RMG – Presa di possesso della Diaconia di Santa Maria Ausiliatrice da parte del Card. Fernández Artime

Dal sito infoANS.

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Domenica prossima, 17 dicembre 2023, il Cardinale Ángel Fernández Artime, SDB, Rettor Maggiore della Società Salesiana di San Giovanni Bosco, prenderà possesso della Diaconia di Santa Maria Ausiliatrice in via Tuscolana, a lui assegnata dal Santo Padre Francesco nel corso del concistoro del 30 settembre scorso.

A darne notizia è stata l’Ufficio delle Celebrazioni Liturgiche del Sommo Pontefice, comunicando che il rito avrà inizio alle ore 10:30 nella chiesa romana di Piazza Santa Maria Ausiliatrice, n° 54.

La solenne Eucaristia vedrà la partecipazione di diversi membri del Consiglio Generale della Congregazione e dei salesiani della comunità. Insieme alla comunità parrocchiale è attesa la partecipazione anche di diversi rappresentanti e membri della Famiglia Salesiana.

La diaconia di Santa Maria Ausiliatrice è un titolo cardinalizio, ossia una delle chiese della Diocesi di Roma e delle sue sedi suburbicarie il cui nome e le cui proprietà vengono legati ad un cardinale al momento della sua creazione.

Il titolo cardinalizio, a differenza del particolare incarico ecclesiale cui un cardinale può essere chiamato, è vitalizio, e sta a simboleggiare l’appartenenza del cardinale al clero romano e l’unità del Collegio dei cardinali come strumento di supporto all’attività pastorale del Vescovo di Roma.

La basilica parrocchiale di Santa Maria Ausiliatrice nacque su impulso di Papa Pio XI, che dopo aver approvato il progetto delle scuole professionali che i salesiani vollero dedicargli sulla via Tuscolana a Roma chiese loro di affiancarvi, sin dall’inizio, una chiesa, proponendo egli stesso di consacrarla alla “Madonna di Don Bosco”. Per assecondare il desiderio del Papa si stabilì che il giorno 4 giugno 1929, subito dopo la beatificazione di Don Bosco, si ponesse accanto all’istituto “Pio XI” la prima pietra della nuova chiesa.

Essa venne eretta su progetto degli architetti Nicola Mosso e Giulio Valotti, SDB, tra il 1931 ed il 1936, e consacrata la mattina del 17 maggio 1936 dal cardinale Francesco Marchetti Selvaggiani, Vicario Generale della Diocesi di Roma.

Il tempio è una chiesa a croce latina che misura 72 metri nel braccio maggiore e 42 nel braccio minore. Lo stile è quello delle grandi chiese romane del Rinascimento e come tale venne affrescata da don Giuseppe Melle, SDB, tra il 1956 e 1964. Nella grande volta della navata centrale Melle esprime la potenza della Madre di Dio.

Al centro la Madonna, e la prima chiesa di Maria Ausiliatrice a Torino. Tutto attorno il grande racconto delle vittorie della Cristianità con l’Aiuto di Maria.

È sede del titolo cardinalizio dal 1967 e dal 1969 ha la dignità di basilica minore.

La celebrazione eucaristica sarà trasmessa in diretta, a questo link:

 

RMG – Le Strenne dei Rettori Maggiori Salesiani: un viaggio attraverso il tempo

Dal sito infoANS.

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La tradizione delle Strenne dei Rettori Maggiori della Congregazione Salesiana rappresenta un elemento peculiare dell’eredità di Don Bosco.

Questo antico gesto di attenzione e cura di un Padre verso i suoi figli e figlie spirituali si è evoluto nel corso dei decenni, arricchendosi di strumenti e veicoli per diffondere sempre meglio il senso del suo messaggio, ma ha conservato intatto il suo valore originario: quello di un rituale annuale che unisce l’intera Famiglia Salesiana e proietta in avanti le sue priorità per l’evangelizzazione e l’educazione dei giovani.

Il termine “strenna” rimanda sin da subito all’elemento del dono e del regalo, e nella tradizione linguistica italiana, in cui è nato, si associa propriamente ai doni natalizi. Nel contesto piemontese in cui crebbe Don Bosco, vi era più precisamente la tradizione del regalo di Capodanno che il capofamiglia dava ai figli e il padrone ai dipendenti. Il 1° gennaio era noto, per l’appunto, come “il giorno della strenna”.

Così, nel contesto salesiano, la Strenna è divenuto un dono simbolico e significativo offerto dal Rettore Maggiore a tutti i membri della Congregazione – e più in generale, a coloro che condividono la missione salesiana nel mondo – che viene offerto nel periodo natalizio, tra Natale e Capodanno, per ispirare la pastorale dell’anno successivo.

Fin dai primi giorni della Congregazione, Don Bosco comprendeva l’importanza di incoraggiare e motivare i suoi collaboratori attraverso gesti di affetto e attenzione; ma non è mai stata solo un modo di esprimere gratitudine, quanto piuttosto un mezzo per rinnovare l’impegno verso la missione.

Nel corso del tempo, le Strenne hanno subito un’evoluzione significativa. Dai primi pensieri comunicati a voce da Don Bosco, si è passato ai supporti scritti, poi a quelli grafici, attraverso i poster, e più recentemente anche a quelli audiovisuali, con complesse e articolate sceneggiature che servono a trasmettere in formato immediato e accattivante il medesimo messaggio elaborato in forma piena e dettagliata nella sempreverde forma del testo.

Negli ultimi decenni, i Rettori Maggiori hanno scelto temi specifici per le loro Strenne, trasformandole in vere e proprie dichiarazioni di intenti per la comunità salesiana e per il mondo intero.

Questi temi affrontano questioni spirituali, salesiane, ecclesiali, e sociali di attualità, offrendo una guida preziosa per affrontare le sfide del presente e del futuro.

In questo modo, la tradizione delle Strenne continua a essere un faro di speranza e orientamento per tutti coloro che si identificano con la visione di Don Bosco.

In vista della presentazione e consegna della Strenna del Rettor Maggiore per il 2024, l’ultima del Rettorato di Don Ángel Fernández Artime, vogliamo ripercorrere il percorso dei messaggi della Strenna attraverso gli anni, a partire da Don Bosco e proseguendo poi con gli altri suoi Successori alla guida della Congregazione.

Ci avvarremo del prezioso libro del salesiano don Santo Russo “La strenna di Don Bosco e dei suoi Successori” (Messina, 2015, Nicolò Edizioni) per realizzare un excursus in grado di elencare i messaggi dei Rettori Maggiori nel corso del tempo e provando ad individuarne sensibilità e attenzioni particolari.

Sarà un modo per riscoprire valore, merito ed efficacia delle Strenne e per celebrare Don Bosco e tutti i suoi Successori.

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Ammodernamento del sito dell’ISS e dell’ACSSA: un’iniziativa per conservare e rendere più accessibile la storia

Dall’agenzia ANS.

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(ANS – Roma) – Da giovedì 30 novembre è online il nuovo sito dell’Istituto Storico Salesiano (ISS) e dell’Associazione Cultori di Storia Salesiana (ACSSA). Il progetto di realizzazione del nuovo sito è durato diversi mesi e ha richiesto un grande lavoro di ricerca per garantire che tutte le informazioni fossero presentate in modo obiettivo, intuitivo e facilmente accessibile.

Il sito dell’ISS e dell’ACSSA – che è rimasto allo stesso indirizzo di prima: https://iss-acssa.org – è uno spazio di grande collaborazione, conoscenza, ricerca e archiviazione di produzioni rilevanti per la Famiglia Salesiana e la società nel suo complesso. Pertanto, deve essere in grado di comunicare tutta l’importanza dell’Istituto e dell’Associazione, la storia, le équipe di lavoro, le azioni, gli eventi e le notizie, così come tutte le ricerche pubblicate.

Un sito web con un design moderno, infatti, può avere un maggiore impatto, già a livello visivo, sul pubblico, e così fargli comprendere appieno tutto ciò che l’Istituto e l’Associazione rappresentano.

I curatori di questo servizio hanno così elencato i vantaggi del processo realizzato:

–     Conservazione digitale: l’ammodernamento del sito è servito non solo ad aggiornare l’estetica, ma anche ad implementare tecnologie che garantiscano la conservazione digitale di documenti e archivi storici.

–     Accessibilità globale: la nuova struttura del sito è stata progettata con un’attenzione particolare all’accessibilità globale. I visitatori provenienti da diverse parti del mondo potranno esplorare i ricchi contenuti storici in modo intuitivo e coinvolgente. “Una migliore esperienza di navigazione per l’utente rende la navigazione più intuitiva e accessibile – elemento importante per attrarre e fidelizzare i visitatori” hanno spiegato Robert Macus e Giselli Ribeiro, della squadra che ha curato l’aggiornamento del sito.

–     Integrazione multicanale: il gruppo incaricato della modernizzazione ha cercato di integrare strategie quali la creazione di contenuti ottimizzati per i motori di ricerca e l’implementazione di strumenti interattivi per coinvolgere il pubblico. “I motori di ricerca apprezzano siti web aggiornati e ottimizzati. La modernizzazione non solo migliora il posizionamento nei risultati di ricerca, ma facilita anche la scoperta del sito da parte di un nuovo pubblico interessato alle attività dell’Istituto e dell’Associazione” hanno aggiunto ancora Macus e Ribeiro.

–     Esperienza utente migliorata: il nuovo sito web è stato sviluppato con un approccio incentrato sull’utente, garantendo una migliore esperienza di navigazione. “Con il crescente utilizzo di dispositivi mobili, un sito web modernizzato deve essere reattivo, adattandosi alle diverse dimensioni dello schermo. Ciò garantisce che le informazioni siano accessibili indipendentemente dal dispositivo utilizzato, aumentando la comodità per gli utenti” concludono i due specialisti.

Nel complesso, la modernizzazione del sito web dell’ISS e dell’ACSSA non solo fornirà una presenza online aggiornata, ma un’iniziativa atta a garantire che il ricco patrimonio storico salesiano sia preservato, promosso e reso accessibile alle generazioni presenti e future, assicurando la sua identità carismatica.

Inoltre, tale ammodernamento aprirà anche le porte ad un maggiore impatto dell’ISS e dell’ACSSA, al coinvolgimento della comunità e al raggiungimento dei loro obiettivi istituzionali. Si tratta di un passo fondamentale per garantire che la rilevanza e l’influenza delle due istituzioni crescano in linea con i progressi tecnologici della società contemporanea.

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La semplice Ave Maria di Don Bosco che ha dato inizio all’Oratorio continua a dare i suoi frutti: il nuovo documento sull’Oratorio – Centro Giovanile Salesiano.

Dall’agenzia ANS.

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(ANS – Roma) – Lo stesso Don Bosco, nelle sue Memorie dell’Oratorio, racconta come l’Oratorio sia iniziato l’8 dicembre 1841: “con una semplice Ave Maria”. Da allora, per i salesiani, la celebrazione dell’Immacolata Concezione e la commemorazione dell’inizio dell’Oratorio salesiano sono inscindibili. Non si trattò però di un inizio formale, di un’inaugurazione di strutture fisiche o dell’avvio di programmi di lavoro, ma dell’attuazione di quello che oggi conosciamo come “stile/criteri oratoriani”: un incontro educativo-evangelizzatore tra Don Bosco e un giovane povero, rispondendo ai suoi bisogni concreti e promuovendolo integralmente attraverso la “metodologia” dell’amicizia. Tutto questo fu l’inizio di ciò che Don Bosco stesso non poteva immaginare all’epoca: l’Oratorio salesiano.

 L’Ave Maria di Don Bosco segna l’origine di un dinamismo che gradualmente ha dato impulso a tutte le proposte ed espressioni educativo-pastorali di cui i giovani del suo tempo avevano bisogno. Così, lo stile oratoriano ha plasmato allora, e continua a plasmare ancora oggi, ogni opera e presenza salesiana nel mondo.

Infatti, a distanza di 182 anni, la stessa “semplice Ave Maria” e lo stesso stile/criterio oratoriano continuano a dare energia e identità al carisma salesiano, che implica anche una continua riflessione e un costante aggiornamento, non solo perché le opere e la presenza salesiana siano espressione fedele di ciò che Don Bosco ha iniziato, ma anche perché si continui a essere fedeli a lui, rispondendo alle nuove e attuali esigenze dei giovani.

Per questo motivo, in questa giornata dell’8 dicembre 2023, il Settore Salesiano di Pastorale Giovanile presenta una nuova riflessione aggiornata sull’Oratorio-Centro Giovanile Salesiano (2023). Si tratta di un documento che, partendo dal Quadro di Riferimento per la Pastorale Giovanile (2014), viene rinnovato e aggiornato tenendo conto dei nuovi contesti e delle nuove realtà della Congregazione Salesiana e dei giovani.

A questo proposito, il Consigliere generale per la Pastorale, don Miguel Ángel García Morcuende, afferma: “Intendiamo offrire una comprensione ampia e aggiornata dell’Oratorio-Centro giovanile. Vogliamo contribuire a confermare, rinnovare e rivitalizzare la novità dell’Oratorio-Centro giovanile, radicato nella nostra memoria carismatica, e a rendere attuale il suo potenziale educativo ed evangelizzatore”.

Il documento è il risultato di un percorso di dialogo, ascolto e consultazione con tutte le Ispettorie durato un anno, che ha suscitato un crescente interesse per il rilancio e la rivalutazione delle opere specificamente identificate come Oratorio-Centro Giovanile, ma anche per il rilancio e la rivalutazione dell’originalità oratoriana di ogni opera e presenza salesiana.

Il documento è strutturato in quattro parti, che rispondono al cosa, al chi, al perché e al come dell’Oratorio-Centro Giovanile Salesiano, cioè all’originalità dell’Oratorio salesiano, alla sua Comunità educativo-pastorale, alla sua proposta educativo-pastorale e, infine, alla sua organica animazione pastorale.

Nei mesi di ottobre e novembre, il contenuto del testo è stato presentato agli incontri regionali dei delegati provinciali di pastorale giovanile. I delegati hanno apprezzato l’attualità della riflessione, dato che in alcune Province si sta rendendo necessaria la riattivazione dell’Oratorio-Centro giovanile come modo concreto di vivere le nuove frontiere/periferie della vita dei giovani.

Il testo è disponibile in PDF modificabile in 5 lingue, contemporaneamente alla versione per la stampa dell’Ispettorato stesso. Il documento è accompagnato da un PPT per la presentazione e una più ampia diffusione.

Don Francisco Cervantes, membro del Settore di Pastorale Giovanile, accompagna questo ambiente e si occupa anche dei processi di formazione e accompagnamento dei giovani animatori.

Nella Solennità dell’Immacolata, come Don Bosco, con una semplice Ave Maria, affidiamo a nostro Signore Gesù Cristo e a nostra Madre tanti giovani che hanno urgente bisogno delle dinamiche educativo-pastorali di un Oratorio-Centro Giovanile Salesiano, e offriamo questo documento per illuminare la riflessione e le pratiche che già abbiamo, ma anche per incoraggiare nuove e creative proposte.

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“Condividere il nostro percorso di vita e di fede nel mondo digitale”: il “Don Bosco Digital Forum”

Dall’agenzia ANS.

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(ANS – Roma) – Il Settore per la Comunicazione Sociale della Congregazione Salesiana lancia quest’anno il nuovo progetto del “Don Bosco Digital Forum”: si tratta di un nuovo canale di ascolto, dialogo e partecipazione con i Delegati per la Comunicazione Sociale e soprattutto con i giovani direttamente coinvolti nella Comunicazione delle Ispettorie e Visitatorie salesiane di tutto il mondo. Scopo ultimo di questa iniziativa, come ben sintetizza il titolo, è quello di “Condividere il nostro percorso di vita e di fede nel mondo digitale”.

L’iniziativa del Don Bosco Digital Forum sorge dal riconoscimento della realtà giovanile attuale. “Le ragazze e i ragazzi che abitano in questo universo digitale vivono le sfide che il mondo affronta: crisi familiari, difficoltà a portare avanti gli studi e a trovare un lavoro, problemi di salute fisica ed emotiva, violenza e talvolta mancanza di speranza” spiega don Gildasio Mendes, Consigliere Generale per la Comunicazione Sociale.

Al tempo stesso i giovani oggi sono “nativi digitali: vivono all’interno di un vero e proprio acquario globale. Sono immersi nei colori, nei suoni, nelle immagini e nelle interazioni – prosegue don Gildasio Mendes –. In quell’acquario nuotano con amici e conoscenti, intessono rapporti di lavoro, festeggiano gli eventi che stanno loro a cuore, condividono i sentimenti e la visione della vita”.

I giovani di oggi, soprattutto, hanno le loro voci, hanno molto da dire e vogliono essere ascoltati; e possono trovare nei salesiani proprio chi sia disposto a sentirli con gentilezza e vera apertura, d’orecchi e di cuore.

Ecco, dunque, il perché del “Don Bosco Digital Forum”, pensato per essere un pratico e agile strumento che permetta ai giovani comunicatori di condividere loro esperienze e il loro vissuto.

A livello operativo, si tratterà di diversi appuntamenti digitali, che sono partiti nell’autunno del 2023 e che riprenderanno a partire dall’inizio del 2024: nella prima fase, il Consigliere per la Comunicazione Sociale, in contatto con il Delegato per la Comunicazione delle Ispettorie, definirà il giorno e l’ora dell’incontro per il Forum, e il Delegato inviterà e motiverà i giovani a partecipare, coordinando poi l’effettivo incontro online e favorendo il dialogo in ogni modo. Nella seconda fase, il Delegato è invitato ad organizzare altri Forum, in base agli interessi emersi dal confronto con i giovani coinvolti.

Con questa nuova iniziativa il Settore per la Comunicazione Sociale porta avanti il suo progetto di animazione nel proprio settore e tra i giovani del mondo, realizzando la missione tipicamente salesiana di stare insieme ai giovani, conoscerli ed amare le cose che essi amano, per poi poter loro proporre le cose amate dai salesiani.

Il Don Bosco Digital Forum è un progetto in linea con la proposta di Papa Francesco su una comunicazione che ascolta con il cuore, coinvolge le persone e genera comunione e fraternità. Inoltre, è anche in piena sintonia con la proposta n° 3 delle linee programmatiche del Rettor Maggiore per la Congregazione Salesiana dopo il Capitolo Generale 28° (“A vivere il ‘SACRAMENTO SALESIANO DELLA PRESENZA’”), che riguarda la vocazione e missione dei Figli di Don Bosco nello stare in mezzo ai giovani, nell’ascoltarli, nell’essere per loro degli amici e nel fare insieme con loro un cammino di fede al servizio degli altri.

“Papa Francesco nel suo messaggio al Capitolo ci ha parlato de ‘l’opzione Valdocco e il carisma della presenza’, quel carisma che mi permetto liberamente di qualificare come ‘sacramento salesiano’ della presenza. Il Papa scrive che ‘prima delle cose da fare, il salesiano è il ricordo vivente di una presenza dove disponibilità, ascolto, gioia e dedizione sono le note essenziali per risvegliare i processi. La gratuità della presenza salva la Congregazione da ogni ossessione attivista e da ogni riduzionismo tecnico-funzionale. La prima chiamata è quella di essere una presenza gioiosa e libera in mezzo ai giovani’” (Atti del Consiglio Generale 433).

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“Giovani oggi, la grande sfida educativa”. Il Cardinale Fernández Artime a confronto con la cittadinanza torinese

Dall’agenzia ANS.

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(ANS – Torino) – Nella bella cornice del Santuario della Consolata a Torino, il più importante santuario della città e dell’Arcidiocesi, è andato in scena nella serata di lunedì 4 dicembre l’atteso incontro della cittadinanza con il Cardinale Ángel Fernández Artime, Rettor Maggiore dei Salesiani di Don Bosco. L’evento è servito a riflettere insieme sul tema “Giovani oggi, la grande sfida educativa” e ha rappresentato la conclusione del ciclo di incontri pubblici organizzati alla Consolata dal settimanale diocesano “La Voce e Il Tempo”.

Dopo gli appuntamenti con il cardinale Giorgio Marengo, Prefetto apostolico di Ulan Bator, in Mongolia, su “Il viaggio profetico del Papa in Mongolia”, dello scorso 25 settembre; e con Sergio Durando, Responsabile della Pastorale Migranti della diocesi, sul tema “Migranti, cosa dobbiamo fare?”, nella serata del 6 novembre; nel primo lunedì di dicembre è stata la volta del Rettor Maggiore di intessere un dialogo attivo e fecondo con la Chiesa e la città di Torino, affrontando in questo caso, come già detto, il tema dell’educazione.

Il Rettor Maggiore ha parlato davanti ad un folto pubblico di persone interessate: un bel gruppo di salesiani, una dozzina di sacerdoti del clero diocesano torinese, accompagnati dal Vescovo ausiliare di Torino, Mons. Alessandro Giraudo, e dal Rettore della Basilica, Mons. Giacomo Maria Martinacci; e soprattutto tanti laici e laiche impegnati con i giovani nel servizio educativo.

Il punto di partenza per la serata sono state alcune delicate situazioni educative che il Rettor Maggiore ha illustrato con riferimento alle realtà giovanile italiana. Il Cardinale ha elencato statistiche e report ufficiali che hanno mostrato un’innegabile emergenza educativa, che va dall’utilizzo privo di accompagnamento degli strumenti digitali da parte dei minori sin dalla più tenera età, alla constatazione dell’incapacità della scuola e del sistema educativo in generale di svolgere il proprio ruolo di “ascensore sociale”.

Proprio a partire da tali sfide e problematicità, il X Successore di Don Bosco ha indicato sei piste di lavoro per il futuro, elaborate in dialogo con il prof. don Michal Vojtáš, Vicerettore dell’Università Pontificia Salesiana (UPS), che riguardano le principali sfide educative attuali:

–     l’educazione dei giovani nel rapporto tra il digitale e il reale;

–     l’impegno a colmare il divario generazionale tra giovani e adulti;

–     il pensiero critico e la capacità di formulare in autonomia pensieri coerenti, ricorrendo ad un uso ragionato e personale della parola;

–     l’educazione affettiva e sessuale, di fronte alla liquidità di ruoli e modelli;

–     la solitudine che contrassegna moltissimi giovani, cresciuti in famiglie numericamente esigue e talvolta con solo una o nessuna figura di adulto di riferimento;

–     infine, dato quest’insieme di sfide, la fondamentale formazione degli educatori.

Questo ricco momento formativo, però, è stato, solo il prologo della successiva e centrale fase della serata, che si è sviluppata interamente nella forma di un dialogo franco e aperto tra la numerosa assemblea che per l’occasione affollava la Basilica della Consolata e l’illustre ospite.

Così, per circa un’ora e un quarto di tempo, il Card. Fernández Artime ha risposto con sincerità e schiettezza ad una dozzina di interrogativi inerenti alle peculiarità dell’educazione odierna, offrendo risposte frutto della sua personale esperienza salesiana, della sua visione globale maturata attraverso i circa 10 anni di Rettorato, oltre che del sempreverde bagaglio di sapienza educativa contenuta nel Sistema Preventivo di Don Bosco.

In definitiva, nelle parole dello stesso Rettor Maggiore, è stato davvero un momento proficuo e produttivo di confronto tra persone interessate ad agire per il bene dei giovani attraverso il servizio dell’educazione.

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RMG – Preparazione all’incontro del Volontariato Missionario Salesiano di marzo 2024

Dall’agenzia ANS.

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A novembre 2023 si sono svolti tre diversi incontri a livello di congregazione in preparazione all’incontro mondiale per gli operatori del Volontariato Missionario Salesiano (VMS).

Questi incontri hanno riunito partecipanti di varie regioni salesiane per affrontare le sfide e le aspettative legate al volontariato, in preparazione all’incontro dei volontari missionari salesiani del marzo 2024.

L’obiettivo è stato quello di fare rete tra le varie persone coinvolte in questo servizio, favorire la collaborazione e analizzare le opportunità di formazione per i coordinatori dei volontari.

Durante gli incontri sono emersi diversi temi comuni. Un argomento prevalente è stato la necessità di un accompagnamento efficace sia dei volontari, sia delle comunità che li accolgono.

I partecipanti hanno sottolineato l’importanza di preparare i volontari all’esperienza del volontariato, di fornire formazione e supporto e di assicurare una transizione graduale dopo il periodo di volontariato.

Un altro tema chiave è stato l’integrazione della fede e della comunità nell’esperienza di volontariato.

I partecipanti hanno sottolineato l’importanza della vita in comune con i salesiani, della formazione alla spiritualità salesiana e della connessione tra il servizio di volontariato e l’esperienza di fede.

Inoltre, l’incontro si è concentrato sulle sfide e le opportunità di lavorare con gruppi diversi di volontari.

Si è trattato di affrontare le esigenze di volontari provenienti da gruppi di età, culture e contesti religiosi diversi.

I partecipanti hanno sottolineato l’importanza dell’interculturalità, della collaborazione tra laici e religiosi e della promozione del volontariato locale.

Anche la sostenibilità e l’impatto a lungo termine sono state tra le principali preoccupazioni emerse durante gli incontri.

I partecipanti hanno discusso la necessità di programmi di formazione chiari, di un sostegno continuo e della creazione di reti per rafforzare il volontariato a livello globale.

Hanno anche sottolineato l’importanza di affrontare le attuali sfide mondiali, come il cambiamento climatico, e di coinvolgere i giovani in attività di volontariato significative.

Tutti gli incontri si sono conclusi con una revisione della logistica per il prossimo incontro del VMS di marzo 2024.

I partecipanti hanno espresso le loro aspettative per l’incontro, che comprende la commemorazione del 150° anniversario delle missioni salesiane, l’attenzione al lavoro con le comunità di accoglienza e il tema dell’accompagnamento degli ex-volontari.

Gli incontri dei volontari missionari salesiani sono stati una piattaforma preziosa per i coordinatori dei volontari per scambiare idee, condividere le migliori pratiche e collaborare su iniziative future.

“Affrontando temi e sfide comuni nel nostro incontro di marzo, speriamo di migliorare la qualità e l’efficacia dei programmi di volontariato all’interno della Congregazione salesiana”

ha affermato uno dei partecipanti.

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RMG – Il calendario dell’Avvento e del Natale 2023-24 “Laudate Deum”

Dall’agenzia ANS.

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(ANS – Roma) – Il calendario dell’Avvento e del Natale 2023-24 è stato realizzato dal Settore Pastorale Giovanile in collaborazione con il Circolo Laudato si’ nelle Selve di Roma, ha come tema la Laudate Deum ed è scaricabile dal pulsante.

Scarica il calendario

Gli auguri natalizi del Rettor Maggiore, con l’angelo di Rollini

Dal sito infoANS.

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Per gli auguri natalizi 2023 e il nuovo anno 2024 da parte del Cardinale Ángel Fernández Artime, Rettor Maggiore dei Salesiani, è stato scelto un ampio particolare di un quadro del pittore Giuseppe Rollini (1842-1909) che raffigura l’Arcangelo Gabriele.

L’idea è stata della Coordinatrice del “Museo Casa Don Bosco” di TorinoValdocco, dott.ssa Ana Martín García, che spiega:

“Il dipinto Arcangelo Gabriele, attualmente esposto nella collezione permanente del Museo Casa Don Bosco, è stato attribuito in studi recenti alla scuola del pittore Giuseppe Rollini (1842-1904), exallievo dell’Oratorio. Quest’artista visse all’Oratorio di San Francesco di Sales a Valdocco intorno al 1860, mentre frequentava i corsi di pittura dell’Accademia Albertina di Torino. La sua opera, di grande abilità tecnica, offre una grande versatilità di tematiche e include pittura storica, sacra, ritratti e di paesaggi. Formatosi con Enrico Gamba e Andrea Gastaldi, collaborò con Alessandro Vacca alla decorazione del Borgo Medievale del Valentino (Esposizione Nazionale di Torino, 1884) e lavorò al Duomo di Pinerolo, alla Chiesa del Regio Parco di Torino e al Santuario di Cussanio, a Fossano”.

Da un punto di vista più prettamente salesiano, la dott.ssa Martín García aggiunge:

“Rollini ebbe in don Bosco un padre e un mecenate. Il contatto diretto con il santo lasciò un’impronta importante nel suo percorso professionale, come testimonia la sua produzione artistica. Rollini dipinse pitture murali e grandi pale d’altare nelle chiese costruite ex novo sotto la direzione di Don Bosco, come la Basilica di Maria Ausiliatrice a Torino, la Chiesa di San Giovanni Evangelista, sempre a Torino, e la Chiesa del Sacro Cuore di Gesù a Roma. Come ritrattista, ha lasciato un’importante testimonianza per la storia della Congregazione Salesiana, immortalando il volto di Don Bosco (1880 e 1888), quello di Mamma Margherita (1885), quello di don Vittorio Alasonatti (1899) e quello di Don Michele Rua (1905)”.

L’immagine prescelta per gli auguri diventa così anche un’esortazione a tutti i destinatari a conoscere e visitare il Museo Casa Don Bosco, custode dei più preziosi reperti della storia salesiana.

A completare gli auguri nelle pagine interne si trovano un messaggio tratto dall’omelia del Papa consegnata ai nuovi Cardinali e al Collegio Cardinalizio nell’Eucaristia del 4 ottobre 2023, nella quale il Santo Padre, invita la Chiesa ad assumere il medesimo sguardo benedicente del Salvatore ( “Apparteniamo a Lui e – ricordiamolo – esistiamo solo per portare Lui al mondo” è la conclusione della citazione); e i voti augurali del X Successore di Don Bosco, accompagnati dalla speranza per “la fine delle guerre nel mondo”.

Infine, il biglietto d’auguri del Rettor Maggiore di quest’anno si caratterizza anche per la presenza nel frontespizio di un duplice stemma: oltre a quello consueto della Congregazione Salesiana c’è anche quello del Cardinale Fernández Artime.

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La scuola d’italiano per migranti dell’opera Sacro Cuore a Roma: una mano tesa in aiuto di tanti giovani “invisibili”

Dall’agenzia ANS.

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(ANS – Roma) – Dal 2017, cioè da quando l’opera del Sacro Cuore di Gesù a Roma ospita al suo interno anche la Sede Centrale Salesiana, molte delle persone che varcano il suo cancello d’ingresso sono personalità chiamate a vario titolo ad interagire con il governo centrale della Congregazione – il Rettor Maggiore, il suo Consiglio e tutti gli uffici centrali. Ma insieme ad esse, tutti i giorni, passano per il medesimo cancello anche alcune tra le persone più umili e spesso “scartate” dalla società: senzatetto, migranti o rifugiati, giovani bisognosi di una mano per dare una prospettiva al proprio futuro.

È per loro, infatti, che i salesiani hanno avviato il progetto della scuola d’italiano per migranti e rifugiati, che ha luogo nei locali a disposizione della parrocchia del Sacro Cuore, e che beneficia complessivamente circa 140 persone per ogni ciclo di corsi – ma solo perché di più non si riescono ad accogliere, dato cha la domanda supera costantemente l’offerta.

Sono corsi offerti in forma totalmente gratuita da una composita équipe di volontari, dove si mescolano laici, soprattutto – tra cui ragazzi e ragazze del Servizio Civile Universale e giovani universitari della vicina Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università Roma Tre; ma anche salesiani, membri della Famiglia Salesiana e religiosi di altre famiglie spirituali – tutti accomunati da un’esperienza di servizio che lascia qualcosa, in primis, a chi la fa.

Seguendo un’antica prassi salesiana (lodata anche da Papa Francesco) i corsi sono di breve durata, in questo caso trimestrali, e al Sacro Cuore vanno in scena a ciclo pressoché continuo: ogni pomeriggio dei giorni lavorativi, dal lunedì al venerdì, con due “lunghe” il martedì e il giovedì, dove le lezioni da 1 ora e mezza canonica arrivano anche a quattro ore e mezza.

“Ci sono diversi livelli, sulla base delle necessità: corso di base, medio e avanzato.  D’altra parte, bisogna considerare che alcuni di questi giovani sono analfabeti anche nella loro lingua madre” spiega don Enrico Lupano, SDB. Piemontese, con un passato come guida e accompagnatore dei gruppi sui Luoghi Salesiani di Torino, oggi è lui a coordinare questo percorso di educazione e integrazione, insieme a suor Cristina, delle Missionarie di Cristo Risorto, consacrate con cui i salesiani del Sacro Cuore portano avanti tutta una serie di attività educative, di evangelizzazione e promozione sociale nell’ambito del Progetto Missionario “Sacro Cuore”.

Sempre don Lupano, con la sua conoscenza dei luoghi originari di Don Bosco, individua alcune significative suggestioni. “La nostra esperienza ricorda un po’ quella dell’oratorio itinerante di Don Bosco, o dei primissimi tempi a Valdocco, quando ancora non c’era molta stabilità. Anche qui noi ci vediamo costretti a muoverci in spazi in costante evoluzione, per via dei lavori di ristrutturazione, e certamente questi sono giovani di quelli più amati da Don Bosco. Inoltre, questi ragazzi arrivano letteralmente da tutto il mondo fin dentro al cuore della Congregazione, e con la loro presenza ci tengono fedeli al carisma, affinché poi dal centro si possa ridare energia a tutte le presenze sparse per il mondo. È come un doppio movimento: dal mondo al Sacro Cuore e dal Sacro Cuore al mondo”.

In effetti i ragazzi che lo frequentano rappresentano uno spaccato della società multietnica e globale di oggi, anche se limitato alle fasce più deboli. Nelle aule dove si tengono i corsi abbiamo incontrato Tenin, l’unica ragazza e la più brava della classe, che però per via della timidezza non se la sente di presentare la sua esperienza. C’è poi Mamadou, 23enne della Guinea Conakry, che ha saputo di questi corsi giocando a pallone con un volontario; o Bernard, 25enne arrivato dalla Repubblica Democratica del Congo, che frequenta il corso da un mese e che spera che in breve tempo, continuando ad imparare, potrà farsi capire per bene e trovare un lavoro per mantenersi; o Suleyman, arrivato dal Gambia tre mesi fa: sembra un giovane sorridente come tanti, ma se poi gli chiedi di come è arrivato in Italia accenna rapidamente alla traversata del Nord Africa, ai tanti rimasti in Tunisia e al viaggio in barca, salvo trincerarsi poi dietro lo sguardo basso e una frase impossibile da dimenticare: “È una storia lunga… E se te la racconto poi finisco a piangere”.

In effetti la scuola d’italiano, seppure non possa rilasciare attestati ufficiali, per molti di loro è un trampolino di lancio per un percorso più ampio e virtuoso: i salesiani e i volontari che li accompagnano, infatti, non si fermano alla lingua, ma aiutano a tutto tondo: nella scrittura di un curriculum vitae, nella ricerca del lavoro e della casa; dando lezioni di scuola guida, per avviare migranti e rifugiati verso una sempre maggiore autonomia; e, per quanto possibile, dando una mano anche nell’affrontare la burocrazia e le sfide con i permessi di soggiorno…

Per ragazzi e giovani con storie di grande sofferenza alle spalle e un presente fatto di incomprensione – anche linguistica – e marginalità, non è poco. E infatti in tanti tornano successivamente per restituire qualcosa di quanto ricevuto: alcuni, diventando a loro volta insegnati d’italiano per i loro connazionali; altri, aiutando nelle varie attività presenti presso il Sacro Cuore. Per tutti c’è comunque un’esperienza di gratuità e servizio che rimane impressa, e che in più di una circostanza ha anche fatto scoprire o riaffiorare cammini di maturazione della fede.

“Sono ragazzi che hanno grande voglia di imparare, sanno che potrebbe essere la loro unica opportunità e per questo manifestano tutti grande attenzione e gentilezza” testimonia da parte sua Cristina, una giovane cresciuta all’oratorio salesiano di Macerata e ora parte attiva come volontaria del progetto. Per lei quest’esperienza rappresenta anche un primo approccio a quello che spera possa essere la sua vita professionale, che intende sviluppare proprio nell’educazione degli stranieri, ma c’è molto di più: “A me sta dando tanti strumenti per conoscere meglio le loro vite e le loro storie e per capire come possiamo farci davvero casa per loro… Non è solo l’italiano o il servizio che tu fai per loro: ogni giorno ti dà un colore in più per capire le loro vite e le loro realtà qui a Roma e in Italia, tra difficoltà e sfide quotidiane”.

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