Giubileo degli Adolescenti: le indicazioni per la partecipazione

Dal sito della CEI.

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Dal 25 al 27 aprile 2025 vivremo insieme il Giubileo degli Adolescenti.  Il pellegrinaggio giubilare, la compagnia degli amici del gruppo, il respiro della Chiesa universale, sono alcuni degli ingredienti dei giorni che vivremo assieme.

Il Giubileo a Roma sarà una parte del cammino. L’esperienza giubilare, infatti, inizia con il coinvolgimento, l’approfondimento, la preghiera prima della partenza a livello parrocchiale e Diocesano, nelle proposte delle Associazioni, dei Movimenti e degli Istituti di vita religiosa. Continua poi, una volta tornati a casa, con un momento di verifica e festa e con il racconto di ciascuno nel quotidiano.
Questo tempo di Grazia è un’occasione perché la misericordia di Dio e l’esperienza di Chiesa come popolo in cammino possa portare luce nelle scelte di tuti i giorni sia dei ragazzi e delle ragazze che vivranno questa esperienza, sia dei loro educatori e delle comunità che li accompagneranno.

LE ISCRIZIONI APRIRANNO A BREVE.

Negli allegati, che vi chiediamo di leggere attentamente, troverete:

-Note informative per la stampa “opuscolo” e/o per la stampa in A4 con all’interno le informazioni sulle iscrizioni e “pacchetti del pellegrino”, kit del pellegrino, alloggi, cibo, trasporti, assicurazione, vescovi, presbiteri, diaconi, programma di massima;

0Vademecum per l’uso degli allegati: informazioni e note per la compilazione degli allegati;
1. Nomina responsabile trattamento dati Diocesi;
2. Elenco partecipanti;
3. Iscrizione giubileo minorenne;
4. Iscrizione giubileo maggiorenne;

-I loghi scaricabili del “Giubileo degli Adolescenti”

 

Disponibile il sussidio per vivere al meglio il Giubileo

È disponibile online il sussidio che ci accompagnerà a vivere al meglio l’esperienza del Giubileo.
All’interno un’introduzione, anche storica, all’evento, una parte dedicata al pellegrinaggio, una dedicata alla liturgia e la parte più corposa che approfondisce attraverso parole chiave, i tre momenti fondamentali del Giubileo: pellegrinaggio e professione di fede; passaggio dalla Porta Santa; Riconciliazione.

Qui una breve presentazione di don Riccardo Pincerato:
https://www.youtube.com/watch?time_continue=5&v=wR8n-8-wE6Q&embeds_referring_euri=https%3A%2F%2Fgiovani.chiesacattolica.it%2F&source_ve_path=Mjg2NjY

Qui le immagini e il logo:
https://giovani.chiesacattolica.it/il-sussidio-per-prepararsi-al-giubileo-dei-giovani/

Indice ampio

I. Introduzione
II. Giovani pellegrini a caccia di stelle
III. Cenni storici sul Giubileo
IV. I cammini della Fede
V. I tre momenti del Giubileo e le parole chiave
VI. Proposte liturgiche
La prima parte fornisce uno schema per la celebrazione del sacramento della riconciliazione
La seconda parte, divisa in due grandi momenti, accompagnerà verso il cuore della pratica giubilare.

(SPECIFICHE)

IV. I cammini della Fede
la via Francigena del Nord e del Sud,
la via di Francesco,
la via Lauretana,
la via Amerina (o cammino della Luce),
la via Romea Strata
e la via Matildica

V. I tre momenti del Giubileo e le parole chiave

  • Pellegrinaggio e professione di fede
    1. Coraggio
    2. Abito
    3. Senso e Con-senso
    4. Popolo
  • Porta Santa
    5. Soglia
    6. Libertà/Responsabilità
    7. Scoperta
    8. Gioia piena
  • Riconciliazione
    9. Riscatto
    10. Coscienza
    11. Promessa
    12. Abbraccio

GLI SVILUPPI PER OGNUNA DELLE 12 VOCI

1.1. Orizzonte tematico
1.2. Domande per la riflessione
1.3. Lectio
1.4. Testimonianza
1.5. Selezioni musicali (CON ANALISI DEL TESTO)
1.6. Testi letterari
1.7. Composizioni artistiche
1.8. Filmografia
1.9. La Parola di Papa Francesco
1.10. Attività laboratoriali

Scarica il sussidio

RMG – Il Settore per la Pastorale Giovanile pubblica il documento finale del Sinodo Salesiano dei Giovani

Dall’agenzia ANS.

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(ANS – Roma) – A Valdocco e al Colle Don Bosco, dove è passata tanta storia e fedeltà salesiana, il Sinodo Salesiano dei Giovani ha studiato una proposta per tutto il mondo salesiano. A farlo sono stati 375 persone, per lo più giovani di 94 nazionalità, ragazzi e ragazze di età media di 23 anni, provenienti da tante nazioni, con culture e lingue diverse, ma tutti con la stessa fede e lo stesso intenso impegno per l’opera iniziata da Don Bosco.

Grazie al lavoro dei “circoli minori”, o gruppi linguistici, e dell’Assemblea, si è giunti al Documento Finale, che viene messo ora a disposizione di tutti. Esso guarda alla realtà dei giovani, del mondo e della Chiesa, individuando le percezioni, le emozioni e le aspettative dei giovani. Tale testo stimola tutti gli operatori pastorali a una riflessione serena e aperta: “Cosa dobbiamo cambiare perché i giovani passino da spettatori a protagonisti nella Chiesa e nella società? Cosa pensano, sentono e vogliono i giovani?”

“Forse dovremmo approfittare di quest’ora sinodale per puntare a una pastorale più mistagogica, che educhi all’interiorità e susciti l’esperienza di Dio in ogni momento, che aiuti a scoprire la propria vocazione e dia priorità all’accompagnamento pastorale”, sottolinea don Miguel Angel García Morcuende, Consigliere Generale per la Pastorale Giovanile salesiana.

Le proposte del Documento Finale approfondiscono l’esperienza della Spiritualità Giovanile Salesiana in una dimensione internazionale, trasformando queste pagine in una grande celebrazione del cammino di evangelizzazione compiuto in tutto il mondo salesiano. Esse aiutano a scoprire il cuore dei giovani per trovarvi quelle vibrazioni dello Spirito che aiutano a inventare nuovi percorsi e fonti di fede. “Non c’è nulla nelle culture giovanili che non risuoni nel nostro cuore” ribadisce don García Morcuende.

Al termine di queste giornate di grazia, i membri del Settore per la Pastorale Giovanile possono dire di essere stati presenti ad un appuntamento con la storia. “Siamo stati presenti a un momento indimenticabile – spiegano –. Al Sinodo siamo stati accompagnati dal sole estivo e dalla luce di quell’altro sole che sorge dall’alto e che ricevevamo ogni giorno nell’Eucaristia”.

Per chiunque vi abbia partecipato, è stato bello vedere che i giovani vogliono intraprendere la bella avventura di condurre a Gesù i loro compagni e amici, con i quali condividono grandi ideali, lotte e sconfitte nella ricerca dell’avvento della civiltà dell’amore, della solidarietà e della pace.

Nei dialoghi per giungere a queste conclusioni, è stato possibile vedere la diversità delle culture, delle realtà giovanili e della Chiesa, ma anche l’unità che il carisma di Don Bosco dona, permettendo di identificarsi negli stessi modi di assumere la vita e la fede. È stato motivo di grande gioia vedere la partecipazione, l’intesa e la comprensione, la capacità di lavoro e di discernimento e la condivisione di molti momenti di riflessione, di cultura, di preghiera e di proposta.

Scarica il documento

Attesi dal suo amore: spiritualità apostolica – il cuore missionario di Don Bosco

 

Spiritualità apostolica – Il cuore missionario di Don Bosco

Il giovane sacerdote piemontese trova alcune vie pastorali percorribili, si confronta con la sua guida spirituale e segue i suoi consigli, mettendosi a studiare e ponendo il suo impegno nelle mani di Dio, che solo può rendere feconda ogni azione umana.

Così è stata generata la prima idea di “oratorio salesiano” nel cuore di Don Bosco: un’esperienza educativa inedita, in uscita rispetto alle istituzioni ecclesiali del suo tempo. Missionaria nel senso più autentico del termine.

Approfondimento sito MGS

Domine, quo vadis? Una rilettura del Convegno

Da Note di Pastorale Giovanile, nuovo numero di settembre/ottobre.

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di don Riccardo Pincerato

“Domine, quo vadis?” Questa domanda è il filo rosso del XVIII Convegno Nazionale di Pastorale Giovanile che si è svolto a Sacrofano dal 6 al 9 maggio. La prima tra le tante domande che hanno accompagnato i giorni del convegno. La prima e la fondamentale, una domanda che mette al centro il desiderio di voler incontrare il Signore nelle sfide della quotidianità. Accompagnare ed essere al fianco delle nuove generazioni oggi è una sfida; a volte nascono dubbi e incertezze e le provocazioni del mondo giovanile non lasciano indifferenti e possono a volte disorientare. Per questo non possiamo essere da soli di fronte alle tante sfide del mondo giovanile e della cultura contemporanea, siamo invitati ad uscire per cercare compagni di viaggio e, tra questi compagni, il primo resta il Signore Gesù: Via, Verità e Vita.
“Signore, dove vai?” è la domanda che troviamo al cuore del Vangelo di Giovanni (Gv 13,36) nel contesto dell’ultima cena, dopo che Gesù consegna ai discepoli il comandamento dell’amore: “vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri, come io ho amato voi; così anche voi amatevi gli uni gli altri” (Gv 13,34).
Questa domanda esprime l’ansia e l’incomprensione dei discepoli di fronte all’annuncio di Gesù. Essi non comprendono ancora pienamente il significato del sacrificio che sta per compiere.
Gesù invita i discepoli e Pietro in primis a comprendere che il suo percorso è un atto di amore supremo, è un amore incondizionato, che richiede un tempo di preparazione e di crescita per essere compreso e seguito. La risposta di Gesù a Pietro apre a un doppio cammino: il cammino di Gesù verso la propria passione, morte e resurrezione, segno dell’amore indelebile ed eterno del Padre per l’umanità, e il cammino che anche Pietro dovrà fare se vorrà continuare ad essere discepolo del Signore. Pietro per seguire il Maestro dovrà accettare le proprie fragilità, le proprie infedeltà, le proprie miserie e dovrà accettare l’onnipotenza dell’amore di Dio che è l’unica in grado di ri-abilitarlo, di rimetterlo in cammino. Pietro dovrà accettare e riconoscere che la propria forza sta nella Grazia anticipata, donata e confermata dallo sguardo del Signore.
Alla fine del Vangelo di Giovanni il Maestro dirà a Pietro: “Vieni e seguimi”. “Segui-me” è l’appello che il Signore continua a fare a ciascuno di noi nella vita quotidiana e personale, nel nostro impegno a servizio delle nuove generazioni. Di fronte alle sfide, ai dubbi, alle perplessità, alla complessità del contesto attuale e del contesto giovanile non possiamo rispondere solo con le nostre forze. Non possiamo seguire solo le strategie o gli strumenti del mondo, che certo ci possono aiutare, che certo sostengono l’opera evangelizzatrice del nostro impegno, ma non sono questi l’obiettivo del nostro agire. Le strategie, i piani, i progetti restano e devono restare strumenti a servizio del giovane perché possa vivere libero, riconciliato e accompagnato; sono strumenti importantissimi nella misura in cui permettono al giovane di incontrare Cristo Risorto e quindi permettono al giovane di scoprire chi è, a chi appartiene e per chi la sua vita può essere un dono (Karl Rahner diceva: «Il cristiano del futuro o sarà un mistico o non sarà»).
“Signore, dove vai?”, la domanda ancorata al cuore del Vangelo di Giovanni e inserita nei nostri cuori, resta aperta e attuale. Resta una domanda che ci può spostare e che ci può continuamente rimettere in gioco.
Durante il Convegno attraverso le riflessioni, gli incontri, i momenti di preghiera e le esperienze che abbiamo vissuto, abbiamo cercato di declinarla, di offrire alcuni tratti, alcune pennellate; abbiamo cercato di offrire alcune piste in cui possiamo intravvedere che lì il Signore ci sta attendendo e ci sta interpellando. Nel nostro cammino personale verso l’età adulta, nelle nuove tecnologie, nelle grandi esperienze internazionali, nelle relazioni delicate e da tutelare, nel cuore delle nostre città, nell’arte e nel servizio, nel dialogo e nel vissuto di altre religioni che sono nel territorio nazionale, in associazioni e movimenti che si mettono a servizio del cammino di crescita dei bambini nelle città con meno possibilità economiche e culturali, nel dialogo fraterno e sincero che si è instaurato nei momenti laboratoriali e nei momenti informali; è lì che desideriamo tenere aperta costantemente questa domanda, perché è lì, nella vita, che possiamo incontrare il Vivente.
Vi auguriamo che i testi del Convegno possano essere di aiuto e di sostegno per la vostra riflessione e per il vostro cammino.

Meeting Giovani MGS Triveneto – Pellegrini di Speranza

Il 22 settembre 2024, l’Istituto Salesiano Don Bosco di Mestre ha ospitato un evento straordinario che ha coinvolto  circa un migliaio di giovani provenienti dalle realtà salesiane del Triveneto. Un’occasione speciale, rivolta ai ragazzi dalla 1^ alla 5^ superiore, per vivere una giornata di festa, ascolto, riflessione e divertimento, in  preparazione all’anno del Giubileo.

Don Emanuele Zof, salesiano e Delegato di Pastorale Giovanile, ha commentato: “Ogni anno diamo l’occasione ai giovani delle nostre opere salesiane di potersi incontrare all’inizio di settembre, dopo l’estate ricca di attività di  animazione, in questo meeting. È un modo per riprendere con entusiasmo le attività di servizio in oratorio e parrocchia a favore dei più piccoli.”

La giornata è iniziata alle 9:00 con l’arrivo e l’accoglienza dei partecipanti, che hanno subito respirato un clima di  gioia attraverso l’animazione fatta di danze e gioco libero. Successivamente, la giornata è stata introdotta da un momento di preghiera per iniziare con lo spirito giusto il meeting, prima di entrare nel vivo dell’evento con il momento formativo sulla Speranza, tenuto da Lorenzo Tiengo. In modo simpatico e coinvolgente, Tiengo ha saputo far riflettere i giovani sull’importanza di vivere la Speranza da cristiani. Durante questo spazio di riflessione, quattro giovani hanno condiviso le loro toccanti testimonianze su come essere pellegrini di speranza nei contesti più difficili: Sofia ha raccontato la sua esperienza con i ragazzi in carcere, Sara ha parlato della missione tra i giovani poveri, Francesco ha affrontato il tema dei NEET, e Leandro ha condiviso la sua esperienza con i Minori Stranieri non Accompagnati. I giovani hanno poi avuto un tempo di riflessione e condivisione in piccoli gruppi, così da poter trovare un impegno per essere pellegrini di speranza nei loro ambienti.

Suor Paola Vendrame, Figlia di Maria Ausiliatrice e Consigliera di Pastorale Giovanile, ha sottolineato l’importanza di questo cammino di riflessione, dicendo: “Il papa e la  chiesa ci stanno preparando a vivere il Giubileo del 2025 all’insegna della Speranza. Per questo, al Meeting, abbiamo invitato i giovani a comprendere meglio cosa significhi essere Pellegrini di Speranza per gli altri: a casa tra i familiari, a scuola tra i compagni, e in oratorio tra i più piccoli.”
Dopo il pranzo al sacco delle 12:00, la giornata è proseguita con tornei e giochi di animazione nel cortile, momenti di gioia e socializzazione. Alle 14:00, tutti si sono cimentati nel Grande Gioco, una competizione a squadre che ha visto i partecipanti sfidarsi su tre cortili, con prove logiche, pratiche e di fortuna, unendo il divertimento allo spirito di squadra.

Il momento centrale della giornata è stata la Santa Messa delle 15:30, presieduta da don Luca Bernardello, animatore vocazionale, che – partendo dalle letture della Domenica – ha saputo trasmettere parole profonde e ispiranti ai giovani presenti, invitandoli a prendere una posizione nella loro vita, di servizio a favore del prossimo. La giornata si è conclusa alle 16:30 con i saluti e l’invito a partecipare ai cammini del Movimento Giovanile Salesiano (MGS) durante l’anno, per continuare questo viaggio di fede e speranza. Francesco, uno dei giovani presenti all’evento coinvolto nella presentazione del Meeting ha detto: “Sono contento di essere al Meeting MGS perché è l’occasione per incontrare molti giovani, che hanno desiderio di vivere la loro vita in maniera piena”.

Questo evento ha rappresentato un’opportunità unica per tutti i ragazzi di sentirsi parte di una grande famiglia, uniti dallo spirito salesiano, e di avvicinarsi con entusiasmo al prossimo Giubileo!

NPG – Nuova rubrica: Il “vantaggio”

Pubblichiamo la presentazione della nuova rubrica NPG, Il “vantaggio”, a cura di Clara Pomoni (Condirettrice di “Ricerca. Nuova Serie di Azione Fucina”. Responsabile della Comunicazione FUCI) – Giancarlo De Nicolò (Redattore di “Note di pastorale giovanile”) – Emanuela Gitto (Vicepresidente Giovani di Azione Cattolica). 

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«Di qualsiasi cosa i mass media si stanno occupando oggi, l’università se ne è occupata venti anni fa e quello di cui si occupa oggi l’università sarà riportato dai mass media tra vent’anni. Frequentare bene l’università vuol dire avere vent’anni di vantaggio. È la stessa ragione per cui saper leggere allunga la vita. Chi non legge ha solo la sua vita, che, vi assicuro, è pochissimo. Invece noi quando moriremo ci ricorderemo di aver attraversato il Rubicone con Cesare, di aver combattuto a Waterloo con Napoleone, di aver viaggiato con Gulliver e incontrato nani e giganti. Un piccolo compenso per la mancanza di immortalità» (Umberto Eco).

Tra i tantissimi corsi universitari, ce n’è qualcuno che oltre ad assegnare materiale da studiare dia anche spazio alla ragione per cui farlo? spazio di ricerca, costruzione e discussione dei motivi personali per cui dedicarsi a quella materia? che senso ha fare l’Università?
La stessa parola studium racchiude un significato ben più profondo dell’applicarsi in una disciplina – come se le conoscenze dovessero attaccarsi in testa come post-it. Esprime infatti un senso di cura, diligenza, impegno, uniti all’entusiasmo, alla passione e all’amore per il sapere, per ciò che si potrà così saper fare per e con gli altri.
Che tu sia studente, laureato, o curioso di fare un affondo nel mondo dell’Università, questi articoli saranno l’occasione per dare spazio e spunti a questa costruzione di senso, sia in modo diretto (scrivendo) che indiretto (leggendo le storie di altri). Chiunque vorrà potrà riflettere sull’esperienza vissuta o che stai vivendo, guardando alla disciplina che ha preso a cuore e chiedendosi: che cosa ho colto di questa disciplina? quali chiavi di lettura e strumenti per stare e agire nel mondo mi può dare? a che cosa potrebbe servire per il miglioramento della società?
Si troverà così a rileggere la propria storia personale in relazione all’impegno nello studio, con gli entusiasmi e le fatiche, gli incontri che hanno chiarito o hanno aiutato nel cammino, le scoperte entusiasmanti e il senso di un percorso in continua evoluzione. Si tratta di una grande ricchezza, spesso sommersa perché non illuminata da uno sforzo di consapevolezza, perché non trova posto tra le voci del libretto universitario o del curriculum vitae. Noi vogliamo darle attenzione perché crediamo che sia la struttura portante della formazione personale, senza la quale quella professionale si rivelerebbe un guscio vuoto. Lo studio ti ha fatto e ti fa crescere personalmente? come?
Ogni storia ha una trama, è tessuta di fili che con continuità attraversano i singoli episodi mostrandosi in modi differenti, evolvendo nelle forme, garantendo l’originalità, ovvero il collegamento con l’origine. L’esercizio di connettere le tappe della nostra storia presente e passata, riconoscendo ciò che più ci ha colpito – è stato significativo perché ha lasciato un segno – è un modo per imparare a scegliere nel futuro. È ascoltando ciò che risuona più vivamente in noi che distinguiamo i desideri profondi del nostro cuore e ci orientiamo a realizzare i sogni che vanno maturando in noi. Perché un ragazzo, una ragazza ha scelto di fare l’università, e questo percorso di studi? come si è evoluta la sua motivazione? quali progetti di vita li hanno spinti in questa direzione? quali elementi l’hanno confermata o disconfermata?
Guardando a distanza di tempo i moti del cuore che abbiamo sperimentato, scorgiamo oltre le emozioni che ci hanno attraversato e ci addentriamo nello spazio della volontà, dei valori, dei desideri. È la dimensione spirituale della persona, cioè della vita interiore, che accomuna credenti e non. Come la ricerca esistenziale ed intellettuale si intersecano? Chi vive o ha vissuto questo percorso di crescita in una dimensione di fede, poi, si pone ulteriori domande etiche, ontologiche, pragmatiche.
L’esperienza dello studio universitario, in qualunque ambito si collochi, è un’esperienza determinante per un giovane. Per la sua identità, per la sua maturazione, per la costruzione di una personale visione del mondo e del futuro, per la sua capacità di collocarsi relazionalmente, socialmente, culturalmente. Essa mette alla prova la capacità del giovane di attrezzarsi adeguatamente, di sperimentare atteggiamenti determinanti, come la programmazione realistica, la capacità di organizzarsi, di motivarsi, di vivere la fatica e l’impegno, l’incontro con i propri limiti, ma anche la gioia della scoperta, l’uso dell’immaginazione, l’accostamento al mistero. E la capacità di immaginare il futuro.
Tutto questo passa attraverso storie personali di vita, incontri-scontri con la realtà dello studio e dell’università, delle persone che ne fanno parte e delle esperienze in cui ci immergiamo, del contesto del piccolo e grande mondo in cui siamo immersi.
Alla luce di tutto ciò, questa rubrica nasce con l’intento di dare voce a questa ricchezza, celata nel percorso di formazione di ciascuno e troppo spesso nascosta all’ombra delle tappe ufficiali nell’università, che fatichiamo a riconoscere e valorizzare anche in prima persona.
Non si tratta infatti di fare uno studio sociologico o una raccolta di saggi dotti sul tema dei giovani, le loro prospettive, del futuro del lavoro ecc. Diversamente da quanto spesso accade, la rubrica è uno spazio pensato da giovani in cui i giovani stessi raccontano la propria prospettiva “dall’interno”. Un “interno” che significa sia senza uno sguardo adulto che si avvicina con una prospettiva diversa, sia con l’attenzione alla vita interiore di ciascuno, in prima persona.
Diamo spazio quindi ai racconti di come diversi giovani hanno vissuto questo periodo e di speranze/disillusioni, in cosa è mutato cammin facendo, e se e come è stata un’esperienza “di vita vera” (Etty Hillesum) [1].

NOTA

1 «Quando, in passato, sedevo alla mia scrivania, ero presa da irrequietezza al pensiero di perdermi qualcosa fuori, qualcosa della “vera” vita. E così non riuscivo mai a concentrarmi sui miei studi. E quando ero immersa nella “vita vera”, in mezzo alle persone, provavo sempre il desiderio disperato di tornare a quella scrivania e non ero affatto allegra insieme agli altri. Quella distinzione artificiale tra studio e “vita vera” adesso è scomparsa. Adesso “vivo” davvero dietro alla mia scrivania. Lo studio è diventato una “vera” esperienza di vita e non è più solo qualcosa che riguardi la mente. Alla mia scrivania io sono completamente immersa nella vita, e trasporto nella “vita vera” la tranquillità interiore e l’equilibrio che mi sono conquistata nell’intimo. Prima dovevo ogni volta ritirarmi dal mondo esterno, perché le molte impressioni mi confondevano e mi rendevano infelice. Dovevo rifugiarmi in una stanza silenziosa. Adesso quella “stanza silenziosa”, per dir così, la porto sempre con me, e mi ci posso ritirare a ogni istante, sia che mi trovi in un tram pieno di gente sia nel mezzo della confusione in città» (Etty Hillesum).

Note di Pastorale Giovanile, gli studi di approfondimento per il 2025

Di seguito pubblichiamo gli Studi di NPG per l’anno 2025.

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1. Pastorale identitaria o contestualizzata? Un modello innovativo per tempi e culture diverse (Michal Vojtas)
Uno studio sul modello pastorale che mantiene l’identità carismatica (ad esempio salesiana, ma non solo) e prevede una differenziazione nel tempo e nelle culture diverse. È una riflessione legata alla “fedeltà creativa” della nostra progettualità pastorale in un mondo sempre più multiculturale e globalizzato.

2. Accompagnamento vocazionale dei giovani (Claudia Ciotti)
Partendo da tre sfide nell’ambito della pastorale giovanile-vocazionale (intimità tradita, gratuità sconosciuta, interiorità occupata) lo studio offre spunti sia teorici che operativi per accompagnare i giovani nel loro percorso vocazionale unendo allo sguardo pastorale quello psicologico. Il presente studio è pensato in continuità con quello di M. Fusi (cfr. NPG dicembre 2023).

3. 80 anni dalla “liberazione” in Italia (Raffaele Mantegazza)
In un’Europa in cui vi sono nuove guerre che si affacciano vecchi spettri che risorgono, è utile andare a vedere quali esperienze e confronti proporre agli adolescenti e ai giovani come antidoti in vista di una crescita che tenga viva la memoria delle tragedie che hanno segnato l’Europa nel XX secolo.

4. Diventare insegnante: una vocazione per i giovani d’oggi? (Marco Pappalardo)
Una riflessione sulla capacità delle comunità di suscitare ancora vocazioni educative stabili e professionali. Lo studio dovrebbe approfondire il senso di una chiamata specifica che rischia di essere sottovalutata per i giovani d’oggi, e che invece sta nel cuore dell’impegno cristiano inteso come “carità educativa”.

5. Infosfera, intelligenza artificiale e pastorale giovanile (Elio Cesari, Marta Rossi e CSS)
Uno studio iniziale che disegna l’orizzonte attuale e le sue principali articolazioni. Tale studio darà poi il via ad una rubrica online (vedi sotto, alla sezione rubriche online) che darà continuità teorica e strumenti utili.

6. Il disagio educativo nel mondo dell’oratorio (Stefano Guidi e Pierpaolo Triani)
ODL sta conducendo una ricerca sul disagio educativo nel mondo degli oratori. Lo studio presenterà i risultati principali della ricerca orientata a indagare su come il mondo degli oratori è in grado di intercettare e interfacciare situazioni di fatica e disagio nel mondo adolescenziale e giovanile.

7. Il coordinatore laico in oratorio (Stefano Guidi e Paolo Carrara)
Visto l’aumento dell’affidamento della conduzione dell’oratorio a figure laiche, in questo studio si tratterà di fare il punto della situazione. Vedere come stanno andando le cose, confermare i punti fermi, evidenziare le criticità e proporre passi in avanti.

8. La qualità vocazionale della nostra pastorale universitaria (Ernesto Diaco)
La scelta vocazionale avviene sempre di più durante il tempo dell’università. Lo studio si impegna ad approfondire, valutare e rilanciare la “qualità vocazionale” in atto nelle nostre proposte di pastorale universitaria.

9. Quale musica per le nostre liturgie? (Elena Massimi)
In alcuni mondi cristiani (pensiamo ai pentecostali, ma anche a tante chiese protestanti) la musica di alta qualità è molto attrattiva per avvicinare i giovani alla fede. Ci pare interessante interrogarci sul rapporto tra musica giovanile e musica liturgica: un rapporto spesso eluso ma quantomai necessario. Si tratta di educare i giovani alla musica liturgica o educare la chiesa a nuove forme di musica sacra?

10. Identità e sessualità (Claudia Caneva – Cecilia Costa)
Studi estratti da vari contributi accademici delle autrici che hanno indagato sul rapporto tra identità e sessualità. In un tempo di grande confusione è utile la voce di due studiose che, dal loro punto di vista specifico (antropologico e sociologico), ci offrano delle riflessioni serie e fondate sull’argomento.

Terza Pagina – Le rubriche novità di Note di Pastorale Giovanile

Nel prossimo anno ci saranno nuove rubriche ad animare le pagine di Note di Pastorale Giovanile e invitare alla riflessione i lettori.

I sensi come vie di senso nella vita   – di Alessandra Augelli
In un’epoca in cui siamo continuamente stimolati da tanti artifici e in molteplici direzioni, rischiamo di perdere l’esercizio dei sensi, ovvero quel patrimonio basilare che ciascuna persona ha a disposizione per vivere in pieno la propria presenza nel mondo, le relazioni con gli altri e il rapporto con Dio. Come educatori consapevoli, per noi stessi e per gli altri, cercheremo di riflettere e riappropriarci di queste dimensioni per imparare a orientarci meglio nel mondo e riscoprire il senso della vita e di ciò che ci circonda.

Incontrare Gesù nel vangelo di Giovanni – di Guido Benzi
Papa Francesco nella sua esortazione apostolica rivolta ai giovani Christus vivit dice al n° 129: «Se riesci ad apprezzare con il cuore la bellezza di questo annuncio e a lasciarti incontrare dal Signore; se ti lasci amare e salvare da Lui; se entri in amicizia con Lui e cominci a conversare con Cristo vivo sulle cose concrete della tua vita, questa sarà la grande esperienza, sarà l’esperienza fondamentale che sosterrà la tua vita cristiana. Questa è anche l’esperienza che potrai comunicare ad altri giovani. Perché “all’inizio dell’essere cristiano non c’è una decisione etica o una grande idea, bensì l’incontro con un avvenimento, con una Persona, che dà alla vita un nuovo orizzonte e con ciò la direzione decisiva” (Benedetto XVI)».
Desideriamo indagare, attraverso il Vangelo di Giovanni, cosa significa questo «incontro con Cristo», seguiremo dunque Gesù e analizzeremo il suo stile, il suo modo di incontrare diversi tipi di persone, mescolandoci tra di loro per poter così fare anche noi il «nostro» incontro con Lui.

Playlist generazioneZ  – di Salvatore Miscio
Una rubrica sui giovani e la loro musica: i cantanti e le canzoni dai quali si sentono capiti e raccontati, stimolati e incoraggiati. I singoli articoli saranno condivisi con i ragazzi stessi.

Noi crediamo: ereditare oggi la novità cristiana – di Gianluca Zurra
La rubrica intende rileggere i fondamenti della fede cristiana in rapporto alla sua risonanza esistenziale per le giovani generazioni. In occasione dei 1700 anni dal Credo di Nicea, se ne riprendono gli articoli, nella consapevolezza che il lavoro compiuto allora dai nostri padri non fu quello di ridurre l’esperienza credente al dogma, ma di custodirne il cuore pulsante perché fosse ereditabile nel tempo a venire.
Proprio la categoria di “eredità” può essere suggestiva per intendere la Tradizione in modo adeguato. Non si parte mai dal nulla, ma da ciò che ci è stato consegnato; tuttavia, se ne riprende il tesoro in modo inedito e creativo, perché il Vangelo continui ad essere nel corso della storia una lieta notizia per l’umanità. 

“Pellegrini con arte” Il Giubileo della speranza di Maria Rattà
Arte e speranza sono intimamente connesse fin dalle pagine bibliche, in un gioco in cui si intrecciano immagini e colori, dalla cordicella rossa grazie a cui Giosuè si salva nell’Antico Testamento fino all’ancora paolina e (volendo estendere il discorso in chiave prettamente cristologica) al legno verde della Croce fra le pagine del Nuovo.
Sembra quasi che la speranza non si possa comprendere senza uno sguardo “artistico”, capace di dipingere di armonica bellezza questa virtù teologale così importante per la vita spirituale del cristiano.
Ma accanto a questi temi strettamente legati alla speranza, anche altri ci permettono di affrontare “con arte” il cammino giubilare, spaziando su argomenti diversi, tutti legati al Giubileo, ma che ci consentono anche di allargare il nostro sguardo.
Ecco allora una prima progettazione delle grandi tematiche che affronteremo nel corso di questo anno, nell’usuale modalità: articolo nella Rivista e approfondimento artistico come pdf nella Newsletter.

Ragazzi e adulti pellegrini sulla terra. Un viaggio attraverso le grandi domande di senso  – di Raffaele Mantegazza e Christiano Nella
La rubrica propone una serie di articoli costruiti come dialoghi tra uno studente di 21 anni, Christiano Nella e un docente di 58 anni, Raffaele Mantegazza. I temi attorno ai quali graviteranno gli articoli sono alcune domande fondamentali che attraversano l’umanità non solo da oggi ma da secoli. La forma dialogica permette di confrontare idee e pensieri cercando di accerchiare i temi senza proporre verità definitive.

 

 

 

Attesi dal suo amore: in cammino con la Chiesa – Pellegrini di speranza

Iniziamo con il mese di settembre un approfondimento mensile della Proposta Pastorale 2024/2025, per scoprire lo strumento del Quaderno di lavoro.

In cammino con la Chiesa – Pellegrini di speranza.

“Il giubileo è dunque un tempo speciale per riaffermare il riconoscimento e l’accoglienza della presenza – ieri, oggi e sempre – del Signore Gesù nella storia del mondo e nella nostra vita particolare. Siamo “accerchiati” da Dio. Non possiamo che arrenderci a questa sua presenza che bussa incessantemente alla porta  della nostra vita!

La caratterizzazione che Papa Francesco ha voluto dare a questo primo grande Giubileo del terzo millennio è legata alla speranza: egli invita tutti ad essere Pellegrini di Speranza. […]  La giovinezza stessa è un tempo privilegiato per la speranza: lì si maturano sogni, si coltivano desideri, ci si getta avanti con coraggio. Il senso ultimo del giubileo sta proprio qui: riscoprire che Dio è la nostra grande e unica speranza!”

Approfondimento sito MGS