Giovanni Sciofoni, la serata è stata occasione di divertimento ma anche di riflessione per tutti i partecipanti. Il prossimo evento culturale sarà un gran galà musicale che si terrà il 9 giugno presso il Teatro Verdi di Pordenone tenuto dall’Orchestra da Camera di Pordenone e dall’Accademia d’Archi Arrigoni. Ad aprire la serata saranno i ragazzi del progetto scientifico musicale del Don Bosco stesso.

In autunno, ci sarà una giornata di festa che coinvolgerà tutti gli Ex-Allievi del Don Bosco e le autorità della città. In tale occasione, all’interno del Collegio Don Bosco sarà allestita una mostra fotografica commemorativa per rievocare gli episodi salienti della storia dell’Istituto, offrendo uno sguardo affascinante sui momenti che hanno plasmato la sua identità nel corso degli anni. Nello stesso periodo, verrà presentato un libro che racconterà in modo dettagliato la storia della casa, testimoniando il suo impatto positivo sulle vite di generazioni di studenti. Il Collegio Don Bosco desidera ringraziare il Comune di Pordenone e la Fondazione Friuli per il loro generoso contributo, che ha reso possibile la realizzazione di questo straordinario evento. Inoltre, siamo grati per la preziosa collaborazione dell’Associazione Panorama, che ha reso possibile un programma ricco e diversificato.

Per ulteriori informazioni sugli eventi e sulle modalità di partecipazione, si prega di visitare il sito web ufficiale del Collegio Don Bosco di Pordenone.

Padova: convegno in celebrazione del centenario di san Francesco di Sales patrono dei giornalisti

Si pubblicano due articoli apparsi su Avvenire dedicati al convegno “Tutto appartiene all’amore”, organizzato da Ucsi (Unione cattolica stampa italiana) e Isre (Istituto internazionale salesiano di ricerca educativa), in celebrazione del centenario della proclamazione di san Francesco di Sales a patrono dei giornalisti e degli scrittori, tenutosi sabato 28 gennaio 2023 a Padova.

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Buone notizie. Giornalisti al servizio della verità. «Liberi, coraggiosi e creativi»

 

«Non sarà un algoritmo a indicarci ciò che è bene. L’algoritmo ti mostra esattamente ciò che vuoi vedere e ti nasconde ciò che non vuoi vedere. Il giornalismo buono mostra ciò che è bene si sappia».

Così Paolo Ruffini, prefetto del Dicastero per la comunicazione della Santa Sede, sintetizzava ieri in Sant’Antonio di Padova il senso più attuale di un giornalismo che sia memore della sua stessa identità.

Il convegno “Tutto appartiene all’amore”, organizzato da Ucsi (Unione cattolica stampa italiana) e Isre (Istituto internazionale salesiano di ricerca educativa), celebrava i 400 anni dalla morte di san Francesco di Sales e i 100 anni dalla sua proclamazione a patrono dei giornalisti, dando la parola a operatori della comunicazione venuti da tutta Italia nella città in cui il santo di Sales si laureò.

Ad aprire i lavori è stato il vescovo di Padova, Claudio Cipolla, che proprio a partire dalla lettera apostolica di papa FrancescoTotum amoris est” ha avviato il dibattito:

«La domanda vera è: dove si trova il maggior amore? L’arcivescovo Zuppi su Avvenire ha scritto che di fronte alle pandemie delle tante guerre nel mondo c’è bisogno di un “Pnrr dell’informazione”, dove il Piano nazionale di ripresa e resilienza della politica diventa invece un “piano nazionale di rispetto e responsabilità”.

Lo ha sottolineato anche il segretario di Stato della Santa Sede, Pietro Parolin, nel suo messaggio:

“Questa celebrazione susciti un rilancio dell’autentica missione al servizio della verità, e propositi di testimonianza ispirata ai perenni valori cristiani».

Oggi più di ieri al giornalismo è richiesta una marcia in più, ha spiegato Paolo Ruffini, secondo lo stile che fu di san Francesco di Sales:

«Dobbiamo saper discernere oltre l’apparenza e il chiacchiericcio, come ci chiede il Papa. Per farlo occorre saper essere liberi, ma la libertà richiede coraggio e creatività». In un tempo dominato dalla solitudine e dalla guerra, il comunicatore ha il compito di costruire un “giornalismo di pace” a partire da se stesso, affermando una comunicazione non ostile, «tutto questo è possibile – ha assicurato Ruffini – senza vanagloria, sapendo che siamo solo strumenti in questa Babele. Allora troveremo un nuovo umanesimo». Sta citando Carlo Maria Martini, «Babele è il luogo degli appuntamenti mancati, quando la confusione dei messaggi determina un pessimismo sociale sistematico, quando una società è raffigurata solo nelle sue mancanze…».

L’esempio viene da lontano, quando nel 1966 Paolo VI proprio nel celebrare san Francesco di Sales spiegò ai giornalisti dell’Ucsi il perché della sua proposta di arbitrato dell’Onu per la pace in Vietnam:

«Abbiamo parlato con il cuore di chi non ha da conseguire alcun vantaggio proprio – ha letto Ruffini dalle parole di papa Montini –, di chi non attende tanto l’esito dei suoi passi, quanto la testimonianza della propria coscienza».

Erano gli “audaci tentativi” di quella pedagogia della pace che oggi chiama a raccolta i media.

«Ma per fare questo è necessario documentarsi – ha ammonito padre Giulio Albanesegiornalista missionario comboniano –. Le semplificazioni di un giornalismo manicheo, che senza studiare le fonti e le vere cause divide buoni e cattivi, cowboy e indiani, sono la cosa più pericolosa. Per comprendere la complessità degli eventi bisogna raccogliere informazioni, capire, saper leggere i segni del tempo come faceva san Francesco di Sales.»

Ad esempio parlare di Africa come di “un Paese”, quando è un continente di 54 nazioni diversissime, è disinformare. Peggio:

“L’Africa è povera”, si scrive in automatico, «invece galleggia sul petrolio, se potesse godere delle sue ricchezze anziché esserne derubata sarebbe il Canton Ticino, queste cose vanno raccontate o no?».

E ancora:

«È giusto piangere quando muoiono i bambini. Non quando muoiono i bambini cristiani». E nel mondo «il 1% della popolazione detiene le ricchezze del 99%. Lo si scrive?». I bravi colleghi lo fanno, conclude, «ma una cosa è certa, il giornalismo è terra di missione».

Lo hanno testimoniato con le loro esperienze personali gli inviati dei vari media, da Avvenire a Fabio Bolzetta di Tv2000, dalla vaticanista di Rai3 Vania De Luca ai giovani reporter di Cube Radio, emittente dell’Istituto universitario salesiano di Venezia (Iusve), coordinati nel dibattito da Vincenzo Varagona (presidente nazionale Ucsi), Mimmo Vita (presidente Ucsi Veneto) e Michela Possamai (presidente Isre), con il commento storico affidato ai docenti dell’università di Padova Vittorio Berti (Storia del cristianesimo) ed Enzo Pace (Sociologia delle religioni).

Presenti nel folto pubblico anche numerose persone sorde, delle quali san Francesco di Sales è protettore. Un assist raccolto da Ruffini: chi sono i veri sordi del nostro tempo, se non i giornalisti che non sentono con il cuore?

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Un video da Francesco di Sales al giornalismo digitale di oggi

 

Si può ben dire che, più di quanto accada ogni anno in vista della sua memoria liturgica (24 gennaio), l’ultimo mese sia stato il mese di san Francesco di Sales, vescovo di Annecy, dottore della Chiesa e patrono dei giornalisti. Il 28 dicembre 2022, nel quarto centenario della morte, è stata infatti pubblicata la lettera apostolica di papa Francesco Totum amoris est, mentre ieri a Padova si è tenuto il convegno nazionale a lui dedicato, organizzato dall’Unione cattolica della stampa italiana (Ucsi) e dall’Istituto superiore internazionale salesiano di ricerca educativa (Isre).

In mezzo, le tradizionali “feste del patrono” nelle Ucsi regionali e i numerosi contributi postati in Rete intorno alla sua figura. Proprio nel corso del convegno di Padova, convocato nel centenario della proclamazione, a opera di Pio XI, del suo patronato mediatico, i giovani reporter di Cube Radio, l’emittente accademica dell’Istituto universitario salesiano universitario di Venezia (Iusve), hanno celebrato il vescovo di Annecy con un video di 5 minuti che ne proietta il profilo decisamente nel futuro.

Il filmato sosta a Valdocco, dove il Museo Casa Don Bosco ha allestito la mostra “Francesco di Sales 400”, il tempo d’accarezzare con lo sguardo gli originali degli scritti di cui – scrive papa Francesco – con «intuizione “giornalistica”» disseminò le case della comunità ginevrina.

Poi vola a Padova, dove egli studiò giurisprudenza e maturò la sua vocazione. Da qui in poi, con un vertiginoso salto temporale e culturale, gli autori del video e i loro docenti mettono a fuoco gli aspetti del giornalismo contemporaneo che rimandano, esplicitamente o implicitamente, alla lezione del patrono.

Se i social network ci permettono di superare le barriere ed entrare nelle case (Giulia Didonè, studentessa), le applicazioni di intelligenza artificiale che generano testi e compongono notizie ci chiedono di sviluppare una nuova dimensione etica, per governare la loro intrusione digitale (Ludovico Pravato, reporter). E il mobile journalist (che usa esclusivamente lo smartphone)? È un giornalista che, distinguendosi dagli altri per il suo storytelling, può sperimentare e osare di più (Teodora Antonia Benghiac, studentessa): purché la sua rapidità di lavoro non abbassi la qualità dell’informazione.

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Cento anni di vita piena per la casa di Torino “Crocetta”

Dal sito InfoANS.

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Un secolo fa i salesiani fondavano uno studentato teologico e un oratorio nel quartiere “Crocetta” di Torino.

Cent’anni di storia, ricca di avvenimenti e persone, in cui Dio ha realmente operato per il bene della gente che ha frequentato questa casa e della Congregazione in tutto il mondo.

In questa casa salesiana si sono preparati al sacerdozio tanti Figli di Don Bosco che hanno ricoperto importanti incarichi per la Congregazione e la Chiesa: tra loro un Rettor Maggiore, Don Edmundo Vecchi, cardinali e vescovi, come il card. Joseph Zen, Tarcisio Bertone e altri ancora, Rettori di Università, superiori delle Ispettorie salesiane, missionari, ma anche e soprattutto tanti salesiani al servizio dei giovani in 135 Paesi del mondo.

“Il Giubileo è anche un’occasione per lodare Dio dell’appassionato lavoro di ricerca teologica di tanti docenti di diverse nazionalità, che qui hanno insegnato, dalle lezioni svolte alle pubblicazioni presentate, ma soprattutto nella testimonianza di vita. Ricordiamo con affetto particolare il venerabile Don Giuseppe Quadrio, che ha vissuto in questa casa la sua missione e ha lasciato un segno indelebile della sua testimonianza”

ha scritto in una lettera inviata per l’occasione don Marek Chrzan, attuale Direttore dell’“Istituto Internazionale Don Bosco”.

Ma non c’è solo lo studentato teologico: il cortile di questa casa potrebbe raccontare di migliaia di persone che vi sono cresciute, grazie ai gruppi degli scout, alle associazioni sportive di basket, ai gruppi dell’oratorio e a diverse attività a sostegno dei ragazzi e giovani bisognosi.

La casa, nella sua storia, ha ospitato studenti universitari del Politecnico e di altre Università torinesi. Tantissimi, oltre a studiare, hanno imparato a vivere in una comunità di giovani, condividendo la vita e crescendo nelle relazioni. Tanti di loro oggi ricoprono ruoli di responsabilità, forti anche di questa esperienza.

“La Crocetta” è, infine, spazio di preghiera non solo nella comunità salesiana, ma anche nella chiesa dell’oratorio di Maria Ausiliatrice, nata insieme con la casa. Negli anni ha cambiato il suo volto anche architettonico, ma sempre è stata animata da un gruppo numeroso di fedeli, del quartiere e non solo.

Le celebrazioni per il centenario dell’opera si svilupperanno lungo tutto l’anno 2023, e si apriranno già tra pochi giorni, il 29 gennaio, con una mattinata di festa: ad aprire la giornata sarà un momento di gioco per i più piccoli, in perfetto stile oratoriano, cui seguirà alle ore 11.00 la Messa, presieduta da don Stefano Martoglio, Vicario del Rettor Maggiore dei Salesiani, e animata dai giovani dell’oratorio. L’evento terminerà con un momento di festa in cortile per lanciare ufficialmente il centenario e fare un “tuffo” nel passato per commemorare la storia dell’opera.

Altri momenti importanti saranno poi:

  • Martedì 31 gennaio, la festa di Don Bosco con tutta la comunità educativa presso la Basilica di Maria Ausiliatrice a Valdocco;
  • Il 25 aprile, l’incontro di tutti i salesiani della Circoscrizione Speciale di Piemonte e Valle d’Aosta (ICP) presso la Crocetta, con la Festa Ispettoriale;
  • Nei giorni del 6-7 maggio una “24 ore di sport”, con visita dell’Arcivescovo di Torino, Mons. Roberto Repole;
  • Il 24 Maggio, Festa di Maria Ausiliatrice, vedrà il pellegrinaggio e la partecipazione alla processione a Valdocco;
  • L’8 settembre, data ufficiale di fondazione, la Giornata conclusiva dell’Estate Ragazzi;
  • Il 28 ottobre una giornata di studio proposta dalla Facoltà Teologica di Crocetta sul tema: “‘Insieme’: per un annuncio missionario”;
  • E l’8 dicembre, festa dell’Immacolata e data di nascita dell’oratorio salesiano, la giornata conclusiva del centenario, insieme al Rettor Maggiore, Don Ángel Fernández Artime;

“Un secolo di vita potrebbe far pensare che si sia ormai arrivati all’anzianità: ma la casa della Crocetta è sempre giovane, perché ancora oggi prepara al sacerdozio quaranta tre giovani confratelli salesiani di 19 nazionalità diverse – conclude don Chrzan –. Dà spazio di ospitalità a un centinaio di giovani universitari da tutta Italia e dall’estero. Fa gustare la gioia nell’oratorio a ragazzi e giovani grazie ai gruppi formativi, alle attività degli Scout e all’associazione di basket: insieme raggiungono quasi 800 iscritti, senza contare familiari ed amici”.

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Don Paolo Albera 2021: video e mostra

Il salesiano laico Paolo Vaschetto, per molti anni missionario in Nigeria e in Ghana e ora a Roma per un dottorato in Storia Salesiana, nella sua ricerca nell’Archivio Centrale Salesiano sito presso l’Università Pontificia Salesiana, ha ritrovato un vero tesoro di foto e documenti relativo a don Paolo Albera, secondo successore di don Bosco.

Da questo materiale è stata realizzata una mostra su Don Albera che sarà ufficialmente inaugurata dal Rettor Maggiore il 30 gennaio 2021, presso il Museo “Casa Don Bosco” di Valdocco, ma che è già visitabile online sul sito del Museo. In questa video-intervista di 12 minuti ci offre un primo approccio, conciso e interessante, sulla sua vita.

Di seguito il testo integrale della notizia pubblicata da ANS ed il video messaggio di Paolo Vaschetto:

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Leggi la notizia sul sito di ANS

(ANS – Roma) – Il Rettor Maggiore, Don Ángel Fernández Artime, ha promulgato il 2021 come anno dedicato a Don Paolo Albera, II Successore di Don Bosco alla guida della Congregazione, nel primo centenario della sua morte (Torino Valdocco, 29 ottobre 1921).

In una video-intervista di 12 minuti il salesiano laico Paolo Vaschetto ci offre un primo approccio, conciso e interessante, sulla sua vita.

Don Albera è il fondatore dell’opera salesiana in Francia, dove era conosciuto come “il piccolo Don Bosco”, per la sua affabilità e gentilezza, unite allo spirito di iniziativa. Come membro del Consiglio Generale e rappresentante di Don Rua, visitò le presenze salesiane in tante parti del mondo. Memorabile fu il suo viaggio, durato 3 anni, per incontrare le comunità salesiane in tutte le case d’America, dall’estremo sud, nella Terra del Fuoco, fino a New York.

Quando, da Rettor Maggiore, si trovò con metà della Congregazione direttamente coinvolta nella Prima guerra mondiale – circa 1.500 su 3.000 religiosi chiamati alle armi, per servizi ausiliari e anche in prima linea – il suo cuore paterno trovò il modo di accompagnare quei salesiani con una corrispondenza intensa e personalizzata. Abbiamo ancora molte delle lettere che gli vennero inviate dal fronte. Seppe guidare con grande generosità e sacrificio la Famiglia Salesiana a prendersi cura dei tanti orfani, qualunque fosse la loro nazionalità.

Don Albera è stato ispiratore e partecipe di numerosi congressi di Exallievi e Salesiani Cooperatori. Non va dimenticato il tesoro prezioso dei suoi diari spirituali, scritti non solo in italiano, ma in francese e sorprendentemente anche in inglese, che ci permettono di entrare in sintonia con la finezza e la profondità spirituale di questo ragazzo di Don Bosco, compagno di Michele Magone, diventato suo successore. È stato un grande maestro di spirito, accanto agli altri “padri fondatori” salesiani.

Il sig. Vaschetto, per molti anni missionario in Nigeria e in Ghana e ora a Roma per un dottorato in Storia Salesiana, nella sua ricerca nell’Archivio Centrale Salesiano sito presso l’Università Pontificia Salesiana, ha ritrovato un vero tesoro di foto e documenti, con cui è stata realizzata una mostra su Don Albera che sarà ufficialmente inaugurata dal Rettor Maggiore il 30 gennaio 2021, presso il Museo “Casa Don Bosco” di Valdocco, ma che è già visitabile online sul sito del Museo.

È in allestimento un volume di natura divulgativa, curato da don Aldo Giraudo, per far conoscere la vita e il patrimonio carismatico spirituale di Don Albera, insieme a una breve antologia dei suoi testi più significativi. Sarà presto disponibile in italiano, inglese, francese, spagnolo e portoghese.

La video-intervista è disponibile su ANSChannel e su sdb.org in italiano, inglese, spagnolo, francese e portoghese.

RMG – Un anno dedicato a don Paolo Albera

Il Rettor Maggiore Don Ángel Fernández Artime ha promulgato un anno dedicato a don Paolo Albera. Su ANS viene pubblicato un articolo con tutte le informazioni sul centenario della morte del secondo successore di Don Bosco.
Vengono poi riportate tutte le informazioni in merito alla mostra speciale dedicata proprio a don Paolo Albera, dal titolo “Paolo Albera (1845-1921): Il mondo negli occhi” e che verrà inaugurata proprio dal Rettor Maggiore.

Di seguito il testo integrale della notizia. Si ringrazia Ivo Coelho.

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Leggi la notizia sul sito di ANS

(ANS – Roma) – Negli Atti del Consiglio Generale 432 (2020), il Rettor Maggiore Don Ángel Fernández Artime ha promulgato un anno dedicato a don Paolo Albera, commemorando il primo centenario della morte del secondo successore di Don Bosco.

Il 2021 è, quindi, l’anno di Paolo Albera. Eletto dall’undicesimo Capitolo Generale a prendere il posto di don Rua, don Albera fu Rettor Maggiore dal 1910 fino alla sua morte il 29 ottobre 1921.

L’anno sarà inaugurato durante le Giornate di Spiritualità della Famiglia Salesiana, 15-17 gennaio 2021, che quest’anno, a causa della pandemia, si svolgeranno online. Un video intervista con il sig. Paolo Vaschetto, SDB, sarà presentato in questi prossimi giorni. Il sig. Vaschetto si sta specializzando in storia salesiana all’UPS, e conosce bene la figura e l’opera di don Albera.

L’anno a lui dedicato si concluderà durante le Giornate di Spiritualità, 13-16 gennaio 2022.

Nei prossimi mesi uno dei momenti clou sarà il Congresso su don Albera organizzato dall’Istituto Storico Salesiano (ISS) – Roma, dal 30 ottobre al 1° novembre 2021, a Valdocco.

Durante tutto l’anno ci sarà anche una mostra speciale, “Paolo Albera (1845-1921): Il mondo negli occhi”, nel museo “Casa Don Bosco”, Valdocco, Torino. La mostra sarà inaugurata dal Rettor Maggiore, Don Ángel Fernández Artime. Il materiale fotografico e documentario è frutto della meticolosa ricerca fatta nell’Archivio Centrale Salesiano e in altre collezioni dal sig. Vaschetto con i suoi collaboratori, e ci offre uno spaccato estremamente interessante sulla vita del secondo successore di Don Bosco: i tanti e impegnativi viaggi nel mondo salesiano, sia come rappresentante di Don Rua che come Rettor Maggiore; la corrispondenza portata avanti da don Albera con gli oltre 1500 Salesiani direttamente coinvolti nella prima guerra mondiale, ed estratti dal suo diario spirituale, scritto non solo in italiano ma per anni anche in francese e in inglese.

Germain Kivungila (ISS) sta preparando una nuova biografia di don Albera, mentre Aldo Giraudo sta lavorando a un’antologia degli scritti di don Albera, che sarà preceduta da un profilo biografico e da un saggio sul contributo spirituale-carismatico del secondo successore di don Bosco. Sono già in corso i lavori di traduzione.

I vari Bollettini Salesiani del mondo porteranno l’articolo di Bruno Ferrero su don Albera, e sono stati invitati da don Gildasio Mendes dos Santos, Consigliere per le Comunicazioni Sociali, ad attivarsi in vario modo per promuovere l’anno di don Albera.

Ivo Coelho, SDB
Consigliere generale per la formazione

Centenario ordinazione episcopale Mons. Luigi Versiglia

Per il centenario dell’ordinazione episcopale del Mons. Luigi Versiglia, gli amici di Oliva Gessi, della diocesi di Tortona , paese natale di San Luigi Versiglia, hanno realizzato un video commemorativo.

Si ringraziano gli amici di Oliva Gessi, diocesi di Tortona, per la realizzazione del video.

Di seguito il video:

Salesiani di Perugia: verso i festeggiamenti del centenario

L’agenzia di stampa del Servizio d’Informazione Religiosa SIR pubblica un articolo dedicato ai festeggiamenti del centenario dei Salesiani di Perugia. Tra gli invitati alle celebrazioni, il card. Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e i rappresentanti delle istituzioni.

Riportiamo l’articolo pubblicato dal SIR il 28 gennaio scorso, allegando di seguito il comunicato stampa del centenario con il programma dei festeggiamenti di Don Bosco previsti per il 2 febbraio 2020.

Salesiani: Perugia, per i cento anni del Don Bosco una festa con il card. Bassetti e i rappresentanti delle istituzioni

L’Istituto salesiano “Don Bosco” di Perugia compie cento anni. La famiglia salesiana del capoluogo umbro, in collaborazione con l’arcidiocesi di Perugia-Città della Pieve, presenterà in conferenza stampa giovedì 30 gennaio, alle 11, nella sala San Francesco del Palazzo arcivescovile, gli eventi celebrativi per il primo secolo della sua presenza.

Interverranno il vescovo ausiliare mons. Marco Salvi e il direttore dell’Istituto Don Bosco, don Giorgio Colajacomo.

Questo traguardo, ricorda il direttore dell’istituto salesiano,

“è segnato da due tappe storiche e indimenticabili per tante generazioni di giovani, l’arrivo nella sede del Penna Ricci di borgo Sant’Angelo, nel 1922, e il trasferimento nell’odierna di via San Prospero, a partire dal 1958, in continuità con la nostra missione, quella di operare al servizio dei ragazzi accogliendo la sfida educativa”.

In conferenza stampa, annuncia don Colajacomo, “verrà presentata la Festa di Don Bosco 2020, l’appuntamento che apre il triennio di preparazione al nostro centenario”. Questa festa è in programma domenica 2 febbraio, a partire dalle 10, nell’istituto Don Bosco, cui sono stati invitati il card. Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve, la presidente della Regione Umbria Donatella Tesei, il sindaco di Perugia Andrea Romizi, il rettore dell’Università Maurizio Oliverio e la prorettrice dell’Università per stranieri Donatella Gambini, “invitati a confrontarsi – sottolinea il direttore del Don Bosco – sulla linea tracciata dal Santo: ‘Buoni cristiani e onesti cittadini‘”.

A seguire sarà presentata ai giornalisti la proposta delle iniziative che nell’arco di un triennio toccheranno le tre aree di impegno: professionale, universitaria e sportiva, sino alla riproposizione della storica processione di Maria Ausiliatrice, la “Maestra di Don Bosco”, il 24 maggio 2023. (F.P.)

FESTA DI DON BOSCO, 2 FEBBRAIO 2020: Lancio del Centenario

Da quasi un secolo i Salesiani operano a Perugia a favore dei giovani e avviano le celebrazioni del Centenario non per nostalgia di un passato pur bello ma ricercando vie di speranza: “2022 cento anni di futuro”. La sfida educativa parte dal motto di Don Bosco riproposto per questo anno dal suo successore, “Buoni cristiani e onesti cittadini”. Il nostro Cardinale, Gualtiero Bassetti, che da sempre si ispira al Santo dei Giovani lo commenterà, le istituzioni (Comune, Regione, Università) rinnoveranno il loro impegno per la legalità e a sostegno dell’onestà e del servizio al bene comune. Chiederanno anche l’apporto ai Salesiani per rendere attuale il loro carisma nella società perugina.

Comunicato Stampa
Programma DB2020
Salesiani Perugia