Vallecrosia, “La legalità vince sempre”: consegnati alla comunità i beni confiscati alla criminalità organizzata

Dal sito dei Salesiani dell’Italia centrale.

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Consegnati ufficialmente alla comunità beni immobili confiscati alla criminalità organizzata. Verranno destinati per finalità sociali un complesso immobiliare sito nel comune di Bordighera che verrà utilizzato a favore di ragazzi diversamente abili e una parte di terreni agricoli siti nel comune di Vallecrosia che serviranno a favorire percorsi di formazione per giovani dell’Istituto Don Bosco e del Centro Formazione Professionale Salesiano CNOS FAP per acquisire le professionalità utili anche per sbocchi lavorativi nell’agricoltura.

La cerimonia di consegna, che si è svolta questa mattina presso l’Istituto Don Bosco di Vallecrosia, ha rappresentato il momento conclusivo di un percorso di sensibilizzazione alla cultura della legalità, svolto dalla Prefettura in sinergia con l’Agenzia Nazionale Beni Sequestrati e Confiscati alla criminalità organizzata, i comuni di Bordighera e Vallecrosia e la rete di volontariato del territorio guidata dalle associazioni Libera e Spes, Caritas e l’Istituto Don Bosco di Vallecrosia. La riappropriazione e riassegnazione di questi luoghi permetterà la creazione di spazi che, nella loro nuova funzione, verranno gestiti da associazioni impegnate nel sociale e a favore dei giovani.

Per l’occasione sono intervenuti il prefetto della provincia di Imperia Valerio Massimo Romeo, il senatore Gianni Berrino, il direttore della sede di Milano dell’Agenzia Nazionale Beni Sequestrati e Confiscati alla criminalità organizzata Simona Enrica Ronchi, il sindaco di Bordighera Vittorio Ingenito, il sindaco di Vallecrosia Armando Biasi, i rappresentanti delle associazioni, Maura Orengo, referente provinciale di Libera, e Matteo Lupi, presidente della Spes, alla presenza di autorità civili, militari e religiose, locali, provinciali, regionali e nazionali.

Il vescovo della diocesi di Ventimiglia-Sanremo, Monsignor Antonio Suetta, ha dato il via alla cerimonia con una riflessione, una preghiera e una benedizione. Sono poi stati letti messaggi rivolti al prefetto da parte di Matteo Piantedosi, ministro dell’Interno, e di Francesco Lollobrigida, ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste. “Esprimo profonda soddisfazione per l’importante traguardo raggiunto nella provincia di Imperia con la riqualificazione di immobili appartenenti a esponenti di spicco della criminalità organizzata. Il riutilizzo per finalità sociali dei beni sottratti alle consorterie criminali assume un rilevante significato, anche simbolico, perché solo con la restituzione alla comunità di ciò che ha rappresentato il frutto di profitti illeciti può dirsi davvero compiuta l’opera di contrato alle mafie. Con la riappropriazione di spazi criminali la società civile diviene protagonista, riconsegnare alle comunità beni appartenenti alla criminalità organizzata significa, infatti, dare un segnale credibile di presenza attiva delle istituzioni sui territori – ha scritto il ministro Matteo Piantedosi.

“Desidero esprimere il mio apprezzamento per il significativo impegno profuso al fine di rafforzare e diffondere la cultura della legalità, come la lodevole iniziativa di consegna del complesso immobiliare e dei terreni agricoli siti nei comuni di Bordighera e Vallecrosia. La restituzione alla cittadinanza e al mondo dell’agricoltura di terreni confiscati alla criminalità può contribuire a contrastare la desertificazione economica e sociale di alcune aree della nostra nazione. E’ intendimento di questo ministero coinvolgere anche le associazioni interessate per promuovere le più ampie sinergie e rilanciare il sistema Italia. Il nostro obiettivo è quello di mettere a reddito il cospicuo patrimonio assegnato allo Stato nell’interesse della collettività” – ha sottolineato il ministro Francesco Lollobrigida.

“Sono beni appartenuti al clan dei Pellegrino che verranno destinati per fini sociali” – ha detto il prefetto della provincia di Imperia Valerio Massimo Romeo – “Le ville a Bordighera saranno destinati ai ragazzi della Spes per iniziative di crescita e aiuto mentre i terreni a Vallecrosia verranno usati dai ragazzi del Don Bosco per percorsi di formazione in vista di un possibile sblocco professionale. Questi beni che erano il simbolo di affermazione e potere della mafia oggi diventano simbolo di bene grazie allo stato italiano e questa è una bellissima cosa che ci soddisfa molto”.

E’ intervenuto anche il senatore Gianni Berrino: “Oggi è un giorno importante e gioioso che trova le sue radici nello sforzo che la magistratura insieme alle forze dell’ordine fanno quotidianamente in Italia per combattere la criminalità organizzata. Oggi è un giorno di ringraziamenti, il primo va alle donne e agli uomini in uniforme che, unitamente alla magistratura e alle forze inquirenti e giudicanti, hanno reso possibile tutto questo. Senza il loro sacrificio, senza il loro lavoro e il loro coraggio tutto questo oggi non sarebbe stato possibile. Non sarebbe stato possibile vivere questo giorno di gioia, speranza e impegnativo perché quando lo Stato restituisce alle comunità locali beni che sono stati utilizzati per altri motivi, rende e dà un forte impegno alla comunità affinché questi beni vengano custoditi e impiegati per il futuro dei giovani. E’ bella la durezza del lavoro. Per arrivare ad oggi c’è stato un lavoro duro, lo stesso che viene richiesto ai nostri giovani, alle comunità, per il futuro, per dimostrare a tutti noi che il bene vince sempre e che l’impegno, unito alla fatica e alla costanza, sono l’unica via per un futuro migliore di quello che abbiamo oggi, per un futuro di democrazia e di libertà a cui quotidianamente le forze dell’ordine e la magistratura sovrintendono. Senza l’impegno quotidiano delle donne, degli uomini e delle forze dell’ordine questo non sarebbe possibile, voglio ringraziare, perciò, tutti coloro che hanno contribuito ad arrivare qua, a questo momento”.

“E’ sempre un piacere per l’agenzia essere presente alla cerimonia di consegna dei beni immobili confiscati alla criminalità organizzata in particolare oggi visto che verranno destinati per finalità sociali” – ha dichiarato il direttore della sede di Milano dell’Agenzia Nazionale Beni Sequestrati e Confiscati alla criminalità organizzata Simona Enrica Ronchi – “La cerimonia di oggi rappresenta un momento particolarmente significativo perché è la conclusione di un lavoro immenso fatto dalle forze dell’ordine e dai tribunali per sottrarre i patrimoni alla criminalità organizzata. La legalità vince sempre”.

“Se ognuno fa qualcosa allora si può fare molto” – ha affermato Maura Orengo, referente provinciale di Libera – “Quando abbiamo iniziato questo percorso, il timore che un po’ vagava nella comunità era che le mafie vincono sempre e invece ce l’abbiamo fatta. Ora sappiamo di avere le spalle coperte e faremo il massimo. Questi beni ci permettono di far conoscere ai ragazzi e agli adulti come funziona l’attività e la mente mafiosa. Scuole, organizzazioni civili e adulti stanno venendo a vedere e toccare con mano quello che è successo. Ormai si è squarciato un velo”.

“E’ stato un momento di testimonianza di quanto lo Stato sia stato forte e presente sempre in questa grande sfida” – ha commentato Matteo Lupi, presidente della Spes – “Ringraziamo tutti, in particolar modo la dottoressa Ronchi, che ci è stata vicina nel suo ruolo di Agenzia, e la professoressa Orengo di Libera, che sta svolgendo un lavoro straordinario nelle scuole e nella società civile per rendere tutta la comunità più consapevole. Oggi siamo qui a cogliere tutto il peso della responsabilità che spetterà alla Spes e a una grande rete di soggetti. Simo lieti di poter intraprendere questo cammino insieme a Libera, al Don Bosco e alla Caritas. Sentiamo il peso di creare, insieme alle istituzioni, le condizioni di lavoro per aiutare alcuni ragazzi a crescere con un lavoro vero e serio e un’opportunità vera di cittadinanza che sia d’esempio per tutti”.

“Quando ancora non esisteva il termine legalità Don Bosco parlava ai suoi ragazzi e diceva a loro di diventare dei buoni cristiani, onesti cittadini e abitatori del cielo” – ha aggiunto don Stefano Aspettati, Superiore della Circoscrizione salesiana dell’Italia Centrale – “Il terreno degli onesti cittadini ci mette in comunione con tutti”.

L’evento, che si è concluso con un ricco buffet, è stato curato dagli allievi dei corsi del Centro Formazione Professionale Salesiano CNOS FAP che, in un’occasione così importante, sono stati anche loro protagonisti di una giornata preziosa per la collettività.

Contrastare la dispersione scolastica: a Frascati nasce il progetto “QUICONTE”, una sinergia tra Comune, Caritas Diocesana, Istituto Salesiano “Villa Sora” e Istituti Comprensivi del territorio

Dall’agenzia ANS.

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Frascati, Italia – 23 febbraio 2024 – Da sempre radicata nel territorio tuscolano, in continuità con l’Estate Ragazzi che da più di dieci anni accoglie circa 700 ragazzi del territorio di Frascati, la comunità educativa dell’istituto salesiano “Villa Sora”, ha deciso di concretizzare il sostegno e l’accompagnamento degli studenti di Frascati, secondo lo spirito del fondatore San Giovanni Bosco. Con la delibera approvata in Giunta Comunale il 13 febbraio e con la firma del protocollo del successivo 22 febbraio, è stato avviato il progetto “QUICONTE”. Il progetto prevede la creazione di un gruppo di lavoro e l’accoglienza a Villa Sora di alcuni ragazzi e ragazze frequentanti le scuole secondarie di primo grado del comune. Un ampliamento delle risorse a loro disposizione anche per contrastare la dispersione scolastica e fornire sostegno alle famiglie più in difficoltà. Tale progetto è reso possibile grazie alla collaborazione di numerosi attori del territorio da sempre attenti ai bisogni dei ragazzi: la Sindaca di Frascati, Francesca Sbardella; l’Assessore alle Politiche Sociali e ai Servizi Sociali, Matteo Filipponi; la Caritas Diocesana e i Dirigenti scolastici degli istituti comprensivi di Frascati, che supporteranno didatticamente i ragazzi accolti. A livello operativo l’istituto salesiano “Villa Sora” accoglierà in fascia pomeridiana alcuni ragazzi e ragazze frequentanti gli istituti comprensivi di Frascati, fornendo supporto nello studio e prevedendo la partecipazione ad attività ludico-ricreative, strutturate e libere, in cortile. I giovani accolti saranno assistiti da studenti frequentanti l’istituto salesiano e da volontari, secondo il Sistema Preventivo di Don Bosco.

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Caserta, Rise Up contro la violenza di genere, impegno condiviso alla cogestione dei Salesiani

Da AppiaPolis.

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CASERTA – Nei giorni 22 e 23 febbraio, l’Istituto Salesiani Don Bosco di Caserta ha ospitato un evento di grande rilievo, che ha visto la partecipazione delle associazioni Rise Up, VOCE, dei rappresentanti del Forum dei Giovani della Città di Caserta, il Comando di Caserta della Guardia di Finanza e della TCE Terapy Center di Elpidio Cecere. L’evento della Cogestione è, da anni per il Don Bosco, un momento di riflessione su cultura, sport, formazione e divertimento, ha offerto a Rise Up, rappresentata da Maria Corvino e Valeria Ambrosanio il primo giorno, e da Lucia Cerullo e Alessandra Vigliotti il secondo, l’opportunità di interagire direttamente con gli studenti su temi di stretta attualità e grande impatto sociale, come la lotta contro la violenza di genere.

L’iniziativa ha evidenziato l’importanza di un lavoro congiunto per contrastare un fenomeno tanto diffuso quanto dannoso. La scuola è stata riconosciuta come ambiente privilegiato per promuovere il cambiamento, educando le giovani generazioni al rispetto reciproco e all’uguaglianza di genere.

Durante l’evento, sono stati presentati esempi concreti tratti dall’esperienza professionale dei relatori, supportati da dati statistici e ricerche che hanno sottolineato l’urgenza di agire. Sono stati inoltre suggeriti approcci per l’implementazione di attività di sensibilizzazione e prevenzione nelle istituzioni scolastiche.

Una particolare attenzione è stata data a come gli studenti possano diventare attori attivi nella lotta contro la violenza di genere, sottolineando l’importanza della collaborazione tra istituzioni, docenti, famiglie, associazioni e studenti stessi.

Un ringraziamento speciale è stato rivolto al Direttore Don Antonio D’Angelo, ai Vicepresidi Prof. Piergiorgio Carusone e Prof. Costanza Signorelli per aver reso possibile l’evento. Un plauso va anche ai rappresentanti di istituto Gaetano Montuori, Giorgia Maddaloni e Giovanni Maiello per l’organizzazione impeccabile, che ha riflettuto lo spirito imprenditoriale, considerato una delle competenze chiave europee.

L’iniziativa ha riscontrato un grande interesse e partecipazione, confermando come l’educazione e il dialogo siano strumenti fondamentali per costruire una società più giusta e sicura per tutti. La lotta contro la violenza di genere, attraverso momenti come questi, diventa un impegno condiviso che rafforza la comunità e ne guida i passi verso un futuro libero dalla discriminazione e dalla violenza.

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Salesiani Genzano, conferita la cittadinanza onoraria a don Luigi Ciotti

Dal sito di notizie Castelli Notizie.

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Si è tenuta stamattina, presso il Cinema Cynthianum, la solenne cerimonia di conferimento della cittadinanza onoraria a Don Luigi Ciotti, prete da sempre in prima linea nella lotta contro le mafie, le droghe e contro la violenza di ogni tipo, la sopraffazione e la negazione dei diritti umani. Già lo scorso anno Don Ciotti era stato a Genzano per incontrare la cittadinanza in occasione della festa di San Giovanni Bosco.

Stamattina è stato accolto in una sala gremita di autorità, cittadini ma soprattutto studenti e studentesse degli istituti di Genzano e una rappresentanza della sede distaccata dell’istituto Pertini di Genzano ma presente ad Albano. Un monito per tutti ed ognuno la presenza di Don Ciotti a Genzano, che ha tenuto particolarmente al momento del dialogo con le scuole. Gli studenti hanno posto diverse domande a cui il prete di strada dai riferimenti del Vangelo e della Costituzione, lo stesso che decine di anni fa ha fondato, da un semplice giornale, prima il gruppo Abele poi l’associazione Libera Nomi e Numeri contro le mafie, ha prontamente risposto. Massiccia la presenza delle forze dell’ordine, essendo Don Ciotti da anni sotto scorta a causa delle diverse minacce ricevute da esponenti di spicco delle organizzazioni mafiose.

«Non temete, non dobbiamo temere – ha detto ai presenti -, dobbiamo sperare in un domani migliore. Possono uccidere una persona ma non potranno mai uccidere un grande movimento, non potranno mai uccidere l’azione collettiva di tanti cittadini».

Sul palco, oltre al neo cittadino onorario, la Presidente del Consiglio Comunale Patrizia Mancini che ha conferito materialmente la cittadinanza, il Sindaco Carlo Zoccolotti, il salesiano Don Maurizio Verlezza e il Vicario Generale della Diocesi di Albano Don Franco Marando, in rappresentanza del vescovo Vincenzo Viva. Nelle prime file gli amministratori comunali, i consiglieri, i tre parroci di Genzano, i rappresentanti delle associazioni della Città dell’Infiorata.

Don Ciotti ha dato appuntamento a tutti al 21 marzo, Giornata Nazionale per la promozione della Legalità, raccontando ai giovani l’esperienza con Giovanni Falcone due mesi prima della sua uccisione. Un ultimo invito ai giovani: «Abbiate cura della vostra solitudine, che non deve essere isolamento, ma siate responsabili e usate le nuove opportunità per costruire nuove relazioni, perché dobbiamo recuperarle».

l neo cittadino genzanese Don Luigi Ciotti è stata consegnata anche una tessera di iscrizione alle biblioteche del Sistema Castelli Romani, come simbolo dell’unione tra cultura e legalità. Don Ciotti ha colto l’occasione per invitare ad un gemellaggio tra il Sistema Castelli Romani ed il Centro Extra Libera di Roma, un ex bingo confiscato alla malavita e ora centro di cultura. Parole di forte apprezzamento – che hanno di fatto raccolto anche quelle degli altri ospiti sul palco – quelle del Sindaco di Genzano nei confronti del presbitero missionario contro l’emarginazione. È stata la giusta occasione anche per annunciare a Don Ciotti – che ha parlato di fratellanza e della necessità di essere un’unica famiglia – il tema della prossima edizione dell’Infiorata del Corpus Domini, tratto dall’enciclica di Papa Francesco e dalla poesia di Danilo Dolci: “Sogniamo come un’unica umanità. Ciascuno cresce solo se sognato”.

Con la cittadinanza onoraria il Comune di Genzano di Roma, in collaborazione con Salesiani Don Bosco, ha suggellato un patto per una sana diffusione di una mentalità aperta che sia sempre a favore della vita.

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Roma, a San Giovanni Bosco l’educazione è al centro

Da Avvenire.

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Educazione, cultura, carità, impegno contro l’analfabetismo religioso. La parrocchia di San Giovanni Bosco, da sempre affidata ai salesiani figli spirituali del santo torinese, quotidianamente pulsa di vita, di fede e di impegno sociale. Guidata da don Roberto Colameo, oggi si prepara ad accogliere il cardinale vicario Angelo De Donatis che, in occasione della visita pastorale, presiede la Messa delle 11. È tra le comunità più grandi di Roma per numero di abitanti, poco meno di 60mila. «È anche l’unico caso a Roma, se non in Italia, in cui la parrocchia ha dato il nome al quartiere – spiega don Roberto -. Anche se la toponomastica l’ha cambiato in quartiere Tuscolano, la gente continua a chiamarlo quartiere Don Bosco».

Carisma salesiano è quello di prendersi cura dell’educazione dei ragazzi. «Con l’oratorio- Centro giovanile cerchiamo di rispondere alle tante piaghe della società e alle sfide che ci vengono dal mondo dei giovani che riempiono le nostre strade, le nostre piazze e che non sempre la parrocchia intercetterebbe». L’oratorio è frequentato quotidianamente da circa 300 ragazzi dalla scuola media in su. Alla realtà educativa viene applicato quello che i salesiani definiscono “criterio oratoriano”. «Ogni opera salesiana – prosegue don Roberto -, è una casa che accoglie, una parrocchia che evangelizza, una scuola che avvia alla vita, un cortile per incontrarsi da amici». Sul territorio operano anche le Figlie di Maria Ausiliatrice che gestiscono una scuola con oltre mille allievi e un centro di formazione professionale molto attivo. La parrocchia Don Bosco – negli anni visitata da san Giovanni XXIII, san Paolo VI, san Giovanni Paolo II e santa Teresa di Calcutta – ha molteplici “porte di accesso alla fede”. Quella della cultura come strumento di evangelizzazione attraverso il cinema teatro Don Bosco; l’oratorio, porta spalancata sul territorio per far vivere ai giovani esperienze di fede e di amicizia; la carità, cuore pulsante della parrocchia.

«Dal lunedì al venerdì è aperta nella nostra parrocchia la mensa gestita e finanziata dalle parrocchie della XX prefettura – spiega don Roberto -. Offre un pasto caldo a chi vive in difficoltà». In una parrocchia così grande «è necessario far crescere il senso della comunità per non perdere i più deboli – riflette don Colameo -. È vivo il nomadismo religioso, manca un’identità della comunità cristiana, che è caratteristico dell’essere a Roma. Per questo ci sentiamo chiamati a costruire una vita parrocchiale basata su relazioni di qualità, favorendo momenti e ambienti d’incontro, in un clima di accoglienza, dialogo, collaborazione. Condividiamo il progetto educativo locale elaborato, realizzato e sottoposto a verifica con la partecipazione attiva di tutti, una partecipazione sempre più corresponsabile dei laici nell’evangelizzazione, nel servizio della carità e della promozione umana e sociale mediante i diversi gruppi, consigli e assemblee. Inoltre curiamo con speciale attenzione la formazione dei laici, favorendo una costante maturazione della loro vocazione cristiana. Siamo inoltre attenti ad accompagnare la famiglia, considerandola come Chiesa domestica e come mediazione tra la comunità cristiana e il territorio».

La mostra “Matteo 25. Restiamo umani” arriva a Roma

Dall’agenzia ANS.

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(ANS – Roma) – Sollecita la risposta personale dello spettatore la mostra “Matteo 25. Restiamo umani”, attualmente ospitata nell’Aula della Chiesa parrocchiale di Santa Maria della Speranza a Roma, realizzata dall’artista Massimo Ungarelli, in collaborazione con l’associazione dei Frati Cappuccini “Midrash” (termine ebraico traducibile come “Racconto”), e che ha per oggetto i rifugiati, o meglio il modo di guardare ai rifugiati.

Il titolo è un chiaro riferimento al celebre capitolo del Vangelo di Matteo, in cui Cristo al suo ritorno nella Parusia, interroga i suoi chiedendo se lo abbiano riconosciuto in colui che aveva fame, che aveva sete, che era nudo, che era fuggitivo, che era malato e in carcere e se lo avevano aiutato. La mostra è composta da 25 opere di grandi dimensioni che hanno come tema – appunto – i rifugiati.

Ungarelli parte dall’utilizzo di foto vere “per la potenza coinvolgente che solo la verità garantisce” ha spiegato l’artista. Su questa verità interviene poi il colore, con pastello e carboncino su fondo base in acrilico. Ciascuna opera è montata su pannelli di legno assemblati con scarti di falegnameria. “Pannelli che generano bellezza imperfetta, per la loro superfice ferita”, ha osservato Ungarelli, “perfetta incarnazione metaforica di cosa è realmente la vita”. In tutti i pannelli c’è il rosso “colore che rappresenta gli estremi”, l’amore ma anche la guerra, il sangue ma anche la regalità, la passione di Cristo.

L’idea è quella di rendere i rifugiati protagonisti delle preghiere e delle riflessioni dei fedeli durante le celebrazioni e durante tutto il periodo di Quaresima. La mostra infatti è stata aperta al pubblico il 14 febbraio – Mercoledì delle Ceneri – e resterà visibile fino al 7 aprile – Domenica in Albis.

L’inaugurazione ufficiale, però, avverrà sabato 24 febbraio alle 16:00 (UTC+1), a cui interverrà lo stesso artista.

La mostra sarà visibile quindi durante le ore di apertura della chiesa – dal lunedì al sabato dalle 9.30 alle 12.30. Per il resto sarà visitabile su prenotazione, ma sempre gratuitamente. La mostra è già stata esposta al “Museo Casa Don Bosco” di Torino-Valdocco nel periodo di Natale 2021, e l’artista ha presentato alcune sue opere al Pontefice.

Sarà possibile, per chi lo volesse, acquistare delle stampe e riproduzioni delle opere e il ricavato andrà sempre a beneficio dei rifugiati.

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Livorno, la “Canaviglia” a don Gigi Zoppi

Dal sito dei Salesiani dell’Italia Centrale.

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Su proposta del Sindaco di Livorno, Luca Salvetti, il nostro caro don Gigi Zoppi salirà gli scaloni di Palazzo Civico il 19 marzo prossimo, per ricevere l’onorificenza della Città di Livorno, riservata alle persone, enti, associazioni che, con opere concrete nel campo civico, del sociale, della cultura, delle scienze, del lavoro, della scuola, dello sport, abbiano contribuito a dare impulso e vitalità alla città, attraverso la loro personale virtù e dedizione.

«Vogliamo dare riconoscimento al mondo salesiano radicato nei quartieri nevralgici della città», ripete il Sindaco, ricordando la sua incessante opera di insegnante e assistente, come salesiano prete, nei confronti dei più svantaggiati. Ecco il perché della Canaviglia 2024, ad una personalità che ha contribuito a dare lustro alla città e da insignire con la massima onorificenza cittadina, proprio nel giorno in cui ricorre l’anniversario dell’elevazione a rango di città di Livorno nel 1606.

Anche sulle testate locali, a firma di Francesco Ingardia, don Gigi è ricordato in questa occasione come colui che dal 1976 «assume un ruolo cruciale nell’assistenza fornita ai giovani tossicodipendenti, sfidando le convenzioni dell’epoca, con proposte educative e sociali visionarie come ricette al cancro delle droghe. Non solo: – prosegue il giornalista – negli anni ’80 affronta la diffusione dell’AIDS fra i giovani tossicodipendenti, attraverso la creazione di comunità terapeutiche, per poi dedicarsi dagli anni 2000 ai profughi e agli immigrati». Lo ha fatto concretamente, contribuendo a realizzare esperienze di accoglienza come le case famiglia in città e nell’hinterland.

Il Sindaco ha voluto comunicarglielo di persona, raggiungendolo presso la casa salesiana della città in viale Risorgimento, spiegandogli, preso sottobraccio, che «premiando lui, il salesiano vicino agli ultimi, intendiamo dare riconoscimento a tutto il mondo salesiano radicato in tanti quartieri nevralgici della città come punto di riferimento».

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A Genova i migranti a scuola per lavorare: parte il primo corso di meccatronica

Dal sito di notizie della Liguria Primo Canale.

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GENOVA – Parte questo lunedì il primo corso di preparazione al lavoro per giovani migranti. Venti ragazzi, tutti sotto ai 25 anni e muniti di codice fiscale, impareranno così, con 500 ore divise tra teoria e stage direttamente in azienda, il lavoro da meccatronico. Alla fine del corso i giovani avranno un attestato che gli permetterà di lavorare come manutentore di impianti e macchinari di tipo meccanico, elettrico ed elettronico. Una figura molto richiesta a Genova e in Liguria. lo ha raccontato a Primocanale Luca Bonfiglio di Genova Solidale.

“È una grande novità, perché i migranti arrivati nell’ultimo anno solare e ora iscritti alle nostre scuole sono tantissimi, circa 1500. Ora si passa finalmente dall’imparare l’italiano base a iniziare i corsi così da avvicinarsi sempre di più a un lavoro concreto”. Tutto parte dalla scuola di italiano, dove insegnanti volontari spiegano l’italiano a ragazzi e ragazze di ogni nazionalità. “Proprio grazie a questo volontariato molto esteso noi ora abbiamo la possibilità di attuare, sia nei circoli operai che all’Anpi di Sampierdarena, la Società Universale e anche al Don Bosco, le lezioni – continua Bonfiglio -. Per quanto riguarda il Cas dalla Croce Bianca, abbiamo la possibilità di insegnare come prima lingua, ovviamente l’italiano per coloro che arrivano e immigrati su Genova”.

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“In the shape of your dream”: l’inno dei Salesiani di Sicilia per il bicentenario del Sogno dei 9 anni

Pubblichiamo il comunicato dei Salesiani di Sicilia sulla nuova canzone dei DB Sons.

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I DB Sons colpiscono ancora, seguendo la forma dei sogni di don Bosco! “In the shape of your dream” è il prodotto della più recente esperienza di collaborazione artistica tra salesiani e giovani appartenenti all’MGS Sicilia, ancora una volta riuniti per valorizzare la musica come luogo privilegiato dell’incontro ravvicinato e creativo tra Dio e l’uomo. La loro ambizione, questa volta, è rievocare la potenza attuale ed attuativa del sogno dei 9 anni di don Bosco, partendo da quei contorni che da 200 anni si delineano con fedeltà sulla forma del suo sogno.

Osserviamo con una lente metaforica i salesiani di oggi: mentre il loro sguardo è fisso sul presente, in mano tengono un particolare orologio vintage, leggermente ammaccato ma sembra appartenere proprio al loro Santo fondatore; da allora, il tempo che provano a vivere non si è mai fermato, ne siamo certi perché a spingere le lancette è il medesimo Amore di Dio, motore di costante passione educativa e di una fiamma che, per la salvezza delle anime, arde senza consumarsi. Tutto ciò ci viene testimoniato dai cuori di miliardi di giovani che con fede, tenacia e umiltà, battono ancora a tempo con il cuore di don Bosco. Egli per tante anime sognò un progetto di gioia e santità: tutto questo ora non solo è reale ma si apre a un divenire carico di potenzialità.

Si tratta di una sintonia tra oggi e allora, un carisma che perdura e si attualizza in ogni dove.

Da una parte noi, uomini del 21°secolo, e dall’altra parte don Bosco, avanguardista del 1800: siamo pittori dello stesso quadro, attori di epoche diverse, ma della stessa storia; note e parole dispiegate in un vasto spartito, che, vibrando sotto la stessa chiave di violino, compongono un unico inno musicale.

Con questo intento, aspettando il “Salesian Youth Synod” che si terrà dall’11 al 16 agosto 2024, le voci dei “DB Sons” partecipano, con la loro nuova produzione, a un contest internazionale volto a selezionare l’inno ufficiale del suddetto evento estivo.

Il grazie, per questo lavoro, va anzitutto a don Gildasio Mendes sdb (Consigliere Generale per la Comunicazione Sociale) che ha voluto coinvolgere la nostra terra sicula, valorizzandone i talenti e all’Ispettoria Salesiana Sicula che ne ha favorito la concretizzazione. Un profondo apprezzamento va rivolto ad Emanuele Geraci, che ne ha ideato la composizione musicale con la collaborazione di Giuseppe Priolo (entrambi presenti anche con le loro voci), e ad Angelo Di Chiara che ha redatto il testo, oltre ad aver arrangiato il pianoforte nel brano. Menzione più che dovuta va alle splendide voci che hanno reso quest’inno del tutto speciale: Chiara Raneri, Walter Riggio e Agnese La Bella.  Un ultimo grazie va all’Equipe Ispettoriale di CS che ha lavorato dietro le quinte, in particolar modo a Orazio Moschetti che si è creativamente occupato della grafica della cover, della divulgazione del brano sui social tramite i reel e il video clip che sarà realizzato prossimamente.

I nostri artisti, con il frutto della loro cooperazione, ci fanno sperare in una congregazione salesiana, in Sicilia e nel mondo, che sia capace ancora oggi di lavorare con fedeltà alla forma originaria dei sogni di San Giovanni Bosco. L’augurio, infine, è che tutti coloro che portano in dote il talento artistico-musicale si prodighino mettendolo a servizio, al fine di poter dare un contributo unico a quel sogno che ancora oggi vive nei cuori di molti giovani.

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XIX Marcia della Pace sui passi di don Francesco Convertini, SDB

Dall’agenzia ANS.

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(ANS – Cisternino) – Diverse sono state le manifestazioni organizzate per la ricorrenza della morte del Venerabile don Francesco Convertini, SDB, avvenuta a Krishnagar, in India, l’11 febbraio 1976, e che ogni anno vede la partecipazione e la collaborazione delle comunità civili ed ecclesiali di Locorotondo e Cisternino, con l’associazione “Pro-Marinelli” animata da Giuseppe Convertini.

Venerdì 9 febbraio presso l’auditorium del Liceo Polivalente di Cisternino circa 200 giovani hanno “raccontato la pace” attraverso canti, letture e rappresentazioni, frutto di un lavoro condiviso nelle varie classi. Don Pierluigi Cameroni, Postulatore Generale per le Cause dei Santi della Famiglia Salesiana, ha sottolineato come don Convertini attraverso le circostanze della vita segnate spesso da prove come la guerra, le malattie, la fatica nel discernimento vocazionale e nello studio e con l’aiuto di figure significative, sia diventato un uomo di pace e di riconciliazione anche in contesti segnati da forti contrapposizioni etniche e religiose.

Sempre nella mattinata di venerdì 9 presso il santuario “Santa Maria Madre della Chiesa” a Jaddico il Postulatore ha presentato la figura e il profilo del Venerabile ai sacerdoti della Diocesi di Brindisi-Ostuni riuniti per il ritiro mensile con il Vescovo diocesano, Mons. Giovanni Intini.

In serata, presso l’auditorium dell’Istituto di Istruzione Secondaria Superiore “Basile Caramia-Gigante” di Locorotondo, è andato in scena il musical “Da Ciccillo a Padre Francesco”, sulla vita del venerabile don Convertini, nato a Locorotondo e cresciuto fra la cittadina barese e la vicina Cisternino prima di partire per l’India, dove fu un missionario fra i più amati e ricordati. Un copione scritto e messo in scena da Miriam Palmisano e tratto dal libro scritto da don Lino Palmisano, “Anche il fragno fiorisce”. La rappresentazione è stata organizzata dalla “Pro Loco Locorotondo” e dalla parrocchia “San Giorgio Martire”.

Sabato 10 febbraio don Cameroni, accompagnato da don Gabriel Cruz, SDB, ha incontrato il Consiglio Pastorale di Locorotondo offrendo spunti e suggerimenti per promuovere la Causa di don Convertini, sottolineando il valore della preghiera e spiegando la necessità e il senso dei miracoli nelle Cause di Beatificazione e Canonizzazione.

Domenica 11 febbraio si è svolta la XIX “Marcia della Pace – sui passi del Venerabile Francesco Convertini”. Le comunità di Locorotondo e di Cisternino, si sono incontrate intorno alla grande quercia di contrada Marinelli, per vivere insieme un momento di riflessione e condivisione, ispirando questo evento al messaggio di Papa Francesco per la Giornata Mondiale della Pace 2024: “Intelligenza artificiale e pace” e che, di conseguenza, ha costituito il tema del concorso “Metti Amore”, giunto alla sua IX edizione.

I partecipanti hanno realizzato striscioni e cartelloni, elaborando secondo la propria creatività il messaggio della pace, unito a quello della vita del Venerabile Padre Francesco Convertini. Erano presenti i vescovi di Conversano-Monopoli, Mons. Giuseppe Favale, e di Brindisi-Ostuni, Mons. Intini, che hanno invitato i partecipanti a lasciarsi ispirare dalla testimonianza di don Convertini nel suo impegno come missionario della misericordia, come costruttore di pace e di riconciliazione, e come portatore della compassione verso i piccoli e i poveri.

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